'Defir'Rione dell opere eli Jacopo Sanfanino Scultore^
fiorentino.
E N T R E, che Andrea Contucci scultore dal monteSan/àuino hauendogiaacquiftatoin Italia,&in Ifpagna nome, dopo il BuonarruotOjdelpiu eccellente scultore,&architetto,chefol fe nelParte^fi ftaua in Firenze,per fare le due figure di marmo che doueuanoporfi (oprala porta, che uolta alla Mifericor« dia del Tempio di san Giouannij gli fu dato a imparare l’arte della scultura vn giouanetto figliuolo di Antonio di Iacopo Tatti, il quale'haueua la natii ra dotato di grande ingegno,& di molta gratia nelle cofe,che faceuadi rilie uo,percheconofciuto Andrea quanto nella scultura douefle il giouane ve¬nire eccellente,non mancò con ogni accuratezza infegnarh tutte quelle co fe fechepoteuano farlo conofcere per fuo difcepolo. È cofi amandolo foni- mamente,&: ingegnando/! con amorei e dal giouane eflendo parimére ama to,giudicarono i popoli che douefle non pure edere eccellete al pari del fuo maeftro, ma chelodouefle paflare di gran lunga . E fu tanto l’amore, e bes • niuolenza reciproca fra quefti quafi padro,e figliuolo,che Iacopò no piu del Tana,ma del Sanfouino, comincio in que primi anni a edere chiamato,e co • fi è dato,e fara fempre. Cominciando dunque Iacopo a efercitare, fu tal¬mente aiutato dallanatura nelle cofe,che egli fece,che ancora cheegli non molto ftudio.&'diligentia ufafle taluoltanelì’operare, fi uedeua nondime¬no! quello,chefaceua,facilità,dolcezza,grazia,&un certochedileggiadro, molto grato a gli occhidegltartefici.in tanto che ogni fuo fchizzo,o legno,o bozza ha fempre hauuto unamouentia-& fierezza,che a pochi fcoltori fuo-- le porgere la natura. Giouò anco pur’ adai all’uno, & all’altro la pràtica, e l’amicizia;che nella loro fanciullezza,&poi nella giouentu hebbero infieme; Andreadel Sarto,& Iacopo Sanfouino,iqualifeguitandolamaniera mede fimanel ddegno,hebbero la medefima grazia nel farej’uno nella pittura,& 1-altro nella scultura,perche conferendo infieme i dubbij dell’arte, e facédo Iacopo per Andreamodelli di figure, s’aiutauano l’un l’altro fommamente» E che cio fia uero, ne fafede quefto, che nella tauola di san Francefco delle' monachedi uia Pentolini è un’san Gicuanni Euangelifta, ilqualefu ritratto da un belliffimo modello di terra,che in quei giorni il Sanfouino fece a con- correntia di Baccio da monte Lupo;pche l’Arte di por’santa Maria uoleua fare una ftatua di braccia quattro di bronzo in vna nicchia.al canto di Or’sa Michele,dirimpetto a Cimatori, per laquale ancora che Iacopo facefle pia bello modello di terra, che Baccio«, fu allogata nondimeno piu uolentieri al Mótelupo,per effer’uecchio maeftro,che al Sanfouino, ancora che fufle me glio l’opera fua, fe bene era giouane. ilqual modello èhogginelle mani degl’heredi di Nanni Vnghero,cheècofabelliflìma,alquale Nanni eflendo* amico allora il Sanfouino,gli fece alcuni modelli di putti grandi di terra, 8£ d’una figura d’un’ san Niccola da Tolentino,i quali fumo farti l’uno, & l’at trodi legno grandi quanto il uiuo. con aiuto del Sanfouino,e pofti alla cap¬pella del detto fanto nella Chiefa di santo Spirito. Eflendo per queftecagio ni conofciuto Iacopo da tutti gl’artefici di Faenze,e tenuto giouane di bel« loingegno,&ottimi coftumi $ fu da Giuliano da san Gallo, architetto di Papa lulio fecondo,condotto a Roma con grandifiìmafatisfazionefua: pció che piacendogli oltre modo le ftatue antiche,che fono in Beluedere,fi mifel difegnarle,onde Bramante architetro anch’egli di Papa lulio, che allora te- neua il primo luogo,e habitaua in Beluederejuifto de’difcgni di quefto gio uane',& di tondo rilieno uno ignudo a giacere di terra, che egli haueua fate to,ilquale teneua un’uafo per un calamaio .-gli piacque tanto, che lo prefe a fauorire,& gli ordinò,che douefle ritrar’ di cera grande il Laocoontcdlqua le faceua ritrarre anco da altri,per gettarne poi uno di bronzo, cioè da Zac- cheriaZachi da Volterra, Alonfo Berngetta Spagnolo, & al uccchiodaBo Iogna,i quali,quando tutti furono finiti Bramante feceuederlia Raffael 53 zio da Vrbino,per faperechi fi fufle di quattro portato mèglio. La doue fu
giudicato da Raffaello che il Sanfouino cefi giouan e hanefle pattato timi-gJ altri/altri di gran lunga,onde poi per configlio.di Domenico Cardinal G rimani, fu a Bramante ordinato che fi do'ueftefaregittarcdi bronzo queldi Iacopo, e cofi fattala forma,& gettatolo di metallo,uenne beniifimo. La doue ri- netto,& datolaal Cardinale lo tenne fin’che uifie non men caro chefefus- fe l’antico. E uenendo a morte,come cofa rariflima Io lafciò alla Signoria fc reniflìma di Vinezia,laquale hauendolo tenuto molti anni nell’armario della faladel Configlio de’Dieci.lo donò finalmente l’anno » 534. al Cardinale di Loreno,chelocondufie in Francia/ Mentrecheil Sangui¬no acquiftando'giornalmentecon li ftudij dell’arte nomein Roma,era in moltaconfiderazione,infermandofi Giulianodasan Gallo,ilqualelo tene- ua in cafa in Borgo uecchio , quando parti di Roma,per uenire a Firenze iu cefte,e mutare ariajgli fu da Bramate trouata una camera pure in Borgo vec chionel palazzo di Domenicodalla Rouere Cardinale di san Clemente,do ue ancora alloggiaua Pietro Perugino,ilquale in quel tempo,per Papa Giu¬lio , dipigneua la uolta della camera di Torre Borgia,perche hauendo uifto Pietro la bella maniera del Sanfouino,gli fece fare per fe molti modelli di cc ra,&fragli altri un Chrifto deporto di Croce tutto tondo, con molte fcale, &figure,chefucofabellifiìma. llqualeinfiemecon l’aitre cofe di quefta for te,e modelli di varie fan tafie,furono poi raccolte tutte da M. Giouanni Gad di, efonohoggi nelle fuecafe in Fiorenza alla piazza di Madonna. Quelle fte cofe dico furono cagione che’l Sanfouino pigliò grandiftìma pratica con maeftro Luca Signorelli,pittore Cortonefe,con Bramammo da Milano,co Bernardino Pincurichio,có Cefare Cefariano,che era allora in pregio p ha- uere come»tato Vitruuio:& con molti altri famofi,e begli ingegni di quella età. Bramante adunque defiderando,che’l Sanfouino filile noto a Papa lu-’ iiojordinò di fargli aconciare alcune anticaglie. Onde egli mefiòui mano inoltrò nel rafiettarle tanta grazia,&diligenza,che’l Papa,e chiunque le uid degiudicò,che non fi poteffe far meglio. lequalilode, pcheauanzaflefe ftef fo,Spronarono di maniera il Sanfouino,che datofioltra modo alli ftudij,ef- fendo anco gentiletto di compiefiìone, con qualche trafordine addoflodi quelli,che fanno i giouani s’amUlò di maniera, che fu forzato per falute del¬la ui ta ritornare a Fiorenza,doue giouandoli l’aria natiua,l’aiuto d’effer’gio uane,& la diligen tia,& cura defedici,guari del tutto in poco tempo.per lo che parue a Mefier Piero Pitti-,ilquale procurarla allora,che nella facciata, do ue è formolo di Mercato Nuouoin Frenzefi douefle fare una Noftra Don¬na di marmo: che eflendo in Fiorenza molti giouani ualenti, & ancorarnae ftri uecchi.fi douefle dare quel lauoro a chi di quelli facefle meglio un mo¬dello. La douefattonefareunoa Baccio da Montelupo, un’altro aZacche- riaZatij da Volterra,che era a n eh egli, il medefimo anno, tornato a Fioren za,un’altro a Baccio Bandinelli,& un’altro al Sanfouino.-pofli in giudizio,fu da Lorenzo Credi pittore eccellente,&perfona di giudizio,& di bontàdato l’honore,&l’opera al Sanfouino,& cofi dagl’altri giudici,artefici, & inten¬denti. mafebeneglifu per ciò allogata quefta opera, fu nondimeno indu¬giato tanto a prouedergli,e condurgli il marmo,per opera,& inuidia d’Aue rardo da Filicaiajilqualefauoriua gràdeméteil Bandinelle odiaua il Sa fouino,che veduta qlla lunghezzaju da altri Cittadini ordinato,che doues
Si, (e fare vno degl’Apoftoli di marmo gradi che andauano nella Chiefa di sata Maria del Fiore, ondefatto il modello d’un san Iacoporilqùale modello heb be , finito che fu l’opera, Mefier Bindo Altouiti , comincio quella figura, &continouandodi lauorarlacon ogni diligentia,& ftudioja condufieafi ne ranco perfèttamente,che ella è figura miracolofa,e moftra in tutte le par¬ti efiere ftatalauoratacon incredibile ftudio,edihgétia,nepanni, nelle brac eia,e mani traforate,& condotte con tant’arte,& con tanta grazia, che non fi può nel marmo ueder’meglio, onde’il Sanfouino moftroinche modo fi lauorauano i panni traforati,hauendo quelli condotti tanto fottilmente, & fi naturali,chein alcuni luoghi hacampato nel marmo lagrofiezzache’l na turale fa nelle pieghe, in fulembi,enellafine deuiuagni del pannotmo- dodificile,e che uuole gran tempo,epacienzaa uolere, cheriefca in modo, chemoftrilaperfezzionedell’arte, Iaqualefigura è fiata nell’opera da qual tempo che fu finita dal Sanfouino fin’a l’anno 1565. nel qual tempo,del mele di Dicembre fu niella nella Chiefa di santa Maria del Fiore, per honorarela uenuta della Reina Giouannad’Auftria,moglie di donFrancefcode’ Medi ci Principe di Fiorenza,e di Siena. Doue è tenuta cofa rariflìma, infieme co gli altri Apoftoli pure di marmo,fatti a concorrentia da altri artefici, come s’è dettò,nelle uite loro.
