DI LIONE LIONI ARETINO,
E D'ALTRI SCVLTORI, ET
ARCHITETTI. -
ERCHE quello,che fi èdetto (parfamentedifopra del Ca ualier Lione scultore Aretino, fi èdetto incidentemente non fia fe non bene,che qui fi ragioni con ordine delio- pere fue,degne veramente di edere celebrate,c di pattare alla memoria degl’huomini. Coftui dunque hauendoa principio anelo all’Orefice,e fatto in fuagiouanezzamol te bell’opere,e particolarmente ritratti di naturale in co-nij d’acciaio per medaglie,diuenne in pochi anni in modo eccellente,che ve he in cognizionedi molti Principi,e grad’huomint: & in particolare di Car lo quinto Imperatore, dal quale fu metto,conolciuta la lua uirtu, in opere di maggiore importanza,elle le medaglie non fono. Coneiofia, che fece, non moltodopo,cheuennein cognizionedi sua Maeftàja ftatuadi etto Impera tore tutta tónda di bronzo maggiùredeluiuoie quella poi con duegufcifot tiliflìmijuefti d’una molto gen tile armatura, chefegli heua,e uefte facilmen te,& cori tanta grazia,che chi lauede ueftita non s’accorge,e non può quali credere,ch’ella fia ignudale quando è nuda muno crederebbeageuolmente ch’ella potette coli bene armarli giamai. Quella ftaiua pofa la gamba fini« jftra,&con la delira calca il furore,ilqu ale è una ftatuaa giacere incatenata con la face,6c con arme fotto di uarie forti. Nella bafe di queft’opera,laqua leèhoggiin Madril,fonofctittcquefteparole CJìSARIS VJRTVTE FVROR DOMlTVS. Fecedopo quelle ftatue Lione un Conio gran de p'er ftampare medaglie di sria Maeftà con il rouefcio de Giganti fulmina «ti da Gióiie'. Per le quali opere donò l’Imperatore a Lione vn’en trata di ccn io cinquanta ducati l’anno,in folla Zecchadl Milano; una comodillima ca¬pa nella contrada de’Motoni,e lo fece Caualiere,edi fua famiglia, con dargli molti priuilegij di nobiltà,peri luoi defeendenti. È mentre (tette Lione có sua Maeflà in Brufelles hebbele flanze nel proprio palazzo dell’Imperatore che tal uolta per diporto l’andaua a uederelauorare Fece non molto dopo di marmo un’altra datila pur dell’Imperatore,e quelle dell’Imperatrice,del Re Filippo} & un butto dell’ iftelfo Imperatore da porli in alto in mezzora due quadri di bronzo . Fece Umilmente di bronzo la tetta della Reina Ma¬ria,quello di Ferdinando allora Rede’Romani,edi Mallìmiliano fuo fi¬gliuolo,hoggi Imperatore,quella della Reina Leonora,e molti altri,chcfu rono polle nella Galleria del palazzo di Bindilì da ella Rema Maria,chelefe fàre.Ma nóui flettono molto,pcheHenrico Redi Francia uiapiccó fuoco p uendettajafciandòui fcritto quelle parole. Veld fole JAdrid, dico per uen- detta,pel'cioche ella Reinà pochi anni innanzi haueua fatto a lui il medefi- mo.comunche filile l’opera di detfaGalleria non andò innanzi,e le dette Ila tue lotici hoggi parte in palazzo del Re Catolico a Madril, e parte in Alican te,porto di mare. Donde le uoleua sua Maeftà far porre in Granata,doue fo «olefepolturedi tutti i Re di Spaglia,
Nel tornare Lione di Spagna lene porro due mila feudi cotanti, oltrea mol ti altri doni,& fauori,chegli furono fatti in quella corte.
