RIDOLFO GRILL ANDAI j*?
Ulta di ‘Ridolfo ,Damt,eBenedetto Grii-laudai, Pittori fiorentini.
NCORCHE Non paiain vn certo modopoflìbile,chechi va imitandolefeguitale veftigiad’alcun’huomoeccell. nelle no-ftreartij non debba diuenirein gran partea colui (ìnule: fi vede nondimeno che molte volte i frategli,e’ figliuoli delle p-(òne fingolari non feguitano in cioi loro parenti, & (Irana- mcnte tralignano da loro. Laqual cofa nonpenlogia io,cheauengi perche non vi (ìa, mediante il (angue,la medefima prontezzadi (pirico,& il medefi« mo ingegno^ ma fi bene da altra cagione: cioè da i troppi agi, &c commodi, c edall’abondanza delle facultà,che non lafcia diucnir molte voltegl huomi* ni follccici a gli induftriofi. Ma non però quella regola ècolìfer-ma,che anco non auengaalcuna volta il contrario.
Dauit > e Benedetto Ghirlandai,fe bene hebbonoboniflimo ingegno harebbono potuto farlo, non però (eguitarono nelle cole dell’arte Domenico lor fratello: perciò che dopo la morte di detto lor fratello filmarono dal bene operare : conciofia che l’uno, cioè Benedetto andò lungo tempo vagabondo j Se l’altro s’andò (fidando il ceruello vanamente dietro al Musàico. Dauit adunque, ilquale era (fato molto amato da Domenico, Se lui amò parimente, e vino, e morto, finì dopo lui, in compagnia di Benedetto fuo fratello molte cofe cominciate da elio Domenico , e particolarmente la tauola di santa Maria Nouella all’Aitar maggiore, cioè la parte di dietro, che hoggi è ver(o il choro ; Se alcuni creati del medefimo Domenico finirono la predella di figure piccole,cioè Nicolaio fotto la figura di santo Stefano, fece vna difputadi quel santo con molta diligenza: e Francefco Granacci, Iacopo del Tedelco, e Benedetto fecero la figura di santo Antonino Arciuefcouo di Fiorenza , e santa Chacerina da Siena. Et in Chiefa in vna tauola santa Lucia,con la teda d’un frate vicino al mezzo della Chielajcon molte altre pitture, e quadri, che fono perle cafede* particolari. *
Eflendo poi dato Benedetto parecchi anni in Francia, doue lauorò1, guadagnò affai,e fe ne tornò a Firenze con molti priuilegij.e doni hauuti da quel Re in tedimonio della fuavirtìì.E finalmente hauendo attefo non lolo alla pittura, ma anco alla milizia fi morì d’anni 50. Et Dauitte »ancora che molto difegna(Ie,e lauorade:non pero padò di molto Benedettole ciò poter te auenire dallo dar troppo bene, e dal non tenerefermoilpenfiero all’arte ; laquale none trouata,fe non da chi la cerca,etrouata non vuole edere abbandonata, perche fi fugge. Sono di mano di Daujtte nell’orto de* Monaci de gl’Angeli di Firenze in teda della Viottola, che è dirimpetto alla porta che va in detto orto, due figure afrefeoa pie d’un Crucifido ,cioc San Benedetto, e San Romualdo, Se alcun’altre cofe limili poco degne, che di loro fi faccia alcuna memoria. Ma non fu poco poi che non volle Da« uitte attendere all’arte, che vi facede attendere con ogni dudio, e per quel- laincaminalle RIDOLFO figliuolodi Domenico, efuo Nipotercon- ciofude,che ed'endocoditi,ilquale eraacudodia di Dauitte,gioiunetto di bell’ingegno, fagli niello aelercitare la Pittura, edatogli ogni commo- dftà di dudiare dal zio, ilquale fi pentì tardi di non hauereegli dudiatola, ma confumato il tempo dietro al Mufaico.
