Opera Grandiss.(im)a e breve da’ farsi senza molta spesa e breve, tempo, come di sotto Cap.(itol)° 21.
Sappi se il s(ap)re di tutte le cose, ti darà intelletto, di potere intendere quel che si scrive di sotto, apparirebbe manifestiss(im)° che tù oltre agl’altri filosofi astutissimi che tu havessi ritrovato un Arte breve, anzi brevissima, della quale il mondo no’(n) ha cognitione, ma p(er)che tale opera, non puerisse alle mani huomini indegni, se non per volontà di Dio, ho ricop(er)to, questa operatione sotto alcune lett.(e)re ciferate, le quali quando troverai, ti vorrai co’(n) tristare, e ritroverai il senso loro, ricercandolo se nè sarà degna la tua sollescitudine, et allora ti rallegrerai;
E prima dico che in quest’arte, debbi redurre ogni cosa in torno alla preparatione de quattro spiriti, e de sette Corpi, cioe de sette metalli, i, i spiriti son questi: Mercurio, sale, Armoniaco, et zolfo., i, quali, e necessario sublimare, accio venghin’ purgati dalle fecce, et facendo altrimenti l’opera sarebbe vana, et, i, corpi che di sop(r)a calcinali, accio’ si separino da’humidità, et di poi in zuppali sop(r)a a’ un marmo, con acqua vite e di poi dissolverli in acqua, accio si faccino mobili
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come spiriti è di poi congelarli sop(r)a il fuoco, altrime(n)ti la perfetione del op(er)a svanirebbe, adunque dico che è necess(ari)o che la congiuntione delli spiriti, e corpi non si deve fare nelle polveri, benche beniss.(im)o si fanno incorporati, ma ridotti in acqua, la quale tale redutione, è vero abbracciamento, e coloratione, e penetratione insieme, èterna che non è quella delle polveri congiunte come sopra, et non dubitare, che haverai fatto opera p(er)fetta, di corpi e di spiriti soluti in acqua, e congiunti, è verissima qu’(a)ndo sarà, èvacuata la loro spessitudine, di poi vi sia in fusa sop(r)a virtù nuova sop(er)a i Corpi, sop(r)a, i, quali si getta quando l’arte, correge i corpi della natura riducendoli a stato perfetto, come, è di rame, argento o vero oro, e cosi di tutti gl’altri sop(r)a, i, quali si gettassi la medicina,
Et p(er)cio R(e)z(ipe) ingretrrem (sic!), et pestalo diligentemente in una conca fustea, con’ una pietra come si fanno, i, colori e se quivi metterai lib. ij. di ingretrrem (sic!), metti lib.: i, di trtrrgle(sic!) verde fresco, et sal preparato lib. i., et lo mortificherai cosi, dimenalo bene, intorno intorno (sic!) e mettivi mentre lo mortificherai, altre quattro o.(ncia) di trtrrgle. rò. et altre vij. o.(ncia) sale preparato et
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a poco a poco gettavi dentro Aceto fortiss(im)o fino che lo vegga ben mortificato, è come una pasta, allora cavalo et mettilo in una pentola nuova e chiudila con luto sapientie, e mettilo in forno di pane, dopo che ne sarà cavato il pane, è lasciavelo stare una notte, e la mattina cava la pentola di forno, e di nuovo mettilo in una conca fustea come p(ri)ma, e gettavi sop(r)a del detto aceto fortiss(im)o macinandolo a poco a poco, et in zuppandolo è quando sarà bene inzuppato, di nuovo luta la pentola, et mettila in forno come prima, e con fa’ macina(n)do et inzuppando, et seccando nel forno p(er) sette volte, et non fara di bisogno, che lo sublimi piu che una volta o due, p(er)che lo spesso metterlo in forno, et arrostielo, et il tritarlo, et l’inzupparlo fà la sublimatione di- ivvij. fatto questo mettilo in vaso di sublimatione di vetro, il quale si deve mettere in una pentola, dove sia cenere quanto, e grosso un dito nel fondo, messa là boccia sop(r)a il fornello, sotto il quale si fa piccolo fuoco fina à che perfettamente si vegga, che tutta l’humidità sia interamente svanita, dalle pred.(ett)a boccia, aperta la bocca, et questo è il segno, quando mettendo una lamina di ferro, sopra la bocca della boccia non là
