Vita di cj'Marcantonio Bologne]}3 e d'altri in-tagliatori di stampe.
E a che nelle teoriche della pittura fi ragionò poco delle fiapc di rame,ballando p allora moftrare il modo delì’in tagliar Par "étocol Bulino,che è vn ferro quadro, tagliato a sghembo, &r chea il taglio lottile 3 lene dira hor2,cóPoccafioncdi qfla vita quanto giudicheremo douereeflerea baftanza. Il principio dunque dell’mtagliare le (lampe venne da Mafofiniguerra fiorentino,cir‘ cagl’annidinoftrafaiute 14^0. perchecoftuirurelecofe,cheintagliòin argento.per empierle di Niello,le improntò con terr2:&girta:oui fopra fol
foh:quifatro,venneroimpronrate,e ripiene di fumo. onde à olio moftraua noi! medefimo,che l’argento. Et rio fece ancora con carta tumida, & conla ìamedefima tinta aggrauando ui fopracon vn rullo tondo, ma piano per tutto, llchenon lolole faceua apparire (lampare ma veniuano comedifc* gnatcdipennfi. fu feguitato coftui da Baccio Baldini orefice fiorentino, il- qunle non hauéndo molto di(egno,tu tto quello,che fece, fu con intenzione, e dilegno di Sandro Botticello . Quella colia venut,ai notizia d’Andrea Mantegnain Roma, fu cagione, che egli diede principio à intagliare moltefue opere, come fi dille nella fu a vita . Pallata poi quella inuenzionc in Fiandra vn Martino,che allora era tenuto in A nuerfa eccellente pi ttorefe ce molte cofe, <Sc mandò in Italia gran numero di, dilegui llampati, i quali tutti erano contralegnati in quello modo. Mi C. Et 1 primi furono lecin que Vergini llolte con le lampade fpentej Se le cinque prudenti con le lampade accele;Scvn Chrilloin croce con sa Giouanni, Se la Madonna à piedi : ilqualefu tanto buono intaglio ,clie Gherardo Miniatore fiorentino fi rnife acontrafiirlo di Bulino,e gli riufei benillimo.' Ma non feguitò piu oltre, per che'non ville molco. Dopo mandò fuora Martino in quattro tondi i quattro Euangelifli :Sc in carte piccole Gielu Chrillo coni dodici Anofiolt; Se Veronica con fei santi della medefimagrandezza : Se alcune Arme di signo riTedefchi foftenuterU huomini nudi,e vediti, edadonne,mandò fuori fi milmenre vn-san Giorgio,che amazza il feupcnte.; vn Chrillo, che Ha innan zi a rilaro,mcntrefi laua le mani j vn tran fi to di liofil a Donna aliai gran de,dotte fono tutti gl* A portoli. Et quella iti delle.miglioricarre,chemaiin tagliaflecollui. In vn’alcra fece santo Antonio battuto da i diauoli, Se porrato in aria da vna infinità di loro ; In le piu varie,e bizzarre forme,che fi pof fino imaginare, laquale carta tanto piacquea Miclialagnolo, efiendogioui netto,che fi mife à colorirla. Dopo quello Martino,comincio Alberto duro in'Anuerfa,con piu difegno,e miglior giudizio,Se con piu belle inuenzioni à dare òpera alle medefime (lampe,.cercando d’imitar il vino, cd’accollarfi alle maniere italianc.lequaJi egli lemp.re apprezzò aliai. Et coll,emendo gio uanetto fece molte cole,che furono tenute belle,quanto quelle di Martino, cleintagliaua di lua man propria,legnandole col Ilio nome. E l’anno 150;. mandò fuori vna Nollra Donna piccola,nellaqualefiipcrò Martino,e le ficf lo,Sc apprefiò in molte altre carte, caualli, àduccanalli per carta ritratti dal naturale,e bcllifli.et in vn’altra il figlino! prodigo,ilqualc dando à do di vii lano'ginocchioni con le mani incrocicchiate, guarda il cielo,mentre certi poro mangiano in vn trogolo : Se in quella fono capanne à vlo di ville Tede (che, btllifiìme. fece vn san Baftinnu piccolo,legato con le braccia in altojSc vna Noftra Donna,che fiede col figliuolo in collo1, Se vn lume di finefira gli daaddofiojche percola piccola, non fi può vedere meglio, lece vna feminc alla fiaminga à cauallo,con vno ftalHen a piedi. Et in vn rame maggiore intagliò vna Ninfa portata via da vn Moftro Marino, mentre alcun’akre Ninfe fi bagnano. De Ila medefima grandezza intagliò con lotulilsmo magifieno trouando laperfezzione,S: il fine di quell’arte s vna Diana,che ballona vna Ninfa,laquale fi c mefia per elicle difcla ingrembo à vn Satiro.' Ncllaqnalp carta volle Alberto moli rare, die lapeua faregi’ignudi. MJ ancora, che qu c 111 macftri fullero allora in que’parli lodati ; nc’nollri le cole loro fono per la diligenza folo dell’in taglio,l’operc loro comendatc. E voglio credere, che ‘ t A u>r/ iti
Alberto non poteffe per aucntura far meglio,come qucllo,ch e non hàuctt*' tìo commodita d'altri,ritracua,quando haucua a fare ignudi,alcuno de’fuoi arzoni,che douetiano hauere come hanno,per Io piu , : tedefehi cattiuo i- gnude^e bene vediti fi veggiono molti begliuomini di que’paefi. fece inoi ti hàbiti diuetfi allafiiàminga indiuerfocarte ftampate piccole; di Villane,: & Villane,che fuohanolacornamufa,e ballano, alcuni,chevendono polli, altre cofe: & d’altre maniere aflai. Fece vno, che dormendo in vna flufa? ha intorno Venere,chel’induceàtentazionein fogno; mentre, che Amore fàlendofopta due zanche fi traftulla , & il diauolo con vn foffione,ò vero* mantice lo gonhia per l’orecchia. Intagliò anco due san Chriflofani diuer-. fi,che portano Chriito fanciullo,bdlifiìmi,'& condotti con molta diligenza he’capegli sfilati,Se in tutte l’alcre.'Dopolequali opere, vedendo con quanta larghezza di tempo'inragliaua in rame,etrouandofi hauere gran copia d’inuenzioni,diuerfamente difegnate, fi mifeà in tagliare jn legno. Nel qual modo di fare coloro che hanno maggior difegno hanno piu largo cam po da poter moftrare la loro perfezzione. E di quella maniera mandò fuori l’anno ijiovdue ilampè piccole; in'vna delle quali èia decollazione di san Giouanni,&nell’altra quando la teda del medefimo èprefentarain vn Baci no à Herode,che fiede a menfa. Et in altre carte, san Chriflofano, san Siilo Papa,santo Stefano,esàn Lorenzo . perche veduto quello modo.di fare ef~ fere molto piu facile,che 1 intagliare in rame,leguitadolo,fece vn sanGfego rio,che canta la meda,accoftipagnato dal Diacono,e sodiacono. e cresciuto gli l’animo fece in vn foglio reai e l’anno 1510. parte della paflìone di Chri- llo cioè ne condulTe,con animo di fare il rimanente,qnattro pezzi; la cenai l’eller preludinone rell’orto; quando va-al limbo a trarne i santi Padri ,• Scia fua gloriofa rtftuirezzione. E la detta feconda parte fece anco in vn quadre! to à olio molto bello, che è hoggi in Firenze appreflò al signor Bernar-, detto dc’Medici. Efe bene fono poi fiate fatte l’al tre otto parti, che furono ftampate col fegno d’Alberto > a noi non pare vcrifimile, che fieno opera di 1 ui attefo,che fono mala cola,e non fomigliano,ne le tede ne i panni, ne al ■ tracofalafua maniera, onde fi crede, che fiano ftatefatteda altri dopo la morte lua per guadagnare,lenza curarli di dar quefto carico ad Alherro.Ec che ciò fia vero,l’anno I511. egli lece della medefima grandezza in venti car- ce tutta la vila di Noftra Donna tanto bene,chenon èpofiibile, per inuen- zione,componimenti di prolpettiua,calaméti,h?biti;e tede di vecchi, e gio nani,far meglio . E nel vero,fe quelt’huomo fi raro,fi diligente,e fi vniuerfa lehaueftehauuto per patria la Tofcana,come egli hebbela Fiandra j & ha- uefTe potuto ftudiare le cofe di Roma,come habbiam fatto noi, farebbe fla. io il miglior pittore de’paefi noflri,fi come fu il piu raro,e piu celebrato,chc habbiano mai hautitoi Fiaminghi. l’anno medefimo,feguitando di sfogare i fuoi capricci,cercò Alberto di farcdella medefima grandezza xv. forme,in tagliate in legno,della terribile vifione,che san Giouanni Euangelifta ferii fe nell’Ifola di Patmos nel fuo Apocalifle. Et cofi meflo mano all’opetacon quella fua imaginatiua ftrauagante,emolto apropofitoà coiai