VITA DI MICHELE S. MICHELE
ARCHITETTORE VERONESE.
Ssendo Michele san Michele nato l’anno 1484. in Vero- na,& hauendo imparato i primi principi) aeH’architcttu ra da Giouanni (uo padre,e da Bartolomeo Tuo zio, ambi architettori eccellenti,fen’andò di Tedici anni a Roma,la
feiando il padre,e due fuoi fratelli di bell’ingegno. L’uno de’qualijche fu chiamato Iacomo,attefe alle lettere,&l’al tro detto don Camillo,fu Canonico Regolare,egenera- le di quell’ordine. E giunto quiui ftudiòdi manierale cofe d’architctttira,
antiche,&: con tanta diligenza, mifurando, & confiderando minutamente ogni cofa,chc’in poco tempo diuenne, non pure in Roma, ma per tutti i luo ghi che fono all’intorno,nominato,& famofo,Dalla quale fama molli, lo c5
dulTero gl'Oruietani,con honorati ftipendi,per architettore di quel loro ta to nominato Tempio. In feruigio de’quali mentre li adoperaua,fu perla me delima cagione condotto a Monte Fiafcone,cio è per la fabrica del loro Tem
pio pnncipale5& cofi feruendo all’uno,e l’altro di quelli luoghi,fece quanto fi vede in quelle due città di buona architettura, Et oltre all’altre cofe in san Domenico di Monte Fialcone fu fatta, con Tuo difegno v.na belliffirria fepol«
tura)credo per vnode’Petrucci nobile Sanefèjlaqualecoftògrodafomma di danari,e riulci marauigliofa. Fece oltre ciò ne’detti luoghi infinito numero didifegni per cafe priuate,e fi fece cono.fcereper di molto giudizio,^eccel-
lente,onde Papa Clemente Pontefice settimo dilegnando feruitfi di lui neh- lc:cofcimporcantillimedi guerra,che allora bólliuanoper tutta Italia,lo die de con bonifsimaprouifioneper compagno ad Anton io san Gallo,acciò in
ficmcandadero a vedere tutti i luoghi di piu importàza dello fiato Eeclcfia ftico,& doue fuflcbifogno dellero ordine di fortificare-, ma lopra tutte Par- ma^ Piacenza; per edere quelle due città piu lontane da Roma,e piu vicine
&cspofteai pericoli delleguerre.La qual cofa hauendo elfequito Michele* & Antonio con moltafodisfazione.dd Pontefice, venne difiderio ad Anto- nio dopo tanti anni di riuedere la patria,& i paréti,egl’amici. Ma molto piu
le fortezze de Viniziani. poi dunque,che fu fiato alcuni giorni rn Verona , andando aTreuifi per ùedere quella for tezza,e di li a Padoua pel medefimo conto; furono di ciò auuertiti i fignori Viniziani,eiriedi in folpetto non for
fcil san Michele andafle a loro danno riuedendo quelle fortezze. perche es fendo di loro commcdìone fiato prefo in Padoua,e mefio in carcere,fu l un- gamente ellaminaro ; ma trouandofi lui efiere huomo dabene,fudaloro
non pure liberato,ma pregato chevoledecon honorata prouifione, egrado andare al feruigio di detti (ignori Viniziani. Ma feufandod egli di non potè re per allorado fare,per edere vbligato a sua San tità,diede buone promede
c fi parti da loro. Ma non ifiette molto(in guifa, per hauerlo, adoperarono detti (ignori)che fu forzato a partirfi da Roma,& con buona grazia del Pon rcfice,al qual primain tutto lòdisfece,andare a (eruireidetti iiluftnfiimi,
fignori luci naturali. Appflo de’quah dimorando,diede adai tofio faggio del- Tu giudÌ2lo)cfaper Tuo nel fare in Vero.najdopo molte difficulta > che pareacht haueflel’opcra;vn belliflìmo,efprtiflImp Baftione,che infinitamente piacquea quei (ignori,& al signor Duca d’Vrbino loro Capitano generale. Dopo lequali cofe hauendoi medefimi deliberato di fortificare Lignago, e Por to,luoghi importàntiifimial loròdominiojèpofti loprail fiume deirAdlcc, ciò è’v'noda vn.o,e l’altro dall’altro lato,ma congiunti dà vn ponte rcomiltf fero al san Michele,che douefle moftrare loro,mediante vn modello , come ia lui pareua che fi potettero,e doueflero detti luoghi fortificare. Uche eden* do da lui (lato fatto,piacque infinitamente il fuodifégnoaque’fignori, & ai Duca d’Vrbino. perche dato ordine di quanto s’haùerte’a fare condotte il sa Michele le fortificazioni di que’due'luoghi di maniera,1 eh e p'èr fimi l’epa no fi puovedèr meglio,he piubellà,ìiepiuconfideràta,hepiufòrte, comèben fa eh il’ha veduta. do fatto fortificò nel Brefciano,quafi da fondamenti,Orzi nuouo,Cartello,e porto limile a Legnago .Ertendo poi con molta in danza chiedo il san Michele dal fignor Francefco Sforza vltimo Duca-di Milano * furono contenti que’fignoridatgli licenza,ma per tre meli fòli. La onde andato a Milano vide tutte leforrezzech quello datò,Se ordino in ciafcunluo go,quanto gli panie cheli douctlefare, e ciò cori 'tantaTua lode^Sc fodisfa- zione del Duca,chequel fignore,oltre al ringra^iaThci fig'nori Vini'Ziarii.do nò cinquecento feudi al san Michèle. Ilquale con quella occa(ione prima, che to’rnadea Vineziaandòa Cafaledi Monferrato,per uedèrequellahellà, c fottiffimà città,e cartello,dati fatti per opera, Se con l’architeftiifa di Matteo san Michele eccellente architetto,e fuo cugino: Se vna honorata, e béllif fimaYèpoltura di marmo fatta in san Francefco della medefima città'pur con ordine di Matteo. Dopo tornatofene à cafa non fu fi torto giuntò, chefù'rnS daìocól detto fig. Duca d’Vrbino a vedere la Chiudi,fortezza,e'partò'rriòlto importante (opra Veronaje dòpo tutti ì luoghi del Friuli,-Bergamo, Vièen- za,Pefchéra,Bc altri luoghi. De quali tutti,'e di quanto gli panie bi fogli all e, diede a i fuòi.