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PRIMA PARTE
VITA DI SPINELLO ARETINO PITTORE.'
S s END o andato ad habitarc in Arezzo,quando vna volta,fra f
altre,furono cacciati di Firenze i Ghibellini, Luca spinelli, gli
nacque in qlla città vn figliuolo’, al quale pofe nome Spinello t
tato inclinato da natura all’efiere pittore, che quali Fenza Mac
ftro,cfiendo ancor fanciullo,feppe qllo.che molti efercitati foi
to la disciplina d’ottimi maeftri nò fanno j c qllo,che è piu, hauendo hauuto
amicizia con Iacopo diCafentinométrelauoròin Arezzo, e imparato da lui
qualche cofa,prima che filile di veti anni,fu di gran liìga molto migliore Ma®
ftro,cofigiouane,che elio Iacopo già pittore vecchio,non era. Cominciando
duq; Spinello a eller in nome di buon pittore,M.Dardano Acciaiuoli,hauea
do fàttofàbricardachieladi S, Niccolo alle Tale del papadietro S,MariaNa
' . uclla «ella,nella via della Scala, &in quella dato fepol tura a vn foo fratello Vefco- uo, fece dipignere, tutta quella chiefa a frelco di ftoriedi S. Niccolo Vefeouo di Bari, a Spinello, che la diede finita del tutto l’anno 1334. cflendoui fiato a lauorarcdue anni continui. Nellaquale opera fi portò Spinello tanto bene, coll nel colorirla, come nel difegnarla, che infino a i di noftri fi erano benifi» fimo mantenuti i colori,& cfprefta la bontà delle figure, quando pochi anni fono furono in gran parte guafti da vn fuoco, che difauedutamente s’appre* fe in quella chiefa, fiata piena poco accortamente di paglia da non difcieti huomini,chefencferuiuano per capann a,o monizione di paglia.Dalla fama di queft’opera tirato Mefier Barone Capelli Cittadino di Firenze, fecedipi- gnere da Spinello nella capella principale di s. Maria Meggiore molte ftorie della Madonna a frcfco,&alcune di s. Antonio Abate, & apprefio lafaggra zione di quella chiefaan tichifsima,cófegrata da Pafquale Papa. . di quel no me,il che tutto lauorò Spinello cofi bene,cheparc fatto tutto in vn giorno,e non in molti mefi,come fu. Apprefio al detto Papaèil ritratto d'eflo Mefier Barone di Naturale in habitodi que’tempi,molto ben fatto, e con bonifsimo giudizio. Finita quella capella lauorò Spinello nella chiefa del Carmine in firefcola capella di s. Iacopo,e s. Giouanni Apoftoli,douefral’altrecofeèfat* ta con molta diligenza quando la moglie di Zebedeo madre di Iacopo doma da a Giefu Chrifio, chefaccia federe vno de’figliuolifuoi alla deftra del padre nel regno de’cieli, e l’altro alla finiftra ; E poco piu oltre fi vedeZebedeo, Iacopo, c Giouanni abandonarelereti, efeguitar Chrifio con prontezza, c maniera mirabile. In vn’altra capella della medefima chiefa,che è a canto ala la maggiore,fece Spinello pur a ftefeo alcune ftorie della Madonna, egl’Apo. quando inanzial trappaflar di lei le A ppariicono innanzi miracolofamente: E cofiquado.ella muore, e poi è portata 1 ciclo dagl’Angeli. E percheefiendo la ftoria grandela picciolezza della capella non lunga piu che braccia dicci,& alta cinque, non capiuail tutto, emafsimamentel’afionzioned’efia noftra Donna,con bel giudizio fece Spinello voltarla nel lungo della ftoria, da vna partedoueChrifio, e gPAngeli la riceuono. In vnacapella in s. Trinitafece vna Nunziata in frefeo molto bella: E nella chiefa di s. A portolo nella Tauo- ladell’Altar maggiore a temperaifecelospirito fanto, quandoè Mandatofo pra gl’Apertoli in lingue di fuoco .in s. Lucia de’ Bardi fece Umilmente vna Tauoletta,ein s. Croce vn’Altra maggiore,nellacapelladis. Giouanni Batti fta,chefu dipinta da Giotto.