Fece in quefto tempo medefimo;per Mefier Giouanni Gaddi una Vede¬re di marmo in furun nicchio,bellifiìma,fi come era anco il modello che era in cala Mefier Francefco Monteuarchi,amico di quefte arti,e gli mandò ma le perl’innundationedel fiume d’Arno l’anno 1558.Fece ancora un putto di ftoppa,& un Cecero belliflìmo quanto fi può,di marmo,per il medefimo M. Giouanni Gaddi con molt’altre cofe,chefono in cafa fua,&a Mefier Bindo Altouiti,fecefare un camino di spela grandiflìma,tutto di macigno intaglia to da Benedetto da Rouezzano.chefu pofto nelle cafefue di Firenze: doue al Sanfouino fece fare una ftoria di figure piccole per metterla nel fregio di detto camino,con Vulcàno,& altri Dei, che fu cofa ratillìma: ma molto piu. beglifono due putti di marmo che erano fopra il fornimento di quefto ca- mino;iquali teneuano alcune arme delli Altouiti in mano; i qualinefono fiati leuati dal Sig.don Luigi diToledo,chehabitalacafadidetto M.Bindoj & pofti intorno a una fontana nel fuo giardino in Fiorenza dietro a frati de Semi. Duealtri putti pur di marmo di ftraordinaria bellezza fono di mano del medefimo in cafa Giouanfrancefco Ridolfi,i quali tengono Umilmente un’arme. Le quali tutte operefeciono tenere il Sanfouinoda tutta Fioren¬za,& da quelli dell’arte eccellentifiìmo,egraziofo maeftro.per locheGioua ■ ni Bartolini,hauendo fatto murare nel fuo giardino di Guaifonda una cafot ra,uolfecheil Sanfouinoglifacefiedi marmo un Bacco giouinetto, quanto il uiuo,perche dal Sanfouino fattone il modello,piacque tanto a Giouanni, ♦ che fattogli confegnare il marmo,Iacopo lo comincio con tanta uoglia, che lauorandouolauacon le mani,ecól’wgegno.studiòdico queft’opera di ma niera,per farla perfetta,che fi mife a ritrarre dal uiuo,ancor chefufle di ver« no un fuo garzone,chiamato Pippo del Fabbro, facendo ftare ignudo buo¬na parte del giorno. Ilquale Pippo farebbe riufeito ualente huomo,perche fi sìorzauacon ogni fatica d’imitare il maefiro.
Ma-Mao furtélo (lare nudo,e con là teftafcopertain quella Ragione, o pureil troppo fludiare,e patir d.ifagi non fu finitoil Bacco,che egli impazzò, in fui .la maniera del farelattitudini,Se lo moftrò, percheun giorno-che pioueua direttamente,chiamando il Sanfouino Pippo, & egli non rifpondendo, lo uidde poi faliro (opra il tetto in cimad’un camino ignudo, che faceua l’atti¬tudine del fuo Bacco, altre uolte pigliando lenzuola, o altri panni grandi, c quali bagnati fe gli recaua adoflo all’ignudo,come furte un modello di terra o cenci,Seacconciauale pieghe;poi falendo in certi luoghi ftrani,Se arrecati dofi in attitudini hor duna,hor d’altra maniera, di Profeta,d’Aportolo, di soldato,o d’altro, fi faceua ritrarre, ftandocofi lofpaziodi duehore, fenza fauellare,e no al triméti,chefe furte flato una^ftatua imobile.Molte altre fimi’ li piaceuoli pazzie fece il pouero Pippojma fopra tutto mai no fi potèdimen ticare il Bacco,che hauea fatto il Sanfouino,fe non quando in pochi anni fi mori. Ma tornando alla ftatua,condotta che fu a fine fu tenuta la piu bella opera,che furte mai fatta da maeflro moderno jattefo che’l Sanfouino mo¬ftrò in erta una difficoltà,non piu tifata,ne! fare ('piccato intorno intorno vn braccio in aria che tiene una tazza del medefimo marmo traforata tra le di¬ca,tanto fottilmenteche fe ne tien molto poco,oltre che per ogni uerfo, e ta to ben’difpofta,& accordata quella attitudine,& tanro ben proporzionate , Scbellelegambe,Se lebraccia,^rtaccateaquél torfo,chepare nel ueder!o,Se toccarlo molto piu Amile alla carne. In canto cheque! nome che gl’ha, da chilouedefegli conuienej&’ancor molto piu. Queft'opera dico,finita che fujtnentre che virte Giouanni,fu uifitatainquel cortile di Gualfondada tut ti i terrazzante foreftteri,e molto lodata.