(ignori inifaittominuramenre notizia. Mandato poi dai me- defimiin Dalmazia,per fortificare le città,e luoghi di quella prouincia, vide ogni cofa,e reltaurò con molta diligenza doue vide il bifogno etter’ maggio re,Se perche non potette egli spedirli del tutto vi lafciò Gian Girolamo (uo nipote: ilquale hauendo ottimamente'fortitìcara"Zara, fecedai'fondamenti la marauigliofa fortezza di sinNiccolò/fopra la'bocca del porto di Sebéni- co.Michele in tanto,ertendo (tato con molta fretta mandato a Corfn,ridati ro in molti luoghi quella fortezza,&il fimiglian'tefecein tutti i luoghi di Ci pri,edi Candiate beneindi a non moltog'ìi'fu forzaVtemendofidi non perdere quell’Ifola,per le guerre Turchefche,che fopr'aftaUanOjtotnartri,-dopo hauere riuedute in Italia le fortezze del dominio Viniziaho,a fortificare Con incredibileprertezzada CaniajCandiaVRetimo,eSeCtia -.m'à particolarmert te'la'Cania,& Candia,laqua1erièdificò dai fondamente fece inèfpugnabi* le.-Ellendo poi affediata dal Turèhe Napoli di Romania, fra per diligéza del ■'San Michele in fortificarla,e b’aftjonarIa;&il valore d’Agoftino Clufoni Vc sronefeiCapirano valorofittìmo;fn difendoriaiond’arme; non fu altrimenti sprelàda hnemici,ne fuperata. Lequali guerre finite,ondato che fu il san Mi- -.chclccrolMagnificoM. Tomafo Mózcnigo*Gapitan generàledi mare, afor/;tificar«e/rificare di nuouo Corfui tornarono a Sebcnico,doue molto fu cqmendatala. diligenza di Giangirolamo>vfata nel farela detta fortezza di san Niccolo. Ritornato poi il san Michele aVinezia,doue fu molto lodatojper Topere fat. tc in Leuan te in fcruigio di quella Repubhca, deliberarono di fare vna fortezza fopra il Lito, ciò è alla boccha del porto di Vinezia. perche dandone cura al san Michele.gli diflero,che fe tanto haueua operato lontano di Vinc zia,che egli penfaflc,quanto era fuo debito di fare in cofa di tanta importanza,& che ineterno haueua da edere in fu gl’occhi del fenato,e di tanti figno- ri. E che oltre ciò fi afpettaua da lui^oltre alla bellezza,c fortezza dell‘opera , (ingoiare induftria nel fondare d veramente in luogo paludofojfafciato d’o- gni intorno dal mare,eber(àgIiode’ flulli.enfluffijvna machina di tâta importanza. Hauendo dunque il sàn Michele non pure fatto un helliffimo, efi- curidìmo modello,ma anco penfatóil modo da porlo in effetto,e fondarlo , gli fu.commedo, che fenz’indugio fi mettede manó a lauorare, onde egli ha uendo hauuto da que’fignori tutto quello,che bifognaua,e preparata la ma tcria,e ripieno dc’fondamentirc fatto oltre ciò molti palificcatfcon.doppio ordine,fi mife con graridillìmo numero di perfone perite in quell acque a fa: re le cauazioni,& a fare che con trombe,altri inftrumenti li tenefierò. ca-.< uate Tacque,che fi vedeuanofemp'redi fotto riforgere,per edere il luogo in mare. V n.a.mattina poi,per fare ogni sforzo di dar principio al fondare, hauendo quanti huomini a ciò atti fi potct.tònohauere,e'tutti i facchini di.Vi- nezia,e prefenti molti de’dgnori.in vn fubito con preftezza, e follecitudinc incredibile,fi vitifero per vn poco laeque di maniera,che in vn tratto (igeerà rono le prime pietre de’fondamenti fopra le palificate fatte,lequali pietre e£ fendo grandifsime,pigliarono gran fpazio,e.fecero ottimo fondamento. Et cofi cqntinliandofi fenza perder tempo,a.ten'ere Tacque cauate,fi fecero qua< fi in vn punto que’fondamenti contra Topenione dimoiti, che haueuano ql la per opera del tutto impodìbile. I quali fondamenti fatti, poi che furono lafciatiripofarcabaftanzajedificò Michele fopra quelli vnà terribile fortez za,e marauigliofa,murandola tutta di fuori alla ruftica con grandiffime pietre d’Iftria,che fono d’eflrema durezza,é reggono a i uenti,algido, & a tuN ti içattiui rempio onde la detta fortezza oltre àlTedere.marauigliofa, ri&j petto al fìto.nel quale è edificata è anco per bellezza di muraglia,è per la incredibile fpefa delle piu ftupende,che hoggi fiano in EuropajC rapprefen* ta la maefla,e.grandezza,delle piu famofe fabriche fatre'dallà grandezza de’. Romani. Imperocheoltre alTaltrecofe,ella pare tuttafattàd’un fallo,&: che intagliatoli vn monte di pietra viua.fegli fìa data quella forma, cotanto fono grandi i malli di che è murata,e tanto bene vniti,e commefìì infieme,per • non dire nulla degl’altri ornamentane delTaltrecofe, che vi fono, efTendo che, non maife ne potrebbe dir tanto,che baftafle. Détro.poi vi fece Michele vna piazza con partimenti di pilaftri,& archi, d’ordine ruflico, che farebbe, riufeita cofa rarilfimafe non fuflerimafa imperfetta. Efìendo quella grandif (ima machina condottai termine,che lì è detto; alcuni maligni,& inuidiofi dilfero alla signoria,che ancor che ella fufie belliffima,cfàtta.con tutte le có fiderazioni,ella farebbe nondimeno in ogni bifogno in utile,e forfè anco dà nufa.perciochc nello fcaricare delTartiglieria,per la gran quantità,e di qud . T tt a la grofTezza, che il luogo richiedeua ; non poteua quali eflere,che notì s’d- pri fletti tta,e rouinafTe.'onde parendo allaprudézadi que’signori, che folle bé fatto di ciò chiarirli, comedi c'ofa,che molto importanaj fecero códurui gràdiffima quantità d’artiglieria, e delle piu fmifutaté,cbe fodero nell’Arfe- nale.Et empiute tutte le canoniere di (otto,e di fopra,& caricatole ancho pia che rordinario,furono fcaricate tutte in vn tempo, ondefu tanto il rumore, il tuono,& il terremuoto,che fi Tenti, che parue, che fufle róuinato il mondo: e la Tortezza con tanti fuochi pareuàvn mongibello,& vn’inTerno; ma non per tanto,rimatela Tàbrica nella Tua medeTima Todczza,e ftabilitai il sc-; nato chiariflìmo del molto valore del san Michele,& i maligni (cornati, è sc: zagiudizo: i quali haueuatìo tanta paura mertain ognuno,che le gentil’don ne grauide,temendo di qùalchegran coTa,s’erano allontanate da VinezÌ2.
