dDeJcriXtone dellopere di Jranc. Primaticcio Bologne Abate di s. Adar tino pit. & Architetto.
AVENDO in fin qui trattato de’nollri artefici, che non fono piu uiui fra noijcioèdi quelli, che fono flati dal mille dugento infino a quello anno 1567. e porto nelTultimo luogo Michela gnolo Buonarruoti per molti rifpetti,fe bene due ótre fono mancati dopo lui-, ho penfato,che non polla edere fe non ope ra lodeuole,fàr parimente menzione in quella r.oftra opera di molti nobili ine che fi uadano,per una certa ufanza in alcuna co fa ancora adoperando ApprelTo a i quali faro anco breuemen te menzione di coloro,che fotto la lo ro difciphna fono tali diuenuti,che hanno hoggi fra gl’artefici i primi luo¬ghi^ d’altri che fìmilmentecaminano alla perfezzione delle noftrearti. Cominciandomi dunque da Francefco Primaticcio, per dir poi di Tiziano Vcce!lo,e Iacopo Sanfouini,dico che detto Francefco, eHendo nato in Bolo gna della nobile famiglia de Primaticci,molto celebratala Ira Leandro Al¬berti^ dal Pontano, fu indirizzato nella prima fanciullezza alla mercatura. Ma piacendogli poco quell’eferciziodndi a non molto,comedi animo,efpi rito eleuato,fi diede ad efercitare il difegno,alquale fi uedeua efiere da nani ra inclinato. E cofi attendendo a dilegnare,e tal’hora a dipignere,non palio molto,che diede faggio d’hauere a riufeire eccellente. Andando poi a Man toa,doue allora lauoraua Giulio Romano il palazzo delT. al Duca Federi« go,hebbe tato mezzo,chefu niello in compagnia di molti altri giouani,che lfauano con Giulio a lauorarein quell’opera. Doue attendendo lo fpazio di fei anni con molta fatica,e diligenza agli ftudij dell’arte imparò a beniffimo maneggiarci colori,elauoraredi ftucchojondefra tutti glabri giouani, che nell’opera detta di quel palazzo s’affaticarono,fu tenuto Fracelco de’ miglio ri, e quelli che meglio dilegnalle,e coloriHe di tutti; come fi può uedercin vn cameronegrande,nelqualefeceintornodue fregiaturedi ftuccho una fo pra l’altra, con una grande abondanza di figure, che rapprefentano la mili¬zia antica de’RomanLparimente nel medefimo palazzo condufie molte co fe,che ui fi ueggionodi pitturalo i difegni di Giulio fopradetto. per lequa li cofe uenneil Primaticcioin tanta grazia di quel Duca, chehauendoilRe Francefco di Francia intelo con quanti ornamenti iiauefie fatto condurre l’opera di quel palazzo, e Ieri ttogh,che per ogni modo gli mandafie vn gio- uane,ilqualefapefielauoraredi pitture,e di ftuccho; gli mandò elio France feo Primaticcio,l’anno J 551. Er ancor chefufte andato l’anno innanzi al fer- uigiodel medefimo Re il Rollo pittore Fiorentino,come fi è dettole ui hauel fe lauorato molte cole,e particolarmente i quadri del Baccho, e Venere ; di Pliche,eCupido,nondimeno i primi ftucchi,che fi facefiero in Fracia,ei pei mi lauori a frefeo di qualche conto. hebbero,fi dice, principio dal Primatic¬cio,che lauorò di quella maniera mol te camere,fale,e loggie al detto Re. Al quale piacendo la maniera,& il procedere in tutte le cofe di quello pittore, lo mandò l’anno 1540.3 Roma a procacciare d’hauere alcuni marmi antichi nel che lo letuicon tanta diligenza il Primaticcio,che fra tefte,torli,e figure ' re comperò in poco tempo cento uenticinquepezzi. Etinquel medefimo «tempo fece formare da Iacopo Barozzi da Vignuola,Scaltri,il cauallo di bró zo,che èin Campidoglio: una gran parte delle ftoric della colonna; la ftatua del Commodo,la Venere,il Laoconte,-ilTeuere,il Nilo, eia ftatua