Fece Dauit fopra vn grodo quadro di Noce, per mandarla al Re diFran* eia, vna Madonna di Mufaico con alcuni Angeli attorno, che fu molto lodata. E dimorando a Montatone Cadello di Valdelfa, per hatter quiui -oommodità di vetri, di legnami, edi fornaci, vi fece molte cofe di vetri, c Mufaici-, e particolarmente alcuni vali,che furono donati al Magnifico Lo- • irenzo vecchio de’ Medici-,etre tede, cioè di san Piero,e san Lorenzo,e -quella di Giuliano de’ Medici in vna reghiadi rame. Lequali fon’hoggi ■io guardaroba del Duca, Ridolfo in tanto,difegnando al cartone diMi- tcheiagnolo, era tenuto de migliori difegnatori,che vi fa-fietoje perciò molto amato da ognuno, e particolarmente da Raffaello Sanzio da Vr bino, chein quel tempo,effendo anch’egli giouane di gran nomc,dimo- rauain Fiorenza, come s’è detto, per imparare l’arte.
Dopohauer Ridolfo (Indiato al detto cartone, fatto che hebbe buona pra* tica nella Pittura, fotto Fra Bartolomeo di san Marco ; ne (apea già tanto,» giudizio de’ migliori, che douendo Raffaello andare a Roma, chiamato da Papa Giulio secondo, gli lafciòa finire il panno azurro, & altre poche cofe, che man cauano al quadro d’una Madonna, che eglihauea fatta per alcuni gcntil’h uomini Sanefi * ilqual quadro finito , che hebbe Ridolfo con molta diligenza, lo mandò a Siena . H non fu molto dimorato Raffaello a Roma, che cercò per molte vie di condurre là Ridolfo j ma non ha- uendo mai perduta colui la cupola di veduta (comefi dice,) ne fapcndofi arrecare a viuere fuor di Fiorenza, non accettò mai partito, che diuerfo, o contrario al fuo viuere di Firenzegli fililepropofio.
Di pi nfe Ridolfo nel Monafterio delle Monache di Ripoli due tauole a olio > jn vnala Coronatione diN. Donna; e nell’altra vna Madonna in mezzo a certiSanti. NellaChiefa diSan Gallofecein vna tauolaChrifto, chepor- tala Croce con buon numero di soldati 5 de la Madonna, & altre Marie, che piangono infieme con Gionanni:mentre Veronica porge ilSudario aedo Chrifto,con prontezza,e viuacità. Laquale opera,in cui fono molte tefte bellifiìme: ritratte dal viuo,efatte con amore,acquiftò gran nomea Ridolfo. Vie ritratto fuo padre, 8c alcuni garzoni, che ftauano Ceco. E de’(uoi amici il Poggino 5 lo Scheggia, & il Nunziata, che è vna tefta viuilfima . llquale Nunziata, fe bene era dipintoredi Fantocci, era in alcune cofe perfona rara; Se rnaiììmamente nei fare fuochi lauorati,e legnandole,chèfifaceuanoognianno,persan Giouanni. Epercheera coftui perfona burleuole,e facera,haueua ognuno gran piacere in con- uerfando con elio lui. Dicendogli vna volta vn Cittadino, che gli difpia* ceuano certi dipintori, che non fapeuano fare fe non cofe lafciue,e che perciodefideraua, chegli facefie vn quadro di Madonna, che hauefle I’hoa nello,fulfe attempata ,enon moueflealafciuia,il Nunziata glienedipinfe vna con la barba. Vn’altro volendogli chiedere vn Crucififloper vna camera terrena, doue habitaua la State, e non fapendo dire, fe non io vorrei vn Crucififloper la State; il Nunziata, che lo feorfeper vn goffo ,glie nefecevnoin calzoni. Ma tornando a Ridolfo, eflendogli datoafare per il Monafterio di Ceftello, in vna tauola la Natiuità di Chrifto, affatican- dofi aliai, per fuperarc gl’Emuli fuoi, conditile quell’opera con quella maggior fatica, e diligenza, che gli fu polfibile,facendoui la Madonna, che «dora Chrifto fanciullino, san Giufeppo, e due figure in ginocchioni, cioè San Francefco, e San Hieronimo. Feceui ancora vn belliflimo paefe molto limile al Saffo della Vernia, doue San Francefco hebbe le ftimmate;& fopra la Capanna alcuni Angeli, che cantano. E tutta l’opera fu di colorito molto beilo, e che ha aflai rilieuo.
