Vita di1Daniello Ricciarelli da Volterra >
*T ittore^ Scultore.
A VE NDO Daniello quando eragiQuanetttO'imparatp alquan-to àdifegnareda Giouanni Antonio Soddoma,ilqualeandc> à fare in quel tempo alcuni lauori in quella Città; partito che fi fu, fece elio Daniello molto migliore, e maggiore àcquifto forto Baldaflarre Peruzzi,chefotto la disciplina di eflo Sod- doma fatto non haueua. Ma per uero dire,con tutto ciò,non fece per allhora gran riufcita. E quello, percioche quanto metteua fatica,e ftudio, Spinto da unagranuoglia,in cercando d apparare j altre tanto all’incontro il feruiua poco l’ingegno,e la mano.Onde nelle fue prime opere,che fece in Voi terra,fi conofce una grandiflìma,anzi infinita fatica; ma non già principio di bella, e gran /gran manièra, ne òàghezza, ne grazia, n e inuenzione. Comefi.èueduto a buon’hóra in mólti altrij che fono nati per efiere Dipintorijiquali hann° moftro ancho ne’primi pri’ncipii, facilità,fierezza, & faggio di qualche buona maniera/Anzi lèprime'cofe di coftui moftrano edere fiate fatte neramente da un malinconico, efifendo-piene di (ferito, e condotte con molta patien- za,e lunghezza di tempo.Ma uenendo alle fue opere,per lafciar qnelle, delle quali non è da far conto *, fece nella fuagiouanezzain Volterraafrefco la fac ciara di M. Mario Maffei,di chiaro fcuro,che gli diede buon nome, & gli acqui ftò molto credito Laquale,poi che hebbefinita,uedendo non hauer qui- tii concorrenza,che lo fpign elle a cercare di lalirea.miglior grado *, e non efT fere in quella città opere,ne antiche, ne moderne, dalle quali potelfe molto imparare, fi rifóluètre di andare per ogni modo a Roma, doue in tedeua, che
• alihora non erano molti,che attendefierò alla Pitturala- Perino del Vaga in fuori.Ma prima,che partilfe, andò penfahdo diuoler portare alcun’opera finita, che lo facdle^ronofcere. Èrcoli, hauendo fattoio una tela un Chrifto a olio,'battuto alla colonna,con molte figutìe, e mefioui in farlo tutta quella diligènza, cheèpofiibile, feruendofi di modelli; e ritratti daljùiuo, lo.portò, feco. £ giunto in Roma,non ui fu fiato molto', che per. mezzo diamici, mo*» ftrò al CardinaleTriulzi quellapitturajlaqualeinmodo gli fodisfece,che no pure la compero -, mapofegrandifsima affezzione a Daniello : mandandolo poco apprefló a lauorare doue hauea fatto fuor di Roma a un fuo Cafàle dee to Salone un grandifsitno cafamento, ilquale faceua adornare di fontane, flucchi,e pitture, &doue apunto allora lauorauano.Gianmaria da Milano, Scaltri alcune danze di ftucehiiegrottefche. Qui dunque giunto Daniello,fi perla concòrrehzà,è fi per ferrine quel Signorevdal quale poteua molto ho-, fiore,tk utile fperare, dipinte in compagnia di colorordiuerfe cofe in molte ftanze,e joggie-,e particolarmente uitbc'emolte groctefchè, pienedi uarie-fc- minette.Mafopra tutto riufeì molto bèlla una ftoria di Fetonte fatta a'frefco di figure grandi quanto il naturale, ■& un fiumegrandifsimo, che ui fece, il-; quale è una molto buona figura,lequàli tutteopere,andandofpeflo il detto Cardinale a uedere,e menando fcco hor-urio,hor altro Cardinale, furono ca gipne,che Daniello faceffe có molti di lóro feruitù,&amicizia.Dopo;hàuédo. Pèrino del Vagà’filqualèallora fàcetià àllaTrinitàlaCapella di M.-Agnolo, de’Maffimi;bifogno d^un giouane,chegl’aiUtafle,Danielloichedifiderauadi acquiftare,tirato dalle promelfe di colui; andò à flar.feco,egl’aiuto fare,neU foperadi quella Capellaalcune cofedequàli cohdulfecon.molca diligenza a. fine. Hauendo fatto Perino manzi al lacco di Roma, come s’è detto, alla Ca- pella del Crucififiodi San Marcello riélla1 unitala- creazione di Adamo ed Euagrandi quanto il muore molto maggiori dueEuangelifli, cioèSan Gio- uanni -, e fan Marco , & àncho nonfiniti del tutto, perchè la figura del San Giouannìmancaua dal.mezzó in fu,-gl’h'uomini di quella compagnia fi rifcl* nerono,quando pòi furono quietatele cote'di Romaiche ilmedefirno Perino fihifie quell’opera. Ma haóendo altrcT, che fare, fattorie! cartoni la fece • finirea Daniello’,ilqualefini il-Snn Gsouannijlafciatoimperfèttoifecédel cut rogl’altri dueEiiangelifii San Luca,eSan Mattheo , nel mezzo due putti, .che tengono un candelieri,.