di Cleo¬patra,che fono in Beluedereyper gettarle tutte di bronzo. In tanto eftendo in Francia morto il Rollo,eper ciò rimafa imperfetta una lunga Galleria* fiata cominciata con fuoi difegni,& in gran parte ornata di ftucchi,e di pittu le,fu richiamatoda Roma iì Primaticcio, perche imbarchatofi conidetti «riarmi,e cani di figure antiche,fe ne tornò in Francia. Doue innazi ad ogni ■altra cofanetto fecondo chcerano in detti caui? e forme, una gran parte di quelle figure antiche. lequali uennono tanto bene, che paiano le ftefie an-tiche,come fi può uederela douefurono porte nel giardino della Reina a Fó tanableo,con grandiilìmafodisfazionedi quei Re, che fece in detto luogo quafi una nuoua Roma. Ma non tacerò, che hebbe il Primaticcio in farele dette ftatue maeftri tanto eccellenti nelle cofe del getto,che quell’opere uen nero, non pure lottili,ma con una pelle cofi gentile, che non bifognò quafi rinettarle. ciò fatto,fu commefio al Primaticcio,che delle fine alla Galleria, che il Rofio haueua lafciata imperfetta; ondemeflòui mano,la diede in po¬co tempo finita con canti rtucchi,e pitture,quantein altroluogo fiano fiate fatregiamai. perche trouandofi il Re ben feruito nello spazio di otto anni, che haueua per lui lauoratocoftui, lo fece mettere nel numero de’ fuoi ca¬merieri: e poco spprefio, che fu l’anno 1544. lo fece, parendogli,che France fcoilmeritafie,Abatedisan Martino.
Ma con tutto ciò non ha mai reftato Francefcodi fare lauorare moltecofè di ftuccho,e di pitture in feruigio del fuo Re,edegl’aliri, che dopo France¬sco primo hanno gouernato quel regno.
•»E fragl’altri, che in ciò l’hanno aiutato-, l’ha feruito, oltre molti de’fuoi Bo- lognefi, Giouambatifta figliuolo di Bartolomeo Bagnacauallo, ilqualenon è fiato manco ualente del padre in inoltilauorr,e ftorie, che ha mefio inope radei Primaticcio.
Parimentel’ha feruito afiai tempo un Ruggieri da Bologna, che ancorarti •con elio lui. SimilmenteProfpero Fontana,pittore Bolognefe,fu chia¬mato in Francia, non ha molto,dal Primaticcio, che difegnaua feruirfene; ma efiendoui,Cubito che fu giunto amalato con pericolo della uita,fe ne tor no a Bologna. E per uero dire quelli due,cioè il Bagnacauallo, & il Fonta¬na fono ualent’huomini ; & 10 che dell’uno, e dell’altro mi fono afiai ferui¬to, cioè del primo a Roma, e del fecondo a Rimini, & a Fiorenza, lo pollo con uerita affermare, wafra tutti coloro,che hanno aiutato l’Abate Prima ticcio, niunogliha fatto piu honoredi Niccolo da Modena, di cui fièalrra volta ragionato. Perciochecoftui, con l’eccellenza della fua uirtu ha tutti -gl’altri fupera to, hauendo condotto di fua mano, con i difegni dell’ Abate , vna l'ala, detta del Ballo, con tanto gran numero di figure,che appena pare, che fi pollano numerare, e tutte grandi quanto il uiuo, e colorite d’una ma .ni era chiara,che paiano con l’unione de colori a frefcojauorate a olio.
Dopo quert’opera ha dipinto nella gran Galleria, pur con i difegni dela l’Abate, fefianta ftorie della vita ; e fatti d’Vlille, ma di colorito molto piu Scuro che non fon quelle della fala del Ballo.
E ciò è auuenuto,pero che non ha ufato altro colore, che le terre in quel m© do fchiette, ch’elle fono prodotte dalla natura, senza mefcolarui fi può dire biancho ; macacciatene’fondi tanto rerribilmentedifcuro,chehannouna -.fòrza, e rilieuo grandiflìmo.
Etoltreciol’ha condotte con vuafi fatta unione, per tutto,che paiono •quafi fatte tutte in un mede-fimo giorno.
