Preparatione, del inchiostro verde, Cap(itol)° 3.
R(e)z(ipe) inchiostro verde oltramontano, esprezzalo, è mettilo in una pentola nuova, ben lutata, è chiusa, è secca al sole o a fuoco lento è dopo che sarà secca, mettila a fuoco lento p(er) due ore, e di poi accresci il fuoco per altre tanto tempo, di poi dagli fuoco grandiss(im)i, fino che si Rubifichi, et allora cavalo, et raffreddato fanné polvere, et mettilo in vaso di vetro, et infondilo in orina di fanciulli, rischiarata è posata p(er) otto giorni, che habbia fatto posatura, overo (sic!) sia distillata, overo (sic!) aceto fortissimo stillato, òvero acqua dolce chiara, è lascia stai cosi che si solva è questa acqua, si chiamo l’inchiostro.
E necessario d’havere acqua d’allume, ma p(ri)ma fá mestieri il sapere, che molte sono le sorti de gl’allumi; Uno è l’ allume di rocca, l’altro Tameno, il 3° piu moso, che azzurro, è tutti i, filosophi lo don quello di liardo, è questa, è una pietra sop(r)a a ogni altra pietra, di dura resolutione, è sono molti allumi di diversi colori, ma l’allume Tameno, è migliore, in quest’arte
p(er) far l’acqua d’allume, la quale si appartiene a questa n(e)ra arte del quale R(e)z(ipe) quanto vuoi, è pesta in un Mortaio, di Rame et in fondivi sopra. vij: volte altre tanto di Orina fanciulli in una pentola di Rame dove sia messa la detta polvere, e sia l’orina purificata p(er) viij giorni, è mettila al fuoco, che bolla et s’ ne consumi due parti; di poi cavala è cola l’acqua, è mettila in un vaso, è chiudilo questa, è acqua d’allume:
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R(e)z(ipe) a dunque con l’aiuto di Dio, la pietra trovata p(er) tutto, la quale non, è pietra, ne ha natura di pietra, imperó che questa pietra è vegetabile, o minerale creata dalla natura, et in essa è il genere Masculino, et hà virtu di fuoco, in sé p(er) mantenere ferma , è forte, è fissa, à questa, i filosophi gli dettono variej, è diversi nomi accio che la scienza, enotitia di Lei, fussi maggiorme(n)te dubbia et occulta, a p(er) presso, i, cattivi, imperò che alcuni filosophi l’hanno chiamata zolfo, è certo con verità p(er)che quello che intendono e zolfo cavato dal zolpho fisico, et il zolfo fisico, è zolpho fisso, è non comune, alcuni altri l’hanno chiamata, questa pietra Argento vivo, et ancor’ essi dissero la vertita, ne hano mentito p(er)che quel’argento, vivo del quale parlano, è materia, estratta dall’Argento vivo secondo la natura, è via fisica, et non è argento vivo dal vulgo come molti ignoranti si pensano, et si imaginano, et asseriscono p(er)che la materia de fisici, non è argento, vivo nella sua natura, ne in tutta la sua sustanza, ma parte di lui, onde in questo molti si sono ingannati p(er)che pensano, che il solo argento vivo è la sola materia, il che è falso, et impossibile. Perchè l’argento vivo mai si rappiglierebbe et rasso derebbe, tanto che potessi arriva; alla somma metallica, perche non hà in se humidità untuosa(?) à cosa alcuna si puo rassodare, in maniera che arrivi alla somma metallica, se non harà molto grassezza, Imperò che la sola humidità grassa, è viscosa, e quella che dura nel fuoco è l’altre humidità non restistano, con tutto ciò confesso, che nella pietra fisica, dopo la vera mondatione, la quantita mag.(iore)
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e l’Argento vivo, e p(er) si abbruccia, ne questo soffrisce, il fuoco, se non per accidere, e questo è un precetto pretiosiss(im)o è tutto q(uesto) fatto della natura ne si deve credere, che sia possibile farsi dall’arte, o vero p(er) qual si voglia artifitio (sic!), come molti pazzi hanno pensato, e pensano et p(er) certo la pietra fisica creata, e trovata dalla natura p(er) ordine divino, ne altro hà bisogno, se non che se gli levi, quel che glie di sup(er)fluo, adunque è necess(ari)o prepararlo, accio che s’ne cavi tutto quello che è puro, et il terrestre, e feccio.so, e si getta via, e tutto questo si fa per sublimatione, e questa sublimatione, non è comune come molti che sublimano, vanamente, con il fuoco molte cose e per certo questa pietra fisica, molte volte si sublima senza fuoco, dopo l’aqua.sublimatione a p(re)sso pretioso, a p(re)sso i sani, e peritiss(im)i, di questa arte, e chiamato zolfo rosso, R(e)z(ipe) adunque di questa pietra chè Zolpho puro, erudo mondo, sincero, e di già cosi retificato, come è nel ora sua, è questo è assai la stimano, e honorano, et appressi i, rozzi, et ignoranti, della buona strada, di quest’arte, si chiama rossezza, et in mondita, dello scorpione, o quanto maravigliosa è questa Pietra, e quanto facile, a trovarsi et ogn huomo là, è la puo havere, e s invende a vil prezzo, è p(er) niente si ha da quelli che non sanno la sua virtù p(er)che se conossino quello che hanno nelle mani la stimerebb(er)° piu che oro, et Argento, ò pazzia degl’huomini, o grande ingnorantia, e cecita, questa pietra, si getta, p(er) le strade e si