Dopo quefte cofe,efiendo da ifefFinta Cittadini,chegouernauano Arezzo,per lo gran nome;che haueua acquiftato,leuorando in Fiorenzasla richia •mato : gli fii fatto dipignere dal Comune nella chiefa del Duomo Vecchio fuor della Città la ftoria de’Magi,c nella capella di S.Gifmondo,vn fan Dona to,checon la benedizionefa crepare vn ferpente. Parimentein molti pilaftri di quel Duomo fece diuerfe figure, & in vna facciata la Madalena, eh e in cafa di Simone,vnge i piedi a Chrifio,con altre pitture; dellequali non accade far mézione,efiendo li oggi quel tempiojche era pieno di fepolture, d’olla di fan ri,& d’altre cofe memorabili, del tutto rouinato. Dirò bene, accioched’elio almeno rcfti quefta memoria, cheeflédo egli fiato edificato da gl’Aretini piu di mille, c trecento anni fono allora,che di prima vennero alla tede di Giefu Chrifto', conuertiti da s. Donato, ilquale fu poi Vefcouo di quella Città*} % gli fu dedicato a fuo Nome, 3c ornato di fuori,e di dentro riccamen te di (pò* glie antichiisime. Era la pianta di quello edilìzio,del quale lì è lungamente, altroue ragionato,dalla parte di fuori m ledici facce diuifa,e dentro in otto,e tutte erano piene delle fpoglie di que’tempij, che prima, erano flati dedicati, a gl’idoli: E in fontina egli era quanto può efièr bello vn coli fatto tempkxa» tichilsimo,quandofu rouinato.Dopo le molte pitture fatte in Duomo,dipin fcSpinelloin S. Francefco, nellacapellade’MailupiniPapaHonório, cjuan- do conferma, & appruoua la regola dello fanto,ritraendoui Innocézio.quara to di Naturale,douuque egli fe Thaueflè.Dipinfe ancora nella medefima chic fa,nella capelladi s.Michelagnolo molte ftorie di lui,li doue fi fuo nano le ea pane,E poco di lotto allacapella di M. Giuliano Baccio vna Nunziata con al tre figure,che fono molto lodatejequali tutteopere fatte in quella chiefa tua fono lauorateafrefcocon vna pratica molto rilblti ta dal 1334. infino al 1333. Nella piene poi della medefima Città dipinfe la capella di s. Piero, e s. Paulo, di fottoa ella,quella di s. Michelagnolo, e per la fraternità di s. Maria della milèricordia,pur da quella banda, infrefeo la capella di s. Iacopo,e Filippo,c {opra la porta principale della Fraternità,ch’è in piazza,cioè nell’arco, dipinfe vna Pietà, con vn s. Giouanniarichieftade’Rettori di ella fraternità, laquale hebbe principio in quello modo. Cominciando vn certo numero di buoni, c honorati Cittadini a andare accattando limofine, per i poueri vergognofi,*? afouuenirgli in tutti i loro bifognijTannodellapeftedel i348.per lo gran no meacquiftato da que’buon’huomini alla fraternità, aiutando i poueri,gl’in fermi, fepellendo morti,e facendo altre fomiglianti opere di charità, furono tanti 1 lafcije donazioni,e l’heredità,che le furono lafciati,che ella hereditò, il terzo delle ricchezze d’Arezzo. E il fimileauuenne Tanno 1383. che fu fimil mente vnagran pelle. Spinello adunque, eflendo della compagnia, e toccan, dogli fpefio a vifitare infermi, fotterrare morti,e fare altri cotali piifsimi efer cizij,chehanno fatto femprei migliori Cittadini, e fanno anch’hoggi di quel la Città, per far di ciò qualche memoria nellefue