IVE anco in Roma,e certo èmoltoeccéllentenélla fua pro'fo (ione Girolamo Siciolante da Sermoneta,delquale fe bene fi.è detto alcuna cofa nellauita di pernio del Vagaci cui fu difee- polo,e l’aiutò neil’qpere di cartel sant’Agnolo,& molte altre ; non fia pero.fe non bene dirne anco qui quanto -la fua molta uirtu merita ueramente. Tra le primeopereadunque,checoftui fece da fe/fu una tauola alta dodici palmi,che egli fece a òlio,di uéri anni,laquale è hog gi nella Badia di santo Stefano,uicino alla terra di Sermoneta fua pattiamel la qualefono quanto il uiuo,san Pietro;santo Stefano,e san Giouanni Bari« fta,con certi putti. Dopo laquale tauola,che-mólto fu lodata,fece nella Chic Cadi santo Apoftolodi Roma,in una-tauólara olio Chrifto mortola Noftra Donna,san Giouanni,e la Madalenacon.'altre figure condotte con diligen za. Nella Pace con dufle poi alia cappella di marmo, che fece fare il Cardina le Cefis,tutta la uolta lauorata di tòucchi,in un partiméto di quanto quadri, facendoui il nafeete di Giufu Chrifto, l’Adorazione de’Magi, il fuggire in EgittOj&ruccifionede’fanciulliinnocentiiche tutto fu opera molto lauda¬bile,e fatta con inuenzione,giudizio,e diligenza.
Nella medefim.a Chiefa fece,non molto dopo,il.medefimo Girólamdi urrà tauolsvalta quindici palmi,appreflo all’altare maggiore la natiuitadi Giefu ChritòOjchefu belliffima. E dopo per laSagveftia delia Chiefa di santo Spi rito di Roma,in un’un’altra tauola a olio,la uenuta dello Spirito Sàto fopra gl’Apoftoli,che è molto graziola opera. Similmente nella Chiefa santa Ma ria de Anima,Chiefa della nazione Tedefcadipinfe a frefeo tutta la cappel¬li de’Fuccheri,doue Giulio Romano già fece la tauola;conìtòùue gradi del da uita di Notòra Donna.
Et in sa /Et in san Iacopo degli Spagnuoli,all’altare maggiore,fece in una gran tauo là un belli ili mo Crucifi(To,con alcuni Angeli attorno,la Noftra Donna,san Giouanni. Se oltre ciò duegran quadri,chela.mettono in mezzo,con una fi guraper quadro,alta nouepalmijcioèsan Iacopo Apoftolo,esanto.Alfonfo Vefcouo. nei quali quadri fi uede,chemifemolto ftudio,ediligenza.
A piazza Giudea,nella Chiefa di san Tommafo,hadipinto tutta una cappel la à frefco,che rifponde nella corte di cafa Cenci,facendoui la natiuita della Madon na. l’efiere annunziata dall’Angelo,& il partorire il Sai uatore Giefu Chrifto. Al Cardinal Capo di ferro ha.dipinto nel fuo palazzo un falotto molto bello de’fatti degl’an ti eh i Romani. Et in Bologna fecegiajiella Chie fa di san Martino la tauola dellaltare maggiore, che fu molto comendata. Al Signor Pierluigi Farnefe,Duca di Parma, ePiacenza, ilqualeferui alcun tempo,fece molteopere,& in particolareun qUadro,cheèinPiacenzafatto per una cappella: dentro alqualeè la Noftra Donna,sanGiufeppo,san Mi¬chele,san Giouanni Ba ti fta,& un’Angelo di palmi otto. Dopo il fuo ritor¬no di Lombardia fece nella Minerua,cioènelEàdito della Sagreftia un Crii cififto,e nella Chiefa un’altro. E dopo fece a olio una santa Chaterina,& vna santa Agata. Et in san.Luigi fece una -ftoria a frefeo a concorrenza di Pellegrino Pellegrini Bolognefe,edi lacopo del Con te Fiorentino.
In vna tauola a olio,aita palmi ledici,fatta nella Chiefa di santo Alò, dirima petto alla Mifericordia,Compagnia de’Fiorentini.dipinfe, non ha modo la Noftra Donna,san Iacopo Apoftolo,Canto Alò, e san Martino Vefcoui. & in san Lorenzo in Lucina,alla cappella della Contefta di Carpi, fece a frefeo un san Francefco,che riceue.le (limate.
Et nella fala de Reìfece ahempo-di'Papa Pio quarto,come s’è detto,vna'fto-1 ria a frefeo Copra la porta della cappella di Sillo;nella quale ftoria che fu mol to iodata, Pipino.Re de’Franchi dona Rauennaalla Chiefa Romana:&me na prigione Adolfo Rede’Longobardi.ediquefta habbìamoil difegnodi propria mano di Girolamo nel noftro libro,con molti altri del medefimo.
E finalmenteha hoggi fra manola cappella del Cardinale Cecis in sata Ma¬ria Maggiore, doue.ha già fattoin una’gran tauola il martirio di sàta Cha terina fra le Ruote,che è bellilfima pittura,come.fono l’altre che quiui,&al troueua continuamente,econ fuo molto ftudiojauorando.
Non faro menzione de’ritratti,quadri,& altre opere piccole di Girolamo :.p cheoltrejthc (ono infini ti,quelle poflono badare a farlo conofcereper eccd len te,&ualorofo pittore. .
Hauendo detto dilopra nella uita di Perino del Vaga,che Raffaello pitto re Manto.uano, opero molti anni Cotto di lui,cofechegli dierono gran no- me.-dicoalprefente,uenédo piu alparricolare,cheegligiadipinfe nellaChie ' fa di santo Spirito la tauola,e tutta la cappellani san Giouanni Euangelifta col ritratto di un,Commendatore di dertosanto Spirito, che murò quella Chiefa,efece.ladetta cappella. Jlquale ritrattocmolto fimile,ela tauola bellillima'. onde.iiedutala beila maniera di colini, un frate del Piombo gli fece dipignereafrefeo nella Pace,Copra la porta che di Chiefa entra in copie to,un Giefu Chrifto.fanciulioz.cheneiTempio difputa.con.fdouor[,che£ ^©peta brillili ma . ’ , \ .
