DEGL’ ACCADEMICI DEL DI-SEGNO, PITTORI, SCVLTORl, ET ARCHITETTI,
1 ‘j.J £ dellopere loro, e prima del Brorigino.
rò prima d’Agnolo detto il Brózino„pit.Fiorétino ueraméte rariflì.e degno di tutte le lodi. Coftui eflendo flato molti anni col puntormo,comes’èdec ro.prefe tantoquella maniera,& inguifaimmito, i’opere di colui,cheelle fono Rate molte uolte tolte l’une per l'altre,cofi furono per un pezzoforni? rglisnti. -Erertoèmarauigliacome il Bronzino cofi.beneapprendeflelama pierà del Puntormo,conciofia,che-Iacopo fa eziandio co’fuoi piu caridifac poli anzi alquanto faluatico,e ftranojche non:come quegli, che a niuno la- Iciauamai uedere le fue opere,fe nonfinite del tutto. Ma ciò non oftantefa tanta lapacienza,& amoreuolezzad’Agnolo uerfoil Puntormo, che colui fu forzato a femprc uolerglibene,&amarlojcomefigliuolo. le primeoper-e di conto che facdfe iluronzino,eflendo ancor giouane,furono alia Certofa di Firenze,fopra una porta,che ua dal Chioftro grande in Capitolo, in due archi,cioèrunodifaori,eTaItrodentro$ nel difuorièvna Pietà, con due Angeli a frefco,e di dentro un san Lorenzo ignudo fopra lagrata »colori ta a olio nel muro, lequali opere furono un gran faggio di.qnell’eccellenza,che negl’anni maturi li è ueduta poinellopere di quefto pittore. Alla.cappella di Lodouico Capponi in santa Felicita di Firenze,fece il Bronzino, come s’i detto in altro luogo,in due tondi a olio due Euangelifti ; e nella iiolta,coloct alcune figure. Nella Badia di Firenze de’Monaci neri, fece nel Chioftro di fopra a frefco una ftoria della uita di san .Benedetto, cioè quando fi getta nu do fopra le {pine,che è boniflìma pittura. Nell’orto delle suore dettele Po- uerinedipinfeafrèfcoun belliflìmoTabernacoloznel quale è Chrifto,che appare a Madalena in forma d’O.rtolano. \ln santa Trinità,pur di Firenze fi uede di mano del medefimo in un quadro aolio,al primo pilaftro a man rit ra,un Chrifto martoraNoftraDonna,san Giouanni,esanta Maria Mada« lena,condotti con bella maniera, e molta diligenza. Ne i quali detti tempi, •che fece quelle opere, fece anco molti ritratti di dmerfi,e quadri, chegli die¬dero gran nome, palpato poi l’alìedio di Firenze, e fatto l’accordo, andò co¬me altroue s’è detto a Pefero. doue apprefto Guidobaldo Duca d’Vrbino fe ■ce oltrela detta calla d’Arpicordopiena di figure,chefu.cola rara,il ritratto , di quel
<foquelSignore,&d’unafigliuoIadiMatteo Sofferoni,chefiiueramcntcbcl forti ma, emolto lodata pittura.lauorò anche all’Imperiale,uilla del detto Du caalcunefigureaolio ne peducci d’una uolta, e piu n’hatierebbe fatto, feda Iacopo Puntormo (no maeftro non fufle ftato richiamato a Firenze, perche gFaiutafte a finire la Cala del Poggio a Caiano. Et arriuatoin Firenze fece, quafi per paflàtempo a Mefler Giouanni deStatis, Auditore del Duca Ales - fandro,un quadretto di Noftra Donna,che fu opera lodatiflìma. et poco do po a Monfignor Giouio,amico fuo,il ritratto d’Andrea Doria 5 & a Bartolo¬meo Bettini,per empiere alcune lunette d’una fua camera, il ritratto di Dan te Petrarca,? Boccaccio,figure dal Mezzo in fu belliflìme ; i quali quadri finì
ti, ritrafteBonacorfoPinadori,Vgolino Martelli,Mefler Lorenzo Lenzi, hoggi Vefcouo di Fermo,ePierantonio Bandim,e la moglie con tanti altri, che lunga opera farebbe uoler di tutti fare menzione. balia che tutti furono naturalismi,fatti con incredibile diligenza,e di maniera finiti, che piu non fi puodifiderare. A Bartolomeo Panciatichi fece due quadri grandi di No Ere Donne,con altrefigure,belli a marauiglia,e condotti con infinita dili¬genza. & oltre cio,i ritratti di lui,e della moglie,tato naturali,che paiono vi ui neramente,e che non manchi loro (e non lo fpirito.
Al medefimo ha fatto in un quadro un Chrifto Crucififto, cheècódotto Co molto ftudio,efatica.ondebenfi conofce cheloritrafieda un nero corpo morto,confitto in Croce,cotanto è in tutte le fue parti di fotnma perfezzio - ne,e bontà, per Matteo Strozzi fece alla fua uilla di san Cafciano in un Ta¬bernacolo a frefco,una Pietà con alcuni Angeli,chefu operabelliflima.
A Filippo d’Auerardo Saluiati fece in un quadrotte una natiuira di Chrifto in figure piccole tanto bella,che non ha pari,come fa ognuno,eflendo hog¬gi la detta operaio ftampa. Età maeftroFrancefco Montetiarchi,fifico ec- cellentiffimojfece un belliHimo quadro di Noftra Donna,&alcuni altri qua dretti piccoli molto graziofi. A1 Puntormo fuo maeftro aiuto a fare, come fi difte difoprà,l’opera di Caréggfodoue códufte di fua mano ne’ peducci del le uolte cinque figurerà Fortuna,la Fama,la Pace,la Iuftizia, e la Prudenza con alcuni putti fatti ottimamente'. Morto poi il Duca Aleftandro, e crea¬to Cofimo,aiutò Bronzino almedefimo Puntormo nell’ opera della loggia di Cartello. E nelle nozze délPIllnftriflìma Donna Leonora di Tolledo,mo glie già del Duca Cofimo fece due ftorie di chiaroscuro nel conile dicafa Medicine nel bafamento,che reggetta il canalJo del Tribolo,come fi difte,’al cune fiori efin tedi-bronzo de’ètti del Signor Giouanni de’Medici,che tut¬te furon le migliori pitture,che fuflèro fatte in quell’apparato. la doue il Du ca,conofciuta la uirtu di qft’huomo,gli fece metter mano afare nel fuo Du cal.palazzo-unacappella non molto gran de,.per la detta Signora Duchefla, dònna nel ue£o,fia quantefurono mai tialorofa,epcr infiniti meriti, degna, d’eternàlode:.-..L.’. ' ...... ,.
