*58 SECONDA PARTE
' VITA DI PAVLO VCCELLO PITTOR FIOR.
A VLO Vccello farebbe flato il piuIeggiadro,&capriccio-
fo ingegno,eh e.haiieflehauuto,da Giotto in qua,Parte dei
la pittura ; fe egli fi fuffe affaticato tanto nelle figure, Se a«
nimali, quanto egli fi affaticò, et perle tempo nelle coffe di
proffpettiua. lequali ancor che fieno ingegnoffe,e belle,chi
le legue troppo fuor di mifura, getta il tempo dietro al té«
po : Affatica la natura,«Se l’ingegno empie di diffìcultà,e be
ne ffpeffo di fertile,e facile,lo fa tornar Iterile,e difficile,e ffe ne caua(da chi piu
attende a lei,che alle figurerà maniera secca,Se piena di proffili ; ilche gene«
ra il voler troppo minutamente tritar le coffe : oltre,che bene ffpeffo fi diuen-
ta ffolitario,ftrano,malinconico,e pouerorcome Paulo Vccello, ilqualedota
to dalla natura d’uno ingegnoffofiftico,effottile,non hebbe altro diletto, che
„ d’inuc
PAVLO VCCELLO I69
cflnuedigare alcune cofe Hi pro/pettiua,diffìcili,&: impoffibilì; leqtiali ancor che capricciofe fodero, e belle ; l’impedirono Jnondimenò tanto nelle fìgu re, che poi inuecchiando,fempre le fece peggio. E non è dubbio, che chi con gli dudij tròppo terribili violentala natura,fe ben da vn canto egli adottigli! l’ingegno , tutto quel,che fa,non par mai fatto con quella facilità, et grazia, dienaturalmente fanno coloro,che temperatamente,con vna códderata in* telligenza piena di giudizio,mettono i colpia luoghi loro, foggédo certe fot tilità,che piu predo recano adodo all’opere vn non fo che di dento, di (ecco, di difficile, e di cattiùa maniera*, che muoue a compafsiònes chi le guardai piu todo,che a marauiglia j attefo,che l’ingegno vuorefféL e affaticato quan« do l’intelletto ha voglia di operare. E, che'l furore, è accefo j perche allora li vede vlcirne parti Eccelle» tij, e diuini ; c concetti fnarauigliofi ♦ Paulo dunque andò fenza intermettere mai tempo alcuno »dietroTempre alle cofe dell’arte,piu difficilij tanto,cheridudeaperfezzioneil modo di tirare le profpet tiue,dalle piate de cafamen ti,e da profili degli cdifizij,condotti in fino alle cime delle cornici,ede’tetti,per viadell’interfccarelelineejfacendojchelefcor tafsino,cdiminuilsino al centro,per hauere prima fermato,o alto,c bado do uevoleua,laùeduta dell’occhio: E tanto in sótna fi adoperò in quede difficili tà,che introduffe via modo,& regola di mettere le figure infu piani doue elle pofano i piedi, e di mano in mano dotte èllefcortalsino; e diminuendo a prò pórtionc sfuggifsino; ilche prima fi andana facendo a calò. Trouò fimilmen* te il modo di girare le crociere,e gliarchi delle volte, lo feortare de’ palchi co gli sfondati delle traui ; lecolóne tonde p far in vn canto vitto del murod una cafa,chenel canto fi ripieghino, c tirate in profoettiua rompino il canto : e lò faccia per il piano Per le quali confideraziom fi ridude a darfi folo,cqua fi falfiatico, fenza molte pratiche, le fettimane, e i meli in cafa fenza Iafciarfi vedere. Erauuènga,chequede fofsirio cófedifficili,c belle,fegli haueffe fpe- fo quel tempo nelle dudio delle figure,ancor,che le faceffecon affai buon di legno,l’harebbe condotte del tutto perfettifsime. Maconfumandoil tempo in quedi ghiribizzi,fi trouò mentre, che vifse piu pouero