7) efori! mi e del!' opere di T,tifano da Cador
Tittore-a.
S s E N D o nato Tiziano in Cador piccol cartello, porto in fal¬la Piaue,e lontano cinque miglia dalla chiufadel ’Alpe l’an¬no 1480. della famiglia de Vccelli,in quel luogo delle piu noe
■ bili,peruenuto all’età di dieci anni,con bello ipirito,e protez-
zad’ingegnoJumandatoaVineziain cala d’un fao zio Citta
So« altri pittori di quel paefe,per né hauére ftudiodicofe ant.iche,ufauanomol to anzi non altro, che il ritrarre qualunchecofafaceuano, dal uiuq^ maco maniera feccha,cruda,e ftétata-,imparo anco Tiziano per allora quehnodo. Ma uenuto poi l’anno circa 1507. Giorgione da cartel Franco, non gli piace dò in nitro il detto modo di fare,comìncio a dare allefue opere piu'mqrbi- dezza,e maggiore,rilieuo,con bella maniera j vfando nondimeno di cacciar fi auanti le cote uiue,e naturali,edi contrafarle quanto fapeua il meglio co ì colori,e macchiarle con le tinte crude,e dolci,fecondo che il uiuo moflraua lenza far difegno : tenendo per fermo che il dipignerefolo con i colori Itef fi,fenz altro ftudiodi difegnarein carta,fufle il uero,e miglior modo di fare, etil verodifégno. Manon s’accorgeua, che egli è neceflario a chi vuol bene difporre i componimenti,& accomodare l’inuénzioni, che’fa bifogno pri¬ma in piu modi diferenti porle in carta,per uedere come il tutto torna infie- me. Conciofia chel’Idea non può uedere.neimaginareperfettamentein le ftefla lìnuenzioni,fe non apre,e non moftra il fuo concetto a gl’occhi corpo rali,che l’aiutino a farne buon giudizio j lenza che pur bifogna fare grande Audio fopragrignudhauofergli intendere bene, ilchenon vien fatto, ne fi può lenza mettere in carta. Et il tenere Tempre, che altri ’colorifce perfone jgnu.deinnanzi,ouèro veftite,ènón piccola feruitu.ladouéquando altri ha fatto la mano,difegnando in cartai uien poi di mano in mano,'con piu age uolezza a mettere i opa difegnado,e dipignedo. E coli facédo pratica nell’ar te,fi fa la maniera,&il giudizio pfettojeuado uia qlla fatica,é fténto,con che fi conducono le pitture,di cui fi è ragionato difopra. per noti dir nulla, che difegnando in carta,fi uiene a empiere la mente di bei concetti, es’impara a fare a men te tutte le cofe della naturajfenza hauere a tenerle Tempre innan¬zi,o ad hauere a nafeere lotto la uaghezza de’ colori lo'ften to del non fapere difegnare/nella maniera che fecero molti anni i pittori Viniziani» Giorgi¬ne,il Palma,il Porderióné,& nitri che no uidero Roma,ne altre opere di tur ta perfezione. Tiziano dunque ueduto il fare,e la maniera di Giorgine ; la feio la maniera di Gianbellino,ancor che ui hàuefle molto tempo coftuma- to,e fi accorto a quella,cofi bene imitado,in brieue tempo le cole di lui, che furono le file pitture tal uoltafcambiate,e credute opere di Giorgione ,co- medifotto fi dira . Crefciutopoi Tiziano in età, praticale giudizio, códus fe a frefeo molte cofe,lequàh non fipofTono raccontare con ordine, ertendo Ipatlein diuerfi luoghi. Balla',che furono tali,che fi fece da molti periti giu dizio,che douefle,come poi è attenuto,riufeire eccellentiflìmo pittore .
•À principiò dunque,che corniciò feguitare là maniera di Giorgione, nólia uendopiu che diciotto anni, fece il ritratto d’un gentil’htìomo da ca Barba rigo amico fuo, che fii tenuto molto bello, efiendo la fomiglianza della car cagione pròpria, e -naturale,efiben diftintii capelli ■ l’uno dall’altro, cheli •<ònterébbohò:coméàhéo’fifàrébbùhoipùntid’un giubonedi rafoin ara gentàtò', che fece m qùèll’òpér-aì' .r vv.-
In lòrnmafu tenuto'fi ben fatto,e^con tàhtadiligénzajchéfeTizianonon vi hàueflefcrittoin ombra il luo riome,farebb'e ftàto tenuto operadi Giorgio nefin tanto haùendo elio Giorgione condotta la facciata dinanzi del fonda co de'Thedefchijper mezzo del Barbarigo furono allogate a Tiziano,alcù-nello- ne ftoricjC.he fono nella medefimafopra la Merceria. Dopo laquale opera fece un quadro grande di figure fimih al uiuo, che hoggi è nella fala di M. Andrea Loredano,che Ita da san Marcitola.
Nel qual quadro è dipinta la Noftra Donna che ua in Egitto in mezzo a vna gran bofca.glia e certi paefi molto ben fatti ; per hauere dato Tiziano molti mefi operaafare fintili cofe, e tenuto per ciò in cafa alcuni Tedefchi eccelle . ti pittori di paefi,e uerzure. Similmente nel Bofeo di detto quadro fece mol ti animali,i quali ritraile dal viuo,e fono ueramente naturali,eqnafi uiui.do po in cala di M.Giouanni d’Anna gétii’huomo,e mercante Fiamingho,filo <6pare,feceilfiio ri tratto,che parviuo;& un’quadrodi Ecce Homo,co mol; te figure che da-Tizisno dello,e da altri è tenuto molto bell’opera.Il medefi • mofece un quadro di N. Donna,con altre figure come il naturale, d’huomi ni,eputti, tutti ritratti dal viuo,e da perlone eli qlla caia. L’anno poi 1507.me tre.Mallimiliano Imperadore faceua guerra a i Viniziani-,fece Tiziano, fecó do,che egli ftelfo raccóta,vn’Angelo Raftaello,Tobia,^lineane,nella Chic fa di san Marziliano,con un paefelontanojdoue in vn bolchettosan Gioua ■ni Batifta ginocchioni da orando uerfo il Cielo,donde uiene uno Iplendo-r re,che lo illumina. E-quefta opera fi penfa,che tacefle innanzi, che delfe prl cipio alla facciata del fondaco de Tedefchi. Nella quale facciata non fapen- do molti genurhuominficheGiorgionenon ui lauoralìe piu,ne che la facef fe Tiziano,ilquale nehaueua feoperto una parte Scontrandoli in Giórgio- ne,come amici fi rallegrauano feco,dicendo, che fi portaua meglio nellafac data di uerfo la Merceria,che non hauea fatto in quella, che è Copra lì canal grande. Della qual cofafentiua tanto sdegno Giorgione cheinfino che no hebbe finita Tiziano l’opera del tutto;e che non fu notifiimo,che elio Tizia nohaueua fatta quella parte,non fi lafcio molto uedere. E da indi in poi no volle,che mai piu Tiziano praticale,ofulleamico luo. •
L’anno apprelfo 150S. mandò fuori Tiziano in iftampa di legno il Trionfo della Fede, con una infinità di figure, i primi parenti, i Patriarci, 1 Profeti,le Sibille, gl’ Innocenti, i iMartiri, gl’A portoli,eGiefu Chrifto in lui Trion¬fo , portato da 1 quattro Euangehfti, e da i quattro Dottori,con i santi Con felibri dietro. ,
. Nellaquale opera moftrò Tiziano fierezza, bella maniera, efapere tira¬re uia di pratica .