Nó molto dopo eflendo ritornato tetto il dominio Viniziano vn luògo det-} to Marano di no piccola importaza ne’liti vicini a Vinezia.Tu raflettato,è for tificato có ordine del san Michele con prcftezza,e diligenza. E qliafi ne’ me’ deTuni tempi,diuolgandoTi tuttavia piulaTamadiMichele-edi Giouan Girolamo Tuo nipote,furono ricerchi piu volte l’uno, e l’altro d’andare à ftare con l’Imperatore Carlo quinto, & con Franceteo Re di Francia, mà’eglino n5 voltano mai,anco che fu fièro chiamati có honoratilfime cóc!itioni,lateià re itero proprij'Signòrivpcr-andarea teruiregli ftranieri: anzi continuane do nel loro vffizio andauano liuedendo ogni anno,e rartettado, doue bite- gnaua tuttele città,e Tortezze dello flato Viniziano. Ma piu di tutti glabri fortificò Michele,& adornò la Tua patria Verona: Tacendoui, oltre all’ altre cote,quelle belliflìme porte della città, che non hanno in altro luogo pari. • Ciò è ia porta nuoua tutta di opera dorica ruftica3laquale nella tea Todezza * & neH’efTere gagliarda,^ maflìccia corrifponde alla fortezza del luogo, erte do tutta murata di tufo,e pietra viua,& hauendo dentro ftanzeper i loldati; che Hanno alla guardia,& altri molti commodi, non piu flati fatti in fimile manictadi fabriche. Quello edifizio,chc è quadro,e di foprafcoperto,ccon le Tue canoniere,Teruendo per Caualiere,difende due gran Baftiom, ò vero torrioni,checon proporzionata diftanza tengono nel mezzo la porta* &dl tutto e fatto con tanto giudizio,spefa,e magnificenza,che ni'uno perifaùà poterTifareperlaueriire,comenon fi era veduto per l’adietrogia'mai altr’o- peradi maggior’ grandezza, ne meglio intefa : Quando di li à pochi anni ilJ medefimosan MÌchelefondò,e tiro in alto la porta detta volgarmente dal pà lio, Iaquàle non è punto interiore allagiadetta, ma anch’ella parimente ò piu,bella,grande,maratiigli'ofa, & incefaottimamente. E di vero in quertè due porte fi vede i signori Viniziani,mediante l’ingegno di quello architet- to,hauere pareggiato gl’edifizij.e fabìichcdegl’antichi Romani. Quella vl- tima porta adunqueòdalla parte di fuori derdine dorico, con colonne fini Turate,che rifaltano,fidate tutte fecondo l’vfodi qUellordine. Le quali colonne dico, che Tono otto in tutto,Tono porte a due a due . Quattro tengono Ja porta in mezzo con l’arme de’Rettori d-ella città, fra'>l’una,e Falera da ogni1 partc:£ Talt-re-quattro fimilmen te a due a due,fanno finimento negl’angolt della porta,laquale è di Facciata larghillima, e tutta di bozze ,ò vero bugne, non rozze mapulite-y&coobellilìimiornamenti. Et il foro, ò vero vario del 7a porta riitla quadro^tiia d’archiietttira nnoita,bizarra, c belliflima. sopra è vn cornicione dorico ricchiflìmo c5 fue apartenéze,fopra cui doueua andare come fi vede nel modello vn frórefpizio,cò Tuoi forniméti,ilqualefaccua parapetto all’artiglieria,douédo qfta porta,come l’altra/eruire p Caualiero. Détro poi fono ftazc gradifiìme p i foldati cò altri comodi, & appartamenti. Dalla bada,che è volta verfo la città,vi fece il s.Michele vna belhfs. loggia tue ta di fuori d’ordine Dorico,e rufticore di détro tutta lauorata alla rullica, co pilaftri gradilfimi,che hdno p ornaméto cotóne di luori tòde,c détro quadre & cò mezzo rifalto^lauorate di pezzi alla ruftica,&có capitelli dorici féza ba- fe.E nella cimavo cornicione pur dorico,& intagliato, chegira tutta lalog- gia,che è lunghiftìma,détro,e fuori. In sòma qft’opa è marauigliofajonde bc di (Te il vero l’Iiluft. sig. Sforza Pallauicin o,goiternatore generale degl’efler citi Viniziani,quando diftenon poterli in Europa trouare, fabrica alcuna, che a quella polla in nitin modo aguagliarfijlaquale fu l’ultimo miracoloni Michelefimpero che hauendo a pena fatto tutto quello primo ordine deferir to,fini il corfo di fua vita, onde rimafeimperfetraquell’opera,che non li fini ramai altrimèntijnon mancando alcuni maligni(come quelli fempre nelle gran cofe adiuiene)che la biafimano, sforzandoli di fminuire l’altrui lodi co la malignità,^: maldicenza,poi che non polTonocon l’ingegno, pari cofe a gran pezzo operare. Fece il medefimo vn’alcra porta in Verona,detta di san Zeno,laquale è bellifsimajanzi l ogni altro luogo farebbe maranighola, ma in Veronaèla fua bellezza,&ar tifizio dall’altre due fopradetteoflufcata. Et ùmilmente operadi Michele il Baftione,ò vero Baluardo,che è viciifo a qfta porta,e fimilméteqllo,cheépiu a bado «fcótro a s. Bernardino, de vn’altro mezzo,che è rilcontro al campo Marzio,detto dell’acquaio j e quello, che di g-radezeaauaza tutti gl’altri,ilqualeè pollo alla chatena, dotte lWdiceentra nella città. Fecein Padouail.Baftionedetto il Cornato, eqllo parimécedisa s ta Croce. Iquali amenduefono di marauigliofa gradezza, e fabricati allamo derna,fecòdo l’ordine fiato trottato daTui.Impoche il modo di fare i Bafiiòi a catoni fu inuézionedi Michele-,pcioche prima fi faoeuano tódt.E dotte qlla forte di Baftioni erano molto difiicilt a guardarfijhoggi hauédo quelli dalla parte di fuori vn’angoloottufo,poflbno faci! méte efler’difFefi,ò dalcaaahc- • ro edificato vicino fra due Baftioni,ò vero daH’altroBaftionefe Tara vicino, e lafofla larga, fitanco fua inuezione il modo di-fare i Baftioni cóle tre piazze: pero che le due dal le bade guardano,e difendono la folla,-decorrine, có le ca nonicreapté,&il molone del mezzo -fi difende^ oftende.il nemico dinazi. li •qual modo di fare è poi ftaco imitato da ognuno,e fi è Infoiata qll’vfanza anti ca delle canomere focterranee,chiamate cafe matte,nelle quali,p il fumo, 3c altri impedintéti nófipoteuano maneggiare l’artiglieriejséza che indebolì- nano molte voi ce il fódamétode’torrioni,e delle muraglie, fece il medefimo due molto belle porte a Legnago.fccelauorare in Pefch.iera nel primo fonda re di qlla fortezza,e finiilméte molte cofe in Brefoia.EC tutto fece sépre cò tau. ta diligéza.e co fi buò fondamento,che niuna'délleTue fabrjche moftrò mai vn pdo.vltimaméte rafletto la foriezza della c-hiufa fopra Verona-, facédo.cò modo a i paflaggieri di paffa-re séza entrare^ la fortezzatma in tal modo pò , che leuadofrv-n póteda coloro,che fono di détro'no può paftare coirà lor vo glianelTu no, neanco ap.psétarfiallaforadacheè ilrettifs e tagliata nel (silo.