•Onde merita lode ftraordinaria, e mafiìmamente hauendole condotteafre fico, fenza hauerle mai ritocche afeccho : come hqggi molti eoftumano.di ifarc. _ ,
La uolta finalmente di quefta Galleria è tutta lauorata di ftucchi,e di pittu¬re,fatte con molta diligenza da i fopradetti,*e altri pittori giouani, ma però con i difegni dell’Abate: fi come èancho la Cala vecchia, óc una bada Galle«» ria,che è (opralo ftagno,laqualeèbeìhlfim3,emeglio, e di piu bell'opere oc nata,che tutto il rimanente'di quel luogo*. del qual troppo lunga cola fa¬rebbe uoler pienamente ragionare . A Medonehafatto il medefimo Aba= te Primaticcio infiniti ornamenti'al Cardinale di Lorenain un fuo grandis • fimo palazzo chiamato la Grotta. Ma tanto ftraordinario di grandezza,che a fomiglian ti degf antichi,co fi’fatti'edifi'cij potrebbe chiamarli le Terme, p la infinit'à',egrandezza delle loggie,fca!e,ecamere,publiche,epriuatechevi foticT. É per tacerel’altreparticolarità, èbellifiìma vna ftanza chiamata il pa diglìone: per edere tutta adorna con paramenti di cornici, che hanno la ve dura difetto in fu,piena di molte figure,che feorrano nel medefimo modo,e fono bell illime. Di fotto è poi vna ftanza grande con alcune fon tane lauora tedi ftucchi,e piene di figure tutte ionde;e di spartimenti di conchiglie, eal tre cofe marittime,e naturali,che fono cola marauigìiola', e bella olttemo- do. E la uolta èfiniilmentetuttalauorata di ftucchi ottimamente, per man di Dannano del Barbieri, pittore Fiorentino, che è non pureeccell. in que- fta forfe-di>rilieui;ma ancora neldifegno. Ondein alcune cole, che hacolo riteftàdato faggio di rariftimo ingegno. Nel medefimo luogo ha lauorato ancora molte figure di ftuccho pur tonde vno scultore fimilmente de’ no- ftri paefi,chiamato Ponzto, che fi è portato benifiimo. Ma perche infinice,e uarie lotto l’opere,che in quefti luoghidono ftatefattein feruigio di queèSi' gnori: vò tocchandolblamenielecofeprincipali'delì’ Abate', per moftrare quanto è raro nella pittura, nel JifegnOjC nelle cofe d’architettura. Enel ve ro non mi parrebbe fatica allargarmi intorno alle cole particolariifeio n’ha. uefsiuera,ediftintanotiz!a,comehodeìlecofediqua. Ma quanto al dife- gno il Primaticcio è fiato edèeccc!leutifsinw,come fi può uederein vna car
•tà di fua mano dipinta delle cofe del Cielo,laquale è nel noftro libro,e fu da Jui fteflo mandata a me,che la tengo per amor fuo,e perche è di tu tta perfez «ione,carilfima. Morto il ReFrancefco,reftò l’Abate nel medefimo luogo,e grado apprefto al Re Henrico,e Io ferui mentre,che uifle. E dopo fu dal Re Francefcofecondofàtto commeftario generale fopra le fabrichc di tutto il regno. Nel quale uffizio,che èhonoratiflìmo,edi molta riputazione,fi elei* citò già il'padre del Cardinale della Bordagiera,e Monfignor di Villaroy. Morto Frane. Ih continuando nel medefimo uffizio, ferue il prefen te Re.
