Vita di Bartolomeo da BagnacauaUo altri
' 'Vittori V^oniagnuoli.
^Ertamente che il fine delle concorrentie nelle arti,per la ambi zione della gloriai fi vede il piu delle volte e (Ter lodato : Ma se
gliauuiene,chedafuperbia,&daprefumerfi chi concorrerne ni alcuna volta troppa vampa di fé,fi feorgein ifpazio di tempo
quella virtù,che cerca,in fumo Se nebbia rifoluerfi: attefo,che mal può crefccrein perfezione chi non conofceil proprio difetto:Sechi non
teme l’operare altrui. Però meglio fi conduce ad augumento la fperanza de gli ftudiofi timidfiche lotto colore d’onefta vita onorano l’opcre de’rari mae
£lri,& con ogni ftudio quelle imitano, che quella di coloro,che hanno il ca- po/po pieno di fupcrbia,c di fumo come hebbero Bartolomeo daBagtiacaualI® amico Bolognefe,Girolamo da Codignuola,&: Innocentio da Imola pittori: perche e {Tendo cofloro in Bologna in vn medefimo tempo s’hebberol’vno all’altro quell’inuidia,che fi può maggiore imaginare. E che è piu la fuperbia loro,e la vanagloria,che non era (opra il fondamento della uirtu collocata li dcOiò dalla via buona;laquale aircternita conduce coloro, che piu per bene operare,che per gara combattono, fu dunque quella cofa cagione,che a buo ni principii,che aueuano colloro non diedero quello ottimo fine, ches’afpet taua. Coriciofia che il profumerfi d’edere maelli li fece troppo difcollarfi dal buono. Era Bartolomeo da Bagnacauallo venuto a Roma ne’iempi di Raffaello, peraggiugnerecon I’opere,doue‘conlammoglipareuaarriuare di per fezzione. Et come giouanc, ch’aneua fama in Bologna per l’alpettatione di lui, fu metto a fare vn’ lauoro nella chiela della Pace di Roma, nella cappella prima a man delira, entrando in chiela,lopra la cappella di Baldalfar Perucci Sanefe. Ma non gli parendo riu(ciré quel tanto, che di fe aueua promefTo, fe ne tornò a Bologna, doue egli, & i fopradetti fecero à concorrenza l’vn dell’altro in san Petrónio^iafcuno vna fioria della vita di Chriflo,edella ma drealla capella della Madonna,alla porta della facciata dinanzi à man delira entrando in chiefatfra le quali poca differenza di perfezzione fi vededall’vna all’altra. Perche Bartolomeo acquiflò in tal cofa fama diauerela maniera piu dolce,& piu ficura.Eauuengà,che nella fioria di Maeflro Amico, fia vna infinità di cole flrane,per aucr figurato nella refiurellìon di Chiiflo gl’arma ti, con attitudini torte,&rannicchiate,& dalla lapida del fepolcro, che collina loro addotto, fliacciati moiri foldati.'non dimeno pereffere quella di Bar tolomeo piu’vnitadidifegno,& di colorito fu piu lodata dagli attefici. Ilche fu cagione, ch’egli facettc[poi compagnia con Biagio Bolognefe perfbna mol to piu pratica nella arte,che eccellentej&: chelauoraflìno in compagnia 1 san Saluaroreafrati fcopetini,vn refettorio, ilqualedipinfèro parte a frefb parte afeccojdentroui quando Chriflo fazia co i cinque pani,&duepefei, cinque milaperfone. ignorarono ancora in vnafacciata della libreria la difputa di Santo Agoflmoj nella quale fecero vna profpettiua affai ragioncuole. Haue- uano quelli maeflri, per haucre veduto I’operedi Raffaello,e praticato con ef fo,vn certo eh e d’vn tutto,clic pareua di douereefi’er buonojmanel veron5 jtttcfcroall’ingcgnofeparticolaritadeirarte,come fi débbe. Ma perchein Bo lognainque tempi non erano pittoriche fapeffero piu di loro »erano tenuti da chi gouernaua,e da i popoli di quella citta i migliori maeflri d’italia.Sono di mano di Bartolomeo fotto la uolta del palagio del podefla alcuni tondi in frefeo: e dirimpetto al palazzo de’Fan tucci in san Vitale vna fioria della' vifi-v