N!à perch ette di Iettato ftmp'recofliiì di fare ritratti^ e cole piccole, lafcian- do l’operemaggiore,n'ha fatto infiniti.’ondele ne veggiono alcuni di Papa Palliò terzo belli,& limili affatto. Similmente con dilegni di Michelagno- lb,e di fue opere ha fatto una infinità di cofe Umilmente piccole fra l’altre jn una fua opera ha fatta tuttala facciata del giudizio,che é cofà rara, e con¬dotta ottimamente. e nel uero,per cofe piccole di pittura,non fi può far me¬glio, perdo che gli ha finalmente il gentilittìmo Metter Tommafo de’Caua- lierijchefempre l’ha fauorito,fatto dipignere con difegni di Michelagnolo una tauolaper la Chiefàdi san Giouanni Laterano,d’una Vergine, annun¬ziata belliflima. Ilqnalcdifegno di man propria del Biionarruoto, da coftui imitato,dono al Signor Duca Cofimo,Lionardo Buonarruoti, nipote di es fo Michelagnolojnfieme con alcuni altri, di fortificazioni, d’architettura, Se altre cote rarittime. E quello batti di Marcello, che per ultimo attende a lauorare cofepiccole,conducendole con ueramente eftrema, Se incredibile pacicnza. Di Iacopo del Conte Fiorentino,ilquale;fi come i fopradetti ha- 'bita in Roma.fi faradettoa baftànza fra in quello,& in altri luoghi fe anco¬ra fenediraaleun’akrò particolare,
Goftui dunque ettendo fiato in fin dalla fua giouànezza molto inclinatda' ritrarre dinaturale-,hauoluto,che quella fia fiata lua principale profelfione ancora,che habbia fecondo I’occafioni;fatto tavole,& lauori in frelco pure aliai,in Roma,e fuori.natte ritratti, per non dire di tutti, che farebbe luri- ghiffìma ftoria,diro folamete che egli ha ritratto da papa Paulo terzo iriqua tutti 1 rótefiefehefono fiati,e tuttiiS. Se Ambafciatorid’importà^a, che fo rio fiati aqllacorte.E fimilméte'Capitanid’elerciti,egràd’huomini, dicala Colonna,e deglfOrfini;il S.Piero Strozzi,&una infinità di Vefcoui,Cardi* riali, Scaltri gran prelati, eS.fenzamolti letterati, Se altri galantuomini, chegl’hanno fatto atquiftarein Roma nome,honore,Se utile. Onde fi Ila ih quella città co fua famiglia molto agiata,Se honoratamente.
Coftui dagiouanettcdifegnaua tato bene,che diede spaza,fe haueflefeguv tato,di fal lì eccellétils.e faria fiato ueramctej ma,come ho detto,fi uoltò a ql
10, a che fi sétiua da natura inclinato; Nódimeno no li pottono le cofe fue le nolodare.èdifuamano in una tauola,cheènellaChiefàdel Popolo,un Chri Ilo morto. Et in un’altra,chehafattain san Luigi,alla cappella di san Dio¬nigi,con fiorie,è quel sàto. ma la piu bell’opera,che mai facette, fi fu dna fio rie a frelco,che già fece,come se detto in altro luogo,nella compagnia della Mifericordia de’Fiorentini,con una tauola d’un depollo di Croce con i La¬droni confittile lo fuenimento di Noftra Donna,colorita a olio,molto belle Se condotte con diligenzia,e con fuo molto honore.Ha farro per Roma mol ti quadri,& figure in uarie maniere,e fatto aliai ritratti interi ueftiti, e nudi d’huomini,e di donne,che fono fiati bellilfimijperochc coli erano i natura
11. Ha ritratto anco fecondo l’occafioni molte tefte di signore, gentil’don ne,e Principette,che fono fiate a Roma.
E fra l’altre fo che già ritratte la Signora Liuia Colonna, nobili Arma dònna, per chiarezza di sanguejuirtu,e bellezza incomparabile.
E quello batti di Iacopo del Conte,ilqualeuiue,eua continuamente ope-rando »
Harci/Harei potuto ancora di molti noflri Tedefchi, & d’altri luoghi d’Italiafare noto il nome,&l’opere loro,che me la fon pallata di leggierùperche molti hanno finito per efier uecchi di operare,& altri che fongiouani chefi uan- no fperimétando i qualifaranno conofcerfi piu con le opere che co gli fcrit ti..& perche ancor uiue^Sc opera Adoni Doni d’Afcefi del quale fe bene feci memoria diluì nella uita di Chriftofano Gherardi: diro alcune particolari - tadell’operefue quali,& in Perugia,&per tutta l’Vnbria>& particolarmen te in Fuligno fono molte tauole,ma l’opere fue migliori fono in Alcoli a san. ta Mariadegl’Angeli nella cappellettadouemeno fan Francefco,douefono alcune ftorie de fatti di quel santo lauoratea olio nel murojequali fon loda te aliai,oltre cheha nella tefta del refettorio di quel conuento lauorato afre fco la paftìonedi Ghri-fto oltre a molte opere che gli ha fatto honore,&lo fi¬no tenere,Secortefe,& liberarla gentilezza,&cortefia fua .in Oruieto fo¬no ancora dijqlla cura duagiouani uno pittore chiamato Cefaredel Nebbia. & l’altro scultore. . . „ ambidua per una gran uiada far chelalo^
ro città chefino a hoggi ha chiamato del continuo a ornarla maeftri foreftie ri chefeguitandoi principi che hanno prefi, non harano a cercar piu d’altri, maeftri. Lauora in Oruieto in santa Maria Duomo di quella città Niccolo dallePomarancie pittoregiouane,ilqoalehauendo có.dotto una tauola do; ue C-hrifto refufcita Lazzaro ha moftro infieme con altre cofea frefco di rac, cóciar nome apfto agli altri fudetti,Se pchc de’noftri tnaeftri italiani viue fia no alla fine diro folo che hauédoferuito no minore un Lodouico scultore Fiorétino quale i Inghilterra,& i Bari ha fatto fecódo che m’è detto cofe no tabili per no hauer io trottato qua, ne parenti, ne cognome, ne uifto Pope re fue,nó poftb come uorrei farne altra memoria che qfta del nominarlo.