Ha fatto Lione al Ducad’Alua la rella di lui,quella di Carlo quinto* e quel¬la del Re Filippo. Al Reuerendiftìmod’Aras,hoggi gran Cardinale, detto Grauela ha fatto alcuni pezzi di bronzo in forma ouale di braccia due l’vno con ricchi partimenti,e mezze ftatuedentroui. In uno è Carlo quinto,in un’altro il Re Filippo,e nel terzo elio Cardi naie,ri rratti di naturale, e tutte hanno imbafamenti di figurettegraziofiflìme. Al Signor Vefpafiano Gon zaga ha fatto fopra un gran buffo di bronzo.il ritratto d’Alua,ilquale ha po¬llo nellefuecafeaSabbioneto. Al Signor CefareGozagahafàtto purdime tallo unaftaiuadi quattro braccia, che hafotto un’altra figura xcheèauitic- chiatacon un’Hidra: per figurare don Ferran te fuo padre,ilqualecon Ia'fua uirtu,e ualorefuperò il uizio,elinuidia,che haueuano cercato porlo in.dis‘ grazia di Carlo,per le cofedel gouerno di Milano. Quella (fatua che è tòga' ta,& parte armata all’antica,e parte alla moderna,deue ellere portata, & po Ila a Guaftalla per memoriadi eflo don Ferrante Capitano ualorofiflìmo.
Il medefimo ha fatto: come s’è detto in altro luogo la fepoltura del Signore Gio. Iacopo Medici Marchefedi Malignano, fratello di Papa Pio quarto, che è porta nel Duomo di Milano lunga uentotto palmi in circa, & alta qua ranta . Quella è tutta di marmodi Carrara, & ornatadi quattro colónne,- due nere etianche,che come cofa rara,furono dal Papa mandate da Roma a Milano;c due altre maggiori, che fono di pietra macchiata, limile al dial-’ prò. lequali tutte e quattro fono concordate fotto una medefima cornice, con artifizio non piu ufato: come uolle quel Pontefice, che fece fare il tutto conordinedi Michelagnolo .eccetto però le cinquefigure di bronzo,che ui fonodi mano di Lione. La prima delle quali,maggiore di tutte, è la (fa-tua di ertoMarchefein piedi,e maggiore del nino, che ha nella deftra il ba¬ffone del generalato,e l’altra Copra un’elmo,che è in furun tronco molto rie camenteornato.allalìniftradi quella èuna (fatua minore, per la Pace,& alla deftra un’altra fatta per la virtù Militare. E quelle fono a federe, & in alpetto tutte mefte,edogliofe.l’altre due, che fono in alto una è la Prouidé za,el’altrala Fama. Enel mezzo al pari di quelle è in bronzo una belliflìma natiuità di Chrifto di ballo nlieuo. In fine di tutta l’opera fono due figure di marmo,che reggono un’armedi palle di quel Signore.
Quella opera fu pagata feudi 7800: fecondo che furono d’accordo in Roma l’Illudrilli. Cardinal Morone,& il Signor Agabrio Serbelloni. Il medefi- mo ha fatto al Signor Giouambatifta Caftaldo una (fatua pur di bronzo che dee erter porta in non lo qual monafterio,conalcuni ornamenti.
Al detto ReCatolico ha fatto un Chri Ilo dimarmo, alto piu di tre braccia con la croce,& con altri mifteri della partìone che è molto lodata. E final¬mente ha fra mano la (fatua del Signor Alfonfò Danaio, Marchefefamofif. limo del Guado,datagli allogata dal Marchele.di Pefcara,(uo,figliuoloi alta quattro braccia,e da douer riufcire ottima figura di getto.,-per la diligenza, che mette in farla,c buona fortu na che ha fempre hauuto Lione ne’ fuoi get ti. llquale Lione per moftrare la grandezza del fuo animo,il bello ingegno
^che ha hauuto dalla natura,& il fauorc della fortuna,ha con molta fpefa con ’ dotto dotto di belliflìma architettura vn cafotto nella contrada de’Moroni, piena inmododicapricciofeinuenzioni,chenon ne forfè un’altro Amile in tutto Milano. Nel paramento della facciata fono (opra apilaftrifei prigioni di braccia fei l’uno tutti di pietra uiua. efraeflì in alcune nicchie, fatea imitazione degl' antichi ; con terminettì, fineftre, e cornici tutte uarie da quelches’uta,e molto graziofe. e tutte le parti difotto corrifpondono con bell’ordine a quelle difopra,le fregiature fono tutte di varij ftrométi dell’are ti del difegno. Dalla porta principale,mediante un andito fi entra in un eoe tile,doue nel mezzo (opra quattro colonne,è il cauallo con la ftatua di Mar-' co Aurelio formato di geffo da quel proprio, che è in Campidoglio. Dalla quale ftatua ha uoluto,che quellafuacala fia dedicata a Marco Aurelio.