E mi ricordo,che fra Baftiano del Piombo, ragionando di ciò, mi dille, che fe Tiziano in quel tempo fulfe fiato a Roma, & hauelfe veduto le cole di Michelagnolo,quelledi Raffaello, eie ftatueantiche: & hauelfe ftudia- •to il difegno, harebbe fatto cofe ftupendilììme, uedendofi la belle pratica , chehaueua di colorire, e che meritauail uanto d'elferea tempi nortri il piu bello,e maggiore imitatore della natura,nelle cofe de’ colori : che egli hareb be nel fondamento del gran difegno aggiunto all’V rbinate, & al Buonar- ruoto . Dopo condottoli Tiziano a Vicenza j dipinte a frefeo fottola log- getta douefi tiene ragione all’udienza publica, il giudizio di Salamone, che fu bell’opera. Apprelfo tornato a Vinezia dipintela facciata de Grimàni.
E in Padoa nplla .Chiefa di santo Antonio, alcune ftotie, pure a frelco de’ Tatti di quel santo.
e in quella di santo Spiritofecein una piccola tauoletta un san Marco a fe¬dere in mezzo a certi sancirne cui ubiti fono alcuni ritratti di naturale, fatti a olio con grandillìma diligenza, laqualtauola molti hanno creduto,che fia di mano di Giorgione. Edendo poi rimafa imperfetta per la morte di Gioua bel’inoncllafàladelgran coniglio una doria,douc Federigo Barbarodaal la porta della Chiefa di san Marco ila ginocchioni innanzi a Papa Aleflan- dro quarto,che gli mette il pie Copra la gola; la forni Tiziano,mutando mol te cote,e facendoui molti ritratti di naturale di Cuoi amici,& altri. onde me rito da quel fenato hauere nel Fondaco de Tedefchi un’ uffizio-, che fi chia¬ma la Senferia,che rende trecen to feudi l’anno, ilquale ufficio hanno per co luctudine que’Signori di dare al piu eccell. pi ttore della loro cittàjcon que¬llo' che fra di tempoin tempo ubligato a ritrarre,quando è creato; il Prrnch- pe foro,0 unoi5oge,per prezzo folo di otto feudi,che gli paga edo Principe . Ilquale ritratto por fi pone in luogo publico per memoria di lui nel palazzo di san Marco. Hauendo l’anno 1514. il nuca Alfonfo di Ferrara fatto accó ciare vii camerino,& in certi fpartimenti fatto fare dal Dodo pittore Ferra- refe hiftoriedì Enea,drMarte,eVenere;& in vnagrotta Vulcano con due fabbri alla Fucina: trofie,che ui fudero anco delle pitture di manodi Cian-tellino,riquale fece in vn’alrra faccia vnTinodi vin vermiglio con alcune Baccanti intorno,fonatori,Satirijèc al tri mafchi,efemine inebriati, & appi fo un Sileno tutto ignudo, e molto bello,a cauallo fopra il fuo Afino, con gé teattorno,che hanno pienele manidi frutte, e d'vuc. Laquale opera in ue rofu con molta1 diligenza lauorata,e colorita, In tantoché è delle piu belle opere,che mai faced'e Gianhellrno,fe bene nella maniera de’panni è vn cere to che di taglien te,fecondo la maniera Tedefchaj ma non è gran fatto, percheimitò una muoia d’Alberto Duro Fiammingho, chedi que’ giorni era fiata condotta a Vinezia, e polla neiìa Ghiefa di san Bartolomeo, che è cofa rara,e piena di molte belle figure fatre a olio. Scride Gianbellino nel detto Tino quelle parole.
Ioanncs BcUimis Vcnctus P. 1514.
Laquale opera non hauendo potuta finiredel tutto, per edere uecchio , fu mandato per Tiziano,come piu eccell. di tutti gl’altri,accio che la fimde. onde egli edendo difiderofo d’acquillare, e farli cOnofcere, fece con molta diligenza due ftorie,che mancauano-al detto camerino. Nella prima è un fiume di uino vermiglio,a cui fono intorno cantorie fonatori, quali ebri, e coli femine,come maichi:& una donna nuda,chedorme,tanto bella,che pa reuiua,inlieme con altre figure. & in quello quadro fcride Tiziano il fuo nome. Nell’altro che è con tigno a quello, e primo rincontro all’entrata fe ce molti Amorini,e putti belli, & in diuerle attitudini, che molto piacque¬ro à quel Signore,fi come fece ancho l’altro quadro. ma fragl’altri è bellil- fimo vno di detti putti, che pilcia in vn fiume, e li vede nell’acqua, mentre gl’altri fono intorno à vna bafe.che ha forma d’altare,lopra cui èia fatua di Venere,con una chiocciola marina nella man ritta,e la graziai bellezza in» torno,che fono molto belle figure,e condotte con incredibile diligenza. Similmente nella porta d’un armario dipinfe Tiziano dal mezzo in fu una teda di Chrilfo marauigliofa,e ftupenda,a cui un villano Hebreo inoltra la
moneta/•moneta di Ccfare. laquale tetta,& altre pitture di detto camerino,afferma¬no i noftri migliori artefici,che fono le migliori,e meglio condotte,che hab bia mai fatto Tiziano,e nel uero fono rarittìme. onde meritò edere libera— lifììmamente riconofciuto,.e premiato da quel Signore, i I quale ritratte otri mamentecon un braccio fopra un gran pezzo d’artiglieria, similméte ritrai* fe la Signora Laura,che fu poi moglie di quel Duca,cheèopera ftupenda.
E di utro.hanno grà forza i doni in coloro,che s’aftatican o per la uirtu, qua do fono folleuati dalle liberalità de principi .Fece in quel tépo Tiziano ami ciziacon il diuino Metter Lcdouico Ariotto,efuda kuconcfciutoper eccel lentifsimo pittore,^celebrato nel fuo Orlando Furiofo.
ETiziancbcbonora
‘.Non meti.Cador,che quei V inezie Orbino.
