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VITA DI SEBASTIAN VIN1ZIANO FRATE ’
DEL PIOMBÒ, E PITTORE.'" •
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O N fu,fecodo,che molti affermano,la prima jpfefsione di ? Sebaftiano la pitturala la mufica;pchc oltre alcantare fi - diletto molto di fonat varie forti di Tuoni,ma fopra il tur - tp il JLiu:o;per fonarli in'fu quello ftròmento tutte le par*ti fenz’altra compagnia. Uquale éferciziofece coftuieflc 0revn tempogratifsimo a’gentil’huomini di Vinezia,con iquali,come virtuofb,praticò Tempre dimefticamente..
Venutagli poi voglia,eflendo anco giouane,d’attendere alla pittura apparò i primi principij daGiouan Bellino allora vecchio. Etdoppo lui, hauendo Giorgioneda Cartel Franco mefsi in quella città i modi della maniera rao.
dcrna, piu vniti,& con certo fiammeggiare di colori.Sebaftiano fi parti da Giouanni,& fi acconciò con Giorgione,col quale flette tanto, cheprefein gran parte quella maniera. Ondefece alcuni ritratti in Vinegiadi naturale molto fimili,& fra gl’altri quello di Verdelotto Franzefemufico eccellentif lìmo,che era allora maeftro di cappella in san Marco ; Se nel medefimo qua dro quello di Vbretto Tuo compagno cantorc.il qual quadro recò a Fioren xa Verdelotto,quando venne maeftro di cappella in san Giouanni, & hog-gi l’ha nelle fue cafe Francefco Sangallo scultore.Fece anco in quetempi in fan Giouanni Grifoftomo di Vinezia vna tauola con alcune figure, che ten gono tato della maniera di Giorgione,ch’elle fono fiate alcuna volta, da chi non ha molta cognizione dejle cofe dell’arte tenute per di mano di effo Giorgione. La qual tauola è molto bella,e fatta con vna maniera di colorito,eh* ha gran rilieuo. perche fpargendofi lafama delle virtù di Sebaftiano, Ago*ilino ChigiSanefe, ricchifsimomercante,ilqualein Vinegia haueamolti negozij, Temendo in Roma molto lodarlo,cercò di condurlo a Roma j pia*cendogli,oltrela pittura,chefapefsi cofi ben fonare di Liuto,& foffe dolce, Se piaceuole nel conue;rfare. Nefu gran fatica condurre Baftiano a Roma,perchefapendo egli quanto quella patria comunella Tempre fiata aiutatri- ce de’begl’ingegni,vi andò piu,che volentieri. Andatofene dunque a Ro-ma, Agoftino lo mife in opera,e la prima cofa,chegh facefie fare,furono gl’ archetti,che fono in fu la loggia,laqualerifpondein fui giardino,doue Bal-daflarre Sanefe haueua nel palazzo d’Agoflino in Trafteuere, tutta la volta dipinta. Neiquali archetti Sebaftiano fece alcunepoefiedi quella maniera* eh’ haueua recato da Vinegia,molto disforme da quella,che vfauano in Ro ma i valenti pittori di que’tempi. Dopo quell’opera,hauendo Ràffaello far to in quel medefimo luogo vna ftonadi Galatea, vi fece Baftiano,come volle Agoftino vn Polifemoin frefeo allato a quella; nel quaÌe,comunchegliiiu-fcilFe,cercò d’auanzarfi piu chepoteua,fpronato dalla concorjxza di Baldaf^ farre Sanefe,e poi di Raffaello. Colorì ùmilmente alcune cofe a olio; delle- quali fu temi ro, per hauer egli da Giorgione Iparato vn modo di colorire af fai morbido,in Romagrandifsimo contò.Mentre,chclaiioiaUa coflui que-lle cofe m Roma,era venuto in tanto crédito Raffaello daVrbino nella pinti ra,f àìrheglVmici;& adcréntifuòi dicéuano/chielepitturé di lui, eraftó fecódo Bordine della pitturaipiirche quelle di Michelagriolo,vaghe di colorito,bel