E quato a i prigioni quel fuo capriccio da diuerfi è; diuerfamente interpreta to. Oltre al qual cauallo,come in altro luogo s’è dettola in quella fua bella & comodiflìma habiiazione formate di geflo quant’opere lodate di scultu¬ra,© di getto ha potuto hauere,ò moderne,ò antiche . vn figliuolo di coftui chiamato Pompeo, ilquale è hoggi al feruizio del Re Filippo di Spagna non è punto inferiore al padre in lauorare coni di medaglie d’acciaio, e far di gec to figure marauigliofe. Onde in quella corte è flato concorrente di Gioua paulo Poggini Fiorentino,ilquale fta anch’egli a feruigi di quel Re, & ha fat to medaglie belbftìme. ma Pompeo hauendo molti anni feruito quel Re, difegna tornarfene a Milano a godere la fua cafa Aureliana, e lai tr e fatiche del fuo eccellente padre,amoreuoliflìmo di tutti gl’huomini uirtuofi.
E pei dir’hora alcuna cola delle medaglie,e de comj d’acciaio,con che fi fan¬no,io credo che fi polfa con uerita affermare,i moderni ingegni hauere opc rato quanto già faceflerogl’antichi Romani nella bontà delle figure; e che
nelle lettere,& altre parti,gl’habbiano fuperato. llche fi può uedere chiara mente,oltre molti altri,in ix.rouefci,che ha fatto ultimamente Pietro Pau¬lo Galeotti nelle medaglie del Duca Cofimo. E fono quefti: Fifa quafi tor» nata nel fuo primo edere,per opera del Duca hauendole egli afeiutto il pae fe incorno, e leccati i luoghi padulofi,e fattole altri aliai miglioramenti. Lac quecondottein Firenze da luoghi diuerfi. La fabrica de Magiftrati ornata & magnifica per comodità publica. l’unione degli fta ti di Fiorenza,e Siena. L’edificazione d’ima città,e dua fortez nell’Elba, la colonna condotta da Ro ma,e pafta in Fiorenza in fulla piazza di santa Trinità. la conferuazione fi¬ne,& augumentazione della Libreria di san Lorenzo per utilità publica. la fondazionede Caualieri di santo Stefano.la rinunzia del gouerno al Pria cipe. lefortifìcazioni dello fiato, la Milizia,o uero Bande del fuo ftato.il pa¬lazzo de Pitti con giardini acque,Se fabrica,condotto fi magnifico, e regio. dequali rouefci no metto qui ne le lettere che hanno atorno ne la dichiara don loro hauendo a trattarnein altro luogo.
I quali tutti dodici rouefei fono belli affatto,e condotti con molta grazia, e diligenza,comeèancola teftadel Duca,cheèdi tutta bellezza, parimentei lauori,e medaglie di ftucchi,come ho detto altra uol ta,fi fanno hoggi di tu c »a perfezzione. Et ultimamente Mario Capocaccia Anconetano ha fatti di ftucchi di colore in fcatolette ritratti,e tefte ueramente belhftìme, come fo¬no un ritratto di Papa Pio quinto,ch’io uidi non ha molto, e quello del Car dinalc/dinaie Aleftandrino. Ho uedùto anco Hi mano de’figliuoli di Pulidoro Ore fice Perugino ritratti della medefima forte belliffimr.Ma per tornare a Mila no,riueggendo io un’anno fa lecofedel Gobbo scultore, del qualealtroue fi è ragionato,no uiddi cofa che fu flì fe no ordinariajeccetto un’Adamo, & Eua,unaludith, & una santa Elena di marmo che fono intornoalduomo; con altre ftatuedi due morti,fatte per Lodouico detto il Moro,e Beatrice fui moglie,lequali doueuano edere polle a un fepolcro di mano di Giouan’ la- como dalla Porta,(cultore,& architetto del duomo di Milano, ilqualc