VITA DI NICOLA, ET GIOVANNI PISANI
SCVLTORI, ET ARCHITETTI.
AVENDO noi ragionato del dilegno, e della pittura, nell* Vita di Cimabue, e dell’Architettura in quella d’Arnolfo Lapi; fi tratterà in quella di Nicola,e Giouanm Pifani, del
la fcultura,e dellefàbriche ancora, che efsi fecero di gradii lima importanza, perche certo nonfoIo,come grandi,e ma gnifiche, ma ancora come aliai bene intefe mentano l’opc redifcoltura, & Architettura di coftoro d’eller celebrate, hauendo efsi in gran parte leuata viajnel lauorare i marmi,e nel fabricar quei la uecchia maniera greca,goffa,e (proporzionata: Se hauendo hauuto ancora miglioreinuenzione nelle llorie, e dato alle ligure migliore attitudine. Tro«
N uandoE uandofidunqueNicolaPifanofotto alcunifculrori greci, chelauorauano le figure,e gl’altri ornaméti deraglio del Duomo di Pila,e del tempio di S. Gio.c cilendo fra molte fpoglie di marmi, fiati condotti dall’armata de’Pifani alcu* ni pili antichi, chefonjòhoggi nel campo (anto di quella Città, vno ve n’ha- uea,fra gl’altri bellifsmel quale era fculpita la Caccia di MeIeacro,e del porco Calcidonio,con bdilifsima maniera -, perche coli gl’ignudi, come i vediti,era* no lauorati con molta pratica, &c con perfettilsimo diiegno. Quefto pilo, ef» fendo per la fua bellezza fiato porto da i Pifani nella facciata del Duomo dirimpetto a S. Roccho, allato alla porta del fianco principale, ferui per lo corpo della madre della Contefia Matelda, fe però fono vere quefte parole, che intagliate nel marmo fi leggono.
Anno Dni.M.cxv i, i x. KfasAugufti obijtDnaMatthilda fielicis memoria; comitifia qure prò anima genitricisfue Dne beatricis Comitific Vener. in hac tumba honorabili quiefcentis,in multis partibus hancdotauit ecdefiam. Quarumanime requiefcant in pace.epoi, AnnoDni.M. ccci 11.fub dignif fimo Operario D. Burgundio Radi, occafionegraduumfiendorum pcrip« fum,circa ecclefiam fecunda,tumba fiiperius notata bis traslata fuit,Tuncde fcendentibus primis in ecclefiam 3 Nuc de ecclefia in huc locum, vt cernitis. Nicola »confiderandoìa bontà di queftaopera,e piacendogli fortemente» mi(e tanto ftudio,e diligenza,per imitare quella maniera, & alcune altre buo ne fculture,che erano in quegl’alcri pili antichi 3 che fu giudicato,non pafsò molto,il miglior fruitore de’tépi fuoÌ3 No elfendo fiato in Tofcana in q.tépi, dopo Arnolfo in pgio niuno altro (cultore,che Fuccio Architetto, e fruitore Fiorentino, ilquale feceS. Maria (opra Arno in Firenze l’anno 1x2.9. metten* doui fopra vna portail nome fio 3 e nella ChiefadiS. Francefco d’Afcefidi marmo la fepoltura della Regina di’ Cipri con molte figure 3 «Se il ritratto di lei particolarméte a federe fopra vn leone3*per dimoftrare la fortezza delPani mo di lei, laquale dopo la morte fua , laido gran numero di danari perche fi defie a quella fabrica fine. Nicola dunque eflendofi fatto conofcere,per mol« to miglior Maeftro, che Fuccio non era, fu chiamato a Bologna l’anno 11x5» eflendo morto S. Domenico Calagora, primo inftitutoredell’ordine de’frati Predicatori, per fare di marmo la fepoltura del detto fanto 3 onde conuenuto con chfhaueua di ciò la cura,la fece piena di figure in quel modo), ch’ella an* cor hoggi fi vedetela diede finita l’anno ixji.conmolta (uaIode,efiendo tenti racofa fingular’e la migliore di quante opereinfino allhorafufledifcultura fiate lauorate. Fece fimilmenre il modello di quella Chiefaje d’vnagran par te del conuento. Dopo, ritornato Nicola in Tofrana trouò, che Fuccio s’era par rito di Firéze,e andato in que’giorni, che da Honorio fu coronato Federi go Imperatore,a Roma,& di Roma con Fedrigo a Napoli,douefini il cartello diCapoana,hoggi detta la Vicheria, doue fono tutti i tribunali di ql regno! e cófi cartel dell’ V uouo,edoue fondòfimilmételeTorri,feceleportefopra|il fiume del Volturno alla Città di Capua,Vn Barco cinto di mura per l’ucella* gioni predo a Grauina, &c a Melfi vn’ altro per le caccie di Verno, oltre a mol te altre cole,che per breuita non fi raccontano. Nicolai tanto trattenendoli in Fiorenza andaua non folo efcercitandofi nella scultura, ma nell’Architet* cara ancora, mediante le fabriche, che s’andauanò con vn poco dibuon'dife* gnofacendo per tutta Italia, e particolarmente in Tofcana: Onde fiadope* rònópoco nella fabrica della Badia di Settimo, non fiata finita dagli efecuto ri del con te Vgo di Lucimborgo,come Paltre fei fecondo,che fi dille difopra, E fe bene fi legge nel Campanile di detta Badia in vn’ epitaffio di marmoj Gu gliel.mefecitjfi conofce nódimeno alla maniera,che fi goucrnaua col cófiglio di Nicola ilqualeique’medefimi tépi fece éin Pila il palazzo degl’Anziam Vec chio,hoggi flato disfatto dal Duca Cofimo p fare nel medefimo luogo.feruen dofid’una parte del Vecchioni magnifico palazzo,& cóuéto della nuoua reli gionede’CauaglieridiS.Stefano;col difegno,e modello di Gior.Vafari Areti no Pittore et Architettore,il quale fi è accomodato, come ha potuto il meglio fòpraqlla muraglia Vecchia,riducendola alla moderna, fece fimilmente Ni cola in Pifa molti al tri palazzi,e Chiefejefu il primo,eflendofi fmarrito il buó modo difabricar,chemifein vfò fondar gl’cdifizfj a Pifa infuipilaftri,efopra quelli uoltare Archi, hatiendo prima palificato lotto i detti pilaflri: perche facendoli altrimenti, rotto il primo piano fodo del fondamento , le muraglie calauanofempre. Doueil palificare rende ficurifsimo l’edifizio, ficomela fperienza ne dimoftra. Col fuo difegno fu fatta ancora la Chiefa di S. Miche le in borgo de’Monaci di Camaldoli,Ma la piu bella, la piu ingegnofa, e piu capricciola architettura, che facefle mai Nicola, fu il campanile di S. Ni cola di Pifa,doue ftanno frati di S. Agoftino : percioche egli è di fuori a otto facce, e dentro tondo,con fcaIe,chegirando achiocciola vanno in fino in cima, e la feiano dentro il vano del mezzo libero, & a guifa di pozzo ; E fopra ogni quat trofcaglioni fono colonne, che hanno gl’archi zoppi, e che girano intorno intornojondepofandolafalita della volta fopra i detti Archi, fi va in modo fa lendo infino in cima,che chi è in terra vede fempre tutti quelli,che fagliono ; coloro,che fagliono, ueggion coloro,che fono in’terra,o quei che fono a mez zo, veggono gl’vni,e gl’al tri,ciò è que’che fono di fopra,e quei,che fono a baf fo . Laquale capncciofa inuenzione fu poi con miglior modo, e piu giufte mifure,& con piu ornamento,mefla in opera da Bramante Architetto,a Roma in bel vedere,per papa Giulio fecondo ; e da Antonio daS. Gallo,nel poz zo,che è a Oruieto, di ordine di papa Clemente fettimo come fi dirà quando fia tempo.Ma tornando a Nicola, ilqualefu non meno Ecc. Scultore,che Archi tenore,egli fece nella facciatadella Chiefa di S. Martino in Lucca, lotto il portico, che è fopra la porta minore,a man manca, entrando in Chiefa,do* ue fi vede vn Chrifto depofto di croce, Vna ftoria di marmo di mezzo nlietio; tutta piena di figure fatte con molta diligenza, hauendo traforatoli marmo e finito il tutto diman iera', che diede fperanza a coloro , che prima faceuano l’arte con ftentograndifsimo, chetoftodoueuaven re, chi le porgerebbe con piu facilita migliore aiuto . Il medefimo Nicola diede l’anno 1240. il difegno della Chiefa di S. Iacopo di Piftoia, e vi mife a lauorare di Mufaico alcuni Maeftri Tofcani,iquali feciono la volta della Nicchia : laquale, ancor, che in que’tempi fufle tenuta coli dificilc,e di moltafpefa, noi piu tofto muoue hog gi a rifo,& a compafsione,che a marauiglia 5 e tanto piu, che cotale difordine ilqualeprocedeua dal poco difegno,era non folo in Tofcana,ma per tut ta Ita lia;doue moltefabriche, & altre cofe, che fi lauorauano lenza modo, e fenza difegno,fanno conofcere non meno lapouerta degl'ingegni loro, che le fini* v * Ni furate ricchezze, malefpefedagThuominidi que’tempi, per nonhauereha- uuto Maeftri,che con buona maniera códucefsino loro alcuna cofa, chefacef fero. Nicola dunque,per Topere, chefaceuadi fcultura, ed’Architettura an- dauafempteacquifhndo miglior nome, che non fàcceuanogli fcultori,&: Architetti,che allora lauorauano in Romagna, come fi può veder in S. Hipo lito,e S. Giouanni di Faenza, nel Duomo di Rauenna,in S. Francefilo, e nel* le cafe de’Trauerfari,e nella Chiefa di porto : & in Arimini, nelThabitazionc del palazzo publico,nellecafede, Malatefti, &in altrefabnche,lequali fono molto peggiori, chegl’edifizij vecchi fatti ne’medefimi tempi in Tofcana. E qlIo,che fi è detto di Romagna,fipuo dire anco có!veritad’una parte di Lóbar dia. Veggiafi il Duòmo di Ferara,e l’altre fabriche fatte dal Marchefe Azzo,e fi conofcera coll edere il vero,equato fiano difFerenri dal fanto di Padoa, fatto col Modello di Nicola^e della Chiefa de’frati Minori IVenezia,fabriche amé due magnifiche,&honorate. Molti nel tempo di Nicola, mofsidalodeuolc inuidia fi midero con piu ftudio alla fcultura, che per auuanti fatto non ha* ueuano,eparticolarmen te in Milano, doue cócorfero alla fabrica del Duomo molti Lombardi,eTedefchi,che poi fi {parlerò per Italia,per le dilcordie,chc nacquero fra i Milanefi,e Federigo Imperatore.E cofi cominciando quelli Ar telici a gareggiare fra loro,cofi nei marmi, come nelle fabriche, trouarono qualche poco di buono. Ilmedefimo accadde in Firenze poi che furono veda te lopere d’A rnolfo e di Nicola,ilquale, men tre che fi fabneaua col luo dilè- gno infilila piazza di S. Giouanni la Chiefetta della Mifericordia i fece di lua mano in marmo VnaN. Donna, vn S. Domenico, & vn altro fanto, chela mettono in mezo,ficome fipuo anco veder nella facciata di fuori di detta Chiefa. Hauendo al tempo di Nicola cominciatoi Fiorentini agettare per terra molte torri, giallate fatte di maniera barbara per tutta la Città perche meno venilfero i popoli,mediante quelle, offefi nelle zuffe,che fpedo fraguel fi,eghibellini fifaceuano,operchefudemaggior ficurtadel pubìico lipareua che doueffe eder molto dificile,il rouinare la torre del Guardamorto,laquale era in fula piazza di S. Giouàni,per hauere fatto le mura cofi gran pfa,che non Tene poteua leuareconipicconi,etanto piuedendoaltifsima:perche,facendo Nicola tagliar la torre da piedi da vno de’lati,e fermatala con puntelli cor* ti vn braccio,& mezzo,epoidatolor fuoco, confumati, che furonoi puntelli, rouinò, e fi disfece da fequafi tutta: Ilchefu tenuto cofa tanto ingegnofa,& vtile percotali affarfiche è poi padata di maniera in vfo, che quando bifogna, con quello facilifsimo modo fi rouinain poco tempo ogni edilìzio. Si trouò Nicola alla primajfondaztonedel Duomo di Siena, edifegnòil tempio di S. Giouanni nella medefima Città, poi tornato in Firenze Tanno medefimo, che tornarono i Guelfi, difegnò la Chiefa di S Tirnita; & il Monafleriodel* ledonnedi Faenza, hoggi rouinato per fare la Cittadella. Edendopoiri* chiamato a Napoli,per non lafciar le facende di Tofcana,vi mandò Maglione iao creato,fcultore,& Architetto, ilquale fece poi al tépo di Currado la Chic fa di S. Lorenzo di Napoli, fini parte del Pifcopio, e ui fece alcune fepolture, nellequali immite forte la maniera di Nicola luo Maeftro. Nicola in tanto, edendo chiamato da i Volterrani Tanno 1254. chevennono fotto 1 Fiorentini, perche accrefcedc il Duomo loro, che era piccolo, egli lo ridude ancor che flortok toi ftorto molto,a miglior forma,e lo fece piu Magnifico, che non era prima, poi ritornato finalmente a Pila fece il pergamo di S.Giouanni,di marmo,ponen-doci ogni dilegenza, per lafciaredife memoria alla patria,e fraTaltre colè, intagliando in efio il giudicio vniuerfale,vi fece molte figure,fenon con per-fetto difegno,almeno cò pacienza,e diligenza infinita, come fi può vedere.
E perche gli panie,come era vero,hauer fatto opera degna di lode v'intagliò a-pie quelli verfi .
^Anno milleno-yCentum bifquè trideno Hoc oùusinfigne fculpfit Nicola Pi fami.
ISanefimofsi dalla fama di quella opera,che piacque molto, nonfolo aPifa-ni, ma a chiunche la vide, allogarono a Nicola il Pergamo del loro Duomo, doue fi canta l’euangelio,eflendo pretore Guglielmo Marifcotti, neiquale fe ce Nicola molte ftorie di G.Grillo,con molta lua lode,per le figure,che vi fon lauorate,&con molta difficultà fpiccate intorno irorno dal marmo.Fecefimil mente Nicola il difegno della Chiefa.&conuento di S. Domenico d’Arezzo, a i Signori di Pietra Mala, che lo edificarono. Et a preghi del Vefcouo degli Vbertini,rellaurò la piene diCortona,e fondò la Chiefa di S.Margherita per frati di S. Francefcoin fui piu alto luogo di quella Città. Ondecrefcendo per tante opere fempre piu la fama di Nicola, fu l’anno 1167. chiamato da Pa- pa Clemenre quarto a Viterbo,doue oltre a molte altre cofe,reftaurò la Chie fa>& conuento de’frati Predicatori. Da Viterbo andò a Napoli ai Re Carlo primo, ilquale hauendo rotto , e morto nel pian di Tagliacozzo Ctirradino,fece far in ql luogo vna Chiefa,e Badia richilsima j e fepellire in ella l’infinito numero de corpi morti in quella giornata, ordinando apprefiò, che da molti monaci fufie giorno , e notte pregato per l’anime loro. Nella quale fàbrica reflò in modo lodisfatto il Re Carlo dell’opera di Nicola,che l’honorò,e pre«mio grandamente. DaNapoli tornando in Tofcana fi fermò Nicola alla fa - brica di S. Maria d’Oruieto, e lauorandoui in compagnia d’alcuni Tedefchi, vi fece di marmo,per lajfàcciata dinanzi di quella Chiefà, alcune figure tód c, e particolarmente due ftone del giudizio vniuerfale, 8c inefte il paradifo, &: l’inferno, eli come fi sforzò di fare nel paradifo della maggior bellezza, che
feppe, l’an ime de’beati, nc’loro corpi ritornate > cofi nell’inferno fece le piu ftrane formedi diauoli,che fi pofsino vedere,intentifsime al tormentar l’ani-me dannate. Nella quale opera,non che i Tedefchi,chequiui lauorauano,ma fuperò fefteftòjcon molta fualode .E perche vi fece gran numero 4i figure,e vi durò molta fatica,è flato, no che altro lodato infino a tempi noflri da chi nonjha hauuto piu giudicio, che tanto nella fcultura.Hebbe, fra gl’altri, Nicola vn figliuolo, chiamato Giouanni , il quale perche feguitò fèmpre ilpadre,efotto ladifciplinadiluì attefe alla fcultura, & all’Architettura:In pochi anni diuenne,non folo eguale al’padre,ma in alcuna colà fuperiore.on-de eftendo già Vecchio Nicola,fi ritirò in Pila, e lì viuédaquietamente,lafcia. ua d’ogni cola il eouernoal figliuolo.Eflendo dunque mortoin Perugia papaV rbano quarto,fu mandato per Giouanni, ilquale andato la,fece la fepoltura di quel pontefice di marmo,laquale,infieme fupoi gettata per terra, quando i Perugini acon quella di Papa Martinoiiiji ggrandironoilloro Velcouado di modo,cIiere ncveggionofolamente alcune reliquie Iparfe per la Chiela*> E-hauendo nel medefimo tempo i perugini dal Monte di Pacciano lontano due miglia dalla città, condotto per canali di piombo un’acqua grofliflima,. median te l’ingegno,& induftria d’un frate de’filuellrinfià fu datofar’à Gio. pi fano tutti gl’ornamenti della fon te, coli di bronzo, come di marmi,onde egli ui mife mano, fece tre ordini di Vali, due di marmo, & uno di Bronzo, il pri moé pollo fopra dodici gradi di fcaleeà dodici facce : l’altro fopraalcune co* lonne, che pofanu infui piano del primo Vafa, ciò ènei mezzo *, & il terzo chè è di bronzo, pofa (opra tre figure, & ha nel mezzo alcuni grifoni pur di Bron zo, che uerlano acqua da tutte le bande. E perche àGiouanni panie hauere molto ben in quel lauoro operato, uipole il nome fuo. Circa l’anno 1560efiendo gl’archi, e i condotti di quella fonte la quale collo cento fellanta mi la ducati doro, guaiti in gran parte, 8c rouinari. Vincendo Danti perugino , Scultore, & con fila non piccola* lode fenza rifar gl’archi, il che farebbe Ha co di grandifsima fpefa, ricondulTeJmolto'ingegnofameute l’acqua alla dee ta fonte nel modo, che era prima.finita quella opera ,difiderofo Giouanni di riueder il padre vecchio, & in difpollo, fiparti di perugia, per tornarfene à Pi fa ; ma pafiando per Firenze, gli fu forza fermarli, per adoperarli infieme con altri all’opera delle mulina d’Arno, che fi faceuano da fan gregorio, apprefio la piazza de’Mozzi. Ma finalmente hauendo hauutonuoue, che Nicola fuo padre era morto, len’ando à pifa, doue fu per la uirtu fua, da tutta la città con molto honore ri ce uuto, rallegrandoli ognuno, che dopo la perdita di Nicola fulfe di lui rimalo Giouanni herede coli delle uirtu, come delle faculta fue .E uenutaoccafionedifar pruouadilui non fupuntoingannatalaloro opimo*- nerperche hauendolì à fare alcune cole nella picciola ma ornatillima chiefa di Tanta Maria della fpina furono date à fare à Giouanni, ilqualemelloui mano, con raiutod’alcunifuoigiouanicondulTein molti ornamenti diquell’orato* rio à quella perfezzione, che hoggi fi vede. laquale opera, per quello, che lì. può giudicare, douette edere in que’tempi tenuta miracolosa, e tanto piu ha« uendoui fatto in una figura il ritratto di Nicola di Naturale come feppe meglio veduto ciòipifani, iquali moltoinanzihaueùano hauuto ragionamento, e uoglia di fare un luogo per le lepolture di tutti gli habitatori della città, coli nobili, come plebei, ò per non empiere il Duomo di fepolture, ò per altra cagione; diedero cura à Giouanni di fare l’edifizio di campo lanto, che è in filila piazza del Duomo uerfo le mura, onde egli con buon dilègno, &c con molto giudizio lo fecein quella maniera,&c con quelli ornaméti di marmo,e di quel la grandezza, che fi uede, e per che non fi guardò a Ipefa neduna, fu fatta la co pertadi piombo : E fuori della porta principale fi ueggiononel marmo intagliate quelle parole. A. D'M.C C L XX VI11, tempore Domini federi gi Archiepilcopi pifani, &c Domini firlatti potellatis, operano orlando fardel la, Ioanne Magillro edificati te. finita quella opera l’anno medefimo 1 z8$ Andò Giouanni à Napoli,doue per lo Re Carlo, fece il calìel nuouo di Napo li, e per allargarli, e farlo piu forte, fu forzato à rouinaremoltecafeechiefe, e particolarmente un conuento di frati di S. Francefco, che poi fu rifatto mag giore e piu Magnifico adai, che non era prima, lontano dal cafttllo, & col ti* tolo di fanr* Maria dellanuoua;le qualifabriche cominciate, e tirate adai bc . ne ne in anzi, fi parti Giouani diNapoli p tornarfene in Tofcana ma giunto afieua Lenza efiere lafciato paflare piu oltre,gli fu fatto fare il Modello della facciata del Duomo di quella citta,&poi co erto fatta la detta facciata ricca,& magnifica molto.L’anno poi izS6,fabricandofi il vefcouado d’Arezzo,col difegno di Margaritone Architetto Aretino, fu condotto da fiena in Arezzo Giouanni da Guglielmino vbertini, vefcouo di quella città doue fece di marmo la tauor la dell’Altar maggiore, tutta piena dintagli di figure, di fogliami, Se altri ornamenti , feompartendo per tutta l’opera alcune cole di MnfaicoLottile, ef- malti poftifoprapiaftred’Argento,commefle nel marmo con moltadiligenza Nel mezzo è una N.Donna col figliuolo in collo,e dall’uno de’lati S. Gregorio Papa(il cui uolto è il ritratto à Naturale di Papa Honorio quarto ) e dall’altro un S. Donato Vefeouo di qlla città, e protettore il cui Corpo, co qlli di S. An tilia d’altri fanti e Lotto l’idefio altare ripofto.Epche il detto altare èifolatò intorno, e dagli lati, fono ftorie picciole di baffo rilieuo della uita di San Do nato: & il finimento di tutta l’opera, fono alcuni tabernacoli, pieni di figure tonde di marmo lauorate molto fottilmente. Nel petto della Madonna detta c la forma d’un Cartone d’oro, dentro alquale,fecondo,che fi dice,erano gio ie di molta ualuta,lequali fono ftate, per le guerre, come fi crede, da i foldati, che non hanno molte uolte, ne anco rifpetto al fantifsimo lagramento, porta te uia, infieme con alcune figurine tonde, che erano incima, e intorno a quei l’opera, Nella quale tutta fpefero gl’Aretini, fecondo che fi truoua in alcuni ricordi, trenta milia fiorini doro : Ne paia ciò’ gl an fatto perciò che ella fu lii quel tempo cofa, quanto potefle eflere, preziofa e rara onde tornando Federigo. Barbaroffa da Roma, doue fi era incoronato,e paffando per Arezzo,mol vti anni'dopo,ch’era fiata fatta la lodò, anzi ammirò infinitamente, Se in uero àgran ragione, perche oltre all’altre cole, fono le comettiture di quel lauoro. fiutodinfiniti pezzi, murate, Se commeflè tan to bene, che tutta l’opra, a chi non ha gran pratica delle cole dell’arte,la giudica ageuolmen te tutta d’un pez zo fece Giouani nella medefima chiefa la Cappella degl’Vbertini,nobilifsima famiglia,e fignori,come fono ancora hoggi,e piu già furono di cartella,co mol ti ornaméti di marmo,che hoggi fono ricoperti da altri molti e gradi ornarne ti di Macigno che Iql luogo col difegno di Gior. Vafarilàno 153$ furono porti? pfofteniméto d’un organo,che ui efopradi ftraordinaria bontà,e bellezza. ■, Fece Umilmente Giouanni pifano il difegno della chiefa di S. M aria de’ferui, • che hoggi è rouinata infieme con molti palazzi delle piu nobili famiglie della« città per le cagioni dette di fopra. Non tacerò, :he effendofi feruito Giouanni nel fare il detto Altare di marmo, dalcuniTedefchi,che piu per imparare,che . per guadagnare s’acconciarono con erto lui, eglino diuennero tali lotto la di> fciplina fua, che andati,dopo quell’opera, à Roma, feruirono Bonifatio ot* tauoin molte opere difcultura,per fanpieroj Se in Architettura quando fece Ciuità.cartellana. furono,oltre ciò, mandati dal medefimo à fan ta Maria d’or , uieto, doue per quella facciata fecero molte figure di marmo, che, fecondo què tempi furono ragioneuoli. Ma fraglialtri, che aiutarono Giouanni nelle, cofedel Vefeouado d’Arezzo, Agoftino, Se Agnolo Scultori,& Architetti fa- cefi, aqanzarono col tempo di gran lunga tutti gl’altri, come alfuo luogo fi , dira. Ma tornando^ Giouanni, partito, che egli fu d’oruieto, come uenne a firenze,puedcrela fabrica, che Arnolfo faceuadi S. Mariadel Fiore e gliedere fimilmente Giotto del quale haueuafentito fuori gran coferagionare;ma no fu fi torto ariuato a firenze,che dagPoperai della detta fabrica di S.M.delfiore gli fu data a fare la Mad5na,chein mezzo àdue Angioli piccoli èfopra la por Cadi detta chiefa,che ua in canonica,laquale opera fu allora molto lodata.Do po fece il battefimo piccolo di S. Giouanni, doue fono alcune ftorie di mezzo rilieuo della uitadi quel fanto. Andato poi à Bologna, ordinò la Cappella maggiore della chiefa di fan Domenico nella quale gli fu fatto fare di marmo l’Altare da Teodorigo borgognoni luchefe, Vefcouo, e frate di quell’ordine nel qual luogo medefimo fece poi l’anno i la Tauola di marmo, doue fo* noia N- Donna,&altre otto figure affai ragioncuoli. Et l’anno 1300 efTendo Nicola da prato Cardinale legato dal Papa àFirenze, per accomodare le discordie de fiorentini gli fece fare un Monafterio di donne in prato che dal fuo no me fi chiama, fan Nicola e reftaurare nella medefima terra i 1 c onuento di S.Domenico, &cofi anco quel di piftoia nell’uno,e nell’altro de’quali fi uedc ancora l’arme di detto Cardinale, E perche i piftolefi haueuano in uenerazio ne il nomedi Nicola padre di Giouanni per quello che colla fiiauirtu haueua in quella citta adoprato, fecion fare a erto Giouanni un pergamo di marmo, per la chiefa di fanto Andrea, limile à quello, che egli haueuafatto nel Duo* mo di Siena,e ciò per concorrenza d’uno,che poco inanzi nera fiato fatto nel la chiefa di San Giouanni Euangelifta da un Tedefco,che ne fu molto lodato Giouanni dunque diede finito il fuo in quattro anni,hauendo lopera di quel lodiuifain cinque ftorie della uitadi giefu Chrifto, òcfattoui oltre ciò, un giudizio uniuerfalecon quella maggior diligenza, chefeppe, per pareggiare ò forfè pasfare quello, allora tanto nominato d’oruieto . E intorno al detto pergamo (opra alcune colonne, che lo reggono intaglio nell’Architraue, par rendogli, come fu in ueroper quanto fapeua quella età hauer fatto unagran- de, bell’opera. quelli uerfi Hoc opus jculpfit lo Annes, qui res non egit inanes Nicoli Natus. . meliora beatus ■ Quem pernii Piß, doElumßper omnia ~viua.
Fece Giouanni in quel medefimo tempo la pila dell'acqua Santa di marmo* della chiefa di S. Giouanni euangelifta nella medefima città ; con tre figure* che la reggono,la Temperanza, la Prudenza, e la Iuftizia, laquale opera, per edere allora fiata tenuta molto bella, fu porta nel mezzodì quella Chiefa, co me cofa fingolare.E prima che partifse di piftoia,fe ben nò fu coli allora corniti ciata l’opera, fece il modello del Campanile di S. Iacopo, principale chiefa di quella città, nel quale Campanile che è in fulla piazza di detto S. Iacopo, 8C accanto alla Chiefa, è quello millefimo A. D* 1301 EfTendo poimorto inperugia Papa Benedetto IX fu mandato per Giouanni il quale andato à perugia fece nella chiefa uecchia di S. Domenico defrati predicatori una fepoltura di marmo per quel pontefice, ilquale ritratto di Naturale, &c in habito pontefì cale pofe in torno fopra la cada > con due Angeli, uno da ciafcun lato, che ten gono una cortina ; e difopra una. N. Donna con due fan ti di rilieuo, che la mettono in mezzo, & molti altri ornamenti intorno a quella fepoltura inta-gliati parimente nella Chiefa 11uo.ua de’detti frati predicatori -, fece il fepolcro dito. Niccolq guidalotti perugino, & Vefcouodi Recanaii,ilqualefu infli- tutore della fapientia nuoua di perugia.Nella quale chiefa nuoua dico,che pri ma eraftata fondata da altri conduflelanauata del mezzo, che fu con molto migliore ordinefondata da lui,che il rimanente della Chiefa non era flato fat toj laquale da un lato pende e minaccia, per eifere fiata male fondata, roui- ria : Enel uero chi mette mano à fabricare, & à far cofe d’importanza, non da chi fa poco,ma da i migliori douerrebbe fempre pigliare configlio,per non haiiere,dopo il fatto,cori'dànno& uergógnaà pentirfi d’efferfì ,douepiu bi* fognària,mal configliato. Vcleua Giouàrini, fpeditofi delle cofe di perugia,an dàfeà Roma, pér imparale da quelle poche cole an tiche,che ui fi uedeuano, fifoome'Kaueua fatto il padre,ma da giufle cagione impedito, nonhebbe effèt to quello fuo difiderio,e mafiìmamen te fentendo lacorte èffere di poco ita in Auignone. Tornato adunque a Pifa, Nello di Giouanni falconi operaio gli diede à fare il pergamo grandedel Duomo , che e à man ritta andando uerfo i’Alter maggiore appiccato al chororalquale dato principio, & a mlote figure tonde, alte braccia tre che à quello haueuano à feruire, apoco apoco lo con duffe à quella forma che hoggi fi vede,pofàto parte fopra le dette figure,parte fopra alcune colonne foflenute da Leoni:E nelle fponde fece alcune (Ione del là uita di Giefu Chriflo. E un peccato ueramente, che tanta fpefa tantadilige jza, é'tànta fatica, non fuflè accompagnata da buon difegno, e non haueflela fua perfezzione,neinuenzione, ne grafia,ne maniera,che buona fülle: come haucrébbe à tempi hollri ogni òpera che fuflè fatto anco con molto minore fpéfaièfatica .Nondimeno douétte recare agli huomini di que’tempi auezzi à Vedèrefólàmeritècofe goffifsim e, non piccola marauiglia* fii finita quella o* péraTanno 131 o come appare in certi vòrfi,che fono intorno al datto pergamo, che dicono còli.
Laudo Be um. uerum,per quem Junt optima rerum Qui dedit has puras hominemformarefiruras Hoc opus-) his annis Domini jculpfere lohannis >Arte manus Jole quondam natique Nicole, Curfis Vendenis tercentum millequeplenis c* Con altri tredici uerfi si quali non fi ferimmo1 per meno eflere noiofi à chi legge e per che quelli ballano non folo à far fede che il detto pergamo è di ma no di Giouanni, mache gfh uomini di que tempi erano in tutte le cofe coli fatti. Vnanoflra donna ancora-, che in mezzo à San Giouanni batifla, & un’ altro Santo fi uede di marmo fopra la porta principale del Duomo, e di mano di Giouanni, e quegli che à piedi della Madonna fta inginocchioni, fi dice ef* fer e Piero ganbacorti operaio . Comunelle fia nella bafe doue pofal’imagis ne di noflra Donna, fono quelle parole intagliate. Sub Pctricura hec pia fuit fculpta figura : Nicoli nato fculptore loannc uocato. Similmen te fopra la portadel fianco, cheèdirimpetto al campanile, èdi mano di Giouanni una N. Donna di marmo che ha da un lato una Donna ingenochionicondueba bini, figurata, per Pifa,e dall’altro l’Imperadore Henrico. Nella Bafe doue po fa la N. Dona fono qfte parole, Aue grada piena, dominus tecum. Scappreffo Nobilis arte manus Sculpfit lohannes Pifams Sculpfit jùb Burgundio radi benigno. & intorno alla Baia di Pisa V ir finis melila, jum Pi fa quieta (ub illa & intorno alla Baia d’Hen ric<5
Imperat Henricus qui chriflo fertur amicus. ■ L* ' ' '
Ertendo ftata già molti anni nella piéue uecchia della terra diPrato, fottol’A! tare della Cappella maggiore, la Cintola di N. Donna, che Michele da Prato tornado di terra Santa,haueua recato nella patrial’anno 1141.et conlegnata la à Vbertopropofto di quella pieue,chelapoledpuefi èdetto,cdoueerafta ta Tempre con gran Venerazione tenuta : .L’anno ijii fu uoluta rubare da un pratefe huomo di malisfima uita,e quali un’altro Ter Ciapélléto. Ma efsédo da to feoperto fu per mano 'della Iiiftizia, come facrilego:, fatto morire. Da che mofsiipratefi, deliberarono di fare,per tènere piuficuramente Ia.dettaCin* loia, un (ito forte, e bene accomodato, onde mandato per Giouanni, che già era uecchio,feciono col configlio Tuo nella chiefaMaggiore,la Cappella,doue hora Ila riporta la detta Cintola di N. Donna. E poi col difegno del medefimo feciono la detta chiefa molto maggiore di quello,ch’ell’era, e ia introitarono di fuori di marmi bianchì,e neri,e fimilmente il Campanile, coinè fi può uè- dere.finalmente eflendo Giouanni g»a vecchifsimcfi moriTannò IJZO dopo hauere fatto, oltreà quelle, che dette fi fono,mólte altre opre di Sculturale d’Architettura.E nel uero fi deue molto à lui,et a Nicola Tuo padre,poi che in tépi priui di ogni bóta di difégno diedero in tante tenebre non piccolo lume al le cofe di queift’arti,riellequali furono in quell’età ueràméte eccellenti. Fu fot terrato Giouanni in Campo Tanto honoratamente nella fterta arca doue era flato porto Nicola Tuo padre. furono dilcepoli di Giouanni molti,efie dopo lui fiorirono,ma partticolarmenre Lino Scultore, &ArchitettoSaneTe,Ilqua le fece in Pifa laCapelladoueèilcorpodi s Ranieri iri Duomo,tutta ornataci! marmi,e fimilméte il vafo del battefimo,ch’è in dettoDuomo col nome fuo*ne fi marauigli alcuno che faceflero Nicola,e Giouan natante òpe,pche oltre che uifiono asfai,ertendo i primi maeftri,in ql tepo, che fuflono in Europa, non fi fece alcuna cola d’importaza, allaquale non interiieniflono,come,oltre à qlle, chédettefi fono,in molte infcrizzioni fi può uedere.E poichecó Toccafionedi quelli due Scultori, & Architetti fi è delle colè di Pifa ragionato, non tacerò, che in Tq le fcaleedi uerfo lo fpedale nuouo, intorno alla bafe,che Toftienc un,Leone & il uafb elicè Topra la colonna di porfido, Tono quelle parole. ,,r Quello e’I Talento,che Celare Imperadorc diede à PiTa,- conloquale fi mi Tura? uaio cenfo,che à lui era datodoquale è edificato Topra quella colonna, e Leone,nel tempo di Giouanni torto , operaio dell’opera di Tanta M. Maggiore di Pifa A.D.M. CCCXIII indickionefecunda di Mario.