Fece parimente in Verona,quando prima tornò da Roma,il bellrlìlm o po« te (opra l’Adice,detto il ponte nuouo*che gli tu fatto fare da Mefler Giouan. ni Emo allora podefta di quella città,che fu ed è cofa marauigliofa,pcrla fua. gagliardezza. Fu eccellente Michele non pure nelle fortificazioni,ma ancora nelle fabriche prillatele Tempi),Chiefe,& Monaderij.comefì può vede re in Verona,caltrouein molte fabriche,e particolarmente nella belliffima Se ornatillìma cappella de’Guarefchi in san Bernardino,fatra tonda a vfo di Tempio,e d’ordine corintio con tutti quegli ornameli ti, di che è capace qlla maniera. Laquale cappella dico fece tutta di quella pietra viua,e bianca ,che per lo Tuono,che rende quando fi lauora,èin quella città chiamata Bronzo* & nel vero quedaèlapiu bella forre di pietra,che dopo il marmo fino,fia da ta trouata infino a tempi nodrfieffendo tutta foda,e fenza buchi,ò macchie, che la guadino. perlifere adunque di dentro la detta cappella di quella bel lilììma pietra,e lauorata da eccellenti maeflri d’intaglio, Se beniifimocom- meda,fi tiene,che per opera fimile non fiahoggi altra piu bella in Italia; ha- uendofatto Michele girare tutta l’opera tonda in tal modo, che tre altari cheui fono dentro con i lorofrontespizij,&: cornici ; Se fimilmentc il vano della porta tutti girono a tondo perfetto, quafi afomigliazadegl’vfci,che~ Filippo Brunellefchi fece nellecappelledcl Tempio degl’Angeliin Firenze ilche è cofa molto difficile a fare. Vi fece poi Michele dentro vn ballatoio Tempra il primo ordine,chegira tutta la cappella,doue fi veggionobellifs. intagli di colóne,capitelli,fogliami,grottefche,piladrelli, Se altrilauori intaglia, ti,co incredibile diligéza. La porta di qda cappella fece di fuori quadra,corin. eia belliflì.e fimilc ad vna antica che egli vide in vn luogó,fecodo che egli di- ccua,di Roma. Ben‘è véro che eflendo quefl’opera fiata lafciata imperfettar da Michele,non fo per qual cagione,ella fu ò per auarizia,ò per poco giudizio fatta finire a certi altri,che la guadarono,con infinito difpiacere di eflfo MI chele,eh e viuendo Tela vide dorpiarein fu gl’occhi,fenza poterui riparare. ? Onde alcuna volta fi doleuacon gl’amici,(olo per quefto, di non haueremi. gliaiadiducati,per cóperarladall’auariziad’unadóna, cheper fpédereme che poteua, vilmente laguadaua. Fu opera di Michele il difegno del Tempio ri tondo della Madon na di campagna,vicino a Verona,che fu belhilìmo, an corchelamiferia debolézza,e pochiffìmo giudizio dei deputati fopra quel la fàbrica> l’habbianopoi in molti luoghi dorpiata. Epeggio hauerebbono fatto,fe non haueffe hauutone cura Bernatdmo Brugnuoli, parente di Mi- chele,e fattone vn compiuto modello,col quale va hoggi in’anzi la fabrica di queflo Tempio,e molte altre. A i frati disanta Maria in Organa anzi Mona- cidi Monte Oliueto in Verona,fece vn difegno, che fu belliffimo delia faca data della loro Chiefa di ordinecorinthio. laquale facciata eflendo datatirata vn pezzo in alto da Paulo san Michele, fi rimafe, non ha molto, a quel modo,per molte spefe,che furono fatte da que’wonaci in altre cofe,ma mol-. to piu per la morte di don Cipriano Veronefe,huomo di saura vi ta,e di mol ta autorità in quella religione,della quale fu due voi te generile, ilqualel’ha. neua cominciata. Fece anco il medclimo in S3n Giorgio di Verona,conuen tode’preti regolari di san Giorgio in A lega, murare la cupola di quella Chie fa,che fu opera belliilìma,e riulci con tra i’openionc di molti i quali non pen ; ' faro no !aròno,che mai quella fabrica douefic reggerfi in piedi,per la debolezza del le fpalie,che hauea: lequali poi furono in guifa da Michele fortificate,che nó fi ha piu di che temere. Nel médefimoconuentofeceil difegho,efondòvn bellillìmo campanile di pietre lauorate,parteviue,epartedi Tufo, die fu af fàrbebédalui'tiratoinnanzi,&:iboggifi fegoitadal dctto-Bernardino fuo nipote3chela va conducendo a fine. Eftendofi Monfignor Luigi Lippoma- ni, Vefeouo di Verona rifoluto di codurre a fine il campanile della fua Chie fa,flato cominciato cento anni inanzi, ne fece fare vn difegnoa Michele, il qualelofecebellifsimojhaiiendoconfiderazioneaconferuareil vecchio, & allaspefache ilYefcouo vi poteafare. Ma vn certo Merternomenico Porzio Romano fuo Vicario,perfona poco incendente del fabricare, ancor che per altro huomo da benejafciafofi imbarcarcela vno che ne fapea poco,gli diede cura di tirare inanzi quella fabrica. ondecolui muradoladi pierredi -m5 te,non lauorate3efacendo nella groflezza delle mura le fiale,lefece di mani« ra,cheogniperfonaanco mediocrementeintendented’architettura indolii nò quello,che poi fuccefte, ciò è che quella fabrica non iftarebbe in piedi.
E fra gl’altri il molto Reuerendo fra Marco defedici Veronefe, che oltre al li altrifuoi ftudij piugraui,fi è-dilettato femp,-come;ancorfiadella.architet tura,pdiife quello,che di cotal fabrica auuerrebbe: ma gli fu rispoftórfra Mar co vale aflai nella profefsione delle fue lettere di Filofofia,e Teolagia,efteb- do lettor publico,ma nell’architettura non pefea in modo a'fondo, che fògli porta credere.Finalmente arriuato quél-campanile alpiano delle campane, s’aperfein quattro parti di maniera, che dopo hauerespefo moire migliaia di feudi infarlo,bifogno dare trecento fcudi a (muratori, chelogcttafiono a terra,accio cadendo-daperfe,come in pochi giornfharcb'be fatto,nonto- uinafle.all’intorno ogni còfa. E cofi fta bene, che auuenga a chi lafciando i maeftri buoni,& eccellenti, s’impaccia con ciabattoni. Eflendo poi il detto Morifighor luigi fiato eletto Vefeouo di Bergamo,& in fuo luogo Vefco- uodi Verona Monfignor’AgoftinoLippomano, quafi fece rifare a Midhele il modello del detto campan ile,& cominciarlo.E dopo lui,‘fecondo il mede fimOjha fatto feguirare quell’opera,che hoggi caminaartàilentamentetMon figtior Girolamo Triuifani,frate di-san Domenico ,-ilquale^nérVefcouado fucedette airvultimo'Lippomano.llquale modèllo^ bellifsimo,e le (cale vigono in modo accomodare dentro,che la fabrica refta-fiabile,e gagliardffsi* ma. Fece Micheleai (ignori Conti della Torre,Veronefi vna beliilsima cappella a vfo di Tempio tendo con l’altare in mezzovnéllalor villa di Fumane. E nella Chiéfa del Santo in Padoa fu con luo ordinefaEncara vna fepòitura bellifsima,per Merter Aleflandro Contarmi procuratore-di san Marco, e fta to proueditoredeH’armata Viniziana. Nella quale iepohura,pare che Miche le vòlefie mòftrarcjdn che^-maniera fi deonofarc fimil’opere,-ufcendod’im certo modo ordinario,éhe^fuo giudizio ha piu torto dell’Akare,e cappella che di fepolcro.'QueftadicOjchee molto ricca^per ornamenti, edi compofi zione lodavedrà proprio del militare, ha per-ornamentovna Thetis, e due prigioni di mano di Alefiandro Vittoria, chefono tenute buone figure. & ^vna tefta,o ucro ritrattodi naturaledel detto signore,co! petto armato, fta Hafatta di marmo dal Danefeda Carrara, vi fono oltre ciò altri ornamenti aliai aliai di prigioni,di trofei, e di