lcd’inuenzionbèd’ariepiu vezzo(e,& dicorrifpohdentedifegnoi&cheql. le del Buonarroti nonhaueuano daldifegno in fuori niunadi quefte parti. E per quefte cagioni giudicauano qiiefti cotali, Raffaèllo edere nella pit« tura,senon piu eccellente di lufialmeno parila nel colorito voleuano, che ad ógni modo lo paftafle.Quefti humon feminati per molti artefici, che piu adermano alla grazia di Raffaello,che alla profondità di Michclagnolo, era: no diueniiti,per diueffi intcrefsi piufauoreuoli nelgiudizioaRaftaello,che- aMichelagnolo.Manongia erade’feguaci di coftoro Sebaftiano, perche c£ fendo di squifito giudizio,conofceua apunto il valore di ciafcuno.Deftato-' fi dunque l’animo di Michclagnolo verso Sebaftiano, perche molto gli pia Ceua il colorito,& la grazia di lui,lo prefe in protezzione j penfando, che fe egli vfafte l’aiuto del difegno in Sebaftiano, fi potrebbe con quefto mezzo,- fcnza,che egli opeiafie,battere coloro,che haueuano fi fatta openione, & egli’fottoombradi terzo giudice,quale di loro fuife meglio. Stando le cole, iti quelli termini,& efiendo molto,anzi ih infinito,inalzate,e lodate alcune cofe,che fece Sebaftiano,per le lodi,che a quelle daua Michelagnolo, oltre, che erano per fe belle,& lodeuoli.Vn meder non fòchi da Viterbo, molto riputato appreflo al Papa,fece fare a Sebaftiano, per vna cappella, che haue- ua fatta fare in san Francefco di Viterbo,vn Chrifto morto, con vna noftra- Donna,chelo piagne. Maperche, febenefucon molta diligenza finitoda Sebaftiano,che vi fece vn paefe tenebralo,molto lodato,l’inuenzione pelò. Se il cartone fu di Michelagnolo ; fu quell’opera tenti ra da chiunque la vide veramente bellifsima.onde aCquiftò Sebaftiano grandifsimo credito, Se co fermò' il dire di coloroiche Io fauoriuano. Perche, hauendo Pierfrancefco Borgherini mercanteFiorentino,prefo vna cappellam fan Piero in Monto rio,entrando in chiefa a man ritta,ella fu colfauordi Michelagnolo alloga ta a Sebaftiano,perche il Borgherino pensò,come fu vero,che Michelagno- lo douefie far egli il difegno di tutta l’opera. Meftoui dunque mano,la condufte con tanta diligenza,e ftudio sebaftiano,ch’ella fu tenuta, Se èbellifsi- ma pittura.E perche dal piccolo difegno di Michelagnolo,ne fece per fuo co modo,alcun’altri maggiori,vno fragl'alcri,che ne fece molto bello è di man dia nel noftro libro.Se perche fi credeua sebaftiano hauere trouato il modo di colorire a olio in muro, acconciò 1 arricciato di quefta cappella con vna incroftatura,che a ciò gli parue douere edere a propofiro: & quella parte do uè Chrifto è battuto allacolonna tuttalauorò a olio nel muro. Ne tacerò, che molti credono Michelagnolo hauere non folo fatto il picciol difegno di queft?opera,ma che il Chrifto detto,che è battuto alla colonna fudecontor nato da luì,per edere grandifsima differenza fra la bontà di quefta, e quella deH’altrcfigure.Et quando sebaftiano nó hauede fatto altra opera, cheque fta,per lettola meriterebbe eder lodato in eterno. Perche oltre alle tefte,che fon molto jxn fatte,fono in quefto lauoro alcune mani, de piedi bellifsimiv E ancora,chclafua maniera fudevn poco dura,per la fatica,che duraua nel le cofe,che contràfaceua,ég!i fi può non di meno fra i buoni,Se lodati arrtfi ci annouerare.Fece fopra quefta ftoriain frefeo due Prcfeti,& nella volta là ' :rnsh.;u rrasfigùrazione.Et