Tornato poi Tiziano a Vinezia, fece per lo fuocerodi Giouanni da Ca-ftel Bolognefej una tela a olio vn Fattore ignudo,& una Forefeche gli por ge certi Flauti,perchefuoni,con vn bellittìmo paefe. Il qual quadro è hoggi un Faenza in caia il fu detto Giouanni .fece appretto gettaChiefa de’.frati • minori, chiamata la Ca grande all’al tar maggiore in una tauola la Nottra Donna,che uain Cielo,& i dodici Apofto.li a batto,c.he;ft.anno a u.ederla fall re. maqueft’qpera,-percttere/ftatafasta'inrèìa,c'forfemalcuftodita,fì yedé poco/NellamedefimaChiefaallacappelladi quelli daca Pefari,fece in vna tauola la Madonna col figliuolo in braccio,tin san Piero,& un san Giorgio & attorno i padroni ginocchioni, ritratti di naturale. in fra i quali è il Ve- feouo di Batto. & il fratello allora tornati dalla uittoria, che hebbe detto Ve fcouocontraiTurchi. AllaChiefettadisan Niccolo nel medefimo.conuen to,fecein una tauolasan Niccolo,san Francefco,santaChaterìna,esan Se« baftiano ignudo,ritratto dal uiuo,e;fenza artificio ni uno cheli ueggiaettere ftato ufatoin ritrouare la bellezza delle gambe,e del torfojnon mettendo al irò,che quanto uide.nel.naturale,di maniera che tutto pare Rampato dal vi uo, cotte carnofo,e, proprio, ma con tutto ciò è tenuto bello ^cornee anco molto uaga una Noftra Donna col putto incollo,laquale guardano tutte le dette figure, l’opera della quale tauola fu dallo.ftefloTiziano difegnata in le gno;e poi da altri intagliata,eftampata. per la;Chiefadi santo Rocchofcce dopoledette.opere, in un quadro, Chrifto con lacroccdnfpalla , & con vna corda al collo tirata da un Hebreo. La qual figura che hanno molti cre¬duta tta di mano di Giorgione è hoggi la maggior diuQzione di \Vinezia, & ha hauuto di hmofine.piu scudi,che non hanno infunala Io roti ita guada¬gnato Tiziano,eGiorgione. Dopo ettendo chiamato a Roma dal Bembo, che allora era Secretano di Papa Leone X. &ilquale,haueuagià ritratto, ac do chevedette Roma,Raffaello da Vrbino,&aìtdjandò tanto menando Ti zianolacofad’hoggiin dcmani,chemorto.Leone,e;Raftaello l’anno 1520. non u’andò altrimenti. fece per la Chiefa dilata,wafia Maggiore in uaqua dro un san Giouanni.Batifta nel deferto fra;certi fatti,un’Angelo, cheparui uo,e un pezzetto di paefe lon tano,con atauniàlberi fopra la riuad’unfiutne moltograziofi. Ritrafledi naturatali PrincipejGrimanj5& il Loredano,cÉe .furono tenuti mirabili, e non molto dopo ifRcìFrancefco, quando-parr: Italia,per tornate in Francia.E Panno,che Ricreato Doge And?e„a£rin!,tace Tifano Tiziano il fuo ritratto,che fu cofa rariffìma, in un quadro, doue è la Noflrl Donna,san Marco,e santo Andrea col udito del detto Doge.ilqualquadro- che è cofa marauigliofitlìma, è nella fala del Collegio. •
E perche haueua,comes’èdetto obligo di ciò fare, ha ritratto oltre i fopra- detti,glabri Dogi,che fono flati fecondo i tempi. Pietro Landò, Francefco Donato,M?rcantonioTreuifano,&il Veniero. Ma dai due Dogi, e fratelli Pauli è (lato finalmente afloluto, come uecchilììmo,da cotale obligo, Effendo innanzi al faccho di Romaandato a flare a Vinezia Pietro Aretino Poeta celeberrimo de’ tempi noflri,diuenneamiciflimo di Tiziano, e del Sa fouino,iiche fa di molto honore,eutilea efio Tiziano,percioche lo fece co- nofcere tanto lontano quanto fi diftefe!afuapenna,&maflìmamentea pria dpi d’importanza, come fi dira a fuo luogo. Intanto per tornare all’opere di Tizian o egli fece la tauola all’altare di san Piero Martire »nella Chiefa di san Giouanni,e Polodacendoui maggior del vino il detto santo Martire, de tro a una bofcaglia d’alberi grandtflìmi,cafca io in terra, & aflalito dalia fie¬rezza d’un foldato,cherhain modo ferito nella teflaiche effendo femiuiuo, f egli uede neluifo l’horrore della morte; mentre in un’altro frate,che ua’in nanzi fuggendoci fcorge lo fpauento,e timore della morte.In aria fono due Angeli nudi,cheuengono da vn lampo di Cielo, ilquale da lumcalpaefe , che è belliflìmo,Se a tutta l’opera infieme,laquale è la piu compiuta,la piu ce lebrata,ela maggiore,e meglio intefa,e condotta, che altra, laquale'in tutta lafuauitaTizianohabbiafatto ancor mai. Queft’opera uedendo il Gritti , che a Tiziano fu fempre amiciilimo,come ancori Santonine,gli fece alloga¬re nella fala del gran Configlio una fioria grande della rotta di Chiaradad- da. Nella quale fece una battaglia,e furia di faldati,che combattono, men- trejuna terribile pioggia cade dal Cielojlaquale opera»tolta tutta dal uiuo,è tenuta la migliore di quante fiorie fono in quella fala,e la piu bella; Nel medefimo palazzo a pie d’unafcaladipinfe a frefco una Madonna. Hauendo non molto dopo,fatto a un gentil’huomo da ca Contarini invn
• quadro un bellillimo Ch ri fio,che fiede a tauola con Cleofas, eLuca:paruc al gentiThuomo,che quella falle opera degna di (lare in publico, comeèue ueramen te. perche fattone,come anioreuolifsimo della patria,e del publico dono alla Signoria,fu tenuto molto tempo nelle danze del Doge, ma hog- gi è in luogo publico,e da potere effere ueduta da ognuno, nella falotta d’oe ro,dinanzi alla fala dei Configlio de’Dieci fopra la porta Fece ancora quafi ne’medefimi tépi ,per la fcuoladisaca Maria della Chari* tà,Ia Noflra Donna,che faglie i gradi del Tempio,,con tefled’ogni forte, ri¬tratte dalnaturale. parimentenella fcuoladisan Fantino in una tauoletta vn san Girolamo in penitenza,che eradagl’artefici molto lodata, ma fu con fumata dal fuoco,due anni fono,con tutta quella Chiefa. Dicefi, che l’an* no 1550. ellendo Carlo quinto Imperatore in Bologna/u dal Cardinale Hi- polito de’Medici, Tiziano, permezzodi Pietro Aretino ,chiamato la,do¬ue fece un belliflìmo ritratto di sua Maeflà tutto armato che tanto piacque, che gli fece donare mille feudi; de’quali bifognò,’chepoi delle la metà ad Al fonfo Lombardi scultore,che hauea fatto un modello, per farlo di marmo, come fi dille nella fua uita • Tornato Tiziano a Vinezia,trouo che molti gè tifhuo-til’huomini,i quali haueuano tolto a fauorire il Pordenone, lodando molto ’ l’opere da lui fiate fatte nel palco della fala de’Pregai,& al troue, gli hauetia- no fatto allogare nella Chiefa di san Giouanni Elemofinarto una tauoletta accio cheeglilafacefle a cócorrenza diTiziano,ilquale nel medefimo luogo haueuapoco innanzi dipinto il detto san Giouanni Elimolìnarioinha- bito'di Velcouo. Ma per diligenza, che in detta tauola ponefleilPordè none, non potè paragonare, ne giugnere a gran pezzo all’opera di Tfc ziano. Ilquale poi fece per la Chiefa di santa Maria degl’Angeli a Murano vna belliffima tauola d’unaNunziata. Ma non volendo quelli che l’haueà fatta fare fpenderui cinquecento feudi,come ne uoleua Tiziano,egli la ma- dò per coniglio di Mefler Piero Aretino à donare al detto Imperatore Car lo quinto,che gli fece,piacendogli infinitamente quell’ opera, vn prefente di due mila feudi, e douehaueua’aeflerepofta la detta pittura, ne fumefla in fuo cambio una di mano del Pordenone. Ne paflo molto,che tornando Carlo quinto a Bologna,per abboccarfi con Papa Clemente,quando uenne con l’efercito d’Vngheria,uolle di nuouo eflere ritratto da Tiziano. Ilquale ritraile ancora prima, che partifle di Bologna il detto Cardinale Hipolito de’MedicijConhabiroall’Vngherefcaj&in unaltro quadro piu piccolo il medefimo tutto armato. I quali ambidue fono hoggi nella guardaroba del Duca Cofimo. Ritraile in quel medefimo tempo il Marchefe del Vado Al- fonfo Daualos,& il detto Pietro Aretino,ilquale gli fece allora pigliare fer¬iti tu,& amicizia con Federigo Gonzaga,Duca di Mantoa. col quale andato. Tiziano al fuo flato lo ritraile,che par uiuo, e dopo il Cardinale fùo fratello» E quelli finiti, per ornamento d’una ftanza, fra quelle di Giulio Romano, fece dódici tefte dal mezzo in fu de’dodici Cefari molto belle.