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pesta per le fognie, e p(er) le stalle , e non si stimamente, non di meno p(er) lei, i, Re, e Principi, e mediante Lei che sanno, litigano, e conbattano, in questo mondo, con grande spesa, è molta fatica p(er) ritrovarla, e non la trovano, ben che facilmente si retrovi, in Qual si voglia luogo, habitabile, e frequentatao adu(n)q(ue) pigliate questa, pietra, e datela alle sua moglie, è conguignetela con Lei, p(er)che fuori di modo l’ama, è conguignete, in matrimonio, che p(er) natura, e di due nature, di poi quocete à fuoco lento, fino che ambeduo i si reduchino insieme, in un’ Corpo diversiss(im)o di poi pestate, è sublimate, fino che si convertino in sangue, e sappiate che da u(n)o di essi cosi è sop(r)a tutte le cose, cosi come dà altro sop(r)a l’altre nature p(er)che è pui nobile, oltre à tutti gl’ altri humori, e fà bisogno stillarla con instrumento fisico, accio che da esso acquisti q(ue)llo che è chiaro, è sereno, fuori d’ogni turbolenza, è di piu sap(e)re che la materia deve ess(e)re, chiara citrina et Aurea, è si chiama Zolfo citrino, è argento vivo de filosophi, olio incumbustibile, è con altri nomi infiniti, che non sono altro che colori, et, i, peietissimi (?) di quest’arte l’hanno chiamata pietra.
Et pre’ mieramente fà bisogno, sapere, che tutto il segreto consiste, nel fare la vera interfetione, p(er)che senza l’amazzare un huomo, non si puo havere il sangue, che è nel quore adu(n)q(ue) fate la vera, interfetione, la quale è come huomo, che è zolfo e p(ri)ma ammazzi al tutto la sua moglie, che, è l’argento
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vivo, il quale dopo, che sarà amazzato, la moglie, amazzata amazzi il marito, e cosi dalle due nature caverete il sangue dal quale, ne troverete un olio pretiosiss(im)o che, è il segreto de filosophi, è il loro oro., e la loro tintura maggiore, quelli adunque che haveranno del’olio detto, non fà bisogno che p(ri)m(a) ripiglino operatione, nuova, è però sappiate, ò fratelli Car(issi)mi che due sono le vie, della natura, per finire tutto il magisterio, una lunga, et l’altra breve, mà, i, filosophi, ne loro scritti in egnonna molte vie, è modi, è tutte secondo la vera intentione, onde à torto è senza ragione sono bestemmiati da gl’ ingnoranti di quest’ arte, p(er)che la loro intentione, è una solvia, è tutti convengono in essa, ben che p(es)ta in che molte nè sieno state insegnate dagli ignoranti, Imperò che tutte, da, i, sanij ingegnosi e scientiati, di quest’arte, si reduiano à uno effetto, et à una medesima intentione, alla quale, e noi ancora cercando qu(st)a scienza, in questa n(e)ra opera, siamo arrivati, non senza gra(n)diss(im)a difficultà, p(er)che i libri de filosophi, come habbiamo veduto, et considerato sono stato scritti, sotto figure et enigmi, accio non fussero in tesi, se non da loro autori p(er)che altri affermano, che la loro arte, e magisterio, consiste, in spiriti, altri in Corpi, altri in sali, altri in allumi, e borrace et altri in tutte le cose vegetabili, e di questi alcuni in parte hanno detto bene, et altri male, et alcuni altri di questi in quanto, alla lettera, intutto hanno male insegnato, anzi
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maliss.(imo) questo divino magisterio, è noi dalle lor vecchie(?) openioni con gran fatica, et ingegnio, con grand’ industria, et una lunga et tediosa esperienza, habbiamo raccolto tutta la verità di quest’ arte, aivista, considerata, è conosciuta, in quelle cose che naturalmente, et che per via naturale, è stato. possibile, immitare là natura, e principalmente la via piu breve
