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PRIMA PARTE
VITA D’ARNOLFO DI'LAPO ARCHI-TETTO FIORENTINO.
SSENDOSI ragionatone! proemio delle vited’alcunefas briche di maniera vecchia non antica, e taciuto per non fa pergli, i nomi degl Architetti,chelefecerofàre;farò menzionenel proemio di quefta vita d’Arnolfojdalcuni altri edifizij fatti ne!tempi Puoi o poco inanzi, de quali non fi fa ùmilmente chi furono i Maeftri ; E poi di quelli, che furo
no fatti ne’medefimi tempi, de’quali fi fa chi furono gl’Ar chitettori,operriconofcerfi benifsimola maniera d’efsi edifizij, operha- uerne notizia hauuto, mediante gli ferirti ?e memorie lafciatedaloro nelle opere fatte. Ne farà ciò fuor di propofito, perche fe bene non fono ne di bel la, la,ne di buona maniera, ma (blamente grandifsimi, e magnifici, fono dei hi nondimeno di qualche confiderazione. Furono fatti dunque al tempo di Lapo, e d’Arnolfofuo figliuolo molti edifizij d’importanza in Italia, e fuori,de* quali non ho potuto rrouareio g!’architettori,come fono la Badia di Morea* le in Sicilia,il Pilcopio di Napoli,la Certola di Pauia,il Duomo di Milano,fan Piero,e (an Petronio di Bologna, & altri molti, che per tutta Italia fatti con* incredibile (pefa fi veggiono . Iquali tutti edifici], hauendo io veduti, Se con fìderari,ecofi molte Sculture di que’tempi, e particolarmente in Kauenna,e non hauendo trouato mai,non che alcuna memoria de’Maeftri, ma ne anche molte volte, in che millefimo fuflero fatte, non pollo fe non marauigliarmi dellagoffezza, & poco difiderio di gloria degl’huomini di quell’età. Ala tor* nandù a noftro propofito,dopo le fabriche dette di (opra, cominciarono pure a nafcerealcunidi fpirito piu eleuato,iquali fe non trouarono, cercarono almeno di trouar qualche cofa di buono. II primo fu Buono delquale nonio nelapatria, neil cognome, percheegli dello, facendo memoria di (ein alcun a delle fueopere,non pofealtro, chelempliccmente il nome. Coftui, il* quale fu Scultore, & Architetto fece primieramente in Rauenna molti palaz zi, & Chiefe,&alcuneSculrurenegl’annidi noftra falutenji perlequali cofe venuto ih cognizione fu chiamato a Napoli doue fondò, fe bene furono finiti da altri,come fi diràjCaftel Capoano,& Cartel dell’Vuouo, Se dopo al tempo di Domenico Morofini Doge di Vinezia, fondò il Campanile diS. Marco con molta confiderazione, Se giudizio, hauendo cofi bene fatto pali* ficare, e fondatela piatea di quella torre, ch’ella non ha mai morto vn pelo, come hauer fatto molti edifizij fabricati in quellaCittà ihanzi a lui,fi è veduto,e fi vede. E da lui forfè appararono i Viniziani a fondare nella maniera,che hoggi fanno i bellilsimi, Se ricchifsimi edifizij, che ogni giorno fi fanno magnificamente in quella nobilifsima Città. Bene è vero,che non haquertator re altro di buono in fe nematiiera,neornamento,ne in soma cofa alcuna,che fia moltolodeuole. Fu finitafotto Anartafio quarto, Se Adriano quarto, pò* telici,l’anno 1154. Fu fimilmente Architettura di buono la Clrieln di S» An* drea di Piftoia, e firn Scultura vn’Architratiedi marmo, che c (òpra la porta*, pieno di figurefatte alla maniera de’Gotti,nelquale Architraueèil (uo nome intagliato,e in che tempo fu da lui fatta quell’opera,che fu l’anno 1166. Chia* mato poi a Firenze, diede il difegno di ringrandire,comefi fece,la Chiefa di Santa Maria Maggiore, la quale era allhorafuor della Città erhauutain Venerazione, per hauerlafàgrata Papa Pelagio molti anni inanzi;<Sc per eller quanto alla grandezza, e maniera aliai ragioneuole corpo di Chiefa.