chefamofò. Onde Donatello fcultore fuo amicifsimo li diffe [molte volte ; modrandogli Paulo Mazzochi, a punte,Squadri tirati in profpetiua per diuerle vedute , e palle & 71.facce,a punte di diamanti, e in ogni faccia,brucioli auuolti fu per e bado* ni,ealtrc bizzarie in che fpendeua, e confumaua il tempo. eh Paulo quefta tua profpettiua ti falafciare il certo per l’incerto : quede fon cofe,che non fec oònofe non a quedi, chefannoletarfié ipercioche empiono i fregi di brn* oioli, di chiocciole tonde, e quadre, e d altre cofe limili. Lepitture prime di Paulo furono in frefeo, in vna nicchia bislunga tirata in profpetiua; nello Spedale di Lelrno, cioè vnfanto Antonio abbate; e.S. Colimo, e Damiano, cne lo mettono in mezzo . In Annalcna,(monaderodi donne)feceduafigu* re.Ein S.Trinitàfopraallaportai nidra dentro allachicfa infrefeo;dorie di S. Franceicoxiocil riceuere delle dimate,il riparare alla chicfa, reggendo la con le fpalle,e lo abboccarli con S. Domenico. Lauorò ancora in S. Ma« ria Maggiore,in vna capella allato alla porta del fianco, che uà aS Giouanni doticela Tauola, epredelladi Mafaccio, vna Nunziatainfrefco; nellcqual fece vn cafamento], degno di confiderazione, e cofa nuoua, e dificile in que?
L L tempi
t7o SECONDA PARTE
tempi per cficre fiata la prima, che fi moflrafle cóli bella maniera agli Arte* fici,e con gratia, e propor rione moftràdoil.modo di fare sfuggire le linee 5 c. fare,che in vn piano lofpatio> che è poco, e piccolo, acquilti tanto, che paia- afiai lòtano, e largo, et coloro, che con giuditio sano a qflo con gratia aggiu gnere lombre aluoi luoghi,ei lumi co colori,fanno lenza dubbio,che iochio, s’ingana, che pare che la pittura fia viua,e di rilieuo. E non gli ballando que fio volle anco moflrarc maggiore difficulta in alcune colonne, che feortano- per via di profpcttiua;lequali ripiegandoli rompono il canto viuo della volta* doue fono 1 quatrro Euangelifli, laqual cofa fu tenuta bella, e difficile: eia, vero Paulo in quella profelsione fu ingegnofo, c valente. Lauorò anco in S.: Miniato fuor di Fiorenza,in vn chioflro,di verde terra,e in parte colorito la, vita de fanti padri: nelle quali non ofieruò molta l’unione di fare d’unfolo: colore, come fi deono le Itone, perche fece i campi azzurri, le Città di color- roflo,egli edifici variati fecondo,che gli parue, & in quello mancò,perche le cofe che fi fingono di pietra non pofibno, e non deon edere tinte d’altro co* * lore. Dicefìjche mentre Paulo lauoraua quella opra,vn’abbate > che era allo-, rain quel luogo gli faceua mangiar quafi non altro, che formaggio. Perche Olendogli, venuto annoia delibero Paulo,come timido,che gliera, di non vi. andare piu a lauorare,onde facendolo cercar l’Abbatc,quandolentiuadomi,- darlidafrati,non voleua mai cfler’in cafa:&,feper auuenturaalcune coppie, di quell’ordine feon traila per Fiorenza,fi dalia a correre quanto piu poceua, da eili fuggendo. Per il che due di loro piu curiofi,c di lui piu giouani,lo rag giunterò vn giorno,egli domandorono,per qual cagione egli non tornafie a finir l'opra cominciata: &C perche,veggendo frati fi fuggifle j Rifpofe Paulo, voi mi hauete rouinato,in modo,che non folofuggo da noi,ma nò pollo anco praticate,ne palfare,douc.fia.no legnaiuoli, e di tutto è flato caufala ppcài diferezionedell’Abbate vollro jilqualefra torte, eminellre, fattefempreco. cacio,mi ha me fio in corpo tanto formaggio,che io ho paura, efiendo già ni t to cacio,di non eller meilo in opra per mallrice. E fe piu oltre continuali!,nò larei piu lorle Paulo,ma cacio. 