fpoglie militari »Scaltri, de’qualinon accade far menzione. In Vinezia fece il modello del Monafterio delle Monache di fan Biagio Catholdo,chefu molto lodato. EfTendofi poi deliberato in Vero na di rifate il Lazaretto,ftanza,o vero spedale,che ferue agl’amorbati nel té- po di pertejcflédo (lato rouinato il vecchio,cò altri edifizij,cheerono ne i fob borghi: ne fu fatto fate vndifegno a Michele,cheriufci,oltre ogni credenza, bcllillimo; accio fu ile mclfo in opera in luogo vicino al fiumejótano vn pez zo,c fuori della spianata. Ma quello difegno veramente belliilìmo, e ottima mente in tutte le parti confiderato,ilquale è hoggi appresogl'heredi di Lui gi Brugnuoli nipote di Michele; non fu da alcuni,per il loro poco giudizio, c mefchimta d’animo porto interamente in efTecuzione;ma molto riftretto, ritirato,e’ridotto al mefehino da coloro.i quali fpefero l’autorità, cheintor no a ciò haueuano hauuta dal publico,in ftorpiare quell’opera,effendo mor ti anzi tempo alcuni,'gentii’huominLche erano da principio fopra ciò,& haueuano la grandezza dell’animo pari alla nobilra. Fu fimilmente opera di MI chcleil belliilìmo palazzo,che hanno in Verona i signori Conti daCanofla, ilquale fu fatto edificare da Mon fignor Reuerédifsmo di Baius, che fu il Cò te Lodouico CanolIa,huomo iato celebrato da tuttijgli fcrittori de’fuoi tem pi. Al medefimo Mófignore edificò Michele vn’altro magnifico palazzo nel la villa di Grezano fui Veronefe.Di ordine del medefimo|fu rifatta la facciata dc’Conti Beuilacqua,eralTettatc tutte le ftanze del Cartello di detti signori detto-la Beuilacqua. similmente fece in Verona la cala,e facciata de’Lauezo li,che fu molto lodata. Et inV inezia murò da i fondameli il magnifico, c rie chiffimo-’palazzo dc’Cornari,vicino a san Polo. E radette) vn’altro palazzo, pur di cafa Cornara.cheèasan Benedettoal Albore,per M. Giouanni Cor nari,del quale era Michele amicilTimoje fu cagione,che in quello dipignefife GiorgioV afari noue quadri a olio per lo palco d’una magnifica camera tutta di legnami intagliatile medi d’oro riccamente. Raflettòmedefimamcn te la cafadeBragadim rifeontroasàta Marina,&la fece comodiffima,& ornatili! ma. e nella medefima città fondò, & tirò fopra terra, fecondo vn fuo model lo,&con fpefa incredibile,ilmarauigliofo palazzodel nobilifiìmo M. Giro lamoGrimani,uicinoasan Luca fopra il canal grande. Ma non potè Miche le!c,fopragiunto dalla mortejcódurlo egli ftedo a fine,egl’altri architetti pre flin fuo luogo da quelgentil’huomo in molte parti alterarono il difegno, c modello del san Michele. Vicino a cartel Franco ne’confinijfra il Triuifanoi Fadouano fu murato d’ordine deJl’iftedo Michele il fàmofillìmo palazzo de* Soranzi,dalla detta famigliadetto la Soranza. Ilquale palazzo è tenuto, per habitura di villani piu bello,e piu comodo, cheinfino allora fuflc flato fatto in quelle patti. Et a Piombino m contado fece la cafa Cornata ,je tante alrre fabriche prillate,che troppolunga floriafarebbe volere di tutte ragionarci bafta hauer fatto menzione delie principali. Non tacerò già, chefcce le bel* lillìme porte di ducpalazzijl’unafu quella de’Rettori,e del Capitano, e l’altra quella del palazzo del Podefla,amenduein Verona,e lodatiifime,fe bene queft’vhima,che è d’ordine Ionico con doppie colonne,Se in tercolonni) or natiflìmijSc alcune Vittorie negl’angoliipare per labaflezzadel luogo,doue c porta,alquanto nana,ef!endo mallìmamentcfenzapiediftallo,emoltolarr ga /ga per la doppiezza delle colonne. Ma coli volle MelTer Giouanni Delfini, che la fe fare. Mentre che Michele fi godeua nella patria vn tranquill’ozio, 8c rhonore,e riputazione,che le Tue honorate fatiche gl’haueuano acqui Hate, gli foprauenne vna nuoua,che l’accorò di maniera,che fini il corfodella fua vita. Ma perche meglio s’intenda il tutto,e fi (appiano in quella vita tutte le bell’opede’san Micheli,diròalcunecolèdi Giàgirolamonipotedi Michele.
Coftui adunque,ilquale nacque di Paulo fratello cugino di Michele, ef- fendo giouane di bellillìmo spirito,fu nelle cofc d’architettura con tanta diligenza inftrutto da Michele,e tanto amato; che in tutte l’imprefe d’importanza,e maflìmamente di fortificazione lo volea fempre feco.perche diueno to in brieue tempo con l’aiuto di tanto maeftro in modo eccell. che fi potea cómettergli ogni difficile imprefa di fortificazione, della quale maniera d’ar chitettura fi diletto imparticolare,fu da i (ignori Viniziani conofciu ta la fua virtù,et egli mefio nel numero dei loro architetti, ancor che fu (le molto gio uane,có buona prouifionete dopo madato horain vn luogo,&hora in altro a riuedere,e raflettare lefortezzedcl loro dominio,c tallora a mettere in effe cuzione i difegni di Michele fuo zio. Ma oltre agl’ahri luoghi, fi adopero co moltogiudizio,e fatica nella fortificazione diZaraj&nelia marauigliofafor rezza di s. Niccolo. In Sebenico,come s’è detto, porta in fulla bocca del por to. La qual fortezza che da lui fu tirata fu da i fondamen ti, è tenuta per fortezza priuata,vna delle piu forti, e meglio intefa,che fi polla vedere. Riformò ancora con fuo difegnoje giudizio del zio la gran fortezza di Corfu,ripu tata la chiatte d’Italia da quella parte. In quella dico rifece Giangirolamoi due torrioni, che guardano verfo terra, facendogli molto maggiori, e piti forti,chenon erano prima,Se con le canoniere,e piazze fcopte,che fiancheg giano la folla alla moderna,fecondo l’inuenzione del zio. Fatte poi allargare le forte molto piu che non erano, fece abballare vn colle, che ellèndo vicino alla fortezza parea,che la foprafacerte. Ma oltre a molte altre cofe che vi fece con molta confiderazione,quefta piacque eftremamente,che in vn canto ne della fortezza,fecevn luogo affai grande,e forte: nel quale! tépo d’artedio portono flare in ficuro i popoli di queH’Ifola,fenza pericolo di edere prefi da nemici, per le quali opere venne Giangirolamo in tato credito appreflo detti (Ignori,che gii ordinarono vna prcuifioneeqiialeaqlla del zio, nò Io giu dicando inferiore a lui, anzi i qfta pratica delle fortezze fuperiore. Ilche era di sòma còtctezza a Michele,ilquale vedetta la jppria virtù hauere tato accre feiméto nel nipote,quato a lui toglieua la vecchiezza di poter piu oltre carni nare.HebbeGiagirolamo,oltre al gràgiudizio di conofcere la qualità de’fiti molta induftria in fapgli rapprefentare co difegni,e modelli di riiieuo. onde faceua vedere a i fuoi signori infino alle menomifiìme cofe delle fue fortifica xioni.in bellilTìmi modelli di legnnme,che ficea fare, la qual diligenza piace ualoró infinitamctc,vedendo eflì,fanza partirli di Venezia giornalmete come le cofe part'anano ne piu lòtani luoghi di qilo flato. Etafìne che meglio furtero veduti da ogn’nnojgli teneuano nel palazzo del Principe i luogo do ue que’fignori poteuano vedergli a lor porta. Et perche coli andalfe Giangirolamo leguiraudo di fare, non pure gli rifaceuanole spefe fattein con- • ciurre detti modelli, ma ancho molte altre cortefie.
