.rSoL SECONDA PARTE
RANCESCO Francia, ilquale nacque in Bologna l’anno 1450 di pfone artigiane,ma aflai coftumate, e da bene fu porto nel*
lafua prima fanciullezza all’orefice: nelqual efercizio adopc randofi con ingegno,e fpirito, fi fece, crefcendo,di perfona, e
d’afperto tanto ben proporzionato*,e nella conuerlazione, e nel parlare tanto dolche piaceuole j chehebbe forza di tenere allegro, e fen
za penfieri col fno ragionamento, qualunche fu fie piu malinconico, perlo-chefu non fidamente amato da tutti coloro,che di lui hebbono cognizione,
ma ancora da molti Principi Italiani,& altri Signori. Attendendo dunque, mentre/mentre dalia all’oreficcal difegno,in quello tanto fi compiacque,che fueglia do l’ingegno a maggior còle, fece in quellograndifsimó profitto» come per molte cole lauorate d’argentò in Bologna lua pàtria fi pùo vedere, e partico larmentcin alcuni laiiori di niello eccellentifsinn. Nellaqual maniera di fi re mife molte volte nello fpazio di due dita d’altezza,e'poco piu lungo,venti figurine proporzionatifsime, e belle. Lauorò di fmàlto ancora molte co* fé d’argento,che andarono male nella rouina’, &c cacciata de’Bentiuogli. E per dirlo in vna parola lauorò egli qualiiche cofa può far quell’arte meglio# che altri faceflegiamai. Ma quello,di che egli fi dilettò fopramodo, e in che fu eccellente fu il fare]conij per medaglie,nel che fu ne’tcmpi fuói fingula* rifsimo, come fi può vedere in alcune,che ne fece doue é naturalifsiuia la te* Ila di Papa Giulio fecondo ,Jche flettono a paragone di quelle di Caradoflb. Oltra che fece le medaglie del-s.Giouanni BentiuogIi,chepar viuoj Se d’infi niti Principi,i quali nel pafiaggio di Bologna,fi fermauano,& egli faceua le medaglie ritratte iti cera. E poi finite le madri de’Conij,le mandaua lorofdi cheoltralaimmortalitàdella fama,traile ancora prefenti grandifsimi. Ten necontinuamente]mentrechee’ vifiela Zecca di Bologna: Se feceledam* pedi tutti iconij per quella], nel tempo chei Bentiuoglr reggeuano ; &poi chefen’andororio ancóra mentrejche vifle'Papa Iulio come ne ledono chiarezza le monete,che il Papa gittò nella enrratà fua, doue era da vna banda la fua teda naturale,e da l’altra quelle lèttere Bonótiidper litliumdTyranno Libc* ratd. Et fu talmente tenuto eccellente in quello medierò, che durò a far le (lampe delle monete fino al tempo di Papa Leone .Et tanto fono in pregio le nprontede’conij fuoi che chi ne ha le dima tato che per danari nò fenepuo hauere. Auennecheil Francia dcfidérófo di maggior gloria, hauendoco- nofeiutò And.Mantegna,e molti altri pittoriche haueuanocauato de la loro arte,& facultà,& onori -, deliberò prouare fé là pitturagli riufcifle nel colorito . Hauendo egli fi fatto difegno, chee’pòteua comparire largamente con quegli. Onde dato ordine a farne pruouaj, fece alcuni ritratti, Se altre cofe piccole,tenendo in cafa molti mefi pedone del medierò,che gl’infegnaf fino i modi, Se l’ordine del colorire; di maniera che egli, che haueua giudi* zio molto buono,vi fe la pratica predamente;&: la prima opera che egli face! (e fu vna tauola non molto grande a M.Barr.Fehfini -y che la pofe nellaMiferi- cordia,chiefa fuor di Bologna, nellaqual tauola è vna N.D.afeder fbpra vna sedia có molte altre figure,e con il detto M.Bart.ritratto di naturale. Et è la^- uorata a olio,con grandifs.diligenza *, laqnal opera da lui fatta l’an no 1490 • piacque talmente in Bologna che M.Gio.Bentiuoglidefiderofo disonorar co l’opere diquedo nuouopittorelacappellafua,in s.Iacopo di quella