1 frati partiti da lui con rifa gran diffime,difiero ogni cofa aH’Abare,ilquale fattolo tornare al lauoro, gli ordinò altra uita, che di formaggio- Dopo dipinfenel Carmine nella cappella di sanGirolamo dc’Pugliefi,il dofiale di fan |Cofimo,c Damiano. In cala de!Medici dipinle ili* tela a tempera alcune Itone di animali,de’quali fempre fi dilettò, e per fargli bene,ui mifegr.uidiffimp fludio>&: che è piu,tenne fempre per cafadipinti* Vccelli,gatti,cani 3 & d’ogni forte di animali (traili,chepotetre hauer in di* fegno,non potendo tènere de’uiui,per efler pouero. Et perche fi dilettò piade gli uccelli,che d’altro,fu cognominato PA VLO Vccelli. Etin dettaca* fa,fra l’altrc floried’animalisfecealcnnileoni,che combatteuano fra loro,co mouenze,& fierezze tanto terribili,che parenono villi. Ma cofa rara era frali altre,una lloria,doué un ferpente combattendo con un leone, moltraua coi> mouimento gagliardo,laluafierczza,6è il ucleno,che gli ichizzaua per boc* ca,eper gli occhi,raentrejunacontadinellacb’è prefente guarda uri.bue,fattoi, in ifcortó:béllifs.:Dclquale n’èil difegno proprio di mano di Paulo nel noltrO: lib.de’dilegni'&fimilméte della uillanella tutta piena di paura,e in atto di eoe recc? fuggendo dinanzi a quegli animali, Sonoui fimilméte certi pallori mal*
PAVLO VCCEJ.LO a7i
to naturali, Se vn paefe,che fu tenuto cola molto bella nel fùo tempo.E nell’- altre tele fece alcune moftre d’huomini d’arme a cauàllo di que’tempi, con af fai ritratti di naturale. Gli fu fatto poi allegagione nel chioftro di santa Maria NouelIa»d’alcunc ftorie rie prime delle quali fono quando s’entradi chia (a nel chioftro,la creazion degli animali, con vario, Se infinito numero d’ac« qua tici, terreftri,&: volatili E perche era capricciofillìmo, &, come fi è detto* fi dilettauagrandementedi far bene gl’animali , moftròin certi lioni, che fi Voglion mordere,quanto fia difuperboin quelli : &in alcuni Ccrui, c Daini, la velocità,&il timore ; oltreché fono gli vccclli,&i pelei con le penne, e squamine viuilTimi. Feccui la creazion dell’huomo,& della femina,& il peccar loro,con bella maniera,affaticata,& ben condotta.Etin quella opera fi d* lètto fàrgl*alberi di colore,iquali allora non era co fiume di far molto bene;co fi ne'paefi,égli fini primo,che fi guadagnali nome fra i vecchi di lauorare,&: quegli ben condurre a piu p6rfezzione,chenon haueuano fatto gl’altri pitto ri inanzi a lui,le ben dipoi è venuto chi gli ha fatti piu perfetti : perche co ta* ta fatica,non potè mai dar lor quella morbidezza,ne quella vnione,che è Ila« ta datò loro a tempi noftri,nel colorirli a olio. Ma fu ben aliai, che Paulo con l’ordinedella proìpettiua,gli andò diminuendo,c ritraendo, come ftànoqui mi appunto,facendoui tutto quel,che vedeuaicioè campi,arati,folfati,& altre minuzie dèlia natura,chein qlla fua maniera fecca,e tagliente*,là douc fe eglr haueffefceltO il buono delle cofe,&méffo in òpera quelle parti appunto, che