pitture, dipinfe per quella compagnia nella facciata della chiefa di S. Laurentino, e Pergentino vna Ma donna, che hauendo aperto ^dinanzi il Mantello ha fiotto elio il popolo d’A- rezzo, neiquale fono ritratti molti huomini de’primi della Fraternità di Na* turale,con le Tafcheal collo,e co vn martello di legno in mano,fimile a quel* li,che adoperano a picchiar gl’vfci quando vanno a cercar limofine. Parimen tenellacompagniadelIaNunziatadipinfe il Tabernacolo grande, che èfuo ri della chiela,e parte d'un portico che Tè dirimpetto,e la tauola della compa gnia,doueèfimilmente vna Nunziata a temperala Tauola ancora, chehoggi è nella chiefa delle Monache di S. Giulio, doue vn piccolo Chrillo, che è in collo alla madre fpola S, Chaterina,có fei floriette di figure piccole de’fàc ti di lei, è fimil mente opera di Spinello,e molto lodata. Ellendo egli poi có* dotto alla famola Badia di Camaldoli in Cafen tino,Tanno 1361. fece ai Romi ti di quel luogo la Tauola dell’Aitar maggiore, che fu leuata Tanno 1339.qua doeflèndo finita di rifare quella chiefa tuttadi nuouo, Giorgio Va fari fece vna Nuoua Tauola,e diplfe tutta a frefeo la capella maggiore di quella Badia il tramezzo della chiefa a frefco,e due Tauole . Di li chiamato Spinello a Fi-»renze/renze da Don Iacopo d’Arezzo, Abate di S. Miniato in monte, dell’ordine di i> Monte Oliueto,dipinfe nella volta,e nelle quattro facciate della sae^efiia di quel MonaBerio oltre la Taxiola delimitare a rempe^molte Borie della vira r di s Benedetto a frefco con molta pratica,e co vna gran viuacità di colori ; ini parata da lui, mediante vn lungo efercizio, & vn continuo lauorare con Bu* dio,edifigeza,comein vero bifognaachi vuoleacquiBar vn’Arte pérfcttamé te. Hauendo dopo quelle cole il detto Abate,partendo da Firenze,hauuto in gouerno il wonaft.di s.Bernardo del medefimo ordine nella fua patria,apiuo ! quando lì era quali del tutto finito in fui fito,concedutodou’era apunto il co !ofseo,da gl’Aretini a que’Monacijfèce dipignere a Spinello due capelle a frc ( ico'jHie lòno allatoalla Maggiore,e due altre che mettono in mezzo la porta, - chevain choro,nel tramezzo della chiefa. In vna dellequali,che è allato alla i maggiore,è VhaNuziata a frefco fatta con grandils.diligenza,8c in vna fàccia allato a quella è qn la Madonna fate i gradi del tcmpio,acc6pagnata da Giouac chino,& AnnaiNell’altra capella è vn crucifilfocon la Madonna,e s. Gio.che lo piangono,&in Ginocchioni vn s. Bernardo, cheTadora. Feceancora nel la faccia di dentro di quella chiefajdoueèPAltaredelIaN. Donna,ella Vergi ne col figliuolo in ce llo, che fu tenutafigurabellilsima,infiemeconmoIteaI tre,che egli fece per quella chicfa :lopra il coro dellaqualedipinle la N. Don na,s. Maria Madalena, es. Bernardo molto viuamente. Nella piene fimilmen te d’A rezzo, nella capella di s. Bartolomeo fece molte Borie della vita di quel fanto,E a dirimpetto a quella nell’altra Nauata nella capella di s. Matteo,che è fotto l’organo,eche fu dipita da Iacopo diCafen tino fuo Maeftro,fece oltre a moire Borie di quel lanto, chefono ragioneuoh nellavoltain certi tondi,i quattro EuangeliBi in capricciofa