I
SECONDA PARTI!
Vita di Luca Signore Ili da Cortona 'Pittore^ f2Tjl V c A Signorelli pittore eccellente,de! quale fecondo l’ordine de’tempideuemohoraparlarne, fune Tuoi tempi tenuto in Italia tanto famolo,el’opere lue in tanto pregio, quanto nef-fun’altro in qual lì voglia tempo fia flato giamai : perche nell’ opere,che fece di pittura molilo il modo di fare gl’ignudi, Seche lì polTono, fi bene con arte,e diftìculcà, far parer viui. Fu coflui creato, edifcepolodi Pietro dal Borgo a Sanfepolcro,e molto nella fua giouanezza
fi sforzò d’imitare il maellro,anzi dipanarlo ; mentre chelauorò in Arezzo con elio lui,tornandoli in cafa di Lazzero Vafari fuoziOiComes’è detto,imi
tò in modo la maniera di detto Pietro,chequafirunadaU’altranon lì cono* fceua le prime^opere di Luca furono in fan Lorenzo d’ArezzOjdoue dipin*
le Fanfè l’anno 1472 a frefco la cappella Hi s.Barbara -, Se alla compagnia di s.Cha- terina in tela a olio il legno,che lì porta a procelsione,fimilmente quello del laTrinità,ancóra,chcnon paiadi mano di Luca, ma di elio Pietro dal Bora go. Fece in s. Agoftino in detta città la tauola di s.Nicola da Tolentino, con iftoriette bellifsime,Condotta da lui con buon difegno,& inuenzione. E nel medefimo luogo fece alla cappella del Sagramelo due A ngeli Iauorati in frefco. Nella chiefa di s.Francefcoallacappella degl’AcoltifeceperM.France- fco Dottore di legge vna tauola, nellaquale [ritraile elio M.Francefco Se alcune fue parenti . In queftaoperaèuns.Michele,chepefal’anime, ilqualeè mirabile : è in elio fi conofce il faper di Luca,nello Iplendore deirarmi, nelle reuei beraziom,& in fomma in tutra l’opera, Gli mife in mano vn paio di bi lanze,nellequali grignudi:, che vanno vnoin fu , e l'altro in giu, lono fcorti bellifsimi. E fra Fai tre cófeingegnole,che lono in quella pitturavi è vna fi* guraignuda benifsimo-trasformata in vn diauolo, alquale vn ramarro lecca il langue d’una ferita. Vi è oltre ciò, vnaN.Donna col figliuolo in grembo, s,Stefano,s.Lorenzo,vnas.Chaterina,edue Angeliche fuonano vno vn liu to,e l’altro vn Ribechino,e tutte lono figure ueftite, & adornare tanto, che è rharauiglia , Ma quello; che viepiù miracololo, è la predella piena di figure piccole de’frati di detta s.Chaterina. In Perugia ancora fece molte opere,& ftal’altre, in Duomo per M.Iacopo Vannucci CortonefeVefcouodi quella città vna tauola;nellaquale è la N.Donna,s.Nonofrio,s.Hercolano,s.Giouà ni Batifta, es.Stefiino5 Se vn’Angelo,che t éperavn liuto,bellifsimo : A Voi terra Hipinfein frefco nella chiela di s.Francelco,fopra l’altare d’una compa gnia, la circoncifione del Signore, che è tenuta bella a marauiglia, le bene il putto hauendo patito per I’humido,fn rifatto dal Soddoma molto men bello,che non èra. E nel vero farebbe meglio tenerfi al cuna voltale cofe fatte dà huomini eccellenti,piu tolto mezzo gnaffe,che f arie ritoccare a chi fa me-no. In s Agoftino della medefima città fece vna tauola a tempeta,ela predei la di figure piccole,[con iftorie della pafsionedi Chrifto, che è tenuta bella ftraordinariamente. Al Monte a s.Maria dipinle a quei fignori in vna tauo* la vn Chrifto morto,e a città di Cartello in s.Francefco vna Natiuìtàdi Chri fto,& in s.Domenico in vna altra tauola vns.Baftiano . Ins. Margherita di Cortona fua patria,luogo de’frati del Zoccholo,vn chrifto morto opera del lefuerarifsima. E nella compagnia del Giefu nella medefima città fece tre tauole,dellequaIi quella ch’èallo aitar maggiore è marauigli ola doue chri= fto comunica gl’Apoftoli, Se Giuda fi mette l’Hoftia nella Icatlella . E ne Ila Pieue hoggi detta il Vefcouado dipinle a frefco,nella cappella del Sagramen to alcuni profeti grandi quanto il viuo; & intorno al Tabernacolo alcuni