Nella quafcappella fece il Bronzino nella nolta un paramento, con puti¬ti belìiftimi,e quattro figure;Gtafciina delle quali uolta i piedi alle faccie;san- Frartcefco,sàn Hiéronhno,san MichelagnóÌo,esan Giovanni, condotte tut tecon diligehzia,&amoregrandiftìmo. Enell’alire trefacciefduedeilequa ifofono.ro.tce dalla porta,é dalla.fineftra)fejcetre ftorie di Moile,cio.è una per. fàccia. Dotie è la porta fece Fa ft’oria delle Bifcie,o ueróserpfchepiouono lo pra il popolo,con molte belle cófiderazioni di figure morfe,che parte mùó- idno,parte fono morve,&alcune guardando nel ferpentedi bronzo guari- feorìo. Nell’altra cioè nella faccia della fineftra è la pioggikd'ella manna. e bell altra faccia interaquando palla il mare Rodo,e la lóinerfiónedi FaraO neslaquale fioria c data ftampatain Anuerla. & in fommaqUeftaopera,pec Cofa lauorara in frelco.non ha pari,Se è condotta con tutta quella diligenza, e ftudio,che fi potè maggiore.
Nella tauola di qfta cappella,fatta a olio,che fu polla fopra l’altare era diri¬tto depofto di croce in grembo alla madre. Ma ne fu leuata dal Duca Cofi- rtto per mandarla,come cofa rarifiìma,a donare a Gran Veia,maggiore huo ' mo che già fulle apprello Carlo quinto Imperadore. In luogo della qual ca¬rtola ne ha fatto una limile il medefimo, e pollala fopra l’altare inmezzo a5 dite quadri non manco belli che la tauola.den tro i-quali fono FAngelo Ga¬briello^ la Vergine da lui annunziata. Ria in cambio di quelli, quando ne’ fuleuataìa prima tauola,erano vn san Giouanni Batifta.óe un san Cofimo, che furono meiìì in guardaroba,quando la Signora Duchefia, mutato pen- fiero,lece fare quelli altri due. Jl Signor Duca veduta in quelle, & altre ope¬re leccel lenza di quello pittorejeparticolarméte,che era luo proprio ritrar¬re dal naturale,quanto con piudiligenzia fi può itnaginare, fece ri trarre fe, chealloraera gioitane,armato tutto d’arme bianche,& con una mano fopra l’elmo,in un’altro quadro la Signora Dtrchefiafua contorte, & in un’altro quadro il Signor don Francefco lorofìgliuolo,ePrencipedi Fiorenza.
E non andò molto,che ritraile,fi come piacque a lei, un’altra uolta la detta Stonerà Duchefia in uario modo dal primo, cól Signor don Giouannisuo figliuolo appretto . Ritraile anche la Bia lanciulìetra, e figliuola natura¬le del Duca j Se dopo alcuni di nuouo, Se altri la feconda volta, tutti i figli¬uoli del Duca,la Signora donna Maria,grandiflìma fanciulla bellilTimave-- rament'cjil Prencipedon Francefco, il Signor don Giouanni ; don Garzia ; e* don Arnaldo in piu quadri,che tutti tono in guardaroba di sua Eccellenzia infiemecon ritratto di don Francefco di Tolledo, della Signora Maria ma¬dre del nuca,Se d’Hercole fecondo Duca di Ferrara con altri molti.. . ’
Fece anco in palazzo quafi ne medefimi tempi due anni alla fila per carno uale, due scene,e prolpettiue,per comedie, che furono tenute bellifiime.- fece un quadro di (ingoiare bellezza, che fu mandato in Francia al Re Frati' cefco, dentro alquale era una Venere ignuda’, con Cupido, che la baciaua : Seil piaceredaun lato,eil giuoco con altri amorfe dall’altro la Fraudo,la Gelofia, Scaltre pafiìoni d’amore. ■ ■ ;
Hatiendo fatto il Signor Duca cominciare dal Puntormo i cartoni de’px ni d’arazzo difeta,ed’oro,per la fiala del Configlio de’ DugentojSe fattonela re due delle ftorie di Iofelfo Hebreo dal detto, Se uno al Saluiati,diede ordi¬ne, che il Bronzino facélFe il retto. Onde ne condufie quattordici pezzi di quella perfezzione,ebonta,che fa chiunchegli ha ueduti.
Ma perche quella era fouerchia fatica af Bronzino, che ui perdeua tropp» tempo, fi ferui nella maggior parte di quelli cartoni, facendo elio i'difegni, di Raffaello dal Colle, pittore dal Borgo a san Sepolcro, che fi portòottima mente/mente. Hauendo poi fatto GiouanniZanchini dirimpetto alla cappella de’Difci in santa Croce di Firéze, cioè nella facciata dinäzi, entràdo in Chie fa per la porta del mezzo a man manca, una cappella multo, ricchi di conci, confue fepolturedi marmo, allogò la.taùola al Bronzino,accio ui facelfc dentro vn Chrifto difcefoal Limbo, per trarne i santi Padri .
Mefloui dunque manocondufle Agnolo quell’opera con tutta quella pose fibile eftrema diligenza,che può metterechi defidera acquiftar gloria in fi- migliante fatica. Ondeui fono ignudi belliflimi,mafchi,temine, putti,vec. chi,egiouani con diuerfe fattezze,e attitudini,d huomini cheui fono ritrae- ti molto naturali,fra quali è Iacopo Puntormo,GiouanbatiftaGello,affai fa, molo Accademico Fiorentino, e il Bacchiacchadipintore, del quale fi èfa-f uellatodifopra.