fuggetto,fi curò tutte quelle cofe,cofi celefti,come terrene,tanto bene,che fu vuamara ù iglia, Et con tanta varietà di fare inquegli Animali, e moflri, che fu gran 6 lume/lame à molti de’nodri artefici,che fi fon feruiti poi dell’abondanz3,& copia delle belle fantafie, Se inuenzionidicoftui. Vedefi ancora di mano del me* defimo in legno vn Chrido ignudo,che ha intorno i miderij della fua pallio ne, & piange con le mani al vifo i peccati nodri,ch£ per cola piccola, noti èfe non lodeuole. Dopo,crefciuto Alberto in faculta,&: in animo,vedendo le fue cofe edere in pregio, fece in rame alcune carte, che feciono ftupireil mondo.Si mi le anco ad in tagliare,per vna carta d’vn mezzo foglio la Malia coniacon tutti gl’indrumenti,che riducono l’huomo,& chimiche gl’adope ra,à edere malinconico: de la ridufle tanto bene, che non è poffibile col Bulino intagliare piu focalmente. fece in carte piccole treNoflre Donne varia te l’vna dal!’altre,e d’vn fottilifiìmo intaglio. Ma ttoppo farei lungo,fe io vo lellì tutte l’opere raccontare,che vfeirono di mano ad Alberto, per hora baffi fapere,che hauendo difegnatò,per vna paflìone di Chrifto 3ó.pezzi,& poi intagliatigli, fi cóuéne con Marcantonio Bologneledi mandar fuori infie- me quelle carte.E cofi capitando in Vinezia,fu quell’opera cagione,che fi 0 110 poi fatte in Italia cofe marauigliofe in quelle dàpe,come di fotto fi dira. Métre, che in Bologna Frac. Fracia attédeua alla pittura fra molti luoi difee poli, fu tirato inanzi, come piu ingegnolo degl’altri, vn giouane chiamato Marcantonio, ilquale, per elfere flato molti anni col Francia, e da lui molto amato,s’acquillò il cognome de Franci. Coflui dunque, ilqualehaueua mi glior dilegno,che il fuo maedro,maneggiando il Bulino con facilita, Se con grazia,fece,perche allora erano molto in vfo,cinture, Se altre molte cofe ni* ellate,che furono bellidime, percioche era in quel medierò veramente cccel lentillimo. Venutogli poi difiderio,cornea molti auiene,d’andare pel mondo, Se vedere diuerfe cofe}& i modi di fare degl’altri artefici,con buona grazia del Francia fe n’andò a Vinezia, dotte hebbe buon ricapito fragl’artefici di quella città. Intanto capitando in Vinezia alcuni fiaminghi con molte car teintagliate,& dampate in legno,Se in rame da Alberto duro , vennero vedute a Marcantonio in filila piazza di san Marco, perche dupefatto della ma nieradel lauoro>& delmododi fare d’Alberto, fpefein dette cartequafi quanti danari haueua portati da Bologna, Se fra l’altre cofe comperò la paf- fionediGiefu Chrido intagliata in 36. pezzi di legno in quarto foglio j data flampata di poco dal detto Alberto. Laquale opera cominciaua dal peccare .d’Adamo, Se efiere cacciato di paradifo dall’Angelo, mfino al mandare dei lo spirito santo.&confiderato Marcantonio quanto honore, Se vtile fi hall rebbepotuto acquidare, chi fi fu de dato à quell’arte in Italia, fi difpofedi volerui attendere cò ogni accuratezza,e diligenza;& cofi cominciò a contra fare di quegli intagli d’Alberto, dudiando il modo de tratti, e il tutto delle ilampe,che hauea comperate: lequal per la nouita, e bellezza loro, erano in tanta nputazzione, cheognuno cercaua d’hauerne. Hauendo dunque contrafatto in rame d’intaglio grodo, come era il legno, che haueua intagliato Alberto,tutta la detta pafiìone, Se vita di Chrido in 36. carte, efattoui ìl le- gno,che Alberto taceuanellefueopere,cioèquedo AE ,riulci tanto fimi le dimaniera,che non fapendo neduno,ch’elle fuflero fatte da Marcantonio erano credute d’Alberto-,Se per operedi lui vendute,& comperate. La qual cofa,edendo fcricta in Fiandra ad Alberto,Se mandatogli vna di dette pallio BÌ contrafatte da Marcantonio:venne Alberto in tanta collora,che partitoli di Fiandra,fe ne venne à Vinezia:& ricorfo alla Signoria,fi querelò di. Marcantonio. Ma però non ottennealtto, fe non che Marcantonio non facefie piu il nome,& ne il legno lopradetto d’Alberto nelle fueope. Dopo le quali cofe,andatofene Marcantonio à Roma, fi diede tutto al dilegno. Et Alber* to tornato in Fiandra,trouò vn’altro Emulo, chegiahaueua cominciato à fa ledi molti intagli sottiliflimi àfua concorrenza: e quelli fu Luca d’olanda, il quale,fe bene non haueua tanto difegno quanto Alberto: in molte cole non dimeno lo paragonaua col Bulino. Fra le molte cole,che collui fece, e grandi,e belle,furono le prime l’anno 1509 , due tondi: in vno de’quali Chrillo porta la Croce,& nell’altro è la fua crucifilfione. Dopo mandò fuori vn San Ione’; vn Dauit à cauallo; 8c vn san Pietro Martire con i fuoi percufiori. fece poi in vna carta in ramevn Saul à ledere,& Dauit giouinetto, che gli fuona intorno. Ne mol to dopo, hauendo acqui fiato aliai, fece in vn grandillìmo quadro di sottihffimo intaglio, V irgilio spenzolato dalla fìneftra nel celione,con alcune tefte,efigure tanto marauigliofe,che elle furono cagione,che alfottigliando Alberto, per quella concorrenza, l’ingegno, manchile fuori alcune carte ftampate tanto eccellenti, che non fi può far meglio, Nelle qua li volendo moftrare quanto fapeua, fece vn’ huomo armato àcauallo,per la fortezza humana,tanto benfinito,chevifi vedeilluftraredell’arme,edel pe lod’vn cauallo nero: ilche fare è diffìcile in dilegno. Haueua quello huomo forlela morte vicinaci tempo in mano,& il diauolo dietro.Euui Umilmente vn can pelofo,fatto con le piu difficili fottigliezze, che fi pollino fare nell’in- .taglio. L’anno 1511. vfeirono fuori di mano del medefimo fedici ftorie picco ie ili rame della pailìone diGiefu Chrillo,tanto ben fatte, che non fi pollo- no vedere le piu belle, dolci, e graziofe figurine, ne che habbiano maggior’ rilieuo. Da quella medefima concorrenza mollo il detto Luca d’olanda , fe* ce dodici pezzi limili, &: molro begli ma non già cofi perfetti nell’intaglio, e nel difegno. & oltre à quelli, vn s. Giorgio,ilquale conforta la fanciulla, che piagne, p hauer a eficre dal serpere deuorata,vn Salamone,che adora gli Ido JijilBatrefimo di Chrifio;Piramo,eTisbe, Afuero, &c la Regina Eller ginoc .chioni.Dall’altrocàto Alberto nó volédo efiereda Lucafupato,nein quanta ne in bontà d’opere, intagliò vna figura nuda lopra certe Nuuolej eia temperanza con certe ale mirabili,con vna coppa d’oro in mano,& vna briglia, de vn paele minurifilmo. E appreflovn santoEuftachio inginocchiato dina zi alceruio,che ha il Crucififlo.fra le corna: la quale carta è mirabile,e mallì- mamente per la bellezza d’alcuni cani in varie attitudini, che non poflono eficre piu belli, E fra i molti putti,che egli fece in diuerle maniere, per ornamenti d’armi,ed’imprefe,nefecealcuni,che tengono vno-feudo, dentro al- quale è vna morte con vn gallo per cimieri le cui penne fono in modo sfilate che non è pofiibilefare col Bulino coladi maggior finezza. Et vhimamente mandò fuori la carta del san Hieronimo,chelcriue,& è in habitodi Cardina le,col Lione.