Ma poi ertendo Giouannt morto, Gherardo Bartolini fuo fratello, la do- nòal Duca Cofimo,ilquale come cofa rara, la tiene nelle fue ftanzecon al¬tre bellillìmeftatue,che ha di marmo. Fecealdetto Giouanni un Crocifif- fo di legno molto bello,che è in cafa loro,e mol te cole antiche, & di man di Michel. Hauédolì poil’anno 1514. afare un ricchiflì. apparato in Fiorenza, per lauenuta di Papa Leone X. fu dato ordine dalla Signoria,e da Giuliano de’Medicijche fi racertero molti archi trionfali di legno indiuerfi luoghi del la città. Ondeil Sanfouino,non folo fecei difegni di molti) ma tolfe in coni pagnia Andreadel Sarto,a fare egli fterto la facciata disanta Mariadel Fio¬re,tutta di legno,con ftatue,econ ìftorte,Scordine d’architettura-,nel modo, apunto,che farebbe ben fatto,ch’ella fterte, per tome uia quello, che vi è di componimento,Se ordine Tedefco. perche mertoui tnanofper non dire ho ra alcuna cofa della coperta di tela,cheper san Giouanni,& altrefefte folen niflime foleuacoprire la piazza di santa Matia del Fiore, Se di erto san Gioua nfiertendofi di ciò in altro luogo fauellato a baftauza)dico, chefotto qùefte. tende haueua ordinatoli Sanfouino la detta facciata di lauoro corinto :Sc che fattala a guifa d’arco trionfale,haueua meflo fopra un grandiflìmoimba famento,da ogni banda lecolonne doppie,con certi nicchioni fra loro, pie-; nidi figure tutte tonde,che figurauano gl’Apoftoli :e fopra erano alcune ftorie grandi di mezzo rilieuo,finte di bronzo, di cofedel uecchio teftamen to . Alcunedcllequaliancora fi ueggiono lungarno in cafade’ Lanfredini» S opra feguitauano gl’archicraui,fregi,Se cornicioni,che rifaltauano, Se ap-predo uarìj,ebelliffimi frontespizi]. Negla-iigoli poidegVarchi,nellegros- fezze, e Cotto,erano ftonedipinte di chiaro/curo di mano d’Andrea delSar to,e bellifsirae. E in Commaquella opera del SanCouino fu tale, che ueggen dola Papa Leone difle,che era un peccato,che cofi fatta non Culle la uera fac¬ciata di quel Tempio,che fu cominciata da Arnolfo TedeCco. Fece il mede fimo SanCouino nel detto apparato per la uenuta di Leone X. oltre la detta facciata,un cauallo di tondo rilieuo,tutto di terra,e cimatura, Copra un bafà mento murato;in atto di Caltare,& con una figura (otto di braccia noue» Laquale opera Cu fatta con tanta brauura,c fierezza,che piacque, e fu molto lodatadaPp. Leone.ondeeflo Sàfouino fu da Iacopo Saltuari menato a bx ciarei piedi al Pp.che gli fece molte carezze.Partito il Pp. di Fireze,&abboc catofi a Bologna con il Re FranceCco primo di Francia, fi riColue tornacene a Firenze, ondefu dato ordine al SanCouino, chefacefleun arco trionfale al la porta san Gallo, onde egli non difcordando punto da fe medefimojo con« dufle Cimile all’altre cofe:che haueua fatte, cioè bello a marauigh'a,pieno di ftatue,e di quadri di pitture ottimamente lauorati. Hauendo poi delibera to sua Santità che Ci facefie di marmo la facciata di san Lorenzo:men tre che s’aspettauada Roma Raffaello da Vrbino,Se il Buonarruoto: il SanCouino d’ordine del Papa,fece un dilegno di quella .ilqualepiacendo affai nefufac to fare da Baccio d’Agnolo un modello di legno belliflìmo. E in tanto hauc done fatto un’altro il Buonarruoto,fu a lui,Se al SanCouino ordinato,chean daifero a Pietra Santa. Douc hauendo trouati molti marmi: ma difficili a co durfi,perfono tanto tempo,che tornati a Firenze trouarono il Papa partito per Roma, perche andatigli amendue dietro con i loro modelli,ciafcuno da perCe,giunfe apunto Iacopo,quando il modello del Buonarruoto fi moftra ua asua Santità in Torre Borgia, ma non gli uennefatto quello che fi penfa ua. percioche,doue credeua di douerealmeno Cotto Michelagnolo far parte di quelle ffatue,cheandauano in detta operak hauendog!iene fitto parole il Papa,edatogìieneintenzione Michelagnolo,s auidegiunto in Romacheef fo Buonarruoto uoleua ederefolo. Tuttauia,effendofi condotto a Roma, per non tornarfenea Fiorenza in uano; fi rifoluefermarfi in Roma, e quiui attendere alla scultura,& architettura; E cofi hauendo tolta a fare per Già uanfrancefco Martelli Fiorentino una Noftra Donna di marmo, maggiore del naturale,la condufle belliflìma col putto in braccio. E fu porta (opra vn altare dentro alla porta principale di santo Agallino,quandos entra a man ritta. Il modello di terra della quale ftatuà donò al Priore di Roma de’Sal-utati,che lo pofein una cappella del filo palazzo,fui canto della piazza di sa Piero al principio di Borgo nuouo. Fece poi,non parto molto per la cappel¬la che haueua fatta fare il Reuerédillìmo Cardinale Albonrenfe,nella Chie fa delliSpagnuoli in Roma,fopra l’altare,una ftatua di marmo di braccia 4. oltramodolodatiiEma.d’un’san Iacopo,ilqualehauna mou.£cìa molto gra tiofa,& è condotto con'perfettione, ócgiuditio, ondagli arecò grandi- flìma fama; & mentre che faceuaquefte (fatue, fecola pianta, & model¬lò, e poi cominciò afare murare laChiefa di S'an Marcello de’frati.de Set- ui,opera certo belliflìma. Etfeguitando d’dlere adoperato nelle cofed’ar* chitettura,fece a Meffer Marco Cofcia una loggia belliflìma Culla ftrada che/uà* Roma,a Ponte. Molle nella uia Appia,per la compagnia del Crocififlo della Chielàdi san Marcello un’Crocifillo di legnoda portare a proceflìonc molto gratiofo,& per Antonio Cardinaledi Monte, cominciò una gran fab brica alla fua uigna,fuor di Roma in ful’acqua vergine. E forfè è di mano di Iacopo un molto bel ritratto di marmo,di detto Cardinal uecchio di Mo te,che hoggi è nel palazzo del Signor Fabiano al Mon te san Sauino fopra la porta della camera principale di sala, fece fare ancora la cafa di Mefler Luigi Leoni molto comoda,& in Banchi un’ palazzo,che è dalla cafa de Gaddi, il quale fu poi compero da Filippo Strozzi;che certo è comodo,e belliflìmo,& con molti ornamenti. Eflendofi in quello tempo, col fauore di Papa Leo¬ne leuato fu la natione Fiorentina,acóncorrentiadeTedefchi, Se delli Spa- gnuoli,& de Franzefì, i quali haueuono chi finito,& chi cominciato in Ro ma le Chiefe delle loro nazioni,&quellefatte,adornate, e cominciate a vfi- ziarefolennemente,haueua chiedo di poterfareancor’eflaunaChiefa.
Di chehauendo dato ordineil Papa a Lodouico Capponi, allora Confalo della natione. fu deliberato,chedietro Banchi al principio di ftrada Iuliain fulla riua delTeuere,fifacefleunagrandiffimaChiefa,efidedicafleasàGio uanni Batifta;laquale,per magnificenza,grandezza,fpefa,ornamenti,edife gno,quella di tutte l’altre nazioni auanzafie. Concorrendo dunque in fa¬re difegni per quell’opera,Raffaello da Vrbino, Antonio da san Gallo,&Bal dafiarre da Siena, & il Sanfouinojueduto che il Papa hebbe i difegni di tutti, lodò,come migliore,quello del Sanfouino,per hauere egli oltre all’ altre co fe fatto fu quattro canti di quella Chiefa,p ciafcuno una tribuna, & nelmez zo una maggiore tribuna,limile a quella pian ta,che Sebafliano Serlio> pofe nel fuo fecondo libro di architettura, laonde concorrendo, col uolcredel Papa tutti i capi della natione Fiorentina,con molto fauore del Sanfouino, fi cominciò a fódare una parte di qlla.Chiefa lunga tutta 11. canne.Manon ili eflendofpatio,e uolendo pur fare la facciata di detta Chiefa in fulla dirit¬tura delle cafe di firada Iulia,erano necefiitati entrare nel fiume del Teuere almeno quindici canne, ilche piacendo a molti,per efTcre maggiore spefa,et piufuperbailfare i fondamenti nel fiume, si mifemanoafarli,e uifpefero
piu di quaranta mila feudi,che farebbono ballanti a fare la meta della mura glia della Chiefa. Intanto il Sanfouino che era capo di quella fabbrica, men tre che di mano in mano fi fondaua,cafcò,& fattofi male d’importanza,fi fe ce dopo alcunigiorni portare a Fiorenza,per curarli, lafciando a quella cu¬ra,come s’è detto.per fondare il reflo Antonio da san Gallo. Ma non andò molto,che hauendo,per la morte di Leone perduto la natione uno apoggio fi grande,&: un Principe tanto fplendido,fi abandonò la fabrica,per quanto durò la uita di Papa Adriano VI. poi creato Clemente, per feguitareil me- defimo ordine,e dilegno,fu ordinato che il Sanfouino ritornarle,Sdeguital fe quellafabrica,nelmedefimo modo chel’haueua ordinataprima, ecofi fu rimeflo mano a lauorare. & in tanto egli prefe a fare la fepóltura del Cardi naie d’Aragonia,&quélla del Cardinale Àginenfe,&fatto già cominciare a lauorare i marmi per gli ornamen ti:& fatti molti modelli per le figure,haue ua già Roma in poter fuoj& faceua molte cofe per tutti quei signori impor tantiflìme.