E fra le donne ui ritraile due nobili,e ueramente belliffimegiouani Fiorati, ne,degne per la incredibile bellezza,Se hoheftàloro;d’eterna lode, e di me-, moriajmadonnaGoftanzadaSomaia»mogliedi Giouanbatifta Doni,che ancor uiue,e madonna Camilla Tedaldi,del Corno,hoggi pallata a miglior vita. Non molto dopo fece in un’altra tauolagrande,e belliffimalareflurez zionedi Giefu Chrifto,che fu porta intorno al Choro della Chiefade’Scrui cioè nella Nunziata,alla cappella di Iacopo , e Filippo Guadagni. & in que¬llo medefimo tempofece la tauola che in palazzo fu meda nella cappella,on de era fiata leuata quella,che fu mandata a Gran uela.che'certo è pittura bel hftima,e degna di quel luogo, fece poi Bronzino al Signor Alamanno Sat- uiati unaVenere con un Satiro appreffo,tanto.bellachepar Veuere uerame te Dea della bellezza.
Andato poi a Pifa,doue fu chiamato dal Duca /fece per fila Eccéllenzia àlcti ni ritratti. & a Luca Martini suo amicifsimo,anzi non pure di lui folo.madi tutti i uirtuofi affezionatifsimo neramente,un quadro di Noftra Dona mol to bello,nel quale ritraile detto Luca con una certa di frutte, per eflere flato colui miniftro,& proueditore,per lo detto Signor Duca nella difeccazione de pachili,Scaltre acque,che teneuano infermo il paefe dintorno a'Pifa.ecó . feguen temente,per hauerlo rendutofertile,ecopiofodi frutti. E non parti di Pifail Bronzino,che gli fu allogata, per mezzo del Martini, da Raffaello del Setaiuolo operaio del duomo la tauola d’una delle cappelle del detto duomo. Nella quale fece Chrifto ignudo,con la croce,& intorno alni mol¬ti santi.irai quali èun san Bartcrtomeoscorticato, che pare una uera noto- mia,& un’huomofcorticatodadouerocofi è naturale,Se imitato da una no tomia co diligéza.laqualerauola,cheè bella in tutteleparti fu porta daun.a capella,come ho detto,dóde ne leuarono un’altra di mano di Benedetto da Pefcia difcepolo di Giulio Romano. Ritraile poi Bronzino al Duca Cofimo Morgäte nano ignudo tutto intero,Se in due modi:cioè da vn lato del qua¬dro ildinazi,e dall’altro il di dietro,co qlla ftrauagäza di mébra moftruofe, chehaqlnano. laqual pittura in ql genere è bella,e marauigliofa. aser Car lo Gherardida Piftoia.chei fin dagiouineitofu amico del Brózino, fece! piu tempi oltre al ritratto di erto ser Carlo,una belliilima Iudit , che mette la te- ftadi Oloferne i una fporta: nel coperchio,che chiude quello quadro a vfo di lpera,feceuna prudenza,che.fi specchia.
Alme-Al medefimo fece un quadro di Noftra Donna,che è delle belle cofe,che hab biamaifattó:perchehadifcgno,erilieuoftraordinario . llmedefimo fece il ritratto del Duca,peruenuro,che fufua Eccelienzia all’età di quaranta an nijccofi la Signora Duche(Ia,che l’uno,e l’altro fomigliano quanto è polli- bile. Hauendo Giouambatifta Caualcanti fatto fare di belhffimi mifchi,’ venuti d’oltra mare con grandilfiniaspefa,una cappella in santo Spirito di Firenze,e quiui ripofte l’offa di Tommafo fuo padre, fece fare la te Ha col bu fto di elio fuo padrea fra Giouan’AgnoloMontorfoli. eia tauola dipinfe Bró zino,facendoui Chrifto chein forma d’Ortolanoappare a Maria Madalena e piu lontane,due al tre Marie, tutte figure fatte con incredibile diligenza. Hauendo alla fua morte iafciata Iacopo Punrormo imperfetta la cappella di san Lorenzo,&hauendoordinatoilSignor Duca,cheBronzino la tìnifle; egli ui fini dalla parte del diluuio molti ignudi,che mancauano a ballote die de perfezzionea quella parte.e dall’altra,doue a pie della reflurrezione de’ morti mancauano nello spazio d’un braccio incirca per altezza, nel largo di tutta la facciata,molte figure, le fece tutte bellilfime, e della maniera cheli veggiono.& a ballo fra le fineftre in uno spazio,che ui reftaua non dipinto, fini un san Lorenzo ignudo fopra una grata,con certi putti intorno. Nella quale tutt’opera fece ccnofcere,che haueua con molto miglior giudizio con dotte in quel luogo le cole fue,che non haueua fatto il Pun tonno fuo mae- ftro lefue pitture di quell’opera. Il ritratto del qual Putormo fece di fua ma no il Bronzino in un canto della detta cappella a man ritta del sanLorenzo. Dopo diede ordine il Duca a Bronzino5chefaceire due tauole grandi, una' per mandare a Porto Feraio nell’Ifota dell’Elba alta città di Cosmopoli, nel cònuento de’frati Zoccholan ti, edificato da sua Eccelienzia, détroui unade pofizionedi Chrifto di Croce,con buon numero di figure;& un’altra per la nuouachiefa de Caualieri di santo Stefano, che poi fi è edificata in Pifa infie mecol palazzo,Se spedale loro con ordine,edifegnodi Giorgio Vafarijnel- la qual tauola dipinfe Bronzino drentoui la natiuita di noftro Signore Gie fu Chriftó. lequali amendue tauole fono ftatefinite con tanta arte,diligen- zia,difegno,inuenzione,& fòmma uaghezza di colorito ,’chc non fi può far piu. È certo non fi doueua meno in una Chiefa edificata da un tanto Prin¬cipe,che ha fondala,e dotata la detta Religione de Caualieri.
In alcuni quadretti piccoli,fatti di piaftra di ftagno,e tutti d’una grandezza tnedefima,ha dipinto il medefimo tutti gl’huomini grandi di cafa Medici, cominciando da Giouanni di Bieci, & Cofimo uecchio infino alta Reina di Francia,per quella linea,e nell’altra da Lorenzo fratello di Cofimo vecchio infino al Duca Cofimo,e fuoi figliuoli, i quali tutti ritratti fono, per ordine dietro la porta d’uno ftudiolo,che il Vafari ha fatto fare nell’ appartamento delle ftanzenuoue nel palazzo Ducale, doue ègran numero di ftatueanti¬che di marmi,& bronzee moderne pitture piccole,mini) Tariffimi,& una in finità di medaglie d’oro,d’argento, e di bronzo, accomodate con belliffimo ordine.