V uu Potette elio Giangirolamo andare a feruire molti signori con grotte.proui- fioni,ma non uolle mai partirli da i Tuo signori Viniziani: anzi per configlio del padre,edelzio torte moglie in Verona vna nobile giouanettajde Fraca- ftori con animo di Tempre ftarfi in quelle parti. Ma non efiendo anco con la Tua amata spofa chiamata madonna Hortenfia,dimorato Te non pochi gioì:' r)i,fu da i Tuoi signori chiamato a Vinezia, e di li con molta fretta mandato in Cipri a vedere tutti i luoghi di quell’lfola:con dar commeflìonea tutti gli vtticialijche lo prouedeilìno di quato gli facette bifogno in ogni cofa. Arinato dunque Giangirolamo in quell’lfolain tremefi la girò,e vide tutta dili gentemente,mettendoognicofaindi(egno,efcrittura per potere di tutto dar ragguaglio a Tuoi signori. Ma mentre che attendeua con troppa cura, e follecitudine al Tuo vfficio,tenendo poco conto della Tua vita,negl’ardentif- • fimi caldi,chealloraeranoin quell’lfola,infermòd’unafebrepeftilente, che in Tei giorni gli leuò la vita,{è bene dittero alcuni che egli era (lato auelena- to.Ma comunelle Ti tutte mori contento,eflendo ne Teruigi de’fuoi (ignori,6z adoperato in cofeimportanti da loro,che piu haueuano creduto alla fuafe- de,eprofefiìonedifortificarecheaquelladiqualunchealtro. subito chefu amalato conofcendofi mortale,diede tuttii difegni,efcrkti, chehaueafatto delle coTedi quelTlTola in manodi Luigi Brugnuoli fuo cognato,& architet to,che allora attenderla alla fortificazione di Famagofiajche è la chiaue di ql regno accio gli portaflea Tuoi signori. Ariuata in Vinezia la nuoua della mor tedi Giangirolamo non fu niuno di quel fenato,chenon fentifleincredibile dolore della perdita d’un Ti fatt’huomo,e tanto affezionato aqlla Rep. morì Giagirolamo di età di 45. anni,& hebbehoncratafepolturain s. Niccolo di Famagoftadal detto Tuo cognato.ilquale poi tornato a Vinezia prefentando i difegni3efaittidi Giàirgirolamo,ilchefattofii mandato a dar compimérò alla fortificazione di Legnago,ladoue era fiato molti anni adefleqnirei diKc ;gni,e modelli del Tuo zio Michele Ne1 qual luogo non andò molto,che fi nró u,lafciando due figliuoli,che Tono aflai valenti huomini nel difegno, e nella pratica d’architettura-, conciofia,che Bernardino il maggiore ha hora molte jmprefe alle mankeome la fabrica del campanile del duomo,e di quello di sa Giorgio;la Madonna detta di Campagna*,nelle quali,&c altreopere che fa in. Vero'nav& altroue r.iefce eccell. e mattìmamente nelTornamento, e cappella maggiore di s. Giorgio di Verona,laquale è d’ordine compofito,e tale che p grandezza,difegne,e Jauoro,affermano i Veronefi,non credere,che fi tritoni alerai quefia pari in Italia. Queft’opera dico,laquale va girando,fecondo, che fala nicchia,è d’ordine corintio con capitelli comporti, colonne doppie di tutto rilieuo,e con i fuoi pilaftri dietro. Similmente il frontefpizio, che la ricuopre rutta gira anch’egli con gran macfiria fecondo che fala nicchia, & ha tutti gl’ornamenri,che cape quell’ordine, onde Monfignor Barbaro,eletto Patriarcha d’Aquileia,huomo di quefic profellioni intédentifiìmo, e che rfha'fcrrttOjnel ritornare dal Concilio di Trento vide non fenza marauiglia quelloychedi quell’epa erafatto,eqnello, che^ioinalmentefi lauoraua: 8c hauendola piu volte con fiderata,hebbe a dire non hauer mai veduta fimile, e non potetfftfar meglio. Ecjfio bafti per faggio di qllo, che Ti può dall’inge« crt-Bernardino,nato per madre de’san Micheli,fprrare.
Ma per tornare a Michele,da cui ci par timo no fenza cagione poco fa,gl’ar reco tanto dolorelamortedi Giangirolamo, in cui vide mancare la cala de’ san Micheli,non edendo del nipote rimali figliuoli ; ancorché fi sforzafle di vincerlo,e ricoprirlo,che in pochi giorni fu da vna maligna febre vccifo,con incredibiledoloredellapatria,ede’fuoi illuftriilìmi fignori. MorijMiche- leTanno 15 59. e fu fepolto in san Tommalode’frati Carmelitani , doueèlà fepoltura antica de’fuoi maggiori. Ethcggi Mefier Niccolo san Michele Medico ha niello manda fargli vu fepolcro honorato,chefi ua tuttauia mettendo in opera.Fu Michele di coftumatiflimavita,&: in tutte le file cofemol tohonoreuole. Fu perfona allegrarla però mefcolato colgraue, Fu timora todi Dio,e molto relligiofo j in tantoché non fi farebbe mai mefloàfarela mattina alcuna cofa, che prima non hauefTe vdito meda diuotamente,e fatte file orazioni. E nel principio dell’imprefe d’importanza fàceua fempre la mattina innanzi ad ogni altra cofa cantar folennemente la meda dello Spirito Santo,ò della Madonna. Fu liberalifiìmo, e tanto cortefe con gli amici, che cofi erano eglino dellecofe di lui fignore,come egli ftedo.ne tacerò qui vn fegno della fua lealilfima bontà, il quale credo che pochi altri fappiano> fuor che io. Quado Giorgio Vafari,delquaIe,comefi è detto fu amicilfi. par ti vi tintamente da lui in V inezia,gli dide Michele. Io voglio che voi Tappiate Med'er Giorgio, che quandoio detti in mia giouanezzaaMonteFiafcone, edendo innamorato della moglie d’unòfcarpellino,come volle la-forte,heb bi da lei cortefementejfenza che mai niunoda me lo rìfapede,tutto quello; che io difiaeraua. Hora hauendo io in tefo,che quella pouera donna è rima fa uedoua,& có vna figliuola da marito,laquale dice hauere di me còceputa, voglio,ancoi che podaageuolmen te edere,che ciò,come io credo,no fia ve- rò;portarele qfti cinquina feudi d’oro, e dategliele damia parte per amor di Dio,accio polla aiutarti &accomodare.fecondoilgradofiiolafigliuola.Ab. dando dunque Giorgio a Róma,giunto in Monte Fiafcone, ancor chela buò madonnagliconfedadeliberamenrequcllafuaputta non edere figliuola di Michele,adogni modo,fi come egli hauea