'Vita di 'Vìncendo da San Gimignano,e Timo-
teo da Vrbtno Pittori.
Ouendoio fcriuere, dopo Andrea da Fiefole fcultorela vita di dueeccel. pittori,cioèdi Vincenzio das.Gimignano, diTo
fcana,c diTimoteo da Vrbino,ragionerò prima di V incenzo., eflendo qllo, che è di fopra il Tuo ritratto, e poi immediate di
Timoteo,eflendo ftati quali in vn medefimo tempo, Se ambi duedifcepoli,& amici di RafFaello.Vincézio dunque,ilquale perilgraziofo
Raffaello da Vrbino,lauorò in compagnia di molti altri nelle loggie papali, fi portò di maniera che fu da Raffaello,e da tutu glaltri molto lodato. Onde
effendo perciò meffo a lauorarein Borgo dirimpetto al palazo di mefler Gio «anbattifta dall’Aquila, fece con molta fua lode in vnafàccia di terrena vn
' fregio,m fregio,neiquale figurò le noue mufe co Apollo in mezzo; efopra alcuni Leo ni,imprefadel Papa,iquali fono tenuti bclliffimi, Haueua Vincenzio,la fua manieradiligentiffima, morbida nel colorito, Se le figure fue erano molto grate nell’afpetto : Se in fomma egli fi sforzò fempre d'imitare la maniera di Raffaello da Vrbino ; ilche fi vede anco nel medefimo Borgo dirimpètto, al palazzo del Cardinale d’Ancona in vna facciata della cafa,che fabrico meifer Giouanantonio Battiferro da Vrbino,ilqualeper la filetta amicizia,che heb be con Raffaello, hebbe da lui il difegno di quella facciata;8e in corte per mezzo di lui molti benefici, e grolle entrate. Fece dunque Raffaello in quello difegno, che poi fu mefioin opera da Vincenzio,alludendo al cafato de Battiferri ,-i Ciclopi, che battono i fulmini à Gioite; Se invn’altra parte Vulcano, chefabricale flette à Cupido, con alcuni ignudi bel liffimi, de altre ftorie, e ftatue belliffime. Fece il medefimo Vincenzio in fula piazza di San Luigi defranzefi in Roma in vna facciata naoltiffime ftorie: la morte di Cefare,Se vn trionfo della Giuftitia , Sein vn fregio vna battaglia di ca= ualli fieramente, Se con molta diligenza condotti. Et in quefta opera vicino al tetto fra le finefire, fece alcune virtù molto benlauorate. Similmens te nella facciata de gl’Epifanij dietro alla curia di Pompeo, Se vicino à campo di fiore fece i Magiche feguono la (Iella, Se infiniti altri lauori per quella citta,la cui aria,Se fito par che fia iti granparte cagione,che gl’animi operino cofe marauigliofe.E i’efperienzafa conofcere,che molte volte vno fteffo huo mo non baia medefima manierarle fa le cofe della ITI ed e fi ma bontà in tutti i luogh i,ma migliori,Se peggiori fecondo la qualità dei luogo. Ellendo Vincenzio in boniuìmo credito in Roma, fegui l’anno M. D. X X V 11. la roui- na,& il facco di quella mifera citta fiata Signora delle genti. Perche egli ola tre modo dolente fe ne tornò alla fua patria san Gimignano. La do u e fra i di fagi pati ti,c l’amore uenutogli meno delle cofe dell’arti, effendo fuor della« ria,che i begli ingegni alimentando, fa loro operare cofe rari (firn è, fece alcu* ne cofe,lequali io mi tacerò,per non coprire con quefte,la lolle,'Se il gran no me,che s’haueua in Roma hohoreuòlmente arqiiiftaro : BàffLjche fi vede e- {pre(I'amente,cheleviolenzedeuianoforteipellegriniingègrii da quel primo obietto,e li fanno torcere la ftrada in conti ario ; ilche fi vede anco in vn compagno di coftui chiamato Schizzone, ilquale fece in Borgo alcune cofe molto lodate,& cofi in campo santo di Roma,ein santo Stefano degl’India nì. E poi anch’egli dalla poca diferezione de’ foldati fu fatto deuiare dall’arte, & indi a poco perdere la vita .Mori Vincenzio in san Gimignano fua patria,effendo viuuto fempre poco lieto,dopo la fua partita di Roma.
