E bene in Tofeana piu che in tutte lai tre prouincie d’Italia, e fòiTe d’Europa fi fono Tempre efercitati gl’huomini nelle cole deldifegno:non èperquello,che nell’altreprouincie, non fi ' fiad’ogni temp o risuegliato qualche ingegno, che nelle mede
fimeprofefsioni fia fiato raro,&eccellete, come fi è in fin qui in’molte vite dimoftrato,e piu fi mofirera per l’auuenire. Ben’è vero, che doue^non fono gli ftudi, egl’huomini per vlanza inclinati ad imparare, non le può ne cofi torto,ne cofi eccellente diuenire , come in que’luoghi fi fa do-
ue a concorrenza fi efqrcitano,e ftudiano gl’Artefici di continuo. Ma torto che vno o,due cominciano,pare che fempre auenga,che molti altri(ranta fbr za ha la vir tu)s’ingegmno di feguitargli con honore di fé rtefsi,e delle patrie loro. Loreuzo Coda Ferrarefe,cffendo da natura inclinato alle cole della pie tura,e (emendo efter celebrerò molto reputato in Tofcana fra Filippo, Benoz zo,& altri,fé ne venne in Firenze,per vedere l’opere loro:& qua arriuato'per che molto gli piacque la maniera:!oro,ci fi fermò per molti meli, ingegnati* do fi quanto potette il piu d’miirargli,e particolarmente nel ritrarre di natu* rale: fiche coli felicemepti gli riufeì, che tornaro alla patria ( fe bene, hebbe la maniera vn poco fecca;e tagliéte)vi fece molte opere lodeuoli, come fi può vedere nel choro della chiefa di S.Domenico in Fcrrara,cheè tuttodì lua ma no 5 dotte fi conolce la diligenza,che egli usò nell’arte, e che egli ntife molto ftudio nelle file opere. E nella guardaroba delS.Ducadi Ferrara fi veggio- no di mano di coftui in molti quadri,ritratti dfnaturale,che fono benissimo fatti,e molto fiutili al viuo. Similmente per letcafejde’Geniirhuomini fono operedi fuatnano tenute in molta venerazione. A Raucnna nella chiefa di:s.Domenico,alla cappella di s.Baftiano dipinfe a olio la lauolaje a frefeo al cune Borie,che furono molto lodate. Di poi condotto a Bologna dipinfein S.Petronio nella cappella de’Marifcotti in vna tauola vn s.Baftiano Saettato alla colonna,con molte altre figure : Iaqual’opera, per cofa lauorata a tempe ra fu la migliore,che in fino allora filile fiata fatta in quella città. Fu anco opera fua.la tauola di fan Ieronimo nella cappella de’Caftelli: e parimente ql la di fan Vincenzio, che èfimilmente lauorata a tempera nella cappella de’ Griffoni: la predella dellaqualefece dipignere a vn fuo creato, che fi portò molto meglio,che non fece egli nella tauola,come a fuo luogo fi dirai Nella medefima città,fece Lorenzo,e nella chiefa medefima alla cappella de’Rofsr in vna tauola la noftra Donna,fan Iacopo,fan Giorgio,fan Bafliano,e fanGi rolamo, laquale opera è la migl iore,e di piu dolce maniera, di qual fi voglia altra,che coftui fàcefFegiamai. Andato poi Lorenzo al feruigto delS.'France feo Gonzaga Marchefe di Mantoa,gli dipinfe nel palazzo di fan Sebaftiano in vna camera,lauorata parte a guazzo,e parte a olio,molte Borie.In vna èia Marchefa Ifabella ritratta di naturale,che ha (eco molte fignore, che con va rij fuoni cantando,fanno dolce armonia. In vn’altra è la Dea Latona, che co uerte,fecondo la fauola}certi villani in ranocchi-. Nella terza è il Marchefe Francefco,condotto da Hercole.pcr la via della virtù,fopra la cima d’un mote confecrato all’eternità. In vn’altro quadro fi vede il medefimo Marcitele fo pra vn piediftallo trionfmte,c5 vn baffone in mano. E intorno gli fono mol ti fignori,«5c feruitori fuoicon