Quando/Quando Dio per caftigo di quella città,e per abaflare la fuperbia delli habi¬tatori di Roma ,permifleche uenifle Borbone con l’efercitoalei giorni di Maggio 1517. e che fuffe meflo a faccho,e ferro,e fuoco tutta quella citta » Nella quale rouina,oltre a molti altri belli ingegni,che capitarono male, fu forzato il Sanfouino a partirfi con fuo gran dannò di Roma, & a fuggirli in Vinezia,per indi paflare in Francia a feruigi del Re,doueeragia flato chia¬mato . Ma trattenendoli in quella città, per prouederfi molte cofe, che dr tutte era fpogliato, e metterli a ordine , fu detto al Principe Andrea Griti , ilqualc era molto amico alle uirtu,che quiui era Iacopo Sansouino. onde ve nuto in deliderio di parlargli,perche a punto in que giorni Domenico Car dinaie Grimani gli haueuafatto intendere, che’l Sanfouino farebbe flato a propolito per le cupole di san Marco,lor’Chiefa principale,lequali, & dal lo daméto debole,Sedalla uecchiaia,e da eflere male incatenate,erano tutte ap tc,Se minacciauano rouina: lo fece chiamare. E dopo molte accoglienze,c lunghi ragionamenti hauuti,gli difle,che uoleua,e ne lo pregaua, che ripa¬ratte alla rouina di quefteTribune;ilchepromifeilSanfouino di fare,eri- mediarui, e coli prefo a fare quell’opera,ui.fece mettere manojSe accomoda to tutte l’armaduredi drenro,Se fatto trattate,a guifa di ftelle, puntellò nel cauo del legno di mezzo tutti i legni,che teneuano il cielo della Tribuna,et con cortine di legnami le ricinfe di drento,in guila,che poi difuora, Se con catene di ferro ftringendole,Se rinfrancandole con altri muri, Se difetto fa¬cendo nuoui fondamenti a pilaftri,che le reggeuanoje fortificò, Se alicurò per fempre. Nel che fare fece ftupire Vinezia,e tettare fodisfatto,non pure il G ritti,e che fu piu,a quello sefeniflìmo senato,rendè tanta chiarezza della uirtufua,cheeflendo.(finita l’opera)morto 41 Protomaeftrode signori Pro curatoci di san Marco,che è il primo luogo,che danno quei signori agli in¬gegneri,Se architetti loro,lo diedero a lui con la cala folita,Se con prouilio- neaffai conueniente.
La doue accettatolo il Sanfouino ben uolentieri,Se fermato l’animo, di- uennecapodi tutte le fabbriche lorojeon fuo honore,Se commodo. Fece dii que primamente,la fabbrica publica della Zeccha, laquale egli difegnò, Se /parti dentro con tanto ordine,Se comodità, per feruitio, e comodo di tanti manifattori,che non è in luogo nettuno un’Erario,tanto bene ordinato, ne Con maggior fortezza di queilo.ji.lquale adornò tutto con ordine ruftico» molto bello, ilquale modo no lì ettendo ulato prima in quella città,refe ma- fauiglia affai agli huomini di quel luogo. Per Io checonofciuto l’ingegno del Sanfouino effere per feruitio di quella città,atto a ogni loro bifogno, lo feciono attendere molti anni alle fortifìcationi dello flato loro. Ne pattò molto,che feguito per ordine del Conliglio de Dieci,la belliflìma,Se ricchi« lima fabrica della Libreria di san Marco incontro al palazzo della signoria, con tanto ordine d’intaglio,di cornici,di colonne,capitegli,Se mezze figure per tutta l’opera,che è una marauiglia. E tutto fi è fatto fenza rifparmio niix no di fpefa; onde colla infino a hoggi cento 50. miladucati, Se è'tenuto mol« to in pregio in quella città per eflere piena di r icchiflìm i pauimenti,di ftuc- chi,Se d i ftorie,per le fale di quel luogo ; Se fcalé publiche adornate di uarie pitture, come s’è ragionato nella uita di Badila Fràco, oltre a molte altre bel
Iliii z le comodita*&ricchì ornamenti che ha nella entrata della porta principale, che rendono,&maeflàj&grandezza,inoltrandola uirtudelSanfouino.il- qual modo di fare fu cagione che in quella cittàinèlla quale in fino all’ hora non era entrato maimodofe non di fare le calerei palazziloro con un mede ‘fimo ordinefeguitando fempre ciafcunolemedefimecofe,con la medefimà mifura,& ufanza uecchia: fenza uariare fecondò il fito,chè fi truouauano, ó fècódo la comodità, fu cagione dico,che fi cominciafTero a fabricare co nuo ui difegni,& migliore ordine,le cofe publiche,e le priuate. Et il primo pa¬lazzo,che facefle fu quello di M. Giorgio Cornaro,cofa bellillìma,& fatta co comodi,& ornamenti condecenti,di fpefa di feudi fettanta mila . Da che modo vn’altrogentil’huomo da ca Delfino, ne fece fare al Sanfouino un’al¬tro minore con fpéfa di trenta mila feudi,lodatiffimo,& belliflìmo. E dopo fecequello del Moro con spefa di uenti mila feudi,che fu fimiìmente molto lodatOj&apprefTo molti altri di minore fpefa nella città,e nel contado.
In tanto che fi può dire quella Magnifica città hoggi per quatità, e qualità di fontuofi,ebeneintefiedifizij rifplendere,& eflere in quella partequello ch’ell’è,per ingegno,induftria,e‘uirtu di Iacopo Sanfouino, che per ciò meri tagrandiffima laude. Efiendo con quelle opere è flato cagione, che i gen- til’huomini Viniziani fiàno condotta l’architettura moderna nella loro eie— tà,perciochenón foloui fi èfattoquello,cheèpalTato perle lue mani, ma molte,anzi infinite altre cofe,che lòno fiate condotte da altri maeflri, che la • fono andati ad habitare, & hannoui magnifiche cofe operato.
Fece ancora Iacopo la fabrica della loggia della piazza di san Marco d’ordi ¬ne Corinto,che è a piedi del campanile di detto san Marco, con ornamentò Ticchifììmo di colonne,& quattro nicchie, nelle quali fono quattro figure grandi quanto ilnaturaledi bronzo,e di fomma bellezza. Etfu quefl’operi quafi una bellillìma bafaàl detto cam panile,ilquale e largo da pie,una delle facciepiedi 35. che tanto in circa è l’ornamento del Sanfouino* & alto da ter ra,fino alla cornice,doué foho le tìneflre delle campane piedi 160. dal piano di detta cornice fin’ all’altra difopra,doue èil corridore,fono piedi 15. & l’al tro dado difopra è alto piedi 18. e mezzo. Et da quello piano dal corridore fino alla Piramide pignia,o punta,che fe la chiamino,fono piedi 60 in cima della quale punta il quadricello,fopra ilquale pofa l’Àngiolo èalto piedi feì.
E il detto Angiolo,che gira è alto dieci piedi, di maniera che tutta l’altezza Uienead efìerepiedi 292.
Diede ancora il difegno,& condufleper la scuola,o uèro fraternità, e co» pagnia della Mifericordia,la fabrica di quel luogo grandilfima,e di spela di '
1 jo.mila feudi. Rifece la Chiefa di san Francefco della Vigna, doue Hanno i frati de zoccoli,operagrandiflima,e d’importanza. Neper quello, mentre che ha anelo a tante fabriche ha mai reflato,che per fuo diletto non habbia fatto giornalai ente opere grandiffime,& belle di scultura, di marmo, & di brózo. sopra la pila déll’aequa sàtira ne frati’della Ca grande è di fua mano una flatua,fatta di marmoper Un san Giouanni Batifla, molto bella, eloda- tiflìma.
A Padoua alla cappella del santo è una floria grande di marmo, di mano delmedefimo,di figure di mezzorilieuo belliilìme, d’un miracolo di san tó Antonio/Antonio di Padoua,laquale in quel luogo è ftimata affai. All’entrare delle (cale del palazzo di san Marco fa tuttauia di marmo informa didue giganti BelIiiTìmijdi braccia fette l'uno,un Neitunno,& un Marte. Moftrandole forze,cbehain terra,&in mare quella sereniflima Republica.
Fece una belliffìma ftatua d’un Ercole al Duca di Ferrara. & nella Chiefa di s.Marcofece4.ftoriedi brózo di mezzorilieuo,alteun braccio,&lughe vno e mezzo,per mettere a un pergamo,con iftorie di quello Euangelilta,tenute moltoin pregio per la uarieta loro. Etfopralaportadelmedefimosa Mar co ha fatto una Noftra Donna di marmo grande quanto il naturale, tenuta cofa belliffìma,& alla porta della sagreftia di detto loco,è di fua mano la por tadi bronzo,diuifa in due parti belliflìme,econ iftorie di GiefuChrifto,tut te di mezzo rilieuo,elauorateeccellentiflìmamentej& fopra la porta dello Arfenalehafattouna belliffìma Noftra Donna di marmo,che tieneil figlio
10 in collo. Lequali tutteopere non folo hannoilluftrato, & adornato ql- la Republica, ma hanno fatto conoicere giornalmente il Sanfouino,per ec- cellentiffìmo artefice, Se amare, & hotioraredalla magnificenza, e liberalità dique’signori: e parimente dagl’altri artefici,referendofi alui tutto quello di scultura,&: architettura che è flato in quella città al fuo tempo Operato. • E nel uero ha meritato l’èccel 1. di Iacopo di effere tenuta nel primo grado in quella città, fra gl ’artefici del difegno: e che la fua uirtu fia ftata amata, & ofleruatauniuerìalmenteda i nobili,eda i plebei .percioche oltre all’altre cofe,egli ha,come se detto,fatto col fuo fapere, egiudizio , che fi è quafi del tutto rinouata quella città,& inparato il uero,e buon modo di fabricare.