Condotto poi Buono da gl’Aretini nella loro Città, fece l’habitazione vcc chia de (ignori d'Arezzo, ciò è vn Palazzo della maniera de’Gotti,&:.apprerto a quello vna Torre per la Campanai Ilquale edificio, che di quella maniera era ragioneuole,fu gettato in terra,per ertTere dirimpetto,e aliai vicino alla for tezza di quella Città,l’anno 1533 pigliando poi l’arte alquanto di migliorarne te,per l’opered’un Guglielmo di nazione ( Credo io) Tedefco, furono fatti alcuni edifizij digrandi(simafpefa,e d’un poco migliore maniera: perche que fio Guglielmo,fecondo,che fi dice, l’anno 1174. ìnfiemecon Bonanno Scultore fondò in Pifa il Campanile del Duomo,doue fono alcune parole intaglia te,che dicono A.D.MC 74 Capanile hocfuitfundatum, Menfe Aug Ma non hauendo qiicftì due Architetti molto pratica di fondare in Pila, e perciò no. palificando la piatea,come doueuano , prima, che fuflero al mezzo di quella fabcica ella inchinò davn lato ,& piegò in fui piu debole, di maniera, che il detto Campanile pende fei braccia,Se mezzo,fuor del diritto fuo, fecondo, che da quella banda calò il fondn.mentoj& fe bene ciò nel difotto e poco, e all’altezza fi dimoflra affai con fare flar altrui màrauigliato > come polla edere, che non fiarouinaro ,enon habbia gettato pelijla ragione è, perche queflo edifizio è tondo,fuori, e dentro,e fatto a guifad’ua pozzo voto, e collegato di manie ra con le pietre, che è quafi impolsibile, che ròuini, e mafsimamente aiutato da i fondamen ti, che hanno fuor dellaTerra vn getto di tre braccia, fatto come fi vcde,dopo la calata del Campanile , per foflentamento di quel* lo. Credo bene,che non farebbe hoggi,lefulIe flato quadro, in piedi,perciò* che i cantoni delle quadraturel harebbono, comefpeflo fi vedeauiieciire,di. maniera fpintoin fuori, che farebbe rouinato. E fe la Carifenda, Torre in Bologna e quadra,pendere non rouina,cio adiuicne perche ella é lottile, e no pende tanto non aggrauata da tanto pefo a vn gran pezzo, quanto quello Ca panile,ilquale è lodato,nó perche habbia in fe difegno o bella maniera,ma fa làmentep lafuaflrauaganza,non parendo a chi lo vede,che egli polla in niu-> naguifa foflenerfi. E ilfopradetto Bonanno méntre fi faceuail detto Campanile fece l’anno 1180. la porta Reale di bronzo del detto Duomo di Pila,nel laquale fi veggiono quelle lettere : Ego BonannusPis, mea arte hanc.por tani vno anno perdei tempore Benedirti operarij.Nelle muraglie poi, che in Ro=i ma furono fatte di fpoglieanticheaS.Ianni Lateranofotto Luzio terzo,&Vr bano terzo,pontifici,quado da elio Vrbano fu coronato Federigo Imperator fi vede,che l’arte andauafèguirando di migliorare,perche