ORA ancor che in molti luoghi,ma però confufamente fi fia ragionato dell’operc d’alcuni eccell. pittori Fiamminghi,Sede i lotointaglbnon tacerò i nomi d’alcun altri j poi che non ho potutohauere intera notizia dell’operc,i quali fono flati! Ita¬lia, Se iogl’ho conofciuti la maggior parte, per apprendetela maniera Italiana. Parendomi che cofi meriti la loro induftria, e fatica ufata nelle noftre arti. Lafciando adunque da parte Martino d’Olanda,Giouan- ni EicK da Bruggia,& Huberto fuo fratello, che nel 1510. mife iti luce l’in- uenzione, modo di colorire a olio, come altroue s’è dettole lafciò molte opere di fua mano in Guanto,in Ipri, & in Bruggia, doue uifte,e mori ho- noratamente; dico, che dopo colloco feguitò Ruggieri Vander Vueiden di Brufelles,ilqualefecemolteopereinpiu luoghi, ma principalmente nella fila patria,e nel palazzo de’Signori quattro tauole aoliobelliftìme,di cofe pertinenti alla luftizia. Dicoftuifu difcepolo Hauefte,delquale habbian come fi dille,in Fiorenza in un quadretto piccolo che è in man del Duca, la. paftìonedi Chrifto. A coftui (uccellerò Lodouico da Lottano Luuen Fiatile mingo. Pietro Chrifta, Giulio da Guanto, Vgod’A.nuerfa, Scaltri molti:., . i quali, perchemainon ufcirono.di loro paefe.,.tennero fempae la mapi.era fiamminga,
Harei potuto ancora di molti noflri Tedefchi, & d’altri luoghi d’Italiafare noto il nome,&l’opere loro,che me la fon pallata di leggierùperche molti hanno finito per efier uecchi di operare,& altri che fongiouani chefi uan- no fperimétando i qualifaranno conofcerfi piu con le opere che co gli fcrit ti..& perche ancor uiue^Sc opera Adoni Doni d’Afcefi del quale fe bene feci memoria diluì nella uita di Chriftofano Gherardi: diro alcune particolari - tadell’operefue quali,& in Perugia,&per tutta l’Vnbria>& particolarmen te in Fuligno fono molte tauole,ma l’opere fue migliori fono in Alcoli a san. ta Mariadegl’Angeli nella cappellettadouemeno fan Francefco,douefono alcune ftorie de fatti di quel santo lauoratea olio nel murojequali fon loda te aliai,oltre cheha nella tefta del refettorio di quel conuento lauorato afre fco la paftìonedi Ghri-fto oltre a molte opere che gli ha fatto honore,&lo fi¬no tenere,Secortefe,& liberarla gentilezza,&cortefia fua .in Oruieto fo¬no ancora dijqlla cura duagiouani uno pittore chiamato Cefaredel Nebbia. & l’altro scultore. . . „ ambidua per una gran uiada far chelalo^
ro città chefino a hoggi ha chiamato del continuo a ornarla maeftri foreftie ri chefeguitandoi principi che hanno prefi, non harano a cercar piu d’altri, maeftri. Lauora in Oruieto in santa Maria Duomo di quella città Niccolo dallePomarancie pittoregiouane,ilqoalehauendo có.dotto una tauola do; ue C-hrifto refufcita Lazzaro ha moftro infieme con altre cofea frefco di rac, cóciar nome apfto agli altri fudetti,Se pchc de’noftri tnaeftri italiani viue fia no alla fine diro folo che hauédoferuito no minore un Lodouico scultore Fiorétino quale i Inghilterra,& i Bari ha fatto fecódo che m’è detto cofe no tabili per no hauer io trottato qua, ne parenti, ne cognome, ne uifto Pope re fue,nó poftb come uorrei farne altra memoria che qfta del nominarlo.
ORA ancor che in molti luoghi,ma però confufamente fi fia ragionato dell’operc d’alcuni eccell. pittori Fiamminghi,Sede i lotointaglbnon tacerò i nomi d’alcun altri j poi che non ho potutohauere intera notizia dell’operc,i quali fono flati! Ita¬lia, Se iogl’ho conofciuti la maggior parte, per apprendetela maniera Italiana. Parendomi che cofi meriti la loro induftria, e fatica ufata nelle noftre arti. Lafciando adunque da parte Martino d’Olanda,Giouan- ni EicK da Bruggia,& Huberto fuo fratello, che nel 1510. mife iti luce l’in- uenzione, modo di colorire a olio, come altroue s’è dettole lafciò molte opere di fua mano in Guanto,in Ipri, & in Bruggia, doue uifte,e mori ho- noratamente; dico, che dopo colloco feguitò Ruggieri Vander Vueiden di Brufelles,ilqualefecemolteopereinpiu luoghi, ma principalmente nella fila patria,e nel palazzo de’Signori quattro tauole aoliobelliftìme,di cofe pertinenti alla luftizia. Dicoftuifu difcepolo Hauefte,delquale habbian come fi dille,in Fiorenza in un quadretto piccolo che è in man del Duca, la. paftìonedi Chrifto. A coftui (uccellerò Lodouico da Lottano Luuen Fiatile mingo. Pietro Chrifta, Giulio da Guanto, Vgod’A.nuerfa, Scaltri molti:., . i quali, perchemainon ufcirono.di loro paefe.,.tennero fempae la mapi.era fiamminga, E febene uéne già in Italia A1 ber co Durerò,del quale fi è parlato lungam cn ce,egli tenne nondimeno femprela lua medefima maniera, fe bene fu nelle tefte maflìmamente,prònco,e uiuace,come ènocifiìmo a tutra Europa. Malafciandocoftoro,Scinfiemecondii Luca d’Olanda, Se altri: conobbi nelìjjx.in Roma un Michele CccKifien , ilquale atcefe affai alla maniera Italiana,& conduce in quella città molte opere a frefeo. e particolarmente! sanca Maria de A nima due cappelle. Tornato poi al paefe,e fattofi conofce - re per ualen t’huomo;odo,che fra l’altre opere,ritraile al Re Filippo di Spa¬gna una tauolada una di Giouanni EicK.ludettOicheèin Guanto . Nellaquale ritratta che fu portata in Ifpagna e il Trionfo dell’Agnus Dei. Studiò,poco dopo in Roma Martino EmsKercK,buonmaeftrodifigure,e paefijlqpalehaiàtto-in Fiandra molte pitture, e molti difegni di ftampe di rame,chefono fiate Comes edettoaltroue,intagliateda Hieronimo Cocca, ilquale conobbi in Roma,mentreio feruinail Cardinale Hipolito de’Medi ci. E quelli tutti fono fiati belhflìmi inuentoridi ftorie,emoltoofleruato- ri della maniera Italiana. Conobbi