1*4 PRIMA PARTE
VITA DAMBRVOGIO LORENZETTI
PlTTOR S'ANESE.
E ègrandejcomeèfènzadubbiojrobligojchehauercleono alla Natura gl’artefici dibello ingegno,molto maggior do uerebbe elfere il noftro verfo loro,ueggendo,ch’eglino co
molta lolecitudine riempiono le città dhonorate fabriche & vtili,8£ vaghi componimenti di ftorie,arrecàdo a le me-
delìmi il piu delle volte fama,e’ricchezze con lopereloro*come fece Ambfuogio LorenzettrPittor Sanelè, ilquale
hebbe bella,e molta inuenzione,nel comporre conlìderatameiue,e limare in hiftoria le file figure. Di che fa vera teflimonianza in Siena ne’ frati Minori,
vna ftoriadalui molto leggiadra rii en te dipinta nel chioftro, done è figurato, iu die manìe r a*un gioitane fi fa frateria che modo, egli, & alcuni altri vana
no al Soldanó,equiui fonobattuti,efentenziati alle forche,&imprecati a un Albero,& finalmente decapitati *, con la fopragiunta d’una fpauenteuole repella. Nella quale pittura con molr’arre,edeftrezza comrafece il rabbufFamé to dell’aria,e la furia della pioggia,e de’uenti,ne’trauagli dellefigure -, dalle* quali i moderni maeftri hanno imparato il modo, &il principio di queflain uenzione,per laquale,come inufi rata innanzi,meritò egli comendazione insfinita. Fu Ambruogio pratico coloritore a frefeo,e nel maneggiar atempe* xaicolori,gl’adoperòcon deprezza,e facilità gràde,come fi uede ancora nel le tauole finite da lui in Siena allo fpedaletto, che fi chiama Monna Agnefa, nella quale dipinfe,e finì una ftoriacon nuoua,e bella compofizione. Et al* lo fpedale grande,nella facciata,fece in frefeo la natiuitadi noftra Donna. Ec quando la ua fra leuergini al tempio. E ne’fratidiS. Agoftino di detta città il capitolo,doue nella uolta fi ueggiono figurati gl’Apoftolico carte in mano, oue è ferino quella parte del credo,che ciafcheduno di loro fece, & a p: è una hiftorietta contenente con la pittura quel medefimo,cheè difopra, có la ferie tura lignificato. A ppreflo nella facciata maggiore fono tre ftorie di S. Catena na martire,quando difputacol tiranno in un tempio,e nel mezzo lapailìone di Chrifto coni ladroni in croce,eleMarieda ballo, chefoftengono la Ver* gine Maria,uenutafimeno. Iequalicofefuronofinitedalui con affai buona grazia,e con bella maniera.Fece ancora nel palazzo della fignoria di Siena in vna fala grande la guerra d’Afina lunga,Se la paceapprelfo, e graccidentidi quella doue figurò una Cofmografia perfetta,fecondo que’tempij Se nel me defimo palazzo fece otto ftorie di verdeterra,molto pulitamen te. Dicefi,che mandò ancora a Volterra una taùolaà tempera,che fu molto lodata in quel* la ci ttà,E a Malia,lauorando in compagnia d’altri una capella in frefeo," & u* na tauola a tempera,fece conolcere a coloro quanto egli di Giudizio, e d’ingegno nell’arte della pittura valelìe.& in Oruieto dipinfe in frefeo la cappella maggiore di S.Maria. Dopo queft’opere capitando a Fiorenza,fece in San Procolo vna tauola,& in vna cappellate ftorie di S. Nicolò in figure piccole# per fodisfare a certi amici luoi,defiderofi di veder il modo dell’operar fuo, Se ih fi breue tempo condu(Te,come pratico,quefto lauoro,che giacerebbe nome,& riputazione infinita.E quella opa,nella predella della quale fece il fuo ritratto,fu caufa,che l’anno 1335. fu condotto a Cortona, per ordine del Ve* feouo degli Vbertini allora fignore di quella città,douelauorò nella Chiela di S.Margheiita poco inanzi fiata fabricata a i frati di S.Francelco nella fom* mità del mou te,alcune cofe,e particolarmente la metà delle volte,e le faccia* te cofi bene, che ancora, che hoggifiano quafi confumate dal tempo, fi vede ad ogni modo nelle figure anetti belliifimi:& fi conofce,che egli ne fu me ritamente comendato.Finita queft’opera,fe ne tornò Ambruogio a Siena,do uè ville honoratamente il rimanente dellafua vira,non folo per eftere eccelle te maeftro nella pittura,ma ancora,perche hauendo dato opera nella fua gio uanezza alle lettere,gli furono vtile,& dolce compagnia nella pittura, & di tanto ornamento in tutta la fua vita,che lo renderono non meno amabile,& grato,che il meftiero deila pittura fi facefle; laonde non folo praticò lempre con letterati,& uirtuofi huomini,ma fu ancora con fuo molto honore, &z vti le adoperato ne’maneggi della fua Republica. Furono i coftumi d’Ambruo gio in tutte le parti lodeuoli,e piu tofto di gentilhuomo, & di'filofofo, che di
artefice,& quello,che piu dimoftra la prudenza degl’huomini,hebbe fempre l’animo difpofto a contentarli di quello,che il mondo,& il tempo recaua,on defopportòcon animo moderato,e quieto il bene.tScilmale che gli véne dal la fortuna.E veramente non fi può dire,quanto i coftumi gentili, eia mode- ftia con l’altre buone creanze, fianohonorata compagnia, a tutte I’arti, ma particolarméte a quelle,che daU’intelletto,e da nobili,& eleuati ingegni procedono onde douerebbe ciafcuno renderli non meno grato co i coftumi,che con l’eccellenza dell’arte. Ambruogio finalmente nell’ultimo di fila vita fece, con moltafua lode una tauola a monte Vliueto di Chiufuri.Et poco poi d’an ni 3$. palsòfelicemente,&c chriftianamente a miglior uita. Furono le opere (tienel mille trecento quaranta. • . . . >
Come s’èdetto,il ritratto d’Ambro.fi vede di sua mano in S.ProcoIo nella predella della fu a tauola,con vn capuccio in capo.E quato ualelfe nel di legno (iuedenelnoftrolibro,doue fono alcune cofedi fiuamano,aflai buone. » Finedella vitad’Ambruogio Lorenzctti*