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TERZA PARTE
Vita di d\Qcrolo, detto il *Tribolo3 Scultorea
£ƒ ^Architettore^?
AFFAELLO legnaiuolo,fopranominatoil Ricciode’Pericoli,
ìlqualehabitauaappreflbal canto a Monteloro in Firenze,ha
uendo hatmto l'anno 1500 fecondo,cheeg!i fteflo mi raccon
taua, vn figliuolo mafchio, ilqual volle,che al battefimo fufie
chiamato.come fuo padre,Niccolojdehberò., come che poue
ro compagno folle,veduto il putto hauer l’ingegno pronto, & viuace, & lo
Spirito eleuato ; chela prima cofaeglnmparafleaIeggere,efcriuerebe»e,&
far di conto.perche mandandoloallefcuole, auuenne per elleril fanciullo
molto vino, in tutte Fazzioni lue tanto fiero, che non trouado mai luogo,
era fragli altri fanciulliw& nella fcuola^fuori vn diauok>,che Tempre traua
gliaua
NICCOLO SOGGI 3$*
gliaua, &tribolauafe , & gli altri, che fi perde il n etile di Niccolo, Scs’ac quitto di maniera il nome di TRIBOLÒ, che cofi fu poi Tempre chiama to da tu tti.Crefcendo dunque il Tribolofil padre,cofi per feruirfene, come per rafrenar’la viuezza del putto fe lo tirò in bottega, infilandogli il mc- ftiero Tuo ; ma vedutolo in pochi mefi male atto a cotale efercizio,&anzi fpa, rucello,magro,&malecomplefsionato„chenò,andò penfando,per tenerlo viuo,che lafciatte le maggior fatiche di quell’arte,& fi mettefle a intagliar le gnamijma perche haueuaintcfo,che lenza il difegno, padre di tutte l’arti, non poteuain ciò diuenirc eccellente maeftro,volle,che il filo principio fuf fe impiegarci tempo nel difegno, Se perciò gli faccua ritrarre fiora cornici, fogliami,& grottefche,&hora altrecofe neceflarie a’cotal mettiero.Nel che fare,veduto,che al fanciullo feruiua l’ingegno,e parimente la mano, confi* derò Rarfaello,comeperfona di giudizio,che egli finalmente appretto di fe non poteua altro imparare,che lauorare di quadro, onde hauutone prima parole con Ciappino legnaiuolo,& da lui,che molto era domeftico, Se ami codi Nanni Vagherò, confettatone,& aiutato *, l’acconciò per tre anni col detto Nanni,in bottegadel quale,doue fi lauoraua d’intaglio,& di quadro praticauano del continuo Iacopo Sanfouino Tenitore, Andrea del Sarto pit tore,& altri,chepoi fono ftati tanto valent’huomini. Hora perche Nanni.il qualein que’tcmpi eraattai eccellente reputato,faceua molti lauori di quadro^ d’intaglio,per la villa di Zanobi Bai tolini a Rouezzano,fuor della por ta alla Croce,Se per lo palazzo dc’Bartolini-, che allora fi faceua murare da Giouanni fratello del detto Zanobi in fi^Jla piazza di S. Trinità > Se in Guaifónda pel giardino„e cafa del medefimo,ilTribolo,che da Nanni era fatto la uorare fenza difcrezione,non potendo per la debolezza del corpo quelle fa ciche,& Tempre hauendo a maneggiar leghe,pialle,& altri ferramenti difo- nefti, cominciò a fen tir fi di mala voglia, Se a dir al Riccio, che dimandaua, onde venifle quella indifpofizione,che non penfaua poter durare con Nan ni in quell’arte, & che perciò vedette di metterlo con Andrea del Sarto,o con Iacopo Sanfouini da lui conofciuti,in bottega dell’Vagh ero: percioche fperaua con qual fi volefife di loro farla meglio,& ftar piu fano.Per quelle ca gioni dunque il Riccio,pur col configlio,& aiuto del Ciappino, acconciò il Tribolo con Iacopo Sanfouino,che lo prefe voIétieri,per hauerlo conofciu- to in bottega di Nanni Vagherò,& hauer veduto che fi porraua bene nel di fógno,& meglio nel rilieuo.Faceua Iacopo Sanfouino , quando il Tribolo già guarito andò a fiat feco,nell’opera di Santa Maria del Fiore, a concorre za di Benedetto da Rouezzano,AndreadaFiefole, Se Baccio Bandinella la ftatuadel fanflacopo Apertolo di marmo , cheancor’hoggi in quell’opera fi vede infiemecon l’altre: perche il Tribolo con quetteoccafioni d’impara re,facendo di terra,& difegnando con molto ftudio andò in modo acquifta do in quell’arte,alla quale fi vedeua naturalmente inclinato,che Iacopo , amandolo piu vn giorno,che l’altro,cominciò a dargli animo,&a tirarlo innanzi col fargli fare hora vna cofa,& hora vn’altra , onde fe bene haueua a!= lorain bottega il Solofmeo da Settignano,cPippo del Fabro, giouani di già defperanza*percheilTribologli pallauadigran lunga,non pur’gli parago- naua,hauendo aggiunto la pratica de’ferri al faper ben fare di terra, Se di ce
D d d z
3?S TERZA PARTE
ra'*3 cominciò in modo a femirfidi lui nelle fue opere, che finito FA portola; & vn Bacco,ch"efeceaGiouanni Bartolini per la Tua cafa di Guaifonda, to*k gliendo a fare per M.Giouanni Gaddi filo amicilsimo vn camino, &c vn’ac- cjuaio di pietra di macigno per le file cafe,che fono alla piazza di Madonna ; fece fare alcuni putti gradi di terraglie andauanofoprail cornicione al Tribolo, ilqualegli condurte tanto ftraordinariamente bene,che M.Giouanni, veduto l’ingegno,&la maniera del gioitane, gli diede a fare due Medaglie di marmo,lequali finiteeccellentemefurono poi collocate fopra alcunepor te della medefima cafa.In tanto cercandoli d’allogare per lo Redi Portogai lovnafepolturadigrandifsimolauorojper edere flato Iacopo difcepolo d- AndreaContuccidal Monte fan Sonino,& hauere nome non folo di paragonare il maeftro fuo,huomo di gran fama,ma d’hauer anco piu bella maniera,fu cotale lauoro allogato a lui,col mezzo de’Bartolini: là doue fatto la copo vn fuperbifsimo modello di legname,pieno tutto di ftorie,& di figure di cera,fatte la maggior parte dal Tribolo,crebbe in modo, efiendo riufeite bellifsime,la fama del giouane,che Matteo di Lorenzo Strozzi, efiendo par tito il Tribolo dal Sanfouino,parendogli hoggimai poter far da fe,gli diede a far certi putti di pietra,& poco poi eflendogli quelli molto piaciuti , due di marmo,iquali tengono vn Delfino,che vers’acquain vn viuaio,che hog- gi fi vede a fan Cafciano,luogo lontanoda Firéze otto miglia, nella villa del detto M. Matteo.Mentre che quefte opere dal Tribolo fifaceuano in Firen ze,ertendoci venuto per fue bifogne M.Bartolomeo Barbazzi gentiluomo Bolognefe,fi ricordò,che per Bologna fi cercauad’un giouane, che lauoraf- fe bene,per metterlo a far figure,& ftoriedi marmo nella facciata di san Pc tronio,ehiefa principale di quella cittàrperche ragionato col Tribolo, & veduto delle sue opere,che gli piacquero,&parimentei coftumi,&l’altre qua Jitàdel giouane,loccndurte a Bologna,doue egli con molta diligenza,& co molta fua lode fece in poco tépo leduefibille di marmo,che poi furono polle nell’ornaméto della porta di san Petronio,che va allo fpedale della Mor -te. Lequali opere fimte,trattandofi di dargli a fare cofe maggiori, mentre fi fiaua molto amato,&c carezzato da M.Bartolomeo cominciò la pefte dell’an co 1525.1'n Bologna,& per tutta la Lombardia,onde il Tribolo, per fuggirla pefte,fe ne venne a Firenze,& ftaroci quanto durò quel maleconragiofo,& ©efti!entiale,(ì partì,ceffate che fu,&: fe ne tornò,efiendo là chiamato,a Bologna, doue M.Bartolomeo non gli lafciando metter manca cofa alcuna g la tacciataci rifoluette,effendo morti moiri amici Puoi, e parenti a far fare v- wa fepoltura per fe,& per loro:& cofi farto fare il modello, ilquale volle vedere M. Bartolomeo,anzi che altro facerte,compitorandò il Tribolo fterto a Carrara,a far cnuar’i marmi,per abozzargli in fui luogo,e sgranargli di ma- niera.che non folo fufle(eomefu)piu ageuoleal condurgli, ma ancora ac- cioche le figure ri 11 feifiero maggiori.Nel qual luogo per non perder tempo abozzò due putti grandi di marmo,iquali cofi ìmperfettiefiendo fiati condotti a Bologna,per fame,con turtai’cpera,furono, fopragiugnédo la mor redi M.Bartolomeo,-la quale-fu di tanto dolor’cagione ai Tribolo,che fenc -tornò in Tofcana,mefiti con gli altri marmi in vna cappella di san Petronio, doue ancora fono. Par rito du.nque.il Tubo lo da Cari ararne! tornare a -Pire
It
IL TRIBOLO jy7