ancora in Napoli,e fu mio amiciflìmoj’à no 1545. Giouanni di CalKer pittore Fiammingo,molto raro, e tanto prati« co;nella maniera d’Italia,che le fue opere non erano conofciute per mano di Fiammingo, ma coftui mori giouaneiaNapoli,mentre fi Iperanagran cole diluiulqualedilegnò la luaNotomiaal Vélfalio. wainnazia quelli fu mol¬to in pregio DiuiKda Louanoin quella maniera buon maeftro,Sc Quinti¬no della medefima terra,ilquale nelle fue figure olìeruo fempre piu che po- tèil naturale,come anche fece un fuo figliuolo chiamato Giouanni. simil¬mente Giosdi Cleues.fug.ran coloritore,eraroin farritratti di naturale, nel che ferui aliai il ReFrancefcodi Francia,in far molti ritratti didiuerfi Si gn'orf e Dame. Sono anco fiati famofi pittori,e parte fono, delta medefima F’rouincia,Giouanni d Hemfen, Mattias C00K d’Anuerfa,Bernardo di Bur felIes,Giouanni Cornelisd’Amftcrdam, Lamberto della medefima terra, Henrico da Binat,Giouachino di Pateuier di Bouines,eGiouanni Scorie Ca nonico di Vtrecht,ilquale portò in Fiandra molti 11 uoui modi di pitture ca uati d’Italia, oltre quelli Giouanni bella Gamba di Douai,DiricE d’Harleni della medefima,e Francelco Moftaret,che ualfe aliai in fare paefi a olio, fan tafticherie,bizzarrie,fogni,Se imaginazioni .J
Girolamo Hertoglien Bos,e Pietro Bruuegheldi Breda,furono imitatori di coftui,e Lancilotto è fiato eccellente in far fuochi,notti,fplendori,diauoli,e cofefomiglianti. Piero CoueK ha hauuto molta inuenzione nelle ftorie,c fatto belliflìmi cartoni per tapezzerie,c panni d’arazzo. e buona maniera,Se pratica nelle cofe d’architettura, onde ha tradotto in linguaTeutonicaP’o- pere d’architettura di Sebafiiano Serlio Bolognefe, E Giouanni di Malengr fu quali il primo,che portafle d’Italia in Fiandvaàl uero modo di farefiorie piene di figure ignude,e di poefie. Se di fua mano in Silanda è una gran Tri buna nella Badia di Midelborgo. De’quali tutti fi è hauuto notizia da mae- Uro Giouanni della Strada di Brucies,pittore,e da Gio. Bologna de Douai, fcultorejambi Fiaminghi,Se eccellenti come diremo nel trattato degl’Acca demici. Hora quanto a quelli,della medefima prouincia,che fono uiui,Sei n pregio, Il primo è fra loro,per opere di pittura, eper molte carte intagliate
inra~In fame,e Franeefco Froris d’ Anuerfà,difcepolo del già detto Lamberto Lo bardo. Coftui dunque,ilquale è tenuto eccellentiflìmo, ha operato di’ma- nierain tutte le cofe della fuaprofettìone,che niuno hamegliofdicono etti) efpreflìgl’affettidell’animo,ildolorejaletizia,el’altrepaflìoni, con belliflì- me,e bizzarreinuenzioni,di lui.intanto che lo chiamano, agguagliandolo all’Vrbino,Raff.FÌàmIgo.vero è che ciò a noi non dimoftrano in teraméte le carte ftampate. percioche chi in taglia fia quanto vuole ualen t’huomo, non mai arriua a gran pezza all’opere,& al dilegno,e maniera di chi ha dilegua¬to . E flato condifcepolo di cottili,e lotto la difciplinad’un medefimo mae ftro ha imparato,Guglielmo Cay di Bredapur d’Anuerfa, huomo modera-to,graue,'digiudizio,e molto imitatore del uiuo,e delle cofe della natura;& oltre ciò aliai accomodato inuentore,e quegli,che piu d’ogni altro conduce le lue pitture,sfumate,e tutte piene di dolcezza,e di grazia. e fe bene non ha la fierezza,e facilita,e terribilità del fuo condifcepolo Froro; ad ogni modo è tenuto eccellemiflìmo.Michel CocKifien,del quale ho fauellato dilòpra,c detto che portò in Fiandra la maniera Italiana,è molto Ira gl’artefici Fiatnin ghi celebrato,per edere tutto graue;& fare le fue figure,che hanno del turi¬le,e del lèuero. onde Metter Domenico Lanfonio Fiàmingo,del quale fi par lera a fuo luogo,ragionado de i duelopradetti,edi cottili,gl’àgguaglia a vna bellamufica di tre,nellaqualefaccia ciafcun laluaparte con eccellenza. Fra imedefimièancoftimato aliai Antonio Moro di Vtrechin Olada, pittore del Re Catolico.i colori del quale nel ritrarre ciò che uuoledi naturale, di¬cono contendere con la natura, & ingannare gl’occhi beiiiffìmo. Scritiemi il detto Lampfonio,che il Moro, ilquale è di gentililfimi cottomi, e molto amato,ha fatto una tauolabellittìma,d’un Chritto,cheriltifcita con due An geli, & san Piero,esan Paulo,cheècofamarauigliofa. E anco è tenuto buo noinuétore, ecoloritoreMartino di Vós,ilquale ritraeottimamente di na' turale. Ma’quanto al farebelliflìmi paefi,non ha pari Iacopo Gimer, Nanz Bolz,& altri tutti d’Anuerfa,e valentuòmini,de’qualinon ho cofi potuto lapereogni particolare. Pietro Arfen detto Pietro Lungo, fece una tauola còn le fue ale,nella fua patria Afterdam,dentroui la Noftra Donna, & altri fanti ; làquale tutta opera cotto 2000. scudi. Celebrano ancora per buó pie torè Lamberto daSterdam che habitò in Vinezia molti anni, & haueua be- niflìmo la maniera Italiana,quefto fu padre di Federigo,del quale per edere noftro Accademico lene fara memoria a fuo luogo,& parimente Pieno B'rogheld’Anuerfamaeftroeccellente. Lamberto Van’Hort d’Amersferè d’Olanda:e per buono architetto,GilisMoftaret, fratello di Franeefco fu- detto. e Pietro Pourbsgiouinetto ha dato faggio di douer riufeire eccellen¬te pittore, Hora,accio fappiamo alcuna cofa de Miniatori di que’paefi:dicono,che que fti ui fono flati eccellenti Marino di Sirefla,Lùca Hurenbout di Guanto; Si ' mone Benich da Bruggia,e Gherardo. E pariménte alcune donne,Sufànna fioretta del detto Luca, che fu chiamata per ciò a iferuigij d’Henrico Otta«. uoRe d’Inghilterra,euiftettehonoratamente tutto il tempo di fua vita. Clara SKcyfers di Guanto,che d’ottanta anni mori,come dicono, vergine; Anna figliuola di maeftroSegher medico, Leuina