lauo rò nellafuagiouanezzamoltecofe,fotto il detto Gobbo. Eie fopradette» chedou juano andare aldetto fepolcro fono condottecon molta pulitezza. Il medefimo Giouan’Iacomo ha fatto molte bell’opere alla'Certofa di Pauia, cparticolarmente nel fepolcro del Cótedi Virtù, enella facciatadella Chie <a. Da coftui imparò l’artevnfuo nipote,chiamato Guglielmo, ilquale in Milano attefecon molto ftudio a ritrarre le cofedi Lionardoda Vinci, circa l’anno 1530. che gli fecero grandiffimo giouamento. perche andato co Gio uan Iacomo a Genoua,quando l’anno 1531. fu chiamato la a fare la fepoltu- radisanGiouanni Batifta , attefeal difegno con gran ftudio fotto Perino del Vaga. E non lafciando per ciò la fcultura,fece uno de 1 fedici piediftalli, che fono in detto fepolcro. Laonde, ueduto chefiportaua benilfimo,gli furono fatti fare tutti gl’altri. Dopo condulfedue Angeli di marmo, chefo no nella compagnia di san Giouanni. Et al Vefcouo di Seruega fece due ri - tratti di marmo,& un Moife maggiore del uiuo. Ilquale fu porto nella Chic fa di san Lorenzo. Et apprefto,fatta che hebbe vna Cerere di marmò, che fu pofta fopra la porta della cafa d’Anfaldo Grimaldi,fece (opra la porta del la Cazzuola di quella città, una ftatua di santa Chaterina grande quanto il naturale.E dopo le trefGrazie,con quattro putti di marmo,che furono man dati in Fiandra al gran Scudiero di Carlo quinto Imperatore infieme co un altra Cereregrandequanto il uiuó. Hauendo Guglielmo in feianni fatte queft’opere,l’anno 1537. fi conduffea Roma; doue da Giouan’Iacomo fuo zio fu molto raccomandato a fra Baftiano pittore Viniziano fuo amico , ac¬cio érto il raccomandarti,come fecea Michelagnolo Buonarruoti. ilquale MÌ chelagnoloueggendo Guglielmo fiero,e molto allìduo alle fatiche, comin- cioaporgli affezione,einnazi aogni altra cofa,gli fece reftaurare alcuneco feantichein cafa Farnefe,nelle quali fi portò di maniera, che Michelagnolo lo mife al feruigiodel Papa. eflédofi ancohauuto prima faggio di lui in vna fepoltura,che hauea condotta dalle bottegheofeure, perla pui parte di me¬tallo,al'Vefcouo Suhrte,con molte figure,e ftoriedi baffo rilieuo,cioè le Vir tu Cardi nali,&: altre fatte con molta grazia, & oltre a quelle la figura di elio Vefcouo, che poi andò a Salamanca in Ifpagna.
Mentre dunque Guglielmo andauareftaurando le ftatue, che fono hog gi nel palazzo de’Farnefi,nella loggia, che è dinanzi alla fai a difopra, mori fanno 1547.fra Baftiano Viniziano,che lauoraua come s’è detto l’vffizio del piombo, onde tanto operò Guglielmo col fauore di Michelagnolo, e d’altri col Papa,che hebbe il detto uffizio del piombo,con carico di fare la fepoltu- ra di elio papa Paulo terzo,da porfi in san Pierò. noue con miglior’difegno s’accomodò nel modello delle ftorie,e figure delle VirtuTeologiche,e Cardinali,chehaueua fatto per lo detto VefcouoSuliflc/mettendoin fu canti, quattro putti in quattro tramezzije quattro'cartelle, e facendo oltre ciò di metallo la ftatua di detto Pon téfice a federe in atto di.pace. laquale ftatua fu alta palmi 17. Ma dubitando per là grandezza del getto, che il metallo non raffreddàfle,onde élla non riufcifle,mefieil metallo nel bagno da ballo, per " uenireabeuerandodifottoinfopfa. E con