Piglierai fritta di cristallo con diligenza fatta come s'è mostrato in principio, e di quella metterai nelle padelle di fornace, ove non sieno padelle di collor: perche i fumi de i metalli con i quali si fanno la maggior parte de colori, fanno il cristallo pallido e brutto: ma acciò venga bianco, lucente, e bello, darai nella partita, cioè fritta, quando la inforni nelle padelle, quella quantità di manganese che va data, secondo che le padelle sono maggiori o minori, che questo consiste nella pratica dei conciatori come cosa di loro officio: e questo sia manganese del Piemonte, ne di altro luogho, ben preparato, come si dira; la fornace vuole havere legne secche e legne forte di quercia; perche le dolcie tengono morta la fornacie, e non fanno bene, e vuole essere stizzata pianamente e continuamente acciò la fiamma sia sempre chiara, ne vi sia mai fummo, che questo importa assai: per fare uno cristallo bello; quando poi, e fuso bene, si cavi delle padelle e si butti in conche grande di terra, piene d'acqua fresca, o vero in tinelle di Iegname pulite, che questo si domanda tragettare in acqua, e fassi questo ad effetto che l'acqua gli cavi una sorte di sale detto sale Alchali, quale impedisce il cristallo, e lo fa oscuro e nebuloso, e quando è in lavori sempre sputa del sale, cosa molto brutta, poi si ritorna in padella pulita, e questo tragiettare in acqua si deve fare più volte secondo il bisogno, acciò il cristallo sia separato da tutto il sale che questo si rimette alla pratica del concia tore di fornacie: poi si lasci quocere per quattro, o sei giorni, e il manco, che sia possibile si mesti con ferro, perche sempre piglia la tintura di esso, e lo fa tirare al nero, come è cotto, e chiaro guarda se ha assai manganese, e se verdeggiasse dagli del manganese.
Avvertendo, come s'è detto, che per fare il cristallo bello, si deve sempre pigliare manganese del Piemonte, come si fa a Murano, perche il manganese di Toscana e di Liguria hanno più del ferrigno e fanno sempre nero: e però si usi sempre manganese del Piemonte, che è il meglio, che hoggi sia in notitia dell'Arte Vetraria: però del manganese se ne dia poco, e con discretione perche farebbe il cristallo in colore di avvinato, che poi tende al nero e gli leva il suo splendore, mestisi il manganese e si lassi pulire il vetro, tanto che venghi di colore chiaro e lampante. Il proprio del manganese, quando è dato debitamente è di torne il verdeggiare che fa sempre il cristallo, e gli fa apparire un bianco risplendente perche gli toglie quella verdezza rozza; però di questo se gliene dia a poco a poco, per non guastare il cristallo, perche tutto questo negotio consiste nella pratica de i valenti, e diligenti conciatori, che non si può dare ne peso certo, ne misura; quando haverai il cristallo pulito limpido, e bello, faralo lavorare del continuo in vasi, e lavori, come più ti piace: ma non con tanto fuoco, come si Iavora il vetro comune, e sopra tutto si operi che il fuoco della fornace sia chiaro, e senza fumo, e questo di legne forte, e ben secche, e li ferri con che si lavora sieno netti, e puliti, avvertendo di non ritornare i colletti, dove e I'attaccatura delle canne, ehe sempre vi rimane del ferro neUe padelle del cristallo, che lo faria diventare nero; pero si avverta in particulare: anzi questo vetro ove e I'attaccatura del ferro delle canne si può mettere nel vetro comune, del quale si fanno lavori dozzinali, che in questo poco importa. Questo e il modo, di fare, e lavorare il cristallo, come ho praticato sempre mai.