Di ordine del quale,e della Reina madre ha dato principio il primaticcio al la fepoltura del detto Re Henrico. facédo nel mezzo d’una cappella a fei fac eie la fepoltura di elio Re,&in 4. facce la fepoltura di 4.figliuoli. In una del Pai tre due faccie della cappella è l’Altare,e nell’altra la porta. E pche uanoin qfteopemoltilfime ftatuedi marmo,ebrózi jeftorieafiai di baffo rilieuo,el la riufeira opera degna dt tanti,e fi’gran Reje delì’eccell. & ingegno di fi ra« roartefice,come è quello Abate di s. Martino*,ìlquale è fiato ne’fuoi miglio ri annfin-tutte le cofe,che appartengono allenoftre arti eccellentifiìmo, Se uniuerfale,poi che fi è adoperato in feruigio de’fuoi Signori nonlolo nelle fàbriche,pitture5e ftucchi: ma ancora in molti apparati di felle, e mafehera-te,con rte con bèllifsime,e capricciofeinuenzioni. è fiato liberahffimo,e rao’to amo reuole uerfo gl’amici,e parenti, & pari mente uerfo gl’artehci, che Khan no feruito. In Bologna ha fatto molti benefizij a i parenti fuoi, e comperato lo rocalamenci honorati, e quelli fotti comodi, & molto ornati Ci corneo quel ladouenabita hoggi M. Antonio Anfelmi, cheha per donna unadelleni- poti di elio A bare Primaticcio, ìlquale ha anco mari tata un’altra fua nipote lorelladi quella con buona dote,e honoratamenre. E viuuto Tempre il Pri maticcio non da pittore,Óc artefice,madaSignorej e come ho detto, è (lato moltoamoreuolea i noftri artefici. Quandomandòa chiamare, come s’è detto Profpero Fontana,gli mandò,pen.be potefiecondurli in Francia,vna buona fommadi danari. Laquale,elfendofi infermato, non potè .P.rolpero con lueopere,elauori (contare ne rendete, perche pattando ioj’anno 156$. per Bologna gli raccomandai,per quello conto;Profpero. E fu tanta lacor- tefiadcl Primaticcio, che auan ti io partiiìì di Bologna uidi uno ferino del¬l’Abate, nel quale donaualiberamente a Profpero tutta quella lomma di dar nari, theperciohaueflein mano, per le quali cofeè tanta la beneuolenza, ch’egli fi ha acquillata appreflo gl’artefici,che lo chiamano,& henorano co ' me padre. E per dire ancora alcun’altra colà di elfo Profpero -, non tacerò, che fu già con fua molte lode adoperato in Roma da Papa Giulio terzo,in ps lazzo,alla vigna Giulia, & al palazzo di Campo Marzio, che allora era del Signor Balduino Monti,& hoggi èdel Signor Hernando Cardinale de’ Me dici,e figliuolo del.DucaCofimo. In Bologna ha fatto il medefimo molte opere a oho,&afrefco,e particolarmente nella MadónadelBaracanein vna tauolaaolio,unasantaChaterina,cheallaprelenzadelTiranno difputacó Filofofi,e Dottori,che è tenuta molto bell’opera, & ha dipintoli medefimo nel palazzo,doue Ita il gouernatore,nella cappella principale molte pitture a frelco. E anco molto amico del Primaticcio Lorenzo Sabatini pittore ec¬cellente,e le non fu He fiato carico di moglie,e molti figliuol:,l’harebbe l’A¬bate condotto in Francia,conofcendo che ha bonilìima maniera,e gran,pra tica in tutte le cofe,come fi vede in molte opere,eh e ha fatto in Bologna,.