Sotto ciafcuna delle quali fece poi Giulio detto, una ftoria de’fatti loro. Ha fattoTiziano in Cador fila patria una tauola,dentro laquale è vna noftra Dó' na,esan Tiziano Vescouo,&egli fteflo ritratto ginocchioni. L’anno, che Papa Paulo terzo andò a Bologna,e di li a Ferrara,Tiziano andato alla corto ritralfe il detto Papa, che fu opera belliflìma, e da quello un’altro al Cardi¬nale Santa Fiore. I quali ambidue,chegh furono molto bene pagati dal Pa¬pa, fono in Roma, uno nella guardaroba del Cardinale Farneie,e l’altro ap- preflo gl’heredi di detto Cardinale Santa Fiore .E da quelli poi ne fono fta tecauatemolte copie,che fono fparfe per Italia. Ritraile anco quafi ne me- defimi tempi Francefco Maria Ducad’Vrbino, chefu òpera marauigliofa , ©nde M. Piero Aretino p quello lo ce ebrò con vn fohetto,che còmmciaua. Se il chiaro Apctie coniti mdndetTarte .
Rafemplòd'AlcjJàndroiltigltOteilpcUo, Sono nella guardaroba del medefimo Duca di mano di Tiziano due te* Ile di femmina molto uaghe, & una Venere giouanetta a giacere con fiori, c certi pani fiottili attorno molto belli, e ben finiti, & oltre ciò una tefta dal mezzo in fu d’una Santa Maria Maddalena con icapegli sparli che è colar* ra . Vie parimente il ritratto di Carlo quinto idei Re Francefco quando era giouane ; del Duca Guidobaldo fecondo; di Papa Siilo quarto, di Papa G iulio fecondo, di Paulo terzo, del Cardinal vecchio di Loreno, e di Soli¬mano Imperatore de Turchi. .........
gU3rcìarob2,olcre a moke altre cofe è un ritratto d’AnibaUe Carcaginefe, in tagliato nel cauo duna corniuola antica, e coli una teda di marmo belliili- ma di manodi Donato. FeceTiziano l’anno 1541.2ìfrati di santo Spirito di Vinezialajtauoladell’altare maggiore,figuràdoki ella lavenutadello Spi rito Santo (opra gl’A podoli,con uno Dio tinto di fuoco,e lo (pirico in Colo ba. Laqual tauola edendofi guada indi a non molto tempo, dopo bauerc molto piatito conque’fiati,rhebbearifare,edèquella,cheè al prefenteso¬pra l'altare. In BrefriafeceneUa Chiefadisan Nazzaro la tauola dell’altare maggiore di cinque quadri. In quello del mezzo èGiefu Chrifto, che rifu- fcita,con alcuni foldari attorno,e dagli lati san Nazzaro,san Badiano,!’An» gelo Gabriello,e la Vcrgineannunziata.
Nel duomo di V erona,fece nella tacciata da piein una tauola,vn’Adunta di NoftraDonnain Cielo, egl’Apoftoli in terra-,cheè tenotain quella città del lecofemodernclamigliore. Lanno 154». fece il ritratto di Don Diego di Mendozza allora Ambafciadore di Carlo quinto a Vinezia, tutto intero, e in piedi,che fu bellidìma figura. E da quella cominciò Tiziano quelloche èpoi venuto in ufo cioè fare alcuni ritratti interi. Nel medelimo modo fe¬ce quello del Cardinale di Tren to allora giouane, & -a Francefco Marcolini ritraile Mefler Pietro .Aretino,roanon fu giaquedi li bello come uno, pure dì mano di Tiziano,che elfo Aretino di fe dello mandò a donare al Duca Co fimo de’Medici. Alquale mandò anco la teda del Signor Giouanni de’Me¬dici padre di deno Signor Duca.
Laqual teda fu ri tratta da una forma,che di impron tata in fui uifo di quel Si gnore quando mori in Mantoa,che era appredo l’A retino. Iquali ambidue ritratti fono in Guardaroba del detto Signor Duca fra molte altre nobilidì- rce pitture. L’anno medefiroo,edendodaroil Vafariin Vinezia tredici me fi a fare,come s’è detto, vn palco a Meder Giouanni Cornaro, & alcune colè per la comp2gnia’della Calzaci Sanlouino, ceeguidaua la fabrica di Santo Spiritelli haueua fatto faredifegni per trequadrigrandiaolio,cheandaua no nel palco,acciogli conducefle di pitturajma eflendofi poi partito il Vafa ri,fiirono i detti tre quadri allogati aTiziano,chegli condufle belliflìmi,pec hauere attefo con molt’arte a fare feor tare le figure aldifotto in fu. In uno è Abraam,che sacrifica Ifaac. Nell’al tro Dauir,che fpicca il collo a Golia, e nel terzo Abel uccido da Cain fuo fratello. Nel medefimo tempo ritraile Tiziano fc dello, per lafaare quella memoria di fe a i figliuoli. E uenuto l’an no 1546. chiamato dal Cardinale Farnefe andò a Rom2,douetrouo il Vafa ri che tornato da Napoli,faceua la Già della Cancelleria al detto Cardinale « perche eflendod2 quel Signore dato raccomandato Tiziano aedo Vafàri, gli tenne amoreuol compagnia in menarlo a uedere le cole di Roma.
cedere,accio mettefle manoa faredi nuouo il ritratto di Papa Paulo intero, quello di Farnefe,e quello del Duca Ò tracio,iquali condufleottimamente, e con moltafodisfazionedi que Signori. A periuafionede’quali fece,per do nareal Papa vnChridodal mezzo in su, in forma di Ecce Homo. Laqtiale opera,o luffe che le cole di Michelagnolo,di Raffaello,di Puhdoro, e d’altri l’haueflono fatto perdere,o qualche altra cagione,non panie a i pittori,tut» to che fu (le buon’opera.di queH’eccellenza,che molte altre fa e, e par ti colar mente iritratti. Andando un giorno Michelagnolo, & il Vafari a vedere Tiziano in Beluedere,uidero in vn quadro,che allora hauea condotto una femina ignuda,figurata per vna Danae, che haueua in grembo Gioue tra;« formato in pioggia d’ero,e molto,come fi fa in prefenza,gliele lodarono. Dopo partiti chefurono da lui,ragionandoli del fare di Tizianoil Euonar- ruoto Io comendo affai,dicendo che molto gli piaceua ìlcolorito fuo,ela ma mera,-ma che era un peccato,che a Vinezianon s’imparaffe da principio a difegnare beneje che no hauetfono que’pittori miglior modo nello ffudio . Conciofi2(diffegli)che fe queffhuomo falle puro aiutato dall’arte, e dal di fegno,come è dalla natura,e mafiìmamente nel contralare il uiuo, non fi po trebbe far piu,ne meglio,hauendo egli bellifiìmo fpirito,& una molto uaga e uiuace maniera. Et in latti coli è uero,percioche chi non hadilegnato as¬fai,e ftudiato cole leelte antiche,o moderne,non può fare bene di pratica da fe,ne aiutare le cofe,che fi ritranno dal uiuo,dando loro quella grazia, e per fezzione,che da l’arte,fcori dell’ordine della natura Jaqualefa ordinanamé te alcune par ti che non fan belle.