Ma fe ella ha riceuuto da lui bellezza, & ornamento ; egli all’incontro e da lei ftatomolto ben'ificato. Conciofia.che oltre all’altre cole, egli è uiuu to in ella, da che prima ui andò infino all’età di 73.anni faniflìmo,egagliar do. egli ha tanto conferito l’aria,e quel Cielo,che non nemoftrain unccr^ to modo piu che quaranta. Et ha ueduto, eueded’un fuo uirtuofiflimo fi¬gliuolo,huomo di lettere,due nipoti un mafchio,& vnafemmina saniflìmi, e belli,con fomma fua contentezza. E che c piu,uiue ancora feliciflìmamen te,& con tutti que comodi,& agi,che maggiori può hauere un par luo.
Hafempreamatogl’artefici:&in particolareè fiatoamiciflìmodell’eccell. e famofoTiziano-jCome fu anco,mentre uiffe,di M.Pietro Aretino, per lequa.
11 cofe,ho giudicato ben fatto,fe bene uiue,fare di lui quella honorata me* moria. Emaflìmamente,chehoggimai è per far poco nella fcultura.
Ha hauuto il Salouino molti dilcepoli in Fiorenza Niccolo detto il Tribolo, come s’è detto: il Solosmeo da Sectignano,che fini dalle figure grandi in fuo ri,tutta la fepoltura di marmo,che a Monte Calino,doue è il corpo di Piero de’Medici che affogò nel fiume del Garigliano. Similmente è flato fuo difce polo Girolamo da Ferrara,detto il Lombardo, del quale scagionato nella vita di Benuenuto Garofalo Ferra refe; & il quale,&: dal primo Sanfouino,et da quello fecondo ha imparato l’arte di maniera,che oltre alle cofedi Lore¬to,delle quali fi èfauellato : & di marmo, & di bronzo, ha in Vinetiamoke opere lauorato. Coftui fe benecapito fotto il Sanlouino d’età di trenta an¬ni,&: con poco difegnojancora che hauefle innanzi lancrato di Icultura al- cunecofe;effendopiutoftohuomodiletteie,Ócdicorce,chelculrore>attefe nondimeno
nondimeno di maniera,che in pochi anni fece quel profitto,che fi uede nel¬le fue opere di mezzo rilieuo,che fono nelle fabriche della Libreria, & log- gi a del campanile di san Marco, nelle quali opere fi portò tanto bene, che potè poi fate da fe folo le ftatue di marmo,ei Profeti che lauorò,come fi ditte alla Madonna di Loreto.
Fu ancora difcepolo del Sanfouino Iacopo Colonna,che mori a Bologna già trenta anni fono lauorando un’opera d’importanza. Coftui fece in Ve¬nezia nellaChiefa di san Saluadore un san Girolamo di marmo ignudo,che lì uede ancora in una nicchia intorno all’organo,che fu bella figura,& mok to lodatala santa Croce della Giudeccafeceun’Chrifto, pure .ignudo di marmo,che moftra le piaghe,con bello artifizio;& parimente a san Giouan ni nuouo,tre figure,santa Dorotea,santa Lucia,&santa Catherina. Et in sa ta Marina fi vede di fua mano un cauallo con un Capitano armato fopra, le quali opere poflono fiate al pari con quante ne fono in Vinezia.
In Padoua nellaChiefa di santo Antonio,fecedi ftuccho detto fanto, esan Bernardino ueftiti. Della medefima materia fece a Metter Luigi Cornare» vna Minerua,una Venere,& una Diana,maggiori del naturale,e tutte ton¬de. Di marmo,un Mercurio,e di terra cotta un Marzio ignudo,egiouinec to,che fi caua vna fpina d’un piejanzi,moftrado hauerla cauata,tiene có una mano il pie,guardando la ferita,& con l’altra pare che uoglia nettare la feri« ta con un panno, laquale opera,perche è la migliore,che mai facette coftui, difegnail detto Metter Luigi farla gettare di bronzo. Al medefimo fece un’ altro Mercurio di pietra,ilqualefu poi donato al Duca Federigo di Manto- ua.
Fu parimente difcepolo del SanfouinoTiziaqo da Padoua,scultore,ilqua le nella loggia del campanile di san Marco di Vinetia,fcolpi di marmo alcu- nefigurettej&nella Chiefa del medefimo san Marco fi uede purdaluifcol pito,& gettato di bronzo un bello,e gran coperchio di pila di bronzo, nella cappella di san Giouanni. Haueua coftui fattola ftatuad'un sanGiouan- ni,nelqualefono i quattro Euangelifti,e quattro ftoriedi san Giouanni có bello artifizio,per gettarla di bronzo: ma morendoli d’anni trentacinque, rimafe il mondo priuo d’un eccell. e ualorofo artefice. E di mano di coftui la uolta della cappella di santo Antonino da Padoua,con molto riccho par¬amento di ftuccho. Haueua cominciato per la medefima un ferraglio dici que archi di bronzo,che erano pieni di ftorie di quel santo, con altre figure di mezzo,e batto rilieuo: ma rimafe anco quefto,per la fua morte imperfetto e per difeordia di coloro,che haueuano cura di farla fare.Et n’erano già fla¬ti gettati molti pezzi,che riufeiuano bel li film ije fatte le cere per molti altri. Quando coftui fi mori,e rimafe per le dette cagioni ogni cofa adietro. Il me defimo Tiziano,quando il Valari fece il già detto apparato,per i Signori del lajcompagnia della Calza in Canareio,fecein quello alcune ftatue di terra, c molti termini. E fu molte uolte adoperato in ornamenti di scene, teatri, archi,& altre cofe limili,con fuo molto honorejhauédo fatto cofe tutte pie¬ne d’inuenzioni,capricci,e uarietàje fopra tutto con molta preftezza ?
Pietro da Salo fu anch’egli difcepolo del Sanfouino. & hauendo durato a intagliare fogliami infino alla fua età di trèca anni, finalméce aiutato dal Sa fouino fouino,chegl’infegnc^fi diede a fare figure di marmo. Nel che fi compiac¬que,e Audio dimaniera,chein dueannifaceuadafe. come ne fanno fedeal. cune opere affai buone,che di fua mano fono nella tribuna di san Marco.
& la ftatua d’un Marte maggiore del naturale,che è nella facciata del palazzo publico. laquale ftatua è in compagnia di tre altre di mano di buoni artefi¬ci.fece ancora nelle ftanze del Configlio de X. due figure,una di mafchio,et l’altra di femina,in compagnia d’altre due fatte dal Danefe Caranco,fcultore difomma lode. ilquale,come fi dira,fu anch’egli difcepolo del Sanfouino. ■ Lequalifigure fonoperornamentod’un camino. Fece oltre ciò,Pietro tre figure chefono afanto Antonio maggiori del uiuo, & tutte tonde, efono vnaGiuftitia.una Fortezza,e la ftatua d’un Capitano generale dell’armata Vinitiana,condotte con buona pratica. Fece ancora la ftatua d’unaluftitia che ha bella attitudine,Se buon difègno,pofta fopra una colonna nellapiaz za di Murano,& un’altra nella piazza del Rialto di Vinezia, per foftegno dì quella pietra,doue fi fanno i bandi publici, che fi chiama il Gobbo di Rial¬to. lequali opere hanno fatto coftui conofcereper boniftìmofcultore.
In Padoua nel Santo fece una Tetide molto bella, & un Bacco, che prieme vn grappol d’uuain una tazza,& quefta,laquale fu la piu dificile figura, che mai fa cefi e, & la migliore,morendo lafsò a fuoi figliuoli, che l’hanno anco¬ra in cafa,per uenderla a chi meglio conofcerà,e pagherà le fatiche,che in ql la fece il loro padre.