-E nell’ateodella faccia,che.me.tte in mezzo la.fi-nefira, due Angeliche uolando.è dando fqfpefi in fu l’ale, tengono in mano mifterij della pafsione di Giefu Chrifto. E l’arco adornò riccamente di grottelclie,e molte belle figurine ignude. E t in soma fi portò in tutta quella opera bene oltre modo,ancor che m mettefle aliai tempo. Dopo haucndo il medefimo Perinodato a fare a-Daniello uri fregio nella Sala del palazzo di M. Agnolo Matììmi con molti partimenti di ftuccho,& altri ornamenti e Ho rie de fatti di Fabio MalìImo,fi portò tanto bene, che ueggendo quell’opera la Pignora Elena Orfina,Scudendo molto lodare la uirtù di Daniello,gli die de afare una fua Capella nella Chiefa de Ila Trini ràdi Roma, in fu’l mote, do ueilanno i Irati di San Fxanceico di Paula. Onde Daniello mettédo ogni sfor zoje diligenza, per fare urfopera rara, laquale il facefleconofcere per eccellènte Pittore, non ficuròmetterui le fatiche di molti anni ; Dal nome-dutr- qùedi quella Pignora,dandòfi alla Capella il titolo della Croce di Chrifto no ftro Saluatore,fi tolfc il fuggetto de’fatti di S-Elena.E cofi nella tauolà princi pale facendo Daniello GiePu Chrifio > che è depoflo di Croce da GiofefFo, c Nicodemo, & altri difcepoli,loPuenimento di Maria Vergine,PoflenutaPo« pra lé.braccia da Madalena,Sc altre Marie,moflrò grandiPsimo giudizio,e di efler raro huomojpercioche oltre al componimento delle figure,che è molto riccho,il Chrifto è ottima figura, e un belliflimo Pcorto, uenendo co i pie d/finanzi,SCcol refto in dietro.Sono fimilmènte belli,e difficili fcorti,e figure quelli di coloro,che hauendoloPconfitto, lo reggono con le falde,ftando Popra certePcale, e moftrando in alcune parti l’ignudo fatto con moltagra- zia.Incorno poia quella tauolafece un belliflimo,e uariootnamento di ftuc chi,pièno d’intagli,e con due figure,che foftengono con la tefta il frontone,- mentre con una mano tengono il capitello, & con l’altra cercano metterò la colettila’; che lo règga,laquale, e polla .da piè in fulla bafa,,fottQÌl.capite!« ló.lacjuàle opera è fatta con incredibile diligenza. Nel l’arco Popra là tauola. dipinPe a frePco due Sibille, che fono le migliori figure di tutta quell’opera.. Lequali Sibille mettono in mezzo la fineftra,che è Popradimezzo di detta ta? uola;c dà lume a tutta la Capella. La cu i uol ta è diuiPa in quattro parti, con bizarro, uario, e bello Ppartimento.di litichi, e grottePche, Patte con nuoue fantafie di maPchere,e felloni;Déntro à i quali Pono quattro ftone della Cro ce,edilantaElcna,madrediGoftaritino. Nella prima è quando auantila palsione del Saluatore Pono Pabricate tre Croci. NellaPeconda,quando Pania Hclena comanda ad alcuni.Hebrei,che le inPegnino le dette Croci. Nella terza,quando non udendo elsi inPcgnarle;ella fa mettere in un pozzo colui, che le lapeua.E nella qtfarta,quando colui inPegna il iuogo,doue tutte, e tre erano fotterrate.Lequali quattro ftorie Pono belle oltre ogni credenza,e con dotte co molto ftudio,Nelle Paccie dalle hande fono altre quattro ftorie,cioè duejp Paccia,eciaPcuna è diuiPa dalla cornice, chejfal’impofta dell’arco,Popra cui poPa la crociera della uolta di detta Capella. In una è Santa Elena, che fa cauared’un pozzo la Croce Santa,el’altredue.E nella feconda quando quel la del Saluatore Pana un’infermo.Ne quadri di Pottoa man ritta,la detta Santa quella di Chrifto riconofcc nel riPuPcitare un morto Popra cui è pofta.Ncl l’ignudo del quale morto mife Daniello incredibile ftudio, per ritrouarci malcoli,e rettamente tuCtelepartideirhuomo.il che Pece ancora in coloro, che gli mettono adotto la Croce,e ne i circondanti,che danno tutti dupidi a neder quel miracolo. Etoltreciò.