E l’anno 1566. se neferui ih.Vafan nell’apparato che fi fece in Fiorenza perle dette nozze del Principe,e della seremliìma Reina Giouannad’Auftria-, fa¬cendogli fare nel ticetto,cheèfralalaladeÌDUgento,elagrande,lei figure a frefeo,che fono molto belle,edegneueramentedi ellere lodate. Ma pche quello Baiente pittoreuatutrauia acquiftando,non diròdi lui altro, fenon che fe nefpera,attendendocomefo agli ftudij dell’arte,honoratiifima riulci ta. Horacon l’occafionedell’abate,edegl’altri Bologne!!, de’quali fi.èin fin qui fatto menzione,dirò alcuna cofa di Pellegrino Bolognefe, pittore di fomma aspettazione,e di bellilìimo ingegno. Coftuidopohauere ne fuoi primi anni artefo adifegnarel’operedel Valari,che fonoa Bologna nel refet torio di fan Michele in Botto,equelle d’altri pittori dibuon nome ; andò a Romal’anno 1547.doueattefeinfinoall’annojjjo.a dilegnarele.cofepi.il notabili,lauorando in quel mentreepoiin Calle!.sant’Agnolo alcune cofe dintorno all’operc,che fece Perinodel Vaga. .Nella Chiefadisan Luigi de Franzefi fece nella cappella di san Dionigi in mezzo d’una uolta una ftoria^a ; frefeo d’una battagli n ella quale fi portò di.manierajche ancot che Iacopo delCop del Conte pittore Fiorentino, e Girolamo SiciolantedaSermonetahàuefTe ro nella medefima cappella molte cofe lauorato; non fu loro Pellegrino pu tt> inferiore,anzi pare a molti, che fi portafle meglio di loro nellafierezza, grazia,colorito,e dilegno di quelle lue pitture; lequali poi furono cagione, che Monfignor Poggio fi feruifle aliai di Pellegrino. percioche hauendo in fui monte Efquilino,doue haueua vna fua vigna,fabricato un palazzo fuor della porta del Popolo,uolle che Pellegrino gli facelìe alcune figure nella fac¬ciata. e che poi gli dipignelfedentro vna loggia,che c uolta uerfo il Teuere j laquale condulie con tata diligenza che è tenuta opera molto bella, egrazio fa. In cafadi Francefco Fermento,fra la llrada del Pellegrino,e Parionefe- cejin un cortile una facciata, e due altre figure. E con ordine de’ miniftri di papa Giulio terzo lauoro in Beluedere un’arme grade,con due figure, e fuo ra della parta del Popolo alla Chiefa di santo Andrea,laquale hauea fatto edi ftcarequel Pontefice,fece un san Piero,& un santo Andrea,chefuronoduc molto lodatefigure. il difegno del quale san Piero è nel noftro libro con al¬tre carte difegnate dal medefimo con molta diligenza.
Eflendo poi mandato a Bologna da Monfignor Poggio, gli dipinfe afrefeo in un fuo palazzo molte ftoriejfr? lequali ne una belliflìma. nella quale fi ve de,e per molti ignudi,e ueftiti,e peri leggiadri componimenti delle ftorie, ehefuperò fe ftelTo, di maniera che non ha anco fatto ma poi altra opera di quella migliore. In san Iacopodella medefima città comincio a-dipignere pure al Cardinale Poggio una cappella,che poi fu finita dal già detto Profpe ro Fontana. EiFendo poi condotto Pellegrino dal Cardinale d’Augufta alla Madonna di Lore»o,gli fece di llucchi,e di pitture una belliflìma cappella. Nella volta in un riccho partimento di ftucchi èia natiuità, e prefentazione di Chrillo al tempio nelle braccia di Simeone.E nel mezzo è maflìmamente ilSaluatore trasfigurato in fui monteTabor,econ eflo MoileElia, & idifee poli. E nella tauola cheèfopra l’altare,dipinfesan Giouanni Battila,che bat tezza Chrillo. Et in quella ritraile ginocchioni il detto Cardinale.
Nelle facciatedagli lati dipinle in una s. Giouanni,che predica alle turbe ; e nell’altra la decollazione del medefimo: e nel paradifo lotto la Chiefa dipin fe Ilo LÌ e del gi u di ci o, & alcune figure di chiaro fcuro,doue hoggi confeflano x Teatini. Eflendo non molto dopo condotto daGtorgio Morato in Anco nà,gli fece per la Chiefa di santo Agollino in una gran tauola a olio, Chri- fio battezzato da s. Giouanni,e da un latos. Paulo co altri san ti; & nella pre
della buon numero di figure piccole,che fono molto graziofe. Al medefimo fece nella Chiefa di s. Chriaco lui monte vn belliflìmo adornamento di lluc ' cho alla tauola delimitar maggioreje dentro un Chrifto tutto tondo di rilic- uo di braccia cinque,che fu molto lodato. parimente ha fatto nella medefi-. ma città un’ornamento di fluccho grandilfimo,e belliflìmo all’ altare mag¬giore di s. Domenico:& harebbe anco fatto la tauola,ma'pche uenne in dife renza col padrone di quell’opera: ella fu data a fare a Tiziano Vccello,come fi diràaluoluogo .Vltimamente hauendo preio a fare Pellegrino nellame defima città d’Ancona la loggia de’Mercantbche è uolta da una parte lopra la marina,e dall’altra uerfo la pricipale llrada dellacitrà,haadornatolavol- ta,che è fabbrica nuoua,con molte figure grandi di ftuccho,e pitture.
