Vita di dietro Perugino pittore.
I quanto benefizio fia agli ingegni alcuna volta la pouertà, $c quan to ella fia poten te cagione di fargli venir perfetti, & ecc.
in qual fi voglia facultà 5 affai chiaramente fi può vedere nelle azzioni di Pietro Perugino. Ilquale partitoli da le eftremeca
lamità di Perugia, & condottoli a Fiorenza ; defiderando co’l jnezo della virtiì,di peruenire a qualchegrado : flette molti meli, non haué
do altro letto poueramente adormirein vna cada: Fece de la notte giorno; òccon grandifsimo feruore, continuamenteattefe allo fludio della fua prò«
fefsione. Et hauendo fatto l’abito in quello,|nelluuo altro piacere conobbe, che di affaticarli Tempre in quell’artej& Tempre d>p<gnere. Perche hauendo
tempre dinanzi a glocchi il terrore della pouertàjfaceua cofe per guadagna * i:e,chee* non harebbe forfè guardatele hauefle hauuto da mantenerli. Etp auuentura tanto gli harebbe la ricchezza chiufo il camino da uemre eccellen te per la virtù : quanto glie lo aperle la potiertà,Seve lo fpuonò il bifogno.di- (ìderando venire da fi milero,Se bado grado, fe e’non poteuaal lommo, Se lupremo •, ad vno almeno,doue egli hauefle da foftentarfi . Per quello non fi curò egli mai di freddo, di fame, di difagio, di incomodità, di fatica ne di uergogna,per potere viuere vn giorno in agio,Se ripolo; dicendo Tempre,Se quafi in prouerbio,che dopo il cattiuo tempo, è necelTario che e’ véga il buo no :3e chequandoèbuon tempo fifabricanolecale, per poterui ftareal coperto,quàdo e’ bifogna. Ma perche meglio fi conofca il progrefio di quello artefice,cominciandomi dal filo principio:dico,lecondo la publica fama,che nella città di Perugia,nacque ad vna pouera pedona da Caftello della Pieue, detta Chrillofano,vn figliuolo,che al battefimo fu chiamato Pietro, Tlquale allettato fra la miferia,Se ló llento,fu dato dal padre per fattorino,a vn dipin tore di Perugia: ilquale non era molto valente in quel melliero, ma haueua in gran uenerazione,Se l’arte,Se gli huomini,che in quella erano eccellenti. Ne mai con Pietrofaceua altro che dire,di quanto guadagno,Se honoreful- iela pittura,a chi ben la efercitafle. Et contandoli i premij giàdelli antichi, Se de’moderni,confor taua Pietro a lo lludio di quella. ; Onde gli accele l’a* nimo di maniera,chegli véne capriccio di volere(fe la fortuna lo volelle aiua tare)eirerevnodi quelli, Etperòfpefio vlauadi domandare qualunque co- nofceua eflere flato per lo mondo,in che parte meglio fi facefleno glihuomi ni di quel melliero,Se particolarmente il fuo maeftro. Ilquale gli rifpofesc predivn medefimo tenore, ciò è che in Firenze piu che altroue veniuano gli huomini perfetti in tutte l’artijSc fpecialmente nella pittura. Attefo che m'quella città fono Ipronati gl’huommi da tre cofe, l'una dal biafimare,'che fanno molti, Se molto, per far quell’aria gli ingegni liberi di natura ; Se non contentarli vniucrlalmente dell’opere pur mediocri, ma Tempre piu ad honore del buono, Se del bello, che a rifpetto del facitore confiderarle. l’altra chè a volerui viuere,bilogna eifere indullrioTo, fiche non vuole dire altro, che adoperare continuamente l’ingegno,Se il giudizioi'Se eflere accorto, Se preflo nelle Tue cole,Sefinalmente laper guadagnare, non hauendo Firenze paefe largo Se abbódante, di maniera che e’ polla dar le fpefe per poco a chi lì Ila,come doue fi truouadel buono aliai. La terza,che non può forfè mane co dell’altre,è vna cupidità di gloria,Se honore,che quella aria genera gran« dilfima in quelli d’ogni perfezione,laqual in tutte le perlòne che hanno Ipi rito,non confcnte, chegli huomini voglino Ilare al pari, non che rellare in dietro a chi e veggono eflere huomini come Tono effi,benché gli riconofchi no per miellri 5 anzi gli sforza bene Ipeflo a defiderar tato la propria gràdez za 3 chcfe non fono benigni di natura,o laui ; rielcono maldicenti, ingrati, c feonofeenti de benefizi;. E’ben vero che quando 1 huomo vi ha imparato ta to che balli -, tiolendo far altro che uiuere come gFJanimali giorno per