città gli fece fare,in vna tauola,vna N.Donna in aria 5 Se due figure per lato,con due Angioli da bado chefuonano. LaquaPoperafu tanto ben condotta dal Fran eia -, che meritò da M.Gioaanni oltra le lode,v n prefente honoratifsimo. La onde incitato daquedaoperaMonfignore de’Bentiuogli,gli fece fare vna tauola,per l’altar maggiore della Mifericordia, che fu molto lodata : dentro* uila^atiuitàdiChriflo. doue oltre al difegnot non è.fè non Bella!l’inuen- zione,eil colorito nò fono fenó lodeuoli. Et in queda opera fece Monfigno re ritratto di naturale -, molto limile, per quanto dice chi lo conobbe>.&c m
quello abito dello che egli ueftito da pellegrino tomo di Ierufalemme. Fece fimil mente in vna tauola nella chiefa della Nunziata fuor della porta di s. Mammolo j quando la N.Donna.è A nunziata dall'Angelo j inficmé co due figure per lato,tenuta cofa molto ben Jaucrata. Mentre dunque per l’opere del Francia era- crefciuta la fama fua, deliberò egli fi come il lauorarc a olio gli hauéua dato fama, 6c vtile 5 cofi di vedere fe il medefimo gli riufciua nel lauoro in frefco.[Haueua fatto M.Giouanni Bentiuogli dipigncreil fuopa* lazzo a diuerfi maeflri,&: Ferrarefi,& di Bologna, &c alcuni altri Modonefi, ma vedutelepruouedel Francia a frefco, deliberò che egli ui facefTe vna fio xia,in vna facciata d’una camera,doue egli abitaua per fuo vfo ; nellaquale fe ce il Francia il Campo di Oloferne armato in diuerfi guardie,appiedi,&a ca «allo,che guardauano i padiglioni : &‘mentre, che erano attenti ad altro,fi vedetta il fonnolento Oloferne, prefo da vna femmina foccinra in abito ve- doui le,la quale con la fihiflra teneua i capegli fudati per il calore del vino,e del fonno, & con la delira vibraua il colpo, per vccidere il nemico -, mentre che vna feruavecchia con crefpe,- Se aria veramente da feruafìdatifsima/in- tenta negli occhi della fua Iudit per inanimirla, chinata giù con la|peifona, teneua bada vna fporta/perriceuerein eda il capo del fonnacchiofo.aman- le. Storia chefu delle.piu belle, & meglio condotte5, che ii Francia facefie mai. Laquale andò per terra nelle rottine di quello edifizio nella vfeitade’ Bentiuogli,inficine con vn’altrafioriafòpra’qucflamedefima cantera,contraffatta di colore di bronzo d’una difputa di fìlofofi molto eccellentemente lauorata,&: efprefloui il fuo concetto. Lequali opere furono cagione,che M.Giouanni,&qnantieran di quella cafa,loamafsino,e.honorafsino:&:do po loro, tutta quella città. Fece nella cappella di s.Cecilia attaccata conia chiefa di s.Iacopo due fiorie,lauorate in frefeofin vna dellequali dipinfe qua dola N. Donna è fpofata daGiufeppo ; &: nell’altra la morte di s.Cecilia: te nutacofa moltododata da’Bolognefi: & nel vero il Francia prefe tanta pra tica,&tanto animo,nel veder caminar a perfezione l’opere,che egli voleuaj ch’elauorò molte cofe,eh ciò non nefaro memoria: badandomi moflrarea chi vorrà veder l’opere fue,folamentelepiu notabili,& le migliori. Ne per quello la pittura gl’impedì mai,che egli non feguitafie, Se la zecca, & l’altre cofe delle medaglie,come è faceua fino dal principi. Hebbe il Francia fecó do che fi dice grandifsimo dispiacere de la partita di MiGìonanni Dentinogli ; perche hauendogli fatti tanti benefizij gli dólfe infinitamente : ma pure comefauio, & co fluiti a co che eglirera attefe all’opere fue. Fece dopo la fua partita di quello tre tauòle, che andarono a Modena, in vna delle quali era quando s.Giouanni battezza Chriflo,;nell’altra vna Nunziata bellilsima,& nella vltima