maniera : percioche lopra i buBi,e le mem bra humane,fece a s.Giouanni la teBa d’Aquila,a Marco il capo di Lione,a La ea di Bue,^ a Matteolòlo la faccia d’huomo,cioèd’Angelo.Fuor d’Arezzo an cora,dipinle nella chiela di s. Stefano ; fabricata da gl’Aretini fopra molte co* ionnedi granitì, e di marmi ; perhonorare,econferuare la memoria di molti Martiri, che fiuonoda Giuliano ApoBatafatti morire in quel luogo 5 molte figure,e Borie con infinita diligenza’, e con tale maniera di colori, che fi era* nofrefchilsima conferuateinfinoahoggi quando,non molti anni fonofuro norouinate. Ma quello,chein quelluugoera mirabile,oltreIefioriedis. Stc fàno,fattein figure maggiori,che il viuo non è; era m vna floriade Magi vede re Giulèppo allegro fuor di modo,per la ven u ta di que’Rè, da lui confiderati con maniera hellilsima,mentre apriuanoi ValldeiloroTeforijegl’olferiiTa* nò. In quella chielà medefima vna N. Donna, che porgea Chrifio fanciulli« novna Rola era tenuta,&è, come figura bellilsima, edeuota,in tanta venera zioneapprelTogl’Aretini,che lènza guardare a niunadifficultà,o fpela,quan do Rigettata per terra la chiefa di Santo Stefano, tagliarono intorno- a ella* ilmuro, & allacciatolo ingegnofamente, la portarono nella Città , collo* candolain vnaehiefetta,per honorarla, come fanno,conlamedefimadeuo- 2Ìone,cheprimafaceuano. Ne ciopsia gran fatto * percioche eflendo Baco* proprio, e cofa naturale diSpineilo dare alle lue figure vna certa grazia feni-' plice,che ha del modeBo,e del fan to 3 pare che le figure,che egli fece de’fan ti, emafiimamenteddlavergine,fpirino vnnonfo,che di fan to,e di diuino,che
tiragl’huominiad haucrlein fommareuerenza,come fi può vedere,oltre all* detta,nella N. Donna,che è in lui canto degl’Albergetti, & in quella, ch’è iti vna facciata della pieue dalla parte di fuori in fetcria, c Umilmente in quella, che è in lui canto del Canale della medefima forte. E di mano di Spinello an coiai in vna facciata dello Spedale dello fpi rito fan to’, vnaftoria quando gli A portoli lo riceuono, che è molto bella, e cofi le due ftorie da balio, douc S. Cofimo,eS. Damiano tagliano avn MOLO morto vna gamba fana, per appiè caria a vn infermo,a chi eglino ne haueuano tagliato vna ffacida. E parimcn teil N olirne tätigere bellifsimo, che è nel mezo di quelle due opere. Nella com pagnia de’Puraccioli, fopra la piazza diS. Agoftino1, fece in vna cäpellavna Nunziata molto ben colorita,e nel chioftro di quel conuentolauo'rò a frefeo ma N. Donna,&vn s. Iacopo,e S. Antonio; cginocchioni vi ritraile vn ibl- dato armato, con quelle parole: Hoc opus fecitfieri ClemcnsPucci deMon re Catino, cuius corpus iacethic&c. Anno Domini 13 67, Diex v; Menfis Maij. Similmente lacapella,cheè in quella chiela,di s. Antonio', co altri lan ti,fi conofce alla maniera,che fono di mano di Spinellofilquale poco poi nel* lo fpedalc di s. Marco,che hoggi è Monafterio delle monache di s. Croce,per cller il loro Monaftcrio,che era di fuori,?fta:o gettato per terra, dipinle tutto vn portico,con mol te figure ; c vi ritraile per vn s. Gregorio Papa, che è a can to a vna Mifericotdia,Papa G regorio Nono di Naturale.
