Vita di Ffercole femarefe rTitlore_j E( bene molto inanzi,che Lorenzo Cotta mori(Te,Herco!e Fer
rarefe (no difcepolo,era in bonifsimo croditoj, et fa chiamato in molti luoghi a Iauorare,non però(ilche di rado fuole auuc
nirc)volle abandonar mai il Tuo maeftro. E piu torto fi conte tò di ftar con etto lui con mediocre guadagno, e lode; che da
per Te con vtiIe,o credito maggiore. Laquale gratitudine,quanto meno hog gi negl’huomini fi ritruoua, tanto piu merita d’efler perciò Hercole lodato*
ilquale conofcendofi obligato a Lorenzo,pofpofe ogni fuo commodo al vo-lere di lui,egli fu come fratello,e figliuolo infino all eftremojdella vita. Ccp
ftui dunque,hauendo miglior difegno»cheil Cotta, dipinge fotte !a taucla da lui fatta in fan Petronio nella cappella di fan Vincenzio,alcune ttorie di fi
gure pìccole a tempera tanto bene,e con fi bella,e buona maniera, che none quaG pollìbile veder meglio, ne imaginarfi la fatica,e diligenza,che Hercole vi pofe. la dune è molto miglior opera la predella,che la tauolaj lequali amé due furono fatte in vn medefimo tempo,viuete il Coda’. Dopo la morte del quale,fu melTo Hercole da Domenico Garganelli a finit e la cappella, in fan Petronio,che comefi dilTe dilopra,haueua Lorézo cominciato, e fattone pie ciola parte. Hercole dunque,alquale daua per ciò il detto Domenico quat tro ducati il mefe,elefpefealui,&: a vn garzone,e tutti i colori,che nell’opc ra haueuano a porli,mellofi a lauorar,finìquell’opera, perii fatta maniera, che palsò il maeftro luo di gran lunga,cofi nel dilegno,e colorito, come nel la inuenzione.NelIa prima parte,o vero faccia èlacrucifillìone di Chrifto, fatta con molto giudizio,perciò che,oltre il Chrifto,che vi fi vede già mor* ro,uièbenifììmoefpreiroiltumuItode’Giudei venuti a vedere il Media in Croce ) e tra efsi è vna dinerfi tà di tefte marauigliofa : nel che fi vede,che Her cole con grandifsimo ftudio cercò di farle tanto differéti l’una daH’altra} che non fi fomiglialsinoincofa alcuna»
Sonoui anche alcune figure,che feoppiando di dolore nel piato,aliai chia ramente dimoftrano,quanto egli cercalfcd’imitare il vero » Euui lo fueni- znento della Madonna,ch’è pietofilsimo, ma molto piu fono le Marie vcrfi> di lei : perche fi veggiono tutte compafsioneuoli ; e nell’alpetto tanto piene di dolore, quanto appena è pofsibile imaginarfi, nel vederli morte inanzi le piu care cofe,che altri habbia,& Ilare in perdita delle feconde. Tra l’altre co fc notabili ancoraché vi fono, vi è vn longino a cauallo fopra vna beftia fec- ca in ifeorto, che ha rilieuo grandifsimo ; Se in lui fi cono Ice la impietà nel- l’hauére apertoil coftatodi Chrifto,e Impenitenza,&conuerfione nel trouar fi ralluminato. | Similmente in ftrana attitudine figurò alcuni faldati,che li giuocano la vefte di Chrifto, con modi bizarri di voi ti, Se abbigliamenti di veftiti. Sono anco ben fatte, Se con belle inuenzioni i ladroni,, che fono in crocè: E perche fi dilettò Hercole aftai di fare fcortijiquali quando lonobe neintefi,fono bellifsimi.egli fece in quell’opera un foldatoa cauallo, che le uarc le gambe dinanzi in alto, viene in fuori di maniera che pare di rilieuo ; Se perche il vento fa piegare vna bandiera,che egli tiene in mano, per foftea nerla fa vna forza bellifsima. Feceui anco un s.Giouanni, che rinual to in vn lenzuolo fi figge,