à piedi, che dorme. Et in quella tìnie Alberto vna ftanzacon fi n cifre di vetri,nellaquale , percp.tendo.il Sole ribattei razzi ladoueil santo ferine,tanto vàiamente,che-è vna marauigliajoltre,che ni fono libri,horitro ìffcrir-tureje tante altre cofe,ch.enon l:,puo in qftaprofdlione fir piu ne-me gho. fece poco dopo, c fu quafi dell'ultime cofe lue, vn Chnfto con i dodi ci Apoftoli piccoli l’anno 152$. fi veggiono anco di fuo molte tefte di ritratti naturali in iftampa, comeErafmo Roterodamo, il Cardinale Alberto di brandinburgo,elettore dell’Imperio;&: fimilmentequello di lui fletto, Ne con tuttoché inraghalle afiai, abbandonò mai la pittura 3 anzi di continuo fece tauole,tele, &z altre dipin ture tutte rare;&,che è piujafciò molti fcritti di cofe attenenti all’intaglio,alla pittura,alla profpettiua,&all’architettura. Ma per tornare agl’intagli delle tlampe; l’operedicoftui furono cagione* che Luca d’olanda leguitò quanto potè le veftigia d’Alberto, E dopo le cole dette,fece quattro ftorie intagliate in ramede’fattidilofeffor i quattro Euati geliftin tre Angeliche npparueroad Abraam nella ualle mambrè: Sufanna nel bagno. Dauit,che ora: Mardocheo, che triomfa a cauallo : Lotto ihheb- briato dalle figliuole.3 la creazzione d’Adamo, e d’Elia; il comandar lóro Dio, che non mangino del pomo d’un’albero, che egli moftra ; Caino, che amazza A bel Ino fratello .lequali tutte carte vfcirono fuori lanno 1519. wa quello,che piu chealtro diede nome efama à Luca,fu vna cartagrade,nella quaie fece la crucififlione di Gielu ChriftoJ&f vn’altra doue Tilato lo moftra al popolo dicendo: Ecce homo, lequali catte, che fonò grande, e con gran numero di figure, fono tenute rare; fi coméèancovna coniierfionédi san Paolo,& federe menato cofi ciecb'ih Dimafco. E quefte opere ballino a mo ftrare,che Luca fi può fra coloro annouerare,che con eccellenza hanno maneggiato il Bulino* sono le compofizioni delle ftorie di Luca molto proprie e fatte con tanta chiarezza, 3c in modo fen za con fu (ione, che par proprio » ch'e.il fatto che egli efprime,non douefle edere altrimenti:e fono piu ofter- uate,fecondo l’ordine dell’arte,che quelle d’Alberto. Oltre ciò,'fi vede, che egli'vsò vna difcrezione rngegnofà nell’intagliare le lue cofe ; conciofia, eh e tutte l’opere,che di mano in mano fi vanno allontan'àridoifono manco tocche; perche elle fi perdono di veduta,come fi perdono dall’occhio le natura li,che vede da lontano, E però le fece Con quelle confiderazzioni,e sfumate, e tanto dolci, che col colore non fi farebbe altrimenti. lequali auertenze ha no aperto gl’occhia molti pittori. Fece il medefimo molte ftampe piccole, diuerle Noftre Donne,i dodici Apoftoli con Chrifto,e molti santi, e fante, &arme,& cimieri,& altre cofi limili.Et è molto bèllo vn Villano,che facen doli cariare vn dente,fente li gran dolore,che non s’accorge,che in tato vna donna gli vota la boria: lequali tutte opere d’Alberto, e di Luca fono Hate cagione,che dopo loro molti altri fiaminghi, e tedefehi hanno ftampato opere limili belliftime.
Ma tornando a Marcantonio, ariuato in Roma,intagliò in rame vna bel- lifiima carta di Raffaello da Vrbino, nellaquale era vna Lucrezia Romana * che fi vccideua,con tanta diligenza,e bella maniera, che eflendo fubito por tata da alcuni amici fuoià Raffaello,egli'fidifpofeà mettere fuori in iftampa alcuni difegni di cofe lue,& appretto vn difegno,che già hauea fatto,del giu zio di Paris: nelquale Raffaello per capriccio haueua difegnato il Carro del Sole,le Ninfe de’bofchi, quelle delle fonti,e quelle de’fiumi,có vafr, timoni, 6c altre bellefantafieattorno. Et cofi rifòluto furono di maniera intagliate da Marcantonio,che ne ftupi tutta Roma. Dopo quefte fu intagliata la car ta degl’innocenti,con bellilììmi nudi, femine,e putti, che fa cofa rara: Se il Nettuno con hi Borie piccole d’Enea in torno:.il belliffimo Ratto d’Helena, pur difegnatoda RaffaelIotScVn’altra carta doue fi vede morire santa Felicita,bollendo nell’olio,Se i figliuoli edere decapitati, lequali opere acquiBa ronoà Marcantonio tanta fama,che erano molto piu (limatele cofefue,pel buó difegno,che le fiamingheje ne faceuano 1 mercati bonifiìmo guadagnò. Haueua Raffaello tenuto molt’anni à macinar colori vn garzone chiamato il Bauiera,e perche fapea pur qual che cofa, ordinò, che Marcantonio ima« gliaBe, Se il Bauiera attendefle a ftamparetper cofifimre tutte le Bcriefue, vendendole, & ingroflo, Se a minuto àchiunche ne volefle. Et co fi meffo mano all’opera Bamparono vna infinità di cofe,chegli furono di grandilìì- moguadagno. E tuttele cartefurono da Marcantonio fegnatecon quelli fe gni,per lo nome di Raffaello,Sanziona Vrbino. SR . e per quello di Marca conio. MF . l’operefurono quelle: vna Venere,che amore l‘Abbraccia,di- fegnatada Raffaello: vna Boria, nellaquale Dio padre benedifceil Teme ad Abraam,doueèrancillacondue putti. ApprelTò furono intagliati tutti i tó di,che Raffaello haueua fimo nelle camere del palazzo Papale, doue fa la co gnizionedellecofe:Caliopecol fuonoin mano: laprouidenza, eia iuflizia: dopo in vn difegno piccolo la Boria, che dipinfe Raffaello nella medelìma camera,del Monte Parnafo,con Appello,le Mule,e Poeti: Et apprefioÉnea che porta in collo Anchile, mentre, che arde Troia, ilqualedifegno hauea fùttoRaffaellojper farne vn quadretto.MeBero dopo queBo in Bampa la Ga latea pur di Raffaello, lopra vn carro tirato in mare dai Dalfini, con alcuni Tritoni, che rapilcano vna Ninfa. E queBe finite fece pure in rame molte figure (pezzatedifegnate fimilmenteda Raffaello: vn’Apollo con vn fuono in mano:vna pace,allaquale porge Amore vn ramo d’Vliuode tre uirtù Teo logiche,e le quattro morali.E della medefima grandezza vn Iefu ChriBo c5 i dodici ApoBoli. et in vn mezzo foglio la NoBra Donna,che Raffaello hane ita dipinta nella tauola d’Araceli. E parimente quella, che andò à Napoli in san Domenico, con laNoBraDonna,san Ieronimo,Se l’Angelo Raffaello con Tobia. Et in vna carta piccola,vna NoBra Donna,che abbraccia,feden do (òpra vna feggiola, ChriBo fanciulletto,mezzo veBito. Èrcoli molte altre Madóne ritratte da ìquadii, che Rafiaello haueua fatto di pittura ì diuer fi . intagliò dopo quelle vn san Giouanni BattiBa giouinetto à federe nel di fertoj Se npprefiò la tauola, che Raffaello fece per san Giouanni in Monte, della santa Cecilia,con altri fanti, che fu tenuta belliflìma carta. Ethauen- do Raffaello fiat romper lacapelladel papa tutti i cartoni dei panni d’arazzo, che furono poi telimi di feta,ed’oro,con hiBoriedi san Piero, s. Paulo, es. Stefano; Marcantonio intagliò la predicazzione di san Paulo, la lapidazione di santo Stefano, Se il rendereil lume al cieco. lequali Bampe furono tanto belle per l’inuenzione di Raffaello,per la grazia del dilegno, e per la diligen za, Se intaglio di Marcantonio, che non era pclììbile veder meglio, intagliò appreffo vn helliflìmo depoBodi croce,con inuenzione dello Bello Rafiaello,con vna NoBra Donna suenuta, checmarauighola1. E non molto dopo, la tauola di Raffaello,che andò in Palermo,d un ChriBo, che porta la Croce, che è vna Bampa molto bella. Et vn dilegno, che Raffaello hauea fatto d’un Chrifto in aria,co la N. D5na,s. Gio. Batti ftar&sata Chaterina in ter raginocchioni,es. Paulo Apoftolo ritto, laqualefuvnagrade,ebellifs. fti-, pa. Se qfta,fi come Tal tre,eflédo già quafi có fumate p troppo eiTere fiate ado paté,andarono male,e furono portate via da i Thedefchi, Se altri nel lacco di Roma.il medefimo intagliò in profilo il ritratto di Papa Clemente v 11, à vfo di medaglia col volto rafo:<3c dopo, Carlo v. Imp. che allora era gioua ne:&poi vn altra volta,di piu eta.E fimilmète Ferdinando Re de’Romani, che poi fucedctte nell’Jmperio al detto Carlo v. Ritraffie ache in Roma dina turale Meder Pietro Aretino Poeta famofifsimo,ilquale ritratto fu il piu bel lo,che mai Marcantonio faceffe. E non molto dopo i dodici Imperatoti an tichi in medaglie» Dellequali carte mando alcune Raffaello in Fiandra ad Alberto duro, ilquale lodò molto Marcantonio, Se all’incontro mandò à Raffi oltre molte altre carte,il fuo ritratto, che fu tenuto bello affatto. Cre* feiura dunque la fama di Marcantonio, e venuta in pregio, e riputazione la cofa