queftomodo inufirato- uenne quel gettobeniflìmo,e netto,come era la cera, onde la ftefTa pelle, che uen¬ne dalfuoco,non hebbe punto bifogno d’eflere rinetta, come in ella ftatua può uederfi, laquale è pofta fotto i primi archi,che reggono la tribuna del nuouo san Piero. Haueuano a eftere mede a queftafepoltura, laquale fecó do un fuo difegno,doueua edere ifolata,quattro figure, che egli fece di mar mo con belleinuenzioni,fecondo che gli fu ordinato da M. Hanmbale Ca ro,che hebbe di ciò cura dal Papa,e dal Cardinal Farnefe. Vna fu la Giuliii- zia,cheèunafignranudàfópi*ann'pannoagiaceré,con la cintura della Ipa- da attrauerfo al petto, e la fpada afcofa .:in una mano ha i falci della Iuftizia conlolare, e nell’altra una fiamma di fuoco, ègiouane nel uifo, haicapegli auuolti,il nalo aquilino,e d’afpettolenlitiuo. La fscondafu la Prudenza in forma di matron a,d’afpetto giouane, con uno Ipecchio in mano, un libro chiufo,è parte ignuda,e parte veftita. La terza fu l’Abbondanza,unadonna giouane,coronata di fpighe,co'n unicorno di douizia in mano,elo ftaioanti co nell’altra. & in modo ueftità,che moftra l’ignudo fotto i panni. L’ulti¬ma , e quarta fu la Pace, laquale euna matrona con un putto, che ha cauato gl’occhi,e col Caduceo di Mercurio, feceui fimilméte una ftoria pur di me¬tallo,e con ordine del detto Caro,che haueuaa edere meda in operaio due fiumi, l’uno fatto per un lagò.e l’altro per un fiume,che-ènelloHato xiéFar- nefi. Et oltre a tutte quelle cofe,ui andaua un monte pienoni gigli con far co vergine . Mail tutto non fu poi niello in opera, per le cagioni, che fi lon dette nella uita di Michelagnolo. E fi può credere che come quelle par¬ti in le fon belle,e fatte con molto giudizio,coli farebbe' riufcito iltuttoirt’ lieme. tuttauial’ariadella piazza è quella chedail uero lume, efa far retto giudizio dell’opere. Il medefirao fra Guglielmo hacondoitonellofpaziodi molti anni quattordici ftorieper farle di bronzo,della uitadi Chrifto.ciafcu na dellequali è !arga.palmi quattro,& alte fei: eccetto però una, che è palmi dodici alta,c larga fei,doue è la natiuitàdiGiefu Ghriftocbn bellidìmefan- tafiedi figure, nell’altre tredici fono,l’andata di. Maria' con ChrXìù putto in Ierulalem in fu Palino, con due.figurcdigfamrilieuo, emolte.di mezzo,, c ballo.la cenacon ttedicifigurebencompdfte,-.& uncalamento ricch'iflìmo,. ■Il lauare i piedi a i Difcepoli: l’orare nell’orto con cinque.figure, & una tur > ba da baffo molto uaria. Quando è menato ad ’Anna,con fei figure grandi, cmohedj badò. & un lontano, lo edere battuto alla colonna. Quando è co ronato di spine. PEcceHomo: Filato cheliilaualcmam. Chrifto.che porta la Croce, con xv.figure, Scaltre lontane,che uanno alMonte.Caluario. Chriì- Ito Crucifidojcon iS.figure. e quando è leuato .di .Croce. Icqu alitut tei fio¬ri e, fe fudòno gertate/arebbono una raridìma opera, ueggéndofi che è fatta con molto ftudio,e fatica. .Haueua difegnato Pap2 Pio quarto farle.códur- re per una delleporte di fan Piero,ma non hebbe tempojfoprauenuto dalla . . ’ morte./morte. Viti diamente ha condotto fra Guglielmo modelli di cera, per tre al tri di san Piero, Chrifto deporto di. croce: il riceuere Pietro le chiaui della Chiefa,e la