W SECONDA PARTE
Vita, di Giuli ano da offlLaiano Scultore.J & .Architetto, O N piccolo errore fanno que’ padri di famiglia, che non
lalciano fare nella fanciullezza il corfo della natura agl’in gegni de’fìgliuoli : & che non lalciano efercitargli in quel
leracultà,chepiufonofècódoilgultoloro, peroche ilvo lere volgergli a quello, che non va loro per l’animo, è vn
cercar manifeftaméte,chenó fìano mai eccel.in cofa neflu na : efTendo, cheli vede quali lempre, che coloro , che non operano fecon«
dola voglia loro,non fanno molto profitto in qual fi voglia eflercizio.
Per 1 oppolito quegli,cheleguitano lo inftinto della natura, vengono il piu delle volte eccellenti,famoli nell’arti,che fanno come li conobbe chiaramente/mente in Giuliano da Maiano ; il padre deiquale emendo lungamente viuu-. to nel poggio di Fielole,doue fi dice Maiano, con lo esercizio di fquadratorc di pietre ; fi condulfe finalmente in Fiorenza, doue fece vna bottega di pie* tre lauorate,tenendola fornita di que’lauori, chelògliono improuifamente il piu delle volte venire a bilògno a chi fabrica qualche cofa. Standoli dun* que in Firenzegli nacque Giuliano,ilqual e,perche parue col tempo al padre di buono ingegno,dilegnò di farlo notaio,parendogli,eh e lo fcarpellare, co me haueua fatto egli,fufte troppo faticolb elfercizio, Se di non molto vtile i ma non gli venne ciò fatto-, perche le bene andò vn pezzo Giuliano alla feo la di grammatica,non vi hebbe mai il capo, & perconfeguenza non vi fece frutto nefluno ; anzi fuggendofene piu voltefmoftrò d’hauer tutto l’animo volto alla fcultura ; fe bene da principio fi mife all’arte del legnaiuolo, e diede opera aldifegno. Piceli,che con Giulio,Se Minore maeftri di Tarfie,la- uoròi banchi della fagreftia della Nunziata, Se Umilmente quelli del coro, che è allato alla cappella j Se molte cole nella Badia di Fiefole,Se in s. Marco j Se che per ciò acquillatofi nome} Fu chiamato aPilà, douelauorò in Duo* mo la fedia,che è a canto all'altar magg.ore,doue Hanno a federe,il lacerdo- te,Se diacono,& lodiacono,quado fi canta la meda : nella {pallierà della qua le fece di Tarila con legni tinti,& ombrati i tre profetiche vi fi veggiono. N,elchefare,feruendofi di Guido del Seruellino,Se di maellro Domenico di MariottqlegnaiuoliPilàni, inlegnò loro di maniera l’arte, che poi feciono cofi d’intaglio,come di Tarile,la maggior parte di ql coro,iIqualea’noftridi è flato finito,ma con aliai miglior manierala Batifta del Ceruelliera Pifano huomo veramente ingegnolo,e foffiftico. Ma toni andò à Giuliano, egli fece gl’armarij della fagreftia di Santa Maria del Fiore,che per cofa di tarfia,3edi rimedi furono tenuti in quel tempo mirabili : Se coli feguitando Giuliano d’ attender allaTarfia,Sc alla fcultura,Se architettura,morì Filippo di ler Bru- ncllefco : onde niello da gl’Operai in luogo fuo, iucroftò di marmo,fotto la uolta della ;Cupola le fregiature di marmi bianchi, Se neri >chefono intorno a gl’occhi.Et in fulle cantonate fece 1 pilaftri di marmo} fopraiqualifuro no meili poi da Baccio d’Agnolo l’architraue,fregio,Se cornice, come di lot to fi dirà.. Vero è,che coftui,per quanto fi vede in alcuni difegni di fua ma* no,che fono nel noftro libro,voleua fare altro ordine di fregio, cornice, Se ballatoio,con alcuni fiontelpicij a ogni faccia dell’otto della cupola,ma non hebbe tempo di metter ciò in opera,perche traportato dal lauoro d’hoggi in domani,fi morì. Ma innanzi,che ciò fulTe,andato a Napoli, fece a poggio reale], per lo Re Alfonfo,l’architettura di quel magnifico palazzo, con le bel lefonti,Se condotti,che lono nel cortile. E nella città Umilmente, Se per le cafe de*gentilhuomini,Se per le piazze fece difegni di molte fontane,con bel le,Se capricciofe inuenzioni. Et il detto palazzo di poggio JReale fece tutto dipignei e da Piero del Donzello,Se Polito fuo