dellcftampe,molti fi eronoacconci con effio lui,per imparare . Ma tra gl’altri fecero gran profitto Marco da’Rauenna,che fegnò le fue ftampe col fegn odi Raffaello .SR. Et Agoftino Viniziano, che fegnò le fue opere in quefta maniera. A. V. I quali due mifero in ftampa molti dilegui di Raffia elio,cioè vna Noftra Donna con Chrifto morto à giacerle diflefo: Se àpie di san Giouanni,la Madalena:Niccodemo,& l’altre Marie.E di maggior gra dezza intagliarono vn’altra carta,doue è la Noftra Donna con le braccia aper te,& con gl’occhi riuolti al cielo in attopietofiffimo,& Chrifto fimilmente diftefo, e morto. Fece poi Agoftino in unacaita grande vna Natiuitàconi pallori,& Angeli,& Dio padrefopra;&: in torno alla capanna fece molti va fi coli antichi come moderni. Et cofi un profumiere rcioèdue femine con vn uafoincapo traforato. Intagliò vna carta d’vno,conuerfo in lupo, ilqua le ua ad vn letto per amazzare vno,che dorme. Fece ancora Aleffiandro con Rofana à cui egli prefenta vna corona reale mentre alcuni amori le nolano intorno,& le acconciano ilcapo;&altri fi traftullanocon l’armi di effio Alef fandro.Intagliaronoi medefimi la cena di Chrifto con i dodici Apoftoli,in vna carta aftai grande,& vna Nunziata; tutti con difegno di Raffaello . E do podue ftorie delle nozze di Pfiche,fiate dipinte da Raffaello non molto inan zi .E finalmente fra Agoftino, Se Marco fopradetto furono intagliate quali tutte le cole,che difegno mai, òdipinfeRaffiaello^epofte in iftampa. E molte ancora delle cofe fiate dipinte da Giulio Romano,e poi ritratte da quelle. E perche delle cofe del detto Raffaello quali niunanerimanelle, che ftampa ta non fu (leda loro,intagliarono in ultimo le ftorie, che elio Giulio hauea dipinto nelleloggie col difegno di Raffaello. Veggionfi ancora alcune delle prime carte col fegno M. R. cioè Marco Rauignano;&altre col fegnò. A. V. cioè Agoftino Viniziano,edere ftare rimagliate fopra le loro,da altri come la creazionedelmondo,equando Diofagl’animalijil sacrificiodi Cai* no,e di Abel,e la fua morte. Abraam,che sacrifica Ifac: L’arca di Noe, «Se il di fumo,#: quando poi n’efcono gl’animali. il paffaredel mare rodo: La tra* dozzione della legge dal Monte Sinafiper MOife;la Manna, Dauid, che amazzà Golia, già flato intagliato da Marcantonio j Salamone, che edifica il tempio? il giudizzio delle femmine del medefimo; la vifita della Reina Saba, E del tc • ftameafomento nuouolaKatiuitài la reffiirezzionedi Chrifto, elamifTione dello Spirito Santo .E tutte quelle furono ftampate viuente Raffaello. Dopo la morte del quale,ertendofi «arco,& Agoflino diuifi ; Agoftino fu trattenuto da Baccio Bandinelli scultore Fiorentino, che gli fece intagliare col luo difegno vna notomia,che hauea fatta d’ignudi fecchi, ed ollamedi morti: Si appreflo vna Cleopatra*,che amendue furono tenute molto buone carte» perche creiamogli l’animo,dilegnò Baccio,e fece intagliare vna cartagran de,delle maggiori,che ancora fullero fiate intagliate infino allora, piena di femmine veflite, e di nudi, che amazzano, per comandamento d’Herode,i piccoli fanciulliinnocenti. Marcantonio in tanto feguitandod’intagliare, fece in alcune carte i dodici A portoli piccoli,in diuerfe maniere* e molti sas ti,e sante*accio i poueri pittori,che non hanno molto difegno, le ne poterte ro ne loro bifogni feruire . Intagliò anco vn nudo, che ha vn Lioneà piedi, c vuole fermare vna bandiera grande,gonfiata dal vento, che è contrario al volere del giouane. Vn’altro che porrà vna Bafa addorto: Et vn san Hieroni mo piccolo,che confiderà la morte,mettédo vn dito nel cauo d’un tefehio , che ha in mano.ilche fu inuenzione,e difegno di Raffaello. E dopo vnaIufti zia,laquale ritralfe da i panni di capella. Et apprerto l’Aurora tirata da due caualli, ai quali l’horemettonolabriglia. Edall’antico ritraile le tre grazie, Si vna ftoriadiNoftra Donna,che faglie i gradi del tempio. Dopo quelle co le,Giulio Romano, ilquale, viuente Raffaello fuo maeflro,non volle mai g modertia far’alcuna delle lue cofe ftampare,per non parere di volere compe tere con erto lui: fece dopo,che egli fu morto,intagliare a Marcantonio due battaglie di caualli bellillìme in carte aliai grandiie tutte le ftorie di Venere, d’A pollo, & di Iacin to j che egli hauea fatto di pittura nella ftufa, che è alla vigna di Meller BaldaffarreTurrinidaPefcia. E parimentele quattro ftorie della Madalena, &i quattro Euangelifti, chefono nella voltadella capella delia Trinità,fatte per vna meretrice,ancor chehoggi fiadi Melfer Agnolo Mallìmi.fu ritratto ancora,e mertoin iftampa dal medefimo vn bellillìmo pilo antico,che fu di Maiano,& è hoggi nel cortile di san Pietro : nelquale è vna caccia d’un Lione: e dopo una delle ftorie di Marino, antiche, che fono lotto l’arco di Goftantino,e finalmente molte ftorie,che Raffaello haueuadi legnate,per il corridore,& loggie di palazzofie quali fono fiate poi rimaglia tedaTommafo Barlacchiinfiemecon le ftorie de’panni, che Raffaello fece pel conciftoro publico, fece dopo quefle cofe Giulio Romano in venti fogli intagliare daMarcantonio,in quantidiuerfi modi,attitudini,epofituregiac ciono i difonefti huomini con le donne,di che fu peggio,à ciafcun modo fece Meffer Pietro Aretino vn difoneftiftìmo fonetto, in tanto, che io non fo qual fuffe piu,o brutto lo fpetiacolo de i difegni di Giulio all’occhio,ò le pa role dell’A retino agl’orecchi. laquale opera fu da Papa Clemente molto bia fimata.E fe quando ella fu publicata Giulio non fufle già partito per wantoa, ne farebbe flato dallo fdegnodel Papaafpramentecaftigato. e poi che ne fu rono trouati di quelli difegni in luoghi douemeno fi farebbe penfato,furo no non fidamente prohibitfma prefo Marcantonio, & meffo in prigione. e n’harebbe hauuto il malanno,fe il Cardinale de’Medici,& Baccio Badine! li, che in Roma feruiuail1 Papa,non l’haueflòno fcampato .Enel vero no fi douerebbono i doni di Dio adoperare,come molte uolte fi fa, in vituperio deljmondo,& in cofe abominatoli del tutto. Marcantonio vlcito di prigio ne fini d’intagliare per elfo Baccio Bandinella vna carta grande, che già ha«* ueua cominciata, tutta piena d’ignudi, che aroftiuano in lulla graticola san Lorenzo,laquale fu tenuta veramente bella & fiata intagliata con incredibile diligenza,an cor che il Bandinello, dolendoli col Papa a torto di Marca tonio,dicefi e, mentre Marcantonio 1 intagliaua,che gli faceua molti errori, wa ne riporto il Bandinelle di quella coli fatta gratitudine quel merito, di che la lua poca corteliaera degna . percioche, hauendo finita Marcantonio la carta,prima che Baccio lo fapefie andò,eftendo del tutto auilato, al Papa , che infinitamente fi dilettaua delle cofe del difegnoj& gli moftro l’origina* le fiato difegnato dal Bandinello,e poi la carta ftampataondeil Papa conob bej che Marcantonio con molto giudizio hauea inonlolo non fatto errori ma correttone molti fatti dal Bandinello, e di non piccola importanza, &C che piu hauea fapuro, &c operato egli coll’intaglio, che Baccio col difegno. Et coli il Papa lo commendò molto, e lo vide poi fempre volentieri : e fi crede gl’hauerebbe fatto del bene, ma fuccedendo il sacco di Roma,diuennc Marcantonio poco meno che mendico, perche oltre al perdere ognijcofa, fe volle vfeire delle mani degli spagnuoli gli bifognòsborfare vna buona ta glia, ilche fatto fi parti di Roma, ne ui tornò mai poi, La doue poche cofe fi veggiono fatte da lui da quel tempo inqua. E molto l’arte noftra obligata à Marcantonio,per hauere egli in Italia dato principio alle ftampe, con molto giouamenio,e