è fatto co molta diligéza un bizarro catalet to con una oliatura di morto,che l’abbraccia, condotto con bella inuenzio- ne,e molta fatica. Nell’altro quadro,che à quedo è dirimpetto,dipinfe Era- elio Imperadore:ilqualcfcaIzo, a piedi,& i camicia mette la Croce eli diritto nella porta di Roma,doue fono femine,huomini,e putti ginocchioni, chel’a dorano,molti Tuoi Baroni» & uno daftìere, chegli tieneilcauallo. Sotto per bafamento,fono per ciafcunaduefeminedi chiaro feuro, e fatte di marmo , molto belle, lequali modrano di reggere dette dorie . E lotto l’archo primo della parte dinanzi, fece nel piano per lo ritto,due figure grandi quanto il ui uo;un San Francefco di Paula,capo di quell’ordine,che uffizia la detta Chic fa,& un San Hieronimo tiedito da Cardinale, che fono due bónifsime fìgu- rc,fi come anche fono quelle di tutta l’opera ; laquale condufle Daniello in fette anni,& con fatiche,e dudio inedimabile. Ma perche le pitture,che fon fatte per quedauia hanno femprc del duro,e del difficilejtnanca qued’opcra d’una certa leggiadra facilità,che fuole molto dilettare. Onde Daniello ftefe fo confeflando la fatica,che haueua durata in qued’opera,e temendo di quel lo,chegl’aucnne,edi non edere biafimato fece per fuo capriccio,e quali per fuadefenfipne,forco i piedi di detti due Santi,due doriettedi dticcho di baffo rilieup.Nellequali uolle moftrare,cheetterìdofuoi amiciMichel’Agnolo Buonarroti,e fra Badiano del Piòbo(l’opere de’quali andaua imi tando, &c of tornando i precetti) fe bene faceua adagio,& cóidento,nódimeno il fuo imi tare quei due huomini poteua badare a difenderlo da i morii degl’inuidio- fì,c maligni, la mala natura de’qusli è forza, ancor che loro non paia, che fi fcuopra.'In una dico diquede doriette fece molte figuredifatiri,ch.eauna dadera pefano gambe,braccia,& altre membra di figure,per ridurre al netto quelle,che fono a giudo pefo,edànobene,c per dare lccattiue,a Michel’A- gnolp,e fra Badiano,che leuanno conferendo. Nell’altra è Michel’Agnolo, che fi guarda in uno fpecchio,di che il fignificato èchiariflimo. Fece fimilmé teindue angoli dell'archo dalla banda di fuori due ignudi di chiaro feuro, che fono della medefima bontà,che fono l’altre figure di quell’opera. Laqua le fcopcrca,che fu dopo fi lungo tempo,fu molto lodata,e tenuta lauoro bel- lillìmo,e diffìcile,& il fuo Maedro eccellentidìmo. Dopo queda Capella gli fecé Àleflandro Cardinale Farnefe in una danza del fuo palazzo, cioè in fui cantone,fono unodique’palchi ricchilEmi, fatti con ordinedi Maedro An tonio da San Gallo a trecameroni, che fono in fila, fare un fregio di pittura bellifsimo con una doria di figure per ogni faccia, che furono un trionfo di Baccho bellifsimo, una caccia, & altre (muli, che molto fodisfecero a quel Cardinale.Ilqtiale, oltre ciò, gii fece fare in piùluoghi di quel fregio un Lio corno in diuerfi modi in grembo a una u ergine, che è Firn prefa di quella Ulu ttrifsirnajfamiglia.Laqualeoperafucagione,chequelfignoie,ilqualeèfem- pre dato amatore di tutti gl’huomini rari,e uirtuofi,lo fauoriflefemprere più harebbe fatto, fe Daniello non filile,dato cofi lungo nel fuo operare. Ma di quedo non haueua.colpa Daniello,poi che fi fatta era lafua natura, & ingegno,Et egli piu rodo fi cor,ternana di dire poco,e bene7cheattai,e nò cofi bene, Adunque,oltre ali‘affezione,che gli porraua il Cardinalato faijorì di ma. ‘ niera il Sig. Annibaie Caro appretto i Tuoi (ignori Farnefi,che (empre l’aiuta fono. E a Madama Margaritad’Auftria figliuola di Carlo Quinto, nel palaz zo de’Medici a Nauona, dello fcrittoio delquale fi èfaueliato nellauitadell’Indaco, in orco uani dipinfeorto doriate de’fatd, de opere illuftri di detto Carlo Quinto Imperatore con tatua diligenza, e