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bagnando niente, si provassi che l’humidità si fussi partita, al’hora chiudi la bocca della boccia, con’una spugna fuste a, rinvolta, in panno sottile, e fortifica il fuoco è sublima, dalla mattina sino a mezzo giorno et se staranno al fuoco, p(er) un giorno, si sublimerà bianco come neve, è se non riuscirà la p(ri)ma volta inzuppalo con le medesime fecce, et arrosticilo come sop(r)a, et di poi sublimalo è sarà bianco, e guarda che il vaso non sia pieno del operatione sino a la 3.a parte, et se ti vorrai certificare, che sia tutto sublimato, piglia un bastone solttiliss(im)o, e pulito, e mettilo p(er) il buco del limbicco, è se si appiccherà al bastone qual che poco del’operatione messavi dentro, non è sublimato, ma se non s’ ne appicherà niente al bastone, è sublimato;
C 3° Della separatione del sale comune, R(e)z(ipe) sale, et solivilo in acqua comune, chiara, e di poi stillalo p(er) feltro et di poi fallo bollire, fino che tutta l’acqua sia co’(n)sumata et rimarra il sale nel fondo della pentola, mà basta solamente p(er) la v’(e)ra operatione, che il sale sia soluto una volta sola:
C 4° Della sublimatione del’ arsenico. R(e)z(ipe) arsenico ben fogliato, è pestalo in un Mortaio di bronzo, e se sarà
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una libbra, mettivi con esso sal comune, e vetriolo Rom.(an)o equalmente lib.: mezza, et inzuppa ogni cosa insieme con’aceto fortiss(im)o a poco a poco, e si incorpori in una pentola che habbia la bocca Turata con luto sapientie e si metta in forno dopo che ne sarà cavato il pane e quivi si secchi, e questo si facci 3. o 4. volte, et quando sarà ben secco pestalo, et passalo p(er) setaccio e mettilo in sublimatorio, e p(ri)ma metti nel fondo del vaso, un letto di sal comune arrostito, e da fuoco le’(n)to fino che n’esca l’humidità, di poi acresci il fuoco e l ovedrai bianco 2° il v’(e)ro bisogno:
C. 5° Della sublimatione del sale armoniaco: R(e)z(ipe) sale Armoniaco, sal comune sal Gemma, è sale Indiano, è se no(n)’ haverai sale indiano, metti in suo luogo grassezza di vetro, egualmente lib.: i. e si pestino, e si passino p(er) sedaccio, e rimettino in limbicco, e facciasi un’ letto di sal comune, è sublima con poco fuoco in p(ri)ncipio et alla fine come sop(r)a:
C.6 Della sublimatione del zolfo. R(e)z(ipe) zolfo, e ben trito lib. i. pestalo et inzuppalo in aceto fortiss(im)o, et incorporalo bene, di poi mettilo in una pentola chiusa in forno a seccare, come e d(ett)o di sop(r)a tante volte, che n’ecsa la pinguedine, e torni in colori citrino, e questo si faccia sette volte o piu, di, poi
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sublimalo, e si sublimerà bianco, pestalo e serbalo, et io no’(n) ho mai provato tal sublimatione, p(er)che no’(n) ho operato co(n) zolfo, ma ho’ ben provato la sublimatione de iij. spiriti la qu(a)le è altutto verà come sop(r)a, e facilmente si posson fare’ et io ho scritto accio’ sia rispiarmato, da gran fatiche, è spese,
C n°.7 Della separatione, overo (sic!) calcinatione de Corpi diremo- dopo il trattato de quattro spiriti e si deve sapere che nel reggimento de sette corpi, si considerano in quattro modi p(ri)ma calcinando, in maniera che si reduca in calcina, sec’(c)o dariamente, incerando, et inzuppando sop(r)a a marmo accio sieno piu habili a solversi. 3° solvendogli in acqua 4.° congelando l’istessa acqua in maniera che ritornino in pietra, et chi non sap(er)a queste cose sarà come cieco nella via di quest’arte, et come un Arco che tira senza fine d’arrivare a luogo alcuno, quando vorrai adu’(n)que Calcinare, alcuno de predetti corpi. R(e)z(ipe) arsenico Rosso è crudo, et pestalo bene, è distempera con fortiss(im)o aceto nel quale solverai il sale, di poi seccalo è pestalo, et di questa polvere, gettane sop(r)a qual si voglia corpo, che vorrai, ma non sop(r)a il sole, et l’abbruccierà in man.(ie)ra che si convertirà in calcina o polvere.