Nel medefimo tempo,fattavnatauola,cheandòaPiftoia, mifemanoa due altre perla compagnia di s.Zanobi,*che è a canto alla Canonica di santa waria del Fiore; lequali haueuanoa mettere in mezzo la Nunziata, che già vi fece,come fi difte nella fu a vita, Mariotto Albertinelli. Conclude cinque Ridolfoafinecon molta fodisfàzione de grhuomini di quella compagnia le duetauole;fàcendoin vnasan Zanobi,cherihifcita nelborgode gl’Albizi di Fiorenza vn fanciullo, che è ftoria molto pronta,e viuace, per edemi tede adai, ri tratte di naturale,& alcune dotine, che inoltrano vàiamente allegrez zi, e ftnpor’ nel vedere rifufeitare il putto e tornargli lo spinto : e nell’altra è quando da sei Vefcoui è portato il detto san Znnobi morto da san Lorenzo, do uè era prima fotterrato,a santa Maria del Fiore $ e che paflando pia piazza di san Giouanni,vn’olmo che vi era fcccho,doue è hoggi per memoria del miracolo vna colonna di marmo con vna Croce fopra, rimile fubiro, che fu per voler di Dio toccho dalla cada, doue era il corpo Tanto,lefrondi,& fece fiori. Laqualepitturanon fu men bella,che Falere fopradette di Ridolfo. E perche quelte opere furono da quedo pittore fatte viuendo ancor Dauit Tuo zio, n’haueua quel buon vecchio grandiflìmo contento, c tingraztaua Dio d’cller tanto viiiuto,chc vedea la virtù di Domenico quafi riforgere in Ridolfo. Ma finalmente edendo d’anni fettanta quattro, mentre fiappa- recchiaua,cofi vecchio per andarea Romaa prendere il santo Giubileo,s amalo, e morì l’anno 1515, e da Ridolfo hebbe fepoltura in santa Maria No- uella,douegl’a]tri Ghirlandai. Hauendo Ridolfovn fuofratello negl’Ange li di Firenze,luogo de’Monaci di Camaldolr,chiamato Don Bartolomeo,ila quale fu religiofo,veramente coftumato,eda bene:Ridolfo,che molto l’ama ua gli dipinfe nel Chioftro,cherifponde in full’orto , cioè nella loggia douc fono di mano di Paulo Vcello dipinte di verdaccio le ftonedi san Benedetto,entrando perla porta dell’orto a man ritta* vna ftoria, doue il medefimo santo fedendo a tauola con due Angeli a torno, afpetta cheda Romano gli fia mandato il pane nella grotta,il Diauolo ha fpezzato là corda co’ fafli. Et il medefimo, che mette l’abito a vn giouane. Mala miglior figuradirutte quelle,che fono ih quell’archetto,è il ritratto d’un Nano, che allora ftaua al la porta di quel Monafte. Nel medefimo luogo, fopra la pila dell’acqua santa,all’entrare in Chiefa dipinfe a frefeo di colori, vnaN. Donna col figliuolo in collo,(Scalcimi Angioletti a torno belliflìmi. E nel chioftro,che è dinanzi al capitolo fopra la porrà d’una capelletra dipinfe a frefeo in vn mezzo tot) do,san Romualdo,con la Chiefa dell’Heremo di Camaldoliin manò.E non molto dopo,vn molto bel Cenacolo,cheèin teftadel Reffettoriodei medefl mi Monache quefto gli fece fare Don Andrea noftì Abbate, ilquale era flato Monaco di quel Monafterio,e vi fi fece ritrarre da bado in vn canto.Dipin- fe anco Ridolfo nella chiefina della Mifericordia in filila piazza di san Gioua ni in vna predella trebelhftìrae ftorie della N. Donna, che paiono miniate. Età Mathio Cini in full’angolo della fua cafa,vicino alla piazza di santa Maria Nouella in vn rabernacolcttola N.Donna, san Màthia A portolo,san Dò menico,edite piccioli figliuoli di erto Mathio Ginocchioni, ritrattidf natu* tale.LàquaPopera,ancor che piccola,è rnoltoEella, egratiofa. A Ile Monache di sanGiròlamo dell’ordine di san'francefco de Zoccholi,fopra la corta di sa fGiotgio,dipinfe due tauole:in