Adesso conviene di vedere, di quegl’animali negli consiste il magisterio, senza, i, quali non si fà cosa alcuna Cap(itol)° .5.
R(e)z(ipe) adunque lo scorpione, è mettilo con il suo vicono, in fuoco gagliardiss.(im)o per quaranta giorni, e notte, o novanta se vuoi che e l’ultima perfetione, e verdrai maraviglie, p(er)che agumenta cresce e si purga, il suo veleno, e sappi che sicome e gran vicinità, tra la calamita e il ferro, cosie gran vicinità tra li stesso, è l’argento vivo, suo propinquo e non si mette di lui se non una 27 sopra mille, è 200 di scorpione, e allora si chiama corbo Clocidante, con gran’ voce dicendo, chi mi saprà imbianchire, mi potrà di poi far rosso, e cosi in eterno si rallegrerà, Conguigni adunque l’ istesso corvo, con il sale al mezzo. Dir. accio non si Corrompa, p(er)che l’humidità del d(ett)° sale, gli conviene assai, mediante la sua, stitticità, p(er)che l’indurisce, e lo
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solve, è ne cava quel che, è puro e sottile. E p(er) Dio vero dico il vero, è non mento, di Poi R(e)z(ipe) il Cancro, e purgalo da ogni Corruptione, calcina solvi, e congela, et reitera, che cosi bisgog(n)a fare, di necessità, et guarda che non t’incresca di qu(est)a preparatione, se desideri arrivare al frutto: Fatto qu(est)°. R(e)z(ipe) il leone et fanne il nere, o pezzi minutissimi, di poi solvi e co’(n)gela e di nuovo solvi, e sarà finito:
Di poi conguigni, il cancro con il leone, dipeso, et guale, e co’(n)gela è dissolvi, della qual solutione congiugni, una parte con’ tre parti di scorpione, preparato, di poi quoci tutto insieme Congela, è solvi, e reitera, che cosi haverai il tuo intento, Ma p(er)che ho deliberato di insegnarti p(er) l’apunto, il vero eretto magisterio, però non tra lascio, di mostrarti il vero fine con le sue cause, onde diciamo che già sono stati alcuni che hanno finita l’op(er)a, e mancato del fine, e qu(est)° gl’avvenne mediante, l’ignorantia del suo effetto, et qu(est)° è p(er)che quello che fini l’opera, quando gettò sopra, qualche corpo, no’n apparve in esso quello che volse, e non seppe, che fà bisog(n)o conguignerlo con il Corpo, del quale si cerca la generatione di poi deve sop(r)a a altri Corpi, onde mancò dopo il Co’(r)pime(n)to del opera, di Conseguire il suo desiderio, e l’esempio di qu(est)° è che se conguignerai l’istesso elesire, non lo muta dalla sua forma, eccetto che suscita, una virtù in lui mediante la quale potra conguignere le Ragioni, non essendo di bisog(n)o fra esso è altri corpi, la similitud.(i)ne la quale, non hà con’ alcuno, mà quando lo getta tutto sop(r)a, à altri Corpi
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gli converte in Argento, è da questo, è fatto l’elesire 2° la similitudine, della sustanza della luna, è cosi degl altri Corpi si deve dire: onde sappiamo tutti. gli investigatori di quest’ arte, che l’elesire, quanto si voglia preparato, et asottigliato non è niente se dopo la preparatione, non si conguignerà con il vero fermento, et ancora, e d’avvertire, che quando’ l elesire si conguigne con, i, Corpi e necess(ari)o che si conguinga p(er) parte minime et questo si fà come giudicano molti, ignoranti, p(er)che fà mestieri p(ri)ma conguignere, il Corpo p(er)fetto, et preparare l’imp(er)fetto e solvere le elesire poi.