figlia di maeftro Simone • •daBruggiafudetto,thedal detto Henricod’Inghilterra fu maritata nobil¬mente,& hauuta in pregio dalla Reina Mariajfi come ancoraèd'alla Reina Lifabetta. similmente Caterina figliuola di maeftro Giouani da Hemfen an-: do già in Ifpagna al feruigio della Keinad’Vngheriacóbuona prouifione« Eti tóma moh’altrefono ftatein qlle.parti ecc. miniataci.Nelle cofede uetri: e far fineftrejono nella medefima prouincia flati molti ualét’huomini, Art Van,Hortdi Nimega Borghefe d’ÀnuerfaJacobs Felarr,DÌuicKStas di Cà- pen,Giouanni AcKd’Anuerfa,di mano dclquale fono nella Chiefa di sata Gudu'a di Brufdjes le fineflrc della cappella del Sacraméto. E qua in Tofca nahàno fatto al Ducadi Fioréza moltefineflre di vetri a fuoco bellifs.Guals tieri,e GiorgioFiamighi,e valét’huon\ini,có i dilegni del Vafari. Nell’àrchi tettura,e.sculturai piu celebrati FiaminghifonoSebaflianod’Oiad’Vtrech, ilqualeferui Carlo V. i alcune fortificazioni,e poi il Re Filippo^ Guglielmo d’AnuerfajGuglelmo Cucur d’Holanda,buono architetto, éscultoreGioua ni di Dalescultore,Poeta,& architetto,Iacopo Brucafcultore,& architetto che fece molte opere alla Rema d’Vngheria Reggente,&si!qualefu maeftro diGiouani Bolognada Douai,noftro Accademico,di cui pocoapprefio par leremo. E anco tenuto buono archrtettOGiouanni di Minefcheren da Guari to;& ecc. scultore Matteo ManemacKen d’Anuerfa,jlquale fta col Re de’Ro mani. E Cornelio Flores,fratello del fopradetto Frane, è. altrefiscultore,et architetto ecc. & è qlli,che prima ha condotto in Fiandra il modo di fare le grottefehe. A ttédono anco allascultura co loro molto honore Guglielmo Palidamo fratello d’Henrico predetto,scultore ftudiofiffimo,e'diligétej Gio uani di Sartdi HimeghajSimonedi Delfine GiosJafon d’Amfterdam..Et La bertoSuaueda Liegeè bonifs.architettó,& intagliatorediftàpecól bulino, in chePhafeguitato Giorgio Robin d’Ipri;DiuicK Volcaerrs,^.Filippo Gal leamédued’AtIem;e Luca Leidemcó moiri altri,che tutti fono flati in Italia a imparare,e difegnare le cofe antiche, p tornarfene, fi come hanno fattola piu parteacafaecc. Ma di tutti i fopradetti è flato maggiore Liberto Lóbar do da Liege,gra letterato,giudiziofo pittore, & architetto eccellótifs. mae- flro di Frane. Floris,e di Guglielmo Cai.delle uirtu del quale Liberto,e d’ai tri mi ha dato molta notizia p fue lettere M. Domenico Làpfonio daLegie, huomo di bellifs. lettere,e molto giudizio in tutte le cofetilquale fu famiglia re del Cardinale Polo d’1 nghilterra,mentre uifle,& horaèfegretariodi Mó fignor Vefcouo,ePreneipe di Lcge. Collui dico mi madògia fcritta latina« méteJa uita di detto Labertorepiu volte mi hafalutatoanomedi molti de* noflri artefici di qlla prouincia. E una lettera,che tégo di fuo, data adi tréta d’Ottobre 1564. èdi qflo tenore. Quattro anni fono hoha auto cótinua- méte animo di ringraziare V. S. di due grad i Ili mi benefizi), che ho riceuuto daleiffocheqftole parrà ftrano efordio d’uno che nól’habbia mai villa,ne conofciuta)certofarebbe ftrano,fero no haueflì conofciuca. llcheèftato in fin d’allora,che la mia buona uentura uolfe,anzi il fìgnor Dio farmi grazia > che mi ueniflero alle mani,non foin che modo, i uoftri eccellentifs. ferirti degl’architettori,pittori,c scultori. Maio allora no fapea pure unaparola Ita • liana,doue hora,có tutto che io nohabbiamai ueduto l’Italia,la Dio merce, 1 leggiere detti uoftri ferini,n’ha imparato ql poco,che mi ha fatto ardito.a lóviUecui qfta. Et aqdodifideriocPimpararcdetta lingua mi hano indotto eflì uodri ferini,ilche forfè non hauerebbono mai fatto qi d’altro nefluno * tiràdomi a dolergli intendere uno incredibile, e naturale amore, che fin da piccolo ho portato a qde.trebelliiìime arti; ma piu alla piaceuolifsi. ad ogni fedo,età,e grado,& a neffuno nociuaarte uodra,la pittura. Della qualeanco ra era io allora del tutto ignorante,e priuo di giudizio^ hora,pil mezodel la fpcrto reiterata lettara de uoftri ferini,n’intédo tato,che p poco,che fia,c quali niente,e pur quato bada a fare,che io meno uita piaceuole, e lieta : & 10 dimo piu che nitri gl’honori,agi,& ricchezze di qdo mòdo. Eqdopoco dico tato,che io ritrarrei di colori a olio,come co qual fi uogliadifegnacoioj lecofe naturali & mafsimamente ignudi,& habiti d’ogiii forte, nó mi eden do badato l’animo d’intromettermi piu oltre:come dire a dipigner’cofepiu incerte,che ricercano la manopru efercitata,é ficura,quali fono paefaggi, al beri,acque,nuuole,fplcndorì,fuoci,c c. Nelle quali cofeancora,fi come an Co nell’inuenzioni fino a vn certo che,forfè,& p un bifogno potrei modra- red’hauer fatto qualchepoco dauazo,pmezzo di detta lettura, pur mi fono cótento nel fopradetto termine di far folaméte ritratti,e tato maggiorrnété che le molte occupazioni,lequali l’uffizio mio porta necedariamétefeco no me lo pmettono. E p modrarmrgrato,e conofcéte iti alcun modo di qdi be riefizij,d’hauere,puodro mezzo,apparato una bellidìma lingua, & a dipi- gnerejui harei madatoconqdaun ritrattinodelmiouolto,che hocauató dallo specchio,fe io non haueflì dubitato,fe qda mia ui rrouerà in Roma, ó nò,che forfè potrede darehorain Fiorenza,ò uero in Arezzo uodra patria. Quedalettera contiene,oltreciò,molti altri particolari,chénófanno apro- polito. In altre poi mi ha pregato a nome di moltigalàt’huominidi que’pae fi,i quali hanno intefo cheqde uite fi ridàpano, che io ci faccia tre trattati della scultura,pittura,&architettura,con difegni di figure, p dichiarare fe¬condoToccafìoni.&infegnare le cofedell’artkcome ha fatto Alberto Durò