La Capella di san Iacopo , c Filippo, clic è in fan Domenico della medefima città,entrando in Chiefa,fu da Spinello lauoratain frelco con bella, erilolu* ta pratica,come anchora fu il sant’Antonio dal mezzo in fu, fatto nella faccia ta della Chiefa fua, tanto bello che par viuo, in mezzo a quattro ftorie della fua vita', lequali medefime ftorie, e molte piu della vita pur di sant’Antonio, fono di mano di Spinello Umilmente nella Chiefa di san Giuftino, ncllaCa* pella di sant’Antonio. Nella Chiefa di san Lorenzo fece da vna banda alcu* ne ftorie della Madonna, e fuor della Chiefa la dipinfc a federe, lauorando a frefeo molto graziofamente. In vno fpedaletto, dirimpetto alle monache di santo spirito vicino alla porta,che va a Roma, dipinfc vn portico tutto di lua manò.moftrando in vn Chrifto morto in grembo alle Mane, tanto ingegno c giudizio nella pittura,che fi conofce hauere paragonato Giotto neldifegno eauanzatolodigran lunga nel colorito, figurò ancora nel medefimo luogo Chrifto a federe con Lignificato Teologico molto ingegnolàmente hauendo in guifa fituato la Trinità dentro a vn fole, che fi vededaciafcuna delle tre fi gure vfcirci medefimi raggi,5c il medefimo fpIendore.Ma di queft’operacon grandanno veramente degl’amatori di queft’arte,cauuenuto il medefimo, che di molte altre, effondo ftata buttata in terra per fortificare la città. Alla compagniadelIaTrinità fi vedevo Tabernacelo fuor della Chiefa, da Spinello benifsimo lauorato a frefeo dentroui la Trinità,san Piero, E san Cofano, e san Damiano vediti con quella forte d’habiti, che vfauano di portarei medici in que tempi.’ Mentre che queft’opere fi faceuanofu fatto Don Iacopo d’A* rezzo Generale della Cógregazione de Mot’ Oliucto,dicianoucanni poi,che haueua fatto Uuorare,come s’e detto di fopra molte cole a Firenze,de in Arez zo da erto Spinello; perche ftandofi, fecondo la confuetudine loro a Monte Oliueto Maggior di chiufari in quel di Siena, come nel piu honorato luogo di quella religione j gli venne defiderio di far fare vna bellifiima Tauolain quelluogo, onde mandato per Spinello, dalqualealtravoltafi trouaua edere {tato bemfiimo fer uito, gli fece fare la Tauola della Capei la maggiore a tempera Ì nellaquale fece Spinello in campo d oro vn numero infinito di figure, Fra piccole,e grandi con molto giudizio ; fattole poi fare intorno un’ornamen to di mezzo rilieuo, intagliato da simone Cini Fiorentino, in alcuni luoghi, con gefiò a colla vn poco lodo, o vero gelatole fece vn altro ornamento, che riufci molto bello,‘che poi da Gabriello saracini fu mefiò d’oro ogni cofa. Il- quale Gabriello a pie di detta Tauola fcride quelli tre nomi.Simone Cini Fio Tentino fece l’intaglio:Gabriello saracinila meiled’oro, espinellodi Luca d’Arezzo la dipinfel’anno 1385.Finita quell’opera spinello fe ne tornò a Arez zo,hauendo da quel Generale,e dagl’altri Monaci,oltr’al pagamento^ riceu- uto molte carezze: Ma non vi {lette molto:perche, efiendo Arezzo Trauaglia ta dalle parti guelfe ghibelline,e fiata in que’giorni Taccheggiata, ficondufi Fe con la famigliai Pan i fuo figliuolo,ilquale attendeua alla pittura,a Fioren za,doue haueua amici,e parenti affai. Ladoue dipinfe quafiper paffatempo fuor della