■' - Nella/Nella quale opapche ha pódoPellegrino ogni lua maggior fatica jédtìdio; eli'è rìufciuta in uero mólt'o bella^egrazioladperciocheoltre.che fono ttitVe iefigure belle,e ben fatte,vi fono àlcuriificor trd’ignudi belliflìmi fine i quali fi uSle.che ha imitato rpredelBuonarruoto,che fono nella cappella di Ro nìa,con molta diligenza. È perche non fono in quelle parti architetti,ne in¬gegni di conto,è che piu fappiano di lui,ha preio Pellegrino aflunto di atte« dere all’architettura,& alla fortificazione de’luoghi di quella prouincia.
E come quelli che ha conofciuto la pittura piu dificile, e forfè manco utile chel’architetturadafciató alquanto da un lato ildipigneie, ha condotto per là fortificazióne d’Ancona molte cofe,e per mólti altri luoghi dello fiato del la Cliiefa,e maflìriiameriteaRauenna. Finalmente ha dato principio in Pa¬llia per lo Cardinale Bonromeo a un palazzo per la Sapienza .Et hoggi per che non ha però del tutto abandonata la pittura,lauora in Ferrara’nel refet¬torio di san Giorgio a i Monaci di monte Oliueto una fioria a frefco che fava molto bellatdella quale mi ha elfo Pellegrino moftrato non ha molto il dife grtOjChec belliflìnio. Ma perche ègiouane di 55. anni,e ua tuttauia maggior mentéacquiftando,ecaminàndo alla perfezzione,quello di lui badi per ho ra. Parimente faro brieue in ragionare d’Horazio Fumaccini, pittore Umil¬mente Bológnelè,iìqualehafatto,coriies’èdettoin Roma, (opra una delle pòrte dellafiala de’Re,una doria,cheèboniflima,& in Bologna molte loda¬re pitturejpercheanch’elTo ègiouane,e fi porta inguifa,chènori farainferio réai fiuoi maggiori,de’quali hauemo in quelle noftre uite fatto menzione .1 Romagnuoli anch’eflì,molli dall’efempio de’Bolognefi loro vicini hanno nelle noftre arti mólte cofe nobilmente operato.percioche.oltre a Iacopóne da Paèrizà,ilqùale,comé s’è detto,dipinte in Rauennala-thbunà disàh Vita le,rii’ lofio dati,e fono moltialtri dopólui,chefiono eccellènti .Maèdro Lu cà dé’Lorighi Rallignano, huomo di natura buono,quieto,edudiofo na fat 'to nella fiuapatria Rauenna,e per difuori molte tauoleà olio, e* ritratti di na turale bei li Ili mi je fra l’altre fono aliai leggiadre due tauolette c he gli fece la¬re noti ha molto nella Chiela de’ Monaci Clalfi il Reuerendo don Antonio da Pila allora Abate di quel monafterió;p non dir nulla d’un infinito nume ro d’altre ope,thè ha fatto qdo pittóre. Ep uero dire femaedro Luca fufle ufcito di!Ràuenfntf,doue fi è dato tempre,e dà co ir là fua famiglia, eflendo al fiduó^e móltodrligente,e di Bel giudizio,larébbe riufcito rarillìmo, perche ha fatto,e fa le fuécofe co paciéza,e ftudióy’&iofiie pollo far fede,che lo qua- togli acquidàlle qùàdodimorai" a.mefi 1 Rauèn’a,in praticàdo, e ragìonado delle cole dell’arte.ne tacerò,che una fua figliuola ancor piccola fanciulletta chiamata Barbera difegnà molto berie,&:ha corniciato a colorire alcuna co fiacco airai’buonagrazìajemaniera’.Fucócorréteuh tépodi Luca, Liuio Agre fii da Furlijilquale,fatto che hebbè p l’Abate debraili nella Chiefa dello Spi rito Sarò alcune dorie a frefco,& alcun’àl tre ope fi parti di Rauenna,& an- dollene a Roma. Dorie attédendo co molto dudio al dilegnojfi fece buó pra tico,come fi può veder’i alcune fac.& al tri lauori a frefco,chefece in ql tépo. eie fue prime ope,che fono in Narni hano aflai del buono. Nella Chiefa di fanto Spirito di Roma ha dipinto a frefco in vna cappella idorie,e figure af¬fai,che fono codone có molto dudio,e fatica;onde fono da ognuno merita- •