bontà, che per fimilecofa non li può quali (are meglio Eflendo poi l’anno i 547. morto Ferino del Vaga, & hauendo lafciara imperfetta la Sala de i Re, che come fi è detto è nel pa lazzo del Papa,dinazi alla Capella di Sifto,& alla Paulina,per mezzo di molti arniche fignori,e particolarmente di Michel’AgnoIo Buonarroti,fu Ha Papa PaoloTerzo metto in fuo luogo Daniello, con la medefimaprouifione, che haueua Pelino, &C ordinatogli, che dette principio a gl’ornamenti delle facciate.ches’haueuanoafare di ttucchi, con molti ignudi tutti tondifopra certi frÓtoni.E perche quella Sala romperlo (ei porre grandi di Mifchio, rre per banda,& una loia facciata rimane intera, fece Daniello fopraogni porta qtiafi un Tabernacolo di ftuccho bellifiìmo. In ciafcuno de’quali difegnaua fare di pittura uno di quei Re,che hanno difefa la Chiefa Apoftolica.E fegui tare nelle facciate iftoriedi que’Re,checon tributi,ò uettorie hanno beneficato la Chiefa.Onde in tutto ueniuano a etterefei ftorie.efei Nicchie. Dopo lequali Nicchie, ò uero Tabernacoli,fece Daniello con l’aiuto di molti, tutto 1 l’alcro ornamento ricchiilìmo di ttucchi,che in quella Sala fi uede,ftudiando in un medefimo tempo i Cartoni di quello,che haueua difegnato far in quél luogo,di pittura.IlchefattOjdiede principio a unadelle ftorie,ma non ne di- pinfe più, che due braccia in circa, e due di que’Re ne’Tabernacoli di ftuccho fopra le porte,perche ancor, che fufte lollecitato dalCardinaleFarnefe, e dal Papa; fenza penlare,che la morte luole fpette uolte guadare molti dife- gni,mandò l’opera tanto in lungo,che quando foprauenne la morte del Pa a pa l’anno 1549. non era fatto fe non quello,cheè detto ; perche hauendofi a fare nella Salacche era piena di palchi,e legnami,il cóclaue. Fu neceflariogec tare ogni cofa per terra,efcoprire l’opera. Laquale cftendo uedutadaogn’u no,l’opere di ftuccho furono,fi come meritauano, infinitamente lodate, ma non già tanto i due Re di pittura; percioche pareua, che in bontà non corri fpondefteno all’opera della Trinità, de che egli hauette con tanta commodi- tà, e'ftipendi] honorati più rotto dato a dietro , che acquiftato ; Eftendo poi creato Pontefice l’anno 15JO.GmlioTerzo,fi fece inanzi Daniello,con amici» «con fauorfiper haucre la medefimaprouifione, e feguitare l’opera di quella Sala, ma il Papa non ui hauendo uolto l’animo, diede Tempre pattata. Anzi mandato per Giorgio Vafari,che haueua feco hauuto feruitù infino quando etto Pontefice era Arciuefcouo Siponrino, fi feruiuadi lui in tutte le cofe del difegno. Ma nondimeno hauendo lua Santità deliberato fare unafontanain teda al Corridore di Bel Vedere,e non piacendogli un dilegno di Michel’A gnolo,nelqualé era Vn Moife, che percotendo la pietra, nefaceuaufeireacqua, per efter cofa, che non potea condurfi fe non con lunghezza di tempo j uolendolo Michel’Agnolo fardi marmojma il configlio di Giorgio, ilquale fu,che la Cleoparra figura diuina, e ftata fatta da’Greci, fi accommodafle in quel luogo,ne fu dato,per mezzo del Buonarroto, cura a Daniello con ordine,che in detto luogo facefte di ftucchi u na grotta,dentro laquale fufte la det ta ta Cleopatra collocata. Daniello dunque, hauendoui niello mano, anchor che fu ile molto follecitato,lauorò con tanta lentezza in quell’opera finì la fla za fola di ftucchi, Se di pitture ma molte altre cole che’l Papa uoleuafareuc- dendo andare più allungo, che non penfaua, cheufcitoriela uogliaai Papa, non fu altrimenti finita, ma fi rimafe in quel modo, che hoggi fi uede, ogni còfa.Fece Daniello nella Chiefa di Santo Agoftino a frefeo in una Capella in figure grandi quanto il naturale,una Santa Helena, che fa ritrouarela Croce,e dalle bande in due Nicchie Santa Cecilia, e Santa Lucia. Laquale opera fu parte colorita da lui,e parte,con Tuoi difegnfda i giouani,che ftauano con elfo lui. Onde non riufeì di quella perfezzione,che