giorno , Sedefiderando farli ricco 3 bifogna partirli diquiui ; Se vender fuorn la bontà delle opere Tue , Se la riputazione di ella [citta 3 come fanno i dottori quella del loro lludio. Perche Firenze fa de li artefici luoi,quel che il tempo de le Tue cole ; che fattele le disfa,Se lele confuma a poco a poco, Da quelli auuifi; miuifi dunque Se dalle perluafioni di molti altri mollò,venne Pietro in Fiorenza con animo di farli eccellente j Se benegli venne fatto -, conciofia che al fuo tempo le cofe della maniera fua furono tenute in pregio grandifsimo. Studiò lotto la difciplinad’Andrea Verrocchio : Se le prime fue figure furono fuor della porta al Prato in s.Martino alle monache, hoggi ruinato per lo guerre.Etin Camaldoli vn s.Girolamo in muro allora molto (limato da Fio retini,e có lode niellò manzi p hauer fatto quelsato vechio magro,Scalciutto con glocchi filTò nel crucififio,& tanto conlumato che pare vna notomia,co me fi può uedere in uno cauato da quello, che ha il già detto Bartolomeo GÓ di. Venne dunque in pochi anni in tanto credito,che de l’opere fue s’empiè non lolo Fiorenza,& Italia,ma la Francia,laSpagna,& molti altri paefi,doue elle furono mandate. ‘ Laonde tenutele cofe lue in riputazione , Se pregio grandifsimo ; cominciarono i Mercanti a fare incetta di quelle ; & a mandar le fuori in diuerfi paefi,con molco loro utile,e guadagno. Lauoròalle donne di s.Chiara in una tauola un Chrillo morto,con fi uago colorito, e nuouo, e che fece credere a gl’Artefici d'hauere a edere marauigliolo, Se eccellente. Veggonfi in quella opera alcune bellifsime tede di vecchie fimilmente certe Marie,chereftatedi piagnere,ccnfideranoil morto|con ammirazione, & amore llraordinario poltre che vi fece vnpaelè, che fu tenuto allora bellilfi»» mo,per non fi eder anchora veduto il vero mododifargli, come fi è veduto poi. Dicefi,che Francefco del Pugliefe volle dare alle dette monache tre volte tanti danari,quanti elle haueuano pagato a Pietro, e farne far loro vna fi« mile a quella di mano propria del medefimo,& che elle non vollono accori fentire ; perche'Pietro dille,che non credeua poter quella paragonare.jLra« no anco fuor della porta a Pinti nelconuento de’frati Gieluati molte cofedi man di Pietro*, ma perche hoggi la detta chi eia, e conuentofono rouinati, non voglio,che mi paia fatica,con quedaoccafione, prima, che io piu oltre in quella vita proceda,dirne alcune poche cole. Quella chiefa dunque, la« quale fu architettura d’Antonio di Giorgio da Setrignano,era longa bracci» quaranta,e larga venti. A lommo,per qnattrofcaglioni,o vero gradi fi fali- uaa vn pianori braccia lei,(òpra ilqual era l’altar maggiore con molti orna mentì di pietre intaghate.E (opra il detto altare era polla con ricco ornarne to vna tauola,come fi è detto,di mano di Domenico Ghirlandaio. A mezzo la chiefa era vn tramezzo di muro,con vna porta traforata dal mezzo in fu, laquale metteuano in mezzo due al tari,(opra ciafcuno de quali era, come fi dirà,vnarauoladi mano di Pietro Perugino. E fopra la detta porta eravn bel lilfimo crucififib di mano di Benedetto da Maiano , melTo in mezzo da vna N.Donna,& vn fan Giouanni di rilieuo.E dinanzi al detto piano dell’altare maggiore appoggiandoli,a detto tramezzo,era vn coro di legname di noce, e d’ordine dorico molto ben lauorato: Se (oprala porta principaledcllachie fa era vn’altro coro,che pofaua fopra vn legno armato, e dilotto faceua pai* co,o vero foffittato con bellilfimo (partimento, Se con vn’ ordine di baiatici,che faceua fponda al dinanzi del coro,che guardaua verlòl’altar maggio ie.ll qual coro era molto commodo per l’hore della notte a i frati di quel co uento,& per fare loro particolare orazioni, Se fimilméte peri giorni feriati. Sopra la porta principale della chiefa,che era fatta con bellifiimi^ornameijù diPietra,&haueuaun portico dinanzi in Tulle colonne,.checopriuain fin io prala porta del conuento, era in vn mezzo tondo un s.Giulio Velcouo in mezzo a due Angeli,di mano di Gherardo miniatore,molto bello. E ciò