COSIMO RO SS.'
Vita di Co fimo B.oJfieUCV ittor fiorentino.
OLTE perfonesbeffando,efchernendoaItrui,fipafconod’ii no ingiufto diletto j che il piu delle volte torna loro in dan-
no rquafi in quella flefia maniera, che fece Cofimo RolTèlli tornare in capo lo fcherno a chi cercò di auuilire le fue fatiche.
Ilqual Cofimo,fe bene non fu nel fuo tempo molto raro, & ec celiente pittore, furono nondimeno l’opere fue ragioneuoli. Coftui nella
fua’giouanezza fece in Fiorenza nella chiefa di s. Ambruogio vna tauola,chc èja man ritta, entrando in chiefa. E fopra l’arco delle Monache dis.Iacopo
dalle Murate tre figure. Lauorò anco nella chiefa de’Serui pur di Firenze la tauola della cappella di s.Barbara} e nel primo cortile/inanzi, che s’entri in
chiefa lauorò in frefcola ftoria quando il Beato Filippo piglia l’habito della noftra Donna. A monaci di Ceftello fece la tauola dell’altar maggiore, & in ▼ na cappella della medefima chiefa vn‘altra: E Umilmente quella,che è in v- na chiefettafoprail Bernardino accanto all’entrata di ceftello. Dipinfeil ie• gno a i fanciulli della compagnia del detto Bernardino : e parimente quello della compagnia di s.Giorgio,nclquale è vna Annunziata’. Allefopradettc Monache di s. Ambruogio fece la cappella del Miracolo del Sagramento 5 la« quale opera è aliai buona,Se delle fue,che fono in Ficréza è tenuta la miglio re j nellaquale fece vna procefsionefinta in fulla piazza di detta ehiela*, douc il Vefcotio porta il tabernacolo del detto Miracolo,accompagnato dal Cle ro,e da vna infinita di Cittadini, e donne con habiti di que’tempi. Di naturale , oltre a molti altri , ui è ritratto il Pico della Mirandola tanto eccellente* mente,che pare non titratto,ma viuo. In Luccha fece nella chiefa di s.Mar- tino, entrando in quella, per la porta minore della facciata principale a man ritta , quando Nicodemo fabricala ftatuadi s.Croce: E poi quando in vna barca è per terra códotta per Mare verfo Luccha ♦ Nellaqual’operafono mol ti ritrarrle fpecialmente quello di Paulo Guinigi,ilqualecauò davno di terra fatto da Iacopo della Fon te,quando fece la fepoltura della moglie. In fan Marco di Firenze alla cappella de’Tefsi tori di Drappo fece in vna tauola, nel mezzo s.Croce,e dagli lati s.Marco,s,Giouanni Euagelifta,s.AntoninoArci* uefeouo di Firenze,& altre figure. Chiamato poi con gl’altri pittori all’ope- ra,chefece Stfto quarto Pontefice nella cappella del palazzo ; in compagnia idi Sandro Botticello,di Domenico Ghirlandaio,dell’Abbate di s.clemente* di Luca da Cortona, e di Piero Perugino 5 vi dipinfe di fu a mano tre ftorie i, nellequalifèce la fommerfione di Faraone nel Mar Rofto ila predica diChri- ftoa ipopoli lungo il Mare diTiberiade: el’ultima Cenadegl’ApoftQlicol Saluatore, nellaquale fece vna tauola a otto facce tirate ÌD profpettiua: e lo* pra quella in otto facce finuli il palco,che gira in Qttaangoli,dotte molto bene feortandomoftrò d’intendere quanto gl’altri quell’arte. Dicefi,che il Papa haueua ordinato vn premio, ilquale fi haueua a dar a ehi meglio in quelle pitture haucfte,a giudizio d’efto Pontefice operato. Finite dunque le ftorie, andò fua Santità a-vederle, quado ciafcuno delittori fi era ingegnato di far fi,che meri rafie il detto