vnaN.Donna in aria con molte figure, laqual fu polla nella chic fa^e’frati dell’Ofieruanza. Spartafi dunque per cotan te opere,la fama di co fi eccellente macflro faceuano le città agara per hauer delPoperefue. La on= de fece egli in Parma ne’monaci Neri di s.Giouanni vna tauola con vn Chri- flo morto m grembo alla N.Donna, dintorno molte figure, tenuta vniuera (almentecofa bellifsima', perche^trouandofi feruiti i medefimi frati operaro no,eh egli ne facefie vn’altra aReggio di Lóbardiain vn luogo loro dou’egli fece vna N, Donna con molte figure, A Cefena fece vn’ahra tauola pure per . la chiefa/la chiefa di qucfli monaci, devi dipinfe la circoncifionedi Chetilo colorita vagamente. Ne vollonohauereinuidiaiFerrarefi agl’altricirconuicini, anzi -di-liberati ornare delle fatiche del Franciailloro Duomo, gli allogarono vna tauola,che vi fecefuvn gran numero di figure, Se la intitolarono, la ta* uoladi Ogni Santi. Fecenein Bologna vna injs.Lorenzo, con vnaN.Donhà & due figure per banda ; Se due putti fiotto,molto lodata. Nè hebbe appena finitaquefta,chegliconuenne farne vn’altra ins.Iobbe,con vn CrucifilIo,& «rlóbbeginócchioiii appiè della croce: de due figure ciarlati. Era tanto fpar- faì la famà,el’opere di quello artefice per la Lombardia,che fu madato di ro- ilanà ancóra per alcuna cofa di luo come fu da Lucca,doue andò vna tauola dentroui vna s. Anna,&la N.Donna,con molte altre figure,& (opra vn diri fio morto in grembo alla madre. Laqualc opera èpofta nella chicla di s.Fri- diano,dc è tenuta da Luchefi,cola molto dégna. Fece in Bologna per la chic fa. della Nunziata due altre tauole, che furon molto diligentemete lauoratc : Et coli fuor della porta A ftràCaftione,nellaMifericordianefece vn’altra a réquifizioned’unaGentildonnadelManzuoli. Nellaquale dipinlela N.DO Ha còl figliuolo in rollo s.Giorgio,s.Giouanni Badila,s.Stefano,&s. Agofti- no có vii Angelo apiédi,che tiene lè mani giunti co tanta grazia, che par prò priodiParadifo. Nella compagnia di s.Francefconélla medéfima cittànc fece vn’altra j &: Umilmente vna nc la compagnia di s.Ieronimo. Haueua fuà dimeftichezzaM.Polo Zambeccàro; e come amicilsimo per ricordanza d ilui, gli fece fare vn quadro aliai grande, dentroui vna Natiuitàdi chrillo che è molto celebrata delle cole che egli fece.. E per quella cagione M.PoIo gli fece dipignere due figure in frcfco,alla fua Villa molto belle. Fece anco rairifréfeo vna floria molto leggiadra in cafa M Ieronimo Boiognino, con mòlle variey&bellifsim'e tigiire ; Lequali opere tutte infieme gli haueuano. recato vna réuerenzà in quella città,che v’era tenuto come vnoi Dici. Etql lo che glieTacrebbe' in infinito, fii che il Ducad’Vrbino gli fece dipignere vn par di barde da cauallo,nèllequàli fece vna felua grandifsima dalberi,che vi era appiccato il fuoco : Se fuor di quella vlciua quantità grande di tutti gli animali aerei,& terre(lri,& alcune figure : cofa terribile,fpauentofà,& vera mence bella ; che fu ftimata aliai Per il tempo confumatoui fopra nelle piu* me degli vcelh,& nelle altre forti d’animali rrrreftri poltra le diuerfità delle fiondi,& rami diuerfi,che nella varietà degli alberi fi vedeuano. Laquale opera fu riconofciuta con doni di gran ualutaj per fatisfare alle fatiche, del Francia : oltra che il D uca fempre'gli hebbe obligo per le lodi che egli ne ri- ceuè.11 Duca Guido Baldo parimente ha nella fua Guardaroba di mano del rhedefimo, in un quadro una Lucrezia Romana da lui molto ftimata,cómol te altre pitture,dellequali fi farà