11 Serlio,& Leonbatida Alberti,dato tradotto da M. Cofimo Bartoli,gentil huomo,& Accademico Fiorentino, la qual colà harei fatto piu che uolentie ritma la mia in tenzione è data di fidamente uoler fcriuere le uite,e Pope de¬gli artefici nodrijenon d’infegnare Parti,col modo di tirare le lìnee,della pie tura, architettura ,& (cultura. senza che eflendomi l’opera crefciuta fra mano, per mólte cagioni, ella lara per auentura, fenza altri trattatijlungadauantaggio. ma io non poteua,enondo- ueua fare altrimenti di quello,che ho fatto: ne defrau dare niuno delle debite lode, & honori, ne il mondo del piacere^ utile,che fpero hab bia a trarre di quefte fati- Harei potuto ancora di molti noflri Tedefchi, & d’altri luoghi d’Italiafare noto il nome,&l’opere loro,che me la fon pallata di leggierùperche molti hanno finito per efier uecchi di operare,& altri che fongiouani chefi uan- no fperimétando i qualifaranno conofcerfi piu con le opere che co gli fcrit ti..& perche ancor uiue^Sc opera Adoni Doni d’Afcefi del quale fe bene feci memoria diluì nella uita di Chriftofano Gherardi: diro alcune particolari - tadell’operefue quali,& in Perugia,&per tutta l’Vnbria>& particolarmen te in Fuligno fono molte tauole,ma l’opere fue migliori fono in Alcoli a san. ta Mariadegl’Angeli nella cappellettadouemeno fan Francefco,douefono alcune ftorie de fatti di quel santo lauoratea olio nel murojequali fon loda te aliai,oltre cheha nella tefta del refettorio di quel conuento lauorato afre fco la paftìonedi Ghri-fto oltre a molte opere che gli ha fatto honore,&lo fi¬no tenere,Secortefe,& liberarla gentilezza,&cortefia fua .in Oruieto fo¬no ancora dijqlla cura duagiouani uno pittore chiamato Cefaredel Nebbia. & l’altro scultore. . . „ ambidua per una gran uiada far chelalo^ ro città chefino a hoggi ha chiamato del continuo a ornarla maeftri foreftie ri chefeguitandoi principi che hanno prefi, non harano a cercar piu d’altri, maeftri. Lauora in Oruieto in santa Maria Duomo di quella città Niccolo dallePomarancie pittoregiouane,ilqoalehauendo có.dotto una tauola do; ue C-hrifto refufcita Lazzaro ha moftro infieme con altre cofea frefco di rac, cóciar nome apfto agli altri fudetti,Se pchc de’noftri tnaeftri italiani viue fia no alla fine diro folo che hauédoferuito no minore un Lodouico scultore Fiorétino quale i Inghilterra,& i Bari ha fatto fecódo che m’è detto cofe no tabili per no hauer io trottato qua, ne parenti, ne cognome, ne uifto Pope re fue,nó poftb come uorrei farne altra memoria che qfta del nominarlo.
ORA ancor che in molti luoghi,ma però confufamente fi fia ragionato dell’operc d’alcuni eccell. pittori Fiamminghi,Sede i lotointaglbnon tacerò i nomi d’alcun altri j poi che non ho potutohauere intera notizia dell’operc,i quali fono flati! Ita¬lia, Se iogl’ho conofciuti la maggior parte, per apprendetela maniera Italiana. Parendomi che cofi meriti la loro induftria, e fatica ufata nelle noftre arti. Lafciando adunque da parte Martino d’Olanda,Giouan- ni EicK da Bruggia,& Huberto fuo fratello, che nel 1510. mife iti luce l’in- uenzione, modo di colorire a olio, come altroue s’è dettole lafciò molte opere di fua mano in Guanto,in Ipri, & in Bruggia, doue uifte,e mori ho- noratamente; dico, che dopo colloco feguitò Ruggieri Vander Vueiden di Brufelles,ilqualefecemolteopereinpiu luoghi, ma principalmente nella fila patria,e nel palazzo de’Signori quattro tauole aoliobelliftìme,di cofe pertinenti alla luftizia. Dicoftuifu difcepolo Hauefte,delquale habbian come fi dille,in Fiorenza in un quadretto piccolo che è in man del Duca, la. paftìonedi Chrifto. A coftui (uccellerò Lodouico da Lottano Luuen Fiatile mingo. Pietro Chrifta, Giulio da Guanto, Vgod’A.nuerfa, Scaltri molti:., . i quali, perchemainon ufcirono.di loro paefe.,.tennero fempae la mapi.era fiamminga, E febene uéne già in Italia A1 ber co Durerò,del quale fi è parlato lungam cn ce,egli tenne nondimeno femprela lua medefima maniera, fe bene fu nelle tefte maflìmamente,prònco,e uiuace,come ènocifiìmo a tutra Europa. Malafciandocoftoro,Scinfiemecondii Luca d’Olanda, Se altri: conobbi nelìjjx.in Roma un Michele CccKifien , ilquale atcefe affai alla maniera Italiana,& conduce in quella città molte opere a frefeo. e particolarmente! sanca Maria de A nima due cappelle. Tornato poi al paefe,e fattofi conofce - re per ualen t’huomo;odo,che fra l’altre opere,ritraile al Re Filippo di Spa¬gna una tauolada una di Giouanni EicK.ludettOicheèin Guanto . Nellaquale ritratta che fu portata in Ifpagna e il Trionfo dell’Agnus Dei. Studiò,poco dopo in Roma Martino EmsKercK,buonmaeftrodifigure,e paefijlqpalehaiàtto-in Fiandra molte pitture, e molti difegni di ftampe di rame,chefono fiate Comes edettoaltroue,intagliateda Hieronimo Cocca, ilquale conobbi in Roma,mentreio feruinail Cardinale Hipolito de’Medi ci. E quelli tutti fono fiati belhflìmi inuentoridi ftorie,emoltoofleruato- ri della maniera Italiana. Conobbi ancora in Napoli,e fu mio amiciflìmoj’à no 1545. Giouanni di CalKer pittore Fiammingo,molto raro, e tanto prati« co;nella maniera d’Italia,che le fue opere non erano conofciute per mano di Fiammingo, ma coftui mori giouaneiaNapoli,mentre fi Iperanagran cole diluiulqualedilegnò la luaNotomiaal Vélfalio. wainnazia quelli fu mol¬to in pregio DiuiKda Louanoin quella maniera buon maeftro,Sc Quinti¬no della medefima terra,ilquale nelle fue figure olìeruo fempre piu che po- tèil naturale,come anche fece un fuo figliuolo chiamato Giouanni. simil¬mente Giosdi Cleues.fug.ran coloritore,eraroin farritratti di naturale, nel che ferui aliai il ReFrancefcodi Francia,in far molti ritratti didiuerfi Si gn'orf e Dame. Sono anco fiati famofi pittori,e parte fono, delta medefima F’rouincia,Giouanni d Hemfen, Mattias C00K d’Anuerfa,Bernardo di Bur felIes,Giouanni Cornelisd’Amftcrdam, Lamberto della medefima terra, Henrico da Binat,Giouachino di Pateuier di Bouines,eGiouanni Scorie Ca nonico di Vtrecht,ilquale portò in Fiandra molti 11 uoui modi di pitture ca uati d’Italia, oltre quelli Giouanni bella Gamba di Douai,DiricE d’Harleni della medefima,e Francelco Moftaret,che ualfe aliai in fare paefi a olio, fan tafticherie,bizzarrie,fogni,Se imaginazioni .J