premio,8c Fhonore. Haueua Cofimo lentendofi debole d’inuenzione,e di difegno cercato di occultare il fuo defletto con far co. pe rta all’opera di finifsimi azurri oltramarini, e d’altri viuaci colori :$c con molto oro illuminata la ftoria: onde ne albero,ne herba,ne panno, ne nuuo Ioui era.che lumeggiato non fufie; facendoli acredere,che il Papa,comqpo* codi quell’arte intenden te, douefle perciò dare alni il premio della vittoria* Venuto il giorno,che fi doueuano l’operedi tutti feoprire^fu vedutaancola fua, & con molte rifa,e motti da tutti gl’altri Artefici fcheraita, e beffata uccellandolo tutti in cambio d’hauergli compafsione. Ma gliSchernitifinalmente furono efsi : percioche que colorifi come fi era Cofimo imaginato, a vn tratto, cofi abbagliarono gl’ occhio del Papa, che non molto s’intendeua di fimili cofe>ancora, che fe nedilettafte aflai , che giudicò Cofano haucre molto meglio che tutti gl’altri operato. E cofi fat togli dare il premio comans dò agl’aitri„che tu tti copri fiero le loro pitture de i migliori azurri, che fi troie tocclufsina d’o ro j, accio die fallerò fiutili a quelle di Cofimo n ei colo colori to,e neli’cffere ricche. Laondei poueri pittori difperati d’hauerea fo* disfare alla poca intelligenza del padre fan to,fi diedero a guadare quanto ha ucuano fatto di buono. Onde Cofimo fi riiedi coloro, che poco inanzi fi e» rane riio del fatto Tuo . Dopo tornatofene a Firenze con qualche foldo,attefe uiuendo affai agiatamente alauorareal lolito :,hauendo in fuacompagnia quel Piero, che fu fempre chiamato Piero di Cofimo, fuo difcepclo ; ilquale gli aiutò lauorarea Romafnella cappella di Siilo, e vi fece, oltreali’nltre cole vn paefe,doueedip!talapredicadi Chrifto,che è tenuto la miglior cofa, che vi fia. Stette ancor feco Andrea[diCofimo,&actefeaffaialIegrotrelche. Elfendo finalmente Cofimo viuutoanni 68,conlumato da vna lunga infirmila fi morì l’anno 14S4. E dalla compagnia del Bernardino fu iepellito in S. Croce. Dilettofsi coftuiin modo dell’Alchimia,che vi fpefe vanamente,come fanno tutti coloro,che v’attendono, cioche egli haueua. In tanto,che viuo Io confumò,& allo ftremo l’haueua condotto,d’agiato,che egli era,po* uerifsimo. Difegnò Cofimo benilsimo, come fi può vedere nel noffro libro non pure nella]carta,doue è difegnata la ftoria’della predicazione' fopradet- ta,che fece nella cappella di Siilo, ma ancora in molte altre fatte di ftile, e di chiarofcuro .Et il fuo ritratto hauemo nel detto librojdi mano d’Agnolo di Donnino pittore,e fuo amicilsimo. Ilquale Agnolo fu molto diligente nelle cofe fue,come,-oltre a i difegni, fi può vedere nella loggia dello (pedale di Bonifazio doue nel Peduccio d’una volta è vna Trinità, di fua mano a frelco, èc accanto alla porta del detto Spedale, douehoggi Hanno gli Abandonati fono dipinti dal medefimo certi poueri,èlo fpedaliere’chegh raccetta,molto benfatti, e fimilmentealcune donne.] Viflecoftui ftentando, e perdendo tutto il tempo]dietro a i difegni lenza mettere in opera; & in vlti- mo fi morì effendo pouero quato piu non fi può efle- re.Di Cofimo,per tornare a lui non rimale altri che un fìgliuolotilquale fii muratore,e architet to ragione /uole.
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