i due santi,cioè san Piero, de san. Francefilo, che mettono ih mezz-o la dariadilottoifonó viuifsime,& prori te figure.r.Etfebenejpen J, Tei anni a far qucda.piccolacofa,quando l'operefono condotte perfettafné te,non fi dee guardare fi: piu predo,a piu tard* fonolite finitele ben'è pitT iodato chi predo,c bene Conduce le Fueoperea.petFezzione.Et chi fiscufijj quando l’opere non fodisfanno,se none datò a ciò forzato,in cambip.di feti farli,s’accufa. Nello feoprir fi qued’opera.sebadiano, ancor che haueile pe- nato.adai a farlà.hauendo fatto bene,le:male.lin ^.ud fi tacquero, e pochi fu-, rono coloro,che lo mordefiero. Dopo,facédo Raffaello,per lo cardinale de'- Medici,per mandarla in Francia,quella tauola,che dopoila moite.stiafu po, da all’Altare principale di san Piero a Montorio,deuttoui la trasfigurazio« ne di Chrido: Sebadianoin quel medefimo tempo,Fece anch’egli in vn’al- tra tauoladella medefimagradezza^quafi a cócorréza di Raffaello,vn Laza ro quatriduano,& la fua refurrezzione.Laqnalefu contrafatta, de dipinta con diligenzagrandifsimarfotto ordine edifegno in alcuneparti di Miche lagnolo.lequali.tauole.finite, furono^menduepublicamentein Concido- ropodein paragone,& l’vna,&: l’altra lodatainfinitamente.Et benché le co. fe di Raffaello,per l’edrema grazia,e bellézza loro;non hatteffero parijfuro no non di meno anche le fatiche di Sebadiano vniuerfalmente lodate da o- gnuno.L’una di quede mandò .Giulio Cardinale de’ Medici in.Fraciaa Ner? bona al fuo Vefcouado:E l’altra fu pofta nella cancelleria,doue defte infìno a che fu portata a san Piero a Montorio,coni’ornamento,che vi lauorò Gio uan Barile.Median te qued’opera hauendo fatto gran feruitu col Cardinale meritò Sebadiano d’efiernehonoratamenterirrjum ratò,'nel pontificato di quello.Non molto doppo, edendo mancato Raffaello.; di efiendo il primo luogo nell'arte della pittura conceduto vniiiérfalmenteda ognuno a Seba-* diano,medianteilfauoredi Michelagnolo,Giulio Romano,Giotianfcance Feo Fiorentino,Perino del Vaga,Polidoro,Maturino, BaldeiFarreSanefe,&; gl’altri rimafero tutti adietro.Onde Agodin Chigi, che con ordine di Raffaello faceua fare la fua fepoltura,&: cappella in santa Maria del popolo con uennecon Badiano,che egli tutta glie la dipignéde.E cofi fatta la turata, fi dette coperta,fenza che maifuflevedura,infino allarmo 1554. Nel qual tem po fi rifoi»fette Luigi figliuolo d'Agodino.poi.cheil padre non l’haueua po tuta veder finita,voler vederla egli.Et cofi allogata a Francefco Saluiau la ta; uola,&:.lacappella,egli la conditile in poco tempo a quella perfezzione,che, mai non lepotè dare la tardità,& l’irrefoluzione di Sebadiano, il quale, per- quello,che fi vede,vi fece poco lauoro,fe bene fi troua,ch’egli hebbe dalla li beralità d’Agodino,& degli heredi molto piu,che non fegli farebbe douiv to,quando Thauefle finita del tutto : Uche non fece',ò come danco dalle fati, che dell’arte,o come troppo inuoltonellecommodità,&in piaceri.il mede, fimo fece a M.Filippo da Siena,cherico di carriera, per lo quale:nella pace di Roma,fopra l’altare maggiore cominciò vna doriaà olio.Fui muro:, &nóU finì mai. Ondei frati,di ciò difperati,furono condretti Iettare il ponte, che jmpediua loro la ChieFa,Sc coprire quell’opera con vna tela,& hauere parie za,quanto durò la vita di Sebadiano.il quale