Fu parimente difcepolo di Iacopo Aleftandro VittoriadaTrcnto, fculto remoltoeccellente,&amiciftìmo degli ftudij,ilqualecon belliflìmarhànics ra ha moftro in molte cole che ha fatto,cofi di ftuccho,come di marmo, ui- uezza d’ingegno,è bella maniera,e che le fue opere fono da eftere tenute in pregio. E di mano di coftui fono in Vinezia alla pòrta principale della Li¬breria di s. Marco due feminone di pietra alte palmi 10. l’una, che fono mol to belle,gràtiofe,Se da efler molto lodate. Ha fatto nel Sarò di Padoua alla fe poltura Conferina quattro figure,duoifchiaui,o uero prigioni con una Fa¬ma,& una Tetis.tutte di pietra,& uno Angiolo piedi x alto,ilqualeèftato porto fopra il campanile del Duomo di Verona, che è molto bella ftatua, & in Dalmantia,mandòpuredi pietra,quattro Apoftoli nel duomo di Treu al ti cinque piedi l’uno.fece ancora alcune figure d’argento per la fcuola di san GiouanniEuangeliftadi Vinetia,moltegratiofe,lequalieranotuttedi ton¬do rilieuo,Se un san Teodoro d’argento di piedi due,tutto tondo,lauorò di marmo nella cappella Grimana a san Sebaftiano due figure,al te tre piedi l’una, Se apreflofece una Pietà,con due figure di pietra tenute buone,che fo noàsan'Saluadorein Vinetia . Fece un Mercurio al pergamo di palazzo di san Marco,che rifponde fopra la piazza,tenuto buona figura.
Et a san Francefco della V igna,fece tre figure grande quanto il naturale,tut tedi pietra,molto belle,gratiofe,Se ben condotte , santo Antonio, sanSe- ' baftiano,& santo Rocco,Se nella Chiefade Crocichieri, fece di ftucco due figure alte fei piedi l’una,porte all’altare maggiore, molto belle, Se della me defima materia fece,come gias’è detto, tutti gli ornamenti, che fono nelle volte delle ficaie nuoue del palazzo di san Marco,con ilari partimenti di ftuc chi,doue Batifta Franco,dipinfe poi ne nani,doue fono le fiori e, le figure, Se
legrot- le grottelche che ui fono. Parimente fece Aleflandro quelle delle fcale del la Libreriadi san Marco,tutte opere di gran fattura.' & ne’ frati minori una cappellai nella tauoladi marmo,che èbelliflìma,egrandiflìma, l’Aflun» tione della Noftra Donna di mezzo rilieuo,con cinque figurone abafto, che hanno del grande,e fon fatte con bella maniera,graue,& bello andare di pa ni,e condotte con diligentia. Lequali figure di marmo fono san leronimo san Giouanbatifta,san Pietro, santo Andrea, e san rionardo, alte lei piedi l’una,e le migliori di quante opere ha fatto infin’ahora. Nei finimento di quella cappella fui frontefpitio,fono duefigurepuredi marmo, moltogra» tiofe,ealteotto piedi l’una. il medefimo Vittoria ha fatto molti ritratti di marmo,c belliflime felle, & fomigliano,cio è quella del Signor Giouanbati Ila Feredo,polla nella Chiefa di santo Stefano,quella di CamilloTreuifano Oratore,polla nella Chiela di san Giouanni,e Polo,il clarifsimo Marcan to nio Grimani,anchegli pollo nella Chiela di san Seballiano: & in san Gimi- gnianoil Piouano di detta Chiefa. Ha parimente ritratto Mefter Andrea Loredano,M. Priano da Lagie, & dua fratelli da Ca’pellegrini Oratori, cioè M.Vincendo,& M.Giouanbadlla.&percheil Vittoria ègiouane, e lauora volentieri,uirtuofo,affabile,difiderolo d’acquiftarenome,e fama,& in foni magentilifsimo,lì può credere che uiuendo fihabbia auedere di lui ogni giorno bellilsime opere, e degne del fuo cognome V ettoria: e che uiuendo" habbia a edere eccellentifsimo scultore,e meritate fopra glabri di quel pac fela palma.
, Ecci ancora un Tommalo da Lugano scultore,che è flato anch’egli mol¬ti anni col Sanfouino,& ha fatto con lo (carpello molte figure nella Libreria di san Marco in compagnia d’altri,come s’è detto,& molto belle. E poi par cito dal Sanfouino ha fatto da fe una Noftra Donna col Fanciullo in braccio & a piedi san Giouannino.che fono figure tutte e tre di fi bella forma, attitu dine,& maniera,che pofiono Ilare fra tutte l’altre ftatue moderne belle,che fono in Venetia .laquale opera è polla nella Chiefadi san Baftiano. E vna teftadi Carlo quinto Imperatorejaqualefece coftui di marmo dal mezzo in fucilata tenuta cola marauigliofa,efu moltograta asua Maellà. Mapche Tommalo fi è dilettato piu torto di lauorare di ftuccho,che di marmo,o bró zojlonodi luamanoinfinite belliflimefigure, & opere fatteda luidicotal materia in cafa diuerfi gentil'huomini di Vinetia. e quello balli hauere det- todi lui.
Finalmente de Lombardi cireftaafar memoria di Iacopo Brefcianogio- uane di 14. anni che s’è partito non è molto dal Sanfouinoje i! quale ha dato fàggio a Vinetia in molti anni che u’è flato di eflereingegnofo,& di douere riufcireeccellente,comepoi èriufeito neli’opere, che ha fatto in Brefciafua patria,e particolarmente nel palazzo publico: ma fe ftudia, e uiuè fi uedran- no anco di fua mano cole maggiori,e migliori,eftendolpiritofo, e di bellifsi mo ingegno.
DenolltiTofcanièftatodifcepolodelSanlouino Bartolomeo Amanna ti Fiorentino del quale in molti luoghi di quell’opera s’è già fatto memoria. Coftui dico lauorò lotto ììSanlouino in Vinetia,e poi in Padoua per Mefter M-irco da Mantova ecceilen tilhmo Dottore di Medicina, in cala del quale fece vn fece un grandiffimo gigante nel fuo conile di un pezzo di pietra,& la fua le poltura,con molte ftatue. Dopo uenutol’Amannato a Roma l’anno i$jo . gli furono allogate da Giorgio Valari,quattro ftatue di braccia quattro Pa¬na di marmo,per la fepoltura del Cardinale de’Monti vecchio,laquale Papa Tulio terzo haueua allogata a elio Giorgio nella Chiefa di san Pietro a Mon- torio,come fi d 1 rà,leqnali ftatue furono ren u te molto belle. perche hauen - dogli ilVafari pollo amore, lo fece conofcere al detto Iulio terzoj ilquale ha uendo ordinato quello fulledafarc lo fece mettere in opera, e coli ambiduc cioè il Vafari,e l’Amannato per un pezzo,lauorarono inlìeme alla vigna. • Manon molto dopo,che il VafarifuuenuroaferuireilDuca CofimoaFi® renza,eftendo morto il detto Papa. l’Amannato,che fi trouaua lenza lauo- ro,&in Roma da quel Pontefice eflere male ftatofodisfàtto delle fue fatiche fcrifle al Vafan,pregandolo,che come l’haueua aiutato in Roma, cofi uolee fe aiutarlo in Fiorenza apprelfo al Duca.
Onde cl Vafari adoperandoli in ciò caldamente, lo coduftc al feruizio di sua Eccell. per cui hamolteftatuedimarmo,edibronzo,cheancoranon •fono in opera lauorate.per lo giardino di Cartello,hafattoduefiguredi bró zo,maggiori del uiuo. cioè Hercole,che la feoppiare Anteo, alquale Anteo, in uoce dello spirito,efee acqua in gran copia per bocca. Finalmente ha co dotto l’Amanato il Coloflo di Nettunno di marmo che è in piazza,alto brac èia dieci,e mezzo. Ma perche l’opera della fonte,a cui ha da Ilare in mezzo il detto Nettunno non è finita.non ne dirò altro. Il medefimo Amannato, come architetto,attende,con fuo molto honore,e lode alla fabbrica de Pit¬ti. nella quale opera ha grande occafione di moftrarela uirtu, & grandezza deH’aniinofuo,ela magnificenza,egrande animo del Duca Cofimo.
Direi molti particolari di quello scultore, ma perche mi è amico : & aliri fe * condo,che in tendo fcriue le cofe fue,non dirò altro,per non mettere mano a quello,che da altri tìe meglio,cheio forfenon laprei raccontarlo.