Angeli,cheaprono vn Padiglione: e dalle bande vn s.Ieronimo, Se vn s. To malo d’Aquino . All’altar maggiore di dettaichiefa fece in vna tauola vna bellifsima alluma j e difegnò le pitture dell’occhio princi pale di detta chiefa che poi furono melle in opera da Stagio Saftolid Arezzo. In Caftiglioni Aretino fece fopra la cappella del Sacramento vn chrifto morto, con le Marie . Et in s.Francefco di Lucignano gli fportelli d’un A rmario,den tro alqua 1 e fta vn albero di coralli,che ha vna croce a lommo. [A Siena fece in 5. Ago- ftinovna tauola alla cappelladis.chriftófano,dentroui alcuni fanti,cheinec-tono in mezzo vn s.chriftofano di rilieuo. Da Siena venuto a Firenze, coli per vedere l’opere di quei maeftri,che allora viucuano,come quelle di molti paftati,dipinfea Lorenzo de’ Medici in vna telaalcuni Deiignudi, che gli fu rono molto comendati. E vn quadro di N. Donna con due profeti piccoli di terretta,ilquale è hoggi a Cartello villa del Duca Cofimo. Et l’una, e l’altra opera donò al detto Lorenzo, ilquale non volle mai da niuno erter vinto in cller liberale,e magnifico. Dipinte ancora vn tondo di vnaN.Donna,cheè
nella Vdienza de Capitani di parteguelfa bellilsimo. A chiufuri in quel di Siena luogo principale de’monaci di Monte Oliueto dipi nfe'in vna banda, del chioftro x i. ftorie della vita,e fatti di s.Benedetto. E da cortona mandò dell’opere fue a Monte Pulciano ; a Foiano la tauola delimitar maggiore,che è nella Piene,& in altri luoghi di Valdichiana. Nella Madonna d’Oruieto chiefa principale finì di fu a mano la cappella, che già vi haueua cominciato fra Giouanni da Fiefole : nellaqualejfece tutte le .ftorie della fine del mondo con bizarra,ecapriciofa inuenzione Angeli.demoni,rouine,terremuoti,fuo chi,miracoli d’Antichrifto,e molte altre cofe fimili, oltre ciò,ignudi,Tcorci* c molte belle figure, immaginandoti il terrore, che tara in quello eftremo, c tremendo giorno. Perloche dello Piammo a tutti quelli,che fono flati dopo lui, onde hanno poi trottato ageuoliledifficultà di quella maniera. Onde io nò mi marauiglio fe l’opere di Luca furono da Michelagnolo fempre Iòni mamente lodate, ne fein alcune cofe del filo diuino giudizio , che fece nella cappellafurono da lui gentilmente tolte in parte dall’inuenzioni di Luca,co me fono Angeli,demoni,l’ordine de’ ci eli,e altre cofe, nellequali erto Miche lagnolo immitò l’andar di LUca,come può uedere ognuno. Ritraile Luca nella lopradetta opera molti amici Tuoi,e fe Hello ; Niccolò,Paulo,e Vitelloz zo VitelIi,Giouan Paulo,& Horazio Baglioni,&: altri,che non fi fanno i no» mi. In s Maria di Loreto dipinfe a frelco nella lagreftia i quattro Euagelifti > i quattro Dottori,& altri lanti,chefono molto belli: E di quella opera fu da Papa Siilo liberalmente rimunerato. Dicefi, che eflendogli ftatooccifoin cortona vn figliuolo,che egli amaua molto bellilsimo di volto,e'di perlona, che Luca cofi addolorato lo fece fpogliare ignudo, & con grandifsima con- flanza d’animo,fenzapiagere, o gettar lachrimà lo ritraile, per uedere fem* pre che uolefife, mediante l’opera delle fue mani quella chela natura gli ha- uea dato; e tolto la nimica fortuna .‘Chiamato poi dal detto papa Siilo a laua rare nella cappella del palazzo a concorrenza di tanti pittori, dipingili quel la due ftorie,che fra tan te,lon tenute le migliori. L’una è il reftamento di MO fe al popolo Hebreo nelfhauere vedutola terra|di promefsione ; e l’altra la morte lua. Finalmente hauendo fatte opere quali per tutti i Principi d’Ita« lia,& eftendogia|vecchio,le ne tornò a Cortona,doue in que’fuoi ultimian ni lauorò piu per piacere,che per altro,come quello,che auezzo alle fatiche, non poteua,ne fapeua ftarfi oziolo. Fece dunque in detta fua vecchiezza vna tauola