Timoteo pittore da Vrbino nacque di Bartholomeo della Vite cittadino d’honefta condizione, e di Calliope figliuola di maefiro Antonio Alberto da Ferrara aliai buon pittore del tempo fuo, fecondo che le fue opere in Vr* bino,Se altrouene dimofirano. Ma effendo ancor fanciullo Timoteo, mortogli il padre,rimafe al gouern o della madre Calliope con buono,efelice au gurio,per c fiere Calliope vna delle noue mufe; e per laconformità,che bau* no in fra di loro la pittura,e la poefia. Poi dunque che fu il fanciullo allenato dalla prudente madre coftumatamente, Se daleiincaminato nei ftudi delle prime arti,e del difegno parimente, venne apunto il giouanein cognizione t
del mò-del mondo quando fioriua il diuino Raffaello Sanzio, & attendendo nella fuaprima età all’orefice, fu chiamato da mefler Pieranroniofuo maggiore fratello,che alihora ftudiaua in Bologna, in quella nobiliffima patria, accio fottola difciplina diqualche buon maeftro feguitafte quell’arte, à che pa- reua fulTe inclinato da natura. Habitando dunque in Bologna, nella quale cittadimorò afiai tempo, e fu molto honorato, e tratenuto in cafa con ogni forte di cortefia,dal Magnifico, e nobile Meffer Francefco Gombruti; prati- caua continuamenteTimoteo con huomini virtuofi, e di bello ingegno ; perche ellendo in pochi meli, per gioitane giudiziofo conofciuro, Scinchi« nato molto piu alle cofedi pittura, che all’orefice, per hauerne dato faggio, in alcuni molto ben códotti ritratti d’amici fuoi, e d'altri* parueal detto fuo fratello,per feguitareil genio del gioitane, efiendo anco à ciò perfuafo dagl’ amici,leuarlo dalle hme,& da gli fcarpelli e che fi delle tutto allo ftudio del dileguare. Di che efiendo egli contenriffimo, fi diede fubito al difegno, & alle fatiche delI’arte,ritrahendo,edifegnado tutte le migliori opere di quel« la città detenendo ftretta dimeftichezza con pittori, fi incantino di maniera nella nuoua ftrada,cheera vna marauiglia il profitto, che faceua di gior« no in giorno ; e tanto piu, quanto fenza alcuna particolare difciplina di ap« panato maeftro, apprendeua facilmente ogni difficilecofa. Laonde inna* morato del fuo efercizio, Se apparati molti fegreti della pittura, vedendo fo- lamente alcuna fiata à cotali pittori idioti farelemeftiche, e adoperarci pen nelli,dafe ftefioguidato,edai'amano della natura, fi pofe arditamentea co* lorire; pigliando vna afiai vaga maniera, e molto Umile à quella del nuouo Apellefuocompatriota,anchor chedimano dilui non hatiefle veduto fenó alcune poche cofc in Bologna. E cofi hauendo affai felicemente, fecodo che il fuo buono ingegno,e giudizio loguidaua, lauorato alcune cofe in tauole, Se in muro : e parendogli,che tutto à comparazione de gl’altri pittori gli fof- fe molto bene riufeito, feguitò animofamente gli ftudi della pittura perii fatto modo,ibein procedo di tempo fi trouò hauer fermato il piede nell’arte,Se con buona opemone deH’vniuerfiilein grandiffima afpettazione. Tornato dunque alla patria* già huomo di ven tifei anni, vi fi fermò per alquanti ’ mefi dando boniffimo faggio del faper fuo ; percioche fece la prima tauola della Madonna nel Duomo, dentroui, oltre la Vergine, San Crefcenzio , e San