tornano bene in pittura,farebbono fiati del tutto perfettillìmi. Finito, c’heb be quello,lauorò nel medefimo chioftro,fotto due ftorie di mano d’altri, Se piu bado,fece il diluuio,con l’arca di Noe-, Se in ella con tanta fatica, Se có tata arte,Si diligenza lauorò i mortala tempefta,il furoredc’venti, i lampi del* le faetre,il troncar de gl’alberi, & la paura degli huomini, che piu non fi può dtre.Ecinifcortofecein pio(pettiua,vn morto,alquale vn corbogli cattagli ©echi; Se vn putto annegato,che per hauer il corpo pien d’acqua.fa di quello vh’arcò grandiflìmo. Dimoftrouui ancora varij effetti humani,cOme il poco timore dell’acqua,in due,che a cauallo combattono j Se l’eftrema paura del morire in unafemina,&in un mafehiò,che fono acauallo in fun’una bufò* la y làqitale per le parti di drcto, empiendoli d’acqua,fa difperare in tutto coloro di poter faiuarfi .- opera tutta di tanta bontà,ed eccellenza, chegliacqui- fto grand iffima fama. Diminuì le figure àncora per uiadi linee in profpetti- ùa,èfece mazzocchi,& altre cofe in tal’opra.certo belliflime; Sotto quella fio ria dipinfc ancora l’inebrinzionedi Noc,coldifpregio di Càrnfuofigliuolo, nel quale ritraile Dello pittore,Scialbore Fiorentino fùo amico i Se Sem, Se lafct altri fuoi figliuoli,che Io ricuoprono, moftrando elio le fue ucrgogne. Fece quiui parimente in*profpettiua,vna botteghe gira per ogni lato, co fa te fiuta molto bella,& coli vna pergola piena d’uua,i cui legnami di piane squa dratc vanno diminuendo al punto: ma ingannosfi, perche il diminuire dèi piano di lòtto,doue pofano i piedi le figure ua con le linee della pergola, c la botte non ua con le medefimc lince, che sfuggano. Onde mi fono ma- rauigliato affai,che un tanto accurato,Se dihgcntefacelfeun errorecofi nota bile. Feceui anco il fagrifizio,con l’arca aperta,tirata in profpettiua, con gl’or lini delle flanghe nell’altezza,partita per ordine : doue gli uccelli ftauano ac
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tji SEC ONDA1'PARTE
comodati,iquali fi ueggono ufcirfuora uolandoin ifcorto di pia ragioni, Se nell'aria fi uedeDio padre,chiappare lopraa! fagrifizio,.chefa Noecon ifi- gliuolij òc quella di quante figure fece Paulo in quella opera, è là piu diftici le; perche vola col capo.in/corto uerfoil muro, & ha tanta forza,: che pare, che 1 rilieuo di quella figura lo buchi, & lo sfondi. E oltre eie,ha quiui Noe attorno molti diuèrfi,&r infiniti animali bdlifiimi. In fòmmà diede a tutta q ftaopera morbidezza,&grazia tanta,cheell’èfenzacomparazione fuperiore & migliore di tutte l’altre fue. Onde fu,non pure allora, ma hoggi grandemé telodata. Fece in fanta Maria del Fiore , perla memoria di Giouanni acuto Inglefe,capitano de’Fiorentinfiche era morto l'anno 1503. un cauallo di terra uerde,tenuto bellifiìmo,edi grandezza ftraórdinaria: & (opra quello Tim maginedi elio capitano,di chiarofcuro,di color di uerde terra,in un quadro alto braccia dieci ; nel. mezzo d’ una facciata delia chiefa: doue tiro Paulo in profpettina, una gran cada da mor ti, fingendo eh e’1 corpo ni fòlle dentro: lopra ui pofe l’immagine di lui armato da capitano,a caùallo . Laquale opera ftt tenuta,& è ancora cola beiliilìma per pittura di quella forte; & Ce Paulo no hauefle