Quelli ritratti dunque degl’huomini illuftri di cafa Medici, fono tutti na turah,uiuaci,&foroigliantifiimialuero. ma ègran cofa, che doue fogliono molti negl’ultimi anni far manco bene,che non hanno fatto per l’addietro, coftui cdftui fa coli bene,& meglio hora,che quando era nel meglio della uirilirà, comenedimoftranoropere,chefagiornaìmence .feceanco non ha molto, il Bronzino a don Situano Razzi monaco di Camaldoli nel MonaReno de- gl’Angeli di Firenze,che è molto luo amico in un quadro alto quali vn brac ciò,e mezzo una santa Chaterina tanto bella,e ben fatta, ch’ella non èinfe- liore a ntun’altra pittura di mano di quello nobile artefice. Inran tocche no pare che le manchi le non lofpirito,equclla uoceche confeflòil tiranno; e confellò Chrillo fuofpolodiletulfimo infino all’ultimo fiato. Onde niun» cofa ha quel padre,come geu ti le,eh e è ueramen te,laquale egli piu liimi, & Rabbia in pregio,che quel quadro. Fece Agnolo un ritratto di don Giouan nr Cardinale de’Medici,figliuolo del Duca Cofimo,che fu mandato in cor¬te dell’Imperatore alla Reina Giouannaje dopoquello del Signor don Fra¬celea Prencipe di Fiorenza,che fu pittura molto fimileal nero, e fatta con ta ta diligenza,che par miniata. Nella nozze della Reina Giouana d’AuRria, moglie del detto Principe diprnfe in* tre refe grandi,che furono polle al poti te alla Carraia^come Udirà in fine, alcune fiori e delle nozze d’Himeneo, in modo belle,che non paruerocofe da felle,ma da edere polle in luogo hono rato per fempre,cofieranofinite, econdottecon diligenza. Etaldctto Sig. Prencipe ha dipinto,fono pochi mefi,unquadretto di piccole figure,che nó ha pari,e fi puodire,chefiadi minio neramente. E perche in quella fuapre fente età d’anni fefTantacinqùe,non è meno inamorato delle cole dell’arte, che filile da gioitane,ha tolto a fare finalmente,come ha uolutoil Duca,nei la Chiefa di san Lorenzo,due llorie a frefeo nella facciata a canto all’ Orga¬no . nelle quali,non ha dubbio,che riufeirà quell’eccellente Bronzino, che c flato-fempre. Si è dilettato collui,e dilcttafi ancora afiaidella Poefia. onde ha fatto molti capitoli,e lonetti,una parte de’quali fono Rampati. *
Ma lopta tuttofquanto alla Poefia) è maranigliofo nello Rile,e capitoli bet niefehi, intatochenonèhoggi chi faccia iu quello genere di uerfi meglio i necolepiubizarre,ecapriccioledilui ,comeun giorno fi ucdra, fe tutte fe fucopere,come fi crede,efpera, fi Ramperanno. E Rato ed è il Bronzino dol ciflìmo,e molto cortefe amico,di piaceuole conuerfazione, & in tutti ifuoi «Rari,e molto honorato. è Rato liberale,& amoreuole delle lue cole quan¬to piu può efiere un‘arteficenobile,come è egli. E Rato di natura quieto, e non ha mai fatto ingiuria a ninno. & ha fempre amato tutti i ualent’huomi- nidellafua profeliìone-,come lappiamo noi,che habbià tenuta infiemefiret ta amicizia anni quaranta tre,cioèdal 15x4. infino a queflo annotpercioche cominciai in detto tempo a conofcerlo, & amarlo; allora, che lauoraua alla ì'CertofacolPuntormo, l’operedel quale andauaio giouinettoaddègnare in quel luogo. -
Molti fono Rati i creati,e difcepoli del Bronzino. Ma il primo ( per dire ‘bora degl’Àccademici noRri)è Aleflàndro Allori,ilquafe è Rato amato se* predalfuo maefiro,non comedifcepolo,ma come proprio figliuolo,e fonò Alitiuti,& uiuono infieme con quello Hello amore fra l’uno, e l’altro, che è fra buon padre,e figliuolo.Ha moRrato Alefiandroin molti quadri,eritrac ti,che ha fitto infino a quellafua età di trenta anni,efler degno difcepolo di tanto maeRro,e che cerca con la diligenza,e continuo Rudio di uenjre a ql«
la.piu rara pcrfczzione,chedai begli,Se cleuati ingegni fi difidera.Hadipiti ta,ccondotta tutta di fua manacon molta diligenza là cappella de’ Monta- cuti,nella ChiefadellaNunziataicioèla tauola a olio,eie faccie, eia uoltaa frefeo. Nella tauola è Chrifto in alto,e la Madonna in atto di giudicare, coti molte figure in diuerfèattitudini,ebéfatte,ricrattedalgiudiziodi Michel., tuonar, dintorno a detta tauola due di lòtto, & i. difopra,fono nella mede lima facciata quattro figure glandi in forma di Profeti,ò uero Euangelifti $ E nella uolta fono alcune Sibille,& profeti condotti con molta fatica,& ftu-. dio,Se diligenza,hauendo cerco imitare negli ignudi Michelagnolo.
Nella facciatajche èa man manca, guardando l’altare, è Chrifto fanciullo, che difpu ta nel Tempio in mezzo a Dottori. Ilqual putto in buona attitudi ne moftra arguire a qu i fi ti loro. E i Dottori,& altroché ftanno attentarne tea udirlo,fono tuttiuariati diuolti,d’attitudini,ed’habiti. efraeflì fono ritratti di naturale molti degl’amici di efto Aleflandro,chefòmigliano. Dirimpetto a quefta,nell’altra faccia è Chrifto checacciadel Tempio colo¬ro,che ne faceuano,uendendo,Se comperando,un mercato, & una piazza , con molte cole degne di confiderazioné,e di lode. E fopra quelle due fono alcune ftorie della Madonna,nella uolta figure,e non molto gradi,ma fi bei¬ne aliai acconciamentegraziofe,con alcuni edifizij,epaefi,chcmoftrano nel loro edere lo amore che porta all’arte,el cercare laperfezzione del difegno, & inuenzione. E dirimpetto alla tauola, fu in alto« una ftoria d’Ezechiat quando uide unagran moltitudine d’ofta ripigliare la carna, e riueftitfi le membra. Nellaqualehamoftro queftogiouane quanto egli defideri pofiìs der la notomia del corpo humano,c d’hauerci attefo, e ftudiarla, e nel uero in quefta prima opera d’importanza, ha moftro nelle nozze di sua Altezza con figure di rilieuo,Se ftorie dipinte,&dato gran faggio,Se speranza di fe, & ua continuando,d’hauere a farfi eccellente pittore,hauendo quefta, Seal cun’altreopereminori.comeultimamenrein un quadretto pieno di figurt piccoleaufodi miniochchafàttoperdon Francesco Principe di Fiorenza, che e lodatilfimo,e altri quadri,& ritratti.ha condotto con grande ftudio,ct diligenza per farfi pratico,& acquiftare gran maniera. *
Ha anco moftro buona pratica , e moka deftrezza un1 altro’gioua- ne^pur creato del Brózinonoftro A ccademico,chiamato Giouanmaria' But reti,per quel che fece,oltre a molti quadri,& altre opere minori ,nell’efleq< di Michelagnoloje nella uenuta della detta ferenilììma Reina Giouanna a Fiorenza.