Reftaci per ultimo de difcepoli del Sanfouipo a far mentionedel Danefo Cataneo fcultore da Carrara,ilquale ellendo anco piccol fanciullo (lette co elio lui a Vinezia, e partitoli d’anni 19.dal detto fuo maeftro,fece da perle in san Marco un fanciullo di marmo,& un san Lorenzo, nella Chiefa de’frati minori, A san Saluadore un’altro fanciullo di marmoj& asan Giouanni,c Polo la ftatU3 d’un Bacco ignudo, che preme un grappol d’uua, d’una uite, - ches’aggira intorno a un tronco,che ha dietro allegambe. laquale ftatuaè h oggi in cafa de’Mozzanighi da san Barnaba. Ha lauorato molte figure per la Libreria di san Marco,e per la loggia del Campanile in fieme con al tri,de* quali fi èdifopra fauellato. & oltre le dette, quelle due che già fi dille elferc nelle danze del Configlio de’Dieci. Ritraile di marmo il Cardinale Bem-bo,& il Contarino Capitan generale dell’armata Viniziana . iqnali ambi=: duelonoin santo Antonio di Padoua,conbelli,e ricchi ornamenti atorno. E nella medefima città di Padoua in san Giouanni di Verdara è di mano dei medefimo il ritratto di Mefter Girolamo Gigante lureconfulto dortiflimo. A Vinezia ha fatto in santo Antonio della Giudeccail ritratto naturaliffis model Giuftiniano, Luogotenente del grà Maftrodi Malta, eqlJo delTie- polo dato tre uolte gcneraleima quelle non fono anco Hate mede a i luoghi loro. Ma la maggiore opera,e piu fegnalata, che habbia fatta il Dane/c è fU to in Verona a santa Anaftafia una cappella di marmi ricca,&con figure gra di,al Signor Hercole Fregolo in memoria del Signor Iano,*gia Signor’di Ge noua,& poi Capitano generale de Vinitiani,al terni tiode’quali mori.Quea fta opera è d’ordine Corinto in guifa d’arco trionfale, e diuifata da quattro gran colonne tonde ftriate,con 1 capitegli a foglie di oliua,che pofano fopra un bafamento di conueniente al rezza,facendo il uano deimezzo largo una uolta piu che uno di quelli dalle bande, con vn’ arco fra le colonne, (opra il quale pofa in fu capitegli l’architraue,&la cornice, e nel mezzo dentro al¬l’arco uno ornamento molto bello di pilaftri,con cornice, & frótefpizio,col campo d’una tauola di paragone nero bellillimo,doue è la (fatua d’un Chri Ilo ignudo maggior del uiuo,tutta tonda,e molto buona figura,laquale fta- ftua fta in attodi moftrare le fue piaghe,con un’pezzodi panno rilegato nei fianchi fra le gambe,e fino in terra, sopra gl’angoli dell’arco fono fegni del - la fua paflìone,e tra le due colonne,che fono dal lato deftro,fta fopra vn ba-famento,una ftatua tutta tonda,fatra per il Sig. Iano Fregolo tutta armata al l’antica,faluo,che moftra le braccia,legambenude, & tiene la man man-' ca fopra il pomo della spada,che ha cinta,& con la delira il baffone genera¬le,hauendo dietro per inueftitura, che uadreto alle colonne, una Minerua di mezzo rilieuo,che dando in aria tiene con una mano unabacchetta Du¬cale,come quellade Dogi di Vinetia, & con l’altra una bandiera, drentoui l’infegna di sàMarco;& tra l’altredue colonne.nèll’altra inueftitura, e la vir tu Militare armata col cimiero incapo;conìFSempreuiuo fopra,e con l’im- prefa nella corazza d’uno Ermèllino.chéfftlfopra uno fcoglio circódato dal fango,con lettere che dicano POTI'VS MORI QVÀM F^EDARp. & con l’infegna Fregofaj&fopraèunaVittoria,con una ghirlanda di Lau¬ro,& una palma nelle mani . sopra la colonna,architraue,fregio, & cornice è vn’al tro oRtinedi pilaftrhfopra’le cimafe de quali ftàno due figure di mar mo tonde,&dueTrofeFpurtandi,&della grandezza delle altre figure.
Di quefte due ftatue una è ia Fama in atto di leuarfi a uolo, accennando con la man dritta al Cièlo,& con una tromba che fuona. & quefta ha fotti* li, e bellifsimi panni attorno, e tutto’il refto ignuda. E l’altra è fattajper la Eternità,laqualeè ueft ita con habito piu graue, & fta in maeftà, tenendo nella man manca un cerchio,doueella guarda,& con la deftra piglia un lem bodi panno,dentroui palle,che denotano uarifecoli,con la sfera cetefte,cin ta dalla ferpe,che con labocca.piglia la coda. nello fpatio del mezzo fopra il cornicione,che fa fare,&mette in mezzo quefte due par ti,fono tre fcaglioni douefegganodue putti grandi, & ignudi, iquali tengono un grande feudo con l’elmo fopra,drentoui l’infegna Fregofa,& lotto 1 detti fcalini è di para¬gone un’Epitaffio di lettere grandi dorate, laquale tutta opera è neramente degna d’eflere lodata,hauendola il Danefe condotta con molta diligenza> & dato bella proporzione,e grana a quel componimento, & farro con gran ftudio ciafcuna figura. è il Danefe non pure,come s’è detto,eccellentescul torejma anco buono,e molto lodato Poeta,come l’opere fue nedimoftrano apertamentesondeha femprepraticato,& hauuto {frettaamicizia,cól mag giori huomini,e piu uirtuofi dell’età noftra. • ' z
iiEtdieio. Et di ciò ancofia argomento quetta détta opera,da lui data fatta molto poe-ticamente.. fidi mano del Danefe nel cortile della Zeccha di Vinezia,fopra l’ornamentodei pozzo, lattatila del Sole ignuda, in cambio della quale ui UoieuanoqueSignori una luttitiaj.ma il Dànefe:confiderò che in quel luo- gó.iì-Sol'c épiu apropofito . Quetta ha una vergha'd’oro nella mano man¬ca, & uno scetro nei la deftra,afommoalqualefece un’occhio, .& i razzi /ola ri attorno alia teftas& fopra la palla del mondo, circondata dalla ferpe, che Ci tiene in bocca la coda,con alcuni monticelli d’oro per detta palla, genera- tidalui. Harebbeui uolutofareil Danefe’due altre ftatuc,c quella della •Luna per l’ar.gento,equella del Sole per l’oro,óc un’altra per Io ramejma ba ftòa que’Signori,che ui fuife quella dell’oro, come del piu perfetto di tutti gl’altri metalli. Ha cominciato il medefimo Danefe un’altra opera in me¬moria dei Principe Loredano,Doge di Vinetia; nella quale fi fpera,chedi gra lunga habbra a paflared’innenzione,e capriccio tutte l’altre fue cofe.La quale opera deue elfere putta nella Chiefa di san Giouanni, e Polo di Vine- tia. ma perchecoftui uiuc,e ua tuttauialauorando a benefizio del mondo, e dell’arte,non diro altro di lui,ne d’altri difcepoli del San/ouino. Non lafcc rogiadi dire breuemented’alcuni altri eccellenti artefici scultori, e pittori di quelle parti di Vinctia,con l’occafionede i fopradettijper porre fine a ra¬gionare^’ loro’in quetta Ulta del Sanfouino.
Ha dunque battuto Vicenza in diuerfi tempi ancorch’efla,scultori, pitto ri architetti -, d’una parte de’quali fi fece memoria nella uita di Vittóre Scarpaccia,e malììmamente di quei,che fiorirono al tempo del Man tegna, e cheda lui impararono a difegnare.-comefurono Bartolomeo Mantegna; Fra cefcó Veruzió,e Giouanni Speranza pittori. Di mano de quali fono molte pitture fparfe'per Vicenza. Hora nella medefima città fono molte /culture di mano d’un Giouanni intagliatore,& architetto,chefonó ragioneuolnan cerche la fua propria profeflìone fia ftafa di fare ottimamente fogliami, & animali,come ancora fa,fe bene è uecchio. Parimente Girolamo Pironi Vi¬centino ha fatto in molti luoghi della fifa città opere lodeuoli di fcultura, c pittura, mafia tutti i Vicentini merita di edere fommaméte lodato Andrea Palladio architetto,per edere huomodi fingolareingegnOj & giudizio, co- meiiedimottranó molte opere fatte nella fua patria,ealrroue, e particolar¬mente la fàbrica del palazzodella comunità,cheè moltolodata;con due por ticidi componirnentodorico.fatti con bellidìme colonne. Il medefimo ha fatto un’pàlazzo molto bello,e grandidìmo oltre ogni credere,al Conte Ot- tauio de’Vieri,con infiniti ricchiilìmi ornamenti. Et un’altro dmileal Co¬te Giufeppo di Porto,che non può edere ne piu magnifico, ne piu bello, nc piu degno d’ogni gran Principe,di quello che-è. Et un’altro fe ne fa tuttauia con ordine dei medefimo al Conte Valerio Coricano, molto fimile per mae fta,égrandezza all’antiche fabriche, tanto lodate; fimilmente a i Conti di Valmoràna ha giaquafi condotto a fine un’ altro fuperbittìmo palazzo che non cedeariiunodeifopradetti in parte ueruna'. Nella medefima città,fo« pra la piazza detta uolgarmentel’Ifola ha fatto un’altra molto magnifica fab brica al Signor Valerio Chireggiolo. Età Pugliano villa del Vicentino,vna bellillìma cafa al Signor Bonifazio Pugliana Caualiere. Et nel medefimo co tado di Vicenza,al Finale ha fatto a Mefter Biagio Saraceni un’ altra fabbri*? ta: Se una a Bagnolo al Signor Vittore Pifanicon ricchiftìmo, egran cortile d’ordine dorico,con bellifsime colonne. predo a Vicenza nella uilla di Li¬bera ha fabricato al Signor Giouanfrancefco Valmorana un’altro molto rie cho edilizio con quattro torri in fu i cantiche fanno bellifsimo uedere.