Ancora, e per qual modo, essendo un solo, nel artifitio di qu(est)a n(e)ra operatione, in qual modo tutto, et abbastanza, assai chiarame(n)te vi habbiamo dimostrato, secondo che ci chiede questa n(e)ra arte divina, Imperò che questo magisterio non si deve occultare, se non a, i, cattivi, è l’habbiamo scritto in maniera, che dagl’ huomini prudenti sarà in teso
Et con maggiori facilità questo n(e)ro ordine abbracciera, ambe due, i, termini, perche nel’i stesso tempo, habbiamo cercato la strada, breve, è lunga, à dunque nessuno ci bestemmio maladica, mà quando sarà nel operatione, si ingegni e procuri, di havere a mente, tutti, i, segni, che appariscano in qual si voglia decotione, et operatione, et ne ricerchi la cagione, et adesso racconteremo, il modo p(er) il quale qual si voglia ingegnoso, potra arrivare, ordinatamente, et senza errore, al n(e)ro magisterio, et op(er)a divina:
R(e)z(ipe) della detta preparata materia, cavata dalle pietra, che è l’olio de filosophi q’(ua)nto vuoi, e metti in limbicco, che si chiama vaso divino, sempre occultato, da tutti, i, filosophi et sigilla con il sigillo de filosophi, quale è un vaso sop(r)a
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l’altro, cio è il capo, sopra il Corpo, del lambicco, è con il suo recipiente ben lutate le giunture, di poi mettilo in fornello, a fuoco lento fino che ne cavi solamente, il suo sudore, chiaro, è risplendente, quale si chiama acqua, di poi accresci il fuoco, fino che ne cavi tutto l’humore, quale si chiama aria, e quando non uscirà pui, lascia rafreddare, è cava del vaso, un corpo secco, et asciutto, e mettilo a calcinare, per un giorno interno naturale, in fuoco di riverbero, e sappi che il vaso deve essere tondo, come una mezza luna, è senza porosità, di poi mettilo in bagno humido, fino che si solva, quel che e solubile, e di nuovo mettilo in limbicco è cavare l’humore, di poi calcina, è solvi, e cosi rifarai tanto che ne cavi tutto l’humore, il restante calcina 2° il suo modo, nel detto vaso, p(er) tre giorni naturali, di poi solvi con il suo sudore, e congela, è conserva nel fuoco, et quello, che non si solverà Calcinalo p(er) cinque giorni naturali, e di nuovo solvi il detto sudore, il solubile è congela, è serba nel fuoco, e quello che non è solubile di nuovo lo calcina, p(er) sette giorni naturali, di poi per x. poi p(er) xvij, poi p(er) xxj. poi p(er) xxvij. poi p(er) xxxj poi p(er) xxxvij, poi p(er). xl. poi p(er) xLl. e tutto questo rifarai quattro volte, e cosi sarà finito il n° de filosophi della Calcinatione della pietra, e sempre inqual (sic!) si voglia Calcinatione, solvendo, et congelando, et il soluto servando fino che si finisca il num(er)o, et in questo si deve avvertire
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Principalmente, che sempre nel op(er)a si mantegna il peso, e la misura quanto fà bisogno, di poi R(e)z(ipe) l’humore, e ritificalo sette volte, e di poi mettilo sopra il corpo, preparato, e tutto si solverà et allora il fuoco, si separerà dalla terra, è questo è u(n)o de segreti è quello che Ermette disse, separerai la terra dal fuoco, cioe il sottile condensa suavemente, con grand’ ingegno, è questo ingegno è p(er) distillatione, cioe con l’ instrumento filosophico p(er)che l’acqua, et il fuoco, stillano con quello instrumento dopo la vera calcinatione, e vera solutione, la terra rimane nel fondo del vaso, nera, e fetida, sepera di poi questo humore dal fuoco, p(er) distillatione, in un lambicco, intero, che n’uscirà l’acqua, et il fuoco, rimarrà nel fondo del vaso rossiss(im)o chiaro come granati, et cosi siano tutti gli elementi separati secondo la via filosophica, di poi
R(e)z(ipe) il sudore la p(ri)ma acqua è retificala 7 volte, di poi mettila sop(r)a la terra nera, in limbicco, intero, è sigillato è ben lutato le giunture, et accommodalo inforno a lento fuoco, fino che necavi tutta l’acqua, di poi calcina la terra in fuoco di Reverbero p(er) un giorno naturale, di poi rimette la terra, nel vaso, e mettivi sop(r)a del’ acqua ben lutata le giunture, e di nuovo stilla come p(ri)ma, e calcina la terra in maniera che imbianchisca, come neve, e qu(ell)o e l’ultimo segreto, finalm(en)te pigliate la n(e)ra aria, e retificatela sette volte, come è costume, è fate tutte qu(es)te cose, fate la n(e)ra Conguientione, p(er)che è finito l’ordine della purificatione 2° la via de filosophi.