l'altre opere fue. In quello medefimo tempo dalla Pignora Lucrezia della Rodere gli fu allogata una Capella nellaTrinità,dirimpetto a quella della fignora Elena Orfina. Nella quale, fatto uno fpartimcnto di ftucchi, fece con luoi Cartoni dipignere di ftorie della vergine la uolta da Marcho da Siena,e da Pellegrino da Bologna. Et in una delle facciate fece fare a Bizzera Spagnuolo la Natiuità di ella vergine^ nell’altra da Giouan’PauloRolIetti da Volterra fuo creato,Giefu Chri Ilo prefen tato a Simeone.E t al medefimo fece fare in due ftorie,che fono ne- gl’archi di fopra,Gabriello,che annunzia ella vergine, e la Natiuità di Chri- fto.Di fuori negl’angoli fece duefiguroni, c fotto ne’pilaftri due Profeti.Nel la facciata dell’Altare dipinfe Daniello di fua manolanoftra Donna, che faglie i gradi del tépio,e nella principale la medefima Vergine,che fopra molti belliifimi Angeli in forma di putti fàglie in Cielo; &i Dodici Apoftoii a baflo,cheftannoauederIafalire.E percheilluogo noera capacedi tantefi* gure,&eglidefiderauadifareinciònuouainuenzione,finfe, che l’Altare di quella Capella ftiftc il fepolcro,& intorno miftegl’Apoftoli.'facendoloro po fare i piedi in fui piano della Capella,douecomincia l’Altare; ilquale modo di fare ad alcuni è piaciuto, & ad altri,che fono la maggior, e miglior parte, non punto. Ma con tuttoché penafie Daniello quatordeci anni a condurre queft’opera,non è pero punto migliore della prima.Nell’altra facciata,che re ftò a finirfi di quella Capella,nellaquale andaua l’uccifione de’fanciulli Inno centi,fecelauorareil tutto,hauendonefattoi cartoni,a Michele Alberti Fiorentino,fuo creato.Haucndo Monfìgnor M.GiouannidellaCafi Ficrétino, Se huomo dottilììmo(come le fue leggiadriffime,e dotte opere cofi latine, co meuolgarinedimoftrano)cominciatoafcriucreun trattato delle cofedi pit turaj&uolédochiarirlid’alcuneminuzie,jeparticolari dagl’huominidella profetilone,fece fare a Daniello,con tutta quella diligenza, chefu pcflìbilc il Modello d’un Dauitdi terra finito.E dopo,gli fece dipignere,ò uerò nttrare in un quadro il medefimo Dauit, cheèbellifimoda tutte due le bande, cioè il dinanzi, & il di dietro,che fu cofa capricciofa. Ilquale quadro c hoggi ap=s prefto M. AnnibaleRucellai. Al medefimo M. Giouani fece un Chnfto mor to con le Marie ; Se in una tela,per mandare in Francia, Enea, chefpoglian- dofi,pcr andare a dormire con Dido,e fopragiunto da Mercurio,che moftra di parlargli nella maniera,che fi legge nc’verfi di Vergilio. Al medefimo fece in un’altro quadro, pure a olio, un bellilTìmo San Giouanni in penitenza, grande quanto il naturale,che da quel Signore,mentre uille, fu tenuto Ca- rtftimo.E parimente un San Girolamobelloa marauiglia. Morto Papa Giu« ìio Terzo,Se creato Sommo Pontefice Paulo Quarto, il Cardinale di Carpi cercò,chefufie da fila Santità data a finire a Daniello la detta Sala de i Re,ma non fi dilettando quel Papa di pitture, rifpofe edere molto meglio fortificare Roma,che (pendere in dipignere. Et cofi hauendo fatto mettete roano àP portone di Cartello, fecondo il difegno diSaluftio figliuolo di Baldadarre Peruzzi Sanefe,fuo Architetto,fu ordinato,che in quell’opera,laquale fi có- duceua tutta di Treuertino, à ufod’Archo trionfale magnifico,& fontuofo, fi poneilero nelle nicchie cinque ftatue , di braccia quattro, e mezzo Cuna} perche ed'endo ad altri ftate allogate Pai tre,a Daniello fu dato a fare un’A nge ' lo Michele. Hauendo in tanto Monfignor Giouanni Riccio, Cardinale di «onte Pulcianodeliberato di fare una Capello in San pietra aMontorio, di-' rimpetto a quella,che haueua Papa Giulio fatta fare, con ordine di Georgio Vafari, & allogata la tauola, le ftorie in frefeo, e le ftatue di marmo, che ui andauano,a Daniellojedo Daniello, già refolmo al tutto di uolere abando- narela pittura, edarfi alla fculrurafe n’andò a Carrara a far