vna è san Girolamo in penitenza molto belici (e (optane! mezzo tondo vna Natiuitàdi Giefu Chrifto,e nell’altra,cheèdi- Srifiqpetto a quefta, è vna Nunziara,e fopra nel mezzo tondo santa Maria Maddalena balena,che fi comunica. Nel palazzo,che è hoggi del Duca, dipinfe la Ca- pel!a,doue vdiuano Mefia i Signori, facendo nel mezzo della volta la sancif- mà Trinità.e negl’altri fpartimenti alcuni pmtijche tengono i mifterij della paflionc,ealcune refte fatte per i dodici A portoli jiiei quattro canti fece gl’E uangeliftidi figure intere.<S<: in certa TAngeloGabriello,che annunzia la ver gine, figurando in cèrti paefi, la piazza della Nunziatadi Firenze fino alla Chiefadi san Marco.Laquale tutta opera, èottimamentecondotta,e có mol ti,e belli ornamenti E quefta finita, dipinfe in vna tauola , chefu porta nella Pieue di prato la N.Donna,che porgela Cintola a san Tomafo,che èinfieme congl’altri A'poftoIi.Etin Ogni santi fece per Monfignorde’ Bona fè, speda lingo disanta Maria nuoua,e Vefcouo di Cortona, in vna tauola la N. Donna, sanGiouanni-Battifta,esan Romualdo, Etal medefimo,hauendolo ben feruito»fecèalcun’altr’opere, dellequali non accade far menzione. Ritraile poilc tre forze d’Hercole,chegia dipinle nel palazzo de’ Medici Anton Pollaiolo,per Giouambattifta della Palla,che le mandò in Francia.Hauendo fac to Ridolfo quelle, e molte altre pitture, e trouandofi in cala tintele malleri zie da lauorare il Mufaico, che furono di Dauit fuo zio, e di Domenico fuo padre, & hauendo anco da lui imparato alquanto a lauorare deliberò voler prouarlì a far alcuna cofa di Mufaico,di fua mano j & coli fatto, veduto che ‘gli riulciua,tolfe a lar l’arco cheè fopra la porta della Chiefa della Nunziata, nelquale fecel’Angelo, che annunzia la Madonna. Ma perche non pateua hauer pacienza a commettere que’ pezzuoli, non fece mai piu altro di quel meftiere. Alla compagnia de’ Battilani a fommoil Campaccio a vna loro Chiefetta,fece in vna tauola l’Afiunzione di N.Donna, con vn choro d’An- geli,egr’Apoftoli intorno al fepolcro. Ma efiendo per dilauenturala ftanza doue ell’era ftata piena di feope verdi da far baftioni l’anno dell’adediojquel l’humidità rinreneri il geflo,e la fcortecciò tutta.Onde Ridolfo l’hebbe a ri fare>evi fi rirrad'e dentro. AllaPienedi Giogoliin vn tabernacolo,cheèm filila ftrada,fece la N.Donna con due A ngeli.Et dirimpetto a vn Mulino de* Padri Romiti di Camaldoli,che è di là dalla Certofa in fulLEnia, dipinfe in vn’altro Tabernacolo a frefeo moire figure. Per lequali cofe veggendofi Ridolfo edere adoperato a baftanza,& ftandofi bene,e con buone entrate, nò volle altrimente ftillarfiil ceruello a fare tutto quello, che harebbe potuto nella Pittura, Anzi andò penfando di viuere da galantuomo, e pigliartela come veniua.Nella venuta di Papa Leone a Firenze, fece in cópagniadi luoi huomini,e garzoni quali tutto l'apparato di cala Medicijacconciò la faladei Papa,e l’altre danze, facendo dipignere al Puntornio?come fi è detto la Ca- pella. Similmentenellenozzedel Duca Giuliano, e del DucaLorenzo fece gl’apparati delle nozze, & alcune profpettiue di Comedie. E-percfiefu da que’ Signori per la fua bontà molto amato, hebbe molti vffìcij per mezzo lo ro,e lu fatto di Collegio,come Cittadino honorato. Non fi (degnò anco Ridolfo di far drapelloni,ftendardi,& altre cofe limili adai, e mi ricorda hauer gli fentito dire,che'tre volte'feoe'le bandiere delle potéze, die foleuano ogni anno armeggiare,e