A Meledo altrefi ha principiato al Conte Francefco Tri(sino,& Lodouico fuo fratello un magnifico palazzo,Copra un colle aliai rileuato,có molti (par- timéti di loggie,ficaie,& altre comodità da villa. A Capiglia pure fui V iceti tino,fa al Signor Mario Ropetta un’altra Cimile habitura,con tanti comodi, ricchi par timen ti di danze,loggie,ecortili,e camere dedicate a diuerfeuir tt» ch’ella Cara torto códorta,chefie al fino fine.ftàza piu regia,che (ignorile.
A Lunede n’ha fatto vn’altra da villa alSignorGirolamode’Godi. &a Vgu rano un’altra al Conte Iacopo Angarano che è veramente bellifsima, come che paia piccola cofaal grande animo di quel Signore. A Quinto, predo a Vicenza fabricò anco,non ha molto,un’altro palagio al Còte Marcantonio Triene,che ha del grande,e del magnifico quanto piu non fiaprei dire . in so •ma ha tante grandifsime^bellefabrichefatto il Palladio dentro, e fuori dì Vicenza,che quando non ui (urterò alfFe,portono badare a fare una città ho noratifisima,&un bellifisimo coarado. In Vinezia ha principiato il medefi- mo molte fabriche,ma una Copra tutte,cheèmarauiglio(à, & notabilifsima -a imitazione delle cafie,che folenano far gl’an tichi nel monafterio della Ca¬rità’. L’atrio di quefta è largo piedi quaranta,e lungo 54. che tanto è apunto il diametro del quadrato,edendo le lue ah una delle tre parti, e mezzo della lunhezza. le colonne,che fono corinre,fono grode piedi tre,e mezzo>& alte 35. Dall’Atrio fi ua nel per i di 1 io,ciò è in un clauftrofcofi chiamato i frati 1 lo ro corriii)ilquale dalla part-edi uerfo l’Atrio è diuifo in cinque parti,e da i fia chi in fette,con tre ordini di colonne l’un fopra l’altro, che il dorico è difiot¬to,e (opra il Ionico,& il Corinto, Dirimpetto all’Atrio è il refettorio,lungo due quadrile alto infino al piano del peri ftilio,con le fue officine in torno co modifsime. Le ficaie lono a luma che a in forma ouale. e nò hàno ne muro , ne colóna,ne par re di mezzo,che le regga, sono larghe piedi tredici: e gli (ca lini nel pofiare,fi reggono l’un l’altro, p ederefitti nel muro. Queftoedifir zio è tutto fatto dipietre cotte,cioè mattoni,faluo le bafe delle colonne, i ca¬pitegli, l’impoftedegl’archi,le ficaie,le fuperficie delle cornici,e le fineftre tu* te,e le porte.il medefimo Palladio ai monaci Neri di san Benedetto,nel lo¬ro monafterio di san Giorgio maggiore di Vinezia ha fatto un grandissimo, « bellifisimo refettorio col fiuo ricetto innazi;& ha cominciato a fondare vna -nuouaChiefa,còfi bell’ordine,feròdo che moftra il modello,che fi fiecódot ta a fine/riuficira opa ftùpéda,e bellifsima.Haoltre ciò cominciato la facciata •della Chiefadi s. Franc.della Vignajaquale fa fare di pietra Iftriana il Reue rendifsimo Grimaci,Patriarcad’Aquileia,con molto magnifica fipefia.sono le colonne larghe da pie palmi quattro, & alte quaranta d’ordine Corinto'.
e di già e murato da pietutto l’imbafamento. Alle Ga'mbarai.e luogo vicinoa Vinezia lette teglia,in fui fiume della Brenta ha fatto l’ifterto'Pallàdio una molto comoda babitazioneaM,.Niccolo,& M. Luigi Fofcarbgenril’huonìi jii Viniziani. : n • ; ƒ <
w Vn’alrra n'ha fatta a Maroccho villa del Meftrino'al Caualier Mozzenigo. A Pióbinounaa M. Giorgio Cornaro. vnaallaMotagnamaal Mag. M. Fra ce/co Pifani,5c aZigogiari in fui Padouano una al Cote Adouardo da Tiene gétil’huòmo Vicétino. in Vdinedel Friuli unaalS. Floriano Antimini, alla Mota>Caftel puredel Friuli,unaal Mag. M.Marco Zeno,có belliiìì.coriile,e portici intorno intorno, alla Fratta Cartel del Polefine, unagràfabrica alS. Frac. Badoaro,có alcune loggie bellifs. ecapricciofe. similmente uicino ad A folo,Cartello del Treuifano. ha códotto una molto comoda habitazions al Reuerédifs. S. Daniello Barbaro,eletto d’Aquilea,che ha ferino fopra Vi truuio,& al clarils.M.Marcant.fuo fratello,có tato bell’ordine,che meglio, e piu nò fi puoimaginare. efra l’alire cofeui ha fatto una fontana molto fimi le a qlla,che fece fare Pp. Giulio in Roma alla fua vigna Giulia, cóornaméti p tutto di ftucchi,e pitture,fatti da maertri ecc. In Genoua ha fatto M. Luca Giuftiniano unafabricacódifegno del Palladio, che è tenuta bellifs. come fono anco tutte le fopraferitte,delle quali farebbe fiata lunghifs.ftoria uolec raccótare molti particolari di belle,e Arane inuezioni,e capricci. E;pche to¬rto uerrà in luce un’opa del Palladio,doùefarano ftàpatidue libri d’edifizij -antichi,& unodiqlli,cheha fatto egli fteffo edificare,nó dirò altro di lui: p cheqfta bafteraa farlo conofcere,p qlloece. architetto, eh’ egli è tenuto da chiuncheuedePope fuebelliflìme. séza che eflendo ancogiouane,& attena dédocótinuaméteagli ftudij dell’arte,fi poflono (pare ogni giorno di lui co fe maggiori. Nó tacerò che a tata uirtu,ha cógiunta una fi affabile, e géiil tura,che Io rédeappreffo d’ognuno amabiliflimo. Onde ha meri tato d’effe* re flato accettato nel numero degl’ACcademici del difegno,Fiorentini,infier me col Dane{ejGiufeppo'Saluiati,ilTintoretto,eBatiftaFarinato da Vero¬na,come fi dira in altro luogo,parlado di detti Accademici. Bonifazio pitto re Viniziano,del quale nó ho prima hauuto cognizione, èdegno anch’eflo di efferenel numero di rati ecc. artefici annouerato, p edere molto pratico., &valétecoloritore. Coftui oltre a molti quadrile ritratti, che fònop Vine- zia,ha fatto nella Chiefa de’Serui della medefima città, all’ altaredelle reli’ quie,una tauola.doueè vn Chrifto có gl’Apoftoli in torno,e Filippo, che par che dica, Dominecflendc nobispdtremi laquale è códotta có molto bella, e bua na maniera. E nella Chiefa delle monache dello Spirito Santo,all’altare del la Madóna ha fatto un’altra belliilìma tauo’a,có vna infinità d’huomini, don ne,e putti d’ogni età, che adorano infieme cóla Vergine,un DioPadreehee in aria có molti Angeli attorno. E anco pittore di aliai buon nome in Vine¬zia Iacopo Fallaro, ilquale ha nella Chiefa degl’Ingiefuati fatto ne portegli rlell’Organoil beatoGiouàni Colóbins,chericeue in Cóciftorol’habitodel PP.có buon numero di.Cardinali.Vn’altro Iacopo dettoPisbolica,in santa Maria Maggioredi Vinezia haiatto una tauola,nella quale è Chrifto!aria co molti Ange'ij&abaffolaN. Dona có gl’Apoftoli. Et vn Fabrizio Viniziano nella Chiefa di sanra MariaSebenico ha dipinto nella facciata d’una cappel- Ia,unabenedizione>della fonte del Battefimo/on molti ritratti di naturale -fatti con bella grazia,e buona maniera.
31 fine della uita di Iacopo Sanfouino Scultore Fiorentino.