ueniita dello Spirito Santo,che tutte farebbono belle ftorie. Inlom'mahacoftui hauutó,Se haoccafionegrandiffima di affaticarli, e fare deU'epere,aueoga,che l’uftìziodelpiomboèdi tantogran.rédit3,che fi può rtndiare.Se affaticarli perlagloriaJlchenon puofarechinonha tante co* módita. E nondimeno no hacondotto fra Guglielmo opere fini te dal 1547. infino a quello anno 1567. ma è proprietàdithi ha quell’uffizio impigrire, & diuentare infingardo. E che cio-fia aero collui innanzi che fuflc frate del piombo condufle molte cede di marmo, 8c altri lauori,oltrequelli, chehab* bian detto .è ben nero,che ha fatto quattro gran'Ptofeti di ftuccho, chefo- fco nelle niechiefrai pilastri dei primo arco grande di san Piero fi adoperò àticoalfai ne carri della fella di Teftaccio.Sr altre mafcherate,chegia molti anni lònojli fecero in Roma.E flato creato di collui un Guglielmo Tede« fco,che fra altre opere»ha fatto un molto bello,ericcho ornamento di llatue piccoline di bronzo imitate dall’antiche migliori,a uno Audio di legname <cofi gli chiamano)che il Conte di Pitiglianodonò al Signor Duca Cofimo; lequali figurettelon quelle,il cauallo di Campidoglio; quelli di Monte Ca¬uallo,gl’hercoli di Farnele,l’Antimo,& Apollo di Beluedere,e le teftede’do dici Imperatori con altre tutte ben fatte,e limili altre proprie.
Ha hauto acoraMilano vn’altro fcultoreche è morto qfto ano,chiamato Tó mafo Porta,jlquale halauoratodi marmo eccellentemente,& particolarmé te ha cótrafàttotelle antichedi marmo che fono Hate uendute per antiche, Se le mafehere l’hafatte tanto bene che nell'uno l’ha paragonato,Scio ne hò vriadi’fùa mano di marmo porta nel camino di cafa mia d’Arezzo che ógni uno la crede antica.Coftui fece di marmo quanto in naturale ie dodici telle degli Imperatori che furono cofa rariftìma, lequali rapa Giulio terzo le tol- fe,Sc.gli fece dono della Segnatura d’uno vffizio,di fetidi cento l’anno. Scren ne non fo che meli le tefte in camera fua,come cofa rara.lequali,per opera fi crededi fraGuglielmo fu detto,Se d’altri chel’inuidiauano »operorono co tra di lui di maniera,che noti riguardando alladegnità del dono fattogli da tjuel Pontefice gli furono rimandare a cafa, douepoi con miglior conditio- nèglifur.pagateda mercanti,Se mandate in Ilpagnà.nelfunodi quelli imita tori.dellecofe antiche ualfepiudicoftui /del quale m’èparfo degno che lì faccia memoria di lui tanto piu quato egli è paflato a miglior uita, lafciand© fama, Se nome della uirtufua.
Hafimilmentemoltecofelauorato in Roma un LionardoMÌlancfe,ilqua le ha ultimamente condotto due llatue di marmo, san Piero, Se san Paulo nella cappella del Cardinale Giouanni Riccio da Monte Pulciano,che fono molto lodate,e tenute belle,e buone figure. Et IaCopo, e Tonamafo Cafi- gnuola scultori hanno fatto per la Chiefa della Minerua alla cappella de’Ca raffi la fepoltura di Papa Paulo quarto,con una llatua di pezzi ( oltre agl’al- cri ornamenti) che rapprefenta quel Papa,col manto di milchio brocatello; Se il fregio,Se altre cole di milchi di diuerfi colori, chela rendono maraui- gliofa. Se cofi ueggiamo quella giunta aliai tre indullrie degl’ingegni mo¬derni,e che i fcultori con i colori uanno nella Icultura imitando la pittura.