Girolamo Hertoglien Bos,e Pietro Bruuegheldi Breda,furono imitatori di coftui,e Lancilotto è fiato eccellente in far fuochi,notti,fplendori,diauoli,e cofefomiglianti. Piero CoueK ha hauuto molta inuenzione nelle ftorie,c fatto belliflìmi cartoni per tapezzerie,c panni d’arazzo. e buona maniera,Se pratica nelle cofe d’architettura, onde ha tradotto in linguaTeutonicaP’o- pere d’architettura di Sebafiiano Serlio Bolognefe, E Giouanni di Malengr fu quali il primo,che portafle d’Italia in Fiandvaàl uero modo di farefiorie piene di figure ignude,e di poefie. Se di fua mano in Silanda è una gran Tri buna nella Badia di Midelborgo. De’quali tutti fi è hauuto notizia da mae- Uro Giouanni della Strada di Brucies,pittore,e da Gio. Bologna de Douai, fcultorejambi Fiaminghi,Se eccellenti come diremo nel trattato degl’Acca demici. Hora quanto a quelli,della medefima prouincia,che fono uiui,Sei n pregio, Il primo è fra loro,per opere di pittura, eper molte carte intagliate inra~In fame,e Franeefco Froris d’ Anuerfà,difcepolo del già detto Lamberto Lo bardo. Coftui dunque,ilquale è tenuto eccellentiflìmo, ha operato di’ma- nierain tutte le cofe della fuaprofettìone,che niuno hamegliofdicono etti) efpreflìgl’affettidell’animo,ildolorejaletizia,el’altrepaflìoni, con belliflì- me,e bizzarreinuenzioni,di lui.intanto che lo chiamano, agguagliandolo all’Vrbino,Raff.FÌàmIgo.vero è che ciò a noi non dimoftrano in teraméte le carte ftampate. percioche chi in taglia fia quanto vuole ualen t’huomo, non mai arriua a gran pezza all’opere,& al dilegno,e maniera di chi ha dilegua¬to . E flato condifcepolo di cottili,e lotto la difciplinad’un medefimo mae ftro ha imparato,Guglielmo Cay di Bredapur d’Anuerfa, huomo modera-to,graue,'digiudizio,e molto imitatore del uiuo,e delle cofe della natura;& oltre ciò aliai accomodato inuentore,e quegli,che piu d’ogni altro conduce le lue pitture,sfumate,e tutte piene di dolcezza,e di grazia. e fe bene non ha la fierezza,e facilita,e terribilità del fuo condifcepolo Froro; ad ogni modo è tenuto eccellemiflìmo.Michel CocKifien,del quale ho fauellato dilòpra,c detto che portò in Fiandra la maniera Italiana,è molto Ira gl’artefici Fiatnin ghi celebrato,per edere tutto graue;& fare le fue figure,che hanno del turi¬le,e del lèuero. onde Metter Domenico Lanfonio Fiàmingo,del quale fi par lera a fuo luogo,ragionado de i duelopradetti,edi cottili,gl’àgguaglia a vna bellamufica di tre,nellaqualefaccia ciafcun laluaparte con eccellenza. Fra imedefimièancoftimato aliai Antonio Moro di Vtrechin Olada, pittore del Re Catolico.i colori del quale nel ritrarre ciò che uuoledi naturale, di¬cono contendere con la natura, & ingannare gl’occhi beiiiffìmo. Scritiemi il detto Lampfonio,che il Moro, ilquale è di gentililfimi cottomi, e molto amato,ha fatto una tauolabellittìma,d’un Chritto,cheriltifcita con due An geli, & san Piero,esan Paulo,cheècofamarauigliofa. E anco è tenuto buo noinuétore, ecoloritoreMartino di Vós,ilquale ritraeottimamente di na' turale. Ma’quanto al farebelliflìmi paefi,non ha pari Iacopo Gimer, Nanz Bolz,& altri tutti d’Anuerfa,e valentuòmini,de’qualinon ho cofi potuto lapereogni particolare. Pietro Arfen detto Pietro Lungo, fece una tauola còn le fue ale,nella fua patria Afterdam,dentroui la Noftra Donna, & altri fanti ; làquale tutta opera cotto 2000. scudi. Celebrano ancora per buó pie torè Lamberto daSterdam che habitò in Vinezia molti anni, & haueua be- niflìmo la maniera Italiana,quefto fu padre di Federigo,del quale per edere noftro Accademico lene fara memoria a fuo luogo,& parimente Pieno B'rogheld’Anuerfamaeftroeccellente. Lamberto Van’Hort d’Amersferè d’Olanda:e per buono architetto,GilisMoftaret, fratello di Franeefco fu- detto. e Pietro Pourbsgiouinetto ha dato faggio di douer riufeire eccellen¬te pittore, Hora,accio fappiamo alcuna cofa de Miniatori di que’paefi:dicono,che que fti ui fono flati eccellenti Marino di Sirefla,Lùca Hurenbout di Guanto; Si ' mone Benich da Bruggia,e Gherardo. E pariménte alcune donne,Sufànna fioretta del detto Luca, che fu chiamata per ciò a iferuigij d’Henrico Otta«. uoRe d’Inghilterra,euiftettehonoratamente tutto il tempo di fua vita. Clara SKcyfers di Guanto,che d’ottanta anni mori,come dicono, vergine; Anna figliuola di maeftroSegher medico, Leuina figlia di maeftro Simone • • daBruggiafudetto,thedal detto Henricod’Inghilterra fu maritata nobil¬mente,& hauuta in pregio dalla Reina Mariajfi come ancoraèd'alla Reina Lifabetta. similmente Caterina figliuola di maeftro Giouani da Hemfen an-: do già in Ifpagna al feruigio della Keinad’Vngheriacóbuona prouifione« Eti tóma moh’altrefono ftatein qlle.parti ecc. miniataci.Nelle cofede uetri: e far fineftrejono nella medefima prouincia flati molti ualét’huomini, Art Van,Hortdi Nimega Borghefe d’ÀnuerfaJacobs Felarr,DÌuicKStas di Cà- pen,Giouanni AcKd’Anuerfa,di mano dclquale fono nella Chiefa di sata Gudu'a di Brufdjes le fineflrc della