morto, scoprendo i frati l’ope ra,fi è veduto,che quello,che è fatto,è beliifsima pittura, percioche doue ha fattola nodra Donna,che vili ta santa Lifabetta, vi fono molte femmine ritratte dal viuo,che fono molto belle,Se fatte con somma grazia. Ma vi fico- nofce,che qued’huomodurauagràndifsima fatica in tutte le cofe, cheope- raua,Se ch’elle non gli veniuatìo fatte con vna certa facilità,che suole tal voi radar la natura,Se lo ftudioachi fi compiace nel Iauorare,& fi esercita con- tinouamente. E che ciò fia vero nella medefima pace,nella cappella, d’Ago- ftin Chigi,doue Raffaello haueua fatte le Sibille, Sci Profetij voleuanella nicchiatile di fotto rimafe dipignere Badiano,per pallate Raffaello, alcu- necofefoprala pietra,& perciòi’haueuafatta incrodaredi ptperigni, Se le commettiture faldate con {bieco a fuoco: male n’andò tanto in confidera- zione,chelalafciò {blamente mutata: perche effendo fiata cofi dieci anni,fi morì. Bene è vero,che da Sebadiano fi cauaua,Sefacilmente qualche ritrae todi naturale,perche gli veniuanocon piu ageuolezza, Se piu predo finiti: ma il contrario auueniua delle dorie,Se altre figure.E per vero dire il ritrarre di naturale era filo proprio,come fi può vedere nel ritratto di Marc’Anto nio Colonna,tanto ben fatto,che par viuo Et in quello ancora di Ferdinati do Marchefedi PefcararSe in quello della S.Vettoria Colonna,che fono bef- lifsimi.Ritralfe Gmilmente Adriano Sedo,quando venne a Roma,Se il Car dinaie Nincofort ; il quale volle, che Sebadianogli faceffe vna cappella in santa Maria de Anima in Roma. Ma trattenendolo d’hoggi in domani, il Cardinale la fece finalméte dipignere a Michele Fiamingo fuo paefano, che vi dipinfe doriedella vita di santa Barbara in frefco,imitando molto bene la maniera nodra d Italia : Se nella tauola fece il ritratto di detto Cardinale.
Ma tornando a Sebadiano,egli ritraile ancora il S. Federigo da Bozzolo ; Se vn nonsò che capitano armato,che è in Fiorenza appreflb Giulio de’ Nobili,Se vnafemmina con habito Romano,che èin caladi LucaTorrigiani. Se vna teda di mano del medefimo ha Gio.BatidaCaualcanti,che non è del tut to finita. In vn quadro fece vna nodra Donna, che con vn panno cuoprevn putto,chefu co fa rara,Se l’ha hoggi nellafuaguardarobailCardinal Farne fe. Abbozzò,ma non condufle afine,vna tauola molto bella, d’un San Michele,che è sopra vn Diauolo grande, la'qualedoueua andare in Francia al Re,che prima haueua hauuto vn quadro di mano del medefimo. Efiendo poi creato fommo pótefice Giulio Cardinal de’Medici,che tu chiamato Clc men te fettimo,fece intendere a Sebadiano,per il Vefcouodi Vafona,ch’era venuto il tempo di fargli bene,e che fe n’auedrebbeall’occafioni. Sebadiano intanto,edendo vnico nel fare ritratti,mentre fi daua con quede fperanze, fece molti di naturale,ma fra gli altri Papa Clemente,che allora non porta* ila barba: ne fece,dico,due, vno n’hebbeil Velcouo di Vafona,e l’altro, che era molto maggiore,cioè infino alleginocchia, Se a federe, è in Roma nelle cafe di Sebadiano. Ritraile anche Antonfrancefcodegl'jAlbizi Fiorentino, che allora perfuefacendefitrouauain Roma:Se lo fece tale, che non pateua dipinto,ma viuifsimo.Ondeegli,come vna preziofifsimagioiafelo mandò aFiorenza.Eranola teda,e le mani di quedo ritratto cofa certo marauiglio; fa,per tacere quanto erano ben fatti i vellutine fodere,]i rafi, Se l’al tre parti tutte di queda pittura.Et perche era veramente sebadiano, nel fare i ritratti di tutta finezza,Se bontà,a tutti gli altri fupenore, tutta Fiorenza dupì di quefto ritratto d’Antonfrancefco.Ritrafleancorain quefto medefimo tem po M. Pietro Aretino,Se lo fece fi fatto,che oltre al lomigharlo, è pittura fin pendilsima,per vederuifi ladifferenza di cinque, o feiforti di neri, che egli ha addoffo, velluto,rafo,ermifino,damafco,& panne : & vnabarba ncrilsi- ma fopra queineri,sfilata tanto bene,che piu non puoefiereil viuo,& natta rale.Ha in mano quefto ritratto vn ramo di lauroÀ'vna carta dentroui ferie to il nome di Clemente fettimo: Se due malchere inanzi,vna bella per virtù & l’altra brutta per il vizio La quale pittura m.Pietro dono alla patria fua,e i fitoi cittadini l’hanno meda nella fiala publica del loro configlio, dando co fi honore alla memoria di quel loro tngegnofo cittadino, Se ricetiédone da lui non meno.Dopo ritraftesebaftiano Andrea Doria, che fu nel medefimo modo cofiamirabile: Se la tefta di Baccio Valori Fiorentino,chefuanch’ef- fa bella quanto piu non fi può credere. In quefto mentre, morédo frate Ma riano Fetti,frate del Piombo i Sebaftiano ricordandofi delle promeffe fatte gli dal detto Vefcouodi Vafonamaeftro di caladi fuasantità, chiefel’uffi- cio del Piombo: onde fe bene anco Giouanni da Vdine,che tanto anchor’e- g'i hauetta feruito fua fan tira in minoribus,e tuttauia la feruiua,chiefeilme defimo vfficiojil Papa,per i prieghi del Vefcouo: Se perche coli la virtù di se baftiano meritaua,ordinò,che elio Baftiano hauefie l’ufficio,e fopra quello pagaftea Giouanni da Vdinc vna penfionedi trecento feudi. La onde sebaftiano prefe l’habito del frate,e fubito,per quello fi fentì variare l’animo, p- che vedendoli hauereil modo di potere fodisfarealle fue voglie, fenza colpo di pennello,se ne ftaua ripofandore le male fpefe notti, Se i giorni affaticati riftoraua con gli agi,«Se con l’entrate. Et quando pure haueua a fare vna cofa,fi riducala al lauoro con vna pafsicne,che pareus andafie alla morte. Da che fi può conofcere quanto s’inganni il difeorso noftro, Se la poca pru denza humana,che bene fpeflo,anzi il niu delle volte brama il contrario di ciò che piu ci fa di meftiero,ccredendo fegnarfi ( comesuona il prouerbio Tofco)con undito,fidànellocchio.Ecomuneopinioncdegl’huominijchc i premij,«Segl’honori accendino gl’animi de’mortali agli ftudij di quell’arti, chepiu veggionoeffcre rimunerate. Se chcper contrarioglifaccia ftracu- rarle,& abbandonarle il vedere,checoloro,iqualiinelIe s’affaticano, no fia no dagrhuomini,chepofiono,riconofciuti.Etper quellogl’antichi, Se mo derni infieme biafimano quanto piu fanno,& poffono que’principi, che nó sollieuano i virtuofi di tutte le forti,e non danno i debiti premij, Se honori ach1 virtuofamentes’affitica.Ecomeche quella regola per lo piu fia vera,lì vede pur tuttauia,che alcuna volta la liberalità de'giufti,& magnanimi prin cipi operare contrario effetto,poi chehnolti sono di piu vtile,& giouamen- to al mondo in balla, Se mediocrefortuna,che nelle grandezze,Scabbondan te di tutti i beni non sono.Et apropofito noftro,la magnificenza,Se liberalità di Clemente scttimo.a cui feruiuasebaftiano Vinizianoecccllentifsimo pittorerrimunerandolo troppo altamente,fu cagione,che egli di follecito,et i nduftriolo,diuenifle infingardo,&negligentilsimo.E che dotte,mentre du rò la gara fra lui,& Raffaello da Vrbino,& ville in pouera fortuna,fi affaticò di continuo: fece tutto il contrario, poi che egli hebbe da contentarli. Ma c omunchc fia,lalciando nel giudizio de’prudenti principi, il confiderare,a>me me, quando,a cui, 8c in che maniera,& co che regola dcono la liberalità ver io gl’artefici,& virtuofi huomini vfare,dico tornando a Sebaftiano, che egli condufle con gran fatica, poi che fu fatto frate del Piombo, al Patriarca d’A suileavn Chrifto,che porta la croce,dipinto in pietra dal mezzo in fu, che ni co fa molto lodata, Se mafsimamente nella tefta,&nelle mani : nelle quali parti era Baftiano veramente cccellentifsimo. Non moltodopo,eflendo venuta a Roma la nipote del Papa,che fu poi, & è ancora Rcina di Francia, fra Sebaftiano la cominciò a ritrarre,ma non finita fi rimafe nella guardar© badel Papa. E pocoapprefto, eftcndoil Cardinale Ippolito de’Medici innamorato della SignoraGiuIiaGonzaga,laqualeallorafi dimorauaa Fondi: mandòil detto Cardinale in quel luogo Sebaftiano, accompagnato da quat trocauaileggicri,a ritrarla. Etegli in termined’un mefefece quel ritratto, ilquale venendo dalle celefti bellezze di quella Signora, & da cofi dotta ma no riufci vna pittura diuina.Onde portata a Roma furono grandemente ri conofciute le fatiche di quell’artefice dal Cardinale,che conobbe quefto ri* tratto,come veramente era,paftar di gran lunga quanti mai n’haueua fatto Sebaftiano infino a quel giorno.Ilqual ritratto fu poi mandato al Re Frace- feo in Francia,che lo fe porre nel fuo luogo di Fontanableo. Hauendo poi cominciato quefto pittore vn nuouo modo di colorire in pietra, ciopiaceua molto a’popoli j parendo,che in quel modo le pitture diuentaftero eterne, e che ne il fuoco,nei tarli poteftero lor nuocere.Onde cominciò a fare in que fte pietre molte pitture,ricignendole con ornamenti d’altre pietre mifchie, chefatre luftranti faceuano accompagnatura bellifsima. Ben’c vero,che fini te^non fi poteuanò ne le pitture, ne l’ornamento, per lo troppo pefo,nemuo ùere,'rie trasportare,fe non con grandifsima difricultà. Molti dunque tirati dalla nouità della cofa,& della vaghezza dell’arte,gli dauano arre di danari, perche lauorafle per loro ; ma*egli,che piu fi dilettaua di ragionarne, che di farleìmandaua tutte le cofe per la lunga.Fece non di meno vn Chrifto mora: to,& la noftra Donna in vna pietra,per Don Ferrante Gonzaga, il quale Io mandò in Ilpagnacon vn’ornamentodi pietra,che tutto fu tenuto opa mol to bella,&a Sebaftiano fu pagata quella pittura cinquecéto feudi da M. Nic colo da Cortona agente in Romadel Cardinale di Mantoua. Ma in quefto fu Baftiano veramente da lodare: perciocbe, doue Domenico fuo compatriota,il quale fu il primo,che colorifte a olio in muro ; & dopo lui Andrea dal Gaftagno *, Antonio,&Piero del Poliamolo,non feppero trouar modo, che le loro figure a quefto modo fatte non diuentafsino nere,neinuecchiaf- ferocofi prefto,lofeppe trouar Baftiano. Onde il Chrifto alla colonna, che fece in san Piero a Montorio infino ad hora non ha mai moflo,& ha la mede lima viuezza,& colore,che il primo giorno : perche vfirna coftuiquefta cofi fatta diligenza,che faceua l’arricciato grofto della calcina con mifturadi ma ilice,e pece greca, e quelle infieme fondate al fuoco,e date nelle mura,facc- ua poi (pianare con vna melcolada calcina fatta roda, o vero rouente al fuo- co.Onde hanno potuto le fue cofe reggere all’humido, & conferuare benif fimo il colore fenza farli far mutazione.Et con la medefima meftura ha lauo rato fopra le pietre di peperigni,di marmi,di mifchi,di porfidi, e laftrc durif fime,nelle quali pollono lunghifsimo tempo durarele pitturejohre che ciò hamodcato,come fi poffadipignere fopr^l’argento,rame,fragno,caltri me talli. QuaT’huomahaueua tanEo.piacere;in Ilare ghiribizzando,Sragionare,che fi tratteneva.]’giorni interi per nonlauorare. E.t-quando p.ur’vifi riducala,fi redea,che;patiua dell’animo infinitamente. DachpYcniua in'grS parte,che egli haucuaopenione,'che lecofefue non fi potefsino con.verufi prezzo pagare.Fece per il Cardinale d: Aragona in vn quadro,vna bcllifs. S; Agata ignuda,e martirizata nelle poppe, che fu cofarara. il qual quadro è hoggi nella guardaroba del fignor Guidobaldo Ducad Vrbino,e non è pun to inferiore a molti altri quadri bel!ifsimi,che vi fonodi mano.di Raffaello daVrbino,di Tiziano,& d’altri. Ritratte anche di naturale il figrior-Pierp Gonzaga in vna pietra,colorito a olio,che fu vn bellifsimo ritratto,ma penò tre anni a finirlo.Horaeflendoin Firenze al tempo di Papa Clemente„Mi- chelagnolo,ilquale attendeua all’operadella nuouasagrediadisan Lorenzo, voleua Giuliano Bugiardini fare a Baccio Valori in vn quadro la teftadi Papa Cleméte,& elio Baccio: & in vn’altro,per mefler Ottauianode’Medi- ci,il medefimo Papa.S l’arciuefcouodi Capua; perche Michclagnolo man dando a chiedere a Ira sebaftiano,che di fua mano gli mandalle da Roma di pinta a olio la teda del Papa,egli ne fece vna,& gliela mandò, che riufeì belìi fsima. Della quale.poi che fi fu seruito Giuliano,&che hebbe i suoi quadri, finiti,Michclagnolo,che era compare di detto mefler Ottauiano, gliene far ce vn presen te.E certo di quante ne fece fra sebaftiano,che furono molte, tp fra è la piu bella teftadi.tutte,ela piu fimigIiante,come fi può vedere in casa gli heredi del detto mefler Ottauiano.Ritrafle il medefimo,Papa Paolo FaY nefe fubito,chefu fatto fommo Pontefice 5 e cominciò il Duca di Cadrei fuo figliuolo,ma non lo fini,come non fece anche molte altre cofe,alle quali ha ucadato principio. HaueuafraSebadiano vicino al popolo vna affai buona cala,laquale egli fi hauea murata,& in quella con grandifsima contentezza fi viuea,senza piu curarfi di dipignere,ò lauorare, v/andofpefsodire,cheè vna grandifsimafaticahauere nella vecchiezza a raffrenarci furori, a’quali nella giouanezza gli artefici per vtilità,p honore, e per gara fi sogliono mec tere.E che non era men prudenza cercare di uiuer quieto, che vìuerecon le fatiche in quieto,per lasciare di se nome dopo la morte; dopo laquale hàno anco queJle fatiche,e l’opere tutte ad hauere,quando che fia,fine., & morte. E come egli quede cofe diceua,cofi a fuo potere le mettala in efsecuzionej percioche i miglior uini,& le piu preziose cose,che hauere fi poteflero,cer* co sempred’hauere per lo uitco suo,tenendo piu conto della urta, che dell* artejE perche era amicilsimodi tutti gli huonnni virtuofi,spedo haueafeco a cena il Molza,& M.Gandolfo,facendo bonifsima cera.Fu ancora fuo gran difsimo amico mefser Francesco Berni Fiorentino,chegli fenile vn capitolo, alquale risposefra Sebadiano,con vn’alcro affai bello,come quelli,che ef fendo vniuerfalefeppeanco a far verfi Tofcani,& burleuoli ac-commodarfi. Eflendo frasebadiano morso da alcuni,iquali diceuano , che pure era vna vergogna,che poi che egli haueuail modo da v.iuere,non uolefsepiu lauora re,rispondeua a quedo modo. Hora,che io ho il modo da viuere , non vò far nulla,perche sonohoggi al mondo ingegni,chefanno in due mefi quel losche io sol eua fare in due anni: & credo, s’io viuo molto, che non andrà troppo/troppo,fi vedrà dipinto ogni cofa.E dà che quelli tali fanno tanto,è bene an cora,che ci ila chi non faccia nulla,accioche eglino habbinoquel piu, che fa re.Et con limili,& altre piaceuoIezze,fi andaua fra Sebaftiano,come quello
cheera tutto faceto Se piaceuole,trattenendo:&:nelverononfumai il mi-glior compagno di lui. Fu,come fi è detto,Baftiano molto amato da Michel agnolo. Ma è ben vero,che hauendofi a dipigner la faccia della cappella del Papa,doue hoggi c il giudizio di elio Buonarroto,fu fra loro alquato di fde* gno,hauendo perfuafo fra Sebaltiano al Papa,che la facefie fare a Michela-gnolo a olio,là doue efio non voleua farla fenon a frelco.Non dicendo dun- que Michelagnolo ne lì,ne nò,& acconciandoli la faccia a modo di fra Seba ftiano,fi ftcttecofi Michelagnolo,lenza metter mano all’opera alcuni meli \ ma elTendo pur follecitato,egIi finalmente dille,che non voleua farla fenon afrefeo j Se che il colorire a olio era arreda Donna,& da palone agiate, & infingarde,come fra Baftiano.& coli gettata a terra l’incroftcalura fatta con ordine del frate,&fatto arricciare ogni cofain modo da poter lauorareafre fco,Michelagnolo mife mano all’opera,non fi feordado però l’ingiuria, che gli pareua hauere ric’euuta da fra Sebaftiano,col quale tenne odio quali fin’ afa morte di lui.Eficrìd . finalmente fra Sebaftiano ridotto in termine, che
ne lauorare,ne fare aleqyaltra cofa voleua,fàlùo,che attendere all’ efcrcizio del frate,cioè di quel'luo vffizio, e fare buona vita , d’età d’anni fellaritadue fi ammalò di acutifsima febbre,cheper ellere egli rubicondo, e di natura sa guignajgl’infìammò talmente gli spiriti, che in pochi giorni rendè l’anima a Dio : hauendo fatto teftamento,e lafciato,che il corpo fuo fufie portato al-la fepoltura fenza cerimonie di preti,# di frati,o fpefe di lumi : e che quel ta to,che in ciò fare fi farebbefpefò,luffe diftribuitoapouere perlone pamor di Dio: & coli fu fatto. Fu fepolto nella chiela del Popolo del mefe di Giu- gno l’anno 1547. Non fece molta perdita l’arieper la mortésua : perche fu bito,che fu veftito frate del piombo fi potette egli annouerare fra i perduti : Vero è,che per la fua dolce conuerfazione dollè a molti amici, ^ artefici an coirà. Stettono con Sebaftiano in diuerfi tempi molti giouanij per imparare l’arte,ma vi feciono poco profitto, perche dairelfenipio di lui impararono poco altro,che a viuere : eccetto però Tommafo Laurati Ciciliano,il quale, oltre a molte altre cofe ha in Bologna con grazia condotte in vn quadro v-»a molto bella Venere,Se Amore,che l’abbraccia,& bacia. Il - qual quadro è in cafa M. Francefco Bolognetti. Ha f ' fattoparimentevnritrattodelSignar Bernardino Sauelli,che è molto . , iodato, & alcune al . . tre opere ... ;
'Fi delle quali non accade far menzione.