ftendardi in mano, tutti lietiflìmi, de pieni di giubilo,per la grandezza di lui : fraiquali tutti è vn infinito numero di ritrat ti di naturale. Dipinfe ancora nella fila grande, doue hoggi fono i trionfidi mano del wanteg»a,due quadri,cioè in ciafeuna tefta vno. Nel primo, che'è a guazzo fono moiri nudi,che fanno fuochi,e facrifizij a Hercole*, &in quello c ritratto di naturale il Marchefe,con tre fuoi figliuoli, Federigo, Hercole,£c Ferrante,che poi fono flati grandiftìmi,& illuftrifsimi lìgnori. Vi fono fimil mente alcuni ritratti di gran Donne. NcPaltrajChe fu fatto a olio molti anni dopo il primo,e che fu quali dell’altime cofe,chedipigneffe Loren.èil Mar* chele Federigo fatto huomo,con vn baftonein mano, come generale di fan ta chiefa,fotto Leone decimo 5 & intorno gli fono molti fignori ritratti dal Cetra di naturale. In Bologna nel palazzo di iuGiouaUm Bcntiuogli dipinfe il mede fimo, a concorrenza di molti altri maefirbalcuneftanze^ellequalijp efiere andate per terra,con la rouina rii quel palazzo,non fi farà altra mézio ne.Non lafcerò gn di dire, che dell’opere, che fece per i'Ben tiuogli,rimafe fo lo in piedi la cappella,che egli fece a m.Giouanni in fan Iacopo,douein due ftoriedipinfedue trionfi tenuti bellifsimi con molti ritratti.Fece anco in fan Gìouanni in monte l’anno 1497^ Iacopo Chedini in vna cappella,nellaqua le volle dopo morte edere fepolto,vna tauola,dentroui la ncftra Don na,fan Giouanni euangelifta,fant’Agoftino,& altri fanti.In fan Franc.dipinfein v- na tauola vnanatiuità,fan Iacopo,efanto Antonio daPadoua.Fecein s.Pie* ro per Domenico Garganelli ge.ntilhuomo Bolognefeil principio d’unacap pella bellifsima 3 ma qualunche fi fufiela cagione ; fatto,che hebbe nel cielo di quella alcune figure la lafciò imperfetta,e a fatica cominciata. In Man'toa, oltre l’opere,che 111 fece per il Marchefe,dellequali fi è fauellato di fopra di- pinfein S.Salueftro in vna tauola la noftra Donnas eda vna banda fan Salut ftro,che le raccomanda il popolo di quella città: Dall’altra fan Baftiano,fan Paulo,fanta Lifabetta,e fan Ieronimo : eper quello,che s’intende,fu colloca ta la detta tauola iu quella chiefa dopo la morte del Corta 3 ilquale hauendo finitala fiia vita in Mantoa,nellaquale città fono poi fiati fempre i fuo defeen denti,volle in quefia chiefa hauer per fe,& peri fuoi fuccefiori, lafepoltùra. Fece il medefimo molte altre pitture,delle quali nófidiràaltro,efiendoaba- ftanza hauer fatto memoria delle migliori.il filo ritratto ho hauuto in Mafl* toa da Fermo Ghifoni pittoreec.chemi afFermò,qudloefler di propria mano del Cofia,ilquale difegnò ragioneuolmen te,come fi può vedere nel no- ftro libro,in vna carta di penna in carta pecora,doue èil giudizio di Salamo ne 3 & vn fan Girolamo di chiaro fcuro,che fono molto ben fatti.
Furono difcepoli di Lorenzo Hercole da Ferrara fno'compatriota, del« quale fi fcriuerà di lotto la vita.& Lodoiiico Malino fimilmenfe.Ferrarefe, delqualefono molteoperc nella fua patria,& in altri 1 uoghi, ma lamigliore,che ui facefie,fu vna tauola',làqualeènella chiefe di fan Francefco di Bolo gna,in vna cappella vicina alla porta principale ; nellaquale è quando Gtefii Chriftodi dodici anni difputa co’Dottori nel tempio . Imparò anco i primi princtpij dal Cofia il Dodo vecchio da Ferrara ; dell’ opere del quale fi farà menzione aì Iuogoduo. E quefto è quanto fi èpotuto ritrarre della vita, 6c opere di Lorenzo Corta Ferrarefe»