per che la detta chiela era intitolata a detto s. Giulio, e la entro fi ferbaua da que’ frati una reliquiario è un braccio di elio Santo. All’entraredi quel conucn to era un picciol Chioftro di gràdezza appunto quanto la chiefa, ciò è lungo braccia quaranta,e largo venti,gl’archi,&: uolte delquale,chegirauano intor no pofaua (òpra colonne di pietra,che faceuano una fpaziofa, e molto coma moda loggia in torno 1 ntorno. Nel mezzo del cortile di quello chioftro,che era tutto pulitamente, e di pietre quadre laftricatò, era un bellifsimo pozzo con vna loggia Topra,che pofaua fimilmentefopra colonne di pietra, e tace« uà ricco, e bello ornamento. Et in quello chioftro era il capitolo de’frati la porta del fianco,che entraua in chiefa,e le leale, che faliuano di lopra al dora mentorio,& altre ftanze a commodo de’frati.Di la da quello chioftro a diric tura della porta principale del conuento era un’andito lungo quanto il c'a* pitolo e la camarlingheria,e che rifpondeua in vn’altro chioftro maggiore,e piu bello,che il primo. E tutta quella dirittura,ciò è le 40 braccia della loggia del primo chioftro, l’andito, e quella del fecondo faceuano un rilcontro. Iun»hifsimo,ebello quanto piu non fi può dire jcftendo mafsimamétefuor del detto vlcimo chioftro, e nella medefima dirittura una viottola dell’orto lunga braccia dugento *
E tutto ciò venendofi dalla principal porta del conuento faceua una uedu ta marauigliola. Nel detto fecondo chioftro era un Refettorio lungo braccia leftanta, e largo 18, con tutte quelle accommodate ftanze, e come dicono i frati’officine,)che a vn fi fatto conuento fi richiedeuano. Di lopra era un dormentorio aguifa di T.vna parte delquale, ciò èia principale, ediritra, laquale era braccia 6o}era doppia,ciò è haueua le celle da ciafcun lato, &c ih tc ila in uno fpazio di quindici braccia un’oratorio , fopra l’altare delquale era unatauola di mano di Piero perugino, e lopra la porta di elfo oratorio era vn’altra opera in frefco,comefi dirà di mano del medefimo. Et al medefimo piano,ciò è fopra il capitolo era una ftanza grande, doue llauano que’ padri a fare le fineftre di vetro,con i tornegli,&: altri commodi, che a cotale elerci- zio erano necelfarij. E perche mentre vilfePietro,egli fece loro per molte 0« pere i cartoni,furono i lauorfiche fecero al filo tempo tutti eccellenti. L’orto poi di quello conuento era tanto bello,e tanto ben tenuto,&: con tanto or dine le ititi intorno al chioftro,e per tutto accommodate,che intorno a Firè- ze non fi poteua ueder meglio. Similmente la ftanza doue ftillauano, lecon do il co fiume loro , acque odorifere, & cofe medicinali haticua tutti quegli agi, che piu, &c migliori fi pollono imaginare. In fomma quel conuento era de’begli, e bene accommodati, che fu fièro nello flato di Firenze : e però ho voluto farne quella memoria,& mafiimamente efièndo di mano del noftro Pietro Perugino la maggior parte delle pitture,che vi erano. Alqual Pietro tornando hora ma»,dico,che dell’opere,chefecein detto conuento, nò fi fò no conleruate lènon le tauole,perche quelle lauorate a frefco furono per lo aftèdio di Firenze infiente con tutta quella fabricagettate per terra,& le ta« nule portate alla porta a fan Picrgatcolini, doue a i detti frati fu dato luogo
nella nella chicfa,& conuento di s.Giouannino . Le due tauole adunque, che erano nel lòpradetto tramezzo erano di man di Piero; & in vnaera vn Chrifto nell’orto; &rgl’Apoftoli, che dormono,ne’ quali moftrò Pietro quanto ua- gìiail fon no contragraffanni,edifpiaceri,hauendog!i figurati dormire in at titudini molto agiate. E nell’altra fece vn a Pietà,ciò e Chrifto in grembo al la N.Donna con quattro figure intorno no mcn buone,che Pai tre della maniera fua,e fraTaltre cole fece il detto Chrifto morto cofi intirizzato,come fé èfuflejftato tanto in croce,che lo Ipazio, & il freddo 1 hauefsino ridotto colli,onde lo fece reggere a Giouanni,& alla Maddalena tutti afflittile piangen ti. Lauorò in un’altra tauola un crucififlo con la Maddalena,5c a i