fatto,che quel catiallo muouele gambe da una banda fola, il che naturalmente i cauagli non-fatino; perche cafcherebbano(ilche forfè gli aue ne,perche non era auuezzo a caualcare,ne praticò con caualli,come con gl’al tri animali)farebbe quella opera perlettillìma; perche la proporzione di quel cauallo,cheègrandillìmo,èmolto bella.; éc nel bafamento ui fono quelle lec cere. PAVLI VCCELL1 OPVS. Fece nel medefimo tempo, &: nel la medéfimachiefa,di colorito, la.sferadell’hore fopra alla porta principale dentro la chiefa,,con quattro tede,ne’can ti,colorite in frefeo » Lauorò anco di colore di uerde.ferrarla loggia,che è uolta a ponente,fopra l’hortò del munì' flerodeglj Angelficioefòtcociafcunoarco uba flcriade’fatti di s. Benedetto! Abbate,& delle piu.no.tabili cole (iellafila iiita,infili-alla morte, doue fra mql ti trattijcheui fono belli(Hmi,uen’ba uno, dotte un monaflerio, per opa dcl Demonio,rouina; efotto i fallì,e legni rimane un frate morto". Ne è manco notabile la paura d’un’altro monaco,che fuggendo, ha i panni, che girando intorno all’ignudo,5Uolazzano con beiliilìma grazia. Nel che deftò in modo Fammo a gl’artefìci,che eglino hannopei feguitatolempre quella maniera. E beiliilìma ancora la figura di fan Benedetto,doue egli con granita, e.diuo* zione nel confpetto de’fuoi monaci rifufeita il frate mono.Finalmente in tut tequc:.e ftoriefòno tratti da edere confìderati ; & mallìmamentem certi iuo ghi doue fono tirati in profpettiua,infinoagl’embrici,e tegoli dei tetto.E nel la morte di fan Benedetto,menerei fuoi monaci gli fanno gl’ellequie, e lo pii gono; fono alcuni in fermi, %c decrepi traveder lo, molto belli. E da confiderà re ancoraché fra molti amoreuoli,dc diuoti di quel fatuo; vi è un monaco ve chio con dua grucce lòtto le braccia,nelqual fi ucde un affetto mirabile,e fot, fe fperanza di,rihauer la fanità. In quella opera non fono paefidi colore, ne molti cafamenti,o piofpettiuedifficiiijinà lì benegran di legno,del buono, alfai. In molte cafe di Firenze fono aliai quadri in profpettina,per uaaiidi lec- cucci,letti,& alrrecofe piccole,di mano del medefimo ; & in Guaifonda par« ticolarmenteneirhortOjcheerade’Bartolini^in un terrazzo di lua mano 4. ilorie in legname;piene di guerre;cioècaualli>& huomini armati,con porta-,
.c -li “ cure
PAV-LO VCCE LLO *75
turedique’tempibellillime; E fra gl ^uomini,crirrattoPaulo Orlino, Otto buono da Parma,Luca da canale,e Carlo Malatcfti S.c'i Rimini, tutti capita ni generali di que’tempi. Et i detti quadri,hirono anoftri tempi, perche era no guadi,& haueubn patito -, fatti racconciare da Giuliano Bugiardini, che piu torto ha loro nociuto,che giouato. Fu condotto Paulo da Donato a rado ita,quando ui lauorp,&ui dipinfe nell’entrata della cala de' Vitalidi uerde- terra,alcuni giganti,che fecondo ho trouato in una lettera latina, che fcriue Girolamo Campagnola a M.Leonico Tomeo filcfbfo,fbno tanto belli, che Andrea Man regna, ne faceua grandiffimo conto. Lauorò Paulo inTrefco la volta de reruzzi njtriangoli,in pròfpettiua,& in fu cantoni dipinfe nelle qua drature,i quattro Elementi,e a ciafcunofece tin’animaleaproporttoralla ter ra una Talpa,all’acqua un ptfce,al fuoco la Salamandra, & all’aria il Cama* leonte,che ne uiue,e piglia