I faldati parimente,che fono in quella opera fono benifsimo fatti, Se con lepiu naturali,e propriemouenze,che altre figure,che infmo allora fullono ftatevcdute,lequaH cutteatritudini,e forze,che quali non fi polFono far me= glio,moftrano,cbe Hercole haueua grandifsima intelligenza, e fi affaticaua nelle cofe dei!’Arte.Fecelil medefimo nella facciata,che è dirimpetto aque» fla,il rranfirodi noftradonnadaqualeèdagl’ApoftoIi circondata con attitu dini belhfsime 5 Se fra elsi fono feiperfone ritratte di naturale, tanto bene, che queglf,che le conobbero,affermano,che elle lono viuifsimc.Ritralfe an co ne:lla>medefirr?a opera le medefimo j e Domenico Garganelli padrone del la cappella,Uquak per l’amore,che portò a Hercole,et per le lodi, chellemt dare a queìl'opera,finita,ch’ella fii,gh donò mille lire di bolognini. Dicono cbeHercoleìni.cneilaucrcSdiquefta operadodicianm,letteincondurlaa frefco,Se cinque in-ritoccarla a lecco.Ben’è vero,che in quel mentre fece alcune altre cofe,c particolarmen te,che fi fa,la predella delimitar maggiore dt fan Giouanni in monte,nellaquale fece tre ftorie della pafsion di Chrifto.
E percheHercolefu di naturaiantaftico,emafsimamentequando lauoraua, hauendo per coftume,che ne pittori,ne altri lo vede(sino,fu moho'odiato in Bologna da i pittori di quella città,iquali per inuidia hanno fempre portato odio a i foreftieri,che ui fono ftati condotti a lauorare ; Se il medelìmo fanno anco alcuna volta fra loro ftefsi nelle concorréze. Benché quello è quali par ticolar vizio de’profellori di qfte noftre Arti intutti i luoghi. S’accordarono dunque vnauolta alcuni pittori Bolognelicon vn legnaiuolo, e per mezzo luo li rinchi ufero in chiela vicino alla cappella,'che Hercole lauoraua) Se la notte leguente,entrati in quella per forza, non pure non fi contentarono di ueder l’opera, ilchedoueua ballar loro; magli rubarono tutti i cartoni, gli lchizzi,i dilegni, de ogni altra cofa che vi era di buono. Perlaqualcofa li fde- gnò di maniera Hercole,che finita 1’opera.fi parti di Bologna,fenza punto di morarui; E leeone menò il Duca Tagliapietrafcultoremolto nominaro,il- [uàle in detta opera,[che Hercole dipinfc intaghòdi marmo que’bellilsimi ogliami ,‘che fono nel parapertodinanzi a ella cappella : Se ilquale fece poi,
in Ferrara tutte le finellre di pietra del palazzo del Duca, che fono bcllifsi-me) Hercole dunque infallidito finalmente dallo llar fuori di cafa,fene ftet te poi fempre in Ferrara in compagnia di colui, Se fece in quella città molte opere. Piaceua a Hercole il vino ftraordinariamente ; perche fpelTo inebrian dofi’fu cagione di accortarfi la vita, laqualc hauendo condotta fenza alcun male infino agl’anni quaranta, gli cadde vn giorno la gocciola di maniera, che in poco tempogli tollelavita. Laido Guido Bolognele pittore fuo crea; to,ilquale l’anno 1401 comefiuede douepofeil nome fuo fotta il portico di S.riero a Bologna,lece a frelco vn Crucififio, con le Marie,i ladroni caualli Se altre figureragioneuoli. E perche egli difideraua lòmmamente di venire {limato ,n quella città, come era fiato il fuo maeftro, ftudiò tanto,e fi lotto* mife a tanti difagi,che fi morì di trentacinque anni. E le fi fufie mefioGuido a imparare l’arte da fanciullezza,come vi fi mife d’anni 18, harebbe non pur pareggiato il luo maeftro fenza fatica,ma pafiatolo ancora di gran lunga ; E
nelnoftro libro (onodifegni di mano di Hercole,e di Guido,moltobe.i fat-; ti,e tirati con grazia,Scbuona manierasse. , ». ;
Jine della ulta dHercole da Ferrarapittorca»