. E flato anco difcepolo,prima del puntormo,c poi del Bronzino Chrifto fano deH’Alriflìmo,pittore,ilqualedopo haucr fatto in fuagiouanezza mol ti quadri a olio, Scalami ritratti,fu mandato dal Signor Duca Cofimo a Co mo a ritrarredal Mufeo di’MÓfignor Giouio molti quadri di pcrfonc illuftri fra unainfinità,che I quel luogo ne raccolfe queU’huomo raro de’tempi no Ari,oltre a mol fiche ha prouifti di piu co la fatica di Giorgio Vafari. il Du-» ca Cofimo che tutti quelli ritratticene fara uno indice nella tauola di que¬llo libro per non occupare in quefto ragionamento troppo luogo, nel che fare fi adopero Chriftofano con molta diligcza,e di maniera in quelli ritrae¬vi che quelli che ha ricauato in fino a hoggi, e chefono in tre fregiature d’n- naguarda- na guardaroba di detto Signor Duca,cóme fi dira aleróne de Tua ornamén-ti,padano il numero di dugento ottanta,fra Pontefici,Imperatori;Re, & al tri Principi,Capitani d’elcrciti,huomini di lettere,& in fomma, per alcuna cagionc,illuftri,efamofi. Epcruerodire habbian grande obligoaqueft# fatica,c diligenza del Giouio,c del Ducarpercioche non fidamente le ftanzo dc’Principi, ma quelle di molti priuati fi uanno adornando de’ritratti,od*r no,o d’altro di detti huomini illuftri, fecondo le patrie, famiglie, & affezio ne di ciafcuno. Chriftofano adunque fermatofi in quefta maniera di pitta re,che è fecondo il genio fuo,o uero inclinazione,ha fatto poco altro i comò quegli,che dee trarre di quefta hot»ore,& utile a baftanza.
Sono ancora creati del Bronzino Stefano Pieri,e Lorenzo dello Sciorina che l’uno,e l’altro hanno nelle efequiedi Michelagnolo,& nelle nozze di fua Altezza adoperatoli,che fono flati conumerati fra 1 noftri Accademici 1
Della medefima fcuola del Puntormo,e Bronzino è anche ufeito Batiftà Naldini,di cui fi è in altro luogo fauellato,iiquale dopo la morte del Pun tor mo,eflendo flato in Roma alcun tempo,& attefo con molto Audio all’arte; ha molto acquiftato,e fi è fatto pratico,e fiero dipitore j come molte cofe né inoltrano,che ha fatto al molto Reucrendo don Vincenzio Borghini,ilqua le fc ne molto lerui to,& ha aiutatolo infieme con Francelco da Poppi, gioì uane di grande fperàza,c noftro Accademico, che fe portato bene nelle noz ze di sua Altezza,& altri fuoi giouani,i quali donVincenzio ua continuarne te elercitandogli,& aiutandogli. Di Batifta fi è feruito già piu di due anni,e ferue ancora il Vafari nell’operedelpalazzo Ducale di Firenzejdoue, perla .concorrenza di molti altri, chenel medefimo luogo lauorauano,ha mólto acquiftato. di maniera, che hoggi è pari a qual fi uoglia altro giouane dell# noftra Accademia. E quello,ch'emolto piace a chi di ciò ha giudizio,fi è che eglièfpedito.efal’operefuelenza ftento. Ha fatto Batifta in una tauolaa olio,che è in una cappella della Badia di Fiorenza de’Monaci neri,un Chrp dio che porta la Croce,nella quale opera lono,emolto buone figure,e tutta uia ha fra mano altre opere, chelofarano conofcereper ualent’huomo . 1 Ma no è a muno de’lopradettHferiore,p ingegno,uir tu,e mento Mafo Max zuoli,detto Malo da san Friano,giouanedi circa trenta,ojz. anni, ilqualc hebbeilui primi principij da Pierfranccfco di Iacopo di Sandro noftro Ac¬cademico,di cui fi è in altro luogo fauellato. Coftui dico,oltre all’hauere moftro quanto fa,& quanto fi può di lui sperare,in molti quadri, e pitture minori,l’ha finalmente moftratoin due tauole,con molto fuo honore,e pi# na lòdisfazionc dell’uniuerfale,hauendoin effe moftrato inuenzione, dile¬gno,maniera,grazia,& unione nel colorito. Delle quali tauole in una,che c nella Chicfa di san to Apoftolo di Firenze,è la natiuita di Gielu Chrifto ; ■ E nell’altra polla nella Chiefa di san Piero maggiore cheè bella quanto piu non l’harebbe potuta fare un ben pratico,e uecchio maeftro,e la vili tazione di Noftra Donna,e santa Lilabetta ; fatta con molte belle confiderazioni fc giudizio. Onde le tefte,i panni,l’attitudini,icafamenti,& ogni altra colà è pienadi uaghezza,e di grazia. Coftui ncll’efequiedel Buonarruoto,come Accademico,&amoreuolescpoi nelle nozze della Reina Giouanna in al¬cune ftorie fi porto bene oltre modo. • •
Hora perche non folo nella uita di Ridolfo Ghirlandalo li è ragionato di Michele fuo difcepolo,e di Carlo da Loro,ma anco in altri luoghijqui non diro altro di,loro ancor che fieno de’noftri Accademici,eflendofenedettoa baftanza. .• . ’ ‘ .