se,andando in Pifa a vifitar’maeftro Stagio da Pietra Tanta fcultore,iuo ami cifsimo,chelauoraua nell’opera dei Duomo di quella città due colonne con i capitelli di marmo,tutti traforati,che mettendo in mezzo l’altar Maggio-, rc,& il tabernacolo del Sagramento,doueua ciafcuna di loro hauer’fopra il capitello vn’Angelo di marmo alto vn braccio, & tre quarti con vn candelie re in mano ; tolfe, inuitato dal detto Stagio,non hauendo allora altro, che fare,a far vno de detti A ngeli,e quello finito con tanta perfezzione, con qua ta fi pilo di marmo finir perfettamente vn lauoro fiottile, & di quella gradez za,riuficìdi manieratile piu nòli farebbe potutodefiderare:perciocheinoltrando l'angelo col moto della perfiona,volando ellerfi fermo a tener quel lume,ha l’ignudocerti panni fiottili intorno,che tornano tanto graziofi, Se rifipondono tanto bene per ogni verfio,& per tutte le vediite,quanto piu nò fi puoefiprimere.Ma hauendo in farlo confumato il Tribolo, che non pen- faua.fie non alla dilettazione dell’arte molto tempo,& non hauendone dall' Operaio hauutoquel pagamento,che fi pen(aua,ri(oliuofi a non voler’fare l‘altro,& tornato a Firenze,fi rifcontròin Giouanbatifta della Palla,ilquale in quel tempo non pur faceuafarpiu che potea fruitore,& pitture,per ma- dar’in Francia al ReFrancefco primo,ma coraperaua anticaglie d’ogni forte, & pitture d’ogni ragione,pur che fu (lino di mano di buò maeftri,e giornalmente l’incafiaua,& mandaua uia:& perche,quando appunto il Tribolo tornò,Giouanbatifta haueua vn vafo di granito antico di formabellifsi- tna,& voleua accompagnarlo,accio feruiffie per vna fonte di quel Re,aperfe l’animo filo al Tribolo,& quello,che diflegnaua fare,onde egli meftofi giu» gli fece vna Deadellanatura,chea!zandG vn-braccio/tienecon lemani quel vafo,cheleha in fui capo il piedejornatail primo filare delle poppe d’alcunt putti tutti traforati,e (piccati dal marmo,che tenendo nelle mani certi fedo ni,fanno diuerfe attitudini belhfsimetseguitando poi l’altro ordine dipop pe piene di quadrupedi,& i piedi fra moki,5c diuerfi pefei, rcftò compiuta cotale figura con tanta diligenza,Se con tanta perfezzione,ch’ella meritò,e{ fendo mandata in Francia con al crecofr,efier carifisima a quel Re, &c d’eftèr pofta,come cofa rara a Fontanableo. L’anno poi 1529, dandoli ordinealla guerra,& all’adfiediodi Firenze,Papa Clemente fettimo per veder in che mo do,& in quat luoghi fi potette accommodare,& (partir Federato,& vedere il fi co della città appuntojhauendo ordinare, che fegreramente fotte leuata la pianta di quella città,cioè di fuori a vn miglio H paefie tutto,con i colli,mo ti,fiumi,balzi,cafe,chiefe,& altre cofei Dentro le piazze,& le ftrade:& intorno le mura,& i baftioni,con l’altre difefe, fu di tutto dato il -carico a Ben uenuto di Lorenzo dalla Volpaia,buon maeftro d’Oriuoh,& quadranti:-& bonifsimo Aftrologo,mafopra tutto eccellentifisimo maeftro di ieuarpian •tei ilqual Benuenuto volleinfiua compagnia il Tribolo, & con molto giu- -diziorpercioche il Tribolo fu quegli,che mifieinanzi ,-dhe detta pianta fi fa- eeflc,acio meglio fi potè Ile cófiderar l’altezza de’monti,lai>attezzade’piani c gl’altri particolari,di rilieuoulchefar non fu fenza-molta.fatica, & pcolo:p che ftando fuori tutta lanette a mifurar le ftrade, & fognar’ le mifure delle braccia da luogo a luogo,& mifurar’anche l’altezza,& le cimede’-Campani- delle Tom,ÌE.terfcoando con la buttola per tutti i vcrfiv& andando di
TERZA PARTE
fuori a rincontrar con i monti la Cupola,laquale haiieuano fognato percen tro,non conduffero cofi fatt’opera, fe non dopò molti mefi, ma con molta diligcnza,haucndola fatta di fugheri, perche fuife piu leggiere : Se riflretco tuttala machina nello fpaziodi quattro braccia,e mifuratoogni cofa, abrac eia piccole. In quello modo dunque finita quella pianta, eflendodi pezzi, fu incapata fegretamente,& in alcune balle di Lana,che andauano a Perugia,cattata di Firenze,&:confegnata a chi haueua ordinedt mandarla al Papa, ilquale nell’afiediodi Firenze,se ne ferii! continuamente tenendola nella camera fua,& vedendo di mano in mano fecondo le lettere,e gl’auifi,dorici come alloggiaua il campo ; doue fi faceuano fcaramucciei&in fomma ■ in tuttigraccidenti,ragion3menti,& difpiue,cheoccorfono durante quell* afiedio,con molta fua fodisfazzione,per elfer cofa nel vero rara, Se maraui- gliofa. Finita la guerra,nello fpazio della quale,il Tribolo fece alcune cofe di terra per fuoi amici,& per A ndrea del Sarto fuo amicifsimo tre figure di ce ra tonde,delle quali elio Andrea fi serui nel dipigner’in frefco,& ritrarre di naturale in piazza predo alla condotta it e capitani,che fi erano fuggiti con le paghe,apiccati per vn piederchiamato Béuenuto dal Papa, andò a Roma a baciar’i piedi a fua Santità,& da lui fu meffo a cuflodia di Beluederecó ho norata prouifione.Nelqualgouerno,haiiédo BenuenutofpefTo ragionameli col Papa,non mancò,quando di ciò fargli venne occafione,di celebrare il Tribolo,come fcultore eccellente,& raccomandarlo caldamente.Di manie ra,che Clemente finito TafTedio fe ne ferur.perche difognando dar fine alla cappella di noftra Donna da Loreto fiata cominciata da Leone,&poi trala- foiataper la morted’Andrea Contucci dal monte a fan Souino,ordinò, che Antonio da Sangallo,ilquale haueua cura di condurre quella fabbrica, chia mafie il Tribolo,&gli defle a finire di quelle fiorie,che Maeflro Andrea ha tieua lafciato imperfette.Chiamato dunque il Tribolo dal Sangallo d’ordi- nedi Clemente,andò con tutta la fua famiglia a Loreto,doue effondo anda to fimilmentcSimone,nominato il Mof:a,rarifsimo intagliator di marmi, Raffaello Montelupo,Francefco da Sangallo il giouane, Girolamo Ferrarc- fe fcultore difcepolo di maeflro Andrea,& Simone Ci oli, Ranieri da Pietra lanta,& Fracefco del Tadda,per dar fine à quell’opera, toccò al Tribolo nel compartirò i lauori,come cola di piu importanza, vn a fioria, doue maeflro Andreahaueua fatto lo fpofalizio di noftra Donna, ondefacendole il Tri* bolo una giuntagli vennecapriccio di far fra molte figure,che Hanno a vedere fpofare le Vergine vno,che rompe tutto pieno di fdegnoja fua mazza, perchenon erafiorira’& gliriufcì tanto bene, che non potrebbe colui con piu prontezza moflrar’lo {degno,che ha di non hauer hauutoegli cofi fatta venturajlaquale opera finita,6: quelle degli altri ancora con molta perfez- zio'ne,haueua il Tribolo già fatto molti modelli di cera,per fardi quei profetiche andauano nelle nicchie di quella cappella già murata,e finita del tilt to,quando Papa Clemente hauendo veduto tutteqH’opere,e lodatolo molto,^ particolarmente quella del Tribolo,deliberò, che tutti fenza perdere tempo tornafsino àFirenze,per dar fine,sotto la difciplinadi Michelagno- lo Buonarroti a tutte quelle figiire,che mancauano alla fagreflia,& libreria di S Lorenzo,& à tutto il lauoro,fecondo i modelli,6: con l’aiuto di Miche
lagnolo
IL TRIBOLO M
lagnolo quanto piu predo,accio finita la sagreftia tutti poteftero,median re l’acquifto fatto lotto la difciplina di tant’huomo,finir fimilmenrc la facciata di fan Lorenzo E perche a ciò fare punto non fi tardafie,rimandò il Papa Michelagnolo a Firenze,& con elio lui fra Gio. Agnolo de’Serui,il quale ha ueua iauorato alcunecofein Beluedere,accio gramtafsea traforar i marmi, Se faceflealcune fiatile,fecondo che grordinafle effo Michelagnolo.ilquale glrdiedeafarvn firn Cofimo,che inlìemecon vn lan Damiano allogato al Montelupodoueua metter’in mezzo la Madonna. Datea far qnelte, volle Miche lagnolo,cheil Tribolo facefiedue fiatile nude, che haueuano a metter in mezzo quella del Duca Giuliano,chegia haueua fatta egli, l’una figurata per la terra coronata di Ciprefio,che dolente,& a capo chino piangefie con le braccia aperte la perdita del Duca Giuliano.&l’altra per lo Cielo,che con le braccia eleuate tutto ridente Se feftofo mofirafie cfler’allegro dell’or. namento,& fplendore,che gli recaual’anima,Se lo lpiritodi quel Signore^ ma la cattiua forte del Tribolo fegl’atirauersò quando appunto vo!euaco- minciar’a lauorare la ftatua dellaTerra ; perche,o fu ile la mutazionedell’a- ria.ola fu a debole complefsione,o l’hatier difordinato nella vita, s’ammalò, di maniera,checonuertitafi l’infermità in quartana, seia renneadoflo mol ti mefi,con incredibile difpiacer di fe,che non era men tormentato dal dolor d’hauer tralafciato illauoro,& dal vedere,che il Frate, & Raffaello haue uano nrefo campo ; che dal male fteilo^ilquale male volendo egli vincer per non rimaner dietroagl’emuli iuoi,de’qua!i fentiua far ogni giorno piu cele bre il nome,coli indifpofto,fecedi terra il modellograndedella ftatua della Terra,Se finitolo,cominciòalauorare ilmarmo,con tantadil'genza Se fol- lecitudine,chegia fi vedeua feoperta tutta dalla banda dinanzi la ftatua,qua do la fortuna, che a’bei principii lempre volentieri contraffai con la morte di Clemente,allora,che meno fi temeua troncò l’animo a tanti eccell huo- mini,che fperauano fiotto Michelagnolo con vtilitàgrandifsime,acquiftarfi nomeimmortale, & perpetua fama.Per qucftoaccidente, fiordito il Tribolo, e tutto perduto d’animo,efiendo anche malato,ftaua di mahfsima voglia non vedendo ne in Firenze,ne fuori poter’darein cofa,cheper lui felle, ma Giorgio Vafari,che fu fempre iuo amico,& ramò di cuor’ Se aiutò quato gli fu pofsibilelo confortò,con dirgli,che non fi imarifle.perche farebbe in irò do,che il Duca Alellandro gli darebbe che fare,mediante il fauore del Magnifico Ottauiano de’Medi ci, colquale gli haueua fatto pigliar’affai (fretta fetuitu j ondeegli riprelo vn poco d’animo,rirralledi terra nella fagrefila di fan Lorenzo, mentre s’andaua penfando al bifogno fuo. tutte le figure, che. aueuafatto Michelagnolo di marmo,ciuèl'Aurora,il Crepiticelo,il Giorno eia Notte,e gli riufcirono coli ben fatte,che M.Gio. Batifta Figiouàni priore di fan.Lorenzo,alquale donò la norte,perchegli faceua aprir la fngi c ftia, giudicandola cofararaja donò al Duca Alellandro,che poi la diede al detto Giorgio,che ftaua con sua Eccellenza, sapendo, che egli attenderla a co tali ftudijlaqual figura è hoggi in Arezzo nelle sue cale,con altre cofe dell’arte. Hauendo poi il Triboioritrattodi terra parimente la noftra Donnafartada Michelagnolo per la medcfimalàgreftiajadonòal detto M. Ottauiano de’ Medici,ilquale lefccefareda Batifta del Cinque vn’ornamento bcllilsnno ’ | di