Virale,aH’altaredi santaCroce, doueèvn’Angeletto fedente in terra, che fuonala viola con grazia veramente angelica, Se con femplicita fanciul« lefca,condotta con arte,Se giudizio. Apprefio dipinfe vn’altra tauola, per 1’ altaremagg'ore dellachieladellaTrinitàjCon vna Santa Apollonia àman fini ftra del detto altare.Per quefte opere,Se alcune al tre,dellequali non acca defar menzione, fpargendofi la fama,Se il nome di Timoteo,egli fu da Raf* faeliocon molta inftanza chiamato à Roma-, doue andato di boniffima vo* gha,furiceiuuo con quellaamoreuolezza, Sehumanità, chefunon meno propria di Raffaello, che fi fufte l’eccellenza dell’arte. Lauorando dunque con Raffaello in poco piu d’vn’anno,fecegrandeacquifto, non folamente nell’arte,ma ancora nella robbajperciochein detto tempo rimile à cafa buo« nefomme di danari .Lauoròcol maeftro nella chiefa della pace le fibille di (ua majip^Se inuenzione,che fono nelle lunette à man deftra, tanto ftimate Ha tutti i pittori : ilchc affermano alcunfiche ancora fi ricordano hauerle ve* duro lauorare,&: ne fanno fede 1 cartoni, che ancor fi ritruouanoappreffo i Tuoi fuccefiori. Parimente da fua polla fece poi il cataletto,e den troui il corpo morto, conl’altre cole che gli fono intorno tanto lodate,nellafcuoladi santa Catherina da Siena; &c ancora,chealcuni Sanefi,troppo amatoridel- la lor patria aitribuilchino quelle opere ad altri 5 facilmente fi conofce eh* elleno fono fattura di Timoteo,cofi per la grazia,e dolcezza del coloritolo* me per altre memorie lafciate da lui in quel nobiliffimo ftudio d’eccellentil* fimipittori.Hora benché Timoteo ftelIebene,&:honoratamenteinRoma, non potendo, come molti fanno, fopportare la lontananza della patria: ef- fendoui anco chiamato ogni hora,& tiratoui da gl’auifi de gl’amici,e da i pre ghi della madre già vecchia, le ne tornò à Vrbino,con difpiacere di Raffaello,che molto,per le fue buone qualità l'amaua.Ne molto dopo,hauendo Ti* moteo à perfuafione’de’fuoi prefo moglie in Vrbino,&:innamoratoli della patria,nellaquale fi vedeua efiere molto honorato,& che è piu hauendo co* minciato ad hauere figliuoli,fermò l’animo,&ilpropofito di non volere piu andare attorno ; non ollante, come fi vede ancora per alcune lettere, che e* gli filile da Raffaello richiamato à Roma. Ma non perciò rello di lauorare,e fare di molte opere in Vrbino, e nelle citta all’intorno. In Forli dipinte vna cappella in fieme con Girolamo Gengafuoamico,e compatriota. E dopo fece vna tauola tutta di fila mano, che fu mandata à citta di Cartello : & vn’al- tra Umilmente à i Cagliefi. Lauorò anco in frelco à Cartel Durante alcune cofe,che fono veramente da elfer lodate,fi come tutte Paltrc opere di co fluì, Jequali fanno fede,che fu leggiadro pittore nelle figure, nepaefi, & in tutte l’altre partidellapittura. In Vrbino fecein Duomolacappelladisan Mar* tino ad inftanzadel Vefcouo AinuabeneMantouanofin compagnia del det* to Genga; ma la tauola dell’altare,&: il mezzo della cappella fono interamen te di mano di Timoteo.Dipinfe ancora in detta chiefa vna Madalena in piee di,e veftita con picciol manto,e coperta fiotto di capelli infine à terra, ìquali fono cofi belli,everi,chepare,cheil vento gli muoua,oltre la diuinitadel vi fio,che nell’atto moftra veramente l’amore,ch’ella portaua al fiuo maeftro. In santa Aghata è vn’altra tauola di mano del medefimo,con aliai buone fi* gure;&insan Bernardino fuor della città fece quella tanto lodata opera, che è a ma diritta all'altare de’Bonauenturi gentil’huomini Vrbinati ; nella quale è con belliffima grazia per l’annunziata, figuratala Vergine in piedi co la faccia,& con le mani giunte, e gl’occhi leuati al cielo : e di fiopfia in aria in mezzo à vn gran cerchio di fiplendore è vn fanciullino diritto,che tiene il pie de fopra lo spirito Santo in forma di colomba, e nella man finiftra vna palla figurata per l’imperio del mondo*, & con l’altra eleuata, dà la benedizione : e dalla delira del fanciullo è vn’angelo, che moftra alla Madonna co’l dito il detto fanciullo. Abbalfo, cioè al pari della Madonnafono dallato deliro il Battifta velino d’vna pelle di Camelo (quarciata à ftudio, per moftrare il nu* do della figura; e dal finiftra vn san Sebaftiano tutto nudo, legato con bella attitudine à vn’arbore, e fatto con tanta diligenza, che non potrebbe hauer piu rilieuo,nee(Ierein tutte le parti piu bello. Nella corte degl’Illuftrifilimi d Vrbino fono di fua mano Apollo^e due mufie mezze nude, in vno ftudiolo iecreto3 fecreto,belle à marauiglia. Lauorò per i medefimi molti quadri,e fece alcuni ornamenti di camere, che fono belliffimi. E dopo in compagnia delGenga dipinfe alcune barde da caualli, che furono mandate al Re di Francia con fia gure di diuerfi animali fi belliche pareua à 1 riguardanti, che haueffino mo< uimento, e vita. Fece ancora alcuni archi trionfali limili agl’antichi quando andò à marito rilluflrifiìma Ducheffa Leonora,moglie del Signor Duca Fra cefco Maria,alquale piacquero infinitamente, fi come ancora à tutta la cor* tej onde fu molti anni della famiglia di detto Signore con honoreuole pro- uifione. Fu Timoteo gagliardo difegnatore, ma molto piu dolce, Se vago co loritore, in tanto, che non potrebbonoeflere le fue opere piu pulitamente, ne con piu diligenza lauorate. Fu allegro huomo,e di natura gioconda, e fe* fleuole,deliro dellaperfona,e ne i motti, e ragionamenti arguto, e facetiffi- mo. Si dilettò fonare d’ogni forte flrumento,ma particolarmente di lira, in fu laquale cantauaall’improuifo con grazia flraordinaria.Mori l’anno di no flrafalute M. D. XXIII Le della fua vita cinquantaquattrefimo,lafciando la patria ricca del fuo nome,e delle fue virtù,quanto dolente della fua perdita. Lafciò in Vrbino alcune opere imperfette,lequali efTendo poi fiate finite da altri, moflrano col paragone quanto fuffe il valore, e la virtù di Timoteo: di mano delquale fono alcuni difegni nel noflro libro, iquali ho hauuto dal molto virtuofo, egentile Mefler Giouan Maria fuo figliuolo molto belli, e certamentelodeuoli, cioè vno fchizzo del ritratto del mag. Giuliano de’ Me dici in penna,ilquale fece Timoteo mentre,che eflo Giuliano fi ripara^ ua nella corte d’Yrbino in quella famofiffima accademia, •
Se vn noli me tangere,Se vn Giouani euan gelifla, che dorme, mentre che Chriflo ora nell’orto . tutti belliffi^ mi.
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