C 8 Della Calcinatione del sole, et della luna R(e)z(ipe) lamine
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sottili overo (sic!), limature d’esse, e mettivi sop(r)a quattro parti di mercurio in un coreggiuolo et metti il coreggiuolo, in frà Carboni et subito si solverà guardati dal fumo di Mercurio p(er)che è mocino, et quando le lamine saranno solute gettale in una cazza d’ferro calda, e se saranno lamine di sole, gettavi sop(r)a un poco Zolfo, Ma se saranno lamine di luna, gettavi sop(r)a un poco d’Arsenico come e detto, e di menale con’ una mazza, fino che apparisca che il mercurio si sia p(er)tito, di poi lavale bene con aceto et pestale fino che vegga la calcina risplendete; la qu(a)le e il fermento de metalli, e se gitterai di qu(est)a calcina sop(r)a qualche metallo fuso, et preparato, si farà cose maravigliose ne colori, e questa è cosa animale è utile;
C 9. Della Calcinatione di saturno, overo (sic!) di Giove. Torchi chi vuoi di loro, e di poi fondovi sop(r)a sal comune ben trito, è preparato, e mescola gagliardamente co’(n) un ferro fino che si reduca in polvere di poi lava la istessa polv(e)re fino che n’esca il sale, Di poi fatta la lavanda, mescolalo co’(n) olio mescolato con zolfo, e mettilo in una pentola Turata al fuoco, dove non sia fumo, di poi macinalo in polvere, è lava
C 10 Della calcnatione di Marte, R(e)z(ipe) lib.: una Marte
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ben’ limato, et mescola co’(n) o.(nce) vij.° Arsenico citrino, ben tritoe lega in pannoino, à modo d’una cocolla tonda, e sop(r)a il pan’(n)o metti un suolo di luto, e secca, e questo si facci sino a tre suoli, è quando sarà ben secco mettilo nella fornace et da fuoco gagliardo fino chè n’esca il puzzo el fumo, et vegga la fiamma chiara, Di poi levalo dal fuoco, et lascialo raffreddare, Di poi spezzalo, e ritroverai dentro una massa la quale pesterai, et di poi la metterai in Coreggiuolo, e dagli fuoco, e si fonderà, come saturno; Sono alcuni altri, che tengono detta cocolla, in fuoco gagliardo di carboni o di legne p(er) sei ore, et cosi hò fatt’io.