/rcò TERZA PARTE
di quadro.con co!onne,menfole,cornici,& altri intagli molto ben fatti. In tanto col fauoredi Iucche era Depofitario di S.Ecc.fu dato da Bertoldo Ca-, fini proueditor’della fortezza,che fi muraria allora, delle trearme, che fecó do l'ordine del Dncas'hauéuanoa far’, permetterne vna a ciafcun Baluardo a farne vna di quattro braccia al Tribolo con due figure nude,figurate p due Vettorie.laouaì’arme condotta con preftezza,&diligenzagrande, eco vna giunta di tre mafcheroni.che (ottengono l’arme,& le figure,piacque ta to al Duca,chepofealTribolo amoregrandifsimo.-percheedendo pocoap prefibandato a Napoli il Duca per difenderli mnanzia Carlo quinto Impe ratore,tornatoalloradaTunifi,da molte calunnie,dategli da alcuni fuoi cit ladini,&: e(Iendofi,non pur difefo,mahauendo ottenuto da fila maeftà per donna la Signora Margherita d’Auftria fua figliuola,feri (Te a Firenze,che fi ordmaflero quattro huominijiquali per tuttala città facefiero far’ornamen ti magnifici,& grandifsimi per riceuer’con magnificenza conueniente firn peratorc,cheveniuaa Firenze.-ondehauendoioadiftribuiri lauori di com mifsionedi fua Ecc.che ordinò,che io interuenilsi con i detti quattro huo- mini,che furono Giouanni Corfi,Luigi Guicciardini,Palla Rucellai, & A-. leflandro Corfini,diedi a fare al Tribolo le maggiori,8c piu difficili impre- fedi quella fetta,&furono quattro ftatuegrandi.la prima vn’ Hercolein at to d’hatier’occifol’Idrajaltofei braccia,& tutto rondo,&: inargentato.ilqua le fu porto in quell’angolo della piazza di fan Felice, che è nella fine di via maggio,con quefto motto di lettere d’argento nel bafamento, V T HER- cules,labore,deerumnis monftraedomuit, ita Caefar virtute, &clementia, hoftib.vi&is,feu placatis,pacem,orbi terrarum,& quietem reftituit. L’altre furono due colofsi d’otto braccia l’uno figurati p lo fiume Bagrada, che. fi pofauafu la Tpoglia di quel fei pente,che fu portato a Roma j & l’altro per l’Hibero con il corno d’Ainaltea m vna mano, &c con vn timone nell’altra, coloriti,comefe fufiero (lari di bronzo,con que(le parole ne’bafamenti, ciò, èfottol'Hibero, HI bertius exHifpania. Sefotto 1 altro, Bagradasex Afri ca. La quarta fu vna (lama di braccia cinque,in fui canto de’Medici, figura ta per la Pace,laqualehaueuain vna mano vn ramod’oliua: Se nell’ altra v- nafaceaccefa,che metreua fuoco in vn monte d’arme poftein fui bafamen- to,dou’ell’era collocata,con quefteparole:Fiat pax in virtute tuatNon dette il fine.chehaueuadifegnaio al cauallo di fette braccia lungo, che fi fecein- fulla piazza di S.Trini ta,fopra la quale hauetua diete la ftatua dell’Impera torearmato:perche,non hauendoilTafiòintagliator di legname, suoami- cifsimo vfaro preftezza nel fare il ba(amenro,& Falere cofe,che vi andauano di legni intagliati,come quelle,che fi lafciaua fuggire di mano il tempo ra-» gionando,& burlandola fatica fi fu à tempo à coprire di ftagnuolo, soprala terra ancor frefca.il cauallo folo,nel cui bafamento fi leggeuano quelle parole. Imperatori Carolo Augufto, vióloriofifsimo, poftdeuiólos hoftes, Italia? pace redi tu ta,& fai u tato Ferdin.fratre,expulfis iterimi Turcis, Afri - caque per domita,Alexander Med. Dux Floremise. DD. Partita fua maeftà di Firenze,fi diede principio,afpecrandolì la figliuola, al preparamento delle nozze :Se perche potelfe alloggiare ella,&c la vece Regina di Napoli,che era in fua compagnia,secondo l’ordine di S.E.in cafa M;Ó ctauiano de’ Medici,
NICCOLO DETTO IL TRIBOLO 4*
dici, comodamente-, fatta in quattro fettimanecon ftupore d’ognuno vna giunta alle Tue cale vecchie -, il Tribolo, A ndrea di Cofimo pittore, Se io in diecidi con l’aiuto di circa nouantascultort.e pittori della città fra garzoni, cmaeftri,demmo compimento, quanto alla cafa, Sfornamenti di quella, a! l’aparccchio delle nozze dipignendo le loggie,i cortili, egl’al tri ricetti di qt- la, fecondo chea tante nozze conueniua. Nclqualeornamento fece il Tri-, bolo oltre all’altre cofe intorno alla porta principaledue Vittorie dimezzo rilieuo, foftenute da due Termini grandi.lequali reggeuano vn’Armedel- rimpcrator , pendente dal collo dWAquila tutta tonda molto bella, fece ancorai! medefimo certi putti,pur tutti tondi,e grandi, che fopra i frontes- pizijd’alcuneporte mctteuano in mezzo certe tefte.chefurono molto loda ti, in tanto hebbe lettere il Tribolo da Bologna, mentre fi faceuano le nozze, per lequali Mefter Pietro del Magno,fuo grande amico lo pregaua fu (le contento andare à Bologna, à far’ alla Madonna di Galina,doue era già fat to un’ornamero bellifsimo di marmo, vna ftoriadi braccia tre, c mezzo pur di marmo, perche il Tribolo non fi trouando hauer’ allora altro,che far’ andò: e fatto il modello duna Madonna, che faglie in Cielo, cfottoi dodici A portoli in varie attitudini, che piacque, efiendo bellifs.mifèmano àlauo- zare ma co poca fua fòdisfatione,pche efiendo il marmo,che lauoraua di qìli di Milano, Saligno smerigliofo,e catriuo gli pareua gettar via il tempo, fen- za vna dilettazione al mondo di quelle che fi hanno nel lauorare, i quali fi lauorano con piacere,& in vltimocondotti inoltrano vna pelle,che par prò piamente di carne; pur tanto fece, ch’ell’eragia quafi chefinira'quando io’» hauendodifpoftoil Duca Alefiandroàfar tornàr’Michelagnolo da Roma cgl altri perfinire l’opera dellasagreftia cominciata da Clemente, difiegna- ua dargli,che fare à Firenze,e mi farebbe riufeito, ma in quel mentre fopra- uenendola morte d’Alefiandrochefu amazzatoda Lorenzo di PierFran* cefcodefedici rirriafeimpedito non pure quellodifegno, madifperatadel tutto la felicità,e la grandezza dell’arte. Intefa adunque il. Tribolo la morte del Duca,fe ne dolfe meco per fue lettere,pregandomi,poi che m’hebbe c5- fortatoà portar in pace la morte di tanto principe,mio amoreuole signore, che feio andana àRoma, com’egli haueua intefo,cheio voleua far in tutto deliberato di iafeiare le corti, e feguitar’ i miei ftudi.che io gli recafsi di qual che partito,percioche, hauendo miei amici,farebbe quanto io gl’ordinafsi. Ma vennecalo,che non gli btfognò altramente cercar partito in Roma, perche, eflédo creato Duca di Fiorenza,il signor Cofimo defedici, ufeito che egli dc’trauagli, che hebbe il primo anno del fuo principato, p hauer rotti i rimici à Monte Murlo, cominco a pigliarli qualche fpafia, e particolarmente à frequentare aliai la villa di cartello, vicina à Firenze poco piu di due miglia, doue cominciando a murare qualche cofa,per poterui ftar commoda« mente con la corte, à poco a poco,efiendo à ciò ribaldato da maeftro Piero da san Cafciano, tenuto in quc’tcmpi aliai buon maeftro, e molto feruitorc della signora Maria madre del Dnca,e fiato Tempre muratore di cafa,& antico seruitore del signor Giouannij fi rifoluette di condurre in quel luogo certe acque,che molto prima haueua haunto difiderio di condurui,ondeda « principio àfar’vn condotto,che riceuefle tutte Tacque del poggio della ca
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4oi TERZA P A-R T E
ftellina,luogo lontano à Cartello vn quarto di miglio, ò piu fi feguitauaco buon numerod’huomini il lauorogagliardamente. Ma conofcendo il Dn ca, chemaeftroPiero non haueua neinuenzione, nedifegno baftanteàfafc yn principio in quel luogo che pòtefte poi col temporiceuere quell’ornaa mento,che il firo, e Tacque richiedeuano; vn di che sua Eccelléza era in fui luogo,eparlauadi ciò con alcuni Mefler Ottauianode’'Medici,eChnftofar no Rinieri,amico del Tribolo,e (eruitore vecchio della Signora Maria, edel Duca, celebrarono di maniera il Tribolo per huomo dorato di tutte quelle parti, che al capo d’unacofi fatta fàbrica, fi richiedeuano, che il Duca diede commefsione a Chnftofano, che lo htcefle venir’ da Bologna ,'ilche hauen- doilRinicri fatto tortamente» il Tribolo,che nópoteuahauer’miglior nuo* uà, ched hanere à sentire il Duca Cofimo, fe ne venne fubito a Firenze 5 & arìuatofucondottoàCartello,douesua Eccellenza Illuftnfsima hauendo in telo da lui, quello, che gli pareua da far, per ornamento di quelle fonti-* diedeglicommefsionechefacefTei modelli,perchea quelli meifo manos’a daua con efsi trattenendo, mentre maeftro Piero da san Gafciano faceua l’acquidotto, econducea Tacque, quando il Duca, che ih tanto haueua cominciato per ficurtàdellacittà'acingerein fui poggio di sa Miniato con vn fortifsimo muro i baftioni fatti al tempo delTcìfledioco] difegno di Michela gnolo; ordinò,che il Tribolo facefle vn’arme di pietra forte con due Vetto* rie,per l’angolo del puntone.d’un baluardo, che volta inuerfo Firenze. Ma hauendo affatica il Tribolo finita Tarme, che era grandidìma, & una di quei le Vittorie alta quattro braccia,che fu tenuta cola belliflìma ; gli bifognò lar fciarequell’opera inperfetta; percioche hauendo maeftro Piero tirato mol to innazi il códotto,eTacquecó piena fodisfazione del Duca,vollesuaEccei lenzacheil Tribolo