piedi s.Gi xolamo,s.Giouanni Batnfta,&:il beato Giouanni Colombini,fondatore di quella religione con infinita diligenza. Quelle tre tauole hanno patito altère fono per tutto negli feuri, edoue fimo 1 ombre crepate, e cioauuiene, perche quando fi lauora il primo colore,che fi pone fòpra la meftica(pcrcio che tre mani di colori fi danno l’un (opra Paltrojnon è ben leccho ;onde poi col tempo nello (eccarfi tirano per la groflezza loro, & uengono ad hauer forza di fare que’crepati. llche Pietro non potette cono cere,perche apunto pe’tcmpi luoi fi cominciò a colorire bene a olio. Eflendodunque da i Fio* rentini molto comendate l’opere di Pietro, un priore del medeùmo conuetv lo degl’Ingefuati,che fi dilettaua dell’arte gli fece fare in vn muro del primo chioftro vnaNariuitàcoi Magidi minuramànierachefu dalui con uaghex za, e pulitezza grande a perfetto fine condotta ; doueera un numero infinito di tefteuariate; e ritratti di naturale nó pochi ; fra iquali era la tefta d’An. dre^del Verrocchio luo maeftro. Nel medefimo cortile fece un fregio fòpra gl’archi delle colonne,con teftequantoil unto,molto ben condotte: del leqtialierauna quellade! detto priore tanto uiua,edi buona maniera lauo tata,che fu giudicata da pertifsimi artefici la miglior cofa,che maifaceflePie ero ; alquale fu fatto fare nell’altro chioftro fopra la porta, che andaua in Ref tettorio una ftoria quando Papa Bonifazio conferma l’habito al beato Gio» uanni Colombino,nellaquale ritraile otto di detti frati,c vi fece una profpec ciua belhfsima,che$fuggiua,laquale fu molto lodata,e meritamente,perche refaceua Pietro profefiione particolare. Sotto a quella in un’altra ftoria co tninciaualaNatiuitàdi Chrifto con alcuni Angeli, e Pallori, lauoratacon frefchifsimo colorito. E fopra la porta del detto oratorio fece in vn’arco tre mezzefigureja N.Donna,s.Girolamo,& il beato Giouanni,con fi bella mas niera,che fu ftimata delle migliori opere,che mai Pietro lauorafiein muro* Era fecondo,che io udij già raccontare, il detto priore molto ecc.in fare gl’a- zurri ol tramarini,c però hauendone copia nelle, che Piero in tutte le fopra- detteopere ne metteirealiai : Maeranóditncno fi milero, esfiducciato,che non fi fidando di Pietro, voleua Tempre eller prefentequàdo egli azurro nel lauoro adoperarla . La onde Pietro ilqualeeradi natura intero, e da bene, c non difiderana quel d’altri, le non mediante le lue fatiche haueua per male ladiffidenzadi quel priore,onde pensò di farnelo vergognare; & cofi prela vna catinella d’acqua,impollo,che haueua, o panni,o altro > che uoleua fare di azurro,e bianco,faceua di mano in mano al priore,che con mtferia romana al facchctto,mcttere l’oltramarino nell’alberellojdcue era acqua ftempe-rftHVdkpocominciàn’doFoà mèrtefe in opera", 'a ógnTdue pennellate Pietro'*
irònfiniia-qucita calcina l Voi uedctejrifpt pò partito il prióre. Pietro cauaua rólttamarino, cheera Bel fondò deliaca'-" «nella V& quello quando gli parue tempo rendendo al priore, gli dille pa- drequèfto è uoftro,imparate a fidami degl’huomini da bene,che non in gali* fiano'mai chi fi fida,ma fi bene fnprebbono quando volefsino,ingannategli sfilacciati,‘comedoi fece.Per quelle dunque, Se altre molte opere venne in làhtà fama Pietro, chèfu qtiafi sforzato a andare a Siena, dotte in s.Frali ce-- fcò dipinte vna tauolagrande,che fu tenuta bellifsima,e in s. Agoftino della1 né dipinfe vn’àlt'ra dentroui vn Crucifillo ton alcuni Santi. E poco dopò quello a Fiorenza nella chielà di sIGallo fece vna tauola di s.