cauarei marmi, cofi del San Michele,come delle ftatue haueua da fareper la Capellini Monto rio,mediante laquale occafione.uenendo a uedereFireze,el’opere che il Va- fari faceua in palazzo al Duca Cofimo, e Paltre di quella Città gli furono fat tedainfinitiamici fuoi molte carezze, e particolarmente da elio Vafari, al- qualel’haueuaper file lettereraccommandatoil Buonarroti. Dimorando" adunque Daniello in Fit enze,& ueggendo quanto il fignor Duca fidiietcaf- fedi tutte Parti del difegno, uenne in difideno d’accommodarfi al feruigio di fila Eccelléza Illuftrillima,perche hauendo adoperato molti mezzi,e hauc do il fignor Duca,a coloro,che lo raccomandauano rifpofto,che filile introdotto dal V afari,cofi fu fàtto.Onde Daniello offerendoli a feruirefiia Eccellenza amoreuolmente,ella gli rifpofe,che molto uolentieri Paccettaua,e che fodisfatto,che egli hauefteagl’oblighi, c’haueua in Roma,ueniireafua porta , chcfarcbbe uedutoben uolentieri. Stette Daniello tutta quella ftate in Firenze,doue Paecommodò Giorgio in una cafa di Simon Botti,(uo amicifii mo . La doue in detto tempo formò di gefToquafi ttirte le figure di marmo, che di mano di Michel’Agnolo fono nella fagreftia nuoua di fan Lorenzo. E fece per Michele Fuchero Fiamingo unaJ_eda,che fu molto bella figura. Dopo andato a Carrara,e di la mandati marmi,che uoleua, alla unita di Roma,tor nòdinuouoa Fiotenzaper quefta cagione. Hauendo Daniello menato in fua compagnia quando a principio uenne da Roma a Fiorenza, unfuo Gioirne, chiamato Horazio Pianetti,uirtuofo,e molto gentile(qualunchedi ciò fi filile la cagione)non fu fi torto arriuaro a Fiorenza,chefi morì. Di chefen tendo infinita noia,e difpiacere Daniello,come quegli che molto, per le lue tiirrù, amaua il giouane, e non potendo altrimenti uerfo di lui il fuo buono animo inoltrare, tornato queft’ultima uolta a Fiorenza, fece la refta di lui di marmo dal petto in fu,ricraendola ottimamente da una formata infili morto. E quella finita,la pofe con uno epitaffio nella Chiefa di fan Michele Ber- teldi in filila piazza de gl’Ancinori. Nel che fi rnoftrò Daniello con quello ueramenteamoreuole uffizio , huomo di rara bontà, & altrimenti amico a gPamici di qnellojche hoggi fi coftuma communeméte,pochillimt ritrouan dof»,che ndl’amicizia altra cofaamino, chei’utilè,e con» modo proprio.Doa po quelle cofe, edendo gran tempo,che non era dato a Volterra fua patria, ui andò prima, che ritornafle a'Koma, e ui fu molto carezzato da gl’amici,e parenti Tuoi. Et edendo pregato di Inficiare alcuna memoria di fé nella patria,fece in un quadrotto di figure piccolela dona de gl’innocenti, che fu te nuta molto bell’opera,e là pofe nella Chiefia di fan Piero. Dopo pcnfando di non mai piudouerui ritorn'arejuendèquel poco, cheui haueuadi patrimonio a Lionardo Ricciarelli fuo Nipote,ilqnale edendo cóedo lui dato a Roma, Schauendo molto bene imparato a lauorare di fluccho,feruì poi tre anni Giorgio Vafari,in compagnia di mólti altri,nell’opere,cheallora fifecera nel palazzo del Duca.Tornato finalmente Daniello a Roma hauendoPapa. Paolo Quarto uolontà digettare in terra il giuditio di Michel’Agnolo per gli ignudi,che li pareua,che moftradeno le patti nergonole troppo diforiefta mente-, fu detto da Cardinali,& huomini di giudizio, che farebbe gran peccato guadarle,& trouoròn modo, che Daniello facede lor certi panni fiottili, che le copriilì, che tal cola finì pei fiotto Pio Quarto con rifar la Santa Caterina, Se il San Biagio parendo, che non idedeno con honedà.cominciò le datue in quel mentre per la Capella del detto Cardinale di Monte Pulciano, Se il San Michele del Pòrtone,ma nondimeno non lauoraua con quella pre dezza,cheharebbe potuto,e domito,come Colui, chefie n’andaua di penderò in penderò. In tanto, dopo edere dato morto il Re Arrigo di Francia in giodra,uenendoil Signor Ruberto Strozzi in Italia, & a