VITA DI TADDEO GADDI
VITA DI TADDEO CADDI FIO RE N; :r .m
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e veramentevnle, elodeuoleopera premiare ili ogni luogo largamétela virtu,&: honorare colui, che l’ha, per che infiniti ingegni, che taluolta dormirebbono, ecci
tati da quelle inuito, fi sforzano con ogni induftria.,di nó folamente apprendere quella , ma diuenii ilidcntro,f ccei
, lentijper loleuarfi, cuenire agrado vtile, &. honoreùoìé> , ondenefegua honore alla patria loro, e a fé fteCsì gloriai e rcchezze, e nobiltà.adefcendenci loro,che da corali principi] fQlleuàti,béne Ipefio diuégono,ericchifsimi,e nobililsimijnellaguifa,che per opera di iTad deo Gaddi pittor fecero idelcendenu Tuoi, llquale Taddeo di GaddoGadcu
Fio-ino PRIMA PARTE .'!7 Fiorentino,dopo la motte di Giotto,il quale l’haueua tenuto a battefìmo, & dopo la m.orte di Gaddo era (lato Tuo maeftro ven tiquattro anni,come fcriue Cennino di Drea Cennini,pittore da Colle di Vald’elfa,eflendo rimalo nel* la pittura,per giudizio,e per ingegno fra i primi dell’arte,& maggiore di rutti ifuoicondifcepoli,fecele Tue prime opere,con facilità grande, datagli dala natura,piu torto,cheacquiftata con arte,nella chiefa di Santa Croce in Firé- ze nella cappella della fagreftia,dcue in fieme con i fuoi compagni, difcepoli del morto Giotto,fece alcune ftorie di s.Maria Maddalena, con belle figure, c habiti di que’tempi belliflimi,& ftrauaganti. E nella capella de’ Baroncelli, Se Bandini,doue già haueua lauorato Giotto à tempera la tàuola, da per fe,fe ce nel muro alcune ftorie in frefeo di noftra Donna,che furono tenute belli! fune. Dipinfe ancora fopra la porta della detta fagreftia la ftoria di Crifto,disputante co i Dottori nel tempio,che fu poi mezza rouinata,quando Cofimo vecchio de’Medici,fece il Nouiziato,la capella,e’l ricetto dinàzi alla fagreftia, per metter vna cornice di pietra lopra la detta porta. Nella medefima Chiefa dipinfe a frefeo la capella de’Bellacci ; Se quella di fànto Andrea,allato a vna delle tre di Giotto,nella quale fece quando lefuChrifto tolfe Andrea dalle re ti,e Pietro,e la crucififfione d’efto Apoftolo,cofa veramente, Se allora ch’ella fu finita,e nc’giorni prefenji ancora commendata,e lodata molto. Fece fopra la porta del Fianco,fotto la fepoltura di Carlo Marfupini Aretino, un Chria fto morto,conleMarie,lauoratoafrefco,chefu lodatiflìmo.E fotto il tramez zo,chediuidela chiefa,aman finiftra,foprailcrocififIodi Donato, diprnfe a frefeo una ftoriadi s.Francefco,d'un miracolo,che fece nel refufeitar un put- to,che era morto,cadendo da vn verone,coll’apparire in aria.Et in quefta fto ria ritrafle Giotto fuo maeftro,Dante poeta,& Guido Caualcanti, altri dicano fe.fteflo. per la detta chiefa fece ancora in diuerfi luoghi molte figure, che fi conofcono dai pittori alla maniera. Alla compagnia del tempio dipinfe il Tabernacolo,cheéinful canto della via del crccififlb,dentroui unbellilìimo deporto di Croce. Nel chioftro di fanto fpirito lauorò due ftorie negl’Archec ti allato al capitolo,nell’uno de’quali fece quando'Giuda vende Chri fto', Se nell’altro la cena ultima,che fece con gl’Apoftoli. E nel medelìmo conuento fopra la porta del refettorio,dipinfe un crucififlo ,•& alcuni fanti, che fanno conofcerfragl’altri,chequiuilauorarono,cheeglifu veramenteimitator del la maniera di Giotto,da lui hauutàTempre in gràiidiflìma Venerazione. Di= pinfein s.Stefano del ponte vecchio la taupla,& la predelladell’altar maggio recon.gran diligenza : Se. nell’oratorio di s.Michele in orto Jauorò molto be ne m lina tauolaun Ghnfto morto,che dàlie Marie è pianto, Seda Nicodemo riporto nella Sepoltura molto diuoramente. Nella chiefa de’fratide’Serui di* pinfe la capella di s.Nicolò di quegli dal palagio,con iftorie di quel fanto,do ue con ottimo giudizio,& grazia,per una barca quiui dipinta, dimoftrò chia ramenre com’egli haueua intera notizia del tempeftofò agitare del mare, & della furia della fortuna ; Nellaquale mentre,che i marinari,uotando la naue gittano le mercanzie,appare in aria s.Niccolò,egli liberàda quel pericolo.; la quale opera,per efter piacciuta,e fiata molto lodata,fu cagione,che gli fivfat* todipignerc la capella dell’altare maggiore di quella chiefa, doue fece in fresco alcune Itone di noftra Donna,& a tempera in tauola medefimamentela noftra Tioftra Donna,con molti fanti lauorati viuamente. Parimente nella predella di detta tauola fece con figure piccole alcune altre ftonc di noftra Dóna,del= lequali non accade far particolar menzione,poi che l’anno 1467. fu rouinato ogni cofa,quando LodouicoMarchefediMantoua,feceinql luogo la tribuna chev’èhoggi,coldifegnodi Leon Battiila Alberti,&il coro de’Frati, -facédo portarla tauolanel capitolo di quel conuento, nel refettorio del quale, fece dafommo,fopra le fpalliere di legname, l’ultima cena di Giefu Chriflocon gl’Apoflolfefopra quella un crucififlo con molti fanti. Hauendo pollo a q- ft’opere Taddeo Caddi Tultim^fi ne Ricondotto a Pifa i douein jfan France* feo per Gherardo,&Buonacorfo Gambacorti,fece la capella maggiore in fre feo molto;ben colorita,con molte figure,e fiorie di quellantó.Ltdi s. Andrea &s.NÌcoIò.Nellauolta'poi,é nella facciata è papa Honorio, checonferma la regola doue è ritratto Taddeo di naturale in proriiló,con un capuccio auol- tofoprailcapó,&apiedi di quella fioria fono fcritro quelle parole. n Magifler Taddeus Gaddus de Florentia pinxit hanchifloriam sanici Fran cifci,& fàrióti Andrei,& fan ti Nicolai anno Domini MCCCXLI I, de niente Augufli; Fece ancora nel chioftro.pure di quel conuentoin frefeo vna no*! ftra Donnaeoi tuo figliuolo in collo molto ben colorita ./.E nel mezzo deila chiefaquando.f entra a man manca un fan Lodouico yefcouo afedere,aN quale s.Gherardo da villa magna /laro fratedi queU’ordine, raccomanda un fra Bartolomeo allora guardiano di dettò conuento; Nelle figure della quale opera perche furono ritratte dal naturale,fi uedeuiuezza,e grazia infinita,in quellamanierafemplice/chefu in alcune cole meglio,ché quella di Giotto,\c matlìmamentenell’efprimereil raccòmandarfi,l’allegrezza,il dolore; 6c alerà Somiglianti affetti,che bene efprefiì fanno femtpre honore grandillimo.al pio core. Tornato poi a Fiorenza Taddeo, fèguito'per lo comune l’opera d’qr far) Michele,e rifondò i pilaflri delle loggie, mutande gli di pietre conce, &. ben foggiate,^ doiie erano prima fiate fatte di mattonòfenza,afterar però fidale* g«o,cheìafciòArnolfo,con ordine,chefòpfala loggia fi taceffe uói palazzo c5 due uolte,pcr conferita deile prouifioni del grano,che faceua il popolo,e comune di Firenze. Laquale opera,perche fi fi ni Ile, lar te di porta finta Maria, a cui era flato dato cura della fabrica,ordinoiche.fi pagafle la gabella della piaz za,e mercato deIgrano,&alcunealrregrauezzedipiccplitlima in portanza: Ma,il che importò molto piu,fu bene ordinato con ottimo con figlio, che eia fcunadell’artidi Firenze facefleda per fe un pilaflro,5c in quello il santo Au* uocato dell’arte,in vna nicchia: & che ogni anno per la fella di quello,i,Con foli di quell arte andàflìno a offerta,e ui tenellìno tutto quel di io flendardo con la loro infegna,ma che l’offerta nondimeno fufiè' della Madonna, per fou ueniraento de’poueri bifognofi.E perche l’anno 1335. per lo gran diluuio l’ac quehaueuano diuoratolefponde del ponte rubaconte, niello in terra il ca=* ftello aItafroi)te,& del ponte uecchio no lafciato altroché le due pile del me zo,& il ponteafanta Trinità rouinato del tutto, eccetto una pila, che rimafe tutta fracaflata,e mezzo il pónte alle carràia,rompendo la pefeaia d’ogni fan* ti,deliberarono quei,che allora la città reggcuano,nòn ùoier,che piu quegli d'oltr’arno hauefiero là tornata alle cafe loro con tanto fcòmodo, quanto ql lo erad’hauer apaffarper barche; perche chiamato Taddeo Gaddi,per eflerc Giotto Tuo maeftro andato a Milano gli fecero tare il modello, edifegnod.el ponte vecchio,dandogli cura,che lo facefte condurre a fine piu gagliardo,& piu bello,che poilibile fufle,ed eelbnon perdonando,ne a fpela,neafarica,lò fece con quella gagliardezza di (palle,e con quella magnificenza di volte tut* tedi pietre riquadrate con lo fcarpello,chefoftieriehoggfvèntiduebotteghe per banda,che fono in tutto quarantaquattro,con grand’ vtiledel comune., che ne cauaua Tanno fiorini ottocento di fìtti. La lunghezza delle volte da vn canto all’altro è braccia trentadue,& la ftrada del mezzo Tedici, Si quella del le botteghe da ciafcuna parte brace otto : per laquale opera, che corto felfan ta mila norini d’oro,non pur meritò’allora Taddeo lode infinita, ma ancora hoggi n’è piu,che mai comendato,poi che oltre a molti altri diIuuij,rionè Ila tò rnofio Tanno 1557.adi ij.di Settembre,da quello,che mandò a terra il pon te a fan ta Trinita,di quello della Carraia due archi,e che fracafsò in gran par te il Rubaconte,e fece molt'altre rouine,che fono nòriilìme.E veramente nò è alcuno di giudizio,che nòn ftupifca,non pur non fi marauigli, confideran* do,cheil detto ponte vecchio in tanta (Grettezza loftenerte immobile Timpe todelTacque, de’legnami,e delle rouine fatte di fopra^e con tanta fermezza. Nel medefimo tempo fece Taddeo fondare il ponte a Tanta Trinita; che fu fi* nito manco felicemente Tanno 1346.000 fpcfà di fiorini ventimila d’oro, di* co mèn felicemente,perche non eflendo (late limile al.ponte vecchio, fii inte raméte roumato dal detto diluuio dell’ano 1557. Similmente,fecódò l’ordine di Taddeo fi fece in detto tempo il muro di coda a s. Gregorio c5 pali a cartel lo,pigliando due pile del p9nte,per accrefcer alla città terreno verfo la piazza de mozzi,e feruirfene,come fecero a far le mulina,che vi fono. Mentre,che con ardme,&:difegno di Taddeo fi fecero tutte quelle cofe, perche non reftò pet quello di dipigneie,lauoró il tribunale della mercanzia vecchiajdotiecó poetica inuenzionefiguròil tribunaledifei huomini, che tanti fono iprinci pali di quel magiftrato,chè fta a veder cauar la lingua alla bugia,dalla uerità, laquale è yeftita di velo fuIignudo,&: La bugia coperta di nero,co quelli ver* fifotto, r
Ti pura ucntd per ubbidire AUu finta Gwftizidyehe noti tdrtii i
- ìiCauaUlinguaaUafalfitBugiarda, /ss. >’.r>\ v-ur:.. < .. *
E fintola ftoria fono quelli verfi* -om i ,
Taddeodipinfequefiobelrigcftro; j-,Ts1 -
Difcepòl fu di ciotto il buon tnacftro.
Fu fattogli allogazionein Arezzo d’alcunilauori in frelco,iquali ridufteTad deo con Giouannida Milano Tuo difcepolo,alTult»ma perfezzione ; &dique fli ueggiamo ancora nella compagnia dello fpiritolantovnaftoria nella faccia delTaltar maggiore, dentrouil a paflìone di Chrifto con molti caualli, & i ladróni in cròcei cola tenuta b‘elliftìma,per la cófiderazione, che moftrò nel metterlo in croce.- Doue fono alcune figure, che uiuamente efprefle, dimo- llr ano la rabbia de Giudei, tirandolo alcuni per le gambe con vna fune, altri porgédolalpugna,&altriin varie attitudini ; còme il longino che gli parta il coftato ,& i trefoldati,che fi giuocano la velie; nel-vifo de’ quali fi feorge Jalperanza,&iitimòrendtrarrededadi;Ilprimodicoitoro armato,ftà in at
tini titudinedifagiofa,afpettando la volta Tua,& fidimoftra tanto bramoso di tirare,che non pare che e Tenta il difagio, l’altro inarcando le ciglia,con la boc ca,ecón gl’occhi aperti,guarda i Dadfiper folpetto quali di fraude: & chiara« menredimoftraachilo confiderà il bilogno,e la voglia,che egli ha di vince« re. Il terzo,che tirai Dadi , fatto piano della verte in terra,col braccio tremo lantepar cheacenni,ghigando voler piantargli. Similmente per lefaccie del lachielàfi veggono alcune ftorie di S. Giouanni Euangelifta ; eper la Città altre cofe, fatte da)Taddeo,che fi riconofcono, per di Tua mano da chi ha giu dizio nell’arte. Veggonfi ancora hoggi nel Vefcouado, dietro all'altare mag gior alcune ftorie di S. Giouanni Battiftajequalicqn tanto marauigliofa ma niera ,e difegno fono lauorate,che lo fanno tener mirabile. In S. Agoftino, alIacapelladiS. Sebaftiano,allato alla fagreftia, fece le ftorie di quel Martire & vna difputa di Chriftó con i Dottori,tanto ben lauorata, e finita, cheè mi racolo a vedere la bellezza ne’cangianti di varie forti, e la grazia ne’colori di quelle opere finite per Eccellenza. In Cafentino nella chiefa del Sarto della VerniadipinfeIacapcIIa,doueS.Francefco ricèuettele ftimmate,aiutato nel le cofe minime da Iacopo di Calentino, che mediante quella gita ditiéne Tuo dilcepolo. Finita cotaleopera,infieme con Giouanni milanele, fe ne tornò a Fiorenza,doue nella Città,e fuori fecero Tauole,e pitture alfailsime, e d’importanza ; e in pròcerto di tempo guadagnò tanto » facendo di tutto capitale, cheHiedeprincipio-alla ricchezza, & alla nobiltà della Tua famiglia eflendo tenuto Tempre lauio,&accorto huomo.Dipinfe ancora in Tanta Maria No« nella il capitolo,alloga togli dal prior del luogo,che gli diede l’inuenzione.1 Bene è vero,che per eftereillauoro grande,& perelferfi fcoperto,;in quel té« po,che fifaceuano i ponti,il capitolodifantoTp:rito,congrandifiamafama di Simone Memmi»chérhaueua dipinto,venne voglia al detto priore,-di chia- mafrSimonc alla metà di queft’opefa, perche conferito il tutto con .Taddeo, Io trouòdi ciò molto contentojpercio che amauafommamente-Simone, pcr èrtergli flato con Giotto condifcepolo,e Tempre artiorcuóìe amico , e comp’ai gno.Oh animi veramente nobili,poi che fenza emulazione,ambizione, o in« uidia v’amafte fraternamente l’un l’altro,godendo cialcuno coli dell’honor, • pregio dell’amico,come del proprio.- Fu dunque fpartito il lauoro,’ Sedato ne tre facciate a Simone,come dilli nella Tua vita,& a Taddeo la facciata fini- tira,e tutta la uolta,laquale fu diuila da lui in quattro fpicchi,o quarte fecondo gl’andari d’ella uolta.Nel primo fece la refurrezzione dì Ghnfto,doue pa* re,che e volefie rentare,chelolplendordel corpo glorificato facefle lume,co nte apparifeein una città,& in alcuni fcogli di monti ; Ma non leguitò di far Io nelle figure,e nel refto,dubitando forfè di non lo potere condurre, per la difficultàjcheui conolceua.Nel fecondo Ipicchio fece Ielu Chrifto,che libee ralàn Piero dal naufragio ; doue gl’Apoftoli,che guidano la barca, fono certamente molto begli j e fra lai tre cofe vno, che in fu lariua del mare pelea a le za; cofa fatta prima da Giotto in Roma nel mufaico della nane di san Piero,è clprelfo con graridiflima,& uiua affezzione.Nel terzo dipinlel’afcenfione di Chrifto,& nell’ultimo lauenuta dello fpiritofanto,doue nei Giudei,che alla porta cercano volere entrare,fi ueggono molte belle attitudtni di figure. Nella faccia di fotto fono le fette feienze con i loro nomi, 6c con quelle figu-re fimo,che a ciafiuna fi conuengono. La grammatica in habito di Donna, con una porta,infegnàdo a un pu tto,ha (òtto vii fé a federe Donato fcrittore. Dopo la grammatica fegue la Rettonca,& a piè di quella una figura, che ha due mani a libri,&una terza mano fi trae difouo il mantello^Te la tiene ap (preflo alla bocca.La Logica ha il (erpete in mano fiotto un velo,& a piedi Tuoi Zenone Eleate,che legge. L’Aritmetica tiene le tauole dell’Abaco, e fiotto lei fiedeAbramo inuentor di qlla. La Mufica ha gl’iftrumenti da fonare,e (otto lei fiedeTubalcaino,che batte con due martelli (òpra vno Ancudine, e ftà ca gl’orecchi attenti a quclfuono. La Geometria ha la fiquadra,et le fiefte, Se da, bado Euclide. L’AUrologia ha la sfera del cielo in mano,e (òtto i piedi Ariate. Dall’altra partefieggono fette faenze Theologiche, Se ciaficunaha (otto di fe quello fiato,o condizioned’huomini^chepiu fe leconuiene, Papa,Impera tore,Re,Cardinali,'Duchi, Vefcoui, Marchéfi, Se altri. & nel uolto.delPapa è il ritratto di Clemente quin to.Nel mezzo, e piu alto luogo è fan Tommafò, d’Aquino,chedi tutte le ficienze dette, fili ornato j tenendo fiotto i piedi alcu* ni heretici,Ario,Sabellio,& Auerrois,egli fono intorno Mofie, Paulo,Giona ni euangelifta,& alcune altre figure,che hanno (opra lequattro Virtù Cardi* nali,& le tre Theologiche,con altre infinite confidcrazioni, efprefie daTàd-. deo con difegno,&grazia non piccola > in tato che fi può direfier fiata la me gliointefia,&i. quella,che fi èpiucomeruatadi tuttelecofefiue.Nellamedefi- ma (anta Maria Nouella .fioprail tramezzo della chie(a,fece ancora vn s. Gie* rcnimo veftito da Cardinale,hauendo egli diuozione in quel fianto,&p prò- tettor di fiua cafiaelegédolo, efotto elfio poi Agnolo fuo figliuolo, morto rad deo,fecefare a ideficendenti vnafipoltura^operta con un lapide di marmo con Tarinedc'Gaddi.j A i quali defcendentiGieronimo Cardinale,per la boi* tà di Taddeo,& p i ineriti loio*hairapetrato.da Dio gradi horreuohlfimi -nel lachiefia,chericati dicamera,vefcòuadi, Cardinal, ppòfiture, e cavalierati ho noratifiuni. Iquali tutti difeefi di Taddeo in qualunche grado,hanno fèmprc (limato,e fauoriti i begli ingegni,inclinati alle cole della (cultura, pittura, Se quelli con ogni sforzo loro aiutati. FÌnalmente,elIendo Taddeo venuto in.e- tà di cinquanta anni,d’atrocillima febbre percoifo,pafsò di quella vita Tanno 1350. lafciando Agnolo fuo figlinola,& Giouanni,cheattendefieròalla pimi ra,raccomandandogli a Iacopo di Caféntino perii cofiumi del viuere,e a Giou.anni da Milano per gTammaeftramèntj dell’arte. Il qual Giouàni.oltr’a moi te altre co fe, fece, dopo la morte diTàddeo mia tauòla,che fu polla in s. Croce all’altare di s.Gherardo da Villa magna,.quattordici anni dopo,che era ri- mafo fenzail fuo maeftro ; Se fimilme'ntela tauoladell’altar maggiore d’ogni fanti,doueftauana 1 fiati humiliati,che fu tenuta molto bella: Se in AfcefiU tribunaddl’altar maggiore,douefece un crucififiò,lanoftra Donna, Se (anta Chiara -, e nelle facciate,6c dalle bande hiftorie della N.Donna. Dopoanda tolènc a Mila nò,ui lauorò.mohe.operea tempera,& m frefco>& finalment2 vi fi morì. Taddeo adunque mantenne con tinuamence la maniera di Gioì co,ma non però la migliorò molto,(àluo,che nel colorito,ilquale fece piu fre ico,e pm viiiace,che quello di. Giotto j.hauendo egli anelo tanto a migliora* se Tal tre par ti,e difiìcultà di quella arte,che ancorché a quella badafle,nó po lette pesohauer graziadi farlo3 Là.do.uejhauèdo veduto Taddeo quello »che .. 1 ,v haueua-haueua facilitato Giotto,& imparatolo,hebbe tépo d*aggiugnerequalche co» fa,e miglioraieil colorito. Fu fepolto Taddeo da Agnolo, & ciouàni Tuoi fi» gliuoli in Tanta Croce nel primo chioftro,e nella fepoltura,ch’egli haueuafat ra à Gaddo Tuo padre ; e fu moltn honorato co verlì da’ vir moli di quel tépo, come fiuomo,'che molto Haueua meritato p coftumi,e p hauer codotto có bel ’ordine,oltre allepitturejmoltefabriche nella Tua città cómodiffime: & oltr‘ qllo,che s’èdetto,per hauerefollecitamente,e co diligéza elleguita la fabrica del c.tpaniledi S.M del Fiore,col difegno lalciato da Giotto luo maeftro : ila quale dipanile fu di maniera murato,che no poflono cometterfi pietre có piu diligenza ; ne farli piu bella torre,p ornamento,per fpelé,& per dilegno.L’epitaffio,che fu fatto à Taddeo,fu quello,che qui lì legge.
Hoc uno dici poterat Flortntia jtlix Viuentc : at certa ejlnon potuijjc mori.
Fu Taddeo molto reloluro nel dilegno,come lì può vedére nel noftro lib.do^-. uMdifegnatadifuamaho la ftoria,che fece nella capella di S. Andrea in S,cro ce di Firenze, • Il fine della vita di Taddeo gaddipittor Fiorì