Partito finalmente Tiziano di Roma,con molli doni hauuti da que’Sig. e particolarmente,perPomponiofuofigliuolo,un benefiziodi buona ren* dita,fi mife in cammino per tornare a VinezÌ2,- poi che Horazio fao altro fi¬gliuolo hebbe ritratto Mefler Batifta Ceciliano eccellente fonatore di Vio¬lone,che fa molto buó’opaj& egli fatto alcuni altri ri tratti al nuca Guidobal« dod’Vrbino. E giunto a Fiorenza,nedutelerarecofedi quella città,rima- fefiupefatto, non meno,che hauefie fatto di quelle di Roma. Et oltre ciò, vifitò il Duca Cofimo,che era al Poggio a Caiano, offerendoli a fare il fuo ri tratto. Di che non fi curo molto sua Eccellenza forfè per non far torto a tanti nobili artefici della fua città,e dominio.
Tiziano adunque arriuato a Vinezia fini al Marchefedel Vaflo vna Loca zione(cofi la chiamarono)di quel Signore a fuoi faldati. e dopo gli fece il ri tratto di Carlo quinto,quello del Re Catolico,e mol ti altri. E queftilauo- ri finiti,fece nella Chiefa di Santa Maria Nuoua di Vinezia in vnatauoletta vna Nunziata. E poi facendofi aiutare a i fuoi giouani,condufle nel refetto rio di san Giouanni,‘e Polo vn Cenacolo,e nella Chiefa di san Saluadore al- l’altarmaggioreuna tauola,doueèun Chrifloxrasfigur2toin fui monteTa bor. & ad un’altro altare della medefima Chiefa,un2 Noftra Donna annun ziara dall’Angelo. Ma quelle opere ultime ; 2ncor chein loro fi veggia del buono,non fono molto /limate da lui, e non hanno di quella perfezione, che hanno l’akre lue pitture. E perche fono infinite l’opere di Tiziano,« mafiìmamente i ritratti,èquafi imponìbile fare di tutti memoria. Ondedirofol2mentede’piufegn2l2u,mafenz’ordinedi tempi,non impor¬tando molto fapere qual falle prima,e qual fatto poi.
Ricraflepiu uolte,comes edetto, Carlo quinto, e ultimamente fa per rio chiamato alla corte,doue lo nrraflejecondo che er2 in quegli qaafi ultimi anni. Etanto piacque a quello innittiflìmo Imperadcreil faredi Tiziano, che non uolfe da che prima lo conobbe rifare ritratto da altri pittori.
Eciafcuna uolta, che lo dipinfe hebbe mille scudi d’oro di donatiuo.
mera di Napoli. . .
Quando finiilmente ritraile Filippo Re di Spagna,e di eflo Carlo fi« gliuolo, hebbeda lui;difermaprouifionealtri scudidugento.
Di maniera,che aggiuntigli 400 al 1 i 500. che ha in fui Fódaco deTedefchi da SignorfViniziani,ha séza faticarli fèttecéto scudi fermi di prouifione eia fcun’anno. Del quale Carlo quinto, e di elio Re Filippo mandò Tiziano i ritratti al Signor Duca Cofimo, che gli ha nella fua guardaroba.
Ritrafle Ferdinando Re de Romaniche poi fu Impera co re,e di quello tut¬ti i figliuoli,cioè Maffimiliano hoggi Imperatore, & il fratello. Ritrafle la Reina Maria. E per l’Imperatore Carlo,il Duca di Saflonia, quando era pri¬gione. Ma che perdimento di tempo èquclto ? Non è flato quafi alcun Si gnore di gran nome,ne Principe,ne gran donna,che non fia ftata ritratta da Tiziano, ueramentein quefta parteÉccellentiflìmo pittore.
Ritrafle il Re Francefco primo di Francia,come s’èdetto, Francefco Sforza Duca di Milano,il Marchefedi Pefcara, Antonio da Leua,MaflìmianoStatn pa,il Signor GiouanbatiftaC.aftaldo,&altri infiniti Signori, parimente in diuer fi tempi,oltre alle dette,ha fatto mólte altre opere. in Vinezia di ordi- nedi Carlo quinto,fece in unagran rauola da altare Dioin Trinità, dentro aun trono,la Noftra Donna,e Chrifto fanciullo con la colomba fopra, & il campo tutto di fuoco,per lo amore, il padre cinto di Cherubini ardenti : da vn lato è il detto Carlo quinto,e dall’altro l’Imperatrice, felci a ti d’un pan no lino,con mani giunte,in atto d’orate,fra molti fan ti, fccódo che gli fu co mandato da Celare. ilquale fino allora nel colmo delie vittorie, cominciò a moftrare d’hauere animo di ritirarli,come poi fece dallecofe mondane, per morire ueraméte da Chriftiano,timoratodeDio,edifiderofo della propria falute. Laquale pittura difle a Tiziano l’Imperatore, che uolea métterla in quel Monafterio,doue poi fini il corfo della fua vita. E perche è cofa rarifli mafiafpetta,che toflo debba ufeire fuori ftampata.
Fece il medefimo un Prometeo alla Rcina Maria, ilquale fta legato al Mòte Caucafo, & èiacerato dall’Aquila di Gioue.Ec vn Sififo all’inferno,che por ta vn faflóje Tizio flracciato dall’Auoltoio.
E quefte tu tte dal Prometeo infuori,hebbe sua Maeftà, & con efle un Tan¬talo della medefima grandezza, cioè quanto il uiuo,in tela,& a olio.
Fece anco vna Venere, & Adone, che fono marauigliofi,eflendo ella ue- nutafi meno,&il giouane in attodiuolere partire da lei, con alcuni cani in torno molto naturali. .
In una tauola della medefima grandezza fece Andromeda legata al faflo, e Perfeo, che Ialibera dall’Orca marina, che non può eflere altra pittura piu naga di quefta ; come è anco un’altra Diana, che ftandofi in yn fonte con le fue Ninfe,contiene Atteon in Ceruio.
Dipinte parimente un’Europa, che fopra il Toro pafla il mare. Lequali pit« ture fonoappreflo al ReCatolico tenutemolto care, perla viuacità, cheha dato Tiziano alle figurecon i colori in farle quafi uiue, e naturali.
Ma è ben vero,che il modo di fare,che tenne in quefte ultime èaflai diferen te dal fàrefuo da giouane. Cdnciofia, che le prime fon condotte, ccn una certa finezza,ediligenza incredibile,e da eflereuedute da predo,e da lonta¬no ♦ Et quelle ultime, condotte di colpi, tirate via di groflo,econ macchie, di maniera, chedapreflononfipoflonouedere,edi lontano apparifcono perfette. - . ».
Equefto modo è flato cagione, che molti, udendo in ciò immitare,& moftrare di fare il pratico, hanno fatto di goffe pitture. E ciò adiuiene, per che fe bene a molti pare,che elle fiano fatte fenza fatica; non è cofi il uero, e s’ingannàno; perche fi conofce,chefono rifatte, e che.fi è ritornato loro ad dolio coni colori tan te uolte,che la fa ticaui fi vede.
E quefto modo fi fatto è giudiziofo, bello, e ftupendo, perche fa parere ui- ue le pitture,e fatte con grande arte, nafcondendo le fatiche.
Fece ultimamenteTiziano in vn quadro alto braccia tre, e largo quattro, Giefu Chrifto fanciullo in grembo alla Noftra Donna, & adorato da’Ma¬gi, con buon numero di figure d’un braccio l’una: che è opera molto vaga, fi come è ancora un’altro quadro, che egli fteflo ricauò da quefto,e diede al Cardinale di Ferrara,il vecchio . /
Vn’altra tauola, nellaquale fece Chrifto schernito da Giudei, che è bellis¬ma, fupoftain Milano nella Chiefa di santa Maria delle Grazie a una cap¬pella. .
Alla Reina di Portogallo in un quadro fece'un Chrifto poco minore del uiuo, battuto da Giudei alla colonna, che è belliflìmo.