Roma, Chaterina de’Medici Reina, edendo rimafia reggente in quel Regno, per fare al detto fino morto marito alcuna honorata memoria, commide, che il detto Ruber to'fudecolBuonarroto,efacede,cheinciò il fuodifiderio hauede compimento-, onde giunto egli a Roma parlò di ciò lungamente con Miche- l’Agnolo,ilquale non potendo,per edere uecchio, torre fopra di fe quell’im prela configliò il fignor Ruberto a darla a Daniello,alquale egli non mancha rebbe ne d’aiuto ne di configlio in tutto quello potede. Della quale offèrta facédo gran conto lo Strozzi, poi che fi fu maturamente confidersto quello fude da farfì,fu rifoluto,che Daniello facede un cauallo di brózo, tutto d’un pezzo,alto palmi uenti dalla teda infimo ? piedi, Se lungo quaranta in circa, eche fopraquellopoi fi ponedeladatuadi efToRe Arrigo armato, e fimilmé te di bronzo.Hauendo dunque fatto Daniello un modelletto di terra, fecon do il còfiglio,egiudizio di Michel’Agnolo, ilquale molto piacque al Signor Ruberto, fu fcrittoil tutto in Francia, Se in ultimo conuenuto fra lui è Daniello del modo di condurre quell’opera,del tempo, del prezzo, e d’ogni altra cofa.perche meda Daniello mano al cauallo con molto dudio, lo fece di terra,fenza fare mai altro,come haueua da edere interamente,poi fattala for ma fi andnua apparecchiando a gettarlo; e da molti fonditori,in opera di tan ta importanza, pigliaua parere d’intorno al modo, che douedè tenere, per-, cheuenide benfatta, quando Pio Quarto, dopo la morte di Paolo, flato creato Ponteficejfece intendere a Daniello uolere, come fi è detto nella iuta del Saluiatijchefi finide l’opera della Sala de’Re,eche per ciò fi Infici alle in dietro ogni altra cofa.Al cherifpódeudo Daniello elide edere occupatidìmo, Se ubligato alla Rema di Francia, ma che farebbe i cartoni, e la farebbe tirare manzi a Tuoi giouani.L che oltre ciò.farebbe anch’egli la parte fua.I aqua le rifpofia non piacendo al Papa,andò penfando di allogare il tutto al Saluii ti.Onde Daniello, ingclofito fece tanto col mezzo del Cardinale di Carpi, & di Michel’Agnolo, chealui fudataa dipignerela metà di dettaSala,c l’altra metà, come habbiamo detto, al Saluiati: non oftante, che Daniel* lo facefieogni poflìbileoperad’hauela.tutta, per andarli tranquillando fen- za concorrenza > a fuo ccmmodo. Ma in ultimo la cofa di quello lauoro fu guidata in modo,che Daniello non ui fece cofa niuna, più di quello, che già hauefle fatto molto inanzi, & il Saluiati non fini quel poco, chehaucua cominciato. Anziglifu ancho quel.poco dalla malignità d’alcuni gettato per terra.Finalmente Daniello dopo quattro anni ('quanto a lui appartenerla) hàrebbe‘gettato il già detto cauallo, ma gli bifognò indugiare molti meli, più di quello, che harebbe fatto, mancandogli le prouifioni, che doueua fare di ferramenti, mettallo,&: altre,materie, il fignor Ruberto, Lequali tutte cofe, effendo finalmente fiate prouedute, fotterrò Daniel* lo la forma, che era una gran machina, fra due fornaci da fondere; in una ftanza molto a propofito,che haucua a Monte Cauallo.E fonduta la materia dando nelle fpine, il mettalloper un pezzo andò aliai bene,ma in ultimo sfo dando il pefo del metallo la forma del cauailo, nel corpo tutta la materia pie fealtrauia Ilche tramaglio molto da principio l’animo di Daniello,ma nondi meno,confideràto il lutto, trouòlauiada rimediare a tanto inconuenientc» E cofi in capo a due meli gettandolo la feconda uolta, preualfe la fua virtù a grimpedimenti della fortuna. Onde conduffeil getto di quel cauallo ( che è un fello,ò più, maggiore,chequellod’Antonino,cheèin Campidoglio) tut to vnito,efottile ugualmente per tutto.Et ègra cofa,che fi grand’opera non pefafenon venti migliaia). Ma furono tamii difagi, e le fatiche, che ui fpefe Daniello,ilqualeanzi,chenon,eradipoca complellìone,e malinconico, che non molto dopo gli fopragiunfe un catarro crudele, che