portaasanPiero’Gattoliniin fulla firada Romana, douefi volta, per andare a pazzolatico, in vn Tabernacolo, che hoggi è mezzo guadò vna Nunziata,e in vn’alrro Tabernacolo, doue èl’hofleria del Galluzzo altre pit* ture. Efiendo poi chiamato a Pifa,a finire in Campo santo lotto le fiori e di s. Ranieri il reflo,che mancaua d’altre fiorie in vn vano, che era rimafo non di* pinto, per congiugnerleinfieme con quelle,che haueua fatto Giotto, simon sanefe,e| Antonio Viniziano > fece in quel luogo a frefeo fei fiorie di san’ Peti* co,e s.Epiro.Nella prima è quado egli giouanetto è prefen tato dalla madre a Diocliziano Imperatore, e quando e fatto Generale degl’eflerciti, che doue«« ùano andare contro ai chriftiani. E coli quando caualcandojgl’apparue chriflo,che inoltrandogli vna croce bianca, gli comanda,che non Io perfe guiti. In vn’al tra ftoria fi vede l’A ngelo del fignore dare a q ucl san to, men tre c'aualca,la badiera della fede con la Croce bianca in campo rodo, che e poi fta ta Tempre l’arme de’Pifani, per hauere santo Epiro pregato Dio, chegli’defie vn fegno da portare incontro agli Nimici. fi.vede apprefio quella,un'altra fio ria,doue appiccata fra il santo & 1 pagani vna fiera battaglia molti Angeli armati combattano per la vittoria di lui; nella quale Spinello fece molte cofe da confiderai in que tépi,chel’arte,non haueua ancora ne forza,ne alcun buon modo d’efprimere con 1 colori viuamenre i concetti dell’animo. E ciò furono fra le molte altre cofe,che vi fono, duefoldatfii quali. efiendofi con vna delle mani prefi nelle barbe, tentano con gli flocchi nudi,che hanno nell’altra, tor fi l’vno all’altro la vitajmoftrando nel uolto, e in tutti i mouimenti delle mc- bra il defiderio, chehaciafcunodi rimanere vittoriofo j e con fierezza d’animo edere fenzapaura, e quanto piu fi può penfarecoraggiofirEcofi ancora fra quegli,che combattono a cauaIlo,e molto ben fatto un Caualliere, che có la lancia conficca in terra la tefla del nimico,traboccato rouefeio del cauallo, tutto fpauentato. Moflravn’altra fioria il medefiino Tanto,quando e prefen* tato a Diocliziano Imperatore, chelo efiaminadella fede,epoi lo fa dare ai tormenti, c metterlo in vna fornace,dalla quale egli rimane libero , &in fua ucce abruciati iminiflri, che quiui fono molto pronti da tutte le bande . E in
E E fom iomma tutte l’altreazzioni di quel santo in fino alla decollazione-, Dopo la* quale e portata l’anima in cielo. E in vltimo quando fono portate d'Aleflan- dria a Pila l’olla,e le reliquie di san Petito. Laquale tutta opera, per colorito, eperinuenzioneèlapiu bella ,lapinfinita,elameelio condottatile facelfe Spinello,laqual cola da quello fi può conofcere,che elTendofi benifsimo con feruata;fa hoggi la fila frefchezzamarauigliarc chiunchelauede. Finitaque ■ ff’opera in campo santo, dipinlein vna Capella in san Francefco,che èia fecó ‘ da allato alla maggiorc,molte ftoriedi san Bartolomeo, di santo Andrea, di san Iacopo,e di san Giouanni Apolidi,e forfè farebbe flato piu lungamente a lauorare in Pifa, perche in quella città erano le lue opere conofciure, e guiderdonate; ma vedendo la città tutta lolleuata, e lotto fopra, per edere (lata • da i lanfranchi,cittadini Pilani,morto M. Piero gambacorti,dirruouo