Oro potabile. Cap.(itol)° 104.
R(e)z(ipe) una parte d’oro, purificato per Antimonio, Argento vivo parte otto, faccisi amalgama, la quale si metta sopra à un porfido, aggiuntovi gran’ quantità di sale arostito e pestisi tanto, fino che non vi apparisca, forma di Amalgama, poni questo sale in una pentola nuova vetriata e mettivi buona quantità di acqua pura, quocasi ta’(n)to che tutto il sale si risolva, è l’amalgama si rappiglia nel fondo, e si rassoda insieme, dulcificalo co’(n) acqua comune fino atanto (sic!) che non vi resti sapore di sale, seccalo, et mescola con 3. parti di fiore di zolfo, a una parte di Amalgama, e macina bene sopra a un porfido, accio si mescoli bene, di poi, mettilo in una scodella vetriata una parte et mettilo a calore lento, accio la scodella riscaldi, et di poi abbrucia di sop(r)a il zolfo, aggiugnendo apoco apoco l’altre parti, di questa materia mescolata, fino che sia consumato tutto il zolfo, di poi a fuoco lento, le farai forza acrescendo apoco apoco fino atanto (sic!) che piacevolmente diventi in focato, e tutto il zolfo si consumi co’(n) l’Argento vivo, e rimanga la Calcina d’oro Aurea assai spugnosa, la quale piglerai, et macinerai sopra a un Porfido con’ mele, et sale, e di poi tut’(t)a la materia
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mettasi in una boccia, di vetro, et agguinto acqua calda piu volte si addolcisce, fino à che s’ne cavi tutto il sale et mele, e l’oro rimanga puro, all hora si piglia la Calcina del’oro ben secca, e con tre parti di liquore di tartaro spargendovelo a goccie, et macinandolo in su una pietra calda, inzuppa, et ingrossa, finalmente si reverbera, di poi si risolve, in humido, sopra à un’ Marmo, et questo si rifaccia, cioè si risolva si rassodi si reverberi, fino atanto (sic!) che l’oro sia tutto resoluto di poi mettasi in un matriscio.