Uquale fepolcro ha fatto fare la santità,c molta bontà, e gratitudine di Papa Pio quinto,padre,e Pontefice veramente beatillimo,fantiflìmo, e di lunga vi tadegniflìmo. - - . ;-
. Nanni di Baccio Bigio scultore Fiorentino, oltre quello,che in altri luo¬ghi s’è detto di lui,dico che nella fua giouànezza lotto Raffaello da Monte Lupo arcete di maniera alla lcultura,che diede in alcunecofe piccole,che fe¬ce di marmo,gran fperanzad’hauereaeflere valent’huomo. E andato a Ro ma fiotto Lorenzetto scultore,mentre ariete,come il padre hauea fatto,atf- co all architettura, fece la ftatua di Papa Clemente fettimo,che è nel Choro della Minerua. EtunaPietà di marmo,cauaradaquelladi Michelagnolo; laquale fu porta in santa Maria de Anima Chiefa de Tedefchi,come operai che è ueramentebelliflìma. Vn’altra filmile,indi a non molto,ìiefiecea Lui gi del Riccio, mercante Fiorentino,che è hoggi in santo Spirito di Firenze a una cappella di detto Luigi,ilquale è non meno lodato di qnefta Pietà ver fola patria, cheNanni d’hauer condottala ftatua, con moltadiligenza, & •amore, si diede poiNannifiotto Antonio dasan Gallo, con piu ftudio al-l’architettura, òcattefe,mentre Antonio uiffieallafabrica di sarr Piero, do¬ue cafcandodaun ponte alto fieffanta braccia, esfragellandofì, rimate uiuo per miracolo. Ha Nanni condotto in Ronia,efuori molti edifizij,& cerca to di piu,e maggiori batterne,come s’è detto nella vi ta di Michelagnolo.
E fila opera il palazzo del Cardinal Monte Pulciano in ftradalulia;& una porta del Montesan Sauino fatta fare daGiulio terzo, con un ricettod’ac- qua non fi nito, vna loggia, & altre ftanze del palazzo flato già fatto dal Car di nal vecchio di Monte.
E parimente opera di Nanni la cafade Mattel, & altre molte fiabriche, che fono fiate fatte, e fi fanno in Roma tu tra uia .
E anco hoggi fragraltri,famofo,e molto celebre architettore Galeazzo Alef fi Perugtnojilquale,temendo in fua giouanezza il Cardinale di Rimini,del quale tu Cameriero, fece fra lefue prime opere, come volle detto Signo¬re, la riedificazione delle ftanze della fortezza di Perugia, con tante co¬modità,e bellezza, che in luogo fi piccolo,fu vnoftupore. e pure fono fiate capaci già piu uoltedelPapa,con tutta la corte.
A ppreflo; per hauerealrre molte opere,che fece al detto Cardinale; fu chia¬mato daiGenouefi con filamolto honoreaferuigij di quella Republica. per laqualc la prima opera,che facefte, fi fu racconciare, e fortificareilpcr- to,& il Molo; anzi quali farlo un’altro da quello, che era prima.
Conciofia, che allargandoli in mare per buono spazio, fece fare un bellisfì- mo portone, che giace in mezzo circolo,molto adorno di colonne ruftichc^ edi nicchieaquelleintorno.
AU’eftremità del qual circolo fi congiungonoduéhaluardottijjche difendo no detto portone. Infilila piazzapoi,fópra il Molo,alle spalle di detto por tone, uerfo la città fece un portico grandiflìmo,ilquale riceue il corpo della guardia,d’ordine Dorico, e fopra eflo,quanto è lo spazio, che egli tiene, Se infierne i due Baluardi,e porrà,refla una piazza spedita,per comodo dell’ar tiglieria. Laquale a guifa di caualiere, Ita fopra.il Molo, ^difende il por¬ro dentro,cftiora,Et oltre
Et óltre quello,che è fatto, fi da ordine,per fuo difcgno;e già dalla Signoria è fiato approdato il modello-,all’accrefcimento della città;con molta lode di Galeazzo,che in quefte,&al tre opere hamoftrato di ettereingegnofifiìmo. Il medefimoha fattolaftrada nuouadiGenoua, con tanti palazzi fatti cori fuo difegno^alla moderna, che molti affermanojn niun’altra città d’Italia trouarfi una ftrada piu di quella magnifica,egrade,ne piu ripiena di ricchif- fimi palazzi, fiati fatti da que’Signori a perluafione,& con ordine di Galeaz zo,alquale confettano rutti hauereobligograndtflìmo,poi che è fiato inuen tore,& ettecutore d’opere che,quanto agl’edifizij,rendono fenza compara¬zione la loro città molto piu magnificatgrande,ch’e!la non era.