Già non tacerò che fono fimilmente flati difcepoli,e creati del Ghirlandaio?» Andrea del Minga ancor eflo de noftri Accademici,che ha fatto,&fa molte opere; & Girolamo di Francefco Crucififlaio giouane di 26. anni, e Mirabel' lodiSalincornopittori,iqualrhanno fatto;e fanno coli fatte operedi pitta fa a olio,in frefco,e ritratti che fi può di loro fperàre honoratifsima riufcita» Quelli due fecero in fiemc.gia fono parecchi anni,alcune pitture a frefco nel la Chiefade’Scapuccinifuordi-Fiorenza,chefonoràgioneuoli. E nelPefe- quiedi Michelagnolo,e nozze fopradette fi fecero anch’effi molto honorem Ha Mirabello fatto molti ritratti, ^particolarmente quello dell’ llluftrifsi- mo Prencipe piu d’uhauolta,e mólti altri,che fono in mano di diuerfi gen- til’huomini Fiorentini. ’Ha ancomolto honorato lanoflra Accademia^ è fe fteflo Federigo dfLamberto Daflerdam Fiammingo,genero del padoano Cartaro,nelle dette efequie,enéll’apparato delle nozze del Prencipe. & ol¬tre ciò ha moflro in molti quadri di pitture a olio grandiose piccoli, óc altre opere,che ha fatto buona maniera,Se buon difeghoie giudizio. E fe ha me ritato lode in fin qui,piu ne meriterà per l’auenire,adopeardofi egli có mol¬to acquiflo con tinuamentein Fiorenza,laquale par chefthabbia eletta per patria,edoue è a i giouani di mólto giouamento; la.concorrenza, e l’emula¬zione.
Si c anco fatto conofcere di bello ingegno, & uniuerfalmcnte * copiofo di buoni capricci Bernardo Timan te Buonacorft.ilqualehebbeTièlla fua fan¬ciullezza i primi principi) della pittura dal Vafari. poi continuando ha tan - toacquiflatojchehagiaferuito molti anni,eferueconTnolto fauorel’illuft. Signor don Francefco Medici Principe di Firenze. Ilqualel’hafatto,efa co tinuamentelauorare.ondeha condotto per sua'Eccellenza molteoperemi niate,fecondo il modo di don Giulio Clouioicome fono molti ritratti, e fio rie di figure piccole,condotte con molta diligenza. •
11 medefimo ha fatto có bell’architettura ordinatagli dal detto Prencipe vno iludiolo con partimen ti d’Ebano^Sc colonne di Elitropie, e Diafpri orienta¬li,e di Lapis lazzari,chèhannóbàfe,e capitelli d’argento intagliati , Seoltre ciò ha l’ordine di quel lauoro,per tutto ripieno di gioie, & uàghiflìmi orna menti d’argen to, con' bélièftgurette. Dentro ai quali ornamenti uannomi niature,&fra termini accoppiati,figure tonde d’argento,e d’oro, tramezza te da altripartimenridiAgate,Diàfpri,Elitropie, Sardoni,Corninole,Se al- trepietrefiniflime.cheiltunoquiraccontare farebbe lunghiflìma fioria. Baila che in queflaopera,laquàleè predo al fine,ha móflracoBernardo bellif flìmo ingegno,Se atto a tutte le cofe. " _
Seruendófene quel Signore a molté fue ingegnofe fan rafie di tirati per peli d’argani,Se di linee,oltra che a con facilità trouato il modo di fondere il Cri Hallo di montagna,Se purificarlo'Se fattone hiftorie,Sevafi di piu colori che a.tutto Bernardo fintermette. come ancora fi uedra nel condurre in poco tempo vali di porcellana,che hanno tuttala perfezzione che piu antichi ,Se perfetti,che di quello n'èhoggi maeftro eccellenti (fimo Giulioda Vrbino quale fi troua appreffo allo Uluftriffimo Duca Alfonfo fecondo di Ferrara , che facofeftupendedi uafidi terre di piu forte,Se a quegli di porcellana da garbi belliffìmi oltre al condurre della medefima terra duri.Se con pulimen to ftraordinarioquadrini,& ottangoli,& tondi per far pauimenti contrafat ti che paiono pietre mifchie,che di tu tte quelle cofe ha il modo il Principe noftro da farne. Ha darò sua Eccellenzia principio ancora a fare un’tauo lino di gioie con riccho ornamento per accompagnarne un’altro del Du« caCofimo suo padre, fini non è molto col difegno del Vafaricheècofa ra¬ra commeflo tutto nello Alabaftro orientale che ne pezzi grandi di Diafpri, Se Chiropie,Corgnole,Lapis,Se A gae co al tre pietre,Se gioie di pregio che vagliono venti mila feudi,quefto tauolino è fiato condotto da Bernardino di Porfirio da Leccio del contado di Fiorenza,ilquale è eccellente.in quefto. checondufiea Meftèr Bindo Altouiti parimentedi Diafprinn’ottangoloco meflì nell’Ebano,& Auorio coldifegnodelmedefimo Vafari, ilquale Ber= bardino è hoggi al feruigio di loro eccellenzie. & per tornare a Bernardo di cochenella pittura il medefimo moftrò altrefi,Tuori.dell’afpettazioze di moltijchefanon meno faredefigure grandi,chele piccole,quando fece quel la gran tela,di cui fi è ragionato,nell’efiequie di Michelagnolo. fu anco ado perato Bernardo con fuo molto honore nelle nozze del fuo, e noftro Prenci pe,tn alcune mafcherate;nel Trionfo de’Sogni,come fi dirà : negl’ interme¬di) della commedia,che fu recitata in palazzo,come da altri è fiato racconta¬to diftefamente. E fehauefle coftui,quando era giouinetto (fe bene no paf fa anco trenta annijattefo agli ftudij dell’arte,fi comeattefeal modo di forti ficare,in che fpefe aflai tempo,eglifarebbe hoggi, per auentura a tal grado d’eccell. che altri ne ftupirebbe,tuttauia ficredehabbiaaconfeguirep ogni modo il medefimo fine,fe bene alquanto piu tardi : perciocheè tutto inge¬gno,e uirtu. A che fi aggiugne federe fempreefercitato, Se adoperato dal fuo Signore,&in cofehonoratiiììme .