commedo,gli pago i detti danari, che a quella pouera femina,furono cofi,e grati,come ad vn’al tro farebbono fiati cinquecento. Fu dunque Michele cortefefopra quanti huomini furo= no mai. con ciòfude,che non fi lofio fapeua il bifogno,e defiderio degl’ami ci,che.cèrcaua di compiacergli,fe hauede domito fpendere la vita. Ne mai al cuno gli fece ferui zio,che non nefud'ein molti doppij riftorato. Hauendo- gli fatto Giorgio Vafari in Vinezia vn difegnograndecon quella diligenza, che Teppe maggiore nel quale fi vedeua il fuperbidimo Lucifero con ifuofe guaci,vinti dall’Angelo Michele piouere rouinofamente di Cielo in vn’hor ribile Inferno,non fece altro per allora che ringraziarne Giorgio quado pre felicenzada lui. Ma non molti giorni dopo, tornando Giorgio in Arezzo, trouoil san Michele hauer molto innanzi mandato a fila madre,che fi ftaua in Arezzo vnafoma di robe con belle,& honoratecomefefude fiato vn rie* chiilimo fignore,e con vnaletcera nella quale molto Thonoraua per amore del fìgliuoln.Gli volleno molte volte i fignoriViniziam accrefeierela jpuifìo ne,& egli ciò ricufando.pregaua fempre che in fuo cambio Taccrefcedero a 1 nipoti. In fi mmafu Michele in tutte le fue azzioni ramo gen nle, cortefe, &C amoreuole,che meritò eflere amato da infiniti fighori: dal Cardinal de'Medi ci,che fa Papa Clemente fettimo,mentre, che flette a Roma, dal Cardinale Alsflandio Farnefe,che fu Paulo terzo; dal diuino Micheiagnolo Biionar- ruoti: dal signor Francefilo Maria Duca d’Vrbino; a da infiniti gentil’huomi nfiefenatori Viniziani.In Verona fu filo amicilììrno fra Marco defedici huo modi lerteratura,ebontainfinita,&: molti altri de’ quali non accadeal pre- fente far menzione.
Horaper non hauere a tornare di qui a poco a parlare de Veronefi con q flaoccafionedeifopradetti,faròin quefto luogo menzione d’alcuni pittori di quella patria che hoggi viuono,efono degni di effere nomi nati,e non paf fati in niùn modo con filenzio. Il primo de quali è Domenico del Riccioli quale in frefeo ha fatto di chiaro feuro,e alcune colè colorite,tre facciate nel la cafa di Fiorio della feta in Verona,fopra i! ponte nuouo,cio è le tre che nó rifpondono fopra il ponte,eflendo la cafa ifolata. In vna fopra il fiume sono battaglie di Moflri Marini: in vn’altra le battaglie de'Centauri, e molti fiu- monella terza fono due quadri coloriti. Neiprimo,che è fopra la porta èia menfa degli Defienellaltio fopra il fiume fonoie nozze, finte fra il Benano detto il lago di Garda,& Caridé Ninfa finta per Garda.: detonali* nafee il Mi ciò fiumejilquale veraméte efee dèi detto lago. Nella medefima cafa è vn fre giogrande,doue fono alcuni triòfi coloriti,e fatti con bella pratica, e manie ra. In cafa Meffer Pellegrino Ridolfi pur in Verona dipinfe il medefimo la incoronazione di Carlo quinto Imperadore,e quando dopo eifere coronanato in Bologna caualca con il Papa p la città cógrandilììma pópa. A olio ha dipinto la tauola principale della Chiefa,che ha nouamente edificata il Duca di Manroa vicina al Cartello. Nella quale è la decollazione, e martirio di santa Barbara con molta diligenza,c giudizio lauorata. E quello, chemofle il nuca a far fare quella tauola a Domenico,fi fu l’auer veduta,& eflergli mol to piaciutala fua maniera in vna tauola,che molto prima hauea fatta Dome nico nel duomo di Mantoua,nella cappella di santa Margherita a concorre Stadi Paulino,chefece quelladi santo Antonio;di Paulo Farinato, chedipin fe quella di san Martinoje di Battifta del Moro,che fece quella della Mada- ìena. I quali tutti quattro Veronefi furono la condotti da Hercole Cardina di Mantoua,per ornare quella Chiefa da lui fiata rifatta col difegno di Giulio Romano. Altre opere ha fatto Domenico in Verona,Vicenza, Vinezia* .ma balli bauer detto di quelle. E cortili coftumato,evirtuofo artefice: peio- x?heoltrelapittura,eottimo Mufico, ede’primi dell’Accademia nobilifima ’ de’Filar rnonici di Verona. Nefara a lui inferiore Felice fuofigliuolo;ilquale, ancorché gioitane,fi è moftro piu cheragioneuolepitrore in vna tauola,che Ita fatto nella Chiefa della Trinità,dentro laqualcè la Madonna,efet altri sa ti grandi quanto il naturale. Ne è di ciò mai artiglia hauendo quello gioitaneimparato l’arte in Firenze,dimorando in cafa Bernardo Canigiam gentil* ino Fio re n ti n o, e co ui par e d i Dom en i co fu o pad re. V i u c a nco n el la m edefi- ma Verona. Bernardino detto l’fndia;ilqu2le,oirre a moire altre ope, ha dipinto in cafa del Còte Marcantonio del Tiene nella volta d’una camera in bel iillimefigure la tauola di Pfiche. Et vn’altra camera ha con belle munizioni, & maniera di pitturi dipinta al Conte Girolamo da Candì a E anco molto lodato / jij lodatopiftore Elliodoro Forbicini giouane di belliflì. ingegno, Se affai prati co in tutte le maniere di pittureima particolarméte nel far grottefche; come fi può vedere nelle dette due camere,Se altri luoghi,doue ha lauorato. Simil mente Battifta da Verona,ilqualeècofi,e no ahrimeti fuor della patria chia matoihauendo hauuto i primi principi della pittura da vn fuozioin Verona,fi pofeconleccelienteTizianoin Vinezia.appreffoilqualeèdiuenutoec celiente pittore. Dipinfe coftuieffendo giouanein compagnia di Paulino vna fiala a Tiene fui V icentino nel palazzo del Collaterale portefeo, doue fc cero vn’infinito numero di figure,che acquiftarono albino,& Taltro credito, e riputazione. Col medefimo lauorò molte cofe a frefeo nel palazzo della Soranza a Caftel Franco,eflendoui amendue mandati a lauerare da Michele sanMichcle,chegl’amaua comcfigliuoli. col medefimo dipinfe ancora la fac eiatadellacafiadi M. Antonio Cappello,che èl Vineziafoprail canal gràde.