In Ancona all’altare maggiore di san Domenico fece nella tauòla Chrifto in Croce, & a piedi la Noftra Donna, san Giouanni, esan Domenico belliflì- mi,e di quell’ultima maniera fatta di macchie, come fi difte pure hora.
E di mano del medefimo nella Chiefa de’ Crucicchieri in Vinezia, la tauo¬la, che è all’altare di san Lorenzo, dentro al quale è il Martirio di quel san¬to,conun cafamento pieno di figure, esan Lorenzo a giacere in ifcorto , mezzo (opra la grata, fotto un gran fuoco, & intorno alcuni, che? accen¬dono E perche ha finto una notte, hanno due feruen ti in mano duelumiere, che fanno lume doùe non arriua il riuerbero del fuoco, che è fotto la grata, che è fpeflo,e mol to viuace.
Et oltre cio ha finto un lampo,che uenendo di Cièlo, efendendo lenuuo- le, uince il lume del fuoco, e quello delle lumiere, ftando fopra al Tanto, & all’altre figure principali. Etoltreaidettitrelumi,legenti, che ha finto di lontano alle fineftredel cafamento hannoillumedalucerne,ecandele che loro fono vicine. Et in fommail tutto è fatto con bell’arte, ingegno, e giudizio.
Nella Chiefa di san Sebaftiano all’altare di san Niccolo è di mano dello fteflo Tiziano in una tauoletta un san Niccolo che par uiuo,a ledere in una Tedia finta di pietra,con vn Angelo,che gli tiene la Mitria*.
Laqualeoperagli fece fare Mefl’er Niccolo Grafló Auocato.
Dopo fece Tiziano, per mandare al Re Cattolico una figura da mezza eofciain fu d’una santa Maria M adalena scapigliata; cioè con i capelli, chèle
.cafcano fopra le fpallc »intorno alla gola,e lopra il petto.. . > :
mentre ella alzando la tefta con gl’occhi fiflì al Cielo moftra compunzione nel rolfore degl’occhi,e nelle lachrimedogliezza de’peccati. Onde mupue quella pittura chiunche la guarda ellremamente. E che è piu,ancor che lìa bellillìma,non muoue a lalciuia,ma a comilerazione. Quella pittura,finita chefu,piacquetantoa • . . Siluiogentil’huomo Viniziano,credo¬
no a Tizi ano per hatierla cento feudi,come quelli,che fi diletta fommamén te della pittura. La doue Tiziano fu forzato farne un’altra,che non fu men bella,per mandarla al detto Re Catolico. »
Siueggionoanco ritratti di naturaledaTiziano un Cittadino Viniziano fuo amicillìmo chiamato il Sinillri,& un’altro,nominato M. Paulo da Pon te,del quale ritraile anco una figliuola,che allora haueua, belhlfima gioita¬ne,chiamata la Signora Giulia da Ponte,comare di efio Tiziano, e fimilmen tela Signora Irene,vergine bellilfima, letterata, mufica,&incaminata neljdi fegno. Laquale,morendo circa lètte anni fono,fu celebrata, quali da tutte le penne degli fcrittori d’Italia. Ritraile M. Francefco Filetto oratoredi fe lice memoria,& nel medelìmo quadro dinanzi a lui un fuo figliuolo,che pa reviuo. Ilqual ritratto è in cafa di Mefler Matteo Giulliniano amatoredi quelle arti,che ha fattoli fare da Iacómo da Ballano pittore un quadro,che è molto bello,li còme anco fono molte altre opere di elio Ballano, che sono (parieper Vinezia,e tenute in buon pregio,e mafiimamente per cole picco¬le,& animali di tutte le forti.
Ritraile Tiziano il Bembo vn’altra uolta,cioè poi che fu Cardinale,il Fra caftoro,&il Cardinale Accolti di Rauéna,chel’hail Duca Colìmoinguar daroba. Et il nollro Danefejscultoreha in Vinezia in cafa fua un ritratto di man di Tiziano, d’un gentil’huomo da ca Delfini. Si uededi mano del me defimo M. NiccoloZono la Rolla moglie del gran Turcho d’età d’anmfe- dici;,’e Cameria di collei figliuola con habitué acconciature belliflime.
In calaM. Francefco Sonica, Auocato,ecomparedi Tiziano è il ritratto di elio M. Francefco di mano dell’iHello,& in un quadrone grande la Nollra Don n a,che andando in Egi tto,pare difeefa dell’A fino ; e pollali a federe fos pra vn fallo nella via con san Giufeppo apprello,esan Giouannino,che por gea Chrillo fanciullo certi fiori, colti per man d’un’ Angelo da i rami d’un’ albero,che è in mezzo a quel bolco pieno d’animali, nel lontano del quale lì ftal’Afino palcendo. Laquale pittura,che è hoggi graziofiflìma,ha polla il detto gentirhuomo in un fuo palazzo,che ha fatto I Padoa da santa Iullina. In cafa d’un gentil’huomo de’Pifani apprefiosan Marco è di mano di Tizia no il ritratto d’una gentildonna che è cola marauigliola.
A Monfignor Giouanni della Cafa Fiorentino,fiato huomo illuftre per chiarezza di sague,e per lettere a tempi noftri, hauendo fatto un bellifiìmo ritratto d’vnagentil’donna,che amò quel Signor’ mentre flette in Vineziaj
• meritò da lui efiere honorato con quel bellifiìmo sonetto,che comincia» Ben ucgg’io TIZIANO, informe none
L'idolo mio,che ibegftxcbi apre,egira, Con quello che fegue.
Vhimamente mandò quello pittore eccellente al detto Re Catolico vna cena di Chrillo con gl’Apoftoli in un quadro fette braccia lungo,che fu co- fa di llraordinaria bellezza, Oltre /Oltre alle dette eofe,e molte altre di minor*pregio,che ha fatte qft’huo- mo,e fi lafciano per breuità,ha in cafa l’infrafcritte abbozzate,e cominciate.
Il Martirio di san Lorenzo,fimile al fopradetto,ilquale difegna mandare al ReCatolico: vnagran tela,den tro laquale è Chrifto in Croce,con i Ladro¬ni,& i Crucififiori a ballo,laquale fa per Mefler Giouanni d’Arna.et vn qua dro,che fu cominciato per il Doge Grimani,padre del patriarca d’Aquilea.
E per la fala del palazzo grande di Brefcia,ha dato principio a tre quadri grà di,che uanno negl’ornamenri del palco;come s’è detto,ragionando di Chri flofano,e d’vn fuo fratello,pittori Brelciani. Cominciò anco molti anni fo no,per Alfonfo primo Ducadi Ferrara un quadro d’una giouane ignuda, che s’inchina a Minerua,ccn un’altra figura a canto;& un mare,'doue nel lo tano è un Nettunno in mezzo fopra il fuo carro, ma per la morte di quel Si- gnore,per cui fi faceua queft’ópera a fuo capriccio,non fu finitale fi rimalea Tiziano. Ha anco condotto a buon termine,ma non finito, un quadro do ue Chrifto appare a Maria Madalena nell’orto in forma d’Ortolano;di figli re quanto il naturale: & coli un’altro di fimile grandezza; doue, prelènte la Madonna,&l’altre Marie,Chrifto morto fi ripone nel Sepolcro: & un qua dro parimente d’una Noftra Donna,che è delle buone cofe,che fiano in ql- la cala: e come s’è detto un fuo ri tratto,che da lui fu finito,quattro anni fono molto bello,e naturale. E finalmente un san Paulo,che legge, mezzafigu- ra,che pare quello ftefto ripieno di Spirito Santo.