C. 11 Del inzuppare, e, corpi, Calcinati, R(e)z(ipe) qual tu vuoi di loro e inzuppalo molte volte sop(r)a a un Marmo, macinandolo et inzuppandolo, con acque acute, come di aceto d’orina di fanciulli, di rannata, è d’acqua di sal comune incercandolo, fino che diventi dolce come cera, et bia’(n)co come neve, et quanto piu l’incercerai tanto meglio sarà
Et cè un altro modo mig.(lio)re di solvere, p(er) il quale tutte le calcinationi de corpi, e tutti gli spiriti sublimati si solvano in acqua, et il mercurio ancora si solve in qu(est)° modo, ben che non sia sublimato lo sp(irit)o, Il qual modo e questo:
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C 12 R(e)z(ipe) acqua di sal Armoniaco, la quale si fà del suo sale, il qual sale si fà cosi. R(e)z(ipe) sale armoniaco, et solvilo sop(r)a a un Marmo co’(n) orina, inzuppandolo in maniera che diventi come pasta. Di poi fà (sign stella volante) di Calcina viva, in maniera che congiugnerai due insieme di peco, eguali, di poi seppellisci tal massa a modo, di pane quando sarà in mezzo della calcina viva, posta in un certo pignatto ben’ lutato e cosi lasciala calcinare, di poi solvila in acqua chiara come si lique fà il sale armoniaco, et la Calcina cade nel fondo, la quale acqua stillerai p(er) feltro, et di poi la congela al fuoco, et sara sale di sale armoniaco, qual sale si solverà al fuoco come cera, et si congelerà al’aria in v° stante, di questa solutione in cererai come sop(r)a, i, Corpi, et gli spiriti come, e d(ett)o. Ancora ti ho detto il modo di redurre in acqua, il corpo del Sole et il Corpo della luna, puia della p(ri)ma calcinatione come sop(r)a, et adesso ti mosterò, in che modo si deve fare brevemente la medicina del sole, et della luna, acciò ti possa liberare, dalle grandi spese, è lunghezza di te(m)po
C. 13 R(e)z(ipe) adunque il sole calcinato, come, è detto nel Capitolo 8°, overo (sic!) la luna come ti parra di esperimentarti et incera co’(n) acqua di sale armoniaco, come di sop(r)a
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nel Cap.(itol)°. xij. beniss(im)o, e diligetemente diseccato lascialo dimorare in luogo humido, fino che diventi acqua il che forse accadera in un giorno, e se p(er) sorte accadessi che qual che poco non si solvessi, mettila a distillare ragunando l’acqua, et diseccando la materia che si ritrova nel fondo della boccia, et questo una volta solamente cioè il Mercurio, si vivefichi sublimato, la qual materia incererai di nuovo, mettendola primieramente al’humido che corra, e se no’(n) la rincererai, non la rimetterai piu à distillare p(er)che basta haver ne la messa una volta accio non si vivifichi troppo come sop(r)a, e se fussi possibilie fare senza distillatione alcuna che la materia corra in acqua sarebbe meglio, ma se no(n)) si stilli una volta sola come e detto, e soluto si serbi in un vaso pulito, et ben’ serrato;
C 14 R(e)z(ipe) seblumftr(sic!) parte sette, e solvi come sop(r)a incerando Del sale il quale seblumftr(sic!), si ritrova nel coreggiuolo soluto due volte’, mescola in sieme (sic!) co’(n) co’(n) aqua, di sole o vero (sic!) di luna parte una, e chiudi in boccia con luto sapientie, e mettila nelle ceneri in un fornello sepolto sino al collo, e mettila nel fuoco coperto co’(n) mattoni, et si riscalderà, e se cosa alcuna sarà nella boccia doppo
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non lungo tempo si reducano in pietra, et quanto piu ha veranno inzuppato, co(n) acqua di sale armoniaco come sop(r)a, e pui gli solverai, e congelerai tanto la tua op(er)a sarà pui pretiosa, e nota che i Corpi calcinati con spiriti sono necessarij sop(r)a tutte l’altre cose p(er)che in infiniti libri retrovio molti altre modi di mescolare, no’(n) di meno non ne ritroverai uno cosi buono come in q(uesto) lib(r)o et questo lo comporto p(er) la tua op(er)a accio sappi la vera via di quest’arte:
E se ti metterai nel’animo simil modo di adoperare non ha verai bisogno d’altro lib(r)o, et p(er)che hai di gia calcinati, i, corpi e sublimati gli spiriti e dissoluti, tu hai havto facile entrata p(er) l’experimento Hax. rox. (sic!) Impero che puoi mescolare insieme quando ti piacerà, et convertirlo in pietra come sop(r)a, della qual pietra fattone polvere, e gettata sop(r)a lamine ricotte le fà exanimare, et ancora puoi gittare la polvere sop(r)a, i, Corpi, sappi ancora che la calcina d’oro soluta in acqua insieme con lo sp(irit)o, e di poi congelata tigne, i, Corpi meglio che ogn’altra calcina, e gli reduce del suo colore, et similmente la calcina d’argento, soluta et mescolata con acc(et)o degli spiriti gli reduce in vera luna, e gli tigne nel suo colore, e ogni volta che solverai, et congelerai tal comporto gettata la p(ri)ma volta, una p(ar)te della sua medicina
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sop(r)a il rame saturno overo (sic!) stagno purgati ne tigne mille p(ar)ti la seconda volta dieci mila, la terza volta cento mila la 4a volta mille migliaia, e cosi del’altre.
