Solvete, i corpi, in acqua a tutti dico
Voi che cercate di far sole, e luna
Delle due due acque ne prendete l’una
Qual pui vi piace; fate quel ch’io dico
Date da bere a quel vostro inimico
Senza mangiare, e darli cosa alcuna
Morto il vedrete, e verso in bruna
Dentro dal Corpo fat in’acqua pura
Poi li darete la sua sepoltura
Intal’(sic!) maniera che tutto si s faccia
la polpa è l’osso. si che terra faccia
E de là terra faten’ acqua pura
la pietra havrete. Mà anco se vuoi fare
Del’acqua terra. senza far dimora
De terra acqua, e d’acqua terra, acqua ancora
Cosi questo si suo l(?) multiplicare
Colui ch’intende ben questo sonetto
Sarà signori di quel, a che è suggetto:
Espositione de predetti versi
Nota che li corpi che si hanno a solvere, de quali si fa me’(n)tione nel p(ri)mo verso, sono dui, cioe sole, e luna. Dice adunque che tu li solvi in acqua, e soluti che tu gl’harai che pgli qual acqua ti pare, p(er)che volendo adoperare il sole ti fa’ bisogno la sua dissolutione, et il medesimo, è della
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luna: E però dice delle due acque una cioe, o del sole o della luna. Date da bere
In questo punto l’autore presupone che chi fà tal cosa sia pratico nel’arte, p(er)che chi la vorasse assolutamente et cosi senz’altra cognitione, non farebbe cosa alcuna.
Per l’inimico si dove intendere il Mercurio, mà non cosi assolutamente, perche bisogna che tu l’habbi primieramente mondato, e purgato che le sue fecci, e dà la sua negrezza
Senza mangiare, per questa parola s’intende che no’(n) si habbi a mescolare cosa ne compositione alcuna col’ mercurio, come sogliono fare alcuni, e massime gl’Arsenici (unknown sign)
Morto il vedrete (sign oro) il segno della sua morte, è quando sarà stato, per al quanti giorni in luogo freddo, et non dentro dal Corpo del leone, cioe nel fuoco o nella terra, ma quando sarà ghiaccio, o in simil modo
Poi li darete la sua sepoltura. x. cioe tu lo porrai nella sua boccia, è farai quello, che si ricerca a tal cosa p(er)che in questo il pratico hà da operare secondo l’uso dell’arte:
Adunque poi che tu havrai fatta la tua decotione, et che haverai in spessito al quanto il tuo Mercurio, come a modo di pece, o pegola, non lo rimoverai altrime’(n)ti
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da la sua boccia, nella quale si trova, mal o porrai cosi nel forno attanor’, e lo farai stai tanto li dentro continuandoli un fuoco leggieri, sin tanto che diventi terra, è polv.(e)re impalpabile, e fatto questo hai poi da redurre la terra in acqua, e di nuovo redurre l’acqua in terra, e cosi farai cinque volte, reducendo la terra in acqua, e l’acqua in terra, p(er)che quanto pui tu la dissolverai, e congelerai, tanto piu verrà migliore, et crescerà la sua virtù
Facendo tu questo, et continuando harai la pietra de filosofi con la beneditione di Dio, il che pregogli piaccia concederci. Amen.