GIROLAMO GENGA
rUne di Girolamodà Bartolomeo Gerì?a & dtGic- uambat. s. Adorino genero da Cjirola'mc.
IrolamoGengadlqualefu da Vrbino, eilendodafuo padre di dieci anni me fio all’aire della Lana,perchei’eflercicaua mahf
fimo vo]entieri,comegli era dato luogo,e tepo di nafeofo con cor boni,e con penne da fcriucre,andauadifegnando. La qual
cofa vedendo alcuni amici di fuo padre,Imporrarono a leuar- lo da quell’arte, e metterlo alla pittura ronde lo mi le in V r'oino apprello di
•certi maeftrt di poco nome. Ma veduta la bella maniera,che hauea, ech’era per far frutto,com’egli fu di xv. annido accomodò con maefero Luca Signo =
relh da Cortona, in quel tempo nella pittura maeftro eccellente, col quale ■ftettemoldanni,elo feguitò nella Marca d’Ancona,in Cortona, & in molti
al uri altri luoghi,doue fece opere,e particolarméte ad Oruieto. nel Duomodef la qual citta fece come se detto vna cappella di N.Dóna con infinito numero di figure,nella quale continuamente lauorò detto Girolamo,efu Tempre de migliori difcepoli ch’egli hautfie. rartitofi poi da lui,fi mife con Pietro Perù gino pittore molto (limato,col quale flette tre anni in circa* Se attefe affai al la prospettiti,che da lui fu tanto ben capita, Se beneditela, che fi può dire, che ne diuenillc eccei!entifiimo,fi come per le fue opere di pittura, e di archi tettura fi vede,e(u nel medefimo tempo,che con il detto Pietro ftaua il diui no Raffaello da Vrbino,che di lui era molto amico, partitofi poi da Pietro fe n’andò da fe a tiare in Fiorenza,doue ttudiò tempo affai. Dopo andato a Sie navi flette appiedo di Panciotto Petrucci anni e mefi: in cafa del quale dipin fe molte danze,che per edere benidìmo difegnate, Se vagamente colorite, meritorno effere vifteie lodate da tutti 1 Senefi: & particolarmente dal detto Vandolfo,daI quale fu Tempre benidìmo veduto,& infinitamente accarezza to. Morto poi l’andoltojfene tomba Vrbino,doueGuidobaldo Duca fecó do, lo trattenne adai tempo, facendogli dipignere barde da cauallo, che te vfauano in que’tempi in compagnia di Timoteo da Vrbino pittore di affai buon nomc,& di molta esperienziafinfieme col quale fece vna cappella di s. Martino nel vefcouado per Meffer Giouampiero Ariuabene Mantouano al i’hora Vefcouo d’Vrbino,nella quale l'uno,e l’altro di loro riufei di belhtTì- rao ingegno fi comel’opcra ideila dimodra,nella qual’e ritratto il detto Ve ficouo che pare viuo. Fu anco particolarmente trattenuto il Ger,ga dal detto Duca,per far scene,& apparati di commedie,le quali perche haucua bonifiì ma intelligenza di profpertiua,2cgran principio di Architettura,faceua moi to mirabili,e belli. Partitoli poi da V1 bino fen’andò a Roma, doue in dirada Giulia,in santaCatherina da Siena,fece di pittura vna refurrcrtione di Chri fto,nella quale fi fece cognofcere per raro,& eccellente maeftro,hauendo!a fatta con difegno,belPattitudinedi figure fcorti.e ben colorite,fi come quel li che fono delia profeffione,che l’hanno vedutale pofleno far bonitlima te flimonianza.E t dado in Roma attefe molto a mifurare di quelle anticaglie, fi come ne tono ferirti appiedo de fuoi heredi. In quefiio tépo morto il Duca Guido,e succedo Fancetco Maria Duca terzo d’Vrbino, fu da lui richiamato da Roma,e conftretto a ritornare a Vrbino in quel tempo che’l predetto Duca tolfe per moglie,e menò nel dato Leonora Gonzaga figliuolajdel Marchefedi Mantoua,e da sua Eccellenza fu adoperato in far archi trionfali, ap paratile feene di commedie,che tutto fu da lui tanto ben ordinato, e me ffo in opera,che Vrbino fi poteua alììmigliarea vna Roma trionfante :onde nc riportò