con tue ta la famiglia,effóndo già vecchio,fe ne ritornò a Fiorenza,dotte in vn’anno , che vi (lette,e non piu,fece in santa Croce alla capella de’Machiauelli in titola ta a s. Filippo, e Iacopo, molte llorie d’eilt san ti,e della vita,e morte loro.E la Tauola della detta capella, perche era defiderofo di tornarfene in Arezzo fua patria,o per dir meglio,da edo tenuta per patria, lauorò in. Arezzo, e di la, la mandò finita l’anno 1400. Tornatolene dunque la d’età d’anni lettanta lette; ò piu,fu da i parenti,e amici riceuuto amoreuolmente,e poi fempre carezzato e honorato infino alla fine di fua vita,che fu l’anno 91 di fu a età. E (e bene era molto vecchio,quando tornò in Arezzo,hauendo buone faculta harebbe po ruto fare lenza lauorare manonlapendo egli’come quello,che alauorare fem. pre eraauezzojllarfi inripofoyprelè a fare alla compagnia di santo Agnolo in. quella citta alcune Itone di san Michele,leqtiali in fu lo intonacato del mura difegnare di rodaccio,cofi alla grolla, come gl’Artefici vecchi vfauanodi fare il piu,delle volte; In vn cantone per inoltra, ne lauorò, c colori interamente, vna iloriafola, che piacque affai. Conuenutofi poi del prezzo con chi nella- ueua la cura fini tutta la facciata dell’Aitar maggiore 5 neJJaquale figurò Luci, fcrò porre la Tedia fua in Aquilone, evi fece la rouina degl’Angeli, iquali in. diauoli fi tramutano, piouendo in terra: douefi vede in aria vn s. Michele,, checombatte con l’antico ferpente di fette tede, e di dieci corna. E da baffo nel centro vn lucifero già mutato in befbia bruttiffima. E fi compiacque tanto Spinello di farlo orribile, e contraffatto, che fi dice ( tanto può alcuna fiata. Fimmaginazione)che la detta figura da lui dipinta gl’apparu.e in fogno doma, dadolo douc egli l’haueffe veduta fi brutta, e per che fattole tale feorno con ir fuoi pennelli: E che gli fuegliatofi dal fonilo, perla paura, non potendo gii* dare, con tremitograndiffìmo lllcoffè di maniera, chela moglie deliaca fi lo., loccorfe. Ma niente dimanco fu per ciò à rilchio ffrignendogli il cuore, di mo> rirfi per cotale accidente,lubitamente. Ben che ad ogni modo Ipiritaticcio, e con occhi tornii, poco tempo viuendo poi,fi conduffc alla mortelafciando di. fe gran defiderio àgl’amici ; &c al mondo due figliuoli l’uno fu Forzoreorefi*. ce.chcin Fiorenza mirabilmente lauorò di Niello, elaltto Farri, che imitando il padre, di continuo atcefealla pittura, e nel difegno di gran lunga lo tra. pafsò. Dolfe molto agl’Aretini coli fini Uro cafocon tutto,che Spinello fufse vecchio,rimanendo prillati d’una virai, e d’una bontà, quale era la fua.Morf detà d’anni nouantad.ua, e in santo AgolUno d Arezzo gli fu dato fepoltu-;
■ ra. ra, doue ancora hoggì fi vede vnalapida con un’Arme'fatta a Tuo capriccio, dentroui vno fpinofo. E Teppe molto meglio dileguare Spinello, chemettea rein opera, come fi può vedere nel noftro libro de i difegni di diuerfi pittori antichi, in due Vangehfti di chiaro icuro., Se vn san Lodiuico difeenari di Tua mano,moltobegli. E il ritratto del medefimo, che ddopra fi uedetu rica- uato da me,da uno che nera nel Duomo vecchio, prima che fufle rouinato, furono le pitture di coftui dal 13^0 infino al mille,e quattrocento.