R(e)z(ipe) le solutione, cio, è tre parti del detto elesire, et una parte di Copri preparati, di poi bisogna congelarli, tutti e di nuovo solvere, et congelare et cosi rifare fino che diventi uno senza alcuna variatione, e sappi che tutto qu(esto) si fà p(er) benefitio della p(ri)ma acqua, p(er)che con essa si solve l’elesire, e si prepara ancora con essi, si solvano et si preparano li stessi Corpi, Imperò che è mondificativa, e conguigne, e disolve, imbianca, et fà rosso
Et si deve similmente avvertire, che in due modi si deve aumentare l’eselire et accrescere, la sua virtù in quantità et qualità la quantità si aumenta la sua virtù in qu(est)o modo
Pigliasi della pietra sanguigna dello scorpione parte una e dello elesire parte trè pestinsi, et conguinghinsi bene insieme di poi, mettinsi in un vaso atto à questo à fuoco lento fino che si convertino, in pietra, di poi si pesti quella pietra, è si metta in una boccia intera, et mettivi sop(r)a della p(ri)ma acqua
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ratificata, sigilla il vaso, è accomodalo in forno con il suo recipiente, ben’ lutate le guinture, e fà fuoco temperato al solito fino che tutta l’acqua si seperi, è di nuovo mettivi sop(er)a acqua estratta, e ricavala, e cosi rifacendo tante volte, che tu vegga la predetta materia nel fondo, del vaso, chiara come una spada sguainata, è ridotta nell p(ri)mo stato, bianca, over’ rossa
2° che la materia sarà preparata, è questo e’ il maggior’ segreto et il piu occulto, che non si crede.
Si agumenta l’elesire, in qualità cosi R(e)z(ipe) della pietra volatile che è di spetie femminina, parte tre, e del’elesire parte una e si pestino è si conguinghino, insieme, come fa’ bisogno, di poi si mettino in una boccia intera, e mettivi sop(r)a della p(ri)ma acqua, che sopra avanti, e sigilla, et accommoda nel forno come sopra, e distilla a fuoco lento et quando sarà cavata tutta l’acqua, fortifica il fuoco, accio che si inalzi quel che si puo inalzare; Di poi calcina Di poi fatto questo rimetti quelche è salito con quello che rimase, e di sop(r)a al’ acqua e di nuova stilla sublima, e Calcina, et questo rifarai ta’(n)te volte, Fino a che il volatile, si fissi con il fisso, il che deve accadere, in una volta sette, et due volte sette, e tre volte sette il quale è il num(er)o de filosophi, e la p(ri)ma preparatione, mà sappi che p(er) l’esser’ citatione della preparatione di questo grado maggiore di imonditia, resultà di bontà, l’altra di comune diversità, come delle medicine, alcune sotto il doppio, alcune cento volte piu, et al’hora a cautela fà
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fà bisogno reiterare iij volte. sette, e si chiama la seconda preparatione, et alcuni sop(r)a mille, alcuni sop(r)a due milla, et alcuni sopra quattro milla, et all’hora similmente fà bisogno reiterare tre volte sette, et è tutta la preparatione, et il 3° modo, di poi p(er) reiteratione, cade la medicina, sop(r)a M/X di poi spora M/cento, e di nuovo è necess.(ari)o reiterare iij volte sette, quale è il 4° modo, è la quarta preparatione della medicina, et di poi p(er) reiteratione, della parte no’(n) fissa Cade sopra M/200, e di nuovo p(er) il quinto, et ultimo modo è necess.(ari)o reiterare la pietra tre volte sette, la quale di poi cade sopra mille migliaia, è tramuta, i, corpi, et li p(er)fetiona, in lunare, o nero solare, in a 2° che, et a che fine l’istessa materia sia stata preparata, questo non procede se non dalle molte reiterationi, di quella pietra no’(n) fissa et in questa operatione, si termina il segrato pretiosiss.(im)o il quale è segreto pretiosiss.(im)o e tesoro incomparabile sopra a ogn’altra scienza di qu(est)o mondo, e cosi si finisce l’ordine della multiplicatione, nel elesire in quantità, è qualita