fratello. Di fcultura patirne* tc fece al detto Re Alfonlo allora Duca di Calauria,nella lala grande delca Hello di Napoli fopra vna porta di dentro,Se di fuori,ftorie di ballo rilieuo, Se la porta del cartello di marmo, d’ordine corintio con infinito numero di figure. Et diede a quell’opera forma d’arco trionfale,doue le ftorie, Se alcune vittorie di quel Re fono Iculpite di marmo, Fece fimilmente Giuliano Fotnamentò della porta Capouana,&: in quella molti trofei variati, & belli i onde meritò,che quel Re gli portafiegrid’amore, e rimuneradolo altamété della fatiche,adagiàfte i Tuoi chfcédéti.É pche hauea Giuliano infegnatòaBe nedetto (no nipote l’arte delle Tarfié,l’architeitura>& a lauorar qualche co- fa di marmo : Benedetro fi ftauain Fiorenza,attendendo a lauorar di Tarfia, pchegl’apporràua maggior guadagno, che l’alt re arti non faceuano.X^uàdò Giuliano da M. Antonio Rofello Aretino,(egretariodi papa Paulo Il.fu chia maro a Roma al feruizio di ql pótefice,doue andato,gl’ordinò nel primo cor tile del palazzo di s.Piero le logge di rreuertino,co tre ordini di colónejlapri ma nel piano da bafiTo,doue ftà hoggi il pióbo,& altri vffìzij:la feconda diio - pi a doue ftà il Datario,& altri prelati: eia terza,ectima,dotte fono le ftaze, cherilpòndonòin lui cortile di s.PÌero,lequali adornòd1’ palchi doratij&d’ altri ornamenti.Furono fatte finalmente colluo difegno le loege di marmo dòi'ièilpapadàla benedizzionej ilchefulauorogràdiss come ancor hoggi fiVede.Ma qIIo,che egli fece di ftjpéda marawglia piu,che altra cofà fu i! pa- lafczoiche fece per quel papa,infieme con lachiefadis.Marcodi Roma} do- uéandò vna infinita di treuertini,chefurono cauati, fecondo, che fi dice, di òertevigne,vicine all’arco di Goftantino, che veniuanoa efiTere con trafori! de'fondamenti di quelU parté del còlólTcó,ch’è hoggi rouinata', forfè per ha ber allentato quell’édiflzio.Fu dal medefimo papa màdato Giuliano alla Ma dònna'di Lòreto,douc rifondò,e fece molto maggior il corpo di qlla chiéfa, bl¥é prima era piccola,e fopra pilaftri alla faluatica *, ma no andò piu alto,che iPeordònèjChé vi era : Nelqtial luogo condufte Benedetto filo nipote,ilqua* le,come fi dirà,voltò poi la Cupola.Dopo ellendo forzato Giuliano a torna* rè a Napoli,per finire l’opere incominciategli fu allogata dal Re Alfonfò v* ha porta vicina al camello,doue andauano piu d’ottanta figure, lequali haué uà Bened.a lauorar in Fiorenza: ma il tutto, per la mortediqUélRe, rìmr lo imperfetto j e ne fono ancora alcune reliquie in Fiorenza nella MI fé ricòrdi ai balcóne altre n’erano al canto alla macine a tépi noftri; leqùali'non Co doué Hoggi fi rirrouino.Mainanzt,che morifle il Re,mori in Napoli1 Giuliano di età di 70.anni,efu con ricche efiequic molto honorato, hauendo il Re fatto reftireabruno $o.huomini,chel’accópagnai:ono alIafepoltura,epoi dàtobir dine,che gli filile fatto vn fepolcro di marmo. Rim afe Polito neìl’auùiamcto fuojilquale diede finca’canali per l’acquedi pòggio R.éale.Et Behed;attedé- do poi alla fcultura pafsò in eccellenza,(ioineiì dirà,Giuliano luo zio: e fu co corrente nellagiouanezzafuad’unofcultorc,chefaceuadi!terra, chiamato Modanino da Modena,ilqualelauorò al detto Alfonfò vna pietà con infinite figure tonde,di terra cotta colorite s le quali cógrandils'. viuacità furono condotte,e dal Re fatte porre nella chiefa di montè Òliueto di Napoli, mo= nafterio in quel luopo honoratilnmó.Neilaqnale opeTaè ritratto il detto Re inginocchiom ,fiquale pareverarnentepiii,che vìuo. ’Onde Modani no fu da lui con grandiflimi premij rimunerato Ma mòrto,che fu, comeiiè'détto il Re,Polito,& Benedetto fe ne ritornarono a Fiorenza : Doue non molto rem po dòpo.le n’andò Polito dietro a Gtiilianorper leinpre;. fiUonole feul tu re, & pitture di coftoro circa gi’anni di noftra fallire 1447.
Fine della vita di Giuliano da Maiano.