cappella del Sacraméto. E qua in Tofca nahàno fatto al Ducadi Fioréza moltefineflre di vetri a fuoco bellifs.Guals tieri,e GiorgioFiamighi,e valét’huon\ini,có i dilegni del Vafari. Nell’àrchi tettura,e.sculturai piu celebrati FiaminghifonoSebaflianod’Oiad’Vtrech, ilqualeferui Carlo V. i alcune fortificazioni,e poi il Re Filippo^ Guglielmo d’AnuerfajGuglelmo Cucur d’Holanda,buono architetto, éscultoreGioua ni di Dalescultore,Poeta,& architetto,Iacopo Brucafcultore,& architetto che fece molte opere alla Rema d’Vngheria Reggente,&si!qualefu maeftro diGiouani Bolognada Douai,noftro Accademico,di cui pocoapprefio par leremo. E anco tenuto buono archrtettOGiouanni di Minefcheren da Guari to;& ecc. scultore Matteo ManemacKen d’Anuerfa,jlquale fta col Re de’Ro mani. E Cornelio Flores,fratello del fopradetto Frane, è. altrefiscultore,et architetto ecc. & è qlli,che prima ha condotto in Fiandra il modo di fare le grottefehe. A ttédono anco allascultura co loro molto honore Guglielmo Palidamo fratello d’Henrico predetto,scultore ftudiofiffimo,e'diligétej Gio uani di Sartdi HimeghajSimonedi Delfine GiosJafon d’Amfterdam..Et La bertoSuaueda Liegeè bonifs.architettó,& intagliatorediftàpecól bulino, in chePhafeguitato Giorgio Robin d’Ipri;DiuicK Volcaerrs,^.Filippo Gal leamédued’AtIem;e Luca Leidemcó moiri altri,che tutti fono flati in Italia a imparare,e difegnare le cofe antiche, p tornarfene, fi come hanno fattola piu parteacafaecc. Ma di tutti i fopradetti è flato maggiore Liberto Lóbar do da Liege,gra letterato,giudiziofo pittore, & architetto eccellótifs. mae- flro di Frane. Floris,e di Guglielmo Cai.delle uirtu del quale Liberto,e d’ai tri mi ha dato molta notizia p fue lettere M. Domenico Làpfonio daLegie, huomo di bellifs. lettere,e molto giudizio in tutte le cofetilquale fu famiglia re del Cardinale Polo d’1 nghilterra,mentre uifle,& horaèfegretariodi Mó fignor Vefcouo,ePreneipe di Lcge. Collui dico mi madògia fcritta latina« méteJa uita di detto Labertorepiu volte mi hafalutatoanomedi molti de* noflri artefici di qlla prouincia. E una lettera,che tégo di fuo, data adi tréta d’Ottobre 1564. èdi qflo tenore. Quattro anni fono hoha auto cótinua- méte animo di ringraziare V. S. di due grad i Ili mi benefizi), che ho riceuuto daleiffocheqftole parrà ftrano efordio d’uno che nól’habbia mai villa,ne conofciuta)certofarebbe ftrano,fero no haueflì conofciuca. llcheèftato in fin d’allora,che la mia buona uentura uolfe,anzi il fìgnor Dio farmi grazia > che mi ueniflero alle mani,non foin che modo, i uoftri eccellentifs. ferirti degl’architettori,pittori,c scultori. Maio allora no fapea pure unaparola Ita • liana,doue hora,có tutto che io nohabbiamai ueduto l’Italia,la Dio merce, 1 leggiere detti uoftri ferini,n’ha imparato ql poco,che mi ha fatto ardito.a ?fcnuer-lóviUecui qfta. Et aqdodifideriocPimpararcdetta lingua mi hano indotto eflì uodri ferini,ilche forfè non hauerebbono mai fatto qi d’altro nefluno * tiràdomi a dolergli intendere uno incredibile, e naturale amore, che fin da piccolo ho portato a qde.trebelliiìime arti; ma piu alla piaceuolifsi. ad ogni fedo,età,e grado,& a neffuno nociuaarte uodra,la pittura. Della qualeanco ra era io allora del tutto ignorante,e priuo di giudizio^ hora,pil mezodel la fpcrto reiterata lettara de uoftri ferini,n’intédo tato,che p poco,che fia,c quali niente,e pur quato bada a fare,che io meno uita piaceuole, e lieta : &
10 dimo piu che nitri gl’honori,agi,& ricchezze di qdo mòdo. Eqdopoco dico tato,che io ritrarrei di colori a olio,come co qual fi uogliadifegnacoioj lecofe naturali & mafsimamente ignudi,& habiti d’ogiii forte, nó mi eden do badato l’animo d’intromettermi piu oltre:come dire a dipigner’cofepiu incerte,che ricercano la manopru efercitata,é ficura,quali fono paefaggi, al beri,acque,nuuole,fplcndorì,fuoci,c c. Nelle quali cofeancora,fi come an Co nell’inuenzioni fino a vn certo che,forfè,& p un bifogno potrei modra- red’hauer fatto qualchepoco dauazo,pmezzo di detta lettura, pur mi fono cótento nel fopradetto termine di far folaméte ritratti,e tato maggiorrnété che le molte occupazioni,lequali l’uffizio mio porta necedariamétefeco no me lo pmettono. E p modrarmrgrato,e conofcéte iti alcun modo di qdi be riefizij,d’hauere,puodro mezzo,apparato una bellidìma lingua, & a dipi- gnerejui harei madatoconqdaun ritrattinodelmiouolto,che hocauató dallo specchio,fe io non haueflì dubitato,fe qda mia ui rrouerà in Roma, ó nò,che forfè potrede darehorain Fiorenza,ò uero in Arezzo uodra patria. Quedalettera contiene,oltreciò,molti altri particolari,chénófanno apro- polito. In altre poi mi ha pregato a nome di moltigalàt’huominidi que’pae fi,i quali hanno intefo cheqde uite fi ridàpano, che io ci faccia tre trattati della scultura,pittura,&architettura,con difegni di figure, p dichiarare fe¬condoToccafìoni.&infegnare le cofedell’artkcome ha fatto Alberto Durò Serlio,& Leonbatida Alberti,dato tradotto da M. Cofimo Bartoli,gentil huomo,& Accademico Fiorentino, la qual colà harei fatto piu che uolentie ritma la mia in tenzione è data di fidamente uoler fcriuere le uite,e Pope de¬gli artefici nodrijenon d’infegnare Parti,col modo di tirare le lìnee,della pie
tura, architettura ,& (cultura. senza che eflendomi l’opera crefciuta fra mano, per mólte cagioni, ella lara per auentura, fenza altri trattatijlungadauantaggio. ma io non poteua,enondo- ueua fare altrimenti di quello,che ho fatto: ne defrau dare niuno delle debite lode, & honori, ne il mondo del piacere^ utile,che fpero hab bia a trarre di quefte fati- G che ♦