Et molte sono le imbiancationi di venere ò vero ricop(er)ine.(n)ti nel p(ri)mo ordine, come è p(er) argento vivo, precipitato, et moltificato è fisso, p(er) precipitatione, e p(er) arsenico purificato fisso, et ancora soluto, et congelato, e p(er) litargirio soluto, et ridotto, e p(er) tutia sublimata, soluta, et congelata et similmente, con sali allumi, et nitri, et tutte queste
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cose imbiancano la sustanza di venere, è quanto meglio si preparano, meglio imbiancano, delle quali cose noi non curiamo, ne meno, ogn’huomo da bene, e puo aposta tralasciamo questa strada soffistica, ma molto meglio, è con magg(io)re veretà Venere si imbianca, e si purifica p(er) la pietra fisica il modo della quale, e nel p(ri)ncipio del operatione, quando la materia, e separata, dalle fecce, et è chiara citrina Aurea al hora conguignendola, con il Corpo inp(er)fetto, come si è mostro et al hora gettandola sop(r)a il Rame l’imbianca molto pretiosamente, e congela l’arge(n)to vivo, in corpo bianco, non p(er) questo conduce il vero Complimento, quando accade mutardi e corromponsi, ma destruggasi quanto si vuole il Corpo, la’ materia della pietra riman ferma, con quella parte del Corpo, che è piu pura, benche ancora sia puro quel poco di puro, che è ne corpi inp(er)fetti.
Et è l’elisire, medicina, della luna, una sustanza che è citrina in ordine del p(ri)mo genere, o di zolfo rosso pureficato, è fisso o d’Argento vivo fisso rosso, o p(er) vetriolo o vero caparosa citrina, e con croco di ferro, e Rame arso, è sale armoniaco tutte queste cose, citrinano, la luna, et secondo la loro purificatione, e preparatione, fanno risplendente, et p(er)fetta Citrinita, il che noi, non aprezziamo, sapendo che non sono se non palliationi, et che non possono resistere al fuoco però le tralasciamo.
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Si citrina meglio, la luna, con la pietra fisica, come poco fa’ habbiamo detto, della imbiancatione di venere, nequivi è altra differentia, se non che la materia, della pietra si con guigne con il Corpo p(er)fetto, poi tutto si getta sop(r)a la luna e tigne, e rubefica di Rosso, lodabile, e congela similmente l’argento vivo in Corpo, rosso chiaro, è con gran peso, ma non p(er) questo gli dà la p(er)fetione, perche non puo mantenere, et conservare l’istesso argento vivo, nello istesso corpo, che resista al fuoco, imperò che non ha tanta preparatione e sublimatione, ne la puo havere, onde sappi e tiene per certiss.(im)o, che niente altro è in questo magisterio piu occulto e divino, che la scienza del separare il puro dal Impuro, et rassottigliari quel puro grandeme(n)te, fino che penetri nel fondo, all’occulta separatione del suo Corpo, p(er) qualche examinatione, et questo non si fà che penetri, e alteri in vera p(er)fetione, se non si rassottiglia assai, intendi che le cose grosse non penetrino, è massime in profondo, mà al 2a volta solamente in sup(er)ficie, e questo è che fà errare infiniti, i, quali scioccamente credano, che la sola sublimatione finisca, p(er) la purificatione, et altri credano p(er) la solutione come molti che solvano in acqua vita, e molti sono che Calcinano, e di poi solvano, et rapigliano, e cosi credono che sia fatta la purificatione, et altri sono che hanno pe’(n)sato
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vedere pui adentro, e questo prima hanno mondato p(er) sublimatione, di poi calcinato e soluto, et il soluto co’(n)gelato e cosi credevano havere l’intento, il che non è niente, et qu(es)to è quel che gli fà errare, p(er)che non hanno lavorato debitam(en)te et p(er)cio non hanno saputo finir’ l’opera, e disperati et impoveriti, e devisi hanno bestemmiato il magisterio, et, i, Dottissimi dell’arte. Manca