vtile dell’arte,e commodo di tutti i virtuofi; onde altri ha no poi fatte l’opere, che difottofi diranno. Agoftino Viniziano adunque, del quale fi è di fopra ragionato,venne dopo le cofe dette à Fioréza, con ani mo d’accoftarfi ad Andrea del Sarto, ilquale dopo Raffaello era tenuto de’ migliori dipintori d’Italia. et cofi da cofiui perluafo Andreaà mettere in is tampal’opere fue,difegnò vn Chrifio morto, fofienuto da tre Angeli. Ma perche ad Andrea non riufei la cofa cofi apunro,fecondo la fantafiafua, no volle mai piu mettere alcuna fila opera in iftampa. Ma alcuni, dopo la morte fua hanno mandato fuori la vibrazione di santa Helilabetta, e quando sa Gio. battezza alcuni popoli, tolti dalla boria di chiaro feuro, cheeflo Andrea dipinfenello Scalzo di Firenze. Marco da Rauenna parimente, oltre le cole,che fi fono dette, lequali lauorò in compagnia d’Agofiino ; fece molte cofeda per fe,chefi conofcono al fuo già detto legno,&iòno tutte,e buone, e lodatoli. Molti altri ancora fono fiati dopo coftoro, che hanno beniffitno lauórato d’intagli,e fatto fi che ogni prouincia ha potuto godere, & vedere l’honorate fatiche degl’huomini eccellenti. Ne è mancato à chi fia baftato l’animo di fare con le fiampe di legno carte, che paiono fatte col pennello à gitila di chiaro feuro,il che è fiato cofaingegnofa,e difficile. E qfii fu Vgho da carpi,ilquale,febenefu mediocre pittore,fu nondunenoin altre fantasticherie d’acutilììmoingegno. Coftuidico, comcfièdetto nelleTeoriche al trentefimo capitolo,fu quegli,che primo fi prouò,e gli riufei felicemente •à fare con due ftampe,vna delle quali à vfo di rame gli lèruiua à tratteggiare: d’ombre', &c con l’altra faceua la tinta del colore: perche graffiata in dentro conl’intagliojalciauailumi delia carta inmodo bianchi.,diepaieiia,qua« • do era Campata,lumeggiata di hiaccha. conduce Vgho in quella maniera con vn difegno di Raffaello,fatto di chiaro fcurojvnacarta, nellaqualcè vna Sibilla à federe,che legge,& vn fanciullo veftito,che gli fa lume,con vna tor eia. laqual cofa,elfendogli riufcita,prefo animo,tentò Vgho di far carte co (lampe di legno di tre tinte. la piimafaceua l’ombra; l’altra che era vna tin radi colore piu dolce,fàceuavn mezzo; Scia terza graffiata faceuala tinta del campo piu chiara & i lumi della carta bianchi. egli riufri in modo anco quella che condufie vna carta don e Enea porta addoflo Anchife,mentre che arde Troia .fece appreflo vn deporto di Croce,e la ftoria di Simon Mago,che già fece Raffaello ne i panni d’arazzo della già detta capella. e Umilmente Dauitte,che amazza Golia,e la fuga de Filiftei, di che hauea fatto Raf faelloil difegno,per dipignerla nelle loggie Papali, c dopo molte altre cofe. di chiaro feuro, fece nel medefimo modo vna Venere có molti amori, che fcherzano.E perche,come ho detto,fu cortili dipintore,non tacerò, chee- gli dipinfe à olio,lenza adoperare pennello, ma con le dira, e parte con Tuoi altri inftrumenticapricciofi vna tauola,cheè in Roma all’altare del voltosa to. laquale tauola,ertendo io vna mattina con Michelagnolo à vdir niella al detto altare,e veggendo in effa fcritto,che l’haueua fatta Vgho da Carpi se- za pennello,moftrai ridendo corale iscrizione à Michelagnolo. ilquale ridendo anch’erto rilpole,farebbe meglio,che hauefle adoperato il pennello, & l’hauertefatta di miglior maniera. il modo adunquedi farele ftampe in legno di due forti,fingere il chiaro feuro,trouato da Vgo,fu cagione, che Teguitando molti le cortili vertigie,fi fono codone da altri molte belliflìme carte. perche dopo lui Baldartarre Peruzzi pittore Sanefe fece di chiaro feu ro limile vna carta d’Hercole,chc caccia l’auarizia,carica di vafi d’oro,e d’au genio,dal Monte di Parnafo,doue fono le Mule in diucrlcbelle attitudini , che fu bell ifiima . e Francelco Parmigiano intagliò in vn foglio reale aperto vn Diogene,che fu piu bella (lampa,che alcuna che mai facerte Vgho. il me defimo Parmigiano hauendo moftrato quello modo di farele (lampe con treformead Antonio daTrento,glrfece condurrein vna carta grande la decollazione di san Pietro,esan Paulo di chiaro feuro. edopo in vn’altrafe ce con due ftampe fole la Sibilla TÌburtina,chemoftra ad Ottauianolmpe^ radore Chrifto nato in grembo alla Vergine: & vno ignudo, che fedendo volta le fpalle in bella maniera,e fimi! mente in vncouato vna Noftra Donna à giacere,& molte altre,che fi veggiono fuori di fuo ftampate dopo la morte di lui da Ioannicolo Vicentino. ma le piu belle poi fono Hate fatte da Do menico Beccatimi Sanelc,dopo la mcrtcdel detto Parmigiano, come fi di* rà largamente nella vita di erto Domenico. non è anco Hata fe non lodeuo- leinuenzionel’ertereftato trouato il modo da in tagliare le ftampe piu facil mente,che col Bulino,fe bene non vengono cofi nette,ciò è con l’acqua for tc,dando prima in lui rame vna couerra di cera,ò di vernice,ò colore à olio c dilegnando poi con vn ferro,che habbia la punta fonile,chefgraffi la cera ò la vernice,ò il colore,che fia. perche niellarli poi fopra l’acqua da partire rode il rame di maniera,che lo fa cauo,e ui fi può (lampare fopra. e di quella forte fece Ftanccfco Parmigiano molte cofe piccole 3 che fono molto già ziofe,fi come vna Natiuita di Chrifto, quando c morto,epianto dalle Marie vno Vnode’pani di cappella fatti col difegno di RafF. e molte altre cofe. Dopo codoro ha fatto cinquanta cartcdi pacfi varij,e belli Batida pittore Vicentino^ Battida del Moro Veronefe. & in Fiandra ha fatto Hieronimo Coca Farti liberaci, et in Roma fra Baftiano Viniziano la Vifitazionedcllapa- cc;e quella di Francefco Saluiati della Mifericordia; la feda di Teftaccio, ol trea molte opere,che ha fatto in Vinezia Battifta Franco pittore, e molti al tri Maeftri. ma per tornare alle dampe (empiici di rame* dopo,che Marcati tonio hebbe fatto tante opere,quanto fi ‘è dt tro di fopra, capitando in Roma il Rodo,gli perfuafe il Bauiera,che facede dapare alcuna delle cofe fue, onde egli fece intagliare a Giam Iacopo del Caraglio Veronefe,che allora ha ueua bonilììnia mano,&cercaua con ogni induftria d’imitare Marcàtonio , vnafua figura di notomia feccha, che ha vna teda di Morte in mano, efiede fopra vn serpente,mentre vn cigno canta .laquale carta ritifci di maniera ; che il medefimo fece poi intagliare in carte di ragionatole grandezza, alai na delle forze d’Hercole: l’ammazzar dell’Idra, il combatter col cerbero, quando vccide Caccho: il rompere le corna al Toro,la battaglia de’ Centau ri,&quàdo Nedocétauro mena via Deianira.lequali carte riufcirono tanto belle,e di buono in taglio,che il medefimo Iacopo códufTe,pure col dileguo del Rodo,la doria delle Piche,lequali p voler cótcdere,& càtare a pruoua è a gara con le Mide furono cóuertire in cornncchie.hauédo pei il Bauiera fac to difegaàre al Rodo, p vn libro, véci Dei podi in cerrenicchie coi loro in druméti,furono da G. Iacopo Caraglio intagliati con bella grazia,&manic ra. e nó molto dopo le loro trasformazioni. ma di qde no fece il difegno il Rodo Ce nó di due,pche uenuto col Bauiera in diferéza,edo Bauiera,nefecc fare dieci à Peri no del Vaga.le due del Rodo furono il ratto di Proferpina,e Fidare trasformato in cauallo.e tutte furono dal Caraglio inragliate co tâta diligéza,che sépre fono ftate-inpgio.dopo cominciò il Caraglio per il Rodo il ratto delle sabine,che farebbe dato cofa molto rarajma foprauenédo il fac ch'odi Roma non fi potè finire,pei che il Rodo andò via, eie dampe tutte fi pcrderono.te fe bene quella c ven u ta poi col tempo in mano degli dampato ri,e data cattiua cofa, per hauere fitto l’intaglio chi non fe ne intendeua, c tutto per cauar danari, intagliò appretto il Caraglio, per Francefco Parmigiano in vna carta lo spofalizio di Nodra Dona, &: altre cofe del medefimo cdopo per Tiziano Vecellio in vn’altra carta vna Natiulta, chegia haue- ua etto Tiziano dipinta,che fu belliflima. quedo Gian Iacomo Caraglio do po hauer fatto molte dampe di rame, come ingegnofo fi diede à intagliare Cammei,e chridalli,in che edendo riufeito non meno eccellente, che infa- rele dampe di rame, haattefo poi appredo al Redi Pollonia, non piu alle dampe di rame, come cofa ballai ma alle cofe delle gioie, alauorared'inca- uo,& all’Architettura. perche edendo dato largamente premiato dalla liberalità di quel Re, ha fpdo , & rinuedito moki danari in fui Parmigiano per ridurli in vecchiezza à godere la patria,& gli arniche difcepoli fuoi,e le fue fatiche di moki anni, dopo codoro è dato eccellente negli intagli dira me Lamberto Suaue,di mano del quale fi veggiono in tredici carte Chrido con i dodici Apodoli,condotti quanto all’intaglio, futilmente a perfezzio nc.&fe egli ha nette hauti to nel difegno piu fondamento, come fi conolce Qd fatica, fliid io j’C diligenza nel re fio, cofi farebbe flato in ogni cola maraui- glioiò., come apertamente fi vede in vna carta piccola (.l’un san Paulo, che ferine, Se in una carta maggiore vna fioria della Refurrefsionedi Lazzaro » ncllaquale fi veggiono cofe bellillìnic , e particolarmente è da confiderai il foro d’un fallo nella cauèrna,dotte fingc,che Lazzaro fia sepolto, Se il lu- mc^hedaaddoflo ad alcune figure,perche è fatto con bella,ecapricciofa in uenzione. ha Umilmente inoltrato di valere aliai in quello elercizio Gioua batifla Mantoano, difcepolo di Giulio Remano, fra l’altre cofe in vna No- „.ftra Donna,che ha la Luna lotto i piedi,&: il figliuolo in braccio, Se in alcu ne teflecó cimieri all’antica molto belle.& in duecarte,nelle quali èvn capi tan’dibadieraà pie,& unoàcauallos& in vna carta pariméte, doue èvn Mar te armato,che fiede foprav n letto,métreVenere mira vnCupido allattato da lei che ha molto del buono, son’anco molto capricciofedi mano del medefi mo due cartegrandi,nelle quali è l’incendio di Troia fatto con inuenzione, difegno,egrazia ftraordinaria. lequali, e molte altre carte di man di coltili fon fegnate con quelle lettere. I. B. M. ne è flato meno eccellente d’alcuno de i lopradetti, Enea Vico da Parma, ilquale,come fi vede, intagliò in rame il ratto d’Helenadel Roflo,& cofi col difegnodel medefimoin vn’ altiacar* ■ta V ulcano con alcuni amori,che alla fua fucina fabbricano saette, mentre ancoi Ciclopi lauorano, che certo fu belliflìma carta, et in un’altra feccia Leda di Michelagnolo: Se una Nunziata col difegno di Tiziano; la lloria di Iuditta,che Michelagnolo dipinfe nella capella. Se il ritratto del Duca Cofi mo de’Mcdici,quando era giouane,tutto armato, col difegno del Bandinel lo: Se il ritratto ancorad’eflo Bandinello . edopoiazufta di Cupido, ed' A- pollo,prefenti tutti gli Dei.e fe Enea fufie flato trattenuto dal Bandinello, e riconcfciuto delle fue fatiche,gli haurebbe intagliato molte altre carte 1x1- liflìme. dopo efiendo in Fiorenza Francefco allicuode’Saluiati,pittóreec* celiente, fece à Enea intagliare, aiutato dalla liberalità del Duca Cofimo , quella gran carta della conuerfionedi san Paulo,piena di cauagli,cdifolda ti,chefu tenuta belliflìma,e diedegran nome ad Enea, ilquale fece poi il ritratto del Signor Giouanni de’Medici padre del Duca Cofimo,con vno or . namento pieno di figure.parimente intagliò il ritratto di Carlo quinto Ime peradore,con vn’ornamento pieno di vittorie,e di spoglie fatte apropofito*, di che fu premiato da fua Maefla, elodatoda ognuno. Et in vn’ altra carta molto ben condottatecela Vittoria,che fua Maefla hebbein fu l’Albio. Se al Doni feceàvfo di medaglie alcune tefledi naturale co belli ornameli, Ar rigo Redi Francia,il Cardinal Bembo. M. Lodouico Arioflo. il Gello Fiorentino, Mefler Lodouico Domenichi, la Signora Laura Terracina, Mefler Cipriano Morofino,& il Doni.fece ancora per donGiulio Clorio rariflìmo miniatore,in vnacartasan Giorgio a cauallo,che aniazza il serpente* nella- quale,ancor che fu (le,fi può dire, delle primecofe, cheintagliaiìè, fi portò molto bene.appreflò perche Eneahaueua l’ingegno eleuato,edifiderofo di pallate à maggiori, e piu lodate imprefe, fi diede agli fludij dell’antichità,« tparticolarmentedellc medaglieantiche:dellequali hamandato fuori piu li bri flam pati,deue fono l’effigie vere di molti Imperadori, e le loro mogli, conlinfcr;zioni,eriuerfidi tutte leforti,chepoflonoarecarcachi fe ne diletta Ietta cogniztone;lk chiarezza delle florie.di che ha meritato,& merita gran lode, echi l’ha taflato ne’hbri delle medaglie,ha hautito il torto: perciuche chi cófidererà le fatiche,che ha fatto, e quanto fiano vtili, e belle, lo letifera fc in qualche cola di non molta importanza hauefle fallato ; e quelli errori r che non fi fanno,fe nó per male informazioni, ò per troppo credere,ò haue re,con qualche ragione diuerfaopenione dagi’altri,fono degni di efler leulati: perche di cofi fatti errori hanno fatto Ariftotile, Plinio, Se molti altri. difegnò anco Enea a commune fodisfazione,& vtile degPhuomini cinqua ta habuididiuerfe nazzioni,cioè come coftumano di veltircin Italia, in Francia,in Ispagna, in Portogallo, in Inghilterra,in Fiandra,Se in altre par ti del mondo,cofi gl’huominijcome le donne,& cofi i contadini,come i cittadini. ilche fu cola d’ingegno, e bella, &: capricciofa .fece ancora vn’Albc- ro di tutti gl’Imperadorijche fu molto bello.et vltimamentedopo molti tra uagli, e fatiche^! ripofàhoggifotto l’ombra d'Alfonfo fecondo, Duca di Ferrara: alqualc ha fatto vn Albero della geneologia de’ Marchefi, e Duchi Eftenfi. per le quali ruttecofe,cmoltealtre,chehafatto,efa tutta viajho di lui voluto fare queftahonorata memoria fra tanti virtuofi. Si fono adoperati intorno agl’intagli di rame molti altri, i quali fe bene non hanno hau- uto tanta perfezzione, hanno nondimeno con le loro fatiche giouato almo do,Se mandato in luce molte fiorie, Se opere di maeftri eccellenti,e dato co modita di vedere le diuerfe inuenzioni, e maniere delittori à coloro, che nonpoflono andarein que’luoghidoucfonoroperepriucipali : Se fatto ha ucre cognizione agl’olcramontani di molte cofe,chenon fapeuano.eancor chemolte carte fiano fiate mal condotte dall’ingordigia degli ftampatori, tirati piu dal guadagno, che dall’honore, pur fi vede,oltre quelle, che fi fon dette,in qualcun’altra cflere del buono,come nel difegno grande della fac- ciatadella capella del Papa,del Giudizio di Michelagnolo Buonarruoti, fta to intagliato da Giorgio Mantoano;e come nella crìicififsionc di san Pietro e nella conuerfione di san Paulo dipinte nella capella Paulina di Roma, Se intagliate da Giouambatifta de Caualieri ; il quale ha poi con altri difegni meflb in iftampedi rame la meditazione di san Giouanni Battifia, il depo- fto di croce,della capella »cheDaniello Ricciarelli da Voi terra dipinfe nella Trinità di Roma; Se vnaNoftra Donna con molti AngelfiScaltreopercin finite, sono poi da alt ri fiate intagliate molte cole cauateda Michelagnolo àrequifizzioned’Antonio Lanferri,che ha tenuto ftampatori per fimileef farcizio,i quali hanno mandato fuori libri con pefei d’ogni forte. Se apprefi fo il Faetonte.il Tizio,il Ganimede, i Saettatori,la Bacchanaria ; il Sogno; c la Pietà,e il Crocili fio fatti da Michelagnolo alla Marchefana di Pefcara. Se oltre cio,i quatrro Profeti della capella,& altre ftorie,e difegni fiati in raglia ti,Se mandati fuori tanto malamente,che io giudico ben fatto tacere il nome di detti in tagliatori, Se ftampatori. ma non debbo già tacere il detto An conio Lanferri,eTommafo Barlacchi,perchecoftoro,Scaltri hanno tenuto molti giouani a intagliare ftampe coni veri difegni di mano di tanti maeftri,cheè bene tacergli per non cflere lungo :eflendo fiati in quefta.manie ra mandati fuori,non che altre,grottefche,tempi antichi,cornici, bafe,capi »gli,Se molte altre cole fimili con tutte le mifure . la do tic vedendo ridur-re ogni cofa in peffima maniera Sebaftian’Serlio Bologne!« Architettore, mollo da pietà ha intagliato in legno,& in Ramedua Libri d’A rchitettura* douesonTraTaltre cole trenta porteruftiche,&: uenti delicate. Il qual libro è in titolato al Re Arrigo di Francia.parimente Antonio Abbaco,ha mandato fuori con bella maniera tutte le cole di Roma antiche, e notabili, con le lor'mifure fatte con intaglio sottile,e molto ben condotto da Perugino. Ne meno ha in ciò operato Iacopo Barazzo da Vignola Architettore, il quale in vn libro intagliato in Rame ha con vna facile regola infe- gnato ad aggrandire,de sminuire secondo gli spazii de cinque ordini d’Ar- chitetwrada qual opera c Hata v tilillìma all’arte,e fi gli deue hauere obligo, iì come anco per ifuoi intagli,e ferini d’Architettura fi deue à GiouàniCu gini da Parigi. In Roma,oltreà i sopradetti ha talméte dato opera à quelli intagli di BulinoNiccolò Beatricio, Loteringo,che ha fattomoltecartedc gnedi lode ; come sono due pezzi di Pili con battaglie di Caualli, rtampati ìn.Rame,3c altre carte tuttepienedi diuerfi Animali ben fatti ,& vnaftoria della figliuola della uedoua refufeitata da Giefu Chrifto,cundottafieramen te col difegno di Girolamo Mofciano Pittore da Brefcia.Ha in tagliato il me defimo da vn difegno di mano di Michclagnolo vna Nuntiata, de mefio in (lampa la Naue di Mufaico,che fe Giotto nel portico di. S. Piero. Da V ine- tia fimilmcn te son venute molte carte in legno,& in Rame belliilìme.da Ti* ziano in legno molti paefi,vna Natiuità di Chrifto, vn Sa Hieronimo, e vn san’Francelco,&: in Rame il Tantalo,l’Adone,& altre molte carte,lequali da lidio Buonafona Bolognefe sono fiate intagliate, con alcune altre di Raffaello,di Giulio Romano,del Parmigiano:e di tanti alcri maefln,di quanti ha potuto haucr difegni.E Battifla Franco pittor Viniziano, ha intagliato par te col Bulino,e parte con acqua da partir molte opere di mano di diuerfi ma eliti,la Natr.iità di Chrifio,l’Adorazione de Magi, de la predicazione dj Sari Piero, alcune carte degl’atti degl’Aportoli, con molte cofe del Teftamento vecchio.E de tant’ol tre proceduto quert’ufo.c modo di (lampare, che coloro,che ne fanno arte tengano difegnatori in opera continuamente, i quali ritraendo ciò che fi fa di bello,lo mettono in iftampa.onde fi vede che di Francia son venute rtampatedopola morte del Roffo,tutto quello, che fi è potuto trotiare di sua mano,come Clelia, con le sabine, che partano il fiume,alcune mafehere fatte per lo Re Francefco,limili alle parche;vnaNunzia tabizarra>vn ballo di dieci femine,èil ReFrancefco , chepalla solo al tempio di Gioue.Iafciandofi dietro l’ignoranza, de altrefigure finiili. E quelle furono condotte da Renato intagliatore di Rame viuente il Rollo. E mol* te piu ne sono Hate difegnate, de intagliatedoppo la morte di lui, de oltre molte altre cole,tutte 1’iftone d’Vlifle,& non che altro,vafi,lumiere,cande lieri,faliere,& altre cofe limili infinite Hate lauorate d’Argenio con difegno del Rollo. E Luca Perini ha mandato fuori due satiri, che danno bere àvn Baccho,& una Leda,che caua le Ireccie del Turcallò à Cupido : Sufannanel bagno,e molte altre carte cauate da i difegnidel detto,e di Francefco Bologna Primaticcio,hoggi Abbatedisan Martino in Francia.E fra quelli sono il Giudizio di Paris, Abraam che sacrifica Ifac.Vna. N. do.nnatChriftc che spofa santa Chaterina:Gioue,che ccnuerte Califto in Orfani Concilio de« gliDei,PeneIope,ch c teffccon altre sue donne,Scaltre cofe infinite {lampa te in legno,e fatte la maggior parte col Bulino, le quali sono fiate cagione, che fi sono di maniera afìotigl iati gl’ingegni,che fi son intagliate figure pie coline tanto bene,che non è pollibile condurle à maggior finezza. E chi nó vede senza marauiglia lopere di Francefco Marcohni da'Forlì ? 11 qual oltre ail’altre cofe, ftampò il libro delgiardino de penfieriin legno,po nendo nei principio una sfera d’A tlrologi, e la sua teda col difègno di Giufèppo porta da Caftel’-nuouo della Garfignana, nel qual libro sono figurate uarie fanta fie, il Fato ,nnuidia,la Calamità, la Timidi tàj la Laude, 6c molte al tre còfe limili,che furono tenute belliifime. Non furono ancose non lodeuoli le figure,che Gabrtel’Giolito, flampatorede libri, mife negl’Orlandi Futicfi, perciò che furono condotte con bella maniera d’intagli. Come furono anco gPundici pezzi di carte.grandi di Notomia, che furono fatte da Andrea VelIalio,e di Tegliate da Giouanni di CalcareFiamingo;pinoreEccellentis- fimo.lequali furono poi ritratte in minor foglio, & in tagliate in Rame dal? V aluerdc,che fende della NO tomi a dopo il V etTaUio.Fra molte carte poi,che, sono ofcitedi mano ài Fiamir.gbi da dieci anni in cpia;sono molto belle alcune difegnate da vn Michele pittore,ilqualelauorò molti anni in Roma in due capeUe,che sono nella Chiefa de*Tedefehi, lequali carte sono la fioria- delle serpi di Moisè,errehiadue fiorie di Pfiche, e d’amore,che sono rena te belliifime. leronimo Cocca fimilmenteFiamingho ha intagliato coldifc gno,&:inuenzioncdiMutino£ms KYCR, in vnacartagrande Dalida.chc tagliandoi capegli à Sanfoneha non lontano il Tempio de Filifleijhelopia- Ie,rouinatele torri, si vede la Sa agie,6rrouinademorti;ela paura de’uiui* che fuggono.ilmedefimo inuecatteminori ha fittola creazione d’Ada- mo,& Eua.il mangiar de! pomo; E: quando l’Angelo gli caccia di Paradiso; Etin quattro altrecarte della medefima grandezza,il Diauclò che nel cuore dell’huomo dipigne 1 auariztia,e l’ambitione, & nell’alrrc tutti graffito,chei sopradetti seguono si veggiono anco di sua mano. i7.ftoricdel- ialmedefima gran dezza,di cofede! Teffamento, dopo la cacciata d’Adamo del Paradifo, difegnate da Martino con fierezza, & pratica molto rifoluta, et molto limile alla maniera Iraliana Intagliò apprello Hieronimo in sei tó dii fitti diSufanna,& altre, a;. florie del Teftamentovecchiofimili allepn medi Abraam.cioèin sei carte ifatti di Dauitfin otto pezzi, quegli di Sala- mone*, in quattro quegli di 3alaam;&in cinquequegh di Indir, «Scsufanna. E del Tellamento nuouo intagliò. 2.9. carte,cominciando dall’anunzia- zione della Vergine infino anitre lapailìone,e morteti. Giefu Chriflo. fé« ceancocoldifegno del medefimo Martino le sette opere velia mifrricor« dia;eia ftoriadt Lazzero ricchoj, & Lazzero pouero. Et in quattro carte la parabola del Samaritano ferito da’Ladroni.Et in altre quatcro carte quella, che scrìtte. S. Matteo à, 18. Capitoli dei Talenn;<Se métreche Liè FRYNCH astia concorrenza fece in dieci carte la uira,e moire di san Giouanni Batti* fta,egli fece le dodici Tribù in altre tate carte,figurado pia Lufluria Ruben in sul porco;Simeon con la spada per rhomicidio,& fimilmenté gl’altri capi delle Tribu,con altri segni,e proprietà della natura loro,Fece poi d’ima -elio piu gentile in dieci Icarte le (lode, Sc i fatti di-.Dauit,da che Samuell'tin ie,fino à che fe n’andò dinanzi à S'aulo.Etin seialtre carte fece l’inamoramé tod’Amoh co Tamar suà sorella,e lo.llupro,ermor.tedel medefimo Anìon., E nó'molto dopofeccdella mede fi ma gródezzadieci ftorie de’fatti di Iobbe, Se cauò da tredici Capitoli de’prouerbij di baiamone,cinque carte della for tc medefima. fece ancora i Magi; e dopo in. 6. pezzi, la parabola, che è in san watteo à dodici,di coloro;cheper diuerfe cagioni recufarono d ’andar’al cò* uito del Re,de colui,che u’andò non hauendo la uefte Nuziale. e della me- defimagrandezzain sci carte alcuni degl’atti degl’Apolloli:.