(Girolamo in pe* riitenzia, che hoggi è in s.Iacopo tra fofsi. douèdetti frati dimorano vicino ài canto de gli Alberti. Fu fittogli allogazioned’un Chrifto morto cós.Gio hannij & la Madonna fopra le ficàie della porta del fianco di s Pier Maggiore : Se lauoròllo in maniera;che fendo fiato all’acqua, & al vento s’è confier- liàto,con quella frefchezzà*, cóme fie pur hora dalla man di Pietro folle finità. Certàmeritéi colórifurono dalla mtelligenzadi Pietro conolciuti,eco* fi il firèteo come l’olio j onde òbligo gli hanno rutti i periti artefici, che per fuomezo hanno cognizione de’ lumi,che per le fueopere fi veggono. In S* Croce in detta città fece vna’Pietàcol morto Chrifto in collo, Se duefigurev che danno marauiglia a vedere, non la bontà di quel1 e,ma il luo mantenerli fi vìùa^dc nuoaa di colori, d; piti infrelco. Gli fu allogato da Bernardino He* Ro fisi ci tràci in Ftóirehtìtio vn s.Sebaftianò per mandarlo iti Francia -, Se ftiro ho d’acóordó del prezzò in cento feudi’d oro : laquale opera fu venduta da Bernardino al Re di Francia quattrocento ducati d’oro : A Vàlle Ombrola dipinfe'vna tauola pct lo aitar maggiore *, Se nella Certola di Pania lattorò fi* cmlmente vna tauola a que’frati. 'Dipinfe al Cardinal Caraffa di Napoli-nei lo Pifcopio allo aitar maggiore, vna allunzionedi N.DonnaVócgl’Apoftoli ammirati intorno al lepòlcro". Et all’ Abbate Sim'one de Grazi ahi al Borgo a s Sepolcro vna tàuolàgrandé* làquaie fece in Fiorenza i’éhè’fu portata in s. Giliò del Borgo folle (palle de fàcchinicotr fpefa grandilsima. Mandò a Bo lognaasCiouanni in montevna tauola con alcune figure ritte, & vii a Ma* donna in aria -, perche1 talmente!fi (parfelafamadi rietroper Italia,ik fuori» Ohe e’ fu da Siilo 1111. Pontefice con molta fua gloria condotto a Roma a lauorare nella cappella in compagnia de gli altri artefici eccellenti : doue fece la ftoria di Chrifto, quando dà le chiaui a s.Pietro, in compagnia di Doni Bartolomeo della Gatta Abate di siGlemente di Arezzo :& Umilmente la fiatiiiità, e il battefimodi Chrifto, e il naleimento di Mofie’, quando dalla fì- gliuola di Faraone è ri pefcato nellaceftellà. Et nella medelima faccia, dòue è 1 al taf e,-fece la tauola in murocòn l’iftunzione della Madonna,- doue ginoc chióni rithàlfe Papa Siftòv Ma quelle opere furono'mandate a terra per fare la facciatadel giudicio del diuin Michel Agnolo a tempo di Papa Paolo 111. ,LaiiorÒ vna. volta in torre Borgia nel palazzo del Papa con alcune ftorie di ‘ Chrifto>
<Ihri(lo}8. fogliati ci) chiaro .ofcurojiquali he.hbero al fuo tempo nome (Ira ordinario di edere eccellenti. In Roma niedelirnam„eteinis.Marco fece vna (tona dedite Marmi allatòal Sacramento.opera delle buone che egli facelje in Roma. Fece ancora nel.palazzo di.s.Apoftolo per Seiarra Colonna.yna loggia,&,alrre ftanze. Lequaltope.regìimileroinmano grandissima quan* .tira di danari.* Laonderifolutofi a non Ilare piu in Roma: parjitqlène con buon fauoredi tuttala corte jaPerugialua patria iene tornò:&in molti luoghi della città lini tauole,& lauori a frelco, e particolarmente in palazzo una tauola a olio nella cappella de’;$ignori,dentro.ui la N. Donna, & altri ti. A s. Francesco del Montedip.infeduecappelle:afrefco,in vna la noria de* Magi,che vanno a cfterirea ehti.fto,e nell’altra il martirio d’alfuni frati di*. Francelcojquali andando al foldanodi Babiloniaiturono occilì. Ins.Fran- cefeo delconuento dipijifetìmilmente a olio due tauole. in unala.relqrezio ne di Chrilto,e nell altra’,s.Giouanni Banifta,& altri fanti . Nella chiefade1 Serui fece parimente due tauole, in una la trasfigurazione del N.Signore, c nell’altra,che è accanto alla lagreftia,la floriade’ Magi, ma perche quelle no fono di quella bontà,che fono i’al.tre cole di Piero.fi tiéper.fermOiph’ellt Siano delle primeopeic,chelacere:. In s,Lorenzo Duomo dèlia rntdefima cit* rcà èdi mantfdj Piero nella cappel)a de 1.Grurifiifola’N‘DQfina,’s.anpi, c l’altee sy.arie,s- Lenendo,?; Iacopo, & altri Santi. D.ipinie ancota., all’altare del[S5igram;entp,dQiie (la ripoitol’anello,con :chefu fp.ofata la-Vergine Maturo ipofaliziodi ella Vergine. Dopo fece a frefco tutta l’udienza del.Gaftì“ bio, ciò è nel partimento della Voltai (ette pianeti, tirati Sopra certi carri da diuerfi animali,Secondo l’ufo vecchio.e nella Facciata quando fi entra di- .rimpetto allapom laNatiiutà,ed^reiurezzione drchriito ; &'in una truola uns. Gipuapm Barrila in-mezzo^acerti altri.Santi;. Nelle facciatepoi dalle bandedipinfir,(ecódp|a