Quasi tutte le accademie e gli artisti italiani considerano come più facile alla intelligenza e più spedito a praticarsi il metodo che ora dirò, e lo seguitano, e lo insegnano, e lo proclamano l'unico perfetto. Consiste esso nello imprimere a biacca mista a poco gesso la tela, poi ben asciutta l'imprimatura, abbozzare assai grasso con tinte locali intere, ove non sia tenuto gran conto delle degradazioni e dei passaggi. Disseccato bene anche questo abbozzo, si dovrà ridipingerlo con meno di colore, ma però tanto finitamente che ne risulti fusione, morbidezza e maccanismo gradevoli anche a chi guarda l'opera da vicino. Siccome questo sistema produce molti e ripetuti prosciughi, cosi usano stendere sul dipinto dopo qualche tempo che fu terminato, varie mani di vernice di mastice a fine che ritorni quella lucentezza la quale, per la sovrapposizione di tanti colori d'impasto, è intieramente sparita. Tre mali gravissimi son prodotti da questo metodo. - Primo, che l'imprimatura a sola biacca fa inrancidire l'olio il quale poi finisce a tingere di giallo i colori sovrapposti. Secondo, che per tanto ammonticchiarsi di tinte di corpo, e specialmente di quelle ove entra la biacca, vien tolta la trasparenza, la quale no può essere mantenuta se non quando sotto una tinta si lasci intravvedere la precedente. Terzo, che la vernice sovrapposta è sempre od inutile o dannosa: perchè so peca, non toglie interieramente il prosciugamento, se molta ed a molte mani, dopo alcuni mesi fa comparire su tutto il dipinto una tinta odiosamente verdastra. Di così fatti danni molti artisti si accorsero, e tentarono alcuni mutamenti intesi a portare qualche vantaggio a quest parte maccanica si, ma importantissima dell'arte.