Vita del zFldorto da Feltro pittore. e di lAndrea
di Cofimo Jeltrini.
ORTO pittore eia Feltro,il quale fu attratto nella vita come era nel ceruello,& nellenouità nellegrottefchejch’egli fa
ceuarlequali furono cagione di farlo molto ftimare, fi con dulie a Roma nella fuagiouanezza, in quel tempo cheil
Pinturicchio per Alellandro vi. dipigneua le camere Papali*, 6c in Cartel San t’AngeloJeloggej&ftanze da baf
io nel torrione,Se lopra altre camere. Perche egli, che era maninconica perlona di continuo alle anticaglie ftudiaua, doue fpartimenti
di volte,Se ordini di facce alla grottefea vedendo,Se piacendogli.quellelem-pre ftudiò.Et fi i modi del girar le foglie all’antica prefe,che di quella profef
fone/ tfone anelTunofii al fuo tempofecondo. Perilche non refiòdi vedere (otto terra ciò che potè in Roma di grotte antiche, & infinitiflime volte. Stette a Tutoli molti meli nella villa Adriana,ditegnando tutti i pauimen ti,&grotte, che fono in quella fotto,& fopra terra. Et Temendo,che a i;ozzuolo nel regno vicino a Nspoli x. miglia erano indente muraglie,pienedi grottefche, di ri- lieuo,di fin echi. &dipinte,antiche; tenutebelliiììme,attefcparecchi mefi ira quel luogo a cotale fiudio . Ne refiò , che in Campana, ftrada antica in quel luogo,piena di fepolture antiche ogni minima cola non dilegnalle: &ancora al Trullo,vicino alla marina,molti di quei tempii,&: grotte fopra, & (orto ritraile. Andò a Baia & a Mercato di Sabato,tutti luoghi pieni d’edificii gua Ai, &: ftoriati,cercando, di maniera che con lunga, & amoreuole fatica in ql la virtù crebbe infinitamente di valore, & di fapere. Ritornato poi a Roma , quiui lauorò molti mefi,&:atteleallefigure,parendoglichedi quella professione egli non folle tale, quale ne! magifterio delle grottefche era tenuto. Et poi che era venuto in quello defiderio fentendei romori che in tale arte aue nano Lionardo, & MichelagnoIo,per li loro cartoni fatti in Fiorenza, fubito fi mifeper andarea Fiorenza : Et vedute l’ópere,non gli parue poter fareil medefimo miglioramento, che nella prima profeflìone aueua fatto. La onde egli ritornò a lauorarealle fuegrotcelche. Era allora in Fiorenza Andrea di Cofimo deFelnini pittor Fiorentino,giouanedi!igente,ilquale raccolte ih ca fa il Mortorio trattenne con molto amoreueli accoglienze: Et piaciutoli i modi di tal profeflìone,volto egli acora l’animo a quello efercizio,riufci mol to valente, & piu del Morto fu col tempo raro, &in Fiorenza molto Rimato come fi dira di lotto. Perch’egli fu cagione,che il Morto dipignefle a Pier So- dermi allora Gonfalonieri la camera del palazzo à quadri di grottefche,leqna li bellillì me furono tennte:maoggi per racconciar le danze del Duca Cofimo Fono ftate rumate, & rifatte. Fece a Maeftro Valerio firate de Semi, yn vano d’vnafpà!liera,chefu cola bellilììmaj&fimilmcn te per Agnolo Doni in vna camera molti quadrici variare, & bizarre grottefche. Et perche fi dilettaua ancora di figure, lauorò alcun: tondi di Madónc, tentando fe poteua in quei le diuenir famofo,come era tenuto. Perche venutogli a noia lo (lare a Fioren, za-, fi trasferia Vinegia. Et con Giorgione daCaftelfranco, ch’allora lauora uail fondaco deTedefchi,li mife ad aiutarlo,facendo gli ornamenti di quella opera. Et coli in quella citta dimorò molti mefi,tirato da i piaceri, & da i diletti,che per il corpo vi trouaua. Poi fe ne andò nel Friuli a fare opere, ne mol to vi Rette,chefaccendo iSignori Viniziani foldati, egli prefe danarij&fen za auere molto eterei taro quel medierò,fu fatto capitano di dugento foldatu Era allora lo efferato de Viniziani,condottoli a Zara di Schiauonia’ doueap piccandoli vn giorno vnagrofiafcaramuccia,il Morto defìderofo d’acquiftai: maggior nome in quella protezione, che nella pittura non aueua fatto,anda do valorofamente'innanzi,& combattendo in quella baruffa, rimate morto, come nel nome era fiato tempre,d’età d’anni 4?. Manonlara giamai nella la ma morto : perche coloro che l’opere della eternità nelle arti manouali eterei tano,& di loro lafciano memoria dopo la morte, non poffbno per alcun rem pògiamai fentire la morte delle fatiche loro. Perciocheglilcrittori grati fan no fede delle virtù di efii. Pciò molto deuerebbonogli artefici nofiri, Ipro-aar fe fteflì con la frequenza de gli fiudi, per venirea quel fine,che rimanere ricordo di loro per