manieraSuaFàbioMafsimq, Socrate,Numa,Pompi Ilo. F.Catpillo,Pitègpra,TraLtano,L.Srcu)io,LeonidaSpartano,.Orazio Co (de,Fab;o5épronio,Pericle A . teni.de,e Cincinnato ..dell’altra fa.cciata fece le Sibille,i Profeti Ifaia,Moiie,Daniel,Dauir,Ieremia,Sàlamohe, Eritea, Libi cajTiburtinajDelfica^l’altre.E fotto ciafcuna'delledettefigurefecea uSo di motti in Scrittura alcune cofe, chedififero, lequalifpnoapropofitodiql luogo. Et in tino ornamsnro fece il fuo ritratto -, che pare uiuifsimo, feriuedoui Lotto il.nome fup mqueilo modo Petrus Ptrujinus Egregia* Pittori Perdita fi «e ratjpingedo hic ntulit artem. Si numquà. ipuetdtfjct bucunus ipse dedit. A mio do.} 500. Quella opera, che fu bciliisima, e lodata piu, chealcun’aitra, che da Pietro futie in Perugia lauorata,è hoggt dagl’huomini di quella città, per memoria .d'un fi lodato Artefice della patria loro tenuta in pregio. Fece poi il m.edeiì monella chiefadis.AgoStinoaìla cappellamaggiorein vna tauola grande Iiolata,econ ricchoòrnamento intorno,nella parte dinanzi s.Giouanni, che battezza chriSlo^ e di dietro, ciò è dalla banda, che nfp.onde in chotola Natiuità di elio ChriSlo j nelle teile alcuni Santi, e nella predella molte (lo* rie di figure piccole con molta diligenza. Et in detta chiela fece pei M.Btnc detto Galera vna tauoiaalla cappella d> s.Niccolò. Dopo tornato a Firenze, fece a i monaci di CeSlello.in vna tauolas.Bernardo,e nel capitolo Vn Cru- cifilfo,la N\Donna,i'. Benedetto,s.Bernardo,e s.Giouanni. Et in.s,.pQmenj- co da Fiefole ncrlla feconda cappella aman citta vna cauola, dentroui la W. A >onna con tre figure ; Fra Ièquali vn s.Baftiano è lodassimo. Haueua Pietro tànto lauorato,e tanto gli abondaua Tempre da Iauorare, che e’ metteua in opera bene ;fpefio le medefime colè. Et era talmente la dottrina dell’arte lua ridotta a maniera: ch’e’faceua a tutte le figure vn’aria medefima. Per* che eflendo venuto già Michele Agnolo Buonarroti al Tuo tempo,defidera« ua grandemente Pietro,vedere le figure di quello ,per lo grido,che gli daua no gli Artefici. Et vedendoli occultatela grandezza di quel nome, che con li gran principio per tutto heueua acquiftato, cercaua molto) con mudaci parole, offendere quelli, che operauano. Et per quello meritò oltre alcune brutture fattegli da*gl’artefici,che Michele Agnolo in publicogli dicefie,ch’ egli era goffo nell’arte. Ma non potendo Pietro comportare tanta infamia» ne furono al magillrato de gl’Otto tutti due dóue ne rimafe Pietro con afidi poco honore.In tanto i frati de Semi di Fiorenzahauendo volonta di haué- re la tauola dello aitar maggiore che fuflè fatta da perlona famofa,ehauédos la mediante la partita di Lionardo da Vinci,che Tene era ito in Francia,Tendina a Filippino egli quandojhebbe fatto la metà d’una di due tau ole che v’a * 1 dauano, pafsò di quella all’altra vita. Onde i frati per la fede che haueuano ■ in Pietro,gli feciono allogazione di tutto il lauoro. Haueua Filippino finito ; in quella tauola doue egli faceua Chriflo depoilo di croce,iNiccodemi, che -lò-clpóhgono; & Pietro feguitò dirotto lo fuenimenro della N.Donna, -alcune altre figure - E pèrcheandauanoinquella opera due tauole,che l’una voltauainuerfoil coro de’frati 3 <&r l’altra inuerfo il corpo della chiefa: dietro al coro fi haueua a porre il diporto di croce,& dinanzi l’aflunzionediri. Donna,ma Pietro la fece tan to ordinaria, che fu mefiò il Chriflo deporto dinanzi , & Fall unzione dalla banda del coro . Et quelle Foggi per metteruril tabernacolo del Sacramento fono fiate l’una, & l’altra leuaté uia ; &per I3 chiefa melle fopra certi altri altari è rimalo in qlF opa (olaméte fei quadri,do ue fono alcuni santi dipinti da Pietro in cèrte nicchie. Dicefi 3 che quando detta opera fi feoperfe fu da tutti in'uoui artefici aflai biafimaca,e particolare mente, perche fi era Pietro feruito di quelle figure, che altre uolte era vfato metterein opera,doue tentandologl’amicifuoi diceuano,che affaticato non jfera,&: che haueua tralafciato il buon modo deH’operare,ò per auarizia,og non perder tempo. A i quali Pietro rifpondeùa', io ho merto in opera le fi* gure altre volte lodate da uoi, e che ui fono infinitamente piaciute ; le hora vidifpiacciono,& non le lodategliene pollo io? Ma coloro afpramente coìti fonetti,&publiche villanie lo faettauano. Ondeegligia vecchio partitoli da Fiorenza, & tornatoli a Perugia conditile alcuni lauori a frelco nella chicfa di s.Seuero monaft.dell’ord.diCamaIdoli,nelqual luogo haueua Raffaello da Vrbinogiouanetto/e fuo dilcepolo fatto alcune figure,come nella Tua vita fi dirxLauorò fimilmente al Mocone,alla Fratta,&in'mo!ti altri luoghi del cò rado di Perugia, eparticolarmentèin Afcefi as.Mariadegl’Àngeli,douea fréfcofece nel muro dietro alla cappella della Madonna, cherifponde nel co róde’frati un Chriiloin cróce con molte figure. E nella chielà di s. Piero, Ba dia de’monaci Neri in Perugia dipinlc all’altare maggiorein vna fattola già , deTAfceasione, con gl’Apoftoli abbaicene guardano verfo il cielo. Nella
* predella/predella dellaquale tauola fono tre ftorie,con molta diligenza lauorate,cio è 1 Magi,il Battemmo,e la reflurezione di Chrirto ♦ Laqualc tu tta opera fi vede piena di belle fatiche,in tanto ch’ell’è la migliore di quelle, che fono in Pera già di man di Pietro lauorateaolio. Cominciò il medefimo un lauoro afre- fco di non poca importanza a cartello dellapiéue,ma non lo fini. SoleuaPie tro.fi come quello, che di nèrtuno fi fidaua, nell’andare,'e tornare dal dettò cartello a Perugia,portare quanti danari haueua,fempre addotto ; perche al- cuni,afpettandolo a vn palio lo rubarono,ma raccomadadofi egli molto gli lalciarono la vita per DÌO . E dopo,’adoperando mezzi,&c amici,che pur n’ha ueua aliai, riebbe anco gran parte de’detti danari,che gli erano ftati tolti. Ma nondimeno fu per dolore vicino a morirli. Fu Pietro perfonadi aliai po ca religione,e non fegli potè mai far credere l'immortalitàjdell’anima. Anzi con paroleaccomodate al fuo ceruelló di,porfido,oftinatifsimamente ricusò ogni buona uia. Haueuaogni fua fperanza ne’ beni della fortuna,e per danari harebbe fatto ogni male contratto. Guadagnò molte ricchezze,e in Fio renza murò,& comprò cafe,& in Perugia,& a Cartello della pieue acquiftò molti beni ftabili.Tolleper moglievnabelliflìmagiouane,en'hebbefigliuo lii&fi dilètto tanto,che ella portarte leggiadre acconciature,e fuori,&in ca fa,che fi dice,che egli fpette volte l'acconciaua di fua mano.Finalmente verni to f ietro in vecchiezza d’anni lxxviij. finì il corfo della vitafua nel Cartello della pieue,doue fu honoratamente fepolto l’anno 7514. ,
Fece Pietro molti maeftri di quella maniera,& vno fragTaltri,che fu vera mente eccelIentifsimo,ilquale datoli tuttoagl'honorati ftudi della pittura pafsò di gran lunga il maeftro.E quello fu il miracololo Raffaello Sanzio da Vrbino,ilquàle molti anni lauorò con Pietro in compagnia di Giouanni de Santi fuo padre. Fu anco difcepolo di collui il Pinturicchio, pittor Perugino ilquale,cóme fi è detto nella vita fua,tennefèmpre la maniera di Pietro. Fu fimilmente fuo difcepolo RoccoZoppo,pittòr Fiorentino,di manódelqua» le ha in vn tondo vna N.Donna molto bella,Filippo Saluiati,ma è ben vero, ch’ella fu finita del tutto da ettofpietro.Lauorò il medefimoRocco molti qua dii di Madonne,& fece molti rittatti,de’quali non fa bifogno ragionare, dirò bene,che ritratte in Roma nella cappella di Sirto,Girolamo Riario,e F.pie ro Cardinale di fan Sifto.Fu anco difcepolo di pietro il Mon teuarchi, che in fan Giouanni di Valdarno dipinfe molte opere, e particolarmente nella Ma donna,Phiftorie del miracolo del latte.Lalciò ancora molte opere in Monte uarchi fua patria.Imparò parimente da pietrose flette affai tempo feco, Gerì no da piftoia,delquale fi è ragionato nella vita del Pinturicchio; «Se cofi anco Baccio Vbertino Fiorentino,ilqualefudiligentifsimo , cofi nel colorito, come nel difegno,onde molto lène feruì’Pietro.Di mano di coftui è nel no* ftro libro vn difegno d’un Chrifto battuto alla colonna,fatto di penna, che è cofa molto vaga.