certi tempietti,e ca pellinefatti,come s’è detto,di fpoglie hanno affai ragioneuole difegno,& alcune cofein fe degne di confìderazione,e fra Pai tre quella,che le voltefuron fattej per non caricarele {palle di quelli edifizij,di canonoi piccoli,& con cer ti paramenti di flucchi,fecondo que’tempi, affai lodeuoli.E nelle cornici, Se alcti membri,fi vede,cheglartefici fi andauanaaiutando per trottare il buo* no. Fece poi fare Innocenzio Terzo in fui monte Vaticano due palazzi, per quel,che fi è potuto vedere di aliai buona maniera, ma perche da altri Papi fu rono rouinati,e particolarmente da Nicola qulto, che disfece, e rifece la mag gioì* parte del palazzo, non ne dirò altro, fe nò che fi vede vna parte defsi nel Torrione Tondo,e parte nella SegrefhaVecchia di S. Piero. Quello Inno.IIf. dqual fedetteani 19.e lì dilettò molto di fabricare,feceinRoma molti editiziL eparticolarm£te,col difegno di Marchiane Aretino,architetto, et fcultoreja torre de còti,co fi nominata dai cognome di lui,che era di qlia fimiglia. Il me defimo Marchtonnefini 1 anno, che Innocenzio terzo inorila fabrica deila pieue d’Arezzo,e fimilmcnte il Capanile, facendo di {cultura nella facciata di detta Chiefa tre ordini di colonne, l’unafopra l’altra molto variatamenteno folo nella foggia de’capitegli.e delle bafe, ma ancora n® i fufi delle colonne,ef (sfocio fra eflc alcune grolle, alcunefottili,altre a due a due,altre a 4'a 4. liga* téinfiemc. Parimente alcune fono auolte a guifa di vita,&alcune fatte diuen Sar figure,che reggono có dmerfi intagli. Vi fece ancora molti alali di diuerfe fbiti,che reggono i peli col mezo dellafchiena,diqfte colóne» e'tntti c6 le piu firane,eftrauaganti inuenzioni,che fi polsino imaginare, e non pur fuori del buono ordine anco,ma quali fuor d’ogni giufta,e ragioneuoleproporzione. Ma con tutto ciò,chi va bene conlìderando il tutto,vede, che egli andò sfer* zandofi di far bene, e pensò per auuentura hauerlo trouatoin quel modo di fare,e in quella capricciofa varietà. Fece il medefimo di fcultura nel’arco,che è foprala porta di detta Chiefa, di maniera barbara, vn Dio padre con certi Angeli di mezzo rilieuo aliai grandi. E nell’arco intagliò i dodici meli,ponen doui lotto il nomefuo in lettere tonde,come lì cofiumaua, & iln tìllelimo ciò l’anno MCCXVI. Dicelì, che Marchionne fece in Roma, per il medelimo Papa Innocenzio terzo in borgo Vecchio l’edilìzio antico dello fpedale, e Chic la di S, Spirito inSafsia,doue li vede an;ora qualche cofa del Vecchio: Età giorni noftri erain piedi la Chiefa antica,quando fu rifatta alla moderna con maggiore ornamento, e difegno da PapaPauIo terzo di Cala Fernefe.