•méte lodate.Iaquale opafii cagione,cpme s’è detto,che gli fuflc allogata yna. delle ftorie minori , che fono;fppra.lepone ; nellalala de’Re; nel; palazzo di Vaticano,nellaqualefi porto 1 modo bene,ch’ella può Rareaparagonedel- l’altre.Ha fatto il medefimo p lo Cardinale d’Augu'Ra fette pezzidi fiorie di pire Copra tela d’argéto,che fono Rati.tenuti helliflìmi in lfpagna,doue-fono flati dal detto Cardinale mandati a donare al Re FiÌippo,per paramento d’u na ftanza. vn’altra tela d’argento limile ha dipinto nella-medefima manie- rajaquale fi vedehoggi nella Chiefa de Chietini in Furli. Finalmente eden dofi fatto buono,e fiero difegnatore,pratico coloritoix,copiofo ne’compo- nimenti delle fioriere di maniera uniuerfàléyè Rato .condotto con buona prouifionedal fopradetto Cardinale in AuguRa,doueua;facendo continua mente opere degne di molta lode. Maèranilìmoin alcune cofe, fragl’akn di Romagna,Marco da Faenzafche cofi,e non altrimen ti è chiamato)pèrcio che è pratico oltre modo nelle cofe a frefco,fiero,rifoluto,e terribile,emafli inamente nella pratica,enianiera di far grottefchejnon hauendo in ciò hog gi pari,ne chi alla fuaperfezzione aggiunga; Delle.coRui operefi uede per tutta Roma .Etin Fiorenza c di fuo manolamaggior.panedegl’ornamenti diuenti diuerfeflanze che fono nel palazzo ducale,élefregiarure del palco della fala maggiore di detto palazzo,Rato dipinto daGiorgio Vafari, come fi dirà a fuo luogo pienamente, senza che gl’ornamehti del principale cor¬tile di detto palazzo fatti perla uenuta della Reina Giouanna in poco tem- po,furono in gran parte condotti dal medefimo. Equeflo baflidi Marco,, eflendo ancor uiuo,& in fu’l piu bello d’acquiRare,& operare . In Parma è hoggi apprefioalS.Duca Ottauio Farnefe,un pittore detto Miruolo,credo di nazione Romagnuolo,ilquale,óÌtreadaIcun’qperefatrein Roma/hadi pinto a frefco molte Rorie in vn palazzetto, che ha fattofare il detto Signor Duca nel caRello di Par ma;doue fono alcune fontane'flate condotte con bel la grazia da Giouanni Bofcoli,scultore da montepulciano ..Mquale hauédo molti anni lauoratodi Rucchiapprefloal Vafari nel palazzo del detto Sig. Duca Cofimo di Fiorenza ; fi ènnàlmen te condotto a feruizij del detto Sig. Duca di Parmacon buona prouifione}& ha fatto,eua facendo continuarne te opere degne del fuo raro,& belliilìmo ingegno.^ono parimente nelle me defime città,eprouincie molti altrieccell. e nobili artefici} ma perche fono ancogiouanijfi ferbera a piu comodo.tempo a fare di loto quella honorata menzione,che le loro opere,c uirtu haueranno.meritaro .E queflo è il -fine
.dell’opere dell’Abate Primaticcio.aggiugnero, che eflendofi egli
.fatto ritrarre in difegnodi péna,da;Bartólomeo Pafle
rotto pittore Bolognefefuoamicifs.il.det . toritrattocièuenutoallemarii • •
.el’hauemo nel no- .
.Rro.li-
'bro dei dilegui di mano di diuerfi pittori cccell.
I , . . » -
Jìne delia vita dell Abate Primaticcio.,