Quelle dico tutte opere ha condotto,con altre molte,che fi tacciono, per non faftidire,infino alla fua età di circa lettantafei anni. E fiato Tiziano fa niflìmo,e fortunato quant’alcun’altro fuo pari fia fiato ancor mai. e non ha mai hauuto dai Cieli fe non fauori,e felicità. Nella fua cala di Vinezia fo¬no flati quanti principi,letterati,e galan t’huomini fono al luo tempo andati ò flati a Vinezia, perche egli,ol tre all’eccellenza dell’arte,è fiato gentiliflìmo di bella creanza,e dolcifiìmi coftumi,e maniere. Ha hauuto in Vinezia al¬cuni concorrenti,ma di non molto ualore,ondegl’ha fuperati ageuolmene te coll’eccellenza dell’arte,efapere trattenerli,e farfi grato a i gen til’huomi- ni. Ha guadagna to aliai,per che le lue opere gli fono fiate beniflìmo paga-. te. mafarebbeftatoben fatto,chein quelli fuoi ultimi anni, non hauefiela- uoratofe non per pafiàtempojper non fcemarfi coll’opere manco buone,la riputazione guadagnatali negl’anni migliori ; e quando la natura per la fua declinazione non tendeua all’imperfetto. Quando il Vafari Icrittore della prefenteftoria fu l’anno 1566. a Vinezia andò a uifitare Tiziano, come fuo amicifllmo,e lo trouò,ancorché uecchiflìmofalle,con i pennelli in mano a dipignere: & hebbe molto piacere di uedere l’opere fue, e di ragionare con • eflòiilquale gli fece conolcere Mefier Gian MariaVerdezotti gen til’huomo _ Veniziano,giouane pien di uirtu,amico di Tiziano, & afiai ragioneuole di fegnatore,e dipintore,come moftro.in alcuni paefiìlifegnati daluibellifsi-? mi. Ha coftui di mano di Tiziano,ilquale ama,& ofterua come padre, due figure dipinte a olio in due nicchiejcioè un’Apollo,&.una Diana..
Tiziano adunquehauendod’ottime pitture adornato Vinezia, anzi tutta Italia',altre parti del mondomerita édere amato,& ofieruato da gl’artefi-. ci,& in molte cofe ammirato, & imitato ; come qu egli,che ha fatto,efa tut- taui/ tania opere degne d’infinita lode,e dureranno quanto può la memoria de- gl’huominiilluftri. ... . '
Hora fe bene molti fono flati con Tiziano,per imparare,non è però gra- de il numero di coloro,che ueramen te fi pollano dire fuoi difcepoli: percio- che non ha molto infegnato,ma ha imparato cialcunopiu,emeno, fecondo che ha faputo pigliare dall’opre,fatte da Tiziano.Ettaro con elfo lui (ragli altri vn GiouanniFiamingho,che di figure,cottpiccole,comegrandi,è flato affai lodato maeftro,e ne i ritratti marauigliofo,come fi uede in Napoli, do¬ue è uiuuto alcun tempo,e finalmente morto. Furono di man di coftuifil-, cheglidoueràin rutti i tempirettered’honore)i difegni dell’Anotomie, cho fece intagliare,e mandar’fuori con la fua opera,l’eccellentiflìmo Andrea Vel (alio. Ma quegli che piu di tutti ha imitato Tiziano,e flato Paris Bondone, ilquale nato in Treuifi di padreTriuifano,e madre Viniziana, fu condotto d’otto anni a Vinezia in cafa alcuni fuoi parenti. Doue,imparato cheheb- begramatica,efattofieccellentiffimo mufico, andò aliare con Tiziano, ma non ui confiamo molti anni .percioche uedendo quell’huomo non eflere molto uago d’infègnarea fuoi giouani,anco pregato da loro fommamente, & inuitato con la pacienza,a portarfi bene;fi rifolue a partirli, dolendofi in finitaméte,che di q giorni fu (le morto Giorgionej la cui maniera gli piaceua fommamente,ma molto piu l’hauer fama di bene,e uolentieri infegnare co amorequellojchefapeua. .Ma poi che altro fare non fi poteua,fi mife Paris in animo di volere per ogni modo feguitare la maniera di Giorgione.
E cofi datoli a lauorare,& a contrafare dell’opere di colui,li fece tale, che ué nein bonillimo credito. Onde nellafua età di diciotto anni gli fu allogata una tauola da far.fi,per la Chiefa di san Niccolo de’frati minori. Ilche haué do mtefo Tiziano,fece tanto con mezzi, e con fauori, che gliele tolfe di ma¬no,o per impedirgli,che non potette coli rotto moftrare la fua uirtu, o pure tirato dal dilìderio di guadagnare .
Dopo ettendo Paris chiamato aVicenza a fare una ftoria a fretto nella log già di piazza,oue fi tien ragione,de a canto a quella,che haueuagiafattaTi- ziano del giudizio di Salamonejandò ben volentieri, e ui fece una ftoria di Noe con i figliuoli,che fu tenuta,per diligenza,e difegno opera ragioneuo- le,e non men bella,che quella di Tiziano.intanto che fono tenute amenduc dachi non fa il uero,d’una mano medefima. Tornato Paris a Vinezia,fe¬ce a fretto alcuni ignudi a pie del ponte di Rialto, per Io qual faggio gli furo no fatte fare alcune facciate di cafe per Vinezia. Chiamato poi a Treuifi,ui fece fimilmente alcune facciate,&: altri lauori,& in particolare, molti ritrat¬ti,che piacquero affai. Quello del Magnifico M. Alberto V nigo,quello di M. Marco Seraualle;di M. Francefco da Quer,e del Canonico Rouere,e MO fignor Alberti. Nel duomo della detta città fece in una tauola nel mezzo della Chiefa ad iftanza del Signor Vicario,la natiuità di Giefu Chrifto: &ap pretto una retturezione . In san Francefco fece un’altra tauola al Caualierc Rouere. vn’altra in san Girolamo,& una in Ogni Santi con uariate tette di santbesante,e tutte belle,euane nett’attitudini,e ne’ueftimenti ?,
Fece un’altra tauola in san Lorenzo, & in san Polo fece tre cappelle. Nella maggiore dette quali fece Chrifto,che refufcita,grande quanto c il viuo, & acco- ttccompagnatodagran moltitudine d’Angeli, nell'altra alcuni fanti,cómol. ti Angeli attornoje nella terza Giefu Chrifto in una nuuola, con laNoftra Donna,chegli prefentasan Domenico.lequali tutte opere l’hanno fatto conoscere perùalent’huomojS: amoreuole della fua città. In Vinezia poi, doue quali Tempre è habitato, ha fatto in diuerfi tempi molte opere, mali piu bella,e piu notabile,e digniflima di lode,che facefle mai Paris, fu vna fio ria nella Scuola di san Marco da san Giouanni,e Polo; nella quale è quando quel pefcatore prefenta alla Signotiadi Vinezial’anello di san Marco, coni vncafamento in profpettiua bellidìmo,intorno alquale fiedeil fenato con il Doge. In Trai quali senatori fono molti ritratti di naturale uiuaci, e ben fatti oltre modo. la bellezza di quell’opera, lauorata coli bene, e colorita a frefco,fu cagione,che egli comincio adellere adoperato da molti gétil’huo mini. onde nella cafa grande de Fofchari da san Barnaba fece molte pittu¬re^ quadri,e fra l’altre un Chrifto,chefcefo al Limbo, necauai santi Padri che èrenuta cofa (ingoiare. Nella Chiefa di san Iobin canal Reio, fece una belliflima tauola. & in san Giouanni in Bragola unl’alira. & il medefimo a santa Maria della Celefte,& asanta Marina. Ma conofcédo Paris, chea chi uuoleellere adoperato in Vinezia bifognafar troppa feruitu in cortegian- do quello,e quellojfi rifolue,come huomo di natura quieto,e lótano da cer ti modidifare,adognioccafioneche uenifle,andarealauoraredifuoriquel l’opere,che innanzi gli mettelle la fortuna,lenza hauerle a ire mendicando, perche trasferitofi con buonaoccafionel’anno 19S. in Francia al feruizio del ReFrancefcogli fece molti ritratti di dame,& altri quadri di diuerfepit ture, enei medefimo tempo-dipi nfe a Monfìgnor diGuifaun quadro da Chiefabelli(ììmo,& uno da camera di Venere,e Cupido.
