Vita di Benedetto dà RoueT^ano Scultore.
Ran difpiacere mi pcnfo io, che fia quello di coloniche hanen do fatto alcuna cofa ingegnofa, quando sperano goderla nel-
la vecchiezza : & vedere le proue,e le bellezze degl’ingegni al trui in operefomiglianti alle loro, e potereconofcerequanto
di perfezzione habbia quella parte, che efsi hanno efercitato : fi trouano dalla fortuna contraria, ò dal tempo ò cattiua complefsione,ò aN
tra calila priui del lume degl’occhi. Onde non polTòno come prima faceua* no conofcere ne il difetto, ne la perfezzione di coloro, che fon tono efler viui
& cfercitarfinel loro meftiero .'E molto piu credo gli attorti il fornire le lode dc’nuoui, non per inuidia* ma per nò potere effi ancoraefier giudici,fi quel
la fama viene a ragione, o no,laqual cofaauuenne • Benedetto da Rouezzano Scultore Fiorentino-, delqualeal prefenteferiuia mo la vita,accio fappia il mondo quanto egli filile valente, e pratico Sculio* re, & con quanta diligenza campade il marmo spiccato, facendo cofemara- uiglioie. Fra le prime di molte opre, che codili lauorò in Firenze, fi può an* nouerarevn Camino di macigno ch’è in cafa di Pierfracefco Borgherini.do uefono di Ina mano intagliati Capitegli fregi, 8c altri molti ornamenti (traforati con diligenza. Parimentein caia di MefTer Bindo altouiti è di' mano del medefimo vn camino, & vno acquaio di macigno con alcune altre cofe molto fertilmente lauorate,ma quanto appartiene all’Architettura, col dife gno di Iacopo Sanfòtiino allora giouane. L’anno poi i jneilendo fatta allo- gatione a Benedetto d’vna sepoltura di marmo con ricco ornamento nella cappella maggiore del Carmine di Firenze, per Piero Sodcrini dato Gonfaloniere in Fiorenza, fu quella opera con incredibile diligenza da lui lauora ta.perche, oltre a i fogliami, & intagli di morte,e figure, vi fece di bado rilic uo vn padiglione a ufo di panno nero, di paragone con tanta grazia, &con tanto bel pulimento, e luftro, che quella pietra pare| piu rodo vn belliffìmo xafonero, che pietra di paragone .E per dirlo breuementettutto quello, che c di mano di Benedetto in tutta queda opera,non fi può tanto lodare,che nó ila poco.E perche attefe anco all’Architettura fi radetto col difegno di Bene detto à santo Apodolo di Firenze la cafa di Meder Oddo Altouiti patrone, e Priore di quella chiefa ; e Benedetto vi fece di marmo la porta principale,« fopra la porta della cafa,l’arme degl’Altouiti di pietra di macigno, & in efia il Lupo fornicato,feccho,e tanto fpiccato atomo, che par quafi difgiuntodal corpo dell’arme : con alcuni fuolazzi trasforati, e cofi fottili, che non di pie tra,ma paiono di fottiliisima carta.Nella medefima chiefa fece Benedetto lo pra le due Cappelle di M. Bindo Altouiti, doue Giorgio Vafari Aretino di* pinfe a olio la tauola della Concezzionc , lafepolturadimarmo del detto Meder Oddo, con vno ornamento intorno, pieno di lodatifsimi foglia« mi,e la caffa parimente bellifsima. Lauorò ancora Benedetto à concorrenza di Iacopo Sanfouinoj e di Baccio Bandinelh,comc fi è detto, vno degli Apolidi di quattro braccia,& mezzo,per santa Maria del Fiore, ciò c vn san Gio uanni Euangclifta, che è figura adai ragioneuolc, e lauorata con buon dife« gno,c pratica.Laqualc figura è nell’Opera in compagnia dell’altre L’ano poi 1515, volendo i capi, & maggiori dell’ordine di Vall’ombrofa traslataril cor po di san Giouanni Gualberto dalla Badia di Pasfignano, nella chiefa di san ta Trinità di Fiorcnza,Badia del tnedefimo qrdine,feciono fare à Benedetto il difegno e metter mano à vna Cappella,& fepolturainfieme, cógrandisfimo numero di figure tonde, egrandi quanto il viuo, che accomodatamente ve« niuano nel partimentodi quell’opera in alcune nicchie tramezzate dipilaftri pieni di fregiature,c di grotthefche intagliate fottilmente.E fiotto a tutta que ila opera haueua ad edere vn bafamento alto vn braccio,e mezzo, doue anda nano dorie della vita di detto san Giouangualberto, & altri infiniti ornarne ti haueuano a edere-intorno alla cada,e per finimento dell’opera. In queftafe poi tura dunque lauorò Benedetto, aiutato da molti intagliatori, dicci anni continui, con grandifsima fpefa di quella congregazione, & conduileafine quel lauoro nelle cafe del Guarlondo luogo vicino alan falui, fuor della por ta alla Croce,doue habitatia quali di cótinuo il generale di quell’ordine, che faceua far l’opera. Benedetto dunque conduce di maniera queda cappella^ fepoltura, che fece dupire Fioréza .Ma come volle la forre(ededo anco i mar mi,el’opereegregie deg’huomini eccellenti (ottopodealla fortuna) eflendo fi fra que’Monaci, dopo molte difeordie, mutato gouerno, fi rimale nel me« delimo luogo quell’opera imperfetta inlino al 1530. Nclqual tempo,eflendo la guerra in torno à Fiorenza,furono da e foldati guade tantefati-che,& quel le tedelauorate con tanta diligenza spiccate empiamente da quelle figurine & in modo rouinato,espezzato ogni cofa, cheque’Monaci hanno poi venduto il rimanente per piccolifsimo prezzo. E chi ne vuole veder vnaparre, vada nell’opera di santa Maria del Fiore, doue ne lono alcuni pezzi dati coni peri per marmi rotti,non fono molti anni, da i minidri di quel luogo. E nel vero fi come fi conduce ogni cofa à buon fine in que’Monaderi,e luoghi, do ile e la concordia,e la pace; cofi per lo contrario doue non è fe nó ambizione, edifcordia,niuna cofa fi conduce mai a perfezzione,ne a lodato fine. perche quanto acconcia vn buono,e lauio in cento anni,tanto rouina vn’ignorante villano, e pazzo in vn giorno. E pare che la forte voglia, che bene (pedo coloro,che maco fanno,e di niuna cola virtuola fi dilettano, fiano fempre quel li, che comandino,e gouernino,anzi rouinino ogni cola ; fi come anco dille de’principi fecolari non meno dottamente che con verità l’A riodo nel prin cipiodel XVII Canto. Ma tornando a Benedetto,fu peccato grandilsimo, clic tante luefatiche,e spefe di quella religione fiano cofi (graziatamente ca* piratc male.Fu ordine,&Architettura del medefimo la porta,e vedibulo del la Badia di Firenze,c parimente alcune Cappelle, e infra l’altre quella di fan« to Stefano fatta dalla famiglia de’Pandolfini. Fu vltimamente Benedetto co «lotto in Inghilterra a feruigi del Re, alqualefece molti lauori di marmo, c di bronzo,e particolarmente la fua lepoltura. delle quali opere,per la liberalità di quel Rei cauò da poter viuerc il rimanente della vita acconciamente. per che tornato à Firenze,dopo hauer finito alcune piccole colè,le vertigini,che infino in Inghilterra grhaucuano cominciato a dar noia a gl’occhi, «Scaltri impedimenti caufati, come fi didc, dallo dar troppo intorno al fuoco à fon« dere i metalli,o pure d’altre cagionagli leuarono ipoco tépo del tu ctoil lume degl’occhi. Onde redò di lauorare intorno all’annoijjOjediuiucre pochi annidopo. Portò Benedetto con buona, & diri diana pacicnza quellaceci* ta negl’vltimi anni della fua vita;ringraziando Dio,che prima gl’haueua prò tìeduto,mediante le lue fati che da poter] viucre honeftamente.Fu Benedct to cortefe,& galant’huomo, e fi dilettò fempre di praticare con huomi -v.
»1 virtuofi.il fuo ritratto fi è canato da vno,che,fu fatio quado egli eragiouane,da Agnolo di Donino. Ilquale proprio è in fui
nodro libro de’difegni, doue fono anco alcune carte di mano di Benedetto molto ben difegnate.il quale peiquefte opere merita di edere fra .
quedi eccellenti Artefici annoueraro,