& in otto carte limili figurò in uarij habiti,otto dónedi perfetta bontà: 6. del Tcftamento, vecchio labil,Ruth, Abigail,Iudith,Eflher,c Sufàna:cdcl nuouo.Mana ver gine madre di GièfuChriftó), de Maria Madalena. E dopo quelle feccinta girare in .6. carte i trionfi della pacienza, con varie fantafie. Nella primac sopra un carro la Pacienza,che ha in mano uno llendardo, dentro alquale è lina Rofa tra le spine. Nell’altra fi vede sopra un’Ancudine vn cuor che ar de,percofio da tre martella*, & il carro di quella secóda carta è tirato da dua figurercioc daldifiderio, che ha l’ale sopza gl’homcri, Se dalla speranza che. ha in mano vn’Ancora, e fi mena dietro, come prigiona,la Fortuna, che ha rottola ruota. Nell’altra carta è Chriflo in sul carro con Io llendardo della Croce,e della sua p a filone. Et in' su ì canti sono gl’Euangelidi in forma d’a- nimàli.e quello carro è tirato da dua, Agnelli: e dierro ha quattro prigioni,fi Diauolo,il mondo,ò uero la carne,il peccato, e la mortc.NcU’altro tri* enfo è Ifaac nudo sopra vn Camello, e nella bandiera , che tiene in mano ò vn paio di ferri da prigióe,e fi tira dietro l’altare col Mòtone, il Coltcllo,’&: il fuoco. Invn’altra carta fece Iofef, che triófa sopra vn’Bue coronato di/pi- ghc,e di'frutti,con uno llendardo,dentro alquale è vna calla di pecchie. Se i prigioni,che fi trae dietro sono Zefira,c l’Inuidia,che fi mangiano vn cuo- re.Intagliò in un’altro trionfo Dauit,sopra vn Lione,con la cethara,& con uno llendardo in mano,dentro alquale è vn freno, Se dietro a lui è Saul pri gionc,6c iSemei con la lingua fuora. In un’altra èTobiai che trionfa sopra i’AfinOj&ha in mano uno llendardo dentroui una fon te: e fi trae dietro le^ gati come prigioni la Pouertà,c la Cecità. L’ulumo de sci trionfi è santo Stc fano protomartire,ilquale trionfi sopra vn Elefante, & ha nello llendardo la Charità,& i prigioni sono i fuoi perlecutori. lequali tutte sono Hate fantafie capricciofc,e piene d’ingegno:c tutte furono intagliate da Hieronimo C o c H,la cui mano è fiera, ficura Se gagliarda molto. intagliò il medefimo con bel capriccio in una carta la fraude,e l’Auarizia,Sc in un’altra belliflìma unabachanaria con putti,che ballano.Iri un’altra fece Moisè, che palla il Marc rollo, fecondo che l’haueua-dipinta Agnolo Bronzino, pittore Fiorenti* no nel palagio del Duca di Fiorenza, nella capella di sopra. A concorrenza del quale pur col difegno del Bronzino intagliò Giorgio Mantouan’iina Na tiuità di Gielu Chnllo,chc fu molto bella.e dopo quelte cofc intagliò Hieronimo p colui,che ne fu inuctore,dodici carte delle vittorie, battaglie,e fat ti d’arme di Carlo quin to.Et al Verefe pittore,e gran maellro in quelle parti di Profpcttiua, in veti carte diuerfi cafaméti, &à Hieronimo Bos una carta di san Martino con una Barca piena di Dianoli in Bizarriifimc forme-.Et in un’altra un altra un'Alchimifta,che in diuerfi modi confumando il suo, e Pillando« fi il ceruello getta uia ogni suo hauere,tanto, thè al fine fi cqduce allo speda le con la moglie, & con i figliùoli.la qual carta gli fu difegnatada vn pittore che gli fece intagliare i fette peccati mortali , con diuerfé forme di demoni, che furono cofa fantaftica,c da ridere. Il Giudizio uniuerfale.’&r vn vecchio, ilqualecon una lanterna cerca della quiete frale mercieiriedel mondo, e no la truoua.e fimilmcre un’pelce grade,che fi mangia alcuni pelei minuti,&vn Carnouale che godendoli con molti à tauola, caccia uiala Quarefima.& in vn’altra poi la Quarefima,che caccia via il Carnouale,e tante altre fantafti- che,e capricciole inuenzionfich e sarebbe cofa faftidiolà à uolerc di tutte ragionare. Molti altri Fiaminghi hanno con sottiliflìmo ftudio imitata la ma niera d’Alberto Duro,.come.fi v ede nelle lorofiampe; eparticolarmentein quelle di ■ che con in taglio di figure piccole ha fatto quattro fio* rie della creazione d’Adamorquattro de i fatti dr Àbraarti,e di rotto, 8c altre quattro di Sulanna, che fono bellifsime. parimente. G . P. ha intagliato in fette tondi piccioli, le fette opere della mifericordia : otto ftorie tratte da i li bri de’Re. Vn Regolo me(To nella botte piena di chiodi;& Artemifia, che è una carta bellifiìma.Et I. B. ha fattoi quattro Euangelifti tanto piccoli, che è quali imponibile ì condurli: & apprefiò cinque altre carte molto belle; nella prima delle quali è una vergine condotta dalla morte coli giouinetta alla foftajNella seconda Adamo, nella terza vn Villanojnella quarta un’Vc fcouoj&nellaquintavnCardinale,tirato ciafcuo come la vergine dalla mor te all’ultimo giorno. Et in alcun’altrc molti Tedelchi che uanno con loro dóne à piaceri,& alcuni satiri belli,de capricciofi.fet da li ueggono intagliati con diligenza i quattro Euangelifti,non men belli, che fi filano dodici fiorie del Figliuol’prodigo,di mano di M. con molta diligenza •|1Vltima- mente Francefco Fiori,Pittore in quelle parti famolb,hafatto gran numero rii difegni, d’opere, che poi sono fiate intagliate per la maggior parte da Hieronimo C o CH,come sono i dieci carte le forze d’Hercole:& in unagran de tutte l’azzionidell’humana vita, in un’altra gl’Orazij, 8c i Curiazij, che combattono in uno ftecchato.il Giudizio rii Salomone, & vn combattimen to fra i Pigmei, & Hercole.Sc ultimamente ha intagliato vn Caino, che ha occifo Abel, e sopra gli sono Adamo,& Eua, che lo piangono. Umilmente vn’Abraam,chefopra l’altare vuol sacrificare Ifàac,có infinite altre carte pie ne di tante uarie fantafie, che è uno ftiipore,& una marauiglia confiderare, che fia fiato fatto nelle ftampe di Rame, e di legno. per vltimo bafti uedere gl’intagli di quefio noftro libro dei ritratti de pittori, scultori,& Architetti dilegnati-d a Giorgio Valarr, e dai fuoi'creati, & fiate intagliate dà Macftro Chriftofano che ha operatp,<Sc operandi continuo in Vinezia, in finite cole degne di memoria E per ultimo dj tutto il giouamento,che han no gl’oltramontam haumo dal uedere, mediantelefiampe,le4mani'ered’Ita lia,& gl’italiani dall’hauer veduto quelle degli ftranieri, & oltramontani,!! deue hauere,per la maggior parte,obligo à Marcantonio Bolognefe,perche oltre allhauer egli aiutato i principi) di quella profeilione quanto fi è detto, •non è anco fiato per ancora chi l’habbia gran fatto superato, fi bene pochi in alcune cofe gPhanno fatto paragone.UqualMarcantonio non molto do-pota Tua partita di Roma fi morì in Eologa.E nel noflro libro sono di sua inano alcuni difcgni d’Angcli fatti di penna ; & altre carte molto beile, ritratte dalle camere,che dipinfe Raffaello da Vrbino. Nelle quali camere fu IMarcoan conio,eiTendogiouane,ritratto da Raftaello in uno di quc’Palafre r>ieri,cheporraooPapa Tulioseccndo,in quellapartedoueEnea sacerdote fa'orazione.F quello fia il fine delia vita di marcoanconio Bologncfe, ede- «faitti sopradetti intagliatori di ftampe-, de quali ho uoluto fare quello luti go si,ma necellario dilcorfo,per fodisfare non solo agli ftudiofi delleaoftre arti, ma rutti coloro ancora che di coli fatte opere fi dilettano.