E anco noftro Accademico GiouannidelIaStrada'FiammIgo, ilquaIeha buon difegno,boniflìmi capricci,molta inuenzione, e buon modo di colori re. Et hauendo molto acquiftato in dieci anni, che ha lauoraro in palazzo a tempera,a frefeo Se a olio,con ordine5e difegni di Giorgio Vafari,puo Ila¬re a paragone di quanti pittori ha al fuo feruizio il detto Signor Duca.
Ma hoggi la principal cura di coftui fi èlare cartoni per diuerfi panni d’araz zo,chefa farepur con l’ordine del Vafari il'Duca,Se il Principe di diuerfefor te, fecondo le florieche hanno in alto di pittura le camere » eftanze dipinte dal Vafari in palazzo,per ornamento delle quali fi fanno,accio corrifponda il parato da ballo d’arazzi con le pitture difopra. per leftanze di Saturno, d’Opi,di Cerere,di Gioue,e d’Hercole ha facto uaghiffimi cartoni per circa trenta pezzi d’arazzi. E per le ftanze difopra,doue hàbita la Principefta,che fono quattro dedicate alla uirtu delle donne,coniftoriedi Romane, Ebree, Greche,e Tofcane,cioè le Sabine,Efter,Penelope,e GUàldrada, ha fatto fimjl mente cartoni per panni bèl liffìmi. e fimilmenteper'dieci panni d un faloc to,ne i quali è la aita dell’huomo. &Ul limile haTat.tQ.per le cinque ftanze di fotto,doue habicail Principe,de<U.qài-e,a Dauic>SàÌamone,Ciro,Se<aljtr.i.
E per venti llanzedel palazzo del Poggio a Caiano, che fc ne fantioi panni giornalmentesha fatto con l’inuenzione del Duca ne canoni le cacete, che fi fanno di tutti gl’animali, & i modi d’uccellare, epefeare, con le piu ftra-. ne,c belle inuenzioni del mondo. Nelle quali uarietà d’animali,d’ucelli,di pefci,di paefi,e di vefliri,con cacciatori a piedi,& a cauallo,& uecellatori in diuerfi abiti,& pesatori ignudi, ha moftrato, e moftra di edere ueramente valent’huomo.cd’hauer beneapprefo la maniera Italiana con penfierojdi uniere,e morire a Fiorenza in feruigio de’ fuoi Illuftriflìmi Signori,in com¬pagnia del Vafari,e degl’altri Accademici.
E nella medcfima maniera creato del Vafari, Se Accademico Iacopo di maeftro PieroZucchaFiorentinogiouanedi uenticinque,o ucntifeianni, ilquale,hauendo aiutato al Valari fare la maggior parte delle colè di palaz¬zo^ in particolare il palco della fala maggiore,ha tanto acquiftato nel dife- gno,e nella pratica de’colori,con molta fua fatica,ftudio, Se aflìduita, che fi può hoggi annouerarefrai primi giouani pittori della noftra Accademia.
E l’opere che ha fatto da fe fido nell’edequie di Michelagnolo »nelle nozze dell’llluftriflìmo Signor Pnncipe,Se altre a diuerfi amici fuoijnelle quali ha moflro intelligenza,fierezza,diligenza;grazia,e buon giudizio,l’hanno fat« ro conofcerc per giouane uirtuofo,e valente dipintore,ma piu lo faranno ql Je,chedalui fi podonofperarenell’auenire, con tanto honorc della fu a pa¬tria, quanto gli habbia fatto in alcun tempoaltro pittore.
parimente fra gl’altri giouani pir.dell’ Accademia,fi può direingegnofo,e valente Santi Tidi,ilquale,come in altri luoghi se detto, dopo efierfi moki anni cicrcitato in Roma,è tornato finalmente a goderfi Fiorenza, laquale ha per fua patria,fe bene i fuoi maggiori fono dal Borgo san Sepolcro, & in ql- la città d’affai horreuole famiglia. Coftui neH’,eflequie del Buonarruoto» e nelle dette nozze della sereniflìma Principefla,fi portò certo nelle cofe,che, dipinfe bene affatto: ma maggiormente j Se con molta, & incredibile fatica nelle Morie che dipinfe nel Teatro,che fece per le medefimenozze,all’Illuft. Signor Paol Giordano Orfiuo,Duca di Bracciano in Culla piazza di san Lo¬renzo. nelquale dipinfe di chiaro feuro in piu pezzi di tele grandiffime, ifto riede’fattidi piu huomini illuftri di cafa Orfina . Maqllo,che uaglia fi può meglio uederein due tauolc,che fono fuori di fua mano. vna delle quali, e in Ogni Santi,o uero san Salu adoredi Firenzefche cofi è chiamato hoggi). già Chiefade’Padri Humiliati, Se hoggi de’Zoccholanti,nellaqualeèlaMa donna in alto,Se a ballo san Giouanm,san Girolamo,Scaltri santi. E nell'al tra,che è in sanGiufeppo dietro a santa Croce,alla cappella de’Guardi,è .vna natiuità del Signore fatta con molta diligenzia , Se con molti ritrattici naturale, senza molti quadri di Madonne,Se altri ritratti,che ha fatto in Ro ma,Se in Fiorenza,e pitture lauoratc in Vaticano,comes’è detto difopra.so no anco della medefìma Accademia alcun’ altri giouani pittori, che fi fono adoperati negl’apparati fopradetti,parte Fiorentini,e parte dello flato. Aleflandrodel Barbiere Fiorentiuo,giouancdi Z5.anni,oltreamolte altre cofe, dipinfe in palazzo per le dette nozze co difegni,Se ordine del Vafari, le tele delle facciate della fala gràdc,doue fono ri tratte le piazze di tutte le città del Dominio dei S, Duca, nelle quali fi portò certo molto, bene, e moftroffi