fama,e honoregrandidìmo.Etìendopoicol tempo il Ducacacciato di dato da l’ultima volta,che fe neandò a Mantoua, Girolamo lo feguito , fi come prima hauea fatto nelli altri efilij.Correndo fempre una medefimafor tuna,e riducendofi con la fua famiglia in Cetena. Douefece in sant’ Agotti- no,alPalrare maggiore vna rancia a olio in cima della quale è vnaAnnunzia ta,& poi di fotto vn Dio Padre,epiu a bado vna Madonna con vn putto ini braccio in mezzo a i quattro dottori della Chiefa, opera veramente belliffi- ma,& da edere (limata.fece poi in Forii a fre(co,in san Fiancefco vna cappel la a man dritta,dentroui i’Atlunzione della Madonna con molti Angeli, cfi ’ gurc gure a torno cioè Profeti,&: Apoftoli,chein quella anco fi cognofce di'qui to mirabile ingegno fu ile,perche l’opera fu giudicata belliflìma, feceui anco la ftoriadello Spirito Santo per Mcfler Francefco Lóbardi medico che fu l’an no tjia.cheeglilafini; & altre opere per la Romagna, delle quali neripor- tò honorempremio.EiTendo poirirornato il Duca nello ftato,fene torneati co Girolamo,e da efio fu trattenutole adoperato per architetto, enei reftau rare vn palazzo vecchio, e farli giunta d’ahra torre nel Monte dell’ Imperiale (òpra Pefaro. Il qual palazzo per ordine,e difegno del Géga fu ornato di pittura d’hiftorie,e fatti del Duca,da Francefco da Forlì, da Raflael dal borgo» pittori di buonafama,edaCammillo Man tonano,in far paefi,e verdure ra- ri(fimo,e fra li altri vi lauoroanco Bronzino Fiorentino giouinetto, come fi c detto nella vita del Puntormo. ElTendoui anco condotti i Dollì Ferrarefì, fu allogata loro vna danza a dipignere. Ma perche finita che l’hebbero non piacque al Duca,fu gittata a terra,e fatta rifare dalli fopranominati. Feceui poi la torre alra 110. piedi con 15. fcale di legno da falirui fopra, accomodate tanto bene,e nafcofte nelle mura che fi ritirano di folaro in folaro ageuolmé te,il che rende quella totre fortiflìma, e marauigliofa . Venendo poi uoglia al Duca di voler fortificare Pefaro,& hauendo fatto chiamare Pierfrancefco da Viterbo,architetto molto eccellentejnelledispute.che fi fàceuanojfopra la fortificazione,Tempre Girolamo v’interuen ne,e il Tuo difcorfo,e parere,fu
tenuto buono e pieno digiudizio, onde, fe me lecito cofi dire,il difegno di quella fortezza,fu piu di Girolamo che d’alcun’altro: fe bene quella forte di architettura da lui fu Tempre (limata poco,parendoli di poco pregio,e digni ta. Vedendo dunque il Duca di hauere vn cofi raro ingegno, delibero di fa- realdetto luogo deH’Imperiale vicino al palazzo vecchio vn’altro palazzo nuouo,e cofi fece quello,che hoggi vi fi vede,che per efler’fabrica belliflìma cbeneintefa,pienadi camere,di colonnati,edi cortili,di loggie,di-fontane. Se di amenifiimi giardini,da quella banda non padano Prencipi, che non la vadino a vedere. Onde meritò,che Papa Paulo terzo andando a Bologna c5 cuna la fua corte l’andafie a vedere,e ne reftafle pienamere fodisfatro. Col di fegnodclmedefimo,il Duca fece reftaurare la corredi Pefaro, & il Barchet tofaccndouidentro vna cafajcherapprefen rado vna ruina, ecofa molto bel la a vedere. E fra le altre cofe vi è vna fcala limile a quella di Beluederedi RO ma,che è belliflìma. Mediante fece reftaurare la Rocca di Gradara, e la corte di Cartel durante in modo che tu tto quello che vi è di buono venne da quello mirabile ingegno. Fece Umilmente il corridore della corte d’Vrbino,(o- pra il giardino,e vn altro cortile ricinfeda vna banda con pietre traforate co molta diligenza.fu anco cominciato col difegno di coftui 1! conuento de’zoc colanti a MonteBaroccio, esantaMariadellegrazieaSenigaglia,chepoire ftarono imperfette per la mortedel Duca, fu ne’medefimi tempi con fuo ordine,e difegno cominciato il Vefeouado di Smigaglia,che fe ne vede anco il modello fatto da lui. fece anco alcune opere di sculrura,e figure tonde di ter ra,edicera,chefonoin cafade’nipoti in Vrbino.aflai belle" All’Imperiale fe ce alcuni Angeli di terra, 1 quali fece poi gettar di geflo, e mettergli fupra le porte delle ftanzelauorate di ftuccho nel palazzo nuouo, che (ono molti bel li.fece al Vefeouo di sinigagha alcune bizzarrie di vafi di cera da bere per far Sff li poi d’argen to, E con piu diligenza ne fece al Duca per la fua credenza alca ni a 1 tri bellilfimi. Fu belli (lìmo muentore di mafcherate,&: d’habiti,come fi vidde al tempo del detto Duca,dal quale meritò per le file rare uirtu, e buone qualità,edere afiai remunerato. Éfiédopoi (uccello il Duca Guidobaldo fuo figliuolo che regge hoggi, fece principiare dal detto Gengala Chiefa di san Giouambattifta in Pefaro,che efiendo fiata condotta fecondo quel modello da Bartolomeo fuo figliuolo,è di bellifiima architétturain tutte le par ti, per hauere afiai inimitato l’antico,e fittala in modo ch’ell’è il piu bel Tem pio,che fia in quelle parti,fi come l’opera ftefia apertamente dimoftra poten do ftare al pari di quel ledi Roma piu lodate. Fu fimilmente per fuo difegno èopera fatto da Bartolomeo Ammannati Fiorentino scultore allora molto gioitane,lafepclturadelDucaFrancefco Mariainsanta Chiara d’Vrbino, chep cofa séplice,edi poca fpefa riufci molto bella. Medefimaméte fu códot loda lui Battifta Franco pittore Venitiano a dipignere la cappella gradedel Duomo d’Vrbino, quando per fuo difegno fi fece l’ornamento dell’organo del detto Duomo che ancor non è finito. E poco dappoi hauendo ferino il Cardinale di Mantoua al Duca,che gli douefie mandare Girolamo, perche voleua rafiettare il fuo Vefcouado di quella città,egli vi andò, rafiettollo molto bene di lumi, & di quanto difideraua quel signore. llquale oltre ciò volendo fare vna facciata bella al detto Duomo glie ne fece fare vn modello, cheda lui fu condotto di tal maniera,che fi può dire che auanzafie tutte l’ar chitetturedelfuo tempo: percioche fi vede in quello grandezza, proporzione,grazia,& compofizione bellifiima.Efiendo poi ritornato da Mantoua già vecchio,fe n’andò a ftare a vna fua villa nel territorio d’Vrbino detta le valle,per ripofarfi,& goderfi le fine fatiche.nel qual luogo,per non ftare in ozio fece di matita vna conuerfione di san Paolo,con figure,e caualli afiai ben gra dì,e con bellifiìme attitudini,laquale da lui con tanta pazienza,& diligenza fu Codetta che non fi può dire ne vedere la maggiore, fi come apprefto delli fuoi heredi fi uede, da quali è tenuta per co fa pretiofa,& cari Ili ma. Nel qual luogo (landò con l’animo ripofato,oppreftb da vna terribile febbre,riceuuti ch’egli hebbe tutti i facramenti della Chiefa, con infinito dolore di fua moglie^ de fuoi figliuoli fini il corfo di (uà vita nel 1551. agli xi. di Luglio,di età. d’anni 75. in circa, dal qual luogo efiendo portato a Vrbino fu fepoltoho'no ratamente nel Vefcouado innanzi alla cappella di san Martino già ftara dipi tà da lui,con incredibile difpiacere de fuoi paréti,e di tutti i cittadini.Fu Girolamo huomo fempreda bene,in tanto che mai di lui non fi fenti cofa mal fatta.fu non folo pittore,scultore,& architeitore,ma ancora buon mufico. fu belhfiimo ragionatore,& hebbe ottimo trattenimento. Fu pieno di cor- tefia,e di amoreuolezza,verfo i parenti,e amici, E quello di che merita nopic cola lode, egli diede principio aila cafa deiGenghiin Vrbino con honore, nome,efaculta. lafcrò due figliuoli vno de quali leguitò le lue veftigia,& at- tefe alla architettura,nella quale feda la morte non fufi’e ftato impedito ve* niua eccellenti (lìmo, fi comedimoftraUano li fuoi principi), e l’altro che atte fe alia cura famigliare,ancoi hoggi vili e . fu come fe detto fuo difcepoloFra ccfco Menzochi da Fili li,llquale prima cominciò efiendo fanciullettoadife £nacedafte;imrnitando,e ritraendo in Farli nel Duomo vna tauola di mano Hi Marco Parmigiano da ForIi,che vi fe dentro vna N. Donna, sa leronimo Scaltri fanti »tenuta allora delle pitture moderne la migliore: Se parimente andaua immitando l’operedi Rondinino da Rauenna pittore piu eccellen- tedÌMarco,ilqualehaueuapocoinnanzimefloalloaltar maggiore didetto Duomo vna belliflìma tauola dipintoui dentro Chriftoche comunicagli Apoftoli,Se in vn mezzo tondo fopra vn Chrifto morto: Senella predella di detta tauola ftorie di figure piccole de’fatti disanta Helena molto gratiofe, lequali lo riducono in maniera,che uenutocomehabbian detto Girolamo Genga a dipignere la cappella di s. Frane, di Furli per M. Bartolomeo Lóbar dino,andó Francefco allora a ftar col Genga,Se da quèlla comodità dimpa- rare, e non refto di feruirlo mentre che uifte,doué, Se a Vrbino, Se a Pefero nell’opera dell’ Imperiale,lauoro come fe detto continuamente,(limato, 8c amato dal Genga,perche fi portauabenifiìmo come ne fa fede molte tauolc difuamano in Furli fparfeper quella città,Se particolarmente tre,che ne fò no in san Francefco,oltre che in palazzo nellafala ve alcune ftorie a frefeo di fuo. Dipinfe per laRomagnamolteopere:lauoro ancora in Vineziaperil RC ùérendiflìmo PatriarcaGrimani quattro quadri gfàndi aolio porti nun palco d’un falotto,in cafa fua,attorno a uno ottangolo che fece Fràcéfcó Salutatile quali fono le ftorie di pfiché tenuti molto belli ; Ma doue egli fi sforzo di fare ogni diligéza,Se poter fuo, fu nella Chiefadi Loreto alla cappella del santiflìmoSagraménto,nellaqualefeceintornoa vn’tabernacolodi marmo doue fta il corpo di Chrifto'alcuni Angeli,& nelle facciate di detta cappella dua fiori e,vna di Melchifedec, l’altra quado piouela manna, Iauoràteafre- fco,Se nella volta fparti con varij ornamenti di ftuCcho quindici ftoriette del la paftìone di Giefu Chrifto,che né fe di pittura noue,Se fei riefece'di mezzo rilieuo,cofariccha,Se beneintèfa,Seheriporto tale honore,chénon fi parti altrimenti, che nel medefimó luogo fece vnà’altra cappella della medefima gradezza di rincontro a quellaintitolatanella Concezione, con la volta tue radi belliffimiftucchi con ricco lauoro, nella quale infegno a Pietro Paulò filofigliuolo a lauorargli chegli a poi fatto honore,Se di quel medierò,e di- uehtato pratichiftìmo. Frane.'aduqj nelle facciate fece a frefeo là natiuita,Sc la préfentazionedi N. Donna,:Sc fopra lo altare fece santa Anna,& la Vergi he col figliuolo in collo,Sédua Angeli chel’ancoronano.Se nel uero l’operc Rie fono lodate dagl’artefici, Se pariménte i co fiumi, eia vita fua molto cri- ftianamente, e vifliito coh'quietegodutofi quel ch’eglia prouifto con lefuc faticheiFu ancora creato deljGéga Baldaftarri Lancia da Vrbino, ìlquale ha iiédo egli attefo a molte cofe dingegno,fe poi efterci tato nelle fortificazioni, doiie,e pia signoria di Lucca prouifionato da loro,nel qual luogo ftè alcun tempo,Se poijècoll’Illuftrifs. DucaCcfimode’Medici venuto a feruirlo nel lefue fortificazioni dello flato di Fìoréza,Se di Sièna,è l’ha adoperato,Se ado pera a molte cofe ingegnofe^Se affaticatoli honoratamen te,Sé virtUofamen* te,Baldaftarri.doue n’ha riportato grate remunerazioni da ql signore molti altri fefuiro.no Girolamo Genga,de quali per non eflere venuti in moltagra de éccellénza nó’n ifeade ragionarne, -
I Girolamo fopradetto,emendo nato inCefanal’annoijiS,Bartolomeo mentre,cheil padre feguitaua nell’efilio il Duca fuosig. fu da lui molto coftumatamentealleuatore porto poi,eflendo già fatto grandicello,ad apprò
dere grama cica nella quale fece piu che mediocre profitto . Dopo elfendo al l’età di i9. annipuenuto,vedédoIoil padre piu inclinato al difegno, che alle lettere,lo fece accedere al difegno appreffo di fe circa due anni. i quali finiti
lo madò a ftudiare i! difegno,e la pittura a Fiorézaja doue fapeua.che è il ve«* ro ftudio di qft’arte,per l’infinite ope,che ui fonodi-maeftri eccell. cofi anti- chi come moderni. Nel qual luogo dimorado Bartolomeo,e attédendo al di
fegno,& all’architettura fece-amicizia co Giorgio Vafari pittore, &c architec to Aretino, & có Barrolomeo Amannati scultore: da quali imparò molte coleappartenetiall’arte. Finalméte,effondo ftato treanniin Fiorenza,tornò
al padre,che allora attédeua in Pefaro allafabricadi s. Giouanni Battifta.La doue il padre,veduti i difegni di Bartolomeo gli parue,che fi portarte molto meglio nell’architettura,che nella pittura,che ui hauerte molto buona indi
nazione,pche trattenendolo appreffo dife alcuni meli gl’infegnò i modi del ]a p,rofpectiua:e dopo lo madò a Roma,accioche la vedefTe le mirabili fabri- che che ui fono antiche, e moderne. delle quali tutte in quattro anni che vi
Aeree,prefe le mifure,e ui fecegrandifs. frutto.Nel tornarfene poi a Vrbino.
paffando p Firéze per uedere Francefcasan Marino'-fuo cognato,ilquale fta-va p ingegniero col S. Duca Cofimo,il S. Stefano Colonna da paleftina, aU fora generale di quel sig.cercò,-hauédo in telo il fuo valore,di tenerlo appref
fo dife co buona prouifione. Ma egli che era molto vbligato ail Ducad’Vrbi *no no volle metterfi coaltri. Ma tornato a Vrbino,fu da quel Ducariceuuto •al fuo feruizio,e poi sépre hauuto molto caro. Nemolto dopo hauédo quel
’•Duca prefa p dona la signora Vetcoria Farnefe:Bartolomeo habbe carico dal gauca di fare gl’apparati di qlle nozze,i quali egli feceveramentc magnifici,et 'honorati. E fral’altre cofe,fece vnarco trionfale nel borgodi Vaibuona tan
ito bello,e ben fatto,che nò fi può vedere neil piu bello,ne il maggiore.ondc *fu conofciuto,quato:nel!e cofed’architetturahaueffeacquirtatoin Roma. Douédo poi il Duca come generale della signoriadi V-inezia andare in L5-
bardiaariuedere le fortezze di quel dominio , menò feco Bartolomeo, del qtiale fi ferui molto infare fitije difegni difor tezzcje particolarmente in Ve ronaallaportas. Felice. Hora metriche era in Lombardia, palfandopqlla
prouincia il Re di Boemia^he tornaua di Spagna al fuo regno, & efiédo dal Duca honoreuolméce riceuu to in Verona,vide quelle fortezze. E perche gli piacquero,hauuta cognizi one di Bartolomeo lo vollecondurre al fuo regno
p feruirfene,cò buonaprouifione in fortificatele fue terre,ma non volédo- gli dare il Duca licenza, lacola nòhebbealtrimenti effetto^ Tornati poi a ■Vrbino nò pafsò molto,-cheGirolamo fuo padre venne smorte;,onde Batto
lomeo fu dal Duca niello in luogo del padre fopra tutte lefahriche dello fta to,e madato a PefefO,doue feguitò la fabrica dis.Giouanm Bttifta col model lodiGirolamo.Et inql métrefece nella corte dfPeferowa’apartaméto dirta
ze,Topra la ftrada de’Mercati/douèhora Rabica ilDuca molto bello: co belliT fimi ornameci di porte,difcale,edicamini,dcllequaIcofefuecc.arcRitetto.
>ilchehauéd9 veduto il Duca volle che anconelbeoxted’Vrbino facefleun* •altso altro appartamento di camere,quafi tutto nella facciata, che e volta vcrfo ? a Domenico, ilquale fini to riufci il piu bello alloggiamento di quella corte,o vero'pa!azZo,& il piu ornato,che vi fia.Non mol to dopo hauendolo chiedo i signori Bolognefi,per alcuni giorni al Duca, Tua Eccell. lo concedette loto molto volentieri. Et egli andatagli ferui in quello voleuano di maniera,che tettarono fodisfattiffimi,& a lui fecero infinite corrette. Hauendo poi fatto al Duca,che difideraua di fare vn porto di marea Pefero vn modello bellifii mo,fu portato a Vinezia in cafa il Conte Giouan Iacomo Leonardi allora A mbafciadore ì quel luogo del Duca, acciò fuile veduto da molti della pro- feflìone, che fi riduceuano spedo, con altri begl’ingegni a deputare, e far difcorfifopra diuerfe cofe in cafa il detto Come, che fu veramente huomo rariiTimo. Qumi dunque efiendo veduto li detto modello, & uditi i bei dif- corfi del Géga,fu da tutti fenza contratto-tenuto il modelloartiftziofo, e bel lo-,Sdì maeftro che l’haueua fattoci rariflìmo ingegno.Ma tornato a Pefero
nòfu meflo il modello al trimeti in opa, perche nuoue occafiom di molta im
portaza,leuarono quel péfiero al Dtica.Fecein quel tépo il Genga il difegno della Chiefa di Monte l’Abbate,eqllo della Chiefa di s. Piero in Mondauio che fu codotta a fine da Don Pieran’ Antonio cenga in modo,che p cofa pie cola,no credo fi poflaveder meglio.Fatteqftecofenon pafsò molto,cheefsé ‘do creato Pp. Giulio terzo, e da lui fiutoil Duca d’Vrbino Capitan’ generale di s. Chiefarandò s. Eceelha'Roma,& co efia il Genga. doue voledos. Santità fortificar Borgo,deceil Genza a richiefta del Duca alcuni difegni belhtti mi,che co altri aliai,fono appretto di sua Eccell. in Vrbino. per lequali cofe diuolgandoffla fama di Bartolomeo,iGenouefi, mentre che egli dimoraua .cól coca in'Roma,glielochiefero per feruirfenein alcuneloro fortificazioni , ma iì'Ducà non lo volle mai concedereloio, ne allora, ne altra volta che di nuouo nelo ricercarono, eflendotornato a Vrbino.
All’ultimo efiendo vicino il termine di fua vita.,Furono mandati aPefero dal gran Maftro di Rodi due Caualieri delladoro religioneHierofolimi- tana a pregaresua Eccellenza che volefle concedere loro Bartolomeo, acciò
10 poteflero condurre nell’Ifola di Malta,-nella quale voleuano fare,nOn pure fortificazioni grandilfime, per potere difenderli da Turchi, ma anche due città, per ridurre molti villaggiiche vi erano in vno ò due luoghi. Onde rix>uca, ilquale non haueuano in due mefi potuto piegarei detti -Cauah« ti,a voler compiacere loro del detto Bartolomeo, ancor che fi fuflero.Terui- to del mezzo della Duchefla,e d’altri, ne gli compiacque finalmente per ah cun tempodeterminato,apreghierad’un buon padrefcapucciuo,alquales. Eccellenza portaua grandi (lima affezzione, e nò negaua ccfa che volefle. E l’atte,che ufo quél sant’huomo,ilqualedi ciò fece cofeienza al Duca,eflendo qllo interefle della Rèp. Chriftiana,noniu feoon da molto lodare, & rame dare.Bartólomeoadunqs ilquale nófiebfee mai di quella la maggior grazi.*
11 parti con i detti Caualieri di Pefero adi.io.di cenaio i$$3. ma trastenédofi rii Sicilia'dàllàfonunadelma-r’impediti, nogiunftroa Maltafenóavndici di Marzo, doue furono lietamentevaccohi dal gran Maflro. Eflendogli poi móftrato quello,che egli haudledafaiedi portò tanto benein quelle fornii dazioni,che piunó fipuo dire.In tanto,chealgran Maftro,e wtu^ue’sigr.o ri^Cau'alien patena dhaueiehauuto un’altro Archimede.
E ne fecero fede con fargli prefenti honoratiflìmi,e tenerlo come raro, in so ma venerazione. Haucndo poi fatto il modello d’una città,d’alcune Chiefe, c del palazzo,e refidenza di detto gran Maflro,con bellittìme inuenzioni, & ordine,fi amalo dell’ultimo male, percioche eflendofi mefio vn giorno del mefedi Lugliorper edere in quelTlfolagrandiilìmi caldi, a pigliar frefeofra due porte, non vi (lette molto,che fu a (Salito da infoportabili dolori di corpo,e da un fi LI fi o crudele.che in 17. giorni ruccifero,con grandiflimo difpia cere del gran Maflro,edi tutti quegl’honoratiflimi, evalorofi Caualieri ai quali pareua hauer trouato vn’houmo fecondo il loro cuore, quando gli fu dalla morte rapito . Della quale trilta nouella eflendo auuifato il signor Du ca d’Vrbino,n’hebbe incredibile difpiacere,e pianfe la morte del pouero Gè ga.E poi rifoltofi a dimoflrare l’amore,che gli portaua a cinque figliuoli che di lui erano rimali,neprefe particolare,& amoreuoleprotezzione. fu Barto lomeo belhffimo inuen tore di mascherate,e rarillìmo in fare apparati di có- medie,e feene. Dilettoli! di fare Sonetti,Scaltri componimenti di rime, e di profe,ma muno meglio gli riufciua, che l’ottaua rima. Nella qual maniera di fcriuere, fu aliai lodato componitore, mori d’anni 40. nel 1558.
ESsendo flato Giouambatifla Bellucci da san Marino, genero di Girola- mo Gcngaffio giudicato che fia ben fatto non tacere quello, che io deb- bo di lui direjdopo le vite di Girolamo,e Bartolomeo Genghi : e mattìmamé
cepermoflrare,chei belli ingegni (folo che vogliano)riefee ogni coiai anco ra che tardi fi mettono ad imprefe difficili,& honorate.lmperoche fi è vedu tohauere lo fludio,aggiumoairinclinazioni di natura,hauer molle volte co
fè marauigliofe adoperato. Nacque adunque Giouambatifla in sanMarino a di 27.di Settembre 1506. di Bartolomeo Bellucci perfona in quella terra af fai nobile, Se imparato che hebbe le prime lettere d’humanita,eflendo d’an
ni i8.fu dal detto Bartolomeo fuo padre mandato a Bologna ad attendere al le cofe della mercatura appreflo Bafliano di Roncho mercante d’arte di La na,doue effondo flato circa due anni,fe ne tornò a san Marino amalato d’v-
na quartana, che gli duro due anni. Dalla quale fìnalmenteguarito,ricomin ciòdafe vn’artedi Lana,laquale andò continuando infinoalfanno i53J.N,el qual tempo vedendo il padre Giouambatifla bene auuiatogli diede moglie
in Cagli vna figliuola di Guido Peruzzi,perfona afini honoratain quella de tà. Ma eflendofi ella non molto dopo morta,Giouambatifla andò a Roma a trouare Domenico Peruzzi fuo cognato,ilquale era Caualenzzo del signor
Afcanio Colonna. Col qual mezzo, eflendo flato Giouambatifla apprettò quel signore due anni,come gentil’huomojfe nè torno a cafa: ondeauuéne, che praticando a Pefero,Girolamo Genga,conosciutolo virtuofo,e coftuma
togiouane,gli diede vna figliuola per moglie,e fe le tirò,in cafa.La ónde efsé do Giouambatifla molto inclinalo all’architetiura, e attendendolo!) molta diligenza a quell’opere,che di etta ficeua il fuo Suocero, cominciò a poflede
re molto bene le maniere del fabricare,Se a fludiare Vetruuio, onde a pòco a poco,fra quello cheacquiflato dafe fletto,Se che gPmfegno il Genga, fi fe« ce buono architettore,e matti inamente nel'e cofe delle fortificazioni, & al-
tre cofe appartenéti alla guerra,Eflendogli poi morta la moglie l’anno 1541.
elalua- elafciatogli due figliuoli, fi flette infino ah 543. fenzapigliarc di/ealtro partito. Nel qual tempo capitando del mele di Settembre asan Marino vn signor Guftamante Spagnuolo,mandato dalla Maefta Cefarea a quella Re- publica,per alcuni negozi} fu Giouambatifta da colui conofciuto per eccel- lentearchitectOjOndeper mezzodei medefimo venne non molto dopo al feruitiodell Illuftrifllmo signor DucaCofimo per ingegnieri,e coti giunto a Fiorenza,(e ne feruifua eccellenza in tutte le fortificazioni del fuo dominio,fecondoi bifogni,chegiornalmenteaccadeuano. E fra lai tre co (e, eden do fiata molti anni innanzi cominciata la fortezza della ci età di piftoia, il sa Manno.come volle il Ducalafini del tuttocó moltafualode, ancor chenò fiacefa molto grande, si muro poi con ordine del medefimo vn molto forte Baluardo a Pila, perchepiacendo il modo del fare di coftui al Duca,glifece faredoue fi era murato come s’è detto al Poggio di san Miniato, fuor di Fio* renza,il muro che gira dalla porta san Niccolo alla porta san Miniato,la for bidaia,che mette con due Baluardi vn porta in mezzo, e ferra la Chiefa, Se Monafteriodi.san Miniato .-facendonellafommitadi quel monte vna fortezza,che domina tuttala città,eguarda il difuori di verfo Leuante, e mezzo giorno. Laquale opera fu lodata infinitamente. Fece il medefimo molti dife gni,e piate per luoghi dello fiato di lua Ecce.per diuerfefortificazioni,Scco fi diuerfe bozze di terra,e modelli,che fono apprellbil signor Duca. E per- cicchecrail san Mari no di bello ingegno,e molto ftudiofo, fcrifie vn’operec ta del modo di fortificare,laquale opera,che è bella,& vtile,è hoggi apprefib Meller Bernardo Puccini gétil’huomo Fiorentino,ilquale imparò molte co fe dintorno alle cole d’architettura, e fortificazione daeflosau Marino fuo amicillimo. Hauendo poi Giouambatifta l’anno 1554 difegnato molti Ba* luardi dafarfì intorno alle mura della città di Fiorenza, alcuni de’qiiali furo no cominciati di terra*, andò con rilluftrilììmo signor Don Grazia di Tolle do a Mont’AldnOjdoue,fatte alcune trincee, entrò Torto vn Baluardo, elo ruppe di for te,che gli leuòil parapetto -, ma nell’andare quello a terra toccò il san Marino un’archibufata in vna cofria. Non molt-o dopo,eflendogua* rito,andato fegretamente a Siena,leuo la pianta di quella città, e della foniti cazionedi terra, chei Sanefi hsueuano fatto a porta Camolia. laqual pianta diforcificazionemofirando egli poi al signor Duca,& al Marcitele di Mari- gnano;fece loro toccar con mano,che ella non era difterie a pigliarfi,ne a Ter ratla poi dallabanda di verfo Siena. Il che eller vero dimofirò il fatto,ìanot te ch’ella fu prefa dal detto Marcitele, col quale era andato Giouambatifta, d’ordine,ecomntefsionedel Duca, perciòdunque,hauendoglipoftoamore il Marchefe,& conofcettdo hauer bifogno del fuo giudizio, e virtù in cam po, ciò è nella guerra di Siena; operò di maniera col nuca,che fua Eccellenza Io fpedi capitano d’una grolla compagnia di fanti. Ondeferui da indi in poi in campo-come foldato di valore,& ingegnofo architetto, finalmente ef fendo mandato dal MaTchefe all’Aiuola, fortezza noi Chianti ; nel piantare l’artiglieria,fu ferito d’una archibufata nella tefta.perche ellendo portaro da i foldati alla pieuedi san Polo del Vefcouoda Ri-ca-folfiin pochi giorni fimo ri,e fu periato a san Marino,doue hebbe da i figliuoli honorata fepoltura. Meritasiouantbatiftadi dleremoltolodataipemotheoltre all’ellere fiato
ecccil.
eccellente nella Tua profefiìone,c cofa marauigtiofa che cflendofi meflo a da re opera a quella tardi ciò è d’anni trcntacinquejegli uifacefiiil profitto-che fece. E fi può credere,Ce hauefle cominciato piu giouane, che farebbe ftato rariflìmo. fu Giouambatifta alquanto di fua tefta,ondeera dura imprelà vo ler leuarlo di fua openione. Si dilettò fuor di modo di leggere ftorie, e ne fa ceuagrandiflìmo capitale ; fcriuendo con fua molta fatica, le cofedi quelle piu notabili. Dolfe molto la fua morte al Duca,& ad infiniti amici fuoi: onde venendo a baciar le mani a fua Eccellenza Giannandrea fuo figliuolo, fu da lei benignamente raccolto,& veduto molto volentieri > e con grandifli- mc offerte, per la virole fedeltà del padre, ilqualc mori danni 48.