Ha fatto il medefimo altre ftrade fuori di Genoua, e tra l’altre quella, che fi parteda Ponte Decimo, per andarein Lombardia.ha reftauratolemura della città uerlò il mare,elafabricadel Duomo,facendogli la tribuna,e la cn pola. Hatattoancomohefabrichepriuate: il palazzoin villadiM. Luca luftiniano; qllo del Signor Ottauiano Grimaldi; i palazzi di due Dogi ; uno al Signor Batifta Grimaldi,& altri molti,de quali non accade ragionare.
Già non tacerò,che ha fatto il lago,& Ifola del Signor Adamo Centurioni, -copiofittìmod’acque,e fontane,fatte in diuerfi modi belli,ecapricciofi.
La fonte del Capitan Larcaro,uicinaal!acittà,cheècofa notabilittima. Ma fopra tutte le diuerfe manieredi fonti,che ha fatte a molti, è belliflìmo il ba¬gno,che ha fatto in cafadel Signor Gio.Batifta Grimaldi in Bifagno. Quello eh edi forma tondo,ha nel mezzo tin laghetto,neiquale fi polfono bagnare comodamente otto,o dicci perfone. ilquale laghetto ha l’acqua calda da 4. tefte di Mofiri Marini,che pare,che efeano del lago; e la fredda da altre’ tante Rane, che fono fopra ledette tefte de Mofiri. gira intorno al detto lago j a cui fi feende per tre gradi in cerchio; uno spazio quanto a due perfone può ballare a palleggiare commodamente.il muro di tutto il circuito è partito in ottospazij.In quattro fono quattrogran nicchie,ciafcuna delle quali riceue vn vaio tondo,che alzandofi poco da terra,mezzo entra nella nicchia,e mez -zo refta fuora. & in mezzo di ciafcun d’etti può bagnarli un’huomo,nenédo l’acqua fredda,e calda da un mafcherone,che la gettap le corna,e la ripiglia quàdo bifogna p bocca. In vnaxiell’altre 4. parti è la porta,e neìl’altre tre fo no fineftre,e luoghi da federe, e tuttel’otto parti fono diuife da termini, che reggono la cornice,doue pofa la uolta ritóda di tutto il bagno. Di mezzo al¬la qual uolta pédeunagrà palla di uetro crifiallino.-nella quale è dipira la sfe ra del Cielo,e détro efla il globo della Terra.e da qfia in alcune parti,quàdo -altri vfa il bagno di notte,viene chiariflimo lume,che réde il luogo lumino- lo come futte di mezo giorno, lafcio di dire il comodo dell’antibagno,lo fpo gliatoio,ilbagnetto quali fópieni diiftucchi,elepitture,ch’adomanoilluo gosp nó efler’piu lugo di qllo,che bifogni. balla, che no so punto disformi a tant’opa.In Milano co ordine del medefimo Galeazzo s’è fatto il palazzo del S. Tomaio Marini Duca di Terranuoua,epauuétura la facciata della fabrica, che fi fa hora di s.Celfo. l'Auditorio del Càbioi forma riióda,la già cornicia ta chiefa di s. Vittore. & altri molti edifizi.Ha màdato l’iftetto doue nó è po* tato egli etter’impfona,dilegni p tutta Italia,e fuori,di molti edifizij,palazzi e Tépij de’quali nó diro al tto:qilo potédo ballare afillo conofcere p uirtuo -fo,€ molto tee. architetto.
Non tacerò ancora,poi checnoftro Italiano, fe bene non fo il particolare
delFopere fuorché in Francia, fecondo che intendo è molto eccellente ar-
chitetto,& in particolare nelle cole dt fortificazioni »Roccho Guerrini da
Marradi,ìlquale in quelle altimeguerre di quel regno ha fatto con
fuò molto utile,& honoremoheopeteingegnofe,elauda
bili. E coli ho in queft’ultimo,per non defrauda-
re niuno del proprio inerito della virtù,fa
uellato d’alcuni scnliori,& archi
tetti uiui, de ’ quali non
ho prima hauuto
cccaftone
di comodamente ragionare
Ilfine della atta di Lione Lionìfcnltor Aretino .•