tenere in fella la Citta.Et in fomma fi lauoraua in bottega fua di tiutciecolejonde molti giouani la frequentauano, imparando cia- lcuno quello che piu gli piaceua, Onde Antonio del Ceraiolo, ellendo ftato eo Lorenzo di Credi,e poi con Ridolfo ritiratoti da per Ce fece mofte opere, e ritratti di naturale. In san iacopo tra forti è di mano di quefto Antonio in vna tauolasan Francefco.e santa Madalenaa pièd’un crucifitTo, e ne’Semi, dietro’aH’Alrar maggiore,vn san Michelagnolo ritratto dal Ghirlandaio nel Lolla di santa Maria nuoua.Fu anche difcepolo di Ridolfo,ed portò benirtR mo,Marianoda Pefcia,di mano delqualcèvn quadro di N.Donna,có Chri fio fanciullo,santa Lifabcta,e sari Giouanni,molto ben fatti,nella detta Cap pelladi palazzo,chcgiadipinfe Ridolfo alla Signoria. Il mcdedmo dipinte di chiarofcuro tutta la cafa di Carlo Ginori nella ftrada, che ha da quella famiglia il nome,facendoui teorie de’ fatti di Sanfone,con bellillìma maniera . E fe coftui hauerte hauuto piu lunga vita,che nò hebbe,farebbe riufcito ecc, Difcepolo parimente di Ridolfo fu Zoto del Nunziata,ilquale fece in s.Pie- ro Scheraggio con Ridolfo vna tauola di N.Donna col figliuolo in braccio, cduesanti.Matopra tutti gl’altri, fu carifllmc aRidoIfovn difcepolodi Lorenzo di Credi,ilquale dette ancho con Antonio del caraiolo,chiamato Mi chele;per edere d’ottima naturaiegiouane,che conduca le fue opere con fierézza,e lenza dento.Coftui dunque,tèguitando la maniera di Ridolfo,lo ra- giunfe di maniera,che doue hauea da lui a principio il terzo dell’utile,fi con dudero afare infiemel opere a metà del guadagno.Oderuò fempre Michele Ridolfo,come padre,e l’amo,e fu da lui amato di maniera, che come cofa di lui è dato fempre, Se èancora,nonperaltro cognome conotciuto,chep Michele di Ridolfo.Coftoro dico,che s’amarono come padre,e figliuolo,lauo- rarono infinite opere infieme,e di compagnia.E prima per la Chiefa di s.Fe- iicein piazza,luogo allora de’ Monaci di Camaldoli,dipinfero in vna tauola, Chnfto,ela N.Donna in aria,che pregano Dio padre per il popolojda bado] doue fono ginocchioni alcuni santi.In santa Felicita fecero due espelle afre fco,tirateviapraticamente:in vnaèChrifto morto con le Marie, e nell’altra 1’AtTun ta con alcuni santi. Nella Chiefa delle Monache di san Iacopo dalle murate feciono vna tauola per il Vefcouo di Cortona de Bona fè:e dentro al Monafterio delle donne di Ripoli.In vn’altra tauolalaN.Donna,e certi san ti. Alla capella de segni fotto l’organo,nella Chiefa di santo Spirito fecero fi- milmcnrein vna tauola la N.Donna,sant’Anna,e molti altri santi. Alla com pagniade’Neri, in vn quadro la decollazionedi s. Giouanni Battifta. Etin Borgo s.Friano alle Monachine,in vna tauola la Nunziata. A Prato in s.Roc choin vn’altra dipinferos.Rocche,san Bateiano,eia N.Donna in mezzo.Parimente nella cópagnia di s.Bafiiano a lato a s. Iacopo fopr’A rno fecero vna tauola,dentroui laN.Donna,s.Baftiano,eS.Iacopo. Et a S.Martino alla Palma vn’alcra. E finalmente al Signor Aledandro Vitelli in vn quadro, che fu mandato a Città di Cartello, vna Sant’Anna ; che fu porta in san Fiordo alla capella di quel signore. Ma perche furono infinite l’opere, Se i quadri, che ▼feirono della bottega di Ridolfo,e molto piu i ritratti di Naturale,dirò folo, che da lui fu ritrattoli signor Cofimo de’Medici,quado eragiouinetto,che lu bellillìma opera,e molto lòmiglianre al vero.Ilqual quadro fi ferba ancor hoggi nella guardaroba di tua Ecc. Fu