tationedi santa Elifabetta. E ne’Serui di Bologna intorno à vna tàuòlad’vna Nunziatadipinto àolio, alcuni santi latioratiàfrefco da Innocenzio dalm- . mola. Et in san Michele in bofeo dipinfe Bartolomeo àfrefeo la capella di Ra mazzotto capo di parte in Romagna. Dipinfe il medefimo in santo Stefan'ò,! lina capella due san ti àfrefeo con certi putti in aria affai begli. Et in san Iaco po van capella à Meffer Aniballe del corello* Nella quale fece la Circoncifio ne di Nod.ro Signore, con affai figure: E nel mezzo tondo difopra fece Abra tuo,che Sacrifica il figliuoloà Dio. E quellaoperain vero fu fatta con buo-«a pratica,c maniera, à tempera dipinfe nellamifericotdia fuor dii Bologna in vna tauolettalaNoftra Donna,c alcuni santi,e per tuttala città molti qua dri,& altre opere,che fono in mano di diuerfi. E nel vero fu coftui nella bon ta della vita,e nelPopere piu che ragionatole,hebbe miglior difegno,& in uenzione,chegl’altri,come fi può vedere nel no filo libro in vn dileguo, nel quale e Gicfu Chrillo fanciullo,che difputa con i Dottori nel tempio con vn caliamento molto ben fatto,de con giudizio.finalmentefini cqftui la vita d’an ni cihquantotto,eftendo tempre fiato molto inuidiato da Amico Bologne!« , huomo capricciofo,e di bizzarro ceruello : come fono anco pazze, per dir co fi,ecapricciofc,lefiguredaltìi fatte per tutta Italia,e particolarmente in Bolo gnàjdouedimoròiì piudel tempo. E nel vero fc le molte fatiche, chefeceei • ditegni fu fiero fiate durateper buona via,e non à calo egli hauerchb.qper auc tura pallaio molti, che tenghiamo rari,e valent’huomini.Ma può tàto,dall’al troiaio il farealfai che è imponìbile non ritrouarne Tfra molte,alcuna buona elodeuoleopera, come è fra le infinite, che fece coftui vna facciata dichiaro leuro in fulla piazza de’Marfigli,nella quale fono molti quadri di ftories&vri fregio d’animali,che combattono infieme molto fiero,e ben fatto, e quali del le migliori cofe,che dipignefic mai. vn’altra tacciata dipinfe alla porta di.san Mammolo: Et à san Saluadore vn fregio intorno alla capella maggiore,ranto ftrauagante,e pieno di pazzie, che farebbe ridere,chi ha piu voglia di piagne re. in (ommanon è chiela.ne firada in Bologna,che non habbia qualche imbratto di mano di coftui. in Roma ancora dipinfe aliai: & à_Lucca in san Fria no vna capella con ftrane,e bizzarre fantafie,& con alcune cofe degne di lode come fono le ftorie della Croce,e alcune di santo Agoftino. nelle quale fono infiniti rirratti di perfone fegnalatcdi quella citta. Epervero dire quella fu delle migliori òpere,che Maetlro Amico facefie mai a frelco, di colori. E anco in san Iacopo di Bologna all’Altare di san Nicola alcune ftorie di quel san toj & vn fregio da ballo con profpettiue, che meritan di efter lodate. Quando Carlo quinto Imperador andò à Bologna,fece Amico alla porta del palaz EO vn’Arco trionfale, nel quale fece Alfonlo Lombardi le ftatue di rilieuo. Ne è marauiglia,che quella[d’Amico filile piu pratica,che altrojpcrche fi dice che come perfona aftratta, che egli era, e fuor di squadra dall’altre, andò per tutta Italia dilegnando e ritraendo ogni cofadi pittura,e di rilieuo, & cefi le buone,cefnc le cattiue: il che fu cagione,che egli diuentò vn praticaccio inué tore. E quando poteua hauer cofe da feruirlene vi metteua lu volentieri le ma ni: c poi,per che altri non feneferuifli leguaftaua. Lequali fatiche furono ca gione,che egli fece quella maniera cofi pazza,c ftraria. coftui venuto finalmc te in vecchiezza di lettanta anni,fra,per l’arte,e la ftranezza della vita, beftia- liflìmamente impazzò, onde Mefier Francefco Guicciardino nobilillìmo Fio rentino,e veraciflìmo fcrittore delle fiorie de’tempi fuoi,ilquale era allora go uernatore di Bologna, ne pigliaua non piccolo piacere infiemecon tuttala citta. Nondimeno credono alcuni, che quella fua pazzia filile mefcolatadi triftitia perche hauendo veduto per piccol prezzo alcuni beni mentre era paz zo,& in diremo bifogno;gli viuolle,eftendo tornato in ceruelio, e gli.riheb- be con certe conditioni,per hauergli vendutOidiceun égli, quando ero pazzo tutta Yia,perchepuo ancoefierealtrimeiitiinon affermo che Tulle cofi, ma bep dico, che co fi ho molte volte vdito raccontare. A ttefecortui ancorila fe u! tura,S:come feppe il meglio fece di marmo in san Petronio,entr3ndoin chic fa à man ritta vn Chrifto morto,e Nicodemo,chelo tiene della maniera, che fono le fue pitture. Dipigneua Amico con amenducle mani à vn tratto, tenendo in vna il pennello del chiaro,e nell’altra quello dello (curo; ma quello che era piubello,eda ridere fi òche ftando cinto haueua intorno intorno pie m lo coreggia di pignatti pieni di colori temperatici modo,che pareua il dis uolo di san Machario,con quelle file tante A mpolle.E quando lauoraua con giacchiali al Nafo harebhe fatto ridere i falli, e mallìmamente fe fi metteua à cicalareiperche chiacchierando per venti, e dicendo le piu ftrane cofe del mó do,era vno fpaflo il fatto' fuo. Vero è, che non vsò mai di dir bene di perfona alcuna,per virtuofa ò buona ch’ella folle,o per bota,che vedefle in lei di naturilo di fortuna. E come fi è detto fu tanto vago di gracchiare, e dir nouelle* che hauendo vna fera vn pittor Bolognefe in sull’Aue Maria compero Cauo li in piazza,fi feontro in Amico,ilquaIeconfue nouelle,non fi potendo il pollerò huorno /piccare da lui,lo tenne fiotto la loggia del podefta à ragionamen toco fi fattepiaceuoli nouelle tato checòdottifi fin prefloà giorno,dille Ami co all’altro pittore,hor va cuoci il cauolojche l’hora palla. Fece altre infinite burle,e pazzie,delle quali n5 farò menzione-,per edere hoggi mai tempo* che ù dica alcuna cola di Girolamoda Cotignuola,ilqualefecein Bologna molti quadrile ritratti di Naturale,ma fra gl’altri due,che fono molto belli I cala de* Vinacci. Ritraile dal morto. Monfignor di Fois, che mori nella rotta di Ra- ucnna,cnon molto dopo fece il ritratto di Maflìmiliano sforza, fece vna tauo lainsanGiufcppo.chcglifu molto lodata: &àsan Michele inboficolatauola a olio,che è alla cappella di san Benedetto, laquale fu cagione,che con Biagio solognele egli facefle tutte le ftorie, che fono intorno alla chieia,à frefeo impo fte,8càleccolauoratejnellequali fi vedepraticaaliai,comenel ragionare del la maniera di Biagio fi èdetto. Dipinfieil medefimo Girolamo in santa Co- lombadi Riminià concorrézadi Benedetto da Ferrara, e di Lattanzio vn’An cona: nella quale fece vna santa Lucia piu torto lafciua, che bella. E nella tri buna maggiore vna Coronazzione di Noftra Donna con i dodici Apoftoli, c quattro Euangelifti con tefte tanto grolle, e contrafatte, che è vna vergogna vederle. Tornato poi à Bologna,non vi dimorò molto,che andò a Roma, do- uc ritraile di naturale mol ti signori,e particolarmente Papa Paulo terzo. Ma vedendo che quel paele non fàceua per lui,e che male poteua acquiftarc ho- nore,vtile,ò nome fra tanti pittori nobililfimi,fien’ando a Napoli,doue troua ti alcuni amici fuorché lo fauoriro no,e particolarmen te M. Tommafo Cam bi mercatante Fiorentino, delle antiquira de’marmi antichi, e delle pitture molto amatore,fu da lui accommodato di tutto quello,chehebbcdibifiogno.
f»erchemelTofiàlauorare,fècein monte Oliueto la tauolade’Magiàolio, nel a capella di vn M. Antonello Vcficouo di non fio che luogo. Et in santo Ani
elio in vn’altra tauola a olio la N. Donna,san Paulo, e san Giouambatifta; & e molti signori ritratti di naturale. E perche viuendo con mifieria, cercauadi
*uanzare,efiendogia aliai beneinlacongl’anni,doponon molto tempo no hauendo quafi piu che fare in Napoli, fe ne torno a Roma. perche hauendo
alcuni amici fuoi in telò,che haueua auanzato qualche feudo,gli perfuafero, ohe per gouerno della propria vita,doieffe tor moglie. E cofi egli, che E credette far bene,tanto fi lafciò aggirare,che da i de tri, per commodi ta loro, gli fu mefla à cato per moglie vna puttana,che efli fi teneuano. onde fpofata che rhebbe,e giaciuto,che fi fli con eflo lei,fi fcoperfelacofacon tanto dolore di quel pouero vecchio,che egli in poche fettimane Tene morì detà danni 6?. Per dir hora alcuna cofa di Innocentio da Immola, (lette coftui molti anni in Fiorenza con Mariotto Albertinellfic dopo,ritornato a Immola,fece in quel la terra molte opere. Ma per(ua(o finalmente dal Conte Giouambatifta Ben tiuogli,andò a Ilare a Bologna; doue fra le prime opere, cótrafece vn quadro di Raffaello da Vrbino già fiato fatto al fignor Lionello da carpi. Et à i Mona ci di san Michele in Bofco lauorò nel capitolo à frefeo la morte di Noftra non na,e la reffurrezzione di Chrifto. Laquale opera certo fu condotta con gran diffima diligenza,e pulitezza. Fece anco nellaChiefa del medefimo luogo la tauola dell’Altar Maggiore : La parte difopra della quale è lauorata con buona maniera. Ne Serui di Bologna fece in tauola vna Nunziata,& in san Salua dorevn Crucififio,& molti quadri,&: altre pitture per tutta la città. Alla Vio la fece per lo Cardinale Iuurea tre loggie in frefeo,cioè in ciafeuna due ftorie colorite con difegni d’altri pittori,ma fatte con diligenza. In san Iacopo fece vna capella in frefeo,6c vna rauola a olio per Madonna Benozza, che non fu fc non ragioneuoie. Ritraffeanco oltre molti altri Francesco Alidofio Cardi naie,che l’ho veduto io in Imola infieme col ritratto del Cardinale Bernardi no Carniale,che ammendue fono adai begli. Fu Innocèzio perfbna affai mo della,e buona,onde fuggi fempre la pratica, Sz conuerfazione di que’ pittori Bolognefi,che erano di con traria natura ♦ E perche fi affaticaua piu di quello, cheporeuanoleforzefue,amalandofidi anni cinquantafeidi febrepeftilen- auale,ella lo trouò fi debile affaticato, che in pochi giorni l’uccife. perche Cifendo timafo imperfetto, anzi quali non ben ben cominciato, vn la- oorojchehaueaprefòafarefuor di Bologna, locondufieaottima fine, fecondo, che Innocentio ordino auantila fila morte, Profpero Fontana pittore Bolognefc. Furono l’o- _ pere di tutti ifopradetti pittori dal M.D. VI infino al M, D. X L I I* fidimi . no di tutti fono difegni nel no fico libro. -
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