Di quefto Baccio fu fratello, e fimilméte difcepolo di Pietro Fracefco, che fu per fopranome detto il Bacchiacchadlquaie fu diligenufsimo maeftro di figurepiccole, come fi può vedere in molte opere fiate da luilauoratein Firenze,e mafsimamentein cafa Giouanmaria Benimendi,& in cafaPierfran edeo Borgherini. DilettofisiilBacchiacchadifargrottefche;ondealS.Du caColimo fece ’vno ftudiuolo pieno d’animali, e AherbeTare ritratte dallf naturali, che fono, temile bellifsime, oltre cip fece i cartoniper molti pan tu d’Arazzo, che poi furono teliuti di lecada maeftro Giouanni Rollo Fiàmin- go, per le ftanze del palazzo di s.E. fu ancora difcepolo di Pietro G iouanni Spago liolo, detto per (opranome lo Spagna, ilquale colori meglio, che nef* fnn’altro di coloro,che lalcip Pietro dopo la fua morte; ilquale Giouanni,do po Pietro fi farebbe fermo in Perugia, lel’ìnuìdia de i pittori di quella città, troppo ni mici de’ foreftieri, non l’hauelsino perfeguitatodi forte, che gli fu forza ntirarfi in Spoleto. Doge per la bontà,& virtù lua fu datogli donna di buon fangue,e lattodi queljapatria cittadino. Nelqual luogo fece molte p- pere.e.limilmentein tuttel’altre,città deli’ymbria.Etin Afcelidipinfela tavola della cappella di fanta Caterina nellachicfadi lottodifan Fràcefco per il Cardinale Egidio Spagnuoloj e parimente vna in fan Damiano. In fama Maria degl’Angeli dipinle nella cappella piccola, dotte morì fan Francefco alcune mezze figure grandi quanto il naturale,cioè alcuni compagni di fan Francefco,& altri fanti molto viuaci,iquali mettono in mezzo vn lan Fran- celco di rilieuo, Ma fra i detti difcepqh di Pietro miglior inaeftri di .tutti fq AndreaLuigij cl’Afcefi,chiamato l’Ingegno, ilquale nella lua prima gioua» nezzaconcorie con Kaftaeilo da V rbino lottola dilciplina di elio Pietro> M* quale Tadoperq fempre nelle piu imporrati pitture,che facelfe ; come fu nel l’udienza del cambio d..Perugia,doue fono di fua mano figure belliilìme $ in qlle,chelàuoròin Alcefi ; & finalmen te a Roma nella cappella di papa Siilo. Nellequaii tutte ope diede And.tal faggio di le,che lì alpettaua,chedouelIc di gran lunga trappalfare il filo maellro: & certo coli iàrebbe flato j ma la fortuna, che quali lemprc a-gì’alti principi] volentieri s'oppone non. laido venire aperlezzionel’Ingegno j perci jche cadendogli vivtrabocco difi^efa negfocch.i,'dmifero ne diuenne con infinito dolore di chiunche lo conobbe cieco del tuno.Ilqual calb,diginllìmo di compallìone vdendo papa Si flocco me quello, che amò fempre 1 virtuofì)ordinò, che in Alwdì gli fufieogni anno,durante la vita di elfo Andrea,pagata vna prouilìone,da chi là maneg giaual’entrate.E coli fu fatto infine a che egli fi morì d’anni ottantaiei, Furono medefimamentedilcepolidi Pietrose Perugini anch’eglino Eufe bio s.Gio.rgio,chcdipmfein s.Àgollino la tauoIade’Magi -, DememeoRi i# ris, che fece molte opere in Perugia, & attorno, per le cartella, leguiuto da Orazio luo fratello j parimente Giannicola , che in s.Francelco jdipinlc iq vna tauolaChriflo nell’ortojela tauolad’Ogni Santi in s.Domenicp allacap pellade’ Baglioni,e nella cappella del Cambio illorie di s.Giouanni Bardila in frdco. Benedetto Caporali altrimenti Bitti fu anch’egli dilcepolo di Pie* ro,e di fua mano fono inPerugia fua patria molte pitturc.E nella Architetti ra.s’efer.citò di maniera, che non lolo fece molte opere, ma comentò V muoio in quel modo,che può vedereognuno eflendo llampato j ne i quali llu- dij lo feguuòGiulioIuo figliuolo pittoie Perugino. Ma nell'uno di tanti discepoli paragonò mai la diligenza di Pietro, ne la grazia,che hehbenel colo rirein quellafuamaniera laquale.tanto piacqueal luo tempo, che vennero molti di Francia, di Spagna, d’Aletnagna,e d’altre prouincie' per impararla . :E dell’opere lite fi fece come fi è detto mercanzia da molti,che ie mandarono in diuerfi luoghi,inazijchVuenifle.Ta. maniera diMichélagtiolò, Tnquale h acuendo moftro l i vera,«: buona via a quelle arti,ì’ha condotte a quella pei fez 7.ione, che nella tèrza fcguente parte fi vedrà; N’ellaqualefi tratterà dell’eco cedenza eperfezzione deH arte^e fi moftreraxagl’Artefici,che chi lauora, e Ila dia con tì n uameri te, e non a ghiribizzi, o a capricci, lafcia ópere;e il acquili» nom e, facultà, Scarnici. ' 5 ‘