opere,Se per fcritti: perche ciò facendo darebbono anima & vita a loro, & all’opere ch’efsi lafciano dopo la morte. Ritrouo il Morto le grottefche piu limili alla’manieraanticajch’alcunóaltro pittore, 5cper que- ffo'meritainfinitelode,dacheper il principio di lui fono oggi ridotte dalle inani di Giouanni da Vdine,& di altri artefici a tanta bellezza,&bónta quan to fi vede.Ma fe bene il detto Giouanni,& altri Phan no ridotte à eftrema per fezzione,non è però, che la prima lode non fia del Morto che fu il primo a ritrouarle,& mettere tutto il fuo ftudio in quella forte di pitture, chiamate grottefche per efierc elleno fiate trouate per la maggior parte nelle grotte del IcRouinediRoma^fenzacheognun Pache è facile aggiugnéreallecofe trofia te. Seguitò nella profeflìonedellegrottefche in Fiorenza Andrea Feltrini dét to di Cofimo,perche fu difcepolo di Cofimo RoffegliperlefigureChclefacc uà acconciamentej&: poi dal Morto per le grottefche come fe ragionato,ilqua le ebbe dalla natura in quello genere Andrea tanta inuenzione,Se grada,che trono il far le fregiature maggiori,e piu copiofe,& piene, e che anno vnaltra maniera»che le antiche rilegandole con piu ordine infiemclacompagnò con figure’, che ne in Roma ne inaltro luogo che in Fiorenza non lene vede dàlie egli, fè ne lauoro gran quantità, non fu nefiuno; che lo paffafsi mai di e'é-2 cellentiain quella parte. Come fi vede in santa Crocié di Fiorenza lorname todipintolapredellaagrottefchepiccole’, ecòlòriteintorno allap'eta, che fede Pietro Perugino allo Altaredeseriftori ilequali foncanpite prima di nodo e nero,mefcolato infieme, 6c fopra rileuato di varii colori,che fon fatte facilmente, & con vnagrada, & fierezza grandifsima.Coftuicomincio a dar principio di far le facciate delle cafe,& palazzi fullo intonaco della calcina me fcolata con nero di carbon pefto o vero paglia abrucciata ; che pòi fopra que- fiointonaco frefeo dandoui di biancho, Scdifegnato le grottefche conquc patimenti che e voleua fopra alcuni cartoni fpoluerandogli fopra Ioh tonaco veniuacon vn ferro a graffiare fopra quello talmente che quelle facciate ve- niua difegniate tutte da quel ferro, poirafchiatoil biancho decapi di qùc fte grottefche che rimaneuafeuro le veniuaonbrando,o col ferro inedefimo trattegiando con buon difegno .Tutta quella opera poi con vn aqueréllòliquido come acqua tinta di nero landauaonbrando. che ciò moftra vna cofa bella vaga, & ridia da uedere,che di ciò fe trattato di quello modo nelle Teo riche al capitolo 16. degli fgraffiti.le prime facciate che fede Andrea di quella maniera fu in Borgo ogni Sanala facciatadeGon'df che e molto leggiadra &gratiofa, Lungarno fral ponte santa Trinità & quello della Carraia diucr fo santo Spirito quella di Lanfredino Lanfredini che òrnatilsimà & con ua- rieta di fpartimen ti. Da san Michele di piazza Padella, lauoro pur di graffi to lacafadi Andrea ScTomafoSertini varia & con maggior maniera che laltre due. Fecedi chiaro (curo la fac. della chiefa defrati de-Serui doue fece fare in dua mchie a Tornalo diStefano pittore Langelo che annuntia la Vergine, Se nel cor tiledoue fon le ftone di san Filippo Ardella Nofira Don na fatte da A n drea del Sarto.Fra le dua porte fecie vnarmebcliilìimadi Papa Lcftnex.Arper la upnuta di quel Pontefice in Fiorenza fece alla facciata di santa'Maria del Fiore molti begli ornamenti di grottefche per Iacopo Sanfouino che gli die-dcper donna vnafuasotella: fece il Bàldàchino doue andò lotto il Papa eoa vn ciclo piendi grottesche belliiTìmo, & drapelloni atorno con arme di quel Papa Se altre inprefe della chiefa: die.fu p.oidonato.allachiefadi san Lorenzo di Fioreza, doue ancóra oggi fi vede, Se cofi molti dendardi,Se bandiere p quella entrata,Se nella onqranzadi molti Caualieri fatti da quel pontefice Se da altri principi che ne fono in diuerfe chiefe appiccaté ih queila citta. Ser- ui Andreadel continuo la cafa dé Medici nelle Nozze del Duca Giuliano 8c in quelle del Duca Lorenzo per gli aparati di quelle enpiendole di vari orna moti di grottefche cefi nelle Eflequie di que Principi, doue fu adoperato gra deméte e dal Frac)a Bigio Se da A ndreadel sarto,dal Putormo c Ridolfo Gr.l lancialo, Se neTrionfi, Se altri apalati dal-Granacciochenon fi poteuafarco jfadrbuono fenza lui. era Andrea il migliore huomo che tochàflì mai penne!
10 , Se di natura timido, Se non volfé mai fepra di fe far lauoro alcu noverche temeua a rifeuorere i danari delle opere,Se fi dilettaua lauorar tutto il giorno nevoleua inpaccidi nefiunalorte-.ladouefiaccópagnòcon Mariotto di Fra ccfco Mettidoroperfonanel fuo medierò de piu valenti,Se pratichi,che auef
11 mai tutta larte,Seacconiffimo nel pigliare opere,Se molto dedro nel rifeuo re,S: far facendcjil qualeaueua anche me fio Raffaello di Biagio wettidoro in copagnia loro,Se ri e lauorauano ifieme col partire in terzo tutto il guadagno delfopete che -raceuano. che cofi duro quella compagnia fino allamortcdi ciafcuno'che Mariotto a morire fulultimo. Se tornando alloperc di Andrea dico .che e fece a. Giouan mar la Benintendi tutti c palchi di cafa fua,Se glioma nienti delle anticamere doue fon le ftorie colorite dal Francia Bigio, Se da la copo da Puntormo:Ando col Francia al poggio,Se gliornamenti di quelle do riccondufTedfterretta che non cpolììbile veder meglio: Laucròper il Caua liete Guidotti nella via larghà di (graffito la fua facciata,Separimen te a Bario lomeoPanciatichi vnàltra della cafa cheemuró fullapiazza degl’Agli,oggi di Ruberto deRiccijbclhflìma.néfi può dire le fregiaturei Cafloni iForzieric la quanta de palchi che Andrea di luo manolauoro,che peflerne tutta quedà citta piena laHeroilcòmemorarlo>neancheraceroitòdidellearme didiuer fe forte fatte da lui,che nó fi faceua nozze chenóauefiìordiquedoordi quel lo cittadino la bottega picna:Ne fi lede mai opere di fogliature di broccati u* ri, Sedi tele,Se di appi d’oro tefiuti che lui non nefaceflldifegnoSecon tanta grana varietà,Se bel lezza,che diede fpirito Se vita à tutte quedecofe.Sefe An drea hauefli conoiciuto la virtù fua harebbe fatto vna ricchezza grandifsima ma gli bado viuere, Se auer amore aliane. Nc tacerò,chenellagiouentu mia {emendo il Duca Aleflandro de’Medici,quando venne Carlo quinto aFiorc za,mi fu dato afare le bandiere del Cadello ò vero Cittadella,che fi chiami og gi,doue ci fu vno dendardo che era diciotto braccia invade,Se quaranta lungo di drappo chermifi doue andò atorno fregiature d’oro còliprefedi Carlo V. Imperadore, Se di cafa Medici,e nel mezzo larme di suaMaeda, nel quale an do dentro quaranta cinque migliaia d’oro in fogli} doue io chiamai per aiuto Andrea per le fregiature,Se Mariotto per metter doro,che molte cofeinparai da quello huomo piendi amore, Se di bontà verfo coloro che dudiano l’arte doue fu tale la pratica di Andrea: che oltre che mene ferui in molte cofcper gliarchichefi tèciono nella entrata di suaMaeda: ma lo volli, in compagnia