lo condii fle molto male. Anzi doue harebbe douuto Daniello ftar lieto, hauendo in cofi raro getto fuperato infinitediffIcukà,non p2rue,che mai poi,per cofa,cheprofpe raglauenifie', fi’rallegrafle. E non pafsò molto, che il detto catarro in due giorni gli tolfela uita a di quattro d’aprile Ma inanzi hauendofi prcue, duta la morte fi confefsò molto diuotamente,e uolle tutti i fàcramenti della Chiefa.E poi facendo tefiamento, lafciò, che il fuo corpo fufie fepelli to nella nuoua Chiefa,fiata prlcipiata alle Terme da Pio Quarto a i Monaci Certofi ni,ordinando che in quel luogo, & alla fua fepoltura fufie porta la fiatila di queII’AngeIo,che haueua già cominciata,per lo portonedi Cartello. E di tut to diede cura (facendogli in ciò efiecutori del fuo tefiamento ) a Michele de gl’Alberti Fiorentino,&: a Feliciano da fan Vito di quel dì Roma.Lafciando perciò lorodugentofeudi. La quale ultima uolontà eflequironoambidue con amorejediligenza^andogli in detto luogo,fecondo,che da lui fu ordina tc,honorata lepoltura. A i medefimi lafciò tutte le fue cofe appartenuti all’ar te,forme di geflo,modelli,difegni,e tuttealtre maflenzie,e cofe dalauora're. Onde fi offerfono all’Ambafciadorc di Francia,di dare finita del tutto fra cer to tempo l’opera del cauallo,e la figura del Re,che ui andaua fopra.E nel ue- ro efiendofi ambidue efcrcitaii molti anni fotto la difciphna, e ftudio di Da* niello,fi può da loro fperare ogni gran cofa, E fiato creato fimilméte di Daniello niello Biagio da Carigliano Piftolefe.Et Giouampaulo RolTetti da Volterra, che è perfona molto diligente,e di bellifsimo ingegno,ilquale Giouampau-
lo, effendofi già molti anni fono ri tirato a Voi terra,ha fatto,e fa opere degne di molta lode.Lauorò parimétecon Daniello,e fece molto frutto,Marco da Siena,[ilqualecondottofi a Napoli fi èprefa quella Citta per patria,e ui fla,e lauora continuamente, e flato fimilmen te creato di Daniello Giulio Mazzo ni da Piacenza, chehebbei Tuoi primi principi) dal Vafari quando in Fioren zalauorauaunatauola, per M.Biagio Mei che fu mandata a Luccha,e polla in San Piero Cigoli; e quando in Monte Oliueto di Napoli faceuaeflo Gior-
gio la tauola dell’Altare maggiore,una grande opera nel Refettorio,eia Sa- greflia di San Giouanni Carbonaro,iportegli'dell’organo del Pifcopio,con altre tauole,Se opere. Coflui hauendopoi da Daniello imparato alauorarc di fiacchi,paragonando in ciò il fuo Maeflro, ha ornato di Tua mano tutto il di détro del palazzo del Cardinale Capo di ferro,efattoui opere marauiglio fe,non pure di flucchi,ma di fiorie a frefco,& a olio,che gli hano dato,e me- ritamente infinita lode.Ha il medefimo fatta di marmo,e ritratta dal natura lelateftadi Francefco del Nero tanto bene, che non credo fiapofsibile far meglio.onde fi può fperare,che habbia a fare ottima riufcita,e uenire in que fle noflre arti a quella perfezione,che fi può maggiore,e migliore.E flato Da niello perfona coflumata, e da bene, e di maniera intento a i Cuoi fludij del-
rarte,che nel rimanente del1 uiuerfuo, non ha hauuto molto goùerno .Et è
flato perfona malincpnicaje molto folitaria.Morì Daniello di 57. anni in cir
ca.Il fuo ritratto s’è chieflo a quei fuoi creati,che l’haueano fatto di geflo,
& quando fui a Romarannopaflatomel’haueuanoprprnefTojnc
perimbafciateò lettere, che io habbia loro/critto no l’han
..r. „ uoluto dare,moftràdo poca amoreuólezza al lor mor-
to Maeflro; però non ho uoluto guardare a que»
fta loro ingratitudine,eflendo flato Daniel l
lo amico mio, che fi è meffo quello, ,
che ancora,che li (ornigli poco,
faccia la fcufa della dilige-
tiamia,&della poca .
cura,Se amore
uolezza
di
Michele de gli Alberti,
& di Feliciano
dafanVi
to.
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Jine della ulta di ‘Daniello daV otterrà
Pittore, e S cultore v
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