ogni colore Et perche non ne haueua mai uedu- tffece un CamelIo,cheaprela boera,& inghiottifcearia,empiendofeneil ué tre: fi m pii cita certo grandilllma,àlliidendop Io nomedel Camello a un’animale,che è limile a un ramarro,fccco,& piccoloicol fare una beftiaccia difa- datta,& grande. Grandi furono ueramente le fatiche di Paulo nella pittura, hauendò difegnato tanto,che’lafciò a fuoi paren ti,fecondo,che da loro mede fimi ho ritratto, le cade piene di difegni1 Ma fe bene il difegnar è affai me= gliojènondimeno mettere in opera,poiché hanno maggior uita l’opere, che le carte difegnate.E fe bene nel noftro libro dc’difcgni fono affai cofe di figure, di profpettiue,d’uccelli,e d’animali,belli a marauiglia,.di tutti è migliore un mazzocchio tirato con linee fole tanto bello,che altro, che la pacienza di Paulo non l’hauercbbe condotto. Amò Paulo,fe bene era pedona Fratta,la uirr.ù degli Artefici fuoi,eperche nerimaneffe a’pofteri memoria, ritrafTe di fu a mano in una tauola lung2,cinque huomini fegnalati,5r la tenena in cala per memoria loro,l’uno era Giotto pittore,per il lume,e principio dell’Arte, Filippo di fer Brunellefchi il fecondo,per l’Architettura,Donatello pia Seul tura,59ieftertb,per là profpettiua,& animali j & per la Matematica Giouan- ni Manetti fuo amico,col quale conferma affai,e ragionaua delle cofe di Eue elide. Dicefi,che adendogli dato a fare fopra la portaci s. Tom mafo in merca to uccchio,lo fteflo fan to,che a Chrifto cercala piaga, che egli mife in quell’ opera tutto lo ftudio,chefeppe j dicendo,che uoleua moftràr in quella quan to ualeua,e fapeua.E coll fece fare una ferrata di tauole, accio nefluno potef« fe uedere l’opafua/enò qn fu (Te finita Perchefcontrandolo un giornoDona to tutto’folo,gli diffe> E cheoperafiaqfta tua,che cofi ferrata la tieni?Al qual remondendo Paulo diffe,tu uedrai,& bafta. Nonio uolleaftrigner Donato,a
dir piu oltre,penfando,come era Polito,uedere quando fuflè tempo, qualche
miracolo.Trouandofi poi una mattina Donato per comperar frutte in mercato uecchio,uide Paulo,che feopriua 1 opera fila j perche,falutandolo corre- femente,fu dimandato da elio paulo,che curiofàmente defideraua udirne il giudizio fuo,quello,che gli pareffè di quella pittura. Donato guardato, che hèbbelopa ben beoe,dillej-ehPaulo,bora,chesarebbe tépodicoprire,&rtu. scuopri. Allóra contriftandofi paulo grandemente, fi sentì haueredi quella fua vltima fatica molto piu biafimo,che non àfpettaua di hauerne lode E no
hauendo ardirejcon^auuilitojd'ufcirpiufiiorajfirinchiufèincafa, attende do/do alla proTpettiua, che Tempre lo tennepouero,&intenebrato infino alla morte.E cofidiuenutouecchifsimo j & poca contentezzahauédo'nella Tua uecchiaia fi morì Tannootrantatreefimo della Tua uita, nel 1432.6 fu fepoltò in Tanta Marianouella. • ' ’ ,
LaTciò di (e vna figliuola,che {apeua diTegnare,c la moglie,la qual Toletta dire che tutta la notte pauio ftaua nello fcrittoio,per trouar i termini della profpet tiua,e che quado ella lo chiamaua a dormire,egli le diceua,ó che dolce cola è qfta profpettiua.Et in vero s’ella fu dolce a lui,ella nó fu anco, Te non cara*& vtile,per opera Tua a Coloro,che in quella fi Tono,do po lui,eferci tati;
Il fine della vita di Paulo Vccello pittore.