Tintura che converte il rame e l’argento infino oro Cap.(itol)° 296.
Pigliate del zolfo citrino quanto volete, e mescolatelo co’(n) altre tanta Calcina viva, reducendo, in polvere sottiliss.(im)a e ponendola in un pignatto nuovo, e cocetala al fuoco fino a tanto che l’acqua diventi rossa come sangue poi leverete dal fuoco, e metterete a freddare, dopo la porrete nelal cucurbita, distillando con limbicco ricogliendo quello che distillerà, p(er), i, v(ost)ri bisogin quando poi loccorete mettere(te?) in opera pigliate del mercurio quanto vi piacerà, e in beverandolo con d.(ett)a acqua lo mescolerete beniss.(im)° in un vaso, in modo che non apparisca quasi niente, di poi lo diseccherete, et diseccato lo triterete sop(r)a a una pietra di Porfido, et porretelo poi a sublimare, di nuovo, dopo lo triterete, et inbevererete, nella detta acqua, diseccandolo, et sublima’(n)dolo quattro o cinque volte, a lento fuoco, imperò che questa medicina dicono essere p(er)fettame(n)te fissa la quale opererete tenendo le lamine del arge(n)to, del rame, vi butterete sop(r)a d.(e)lla detta polvere della
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quale và una parte sopra quaranta d’Argento, o di rame fuso convertendolo in oro puriss°, (sic!) che in p(er)petuo serberà d.(ett)a tintura, Ma. togliendo una dre (sic!) parte havete migliore oro, et con mag.(gio)re utilità le piglierete quattro ottavi di medicina et una d’oro calcinato come hab° detto, e fermentando come di sopra: