E a coloro, che fi affaticano, per venire Eccellenti in qua!
che virtù,non troncaflebenelpertblamorte,n£Ì migliori anni il filo della vita, Non ha] dubbio , che’molti ingegni periterrebbono a quel grado, che da elsi,e dal mondo pin
fi.defidera. Mai]cortoviueredegl’huomini,eracerbifi» de’Vartj accidenti,che da tutte le parti ne lopraftano, ce 1: togliealcuna fiata tropo p'tépojcome apto fi potette cono
feere nel poueretto Berna Sancir. Ilqualeancora chegiouane moriile, lafciò
nodimeno tant’opere,che egli appare di Iunghifsimavita’E lafciolle tali, e fi
fatte,cheben fi può credere da quella moftra, che egli larebbe venuto Eccel-
lente,e raro,fe non furte morto lì torto. Veggonfi di filo in Siena,in due capei
la in S, Agoftino alcune, ftoricttc di figure in ftefeo. E nella chiefa era in vna
fac«faccia,hoggi per farui capelle data i ouinata, vna doria d’un gioitane menato alia Giuditia, eofi benefattaquantofiapofsibileimmaginarfi, vedendo firn quello efprefla la pallidezza', e il timore della morte, in modojfomiglianti 2I vero’, che meritò perciò lèmma lode: Era acanto al Giouane'.detto vn frate che lo confortaua molto bene atteggiato, e condotto: & in fòmma ogni colà di quell’opera cofi viuamenté lauorata, che ben paruc, che in quell’opera il Berna s’immaginafle quel cafo horribilifsimo, come decedere, e pieno di a- cerbifsimò,e crudo fpaucnio, poi che lo ritraile coli bene col pennello, che la cofa della apparente in atto, non mollerebbe maggiore allctto. Nella Città di Cortona ancora,dipinfe oltre a molte altre còlè, fpàrfe ì.piu luoghi-di quel la Città,la maggior parte delle volte, e delle faccia re dcllàchiefa di S Marghe rita,douehoggi danno frati Zoccolanti. Da Cortona andato a Arezzo lamio 1369. quando apunto i Tarlati già ftati-Signort di: PietraMalaì, haueuanoin quella Città fatto finire il conuento, e il corpòd'ella thiefadiSi Agoftinoda Moccio fcultorc^ architettore Sanefe: Nelle minori nauate del-quale haue uano molti Cittadini fattofare capelle, Sepolture perle famiglie lorayil Ber navi dipinfe a fre.fco nella capella di Iacopo alcune doriette delia* vita di
quel fanto: efopra tutte molto vihame.nteladorii di Macino Barattière:!!^ quale hauendo per.cupidigia/di danari dato, e fattone feruta di propria ma* no, ranima al/Diauolo, fi raccomanda a S.,Iacopo jp'erche lo, lihcrida:quella proim.fla. nientre vn Diauolo, cpllmodrargli lo fedito gli fa la maggior cala ^a del mondo. Nelle quali tutte figure efpreficiLRctna con molta viuacità r gl’affetti dell’animo ; fi particolarmente nel vifo di Marino, da vn tato la paur- ra.,e dall’altro lafede /e licurezza, che gli fa fperart da S; Iacopo la fualibcra- zione. fe bene fi vede ipeontroi.fDiauolo^ bruttò a maràuigBà ,,che pronta® mente dice,e modra le fue ragioni al fanto,che dopo hauere indotto in Mari no edremo pentiméto del peccato,e promefla fattalo libera, e tornalo a Dio. Queda medefima dona-, dice Lqrenzo.Ghibertr,eradrmaho del medefimo m S. Spirito di Firenze, inanzi ch’égli ardefle, in vna capella de’Capponi inti tolata in S. Niccolo. Dopo qued’operadunque, dipinfe il Berna nel Vefco* uadod’Arezzo,per M. Giuccio’di Vanni Tarlat: da Pietra Mala, in vna capei la,vn CrucififTogrande,eapicdcllacroce vnaN. Donna,S. GiouanniEuan gelida,cS. Francefco in atto medifsimo. E vn S. Michelagnolo con tanta di« ligenza, che merita non piccola lodej e mafsimamente, per eflèrfi cofi ben màtenuto,che par fatto pur hieri. piu di fotto è ritratto il detto Giuccio ginoc chioni, e armato a piè della croce. Nella picue della medefima Città lauorò alla capella de’Paganelli molte dorie di N. Donna, e vi ritrafTe di naturale il beato Rinierijhuomo tanto,& profeta di quella cafata, che porge limofine,a molti poueri, che gli fono intorno. In S. Bartolomeo ancora dipinfe alcune ftorie delTedamento Vecchio, eia doriade’Magi. E nella chiefadello fpi- rito finito fece alcune dorie di S. Giouanni Euangelifla, Se in alcune figure il ritratto di fe, e di molti amici fuoi,nobili di quella Città . Ritornato dopo quedeopere alla patria fua,fece in legno molte pitture,e piccole,cgrandbma non vi fece lunga dimora j perche condotto a Firenze, dipinfe in S. Spirito la capella di S. Nicolo,di cmhauemo di fopra fatto menzione, chefu molto lo* data,<Sc altre cofc che furono cófumare dal miferabil’ Incendio di quella chiefa.In S.Gimignanodivaldelfalauoròafrefco nella pieue alcune (loriedelTc {lamento Nuouo,lequaIi hauendo già affai prefio alla fine condotte, ftrana- mente dal ponte a terra cadendoci pedo di maniera dentro, e fi fconciaméte s’in {ranfie, eh’ in fpazio di due giorni,co maggior dàno dell’arte,clic filo,che a miglior luogo fe n’andò,pafsò di quella vita. E nella pieue predettai S. Gimi gnanefi,honorandolo molto nell’efiequie, diedero al corpo fino honorata fe- poltura ; Tenendolo in quella (lefia reputatione morto,che viuo tenuto l’ha oeuano, e no cefiando per’ molti mefi d’appiccare intorno al fepolcro fuo e- pitaffij latini, e vulgari, per edere naturalmente gl’huomini di quel paefede diti alle buone lettere ; Coli dunque all’honefte fatiche del Berna reterò pre* mio coriueniente, celebrando con iloro inchioftri chi gl’haueua honorati co lefuepitture. •• ■ f ’ • ■ -T1 f r ' ?> <
Giouanni da Afciano, chefu creato del Berna, condufieaperfezzioneil rimanente di quell’opera. E fece m Siena nello (pedale della ficaia alcune pit ture,e cofi in Fiorenza nelle cale vecchie de’Medici alcun’altre,chegli diede* ro nome affai. Furono l’opere del Berna Sanefe nel 1381. E perche oltre a quel lo,che fi è detto,difiegnò il Berna a(Tai commodamente,e fu il primo, che co- minciafie a ritrarre bene granimali, come fa fede vna carta di (ua'Mano, che è nel noflro libro Tutta piena di fieredi diuerfe ragioniregli merita d’efieré fommamente lodato, e che il fuo nome, fiahonoratò dagl’Artefici. Fu anche fuo difcepolo Luca di Tome Sanefe,il quale dipinte in Siena j e per tutta Tofcana mòlteopere,e particolarmentelaTaUóla,ela capella,cheèinS. Doi menico d’Arezzo della famiglia de’Dragomanni; laquale capella, cheèd’ar-. chitettura Tedefca fu molto bene ornata, mediante dettaTauola,eil lauoro, che vièinfrefco,dallemani,edalgiudizio,e >ngegnodiLuca Sanefe.
Fine della Vita del Berna pittore Sanefe;