Et in Santa Maria maggiore, pur di Roma, fece la Capelladi marmodouec il prclepio di Giefu Chrifto, in ella fu ritratto da lui Papa Honorio terzo di naturale, delquale anco fece laSepoltura con ornamenti alquanto migliori « aliai diuerfi della manieratile allora li vfaua per tutto Italia comunemente, fece anco Marchionne in que’mcdelìmi tempi la porta del fianco diS Piero di Bologna, che veramente fu opera in que tempi di grandilsima fattura, per i moltiinragli,chein ella li veggiono,comeleoni tondi, chelbftengono Co= lonne, & huomini a vfo di fachini & altri Animali, che reggono pefi,enei1 l’arco di foprafece di tondo rilieuo i dodici meli,cóvarie fantafie, & ad ogni mefeil fuo legno celefte,laquale opera douettein que'tempi ellere tenuta ma rauogliofa. Nei medefimi tempi,efTendo cominciatalaReglionede’fratimi-« noridi S. Francefco,laqualefu dal detro Innocenzio terzo Pontefice confermata l’anno 1106.. Crebbe di maniera , non lolo in Italia, ma in tutte l’altre parti del mondo coli la diuozione, come il numerò de’frati, che non fu quali alcuna Città di conto,che non edificalleloro Chiefe,& conuenti di grandif- lima fpefa,e ciafcuna, fecondo il poter fuo. La onde hauendo frate Helia due anni inanzi la morte di S. Frane.edificato, mentrello S. come Generaleera fuori a predicare, & egli guardiano in Afceli,vna Chiefa col titolo di Noftra Donna;morto che fu S. Francefco concorrendo tuttala Chriftianitaa vilita- r’il corpo di S.Francefco,che in morte, e in uitaera fiato conofeiuto tanto a- micodi Dio,etfacendo ogni huomo al S. luogo hmofina,lecódo il poter luo: Fu ordinato,‘che la detta Chiefa cominciata da frate Helia, fifacelTe molto maggiore,e piu Magnifica. Ma efiendo careftiadi buoni Architettori, &c hauendo l’opera,che fi haueua da fare, bilogno d’uno Ecc. hauendofi a edificar fopravn colle altilsimo, alle radici delqualecaminavn Torrente chiamato Tefcio, fu condotto in Afcefi dopo molta confiderazione, come migliore di q uanti allora fi rirrouauano,vn Maeftro Iacopo Tedefcofilquale confiderato ilfito,&: intcfala volontàde’padri, iquali feceropercio in Afcefi vn Capitolo Generale,difegnò vn corpo di Chicla,e cóuento bellifsimo:Facédo nel model lo treordini vno da farfi lotto terra \ egl’altri per due Chiefe, vna dellequali fui primo piano feruifle per piazza,con vnportico intorno aliai grande,l’altra pcrchicla,e che daliaprima lì lalifle allaleconda,per vn ordine cómodifsimo
di fiale, lequali girarono intorno alla capella maggiore »inginochiandofi in due pezzi,per condurre piu agiatamente alla feconda Chiefa,alla quale diede forma d’un T. facendola cinque volte lunga quanto ell’é larga,e diuidendo l’un vano dall’altro, con pilaftri grandi di pietra, foprai quali poigirò Archi gagliardifsimi, efral’vno,el’aItro,levolrein crociera. Con fi fatto dunque Modello fefece quefta veramente grandiisimafabrica, e fi feguitòin tutte le parti,eccetto,che nelle fpalle,di fopra,che haueuano a mettere in mezzo la tri buna,e capella maggiore,e fare le uolre a crociere,perche non le fecero come fi è detto, ha ain mezzo tondo a botte, perche fufiero piu forti. Mifero poi dinanzi alla capella Maggiore della chiefa di fotto l'altare, e lotto quello quando fu finito,collocarono co folennifsima traflazioneil corpo di S. Francefco ; E pche la propria fepoltura che (erba il corpo del gloriofò Sato è nella prima* ciò è nella piu bada chiefa doue no va mai nefluno,e che ha le porte murate j Intorno al detto Altare, fono grate di ferro grandifsime