C 15 Ti voglio insegnare l’utilità di questi corpi antedetti (sic!), et il modo del Cavarnela, cioe dello stagno, del piombo del ferro et del Rame, e p(re)mieramente (?) come si faccino fusibili come la cera, R(e)z(ipe) adunque lib.: mezza stagno calcinato come sopra, et habbi in Cap.(itol)° 9. e di Arsenico sublimato come sop(r)a Cap.(itol)° 4°. lib. i. e polverizza ogni cosa sop(r)a detta in un mortaio di Bronzo, beniss.(im)o passale p(er) sedaccio et macinale in maniera che i ne facci polvere finiss(im)a e mescola in sieme (sic!), di poi metti a sublimare, e sublima p(ri)ma a fuoco lento p(er) tre hore. secondariamente co’(n) fuoco mediocre p(er) tre hore. 3° con fuoco gagliardo p(er) altre tre ore, e fatto questo lasciale raffreddare, et di poi apri, e quello che troverai di sublimeto, cavalo dalle fecce sue che erano nel fondo et di nuovo macinalo insieme, e di poi rimettilo a sublimare, e questo farai tante volte, fino che si sublimi tutto, et haverai la pietra finita, et serbala cara sino al tempo
C 16 Della pietra che si fà di Calcina di piombo si fà nel medesimo modo, serba la in un vaso pulito et ben turato
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Fino al fine.
C 17 Della pietra che si fà di calcina di ferro. R(e)z(ipe) della stessa gia detta come di sop(r)a nel Cap.(itol)° mo/x lib.: i; e del arsenico bianco cristallino come di sop(r)a, nel Cap.(itol)° 4.° lib. i. pesta e polverizza in sieme (sic!) in un mortaio fino che si incorporino bene, di poi metti a sublimare, e stando e sublima’(n)do tante volte che no’(n) si sublimimente, ma ogni cosa rimanga nel fondo del vaso, et cosi haverai la pietra di ferro, serbala in vaso pulito sino a tempo,
C 18 Della pietra fatta di Calcina di Rame, la qual Calcina si fa nel medesimo modo che la calcina di ferro come hai nel Cap.(itol)° mo/x della calcina di ferro. R(e)z(ipe) adunque della calcina di Rame, si come hai p(re)so della calcina di ferro come di sop(r)a, facendo nel medesimo modo che di sop(r)a del ferro sino alla fine, et haverai la pietra fussibile di Rame, et serbala in un vaso pulito//.
C 19 R(e)z(ipe) adunque. o.(nce). iij. di ciascuna delle quattro pietre che somma una libra, et macina, et polverizza bene ogn’(i) cosa insieme in un mortaio di Bronzo co’(n) lib. u.(n)a di sale armoniaco, et quando sarà ben polverzizzata et mescolata in sieme (sic!), metti a sublimare tante volte pestando, et sublimando fino che s’ne faccin(al)a
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massa, et serbala, di poi R(e)z(ipe) lib. i di buono stagno preparato, come nel Cap.(itol)o 9. et fondilo, in una cazzuola di ferro, et quando sarà fuso fondivi sop(r)a lib. i. di buono, e pulito Mercurio, et faccisi amalgama di poi polverizza la d(ett)a amalgama in un Mortaio di bronzo pulito fino che venga ben polverizzato, di poi Mescola della sublimatura delle quattro pietre come sop(r)a lib. (sign, sextans). et macina et polverizza co’(n) detta amalgama beniss(im)o, e bene poi metti tutto in una boccia a quocere co(n) fuoco gagliardo p(er) ore xij et quanto piu si quocerà tanto meglio sarà et raffreddato ritroverai concedendolo Iddio metallo Bianco fatto in buono arge(n)to, da resistere a ogni prova, et paragone:.