Al Cardinaledi Lorenofecevn Chrifto Ecce Homo;&un Gioue con Io, c molte altre opere. Mandò al Re di Pollonia un quadro, che fu tenuto co- fa belliftìma,nel quale era Gioue con una Ninfa .
In Fiandra mandòdueaìtri belliftimiquadri, una santa Maria Madalena nell’Eremo,accompagnata da certi Angelij&r una Diana, chefilaua conle fue Ninfe in un fonte. I quali due quadri gli fece fare il Candiano Milane- fè Medico della Reina Maria,per donargli a fua altezza.
In Auguftafeceincafade’Fuccheri molteopere nelloro palazzo,digran- dillìma importanza, e per ualuta di tre mila feudi.
E nellamedefìmacittàfeceperi Prineri.grand huofnini di quel luogo, un quadrone gride, douein profpettiua mife tutti i ciqueotdini d’archi tet tura, che fu opera molto bella. Etitn’altro quadro da camera, ilquale è ap predo ilCardinaled’Augufla.
In Crema ha fatto in santo Agoftino due tauole, in una delle quali cri¬tratto il Signor Giulio Manfrone,per un san Giorgio tutto armato.
Il medefimo ha fatto molte opere in Ciuitale di Belluno, che fono loda¬te, e particolarmente una tauola in santa Maria, & un’ altra in san Giofef, chefbno belliftìme.
In Genoua mando al Signor Ottauiano Grimaldo un fuo ritratto gran¬de quanto il uiuo,e belliftimo, &C con elio un’altro quadro limile d'una don nalafciuidìma.
A ndato poi Paris a Milano,fece nella Chiefa di fan Celfo in vna tauola alci! nefigure in aria,e fono un belliflìmo paefe, fecondo che fi dicea iftanza del S.Carlo da Roma,e nel palazzo del medefimo,i. gra quadri a olio. In uno Venere,e Marte (orto la rete di Vulcano;e nell’altro il Re Dauir,che uede laua re Berfabe dalle feruedi lei alla fóte.Et appreflo il ritratto di ql S. c qllo della (ignora Paula Vifcóti fua cóforte,& alcuni pezzi di paefi nó molto gradi,ma belliflìmi. Nel medefimo tempo dipinte molte faucled’Ouidio al Marche fe d’Aftorga,cheleportòtecoinIfpagna.SimilmentealSignor Tommafo Marini dipinte molte cote,dellequali non accade far menzione. E quefto bafti hauer detto di Paris,ilqualeeflendo d’anni fettantacinque,feneftacó fua comodità in cafa quietamente,&lauoraper piacerea richieda d’alcuni Principi,& altri amici fuoi,fuggendo la concorrenza,e certe uane ambizio¬ni per non edere oftefo,e perche non gli fia turbata unafuafomma tranquil lira,e pace,da coloro che non uannofcome diceegli)in uerità, ma con dop¬pie uie,malignamente,e con niuna carità. la doue egli è auezzo a uiuerc fem plicemente,econ una certa bontà naturale, e non sa fortilizzare, neuiuere acutamente. Hacoflui ultimamente condotto vn bellidìmo quadro, per la Duchedadi Sauoia,d’unaVenere con Cupido,che dormono ;cuftòdi ci da un feruo,tanto ben fatti,che non d poffono lodarea baftanza.
Ma qui non è da tacere,che quella maniera di pitturatile è quafi difmes fa in tutti gl’altri luoghi,fi mantien uiuadal serenifiìmo fenato di Vinezia, cioèilmufaico. perciochedi quefto è dato quafi buona.e principal cagione Tiziano,ilquale,quanto è ftato in lui,ha fatto opera tempre che in Vinezia fia eterei tato,e fatto dare honorate prouifioni,a chi ha di ciò lauorato. Onde fono fiate fatte diuerfe opere nella Chiefa di san Marco, e quàfi rino- uati tutti i uecchi,e ridotta quefta forte di pittura a quelleccelléza, che può edere,& ad altro termine,ch’ella non fu in Firenze,&in Roma al tempo di Giotto,d’Aleffo Baldouinetti,del Ghirlandai,e di Gherardo miniatore.
E tutto che fi è fatto in Vinezia è uenuto dal difegno di Tiziano, e d’altri ec« celienti pittori,che n’hanno fatto difegni $ e canoni coloriti, accio l’opere fi conducefiìno a quella perfezzione,a che fi ueggiono códotte quelledel por fico di san Marco, douein una nicchia molto bellaè il giudizio di Salamo¬ile, tanto bello,che non fi potrebbe in uerita coni colori fare altrimenti.
Nel medefimo luogo è l’albero di Noftra Donna di mano di Lodouico Rof fo,tutto pieno di Sibilile Profeti fatti d’una gentil maniera,ben commefla, & con aliai,ebuon rilieuo . Ma niunohamegliolauoratodi queft’artea té pi noftri,che Valerio,& Vincenzio Zuccheri Triuifani. di mano de quali fi ueggiono in san Marco diuerfe,e molte ftorie, e particolarmente quella del l’Apocaliflejnellaquale fono dintorno al tronodi Dioiquattro Euangeli- fti in forma d’animali,i tette Candelabri,& altre molte cote, tanto ben con¬dotte,che guardandole da baffo paiono fatte di colori,con i pennelli a olio. oltrachefi uede loro in mano,&appreflo quadretti piccoli piene di figuret le fatte con grandiflìma diligenza.
Intanto,che paiono non dico pitture,ma cole miniate, e pure fono di pie tre commefle. Vi fono anco molti ritratti,di Carlo quinto Imperatore, di Ferdinando fuofratellojchealuifuccedette nell’impetioj&Maflìmiliano figliuo-
figliuolo di eflo Ferdinando,& hoggi Imperatore. Similmente la teda del lTlluftrifiimo Cardinal Bembo,gloria del lecol noftro, e quella del Magni¬fico .... fattecon tanta diligenza^ unione, e talmenteaccomo« dat^ilumjJecarniJetinteJombrejel’akrecofejchenon fi può uederme¬glio,ne piu bell’opera di finul materia. E di uero c gran peccato che quella arte eccellentiffima del fare di Mufaito, per la fua bellezza,óc eternità, non fia piu in ufo di quello,che è,e che per opera de’ principi, che pofion farlo » non ci fiattenda.
Oltre a i detti,ha lauorato di Mufaico in sa Marco a concorrenza de’ Zuc cheri Bartolomeo Bozzato,ilquale fi è portato anch’egli nellefue ope
rein mododadouerneeflcre lemprelodato. Ma quello chein
ciò fare è fiato a tutti di grandifiìmo aiuto, è fiata la pre-
fenza,egl’auuertimenti di.Tiziano. Del quale, ola
tre i detti,e molti altri,è fiato dilcepolo,e l’ha
aiutato in molte opere vn Girola-
mo (non fo il cognome) se
non di Tizia-
no.
Il fine della vita di T filano da Cador pittore^.
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