alle monachedis Margherita d’Arezzo:Sc vnaalla compagnia di s. Girolamo > partedellaquale pagòM- Niccolò Gamurrini Dottordi legge Auditor di Ruota. Ilquale in ella tauola è ritratto di naturale,in ginocchioni dinanzi alla Madonna allaqualelo prefenta vno s.Niccolò,cheèin detta ta* aola. Sonoui ancora s,Doaato,es,Stefano.epiuabballQ un s,Girolamo ignudo,& vn Dauit,che canta fopra vn lalterio. Vi fono anco due profeti ; iqua li,per quanto ne dimoftrano i breui,che hanno in mano, trattano della co* cezzione. Fu condotta queft’operada Cortona in Arezzo fopra le {palle de gl’huomini di quella compagnia ; Se Luca co fi vecchio,come era,uolle ueni- re a metterla fu j &tin parte attiuedere gl’amici, e parenti fiioi. E perche alloggiò in cafa de' Valari,doue io era piccolo fanciullo d’otto anni, mi ricorda,che quel buon vecchio ilquale era tutto graziolo.e pulito,hauendointe* lo dal maeftro,che m’infegnaua le prime lettere,che io non artendeua ad al* tro in ifcuola,che a far figure mi ricorda dico, che voltofi ad Antonio mio pa dregli dille: Antonio poi che Giorgine non traligna fa ch’egli impari adì* Legnare in ogni modo, perchequandoancoattendefifeallelettere, non gli può efiereil dilegno,fi come è a tutti i galantuomini le non d’utile,d’hono re, e di giouamento. Poi riuolto a me,che gli ftaua diritto inanzi dille, impa ra parentino. Dille molte altre cofe di me, lequali taccio, perche conolco no hauere a’gran pezzo confermata l’openione, che hebbe di me quel buon vec chio. E perche egli intele,fi come era uero,cheillanguein fi gran copia m’u fciua in quell’età dal nafo,che mi lafciaua alcuna volta,tramortito,mi poledi fua mano vn dialpro al collo,con infinita amoreuolezza ; laqual memoria di Luca mi ftara in'eterno fida nell’animo. Meda al luogo filo ladetta tauola,fc ne tornò a Cortona,accompagnato vn gran pezzo da molti cittadini, Se ami ci,e parenti, fi come meritaua la virtù di lui, che ville fempre piu torto da Signore,e Gentil’huomo honorato,che da pittore. Ne’ medefimi tempi, haué doaSiluioPalferiniCardinaledi Cortona murato vn palazzo vn mezzo mi glio fuor della città Benedetto Caporali dipintore Perugino, ilquale, dilettandoli dell’Architettura haueua poco inanzi comentato Vitruuio, volle il detto Cardinalesche quali tutto fi dipignefie. Perche meflotii mano Benedetto con l’aiuto di Mafo Papacello Cortonefe ilquale era fuo dilcepolo, Se hauueaanco imparato aliai da Giulio Romano,come fi diràjedaTomma* fo,& altri difcepoli, Se garzoni ; non rifinò, che l’hebbe quali tutto dipinto a frelco. Ma volendo il Cardinale hauerui anco qualche pittura di mano di Luca, egli cofi vecchio,& impedito dal parletico,dipinle afrefeo nella facciata dell’Altare della cappella di quel palazzo , quando fan Giouanni Ba* tifta battezza il Saluatore; ma non potette finirla del tutto, perche mentre l’andaualauorando fi morì,ellendo vecchio d’ottantadue anni. Fu Luca per fona d’ottimi coftumi,fincero,'6c amoreuole con gl’amici, e di conuerfazio* ne dolce,e piaceuole con ognuno * e lopratutto cortele a chiunche hebbe bi* fogno dell’opera fua,& facile nell’infegnare a fuo: difcepoli. Villefplendida mente,e li dilettò di vertir bene. Per lequali buone qualità fu fempre nella patria,e luori in lomma venerazione. Cofi col fine della vita di cortili, che fu nel 152.1. Porremo finealla feconda parte di quelle vite. Terminando in Luca come in quella perfonachecol fondamento del difegno,6c delli tgnu* di particolarmente, & con la grana della inuenzione, Se dilpolitione delle hiftorie, aperfe alla maggior parte delli artefici la uia all’ultima perfezzionc dell’arte,allaquale poi poterono dar cimaquelli,che feguirono,de’ quali noi ragionereno per inanzi.
Il fine della Seconda 'parte.