Ridolfo fpedito,e pretto dipintorein certe cofe, e particolarmente in apparati di fette. Onde fece nella venuta di Carlo V.lmperadore a Fiorenza, in dieci giorni vn’arco al canto alla Cuculia, lìa.Et vn’altro Aicho in breuiffimo tépo alla porta al Prato nella venuta del- l’Illuftrifs.Signora Duchefla Leonora,come fi dirà nella vita di Battifta Frati ' co alla Madonna di Vertigli, luogo detonaci di Camaldoli, Fuor della terra del Monte san Sauino,fece Ridolfo,hauendo feco il detto Battifta Fraco, e Michele,in vn chioftretto tutte le ftorie della vita di Giofefdi chiaro fcuro; in chiefalerauoIedell’Altar maggiore,&a frefco vna VifitazionediN.Don« na,che è bella quan to altra opera in frefco, eh e mai facefle Kidolfo.Ma fopra tutto fu belliftìma figura nell’afpetto venerando del volto,il San Romualdo, che è al detto Aitar maggiore. Vi fecero ancho altre pitture,tnabaftihaucre di quelle ragionato. Dipinfe Ridolfo nel palazzo del Duca Cofimo nella ca- meraverdevnavoltadigrottefche,enellefaccrate alcuni paefi, che molto piacquero al Duca. Finalmente inuecchiatoRidolfo fi viueua affai lieto ha- uendo le figliuole maritate, e veggendo i mafehi aliai bene auiati nelle cofe della mercatura in Francia,& in Ferrara. E fé bene fi rrouò poi in guifa op- prefto dalie gotte,che e? ftaua fempre in cafa,o fi facea portare fepra vna fege gioia,nondimeno portò fempre con molta pacienza quella indifpofizione * Se alcune difàuenturede’figliuoli. E portando cófi vecchiograndeamoreaì le cofe deH’arte,voleuaintendere;&: alcuna volta vedere quelle cofe,che feti lina molto lodare di fabbriche,di pimire, & altre cofe firn ili, che giornalmen te fi faceuano.Et vn giorno, che il Signor Duca era fuor di Fiorenza, fattoli portare foprala fua feggiola in palazzo,vi definò,e flette tinto quel giorno a guardare quel palazzo tanto hauolco, e rimutato da quello, che già era, che egli nonio riconofceua. E la fera nel partirli dille, io moro contento, pero che potrò portar nuouadi la a 'i noftri Artefici, d’hauere veduto rifufeitare vn morto,vn brutto diuenir bello,Se vn vecchio ringiouenito. VifTe Ridolfo anni fetrantacinque,e mori l’anno 1560,e fu fepolto.douei fuoi maggiori in santa Maria Nouella.E Michele fuo creato, ilquale, come ho detto, non è chiamato altrimen ti, che Michele di Ridolfo, ha fatto dopo che Ridolfo Iji- fciò l’arte,tre grandi Archi afrefcofopraalcune porte della Citta di Firenze, A S.Gallo la N.Donna,s.Ciouanni Battifta,e san Cofimo, che fon fatte coti belliffima pratica. Alla portaal Prato altre figure fimili.Et alla portatila Cro ce!aN.Donna,s.Giouanni Battifta,esanto Ambrogio. E' rati ole, e quadri fen za fine,fatti con buona pratica.E-t io per la fua bontà,c fuffìcienza l’ho adope rato piu volte,infieme con altri nell’opere di palazzo,con mia molta fodisfa- zione,ed’ognuno.Ma quello,che in lui mi piace fommamente,oltre avellere egli'veramente huomo dabene, coftumato, e timorato di Dio,fi c,che ha fempre in bottega buon numero di Giouinetti, ai quali infegna con incredi bileamoreuólezza.Fu anco difcepolo di Ridolfo, Carlo Portegli da loco di Valdarno: di fopra di mano delquale fono in Fiorenza alcune tauole,& infini ti quadri; in santa Maria Maggiore,in santa Felicita,nelle Monache di Moti ticelli.Et in Ceftello la tauola della capellade’ Baldefi a man ritta all’entrare di Chiefa,nellaqualeèil martirio di santo Romolo Vefcouo di Fiefole, .
Jl file delia vita dì Ridolfo Ghirlandai >
Pittore Fiorentino,