giouaor/gìouanegiudiziofb,edaspareogniriulcita. Hànofimilmenteaiutato’al Va lari in qfte,& altre ope molti altri fuoi creati,& amici. Domen ico Béci, Ale! sadro Fortori d’A rezzo,Stefano Veltroni fuo cugino,& Horazio Porta ante due dal Montesan Sauino,Tornalo del Verrocchio. Nella medefima Acca demia fono anco molti eccell.'artefici foreftieri de’quali fi è parlato a luugo dilopra in piu luoghi. E pò ballerà che qui fi Tappino i nomi, accio fiano fra gi’altri Accademici in qfla parte annouerati.SonoduqueFederigo Zucche ro,Profpero Fótana,e Lorézo Sabatini Bologne!!,Marco da Faenza,Tiziano Vccello, Paulo Veronefe, Giuleppo Saluiati, il Tin foretto, A lei!andrò Vetro ria,il Dande fcuhori,Batifta Farinato Veronefe pittori, & Andrea Palladio: architetto. Hora p dire fimilméte alcuna cofa degli-seni. accademici, e del-. Pope loro,nelle quali no itédo molto volere allargarmi, pefler’eflìuiui, e pio piu di chiariflì. fama,e nomea. Dico cheBenuenutoCellini Cittadino Fior., (p cominciarmi da i piu vecchi,e piu honorati)hoggi scultore,quàdo attefe all’Orefice in luagiouanezza,non hebbepari,nehaueuaforlein molti anni, j qlla profeflìone je in fare belliflì. figure di tódo,e ballo rilieuo,e tutte altre opere di quel melliero. legògioie,& adornò di Cartoni marauigliofi, con fi gurine tanto ben fatte,& alcuna uol ta tan to bizzarre,e capricciofe,che non fi priore piu,ne meglio imaginare. Le medaglie ancoraché in fua giouen- tu fece d’oro, e d’argento,furono condotte con incredibile diligenza, nell polTono tato lodare,che barti.fecein Roma a Papa Cleméte fettimo un bota tonedà Piuiale belliflì. accomodadoui ottimaméte una punta di diamàte in. tornata daalcuni putti fatti di piaftra d’oro;& un Dio Padre mirabilméte la- «orato, ondeoltreal pagaméto hebbein dono da ql Papa l’ufiziod’vna max. za. Eflédogli poi dal medefimo Pótefice dato a fare vn Calice d’oro,la coppa del qualedouea efler retta da figure rappreseteli le uirtu Theologiche, lo co. dufle aflàniicino alfine,co artifizio raarauigliofilfimo.Ne medefimi tépi no fu chi fàcefle meglio,fra molti cheli prouarono,le medaglie di qlPp. diluii come bésano coloro,che le uidero,&n’hano.E pche hebbe p qfte cagioni cu radi fare i conij della Zeccha di Roma nò fono mai Hate uedute piu belle mo: netedi qllo cheallora furono ftapatein Roma. E p ciò dopo la mortediCIe: méte,tornato Beuéuto a Firéze,fece fimilmete i conij co la tefta del Duca Alef sadro p le monete p la Zeccha di Firéze cofi belli,& co tata diligéza,che alcu ne di efle fi ferbano hoggicome belbfs.medaglie an ciche,e meritamele,peio che i qfteuinfefe ftefla.Datofi finalméte Béuenuro alla scultura,&al faredi. getto,feceaFracia molte cofedi brózo,d’argéto,& d’oro, métre flette alfer- iiizio del Re Frac, in ql regno. Tornato poi alla patria, e ineflofi al seruizio del DucaCofimo,fiiprimaadopatoin alcunecofedaOrefice, &in ultimo datogli a fare alcune cofe di sculturatonde códufle di merallo la ftatua di Per feo,che ha tagliatala tefta a Medufa,laqualeè in piazza del Duca uicina alla porta del palazzo del Duca,fopra una bafa di marmo co alcune figure di bró zo bellifs. alte circa vn brac. & un terzo l’una.laquale tutta opafurondotta ueraméte có quitto ftudio,e diligéza fipuo maggiore apfezzione,e porta in detto luogo degnamele a paragone della ludi t di mano di Donato, cofi fa« <nofo,e.celebraxo scultore. E certo fu marauiglia,cheeflendofi Benueu.uto efèrcitato tati a.nni infanfigure piccole, ei códufle poi cótica eccell. unarta- dtua.cofi grande.
11 medefimohafattounCrucifitfodi marmo tutto tondo, egrande quinta il uiuo. che per limile è la piu rara,e bella scultura,che fi polla uedefe ■.
Onde lo tiene il Sign. Duca,come cofa a fc cariffima,nel palazzo de’Pitti, p collocarlo alia cappella,o uero Chiefecta,che fa in detto luogo. laqual Chic fetta non poteua a quelli tempi hauere altra cofa piu di fe degna,e di fi gran Prencipe. Einfommanon fi può quell’opera tanto lodare,che balli. Hora,fe bene potrei molto piu allargarmi nell’opere di Benuenuto, ilqualo è flato in tutte le fuecofe animoso, fiero, uiuace,prontiflìmo,e terribilis- fimo,eperfonache hafaputopur troppo dire il fatto fuo coni Principi, notv meno che le mani,e l’ingegno adoperare nelle cofedeiraEtijnon.nediro.qiii altro:attefo,che egli Hello ha fcritto la uita,e l’opere àie, & un trattato del- loreficeria,& del fondere,&gqttar drmetallocon altre cofe attenenti a tali arti,& della fcultura con molto piu eloquenza,& ordine,che io qui,p auen tura non faprei fare. E pero quanto a lui,balli quello breue fommario del le fue piu rare opere principali.
Francefcodi Giuliano da san Gallo fcuhore,architetto,& Accademico,di età hoggi di settanta anni,ha condotto.come fi è detto nella uita di fuo pa-- dre,& altroue,molte opere di sculturale tre figure di marmo alquàto mag¬gior del uiuo,che fono lopra l’altare della Chiela d’Or san Michele,sita An na,la Vergine,e Chriflo fanciullo,che fono molto lodate figure. Alcun’al¬tre llatue,pur di marmo,alla fepoltura di Piero de’Medicia monte Calino, la fepoltura,che è nella Nunziata del Vefcouo de’Marzi, e quella di Monfi- gnor Giouiojfcrittoredelle lloriede’fuoi tempi. Similmente tfarchitettu¬ra ha fatto il medefimo,& in Fiorenza,&altroue,molte belle,e buon’opere^ òc ha meritato,per lefue buone qualità,di eller fempre flato.come loro crea.- tura,fauori to della cafa de’Medici,per la feruitu di Giuliano fuo padre.onde il Duca Cofimo,dopo la morte di Baccio d’Agnolo, gli diede il luogo, che. colui haueua d’architettore del Duomo di Firenze.
Dell’Amannato,che è anch’egli fra 1 primi de’nollri Accademici,efiendo fi detto aballaza nella defcrizione dell’opere di Iacopo Sanlouino,non fa bi fogno parlarne qui altrimenti.
Dirