Il Polverino o Rocchetta, che viene di Ievante, e Soria, è cenere di certa herba, che quivi è abbondante, non è dubbio alcuno, che fa il sale più bianco assai, che non fa la soda di Spagna, e pero quando si vuol fare un cristallo di tutta perfezione e bellezza; si faccia con il sale cavato dal polverino, o rocchetta di Levante: perche la soda di Spagna, come più grassa, se bene da più sale, tuttavia il cristallo fatto con il suo sale sempre tira al azzurigno, e non ha quel candore, e bellezza, come quando e fatto con il polverino, o rocchetta di Levante. Il modo adunque di cavare il sale perfettamente, e dall' uno, e dall'altro, e l 'infrascritto,
come ho più volte ho praticato.
La cenere di Soria si vagli con vaglietto fitto, accio i pezzetti non passino: ma solo la cenere, la rocchetta si pesti in pile di pietra, e non di metallo, perche piglia il suo colore, con pestoni di ferro, e il simile la soda di Spagna, e si vaglino con vaglietto fitto, che in questo consiste il cavarne più o meno sale. Nel comprare l'una, e l'altra si avverta, che sia copiosa di sale: questo si conosce a toccarla con la lingua, per sentire come sia salata; ma il più sicuro modo di tutti, e farne il saggio in un coreggiolo, e vedere come comporta assai rena, ò tarso, cosa volgare nell'arte, e che i conciatori sanno benissimo.
Si habbino le caldaie di rame murate con suoi fornelli, come quelle de i tintori, e maggiori, e minori secondo l'occasioni di fare maggiore, o minore quantità di sale. Queste caldaie si empino di acqua comune pulita e chiara, e si dia fuoco con legne secche, che non faccino fummo, e quando l'acqua bolle bene si butta sopra il polverino vagliato, come sopra in honesta quantità e proporzione, secondo la quantità dell'ac qua, e si continui il fuoco a far bollire mescolando sempre con una pala di legno in fondo, accio il polverino s'incorpori con l'acqua, e ne esca tutto il suo sale continuando a bollire sino sia calato un terzo d' acqua: si riempino le caldaie di nuova acqua e bollino sino cali la meta, all'hora e fatto un ranno pregno di sale: Ma accio il sale sia in maggior quantità, e più bianco, si butti nelle caldaie, quando bollano avanti del polverino libre dieci incirca per caldaia di gruma di botte di vino rosso, detto tartaro prima bruciato solamente in color nero, e si Iasci solvere bene nell'acqua calda, mescolando con la pala di legno, poi si metta il polverino, come sopra, questo del tartaro e molto segreto, con il quale si ha più sale, e si fa il Cristallo più bianco, e vistoso, quando l'acqua è calata i duoi terzi e che il ranno é ben pregno di sale, si allenti il fuoco delle caldaie, e si habbia in ordine molte conche di terra, che prima sieno state piene d 'acqua comune per sei giorni, e questo acciò imbevino manco ranno e sale, e cosi con romaiuoli grandi di rame si cavi il ranno dalle caldaie, e il tutto si metta nelle dette conche, e quelle sono piene, si lassino stare cosi per dui giorni, che in detto tempo la cenere sarà ita tutta in fondo, e il ranno resterà assai chiaro, all'hora con romaiuoli di rame pianamente, acciò il fondo non si sollevi, e s'intorbidi, si cavi il ranno chiaro, e si metta in altre conche vote, e si lasci stare il ranno per duoi giorni, e di nuovo dando in fondo altra terrestreità, la rannata vien più chiara e limpida, e questo si reiteri tre volte, che cosi s'haranno le rannate limpidissime, e scariche da ogni terrestreità, che si fa poi il sale assai fine, e perfetto, di nuovo si riempino le caldaie di nuova acqua, e bollino, mettendo le dieci libre di tartaro per caldara, come sopra, e polverino al solito continouando questa operatione fino vi è materia.
Per strignere dette rannate, e cavarne il suo sale si lavino prima bene le caldaie con acqua pulita, e si empino della sopradetta rannata raffinata e rischiarata, come sopra facendo bollire pianamente, e si attenda a riempiere le caldaie di detta rannata, fino si veda inspessare la rannata, che vuol cominciare a buttare il sale, cosa che suol seguire in capo a ventiquattro hore in circa, che in superficie della caldaia si comincia a vedere il sale bianco, che pare una ragna, o tela bianca: all'hora si habbia una cazza bucata con più buchi e si tenga in fondo Ia caldaia, e il sale vi cascherà sopra, e si cava di quando in quando, lasciando prima bene scolare Ia rannata nella caldaia, e si metta il sale in mastelli, o vero conchette di terra, accio il ranno scoli meglio, quale scolatura si recupera e si torna nella caldaia, e ii sale si asciuga, e si continua cosl, fino si habbi tutto il sale della caldaia, ma bisogna avvertire quando comincia a buttare il sale di dargli fuoco gentile, e lento, perche se si dessi fuoco gagliardo, il sale si attacheria alla caldaia, e in tal caso per esser sale potente, rompe sempre la caldaia, cosa a me intervenuta qualche volta, però si avverta questo sopra ogni cosa, e vi si usi gran pazienza, e diligenza: il sale, che è nelle conche, o mastelli, quando è scolato bene, si cava e si mette in casse di legno, o tini di legno, per asciugare meglio ogni humidità, che succede in più giorni secondo le Stagioni, in che si fa, pero il segreto di fare assai sale e bello consiste nel tartaro, come sopra si è dimostrato. Io d'ogni trecento libre di cenere di Levante per ordinario cavato da ottanta a novanta libre di sale; come il sale è bene asciutto, all'hora si spezza grosso modo, e si mette in calcara a secchare a calore lentissimo, e con un instrumento di ferro detto riavolo dalli artisti di fornace, si spezza, e si mescola, come si fa la fritta quando e bene asciutto da ogni humidita, avvertendo sempre, che la calcara non sia troppo calda, ma temperata, all'hora si cava della calcara, e si pesta benissimo in pile di pietra, e si vaglia con vaglietto piccolo, accioche li maggiori grani che ne escano non passino di grandezza il granello del formento.
Questo sale cosi pesto, vagliato e asciutto si serba a parte in luogo preservato dalla polvere per l'uso di fare Ia fritta di cristallo, il cui modo di farla e l'infrascritto che segue.