‘Vita d: LA ndrea da Jiejolefiali or e,
e daltri Fiejòlani.
Erche non meno fi richiede agli (cultori hauere pratica de*Terri,che à chi elercita la pittura,quella de’ colori.di qui auuiene,
che molti fanno di terr-a benilfimo,che poi di marmo non có- ducono l’opereà veruna perfezzione : & alcuni per locontra«
rio lauorano bene il marmo, lenza hauere altro dilègno, che vn non foche, chehanno nell’ideadi buona maniera: La imitazione della
quale fi trahe da certe cofe,che al giudizio piacciano,& chepoi tolte all’ima- binazione,fi mettono in opera. Onde è quafivna marauiglia vedere alcuni
Scultori,che fenzafapcr puntodifegnare in carta, conducono nondimeno co i ferri l’opere loro à buono,e lodato fine j come fi vide in Andrea di Piero
. o t/di Marco Ferrucci Tenitore da Fielole, ilquale nella lua prima fanciullezza imparò i principi] della (cultura da Francesco di Simohc Ferucci (cultore da Fiefole.E fé bene da principio imparò folamen te à in tagliare fògliami,acqui ftò nondimeno apoco apoco tanta pratica nel fare,che non palio molto, che fi diede à far figure ; di maniera,che hauendo la mano reloluta,e veloce,con. dulie le file cole di marmo,piu con vn certo giudizio,e pratica naturale, che per dilegno,che egli h alleile. Ma nondimeno attefe vn poco piu all’arte,qua do poi feguitò nel colmo della fila giouentu Michele Maini (cultore, fimil- menre da Fiefole. Ilquale Michele Fece nella Minerua di Roma il san Seba* ftiano di marmo,che fu tanto lodato in que’ tempi. Andrea dunque,e(Tendo condotto àlauoraieà Imola, fece negl'Innocéti di quella citta vna cappella di Macigno,che fu molto lodata. Dopo laquale opera le n’andò a Napoli ef« fendo la chiamato da Antonio di Giorgio daSettignano grandiffimoinge- gnieri, Se architetto del Re Ferrante, appreflo alqualeera in tanto credito Antonio,che non (olo maneggiaua'tutte le fabriche del Regno, maanchora tutti i piu importanti negozij dello (lato.Giunto Andrea in Napoli fu mefio in opera,&lauorò molte cole nel Cartello di san Martino, & in altri luoghi della cittaper quel Re. Ma venendo à morte Antonio,poi chefu fatto fepe« lire da quel Renon con efequie da architettore,ma reali,& con venti coppie d’imbaftiti,che l’accompagnarono alIafepolturajAndrea fi parti da Napoli, conofcendo, che quel paefe non faceua per lui, e (e ne tornò a Roma , doue flette,per qualche tempo attendendo agli (ludi dell’arte,& a lauorare.Dopo tornato in Tofcana,lauorò in Piftoia,nella chiefa di san Iacopo la cappella di marmo doueèil battefimo, &con molta diligenza conditile il vaio di detto battefimocon tutto il fuo ornamento . E nella faccia della cappella fece due figure grandi quanto il viuo di mezzo rilieno,cioè san Giouanni,che battez za Chrifto, molto ben condotta, Se con bella maniera . Fece nel medefimo tempo alcune altreoperepiccole, dellequali non accade far menzione: Dia ro bene,che anchora, che quelle cole fu fièro fatte da Andrea piu con prati« ca, che con arte, fi conolce nondimeno,in loro vna refoluzione,6c vn gullo di bontà molto lodeuole. E nel vero fe coli fatti artefici hauefiero congiunto alla buona pratica, Se al giudizio il fondamento del difegno, vincerebbono d’eccellenza coloro,che difegnando perfettamente, quando fi mettono à la* uorarejil macino lo graffiano, Se con iftento in mala maniera lo conducono, per non hauerepratica,e no fapere maneggiarci ferri con quella pratica che fi richiede. Dopo quefte cole, lauorò A ncìrea nella chiefa del Velcouado di Fiefole vna tauola di marmo,porta nel mezzo fraleduelcale,'chelagliono al choro di lopra,doue fece tre figure tonde, Se alcune ftorie di ballò rilieuo. E in san Girolamo di Fiefole,fecela tauolina di marmo, che è murata nel mezzo della eh iefa.Pcr la fama di quefte opere venuto A ndrea in cognizione,gli fu da gl’opèrai di Santa Maria del fiore,allhora,che Giulio Cardinale de’ Me dici gouernaua Fiorenza,dato à fare la ftatua d’vno Apoftolo diquattro brac eia,in quel tempo dico,che altre quattro limili ne furono allogate in vn hi e* defimo tempo,vna à Benedetto da Maiano , vna à Iacopo Sanlbuino, vna a. Baccio Bandinelli,& l’altraàMichelagnolo Buonarroti lequali ftatuehaue uano aefiere mimo al numero di dodici j e doueano porli doue i detti Apo-> floli fono in quel magnifico tempio dip inti di mane di Lorenzo di Bicci.
Andrea dunque condufle.la. ftu con piu bella pratica,e giudizio, che con dilegno: 5c n’acquiftòfenon lode quqn tediai tri,nome di aflai buono, e pratico maertro. Ondelauorò poi.quafi di continuo per l’opera di detta chiefa: e fece la tefta di Marfilio Ficmo, che in quella fi vede dentro alla porta, che va alla Canonica.Fece anco vna fonte di marmo,che fu madata al Red Vnghe- ria,laquale gli acquiftò grande honore: fu di fua mano ancora vna fepoltu* radi marmo,che fu mandata fimilmen te in Stngonia città d’Vngheria,nella quale era vna noftra Donna molto ben condotta con altre figure; nellaqua- le fepoltura fu poi riporto il corpo del Cardinale di .Strigonia. A Volterra mandò Andrea due Angeli tondi di marino : de a Marco del Néro Fiorenti*« no fece vn crooififlo di legnogrande quanto il viuo,che è hogg. in Fiorenza nella chiefa di Santa Felicita. Vn’altro minore ne fece per la compagnia deli’ afluntadiFiefole. Dilettoflìanco AndreadeH’architettura,efu maeftro del Manghone Scarpellino, & architetto, che poi in Roma conduffe molti palazzi,&: altre fabricheaflai acconciamente. Andrea finalmente, eflendo fatto vecchio attefe folamen te alle cofe di quadro,come quello,che eflendo per fona modella,e da bene piu amauadi viuere quietamente, che alcun’altra co fa.Gli fu allogata da Madonna Antonia V.efpucci la fepoltura di Mefler An- ionio Strozzi luo marito 5 ma non potendo egli molto lauorare da per fe,g!i fece i due Angeli Mafo Bofcoli daFiefoleluo creato, che ha poi molte opere laudato in Roma,Sr altroue: e la Madonna fece Siluio Cofini da Fiefole,ma non fu mefla fu fubito,che fu fatta,ilche fu l’anno, M. D. X X11. perche Afl drea fi mori,e fu fotterrato dalla Compagnia dello Scalzo ne’Serui.E Siluio poi porta lu la detta madonna,e finita di tutto punto la detta fepoltura dello Strozzi,feguitò l’arte della fcultura,con fierezza ftraordinaria, onde ha poi molte cofe lauorato leggiadramente ; de con bella maniera; de ha paffato ino finiti, e maffimamente in bizzaria di cofe alla grottefea, come fi può vedere nellafagreftia di Michelagnolo Buonarroti in alcuni capitelli di marmo inta gliati foprai pilartri delle fepolture con alcune mafcherine tanto bene ftrafò rate,che non è poffibile veder meglio ,Nel medefimo luogo fece alcune fre- giaturedi mafchere,chegridano molto belle ; perche veduto.il Buonarrota l’ingegno, e la pratica di Siluio, gli fece cominciare alcuni Trofei per fine di quelle fepolture,ma rimafeno imperfetti infieme con altre cofe per l’afledio di Firenze. Lauorò Siluio vnafepòltura peri Minerberti nella loro cappella nel tramezzo della chiefa di Santa Maria Nouella, tanto.bene,quanto fìapof libile, perche, oltre la calla, che è di bèl garbo, vi fono intagliate alcune tara ghe,cimieri,&: altre bizzarie con tanto difegno,quanto fi porta in limile co- fa defiderare .Eflendo Siluio a Pifa l’anno, M. D. X X V 111. vi fece vn Angelo,che mancaua fopra vna colonna all’altare maggiore del Duomo, per ri lcontro di quello del Tribolo, tanto limite al detto,che non potrebbe efler# piu quando fu fièro d’vna medefima mano. Nella chièfadi monte Nero vide no à.Liuorrio fece vna tauolettadimatmo con due figurerai frati Rigidità* rii 3c in Volterra fece la fepoltura di Meffer Raffaello Volterrano,hnomo dóttifùmo,nellaquale lo ritraffe di naturale fopra vna cafla di marmo con ai cuniornamentbefigure.Eflendo poi mentre era l’afledio intorno aFirenze, Niccolo Caponi honoràtifrtmo Cittadino, morto in cartel nuouo della Gar fagnana nel ritornare da Genoa, doue era flato Ambafdatore delia fua Re-publiea^ll’Imperatore fu mandato con molta fretta Siluio a formarne la te» fia,perche poi ne facelTe vna di marmo,fi come n’haueua condotto vna di cc ra belliffima. E perche habitò Siluio qualche tempo con tutta la famiglia in Pila,eflendo della compagnia della mifericordia’, che in quella città accorci* pagnai condannati alla morte,infino al luogo della iuftizia, gli véne vna voi ta capriccio,ertendofagreftano,della piu ftranacoladel mondo. Tratte vna notte il corpo d’vno,che era fiato impiccato il giorno inanzi,della fepoltura, e dopo hauerne fatto notomia per conto deirarte,comecapriccio(o, e forfè maliaftrò, eperfona ,chepreftauafede agl’incanti, &: Umili fciocchezze, lo fcorticò tutto, & acconciata la pelle, fecondo che gl’era fiato inlegnato, le ncfece, penfando,che hauefléqualchegran virtù vn coietto,e quello portò per alcun tempo (opra la camicia, fenza che nefluno lo fapefie giamai.Ma ef- iendone vna volta /gridato da vn buon padre, à cui confeflò la cola, fi trarte coftui di dolio il coietto,& fecondo, che dal frate gli fu impello, lo ripofe m vna fepoltura.Molte altre limili cole fi potrebbono raccontare di coftui,ma non facendo al propofito della noftra fioria fi partono con filenzio.Eflendo* gli morta la prima moglie in Pila,le n’andò à Carrara,e qui fiandofi à lauora re alcune cole,prefe vn'altra donna ; collaquale non molto dopo le n’ando à Genoa,doue ftando à feruigij del Principe Doriajfecedi marmo fopra la por tadel fuo palazzo vn’armc belliffima, e per tutto il palazzo molti ornamenti di ftucchi,fecondo che da Perino del Vaga pittore gli erano ordinati ; feceui *nco vn belliffimo ritratto di marmo di Carlo V.Imperatore.Ma perche Sii uio,per fuo naturai coftume nó dimoraua mai lungo tempo in vn luogo, ne liaueua fermezza, increfcendogli lo Ilare troppo bene in Genoua, fi nule iti camino per andare in Francia, ma partitoli prima che furte al Monfanelè tornò indietro: e fermatoli in Milano, lauorònel Duomo alcune ftorie/e figure, & molti ornamenti con lua molta lode. E finalmente vi fi mori d’eta d’anni quarantacinque. Fu coftui di bello ingegno,capricciofo, e moltode- fìroin ognicofa,c perlonache feppe condurre con molta diligenza qua* lunche cola fi mctteuaframanoj fi dilettò di comporrelbnetti, edi cantare all’improuifo,enella fua prima giouanezzaattefe al l’armi. Ma fe egli hauel* fe fermo il penfiero alla feul tura,&al difegno, nó harebbeh muto pari: eco me palsò Andrea Ferruzzi luo maeftro, coli harebbe ancora, viuédopaflato molti altri,ch’hanno hauuto nomed’ecccllenti maeftri. Fiori ne’ medefinii tempi d’Andrea,edi Siluio vn’altrofcultorefielolanodetto il Cicilia,ilqua- le fu perlona molto pratica; vedefi di fua mano nella chiefa di san Iacopo in campo Corbolini di Fiorenza la fepoltura di Mefler Luigi Tornabuoni Ca* ualiere, laquale è molto lodata,e malfimamente per hauere egli fatto lo feu* dodell’arme di quel Caualiere, nella teftad’vn cauallo,quali per inoltrare, fecondo gl’antichi, che dalla tefta del cauallo fu primieramente tolta la forma de gli fcudi.Ne medefimi tempi anchora Antonio da Carrara fcultore ra rilfimo fece in Palermo al Duca di monte Lione di cafa Pignatella Napoleta no,e V ice Redi Cici lia tre ftatue,cioè tre noftre don ne i n diuerfi atti, c maniere,lequali furono polle fopra trealtari nel Duomo di monte Lione in Ca iabria.Fcccal medefimo alcune Itone di marmo,che fono in Palermo.Di co- - ftui ri male vn figliuolo,che è hoggi {cultore anch*egli,c non meno eccellete, che fi fòrte il padre.