cominciaftèàmetterein opera per ornamento di quel luogo i difegni, &i modelli, che già gl’haueua fatto veder’* ordinandogli p allora otto feudi il mefe di prouifione, come anco haueua il san Cafciano... wa per non mi confondere nel dir glintrigamentidegI’acquidotti,egTorna menti delle fon ti fia bene dir breuemen te alcune poche cofe del luogo, e fito di Cartello, La villa di Cartello porta alle radici di Monte Morello fottola viHadellaTopaia,che^à mezza la corta,ha dinanzi vn piano,che (cede à poco a poco, per fpatio d’vn miglio, e mezzo finoal fiume Arno, elaapunto, doue comincia la falita del monte, e porto il palazzo, che già fu murato'da pierfrancefco de fedici,con moltodifegno: perche hauendo la faccia princi pale diritta a mezzo giorno,riguardan re vngrandiiììmo prato con duegra dillìmi vinai pieni d’acqua viua:che vieneda vnoacquidottoanticofattoda Romani per condurre acque da vai di marina à-Firenze , doue fotto le.vol teha il fuobottino; habellilììma,e molto diletteuole iieduta. I viuai dma- zi, fono spartiti nel mezzo da vn ponte, dodici braccia largo,* checa'mina a vn vialedella medefima larghezza', coperto dagli lati,'e dilòpra rdlafua altezza di dieci braccia,da vna continua vol ta di mori,che caminahdo fopraji detto viale lungo braccia trecento",con piaceuoliflìma ombra conduce alla j ftrada maert.ra di praio;pev vnaporta pòrta in mezzo di due fontane, che fer ucnoài viandanti.-, & adar beieallé fccftie. Dalla bandadi vei folcii ante,
' hai! mcdefimo’palazzo vna muraglia.bellUAmadi Halle, edi vtDc.poncnre f
NICCOLO DETTO IL TRIBOLO 403
?n giardino fecrèto alquale fi cantina dal 'cortile delle dalle, pattando per lo piano del palazzo,e per mezzo le loggie,sale, e càmere terrene dirittamé te. Dal qualgiardin fecreto,per vna porta alla banda di ponente,!! halen- trata in un’altro giardino grandiifimo tutto pieno di frutti, e terminato da vn saluatico d’Abeti, che cuopre Jecafede’Iauoratori,cdegraltri,cheli ftan no p feruigio del palazzo,e degl’orti. La parte poi del palazzo,che volta ver
10 il monte a tramontana,ha dinanzi vn prato tanto lungo,quanto fono tut .ti infiemeil palazzo le ftalle,& il giardino fecreto, e da quello prato fi faglie per gradi al giardino principale cinto di mura ordinarie, ilqualeacquiftan- do con dolcezza la falita fi difeofta tan co dal palazzo alzandofi.che il sole di mezzo giorno lo fcuopre,efcaldatutto,comefenon hauette il palazzo inna zi. E nell’eftremità rimane tantalio che non folamente vede tutto il palaz zo, ma il piano,cheè dinanzi,e d’intornojeallacittà par»mente!.E nel mezzo di quello giardino un saluatico d’alcillìmije folti Ciprdìì,lauri, e morte! le, i quali girando in tondo fanno la forma d’un Laberinto circondato di bofioli,alti due braccia,& mezzo,etanto.pari, Se con bell’ordine-condotti, ,che paiono fatti col pennello . Nel mezzo delquale Laberinto,cortie-volle
11 Duca,&come di lòtto fi dira, fece il Tribolo vna molto bella.fonranaìti marmo. Nell’entrata principale, doue è il primo prato coni duevihai;&-il viale coperto di gel fi, voletiail Tribolo, che tato fi accrefcefie efio'viale, che per.ifpazio di piud’un miglio col medefimo ordine, e copertàandafieìnfi- noal fiume Arno, & che laeque,che atianzauanoà tutte lefohti, correndo lenemente dall-bandedel vialein piaceuolicanaletti, Taccompagnaflero infino al detto fiume, pieni di diuerfe fortldi pefei, & gamberi, Al palazzo ( per dir cofi quello, Che fi ha da fare., come quello, che è fatto.);.vbleua fare vnàloggia innanzi; laquale pafiando un cortile scoperto hauefiedalla parte, doue fono le Halle alire tanto palazzo quanto il vecchio ,<& con la me defima proporzione di danze loggie, giandin decreto, &altb.. illqualeac- crefcimento harebbe fatto quelloeflcrevn grandittìmo palazzo, &.vna belli ifima facciata. Pattato il cortile,doue fi entra nel giardin grande del Labe rinto,nella prima entrata,doueèvn grandifiìmo prato,faliti i gradi che van no al detto Laberinto, veniuavn quadro di-braccia trenta, per ogni verfó in piano, in fui quale haueua a edere, come poi c fiata fatta, vnafonregran- diffima di marmi bianchi,chefchizzatte in alto,fopragl’ornamenti-alti quat lordici braccia. Et che in cima; per bocchad’una ftatua vfeitte acqua, che andatte altofei braccia ..; Nelle tette del prato haueuano àettere.due loggie, vna dirimpetto all’altra,e ciafcuna lunga braccia 30. e larga’ quindici. E nel mezzo di ciafcuna loggia andaua vna tauoladi marmo di bra.dodici,e fuori vn pilo di braccia otto, che haueua à riceuere 1 acqua da vn vafo tenuto da due figure. Nel mezzo del Laberinto giadetto haueua penfato il Tribolo di fare lo sforzo dell’ornamento dell’acque,con zampilli, & con vn federe mol to bello intorno alla fonte, la crii tazza di marmo.come poi fu fatta, haueua à edere molto minore, che la prima della fonte maggiore, e principale. Et quella in cima haueua ad hauere una figura di bronzo,che gettatte acqua. * Alla fine di quello giardino haueua à eflere nel mezzo vna porta, in mezzo a certi putti di marmo,chegettaifino acquai da ogni banda vna fonte, enc
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4©4 TERZA PARTE
cantoni nicchie doppie dentro adequai andauano datue,fi come nell’altre» ehelòno nei muri dalle bande, ne i rifcontride’vialijjChe trauerfano il giardino^ cjuali tutti fono coperti di verzure inuarij spartiméti, per la detta por ta,che è in cima a quedo giardino,(opra alcune (cale, fi entrain vu altro giar dino largo quanto il primo, maa dirittura non molto lungo, rifpetto al mo te. Et in quello haueuanoà edere dagli lati due altre loggie. Et nel muro dirimpetto alla portajche fodiene la terra del móte,haueua a edere nel mez zo una grotta con tre pile,nellaquale piouede artifiziofamete acqua. E la grotta haueua a edere in mezzo a due fontane,nel medefimo muro collocate. edirimpettoàquefteduenel muro del giardino, ne haueuanoaellerc due altre,lequali metteffono in mezzo la detta porta. Onde tante farebbo- no date le fon ti di quello giardino quanto quelle dell’altro, che gPè fiotto ;c che da quedo,ilquale e piu alto,riceue Tacque. E quedo giardino haueua a edere tutto pieno d’Aranci, che vi harebbono hauuto , &: haueranno qua tochefia commodo luogo; per edere dalle mura, e dal monte difefo dalla tramontana,& altri venti contrarij. Da quedo d faglie,per due ficaie di fieli ce,vnadaciaficunabanda,a vn fialuatico di Cipredì,Abeti,Lecci, & Allori’, Se altre verzure perpetue,con bell’ordine compartitqin mezzo adequali do ueua edere,fecondo il difiegno del Tribolo,come poi fi è fatto, vn vinaio bel li filmo. Et perche queda parte drignendofi a poco apoco, fa vn’angolo;per che fu fie ottufio,Thaueuaàfipun tare la larghezza d’vna loggia, chefialendo parecchi fcaglioni,(copriua nel mezzo il palazzo,i giardini,lefonti,e tutto il pianodifotto,&intorno infino alla Ducale villa del Poggio à Caiano; Fio- xen za,Prato, Siena,& ciò che ui è all’intorno à molte miglia. Hauendo dun qué il già detto maedro Piero da san Calciano condotta l’opera fua dell’ac- quidotto infino a Cadello,emefioui dentro tuttel’acque della Cadellina, fopragiunto da vna giadidima febbre,in pochi giorni fi mori, perche il Tri bolo prefio Tadunto di guidare tutta qlla muraglia da(e;s’auuedde ancor che fudero in gran copia Tacque date condotte, che nondimeno erano poche a quello,che egli fi era medo in animo di fare:séza che quella, che vemua dal la Cadellina,non faliua a tanta altezza quato era quella di che haueua di bi- fogno. HauutoadunquedalsignorDucacommefisione dicondurui quel ledella Pretaia,cheèacaualier’aCadello piu di cento cinquanta braccia, Se fono in gran copia,e buone; fece fare vn condotto fimile alPalrroj e tanto al ro,che ui fi può andar dentro ; accio per quello le dette acque della Pretaia venifiero al viuaio pervn’altro acquidotto,che haucdela caduta dell’acqua del viuaio,e dellafonte maggiore. E ciò fatto cominciò il Tribolo à murare la detta grotta,pei- farla con tre Nicchie, & con bel dilegno d’architettura * &cofi leduefontane,che la metteuanoin mezzo. In vnadellequalehaue- ua a edere vna gran datua di pietra,per lo monte Afinaio,laquale (premendoli la barba verfad'e acqua per bocca in vn pilo, che haueua ad haueredina zi. Delqual pilo vlcendo l’acqua,per uia occulta doueua pattare il nniro,& andare all a fon te che hoggi e dietro finita del giardino del Laberinto; e ntra do nel valo,chehain dilla spalla il fiume Mugnone,ilquale e in vna nicchia grandedi pietra bigia con bellifisimi Ornamenti, e coperta tutta di spugna., Laquileoperalefulle data finita in tutto, come è in parte, harebbe hauuto
forni-
NICCOLO DETTO IL TRIBOLO 4©$
fomiglianza col vero,nafccndo Mugnone nel Monte Àfinaiofece dunque il Tribolo,per edo Mugnone per dire quello,cheè fatto, vna figura di pietra bigia,lunga quattro braccia,& raccoltain bellittìma attitudine,laquale ha foprala fpalla vn vafo,che verfaacqua in vn pilo, d’altra pofa in terra9 appoggiandomi (opra, hauendo la gamba manca a cauallo /opra la ritta.
E dietro a quello fiume è vnafemina figurata per Fiefole,laquale tutta ignU da nel mezzo della Nicchia efce fra le fpugne di que’faflì, tenendo in mano una Luna,che é l’antica indegna de’Fielolani. sotto quella Nicchia è vn gra diflìmo pilo follenuto da due Capricorni grandi,che fono vna deH’impre- fedel Duca, da i quali Capricorni pendono alcuni felloni, e mafcherc belli dirne,c dalle labra efce l’acqua del detto pilo, che edendo colmo nel mezzo^ sboccato dalle bande,viene tutta quella, che lòprauanza a uerfarfi da i detti lati,per le bocche de’Capricorni,& acaminar poi, cheècafcatoin fui bafamento cauodel pilo,per gl’orticini,che fono intorno alle mura del giar dino del Laberinto, doue lono fra Nicchia, & Nicchia fonti, e fra le fonti spalliere di melaranci,#«: melagrani. Nel fecondo lopradettogiardino,do ue haueadifegnatc il Tribolo,chcfifacedeilMonte Afinaio, chehaueuaà dar l’acqua al dettoMugnonejhau eua a edere dall’altra banda,pattata la por ta,il MontedellaFalterona in somigliante figura. E fi come da quello M5 te haorigine il fiume Arno: cofi la ftatua figurata per etto, nel giardino del Laberinto,dirimpetto a Mugnone haueua a riceuere l’acqua della detta Fai terona. Ma perche la figura di detto Monte,nela fuafonte hamaihauuto il fuo fine: parleremo della fonte,e del fiume Arno, che dal T ribolo fu condotto a perfezzione . E dunque quello fiume il fuo vafo fopra vna cofcia, & appoggiaficon vn braccio, dando àgiacere,fopra vn Leone,che tiene vn giglio in mano,& l’acqua riceue il vafo dal muro forato, dietro alquale haueua à edere la Falterona,nella maniera aputo,che fi è detto riceuere la fila la datuadel fiumeMugnone. Epercheil pilolungoèin tutto limile a quel lo di Mugnone non diro altro fe non che è vn peccato,che la bontà,& ecccl lenza di quelleopere,non fiano in marmo,edendo ueramente bellittìme. Seguitando poi il Tribolo loperadel condotto, fece uenire l’acqua della grotta, che pattando fotto il giardino degl’Aranci, e poi l’altro, la condul- fe al Laberinto,equiuiprelbin giro tutto il mezzo del Laberinto,cioèil centro in buonalarghczza,ordinò la canna del mezzo -, per laquale haueua a gettare acqua la fon te. Poi prefe l’acque d’Arno, & Mugnone, e ragionatele infiemelòtto il pianodelLaberinto, con certe canne di bronzo, che erano sparfe per quel piano con bell’ordine, empiè tutto quel pauimen todi sottilidimizampilli,di maniera, che uolgendofi vna chiaue fi bagnano tutti coloro,che s’accodano,per uedere la (onte.
E non fi può ageuolmentc, ne cofi todo fuggire, perche fece il Tribolo intorno alla (onte, & al Jadricato,nelquale fonoi zampilli, vn federe di pietra bigia, fodenuto da branchedi Leone, tramezzateda modri marini di bado rilieuo. J1 eh e fare fu cola difficile, perche volle poi che il luogo c in ispiaggia, c fiata la squadra àpendio di quello far piano ;' ede federi il medefimo*
. Metta
4c é TERZA PARTE
Meda poi mano alla fonte di quello Laberinto, le fece nel piede di marmo unoinrrecciamentodi moftfi marini tutti tondi ftraforati,con alcune code auiluppate infieme coli bene,chein quel genere non fi può far meglio.E ciò fatto,conduce la tazza d’un marmo flato condotto molto prima à Caftello, infieme con v ila gran tauolapurdi marmoidalla villa dell’ Amelia, che già comperò M. Ottauiano de’ Medici da Giuliano Saluiati. Fece dunque il Tribolo per quefta commodita prima che non harebbe per auentura fatto, la detta tazza, facendole intorno vn ballo di puttini polli nella gola,che è ap predo al labbro della tazza, 1 quali tengono certi fettoni di cofe marine tra? forati nel marmo con bell’artifizio. E cofi il piede,che fece fopra la tazza,co dufle con molta grazia,& con certi putti,e mafehere per gettare acqua, bel- liilimi .Sopra ilquale piede era d'animo il Tribolo,che lì ponefle vna datila di bronzo,alta tre braccia, figurata per vna Fiorenza, a dimoftrare, che da i detti monti Afinaia,e Falterona vengono l'acqued’Arno,&Mugnone a Fio renza. Dellaqualefigurahaueuafatto vqbellifsimo modello,chespremen doficonlemaniicapelli,nefaceuaufeiracqua. Condotta poi l’acqua sul primo delle trenta braccia fotto il Laberinto, diede principio alla fonte gran de,che hauendo otto faccio,haueua à riceuere tutte le fopradette acque, nel primo bagno,ciò quelle dell’acque del Laberinto,e quelle parimente del co dotto maggiore. Ciafcuna dunque dell'otto facce Taglie vn grado alti vn quinto; & ogni angolo dell’orto tacce ha vn rifalto,come anco hauea le fca- Ie,che ribaltando falgono ad ogni angolo scaglione di due quinti. Talché ripercuote la faccia del mezzo dellelcale nei rifalli, e ui muore il baffone, cheècofa bizarraà uedere,emolto commoda a falire. Le sponde della fon te hanno garbo di vafo,& il corpo della fonte,ciò è den tro, doue fta l’acqua giraintorno. Cominciali piedeinottofacce,efeguitacon otto federifin predo al bottone della tazza, sopra ilquale feggono otto putti in uarie attitudini e tutti tondi,egrandi quanto il viuo.Et incatenandoli con le braccia ècco le gàhe infieme,fan no belliilimo vedere,&ricco ornamento. E perche l’aggetto della tazza,che è tonda,ha di diametro fei braccia traboccando del pari l’acquedi tutta la fonte,verfaintorno intornovna beliilììma pioggia» ufo di grondaia nel detto vaio a otto facce, onde i detti putti, che fono in fui piede della tazza non fi bagnano, &c pare che moftrinocon molta vaghezza quali fanciullefcaméteeflerfi la entro p nó bagnarli, fcherzàdo ritirati intor no al labro della tazza,laquale nella fua femplicita non li può di bellezza pa ragonare,fouo dirimpetto a 1 quattro lati della crociera del giardino, quat- iroputti,di bronzo a giacere fcherzando in varie attitudini, i qualile bene fono poi dati fatti da altri,fono fecondo ildifegno del Tribolo. Comincia fopra quefta tazza vn’altro piede,che ha nel luo principio,fopra alcuni rifalli quattro putti tóndi di marmo,che ftnngono il collo a certe Oche,che ver fono acqua per bocca. E queft’acqua è quella del condotto principale, che viene dal Laberinto,laquale apunto faglie a quefta altezza.sopra quelli pur- ti èil refto del fufo di quello piede,ilquale èfatto con certe cartelle,che colò no acqua có ftrana bizzarria,e ripigliando forma quadra fta fopra certe maf chere molto ben fatte, sopra poi è vn’altra tazza minore; nella crociera dellaquale al labro danno appiccate con le corna quattro tefte di Capricorno
in
NICCOLO DETTO IL TRIBOLO *o7
in quadro,lequali gettono per bocca acqua nella tazza grande, infieme con i putti,per far la pioggia,che cade, come fi é detto nel primo ricetto, che ha le sponde a otto faccie. seguita piu alto vn’altro fufo adorno con altri orna menti,e con certi putti di mezzo rilieuo,che rifaltando fanno vn largo in cima tondo,che ferue per bafa della figura dWHercole,che fa scoppiare Anteo,laquale fecondo il difegno del Tribolo, e poi fiata fatta da altri, come fi dira a fuo luogo. Dalla bocca delquale Anteo, in cambio dello spirito, dife gnò chedouelle vfeire, de efee per vna canna acquaio gran copia: laquale acqua è quella del condotto grande della Pretaia, che uien gagliarda, de faglie dal piano,doue fono le leale,braccia fedici,e ricalcando nella tazza mag giorefa vn vedere maràuigliofò. in quefto acquidoso medefimo vengono adunque non folole dette acque della Pretaia,ma ancor quelle, che vanno al viuaio,&: alla grotta: de quelle vnite con quelle della Caftellina, vanno al le fonti della Falteronajedi Monte Afinaio,e quindi a quelle d’Arno,&Mu gnone,come fi è detto,& dipoi riunite alla fonte del Laberinto, vano al mez zo della fonte grande,doue fono i putti con l’Oche. Di qui poi harebbono a ire fecondo il difegno del Tribolo, per due condoni ciafcunoda perle ne* pili delle loggie,& alle tauole,e poi ciafcuna al fuo orto fegreto. Il primo de* quali orti verfo ponente è tutto pieno d’herbe firaordinarie,e medicinali, onde allonimo di quell’acqua nel detto giardino di femplici,nel nicchio del la fontana, dietroavn pilodimarmo harebbeà edere vnaflatua d’Efcula- pio. Fu dunque la fopradetta fonte maggiore,tutta finita di marmo dal Tri bolo,e ridotta a quella eftrema perfezzione,che fi può in opera di quella for tedifiderare migliore. Ondecredo,chefi polla direconuertita,ch’ella fiala piu bella fonte,e la piu riccha proporzionata,e vaga,che fia fiata fatta mai. percioche nelle figure,nei vali,nelle tazze, de in fom ma per tutto fi vedevfa ra diligenza,&induftria ftraordinaria. poi il Tribolo fatto il modello della detta fiatila d’Efcùlapio.comincio a lauorare il marmo, ma Ipedito da altre cofelafciò.impfettaqllafigura,chepoifu finita da Antonio di Gino scultore,e fuo difcepolo . Dalla banda di verfo leuantein vn pratello fuor del giardino,acconciò ilTtiboIo una Quercia molto artifiziofamenre; percioche, oltre che e in modo coperta difopra,ed’mtorno d’ellera intrecciata frai rami che pare vn foltilIìmobofchetro,uifi'fagliecon vna cpmmoda scala di le gno fimilmente coperta : in cima dellaquale nel mezzo della quercia è vna fianza quadra con federi incorno, de có appoggiatoi di spalliere tutt;e di ver zura viuaj&.nel mezzo vnatauolettadi marmo, con vn vafo dimifchio nei mezzo : Neiquale,^er vna canna viene,efchizzaaì’aria molta aqqua, de per vn’altra la caduta fi parte, lequali canne vengono fu per lo piede della quer eia in modo coperte dalPEllera,che non fi veggono punto, E l’acqua fi da, c toglie quando altri vuole col uolgere dicerie chiaui. Ne fi può due à pie no per quante vie fi Volge la detta acquade’ila quercia,con diùerfi infittirne ti di rame per bagnare chi altri vuoiejohre che con i medefimi inftrumenti Tele fafarediuerli rumori,ezofiòlaménti. Finalmente tutte quelle acque, dopo hauer feruito a tante,e diuerfe fonti, de vfficij, ragunatc infieme le ne uanno a 1 due viuai,chefono fuor del palazzo,al prin ::pio del 'fiale .E qum di adiahri bifogni delia villa. Ne lafcerò di dire .yualiufie damino d-1 Tri
4óS TERZA PARTE
bolo intorno agTornamenti di datue,chchaueuano a edere nel giardin grS de del Laberinto,nelle nicchie,che vi fi veggiono ordinariamente compartite ne i vani. Voleua dunque3& a coli farerhaueuagiudiziofamente con* figliatoM. Benedetto Varchi, dato ne’tempi noftri Poeta, Oratore,eFiIofo fo eccellentillìmo , clic nelle tede di (opra,e di Torto andadino i quattro tempi dell’anno,cioè primauera,state, Autunno,e verno: &checiafcu- no fuflefituato in quel luogo, dotte piu fi truoua la dagion Tua. Allenirà- : ta in lolla man ritta a canto al verno,in quella partedel muro, cheli diden- , de alfinfu,doueiiano andare Tei figure,lequalidenotadìno,emodradero la grandezza,e la bota della cafa de’Medici,e che tutte le virtù fi truouono nel Duca Cofimo:&quedeeranolaIuditia,la Pietà>il Valore,la Nobiltà, laSa pienza,ela Liberalità. Lequali fono Tempre date nella cafade’Medici, Se hoggilbno tuttenelTEccellentillìmosignor Duca,per ederegiudo, pieto- fb,valorofo,nobile,sauio,& liberale. E perche quede parti hanno fatto, c fanno edere nella città di Firenze. Leggi,Face, Armi,Scienze, Sapienza,Lin gue,e Arti: e perche il detto signor Ducaègiudo con le leggi,pietoTo con la pace, valorolo per Tarmi, nobile per le lcienze,sauio per introdurrei lingue,e virtù,eliberale nell'arti, voleua il Tribolo che all’incontro della ludi ria,Pietà, Valore,Nobiltà,Sapienza,e Liberalità, furono qued’altre in filila man manca,come Ti vedrà qui di Torto ciò è Leggi, Pace, Arme,Scienze,Lin gue,eArti. Etornauamohobene.chein quella maniera le dette darne, ed mu|acrifudero,come(arebbono dati in Tu Arno,eMugnone, adimodrare che honorono Fiorenza . Andauano anco penfando di mettere in Tuifró tespizij,cioinciafcuno,vna tedad’alcun ritratto d’huomini della cafa dc*M e dici: come dire fbpra la ludiziail ritratto di sua Eccellenza per edere quella fuapeculiarej alla Pietàil Magnifico Giuliano, al ValoreilSignorGiouan- ni-,alla Nobiltà Lorenzo vecchiojalla Sapienza Cofimo vecchio ò vero Clemente VII. alla Liberalità Papa Leone. E ne’frontespizij di rincontro dice uano,che fi Tarebbono potute mettere altre tede di cafa Medici, ò perfone della città,da quella dependenti. Ma perche quedi nomi fanno la cofa alquanto intrigataci Tono qui appredo mede con queft’ordine.
State. Mugnone. Porta. Arno. Primauera
Arti Liberalità
Lingue Sapienza
Scienze Nobiltà S
Armi Valore
Pace Pietà
Ltggi'2 f Indizia
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Autunno. Porta, Loggia. Porta. Verno,
(quali
NICCOLO DETTO IL TRIBOLO 4«?
I quali tutti ornamenti nel vero harebbono fatto quello il piu riccho, il piu Magnifico,& il piu ornato giardino Jd’Europa; ma non furono le dette cofe condotte a fine,pcrcioche il Tribolo fin che il signor Duca era in quella voglia di fare non feppe pigliar modo di far che fi códucertino alla loro p fezzione,come harebbe potuto fare in breue, hauendo huomini, & il DUCA chespcndcua volentieri, non hauendo di quegli impedimenti, che hebbe poi col tempo. Anzi non fi contentando allora sua hccellenzadi fi gran co
Ì
>ia d’acqua,quan ta è quella,che vi fi vede,difegnaua,che s’andafie a trouarc
'acqua di Valcenni,che è grofirtÌma,per metterle tutte infiemeje da Cartel-
lo con vno Acquidoso fimilc a quello,che hauea fatto,condurle a Fiorenza
in fulla piazza del fuo palazzo. E nel uero fe queft’opera fufle fiata rifcalda
tadahuomopiu viuo,cpiu difiderofo,di gloria,fi farebbe,per io meno tira»
ta molto inanzi. Ma perche il Tribolo(oltrc che era molto occupato in di-
ucrfi negozi j del Duca) era non molto viuo,non fe ne fece altro. Et in tan-
to tcmpo,chelauorò a Cartello non condufie di fila mano altro che ledile
fonti,con que’ducfiumi,Arno,&: Mugnone,e la ftatuadi Fiefoletnafcendo
ciò non da altro,per quello,che fi vede,che da edere troppo occupato come
fi è detto in molti negozij del Duca. llqualc fral’al tre cofe,gli fece fare fuor*
della porta a sanGallo fopra il fiume Mugnone,vn ponte,in fulla ftrada mac
Ara,che va a Bologna, llqual ponte, perche il fiume attrauerfa la ftrada in
isbieco,fece fare il Tribolo,sbiecando anch’egli l’arco,fecondo, che sbieca-
mente, imboccaua il fìumcjchc fu cola nuoua,e molto lodata. facendo maf
fimamente congiugnere l’arco di pietra sbiecato, in modo da tu ite le bande
che riufei forte,& ha molta grazia, & in fomma quello ponte fu vna molto
bell’opera. Non molto inanzi ertendo venuta voglia al Duca di fare la fepol
turadel signor Giouannfde’Medici fuo padre, edifiderando il Tribolo di-
farla,ne fece vn belliftimo modello a concorrenza d’uno, che n’hauea fatto
Raffaello da Monte Lupo,fauorito da Francefco di Sandro maeftro dima-
neggiare arme,appreflo a sua Eccelléza. E coli ertendo riloluto il Duca che
fi metterte in operaquello del Tribolo; egli fe n’andò a Carrara a far cauarc
i marmi,douecauò anco i due pili per leloggiedi Cartello,vna tauola.c mol
ti altri marmi. Intanto ertendo Mefler Gio.Battifta da Ricafoli,hoggi Vef-
couo di Piftoia a Roma per negozi)* del signor Duca,fu trouato da-Baccio Ba
dinelli.chehaucuaapunto finito nella Minerualcsepolturedi Papa Leone
decimo,e Clemente fettimo,e richierto di fauore apprerto sua Eccelléza,per
che hauendo erto Mefter Giouanbatifta fcritto al Duca,che il Bandinelle di
fideraua feruii lo,gli fu referitto da fua Eccellenza che nel ri corno lo menas-
fefeco. Ariuato adunqueil Eandincllo a Fiorenza, fu tanto intorno al Du-
ca con l’audacia fua, con promefie,& moftraredifegni, e modelli, che la fe-
poltura del dettosig. Giouanni,laquale doueua fare il Tribolo, fu allogata
alui.Ecofi prefi degnarmi di Michelagnolo, che eranoin Fiorenza in via
mozza,gualiatiglisézarispetto,cominciòl’opa pchetornato il Tnboloda
Carrara,trono eilergli fiato leuato,p edere egli troppo freddo ,et buono,il
lauoro. lano,che fi fece parentado fra il S. Duca Coli mo, & il S. Don Petro
di Tolledo Mai^chefedi villa Franca,allora Vece Redi Napoli, pigliando il
signor Duca per moglie la signora Leonora fua figliuola, Nel tarli in Fia-
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4*o TERZA PARTE _ . '*
renza l’apparato delle nozze,fu dato cura al Tribolo di fare alla porta al Era ro,per laquale doueua la spofa entrare,venendo dal Poggio, vn’Arcqtrìon’ fale;ilquale egli fece belliilìmo,e molto ornato di colonne,pilaftri,àrchìtra- ui,cornicioni,efrontespizij. E perche il detto arco andaua tutto pieno di’ ftone,e di figure; ol tre alle (fatue,che furono di man del Tribolo ; fecero tut
te le dette pitture Battifta FrancoViniziano,Ridolfo Ghirlandaio,&Miche
le fuo difcepolo. La principal figura dunque che fece il Tribolo in queft’o-' pera,laquale fu pofta fopra il frontefpizio nella punta del mezzo (opra vn da' do fatto di rilieuo,fu vna femina di cinque braccia,fatea perla Fecondità, co cinque putti,tre auolti allegambe,vno in grembo, Se l’altro al collo. '
E quefta,doue cala il fron tespizio era meflàin mezzo da due figure della me defima grandezza vna da ogni banda. Dallequali figure, che-ftauano agia cere,una era la Sicurtà, ches’appoggiaua fopra vna colonna con*vna verga Lottile in mano;& l’altra era l’Eternità con vna palla nelle'braccia, Se Lotto a i piedi vn vecchio canuto figurato per lo tempo,col Sole , Se Luna in collo. Non diro quali fuflero l’opere di pittura,che furono in quefto Arco,perche può vederli ciafcuno nelle diferizione dell’apparato di quelle nozze. E per che il Tribolo hebbe particolar cura degrorriamenti del palazzo de’Medici egli fece fare nelle lunette delle volte del cortile, molte imprefe con motti a propofito a quelle nozze,& tutte quelle de’piu illuftri di cafa Medici. Oltre ciò nel cortile grande feoperto fece vn firn tuofilllmo apparato pieno di fto- rie,cio è da vna parte, di Romani, Se Greci, e dall’al tre di cole fiate fatte da huomini illuftn di detta cafa Medici. Che tutte furono condotte da i piu eccellenti giouani pittoriche allora fufiero in Fiorenza di ordine del Tri bó lo,Bronzino,Pierfrancefco di Sandro,Francefco Bacchiacca,Domenico Co ti, Antonio di Domenico,e Battifta Franco Viniziano. Fece anco il Tribo lo in fulla piazza di san Marco,fopra vn grandiflìmo bafamento, alto braccia dieci(nelqualeil Bronzino haueua dipinte di color di-bronzo due bellis /ìmeftorie)nel zoccolo,che era fopra le cornici,vn cauallo di braccia dodici,con legambe dinanzi in alto,e fopra quello vna figura armata, égrande a proporzione,laqualefigurahauea Lotto genti ferite,e morte, rapprefenta« uail valorofifiimo signor Giouanni de’Medici padre di sua Eccellenza. Fu queft’opera con tanto giudizio,& arte códotta dal Tribolo,ch’ella fu ammi xatadachiunche la vide,& quello che piu fecemarauigliare,fìila preftezza nellaquale egli la fece,aiutato fra gl’altri da Santi Buglioni fcultore, ìlquale cadendo,rimafeftorpiato d’una gamba,epoco mancò, che non fi mori. ’
Di ordine fimilmente del Tribolo fece,per la comedia, che fi recitò Ariftoti le da san Gallo(in quefte veramente ecccellentilfimo come fi dira nella vita fua)vnamarauigliolaprospettiua. Se efio Tribolo fece per grhabitidegl’in termedij,che furono opera di Giouambatifta Strozzi, ìlquale hebbe carico di tutta la comedia,le piu uaghe, e belle inuenzioni di veftiri,di calzari, d’ac conciature di capo,e d’altri abbigliamenti, che fia poffibile imaginarfi. Legnalicofe furono cagione che il Ducafiferuipoiin molte capricciofemas- cheratedéli’ingegno del Tribolo comein quelladegl’Orfi,per vn palio di I3ufole,inquelÌade’Corbi, Se in altre . similmente l'anno, che al detto sig. Ducanacqueil signor D.onfrancefco fuo primogenito, bauendofi a fare
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nel tempio di san Giouanni di Firenze vn funtuofo apparato , ilquale fufie honoratifsimo,e capace di cento nobiliffime giouani,lequaIi l’haueuano ad accompagnare dal palazzo infino al detto Tempio, doue haueua a riceuere | jl battefimo,ne fu dato charico al Tribolo, ilquale infieme col Tallo, acco- modadofi al luogo,fece che quel Tempio,che per fe è antico e bellifiìmo,pa 1 reua vn nuouo Tempio alla moderna ottimamente intefo, infieme con i le' deri intorno riccamente adorni di pitture,e d’oro. Nel mezzo fotte la lan- 1 terna fece vn vafo grandedi legname intagliato in otto facce,ilquale pofaua ilfuo piede fopra quattro scaglioni. Et in fu i canti dell’otto faccie erano cer ti viticcioni,iquali,mouédofida terra,doue erano alcune zampe di Leone , haueuano in cima certi putti grandi,iquali facendo varieattitudini, teneua no con le mani la bocca del vafo,& colle spalle alcuni fedoni,che girauano, e faceuano pendere nel uano del mezzo vna ghirlanda attorno attorno. Ol ' tre ciò hauea fatto il Tribolo nel mezzo di quello vafovn bafamento di le- gnamcconbellcfantafie attorno: in fulqualemife per finimento il san Gin uanbattifla di marmo alto braccia tre,di mano di Donatello, che fu lafciato da lui nelle cafe di Gifmondo Martelli,come fi è detto nella vita di elio Donatello. In fomma effendo quello tempio dentro,e fuori flato qrnato quatv io meglio fi può imaginarej era fidamente fiata lafciata in dietro la cappella principale,dotte in vn tabernacolo vecchio fono quellefigure di rihéuo, che già fece Andrea Pifario. Ondepareua,eflendorinonato ogni cofa,che quel lacapellacofi vecchia toglieflerutta lagrazia^hel’altre cofe tutte infieme haueuano. Andando dunque vn giorno il Duca A vedere quello apparato comeperfonadi giudizio lodòogni cofa, Sconobbe quanto fi fufie bene accomodato il Tribolo al fitò,& luogo, &ad ogni.al tra cofa, solobiafimo fconciaraente,che a quella capella principale non fi fufie hauutocura.Onde a vn tratto^ome perfona rifo]uta,con bel giudizio, ordinò che tutta quella parte fufie coperta con vna teìagrandiffima dipinta di chiaro fetuo: dentro laquale san Giouanni Battifla battezzaffe Chriflo, de intorno bifferò popo li,che flettono A vedere,e fi battezzaffino;al tri spogliandoli, & altri riueflen dofi in varie attitudini. E fopra fufie vn Dio Padre,che mandafle lo Spirito Santo. E duefonti in guifa di fiumi per IÒR. de DAN. Iquali verfando acqua faceflero il Giordano.EfTendo adunque ricerco di far quefla opera da Metter Pierfrancefco Riccio Maiordomo allora del Duca,e dal Tribolo, Iacopo da Pun tormo,non la volle fare,percioche il tempo, che vi era folamen te di fei giorni non penfaua,che’gli potefle baflarejil limile fece Ridolfo Ghie landaio,Bronzino,de molti altri. In quello tempo effendo Giorgio Vafari tornato da Bologna,& lauorando per Metter Bindo Altouiti la tauola della fua capella in santo Apoflolo in Firenze,non era in molta confiderazione,Jfc bene haueua amicizia col Tribolo,&; col Tatto, percioche hauendo alcuni fatto vna fetta,fotto il fauoredel detto Mefler Pierfrancefco Riccio,chi non era di quella, no participaua del fauore della corte,ancor che fufie virtuofò e da bene. Laquale cofa era cagione,che molti,iquali con l’aiuto di tato Prin cipefi farebbono fatti eccellenti,fi flauano abandonati, non fi adoperando fènon chi voleua il Tallo,ilquale,comeperfona allegra ,conlefuebaiein- zampognaua colui di forte che non faceua,& non voleua in certi affari, fe
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non qucllo,chevo!cuaiI Tatto,ilquale era architettore di palazzo» e faceui ogni cofa. Coftorodunque hauendoalcun fospettodi ettoGiorgio,ilquale fi rideua di quella loro vanita,esctocchezze, c piu ccrcaua di farfi da qualco fa mediantegli ftuchj dell’arte,che con fauore, non penfauanoal fatto Tuoi quando gli hi dato ordine dal signor Duca, che facefle la detta tela, co la già detta inuezione.Laqnale opa egli códufle I fei giorni di chiaro (curo, e la die de finita in ql modo,che fanno coloro,che videro quata grazia,& ornameli to ella diedeà tutto quello apparato, e quanto ella rallegrale quella partei chepiu n’haueua bifogno in quel Tempio,&ncllemagmficenzedi quella fe fta. si portò dunque tanto bene il Tri bolo, per tornare hoggi mai onde mi- fono,non fo come,partito,che ne meritò fomma lode. Et vna gran parie de gPornamenti,che fece fra le colonne.uolfe il Duca, che ui fullero lafciati -, e ui fono ancora,emeritamente. Fece il Tribolo alla villa di Chriftofano Ri- nieriaCartello,mentre,che attendeua alle fonti del Duca,fopravn vi- uaio, cheéin cimaà vna Ragliala, in vnaNicchiavn fìumedi pietra bigia, grande quanto il viuo,chegetta acqua in un pilo gran didimo della medefi* ma pietra. Iiqual fiume,che è fatto di pezzi.c commefio con tanta arte,e diligenza,che pare tutto d’un pezzo. Mettendo poi mano il Tribolo per ordine di fua Eccellenza a voler finire le fcale della libreria di san Lorenzo,ciò è quelle,che fono nel ricetto dinanzi alla porta,medi,che n’hebbe quattro fca glionfnon ritrouandonell modo,nele mifuredi Michelagnoloicon ordi- nedel DucaandòaRoma,nonfoloperintendereil parcredi Michelagno- lo in torno alle dette fcale,ma per far opera di condurre lui a Firenze. Ma n5 gli riufei ne l’uno,ne l’altro,percioche non volendo Michelagnolo partire di Roma con bel modo fi licenzior&quantoallefcalcmoftiònonricordar fi piu ne di mifure ne d’altro. Il Tribolo dunque effondo tornato a Firenze, c non potendo feguitarelopa delle dette fcale, fi diedeà far il pauiméto della detta libreria di mattoni biàchi,e rodi,fi come alcuni pauiméti.chehaucua nedutiin Roma,ma vi aggiunfevn ripieno di terra roda nella terrabianca, mefcolatacol bolo,per fare diuerfi intagli in quemattoni. Etcofiin quello pauimento fece ribattere tutto il palco,e foffittato di fopra,che fu cofa molto lodata, cominciò poi,e no fini,per mettere nel mafehio della fortezza del la porta à Faéza,per don Giouanni di Luna, allora Cartellano, vn’ Arme di pietra bigia-,&vn’Aquila di ródo rilieuo gràde cò due capi,quale fece di cera perche fude gettata di bronzo,ma non fe ne fece altro,e dell’arme rimale fo ìamente finito Io scudo. E perche era coftume della citta di Fioréza fare qua fi ogni anno perle feftadi san Giouanni Battifta,in fulla piazza principale, la fera di notte vna Girandola,cioè vna machina piena di trombe di fuoco, c di razzi,&" altri fuochi lauorati: laquale Girandola haueua bora forma di tc pio,hora di naue,horadi fcogli,e talhora d’una città o d’uno inferno,come piu piaceua aU’inuentorc: fu dato cura vn'annodifàrncvnaal Tribolo, ilquale lafece,come difetto fi dita bcllifs. E perchedelle variemanieredi tur ti qfticofifatti fuochi,eparticolarmenrede’lauorati tratta Vannoccio Sane fe, Scaltri, non mi di (lèderò in qlto. Dirò bene alcune cofe delle qualità del legiràdole. Il tuttoadunq^fifadi legnamelo fpazij larghi,chefpuntinoin fuori da pie, acciochei raggi,quando hanno hauuto fuoco,non accendano
NICCOLO DETTO IL TRIBOLO 4,3
gl’alcri,ma s’alzino.mediate le didàze a poco a poco del pari, & fecodàdo l’u labro,empiano il ciclo del fuoco,che c nelle grillando da fommo,e da pie.si ▼anno dico (partendo larghi,accio non abrucino a vn tratto, c facciano bel là Uifta. il tfìedefimo fanno gli feoppi, i quali dando legati à qlle parti ferme della girandola,f*nno bellillimcgazzarre. Le trombe fimilmente vanno accomodando negli ornamenti è fi fanno vfeire le piu volte per bocca di ma fchere, ò d’altre cofc limili. Ma l’importanza da neH’accomodarla in modo, che i lumi, che ardono in certi vafi durino tutta la notte, e faccino la piazza lumi no fa. Onde tutta l’opera è guidata da un semplice doppino, chebagnatoin poluerepiena di folfo, & acqua vita a poco à poco camina a i luoghi, dotte egli ha di mano in mano a dar fuoco j tanto chehabbia fatto rutto. E perche fi figurano come ho detto vane cofè,mache habbino che fare alcuna cofa col fuoco, e fieno fottopode agli incendij, & era data fatta molto inanzila città di Soddoma, & Lotto con le figliuole, che di quel-, la vfeiuano: & altra uolta Gerionecó Virgilio,e Dame addodo, lì come da eflo Dante fi dice nell’inferno: e molto prima Orfeo,chetraeuafeco da eflo jfernoEuridice, Scaltremolteinuenzionfiordinò.S. Ecc. che non certi fari cocciafchehaueuano già molt’anni fatto nellegirandole milIegofferie,ma un maedro ecc.facede alcuna cofa,che hauefle del buono.pche datene cura al Tribolo,egli cóqlla uir tu, ingegno, che haueal’alrrecofe fatto, ne fece vna informa di tépio a otto facce bellidìmo, alta tutta cógrornaméti venti, brac. Ilqual tèpìoegli fin fc,che fudeqUo della pace,facédo in cima il fi mula ero della pace,che mena fuoco in vn gran mòte d’arme, che haueua à piedi* lequaliarmi .dama della pace,« tutte altre figure,che faceuano edere quella machina bellidima,eranodi cartoni,terra,&panni incollati, acconci eoa artegrandiflìma. erano dicodi corali materie,acciò l’opera tutta fudeleggie rLdouendoedercdaun canapo doppio,che trauerfauala piazzain alto, los, tenuta per molto spazio alta da terra. Ben’è uero,che elfendo dati accòci de. troi fuochi troppospelh, e leguidedcgli dopini troppo uici nel’vna al l’altra,che datole fuoco, fu tanta la uehemenza dell’incendio,e grande, c fubi- tauampa,chedla fi accefe tutta a vn tratto ,& abbruciò in vn baleno, do-, uehaueuaà durare ad ardere un’horaal meno. E che fu peggio attaccato fi fuoco al legname, & à quello, che douea conferuard fi abbruciarono 1 ca, napi, Se ogni altra cofa à un tratto ,con danno non piccolo, e poco piacere; de’popoli. Maquantoapartieneali’opera, ellafu lapiubella,che altra Gi: radola,laquale infino a quel tépo fude data fatta giamai. Volendo poi il Du cafare per còmodo de’ fuoi cirradini, e mercanti la loggia di Mercato Nuo- uo,e nò uolendo piu di quello, che potede aggrauare il Tribolo i ilquale co. mccapo maedro de’Capitani di Parte,& commeflarij de’bumi, e fopra le fo gnedcllacittà,caualcauaperlodominio;perridurremolti tìumi,che (corre uanocon dàno,ai loro letti,ritmare pouti.&altre cofèfmvili:diede il carico di quedopcra al Tallo,per con figlio del già detto weder Pierftancefco Ma. iordomo, p farlo difalegnamearchiretrore.ilchein verofucontra la uolò radei Tribolo,acor che egli noi modradè,efacefle molto l'amico có elio lui.