con ricchi ornamen ti di marmo,e di mufaico,che laggiù riguardano, è accompagnata quefta mu raglia dall’uno de’lati, da due fagreftie,e da vn Campanile altifsimo,ciò è cin que volte alto quàto egli è largo.Hatteua fopra vna piramide altifsima, a otto facce,ma fu leuata perche minacciaua rouina . Laqual opera tutta fu coridot« ta a fine nello fpazio di quattro anni, e non piu dall’ingegno di Maeftro IacO po Tedefco,e dalla follecitudine di frate Hehardopo la morte del quale, perche tanta machina p alcun tépo mai non rouinaffe, furono fatti intorno alla Chiefa di lotto 11. gagliardifsimi torrioni, & in ciafeu d’efsi vna (cala a chioc ciola,che faglie da terra infino in cima.Et col tempo poi vi fono fiate fatte mol te capelle,& al tri richifsimi ornamenti, de’quali non fa bifogno altro raccon tare,e(Tendo quello intorno a ciò per horaabaftanza, &mafsimamentepo« tendo ognuno veder quanto a quello principio di maeftro Iacopo,habbiano aggiunto vtilità,ornaméto,e bellezza molti fommi Pontefici,Cardinali,Principi,& altri già perfonaggi di tutta Europa. Hora per tornare a maeftro Iacopo , Egli mediante quefta opera fi acquiftò tanta fama per tutta Italia, che fa eia chi gouernaua allora la Città di Firenze,chiamato, e poi riceuuto quanto pili non fi può dire volentieri,fe bene fecódo l’ufo, che hanno in Fiorentini, e piu haueuano an ticaméte d’abbreuiare i nomi,no Iacopo,ma Lapo lo chia* marono in tutto il tempo di fua vita, perche habitòfempre con tutta la fuafa miglia quefta Città. Etfe bene andò in diuerfi tempi a fare molti edifizij per Tofcana,comcfu in.Cafentino il palazzo di Poppi a quel Conte, che haueua hauuto per moglie la bella Gualdrada, et in dote il Cafentino : A gl’Aretini il Vefcouado,& il palazzo Vecchio de’Signori di Pietra mala, fu nondimeno femprelàfua ftanzain Firenze.'doue fondate l’anno 12.18. lepile del ponte alla Carraia, che allora fi chiamò il ponte nuouo, le diede fini te in due anni, 8c in poco tempo poi fu fatto il rimanete, di legname,come allora fi coftumaua. Et l’anno 1211. diede il difegno,& fu cominciata con ordine filo, la Chiefa di S. Saluadore dei Vefcouado,e quella di S. Michele a piazza Padella, doue fo* no alcune fculture della maniera di que’tempi. Poi dato il difegno di icolare l’acque della Città, fatto alzare la piazza di S. Giouanni, e fatto al tempo di M Rubaconte da Mandella Milanefe il ponte,che dal medefimo ritiene il no me; e trouato l’utilifs, mododilaftricarele ftrade.che prima fi mattonauano . . fico fece il modello del palagio hoggi del Podefta, che allora fi fabrico per gl’An* ziani. E madato finalmente il modello d'una fepoltura in Sicilia alla Badia di. Moreale,per Federigo Imperadore, e d’ordine di Manfredi,fi morfilafciando Arnolfo filo figliuolo,herede, no meno della virtù, che dellefacultà parerne. Ilquale Arnolfo, dalhicui virtù,non manco hebbemiglioramentol’architet tura,che da Cimabuela pittura haiuitos’hauefTe,efTendonato l’anno izjz* era qn il padre mori di trenta anni,&in grandifs.credito,percioche hauendo imparato non fido dal padre tutto quello, che fapeua, ma apprefio Cimabue dato opera aldifegno per feruirfene anco nella Scultura,erain tanto tenuto il migliore Ar thitetto di Tofcana, che non pure fondaronoi Fiorentini cof parerefuo l’ultimo cerchio delle mura della loro Città l’anno 1234. e fecero fecondo ildifegno di lui di mattoni, tkcon vnfemplice tetrodi fopralalog-' gia,&i pilaftri d’Or S. Michele,doue fi védeua il grano: ma deliberano p fuo configlio il medefimo anno,che rouinò il Poggio de’Magnuolijdalla corta di S. Giorgio fopra S. Lucia nella via de’Bardi,mediate vn decreto publico, che in dettoluogonon fimuralle piu, ne fifaceflealcunoedificiogiamai ,attefo che per irelafsi delle pietre,che hanno (otto gemiti d’acque, farebbe fempre pericolofoqualuncheedifiziovi fi face fife, làqualcofa'efier vera, fi èvedutoa' giorni noftri con rouina di molti edifizij, e.magnifiche cafe d! genti l’huomi ni. L’anno poi iaSj.fbndc)laloggia,e piazza de’Priorue fece la capella maggio re,& le due chela mettono in mezzo,della Badia di Firenze,rinouàdo la chie fa,& il coro,che prima molto minore haueua fatto fare il Conte Vgo fondato redi qlla Badia, e facendo per lo Cardi naie Giouanni degl’Orfini, legato del Papa in Tofcana, ^campanile di detta chiefa, che fu, fecondo l’operedi que’ tempi,lodato affai,come che non hauefie il fuo finimento di macigni, fe non poi l’anno 1330. Dopo ciò fu fondata col fuo difegno l’anno 1 2. 9 4. la Chiefa di S.Crocescìoue danno 1 frati Minori ilaquale condufiè Arnolfo tato grande nella-Nauata del mezzo,e nelle due Minori,che co molto giudizio,non po tendo fare fòtto’l tetto le voi te,per lo troppo gran fpazio,fece fare A rchi da pi laftro,a pilaftro,e lopra quelli i tetti a frontefpizio-, per mandar via Tacque pio uane co docce di pietra murata fopra detti archi,dando loro tanto pédio,che flirterò ficuri,comefono,i tetti dal pericolo dell’infracidare. laqual cofa, qua to fu nuoua,& mgegnofa,tanto fu vtile, e degna d’ertere hoggi confiderata, diede poi il difegno de’primi chioftri del conuentoVecchio di quella Chiefa^ &pocoappreflo fece leuare d’intorno al tempiodiS. Giouanni,dalla banda di fuori ruttel’Arche,efepolturejche vi erano di marmo,e di macigno, e met terne parte dietro al Campanile nella facciata della Calonaca, allato alla co pagnia di S .Zanobi: e rincroftar poi di marmi neri di prato, tutte le otto facciate di fuori di dettto S. Giouanni,leuandone i macigni,che prima erano fra que marmi antichi. VolendoinquellomentreiFiorentinimurarein Val* damo di fopra il caftellodi S.Giouanni, e cartel Franco, per commodo della Città,e delle vettouaglie, medi ante i mercati, ne fece Arnolfo il difegno Tanno 1195. E fo ti sfece di maniera coli in quella,come haueua fatronelTalrreco* fe,chefu fatto Cittadino Fiorentino . Dopo quefte cofe, deliberando i Fiore tini, come racconta Giouan V illuni nelle fue Hiftorie di fare vna Chiefaprin cicale nella loro Città,e farla tale, chè per grandezza, e magnificenza, non fi poteiTedifiderare,nc maggiore,ne piu bella dall’indudria,e potete degl’huóa mini,fece Arnolfo il dilegno,& il modello del non mai a bàdanzà lodato rem pio di S. Maria del Fiore,ordinando, che s’incodrade di fuori tutra di marmi lauoratficon tante cornici,piladri,colonne, intagli di fogliami figure,& altre cofe,con quante ellahoggi fi vede condotta, fe non interamente, a vna gran parte almeno della fua perfezzione. Et quello,che in ciò fu fopra tutte l’altre Cofe marauigliofojfu quello, che incorporando oltreS. Reparata,altre picco le Chiefe,ecafo,chel’erano intorno,nel fare la pianta,che è bellifsima,fece cò tata diligenza, e giudizio fare i fondamenti di li gran fabrica larghi.e profon di,riempiendogli di Buona materia,ciò è di ghiaia,& calcina, e di pietregrof {e infondo,la doue ancora la piazza fi chiama lungo i fondamenti, che eglino hanno benifsimo potuto, come hoggifi vede, reggere il pefo della gran ma* china della Cupola,che Filippo di SerBrunellefco le voltò fopra. Il principio de’quali fondameli ti,e di tanto tempio fu con molta folennità celebratotper- cioche il giorno della Natiuita di Nodra Don ria del iz?S. fu getrata la prima pietradal Cardinalelegato del Papa in prefenza nó pure di molti Vefcoui,e di tutto il Clero,ma del Podeftà ancora,Capitani,priori, & altri Magidrati del* la Città, anzi di tutto il popolodi Firenze, chiamandolaS. MARIA DEL F I o R E . E perche fi (limò le fpefe di qda fabrica douere edere, come poi so Ila. te^randifsimei fu polla vna gabella alla Camera del comune di quatro dana ri per liradi tutto quellojche fi mettelle a yfcica], e due foldi per teda l’anno; fenza,che’l Papa,&il Legato concedettono grandifsime indulgenze a coloro, che per cioleporgefsino limoline. Non tacerò ancora, che oltre a i fondarne ti Iarghilsimi,e profondi quindici braccia, furono'con molta confiderazionc farti a ogni Angolo dell'otto facce, quegli fproni di muraglie; perciocheefsi furono poi quelli,che afsicuraronò l’animo del Brunelléfco a porui (opra mol tu maggior pelo di quello che forfè Arnolfo haueua penfato di porui. Dicefi,! che cominciadofi di marmo le due prime porte de fianchi di S. Maria del Fio fe,fece A rnolfo intagliare in vn fregio alcune foglie di fico, che erano l’arme fua, e di maellro Lapo fuo padre,e che perciò fi può credere,che da coftui ha tiefie origine la famiglia de’Lapi,hoggi nobile in Fiorenza. Altri dicono fimil mente, che dei difendentid’Arnolfo difeefeFilippo di ferBrunellefco. Ma lafciando quello,perche altri credono, che i Lapidano venuti da Figaruolo, cadello in lu le foci del pò stornando al nodro Arnolfo dico, che per la gran dezza di queda opera, egli merita infinita lode, c nome eterno 3 battendola riìafsim'amente fatta incrodare di fuori tutta di marmi di piu colori, e dentro di pietra forte, & fatte infino le minime cantonatedi quella della pietra.'Ma perche ognuno lappi a la grandezza apunto di queda marauigliolà fabrica dir co che dalla porta infi no all’ultimo della capella di S. Zanobfiè la lunghezza di braccia dugentofellàn tate larga nelle crocieri,cento felTantafei. nelle treNa ui br. fedantalei. La Naue fola del mezzo è alta braccia fettantadue: Elafire dueNaue minori braccia quaranrotto.il circuito di fuori di tuttala Chiefa è braccia 1280. Lacupolaèda terrainfino alpiano della lanterna br.centoci quanta quattro. La lanternafenza la palla è alta br. rrentafei.La palla alta br. q uartro. La croce alta braccia otto. Tutta la cupola da terra infino alla forami tà della croce è braccia dugento due. Ma tornando ad Arnolfo dico cheef-fendo tenuto,come era Ecc. s’cra acquiftato tanca fede , che ninna cola d*im- portàza fetida il Tuo configlio fi deliberaua. ondeil medcfimo anno-ertendofi finitedi fondar dal comune di Firenze l’ultimo cerchio delle mura della CiE- tà,come fi dille difopra efferfi già cominciato, Se cofi i Torrioni delle porte, e in gran parte tirati inanzi ^ diede al palazzo.de’-Signoriprincipio, edifeguo^ fomiglianza di quello,che in Cafeminohaueuà fatto Lapo ino padre a fcònti di Poppi. Ma no potette già come,cheMag.egrandc lo difegnarte,dargli quel la perfezzione, che l’arte, Se il giudizio fuo richiedeuano; perciocheertcndo fiate disfatte j e mandate per terra le cafe de gl’Vberti rubelli del popolo Fio* rentmo, e ghibellini, e fattone piazza, potette tato lafcioccha caparbietà d’ai icuni, che né li ebbe forza Arnolfo.per molte ragioni,che alegaffedi f4r fi,.che gli fuffe conceduto almeno mettere il palazzo in ifquadra,per non hauerc vo luto chigouernaua,chein mòdonefluno il palazzo haùert’e i fondamenti ip fui terreno degrvberti rebelliE piu torto comportarono,che fi gettaflepcr terra la Nauata diuerfo tramontana di S. Piero Scheraggio, che lafciarlo fare in mezzo della piazza,con Icihe mifure: oltre,che voliono ancoraché fi vnif fc Se accomodarle nel palazzo la torre de’Forabofchi,chiamata la torre della Vaccha,alta cinquanta braccia,per vfo della campana grolla, & infiemecon ella alcune cafe comperate dal comune, per cotale edifizio. Per lequali cagio niniuno marauigliarefidee,leil fondamento del palazzo è bieco, e fuor di {quadra,efi'endo! fiato forza, per accommodar la torre nePtnezzo, e renderla piu forte,fafciarla intorno colle mura del palazzo, lequali da Giorgio Vafari Pittore, e architetto ert'endo Hate (coperte l’anno i$6i. per rartettare il detto palazzo al tempo del DucaCofimo, fono fiate tròuate bonilsime. Hauendo dunque Arnolfo ripiena la detta torre di buona materia, ad altri Maeftri fu poi facilefarui fopra il Campanile altifsimo,che hoggi vi fi vede,non hauendo egli in termine di due anni finito fe non il palazzo, ilqualepoi di tempo in tempo ha riceuuto que’miglioraméti,che lo fanno erter hoggi diqllagradeza, c Maefià,che fi vede,Dopo lequali tutte cofe, c altre molte, che fece Arnolfo, no meno commode, e vtili,chebelle, ertendo d’anni fettanta, mori nel 1300. nel tempo apunto, che Giouanni Villani cominciò a(criuerel'hiftorie vni- uerfali de’tempi fuoi. E perche laido non pure fondata S.Maria del Fiore,ma voltate con fua molta gloria,le tre principali tribune di quella,che fono fotto la Cupola,meritò,che di le fu Ile fatto memoria in fui canto della Chiefa din- petto al Campanile,con quelli verfi intagliati in marmo con lettere tonde,
*Annm millems centum bis otìonogenìs V enit legdtus Roma, bonitdte Vondtus,
Quildpidcmfixitfundo^fimul & benedixit,
Prajìde Frdncijco gettantepontificdtum. ijìud db vdrnolpho T emplumfuit adifìcdtum.
Hoc opus infgne decorar] s Fior enfia digne.
Regina Cali conjlruxtt mente jìdeh,
Quam tu Vtrgopid,femper dejendeMarici.
Di quello Arnolfo hauemo fcritra,con quella brauità,che fi è potuta maggio re,la vitarperchefe bene l’operefue non s’apprefianoa gran pezzo,alla pei fez rione dellecofe d’hoggi, egli merita nondimeno eflere co amoreuole memo ria celebrato, hauendo egli fra tante tenebre mofilato a quelli, che fono fiati dopo fe,la via di cambiare alla perfezzione.il Ritratto d’Arnolfofi vede di mano di Giotto in S. Croce,alato afia capella maggiore, doue i frali piagono la morte di S. Francelconel principio della fioria,in vnodi due huomini,che parlano infieme . Et il ritratto della Chiefa di S. Maria dei Fiore,ciò è del di fuori con la Cupola,fi vede di mano di Simon Sanefe nel capitolo di S. Maria Nouella,ricauato dal proprio di legname,che fece Arnolfo. Nel che fi confiderà, che egli haueua penfato di voltare imediate la tribuna in fulle fpalle al finimento della prima cornice: la doue Filippo di fer Brunelefco. per leuarlc carico,e farla piu fuelta, vi aggiunfe, prima, che cominciafle a voi tarla, tutta quella altezza, doue hoggi fono gl’occhi: laqualcofa farebbe ancora piu chiara di quello, ch’ell’è fe la poca cura, et diligenza di chi ha gouernato l’opera di S.Maria del Fio re negl’anni adietro, non hauef - ielafciato andar male l’ifteflòmo > dello, che fece Arnolfo,e di poi quello del Brunel • lefco,edegl’Altri. •
Il fine della Vita d’Arnolfo#