quando fia tempo menzione. Lauorò dopo quelle vna tauola in s. Vitale, Se Agricola,allo altare della Madonna che vie dentro due Angeliche fuonano il liuto,molto begli. Non conterò già i qua dri che fono fparfi per Bologna in cafa que’ Gentil’huomini ; Se meno la in* finità de’ ritratti di naturale che egli fece; perche troppo farei proliflb. Balli, che mentre che egli era in cotanta gloria, &godeuain pace le fue fatiche ; era in Roma Raffaello da Vrbino:& tutto il giorno gli veniuano intorno moltiforeftieri,&fra gli altri molti Gentil’huomini Bolognefiper uederc l’opere l’òperc di quello. Et perche egli auuiene il piu delle volte, che ogn’uno lo« da volentieri gli ingegni da caia fua,cominciarono quelli Botaglieli co Raffi faello a lodare l’opere,la vita, & le virtù del Francia: Se coli feciono. tra loro, a parole tanta amicizia,che il Francia, Se Raffaello.fi falutacono per lettere. Et vditoil Francia ranta famadèlediuine pitture di Raffaello; defideraua ve der l’operefue : ma già vecchio Se agiato.fi godeua lafua Bologna. jAuuens ne appretta, che Raffaello fece in Roma per il Cardinal de Pucci Santi 1111. vna tauoladis.Cecilia, che fi Raueùaa mandare in'Bologna per porfiin vna cappella in s.Giouanni in'monte,done è la fepol tura della beata Èlenadall’o lio : Se incaflata, la dirizzò al Francia,che come amico, glie la doueife porre in fuH’altare di quella cappella, con lbrnamerito còmerhaueu3 effo accoda to. Ilchehebhe molto caro il Francia,perhaùeragio‘di veder,fi come hauea tanto difiderato l’opere di Raffaello. Et hatisndo aperta la lettera, che gli feri ueua Raffaello,dotte e’ Io pregaua le ci fuffe neifun graffio, che è lacconciaf- lè j Se fimilmente conofcendoci alcuno errore, come amico, lo correggeffe, fece con allegrezza grandifidma, ad uri buonlumejtrarre della cadala detta tauola. Ma.tantofulo ftuporechee’ ne hebbe,'& tantogrande la maraui« glia: che conolcendo qui lo error fuo, Se la ftolta prefunzione della folle ere denza fua; fi accorò di doIore,&fra breùifsimo. tempo fe ne morì. Era la ta «oladi Raffiellodiuina,A: non dipinta,ma villa,& talmente ben fatta,&co lorirada lui; che fra le belle che egli dipinfe, mentre viffe, ancoraché tutte fìanomiracolofe,ben poteuachiainarfirara. Laonde il Franciamezomor toper il terrore,«Se perla bellezza della pittura, che era prefènte agl’occhi % Se a paragone di quelle, che intorno di fua manot fi vedeuanoj tutto Enarrilo,la fece con diligenzia porrè in s.Gió.in monte a quella cappella doue do tteua Rare, Se entrarofenefra pochi di nei letto tutto,fuori di fe fteffo; paren doli citar riraaff o quafi nulla nell’arte,appetto a quello che egli credeua 3 Se cheegli era ceriti to ; di dolore, Se malinconia,come alcuni credono fi morì citandoli aduenuto nel troppo fifamente contemplare la viuifsima pittura di Raffàelio,quello,che al Fiuizano nel vagheggiacela fua bella morte, de la quale è fetitto quello epigramma. , hlcturjmpiftordiuinusmente recepita . ■ . .
Admota tfl operi,Acindc pentd mdnus.
Drncjue opere in f«3o defigit lumina pitto*
lntcntutnimium,p(iUuit,zr morii ur. ,
Tuli igiturfinn mon : non mortud rnortis imag*
Sifungor quo mors fungitur officio. 1 ' >
Tuttauoha dicono alcuni altri che la mortefuafu fi kubita,'chcamohi {% gni apparì piu tofto veleno,ogiocciòla,che altro. Fu il Francia huomo lauta, &c regolatifsimo del uiuere,& di buone fòrze. jE morto fu fcpolto honorau mente da ìfaoi figliuoli in Bologna l’anno MDXVIII. . ... ,
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