E dopo,pur infieme il palco,ò vero foffittato della fiala del con figlio de Dieci, dinidendoi quadri fra loro. Non molto dopo, effendo Batifta chiamato a Vicenza,ui fece molte opere dentro,e fuorgSc in vltimo ha dipinto la faccia ràdei monte della Pietà, doue ha fatto vn numero infinito di figure nude maggiori del naturale in diuerfie attitudini con boniflimo difegno,ein tanti pochi mefi,che è flato vna marauiglia.E fietato ha fatto I fi poca età,che nò palla trenta anni,penfi ognuno quello che di lui fi può nel procedo della vi ta sperare. Efimilmente Veronefe,vn Paulino pittore chehoggi è in Viti ezia in bonilììmo credito, conciofia,che non hauendo ancora piu di trenta anni, hafatto molte opere lodeuoli. Coftuieffendo in Verona nato d’u no scappellino,-G come dicono in que paefi d’un taglia pietre,Se haucudo im parato! principij della pittura da Giouanni Caroto Veronefe, dipinfiein có pagnia di Battifta fiopradettto in frefeo la fala del Collaterale Portelco a Tiene nel Vicentino. E dopo col medefimo alla Soranza,molte opere fatte con difiegno,giudizio,e bella maniera. A Mafiera vicino ad Aiolo nelTriuifano ha dipinto la belliflìma cafia del signor Daniello Barbaro eletto patriarca d’A quileia. In Verona nel Refettorio di san Nazaro,Monafterio de’Monaci ne*» ri ha fatto in vn gra quadro di tela la cena che fece Simon lebrofio al sig. qua doiapeccatricefiegligettoapiedi.'con molte figure,ritratti di naturale,e jpf pettiue rarillìme,e (otto le menfa fono due cani tanto belliche paiono uiui, e naturali, e piu lontano certi ftorpiati ottimamente lauorati. E di mano di Paulino in Vmezia nella faladel configlio de’Dieci èin vn’ouato, che èmag giore dalcuni altri,che ui fono, e nel mezzo del palco, come principale; va’ Gioueche fcaccia i vizij,per fignificare,chc quelfuprcmo Magistrato , Se as folutofcacciaivizij,ecaftigaicatiiui,eviziofihuomini. Dipinfe il uve defililo il soffittato,ò vero palco della Chiefa di san Sebaftiano,chcè opera rari* fima,e la tauola della cappella maggiore,con alcuni quadri; che a quella fan no ornamento,e fimilmenteleportelle dell’organo, che tutte fono pitture veramente lodeuoliiììme. Nella fala del gran Configlio dipinfe in vn quadro grande,FederigoBarbarofia ches’apprefenta al Papa, con buon numero di figure varie d habitué di ve.tiri,e tutte belhftìme,e veramenterappfen ranci la corte d’un Papa, ed’un’ Imperatore, £: vn senato Viniziano : con/con molti gentiThuomini,e senatori di quella Republica,ritratti di natura», le. &c in fomma qued’opera è per grandezza,difegno,& belle, e varie attitu- dinitalecheèmcritamente lodatada ognuno. Dopo quella ftoria dipinfe Paulino in alcune camere,che fcruono al detto configlio de’Dieci, i palchi di figure a olio,che fcortano molto,e fono rarilTìme.Similmentedipinfeper an dare a san Maurizio,da san Moife,la facciata a frefco della cafa d’un mercati* re,che fu opera bellifltma.ma il Marino la va confumando a poco a poco. A Camillo Triuifani m Murano dipinfe a frefco vna loggia,& vna camera,che fu molto lodata. Et in san Giorgiomaggjoredi Vinezia fecein teda d’vna gran danza le nozze di Cana Galilea in teda a olio; chefu opera marauiglio farper grandezza,per numero di figure,e per varietà d’habiti,e perinuenzio ne. E fe bene mi ricorda vi fi veggionopiu di centocinquanta tedetutteva- nate,e fatte con gran diligenza. Al medefimo fu fatto dipignere da i procuratori di san Marco certi tondi angulari,che fono nel palco della libreria Ni cena,chealIasignoriafu lafciata dal Cardinale Bedarionecon vn teforo gra didimo di libri greci. E perche detti fignori,quando cominciarono a fare di pignere la detta liberia, promillero a chi meglio in dipignandola operade vn premio d’honore,oltre al prezzo ordinariofurono dinifi i quadri fra i mi gliori pittoriche allora fòdero in Vinezia: finita lopa,dopo edere datemol re ben cófiderate le pitture de’detti quadrigli poda vna collana d’oro al collo a Palili no,come a colui,che fu giudicato meglio di tutti gPaltri hauer’ope rato. Et il quadro,che diede la vi ttoria, Se il premio dell’honorcfu quello do ue è dipinta la mtifica ; nel quale fono dipinte tre bellidimedonnegiouani : vnadellequali,cheèla piu bella,fuona vn gran Lironedagamba,guardando a bado il manico dello drumen tOj e dando con l’orecchio, Se attitùdine della perfonajft:con la voceattcntifsma al fuono. Dell’altredue, vnafuona vn Liuto, e l’altra canta a libro, appreflò alle donne è vn Cupido fenz’ale,che fuona vn grauecembolojdimodrando^hedalla Mtificanafee Amore, ò vero,che A more è fempre in compagnia della Mufica ; e perche mai non fe ne parte lo fece fenz’ale. Nel medefimo dipinte Pan,Dio,fecondo i Poeti, de’Pa dorijcon certi Flauti di feorze d’albori,a lui quafi voti,confecrati da’Padori, dati vittoriofi nel fonal e. Altri due quadri fece Paulino nel medefimo luogo: in vno èl’Arifmetica con certi Filofofi vediti alla antica: e nell’altro l’Ho nore; alqualeed'endo in fedia, fi offendono facrificij ,efi porgono corone reali. Ma perciochequedogiouane è apunto in fui bellodell’operare,enoa arriuaa rren radile anni non ne diro altro per hora. E fimilmente Verone- fe,Paulo Farinato valente dipintore,ilquale edendo dato difcepolo di Nico la Vrdno ha fatto molte opere in Verona: ma le principali fono vnafala nel la cafa de’f umanelii Colorita a frefco è piena di varie llorie,fecondo’ che voi lcMeder Antoniogentd’huomo di quedafamiglia, efamofifsimo medico in tutta Europa: e due quadri grandissimi in sàta Maria in Organi nella cap pella maggiore. In vno de’qualièla doria degl’Innocentt;&nell’altro è qua do Godantino Imperatore d fa portare molti fanciugli innanzi,per vccider- gli,e bagnarfi del fangue loro,per guarir della lebbra. Nella nicchia poi del la detta cappella fono duegran quadri, ma però minori de’primi ; in uno è Chrido chericeuesan Piero,che uerfo lui caminafopra Tacque: e nell’altro il definare il degnare,che fa san Gregorio a certi poueri. Nelle quali tutte opere, che molto fono da lodare è vn numero grandiisimo di figure, fatte con difegno Audio,e diligenza. Di mano del medefimo è vna tauola di san Martino, che fu porta nel Duomo di Mantoa; laquale egli lauoro a concorrenza degl’al- tri fuo copatrioti,come s’èdétto pur’hora. E quello fiail fine della vita dell’eccellente Michele san Michele,edegl’altri valent’hnominiVeronefi,degni ■certo d’ogni lode,per l’eccellenzadeU’anLe per la molta virtù loro.
Jtne della vita di ^Michele s. Michele e Architetto,
e d’altri Veronefì.