E checio fia vero conobbeil Tribolo nel modello del Tallo molti errori, de quali,come fi crede, noi uoile altrimenti auuercire.
Come
4I4 TERZA PARTE
come fu quello de’capiteili delle colonne,che fono.à canto a i pilaftri: iquali non eflendo tanto lontana la colónna,che badafIe,quando tirato fu ogni co fa,fi hebbeno a mettere a luoghi loro,non vi entrauala corona di fopra della cima di elfi-capitelli. O nde bifognò tagliarnetanto ,' che fi gùadò’quell’or dine, senza molti altrierrori,de’quali non accade ragionare Per lo detto Melfer Pierfrancefco fece il detto Tallo la porta della chiefa di santo Romolo vna finedra inginocchiata in fulla piazza del Duca, d’vn’ ordine a suo
modo,mettendo i capitegli per bafe,e facendo tante altre cofesenza mifura ò ordine,chef poteadire, cherordineTedefcohaueflecominciatoariha- uere la uita in Tofcana,per mano di qued’hu’omo.Per non dir nulla delle co fe,chefece in palazzo di (cale,e di danze,lequali ha hauuto il Duca a far gua ftare: perche non haucuano ne ordine,ne mifura, ne proporzione alcuna : anzi tutte dorpiate,fuor di squadre,e fenza grazia,ò commodo niuno. Le quali tutte cofe non pallarono fenza charico del Tribolo,ilquale intenden* do come faceua,aflai;non parea,che douefle comportare,che il fuo Principe gettafle uiaidanari, òca lui facefle quella vergogna in fu gl’occhi. E che èpeggio non douea comportare corali cofe al Tafso,che gl’era amico.
E ben conobbono gl’huomini di giudizio la profonzione, e pazzia dell’vno in volere fare qll’arte,che nó fapeuaj&il fimular dell’altro,che aftermaua ql lo piacergli,che certo fapeua,che daua male. E di ciò facciano fede l’opere, che Giorgio Vafari ha hauuto a guadare in palazzo,con danno del Duca, c molta uergogna loro.Maegli auenne al Tribolo,quello,che al Tallo,perciò che lì come il Tallo , lafciò lo in tagliare di legnamej neiquale efercizio non haiieua parije non fu mai buono architettore,per hauer lafciato vn’arte nel laquale mólto valeua,e datofi à vn’altra delia quale non fapea straccio ; egli apportò poco honore;cofi il Tribolo lalciando la scultura,nellaquale fi può dire con verità,che filile molto eccellente,e facea dupke.ognuno : e datofi à: volere dirizzare fiumfil’una non feguitò con fuo honore,e l’altra gl’apportò anzi danno,e biafimo,che honore,&: vtile. percioche non gli riufci ralletta re i fiumi,e fi fece molti nimicar particolarmente in quel di Prato per conto diBifenzio,&in Valdinieuole in molti luoghi. Hauendopoi compero il Duca Cofimo il palazzo de’pftti,delquale fi è in altro luogo ragionato,e defi derando sua Eccell. di adornarlo di giardini, bofchi,e fontane,e viuai,& altre cofe fimilijfece il Tribolo tutto lo spartimento del Monte in quel modo che egli da,accomodando tuttele cole con bel giudizio a iluoghi.lorojfebé poi alcune cofe fono date mutate in molte parti del giardino. Delqual palazzo de pitti che è il piu bello d’Europa fi parlerà altra volta có miglioreoc cafione. Dopo quede cofe fu mandato il Tribolo da s. Ecc. nell’Ifola dell’Elba,non folo perche vedeffe la città, e porto che ui haueua fatta fare, ma ancora perche delle ordine di condurre vn pezzo di granito tondo di dodici braccia per diametro,delquale fi fiaueua a fare vna tazza, per lo prato gra- dede’Pittijlaqualericeuefiel’acquadellafonteprincipale. ‘Andato dunq; cola il Tribolo,e fatta fare vna scafa apoda,per condurre queda tazza, &c or dinato agli scarpellini il modo di condurla lene tornò à Fiorenza. Doue no fu fi rodo ariuato,che trouò ogni cofa piena di rimcri,e maladizioni contra di fe,hauendo di que’giorni le piene , & inondazioni fatto grandiflìmi dan-
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ni intorno a que’fiumi,che egli haueua raftettari, ancor che forfè nó per filo difetto in tutto fuiTe ciò auenuto. Comunche fufle,ò la malignità d’alcuni miniftri,e forfè l’inuidia,o che pure fùffe cofi il vero,fu di tutti que’danni da ta la colpa al Tribolo, ilquale non eilendo di molto animo,Se anzi scarfo di partiti,che non;dubftando]che la malignità di qualcuno non gli facefteper-? dere la grazia del Dùca fi ftàùadi malillima voglia,quando gli fopragiunlè, effendo di debole compleilìone una grandillima febre a di 20. d’Agofto fan no 1550. nel qual tempo,eifendo Giorgio in Firenze,per far condurre a Roma i marmi delle fepolture,che Papa Giulio terzo fece fare in san Piero a w5 torio,come quelli,che veramente amaua la virtù del Tribolo lo vili tò,Sec5 fortò,pregandolo,chenonpenfaflefe non alla sanità, & cheguarito fi ritraete a finire l’opera di Caftello,lafciando andare i fiumi, che piu torto potè-? uano affogargli la fama,eh e fargli vtileò honore nefluno. Laqual colà co-; me promilé di voler fàreiharebbe, mi credo io, fatta per ogni modo,fe non folle fiato impedito dalla morte,che gli chiufegl’occhi a di 7. di fettembre del medefimo anno. E cofi l’opere di Caftello, fiate da lui cominciate, Sé mefieihanzi rimafero imperfette: perciochefe benefi èlauorato dopo lui hora vnacofa,Sehora vn’altra,non però vi fi è mai aitefocon quella diligèn za,Se preftezza,che fi faceua,uiuendo il Tribolo, Se quando il signor Duca eracaldifiìmoìn quell’opera, E di uerochinòn tirainanzi legrandi òpere>\ mentre coloro, che fanno farle spendono volenti eri, Se non hàno maggiore cura, è cagióne che fi deuia,e fi lafcia imperfetta l’opera che harebbe potuto Iafollecitudine,e ftudio condurre a perfezzione. Èrcoli per negligenza de- gl’opératori,rimane il mondo fenza quello ornamentò,Seeglino fenzà quel la memoria,Sehonoré,percioche rade volte adiuiene,come a queft’opera di ■l Caftello,che mancando il primo rnaeftro,quegli che in luo luogo futcede'if doglia finirla fecondo il difegno,Semodello del primo,con quella modéftia che Giorgio Valàri,dicommefiionedel Duca ha fattoifecondo l’ordine del Tribolo finire il vìuaio maggiore di Caftello, Se l’altre cofe fecondo che di mano in mano vorrà,che fi faccia sua Eccellenza.
VilseilTriboloanni 65. Fu sotterrato dalla Compagnia dello Scalzo ' nella lor sepoltura. Selafciò dopo fe Raffaello fuo figliuolo, che non ha attefo all’arte:Sé due figliuolefemine,vnadellequa li è moglie di Daùitce,che l’aiutò à murare tutte le
cofedi Cartello; Se ilquale come perfonadigiu •
dizio, Se atto a ciò, hoggi attende a i con
dotti dell’ acqua di Fiorenza, di Pi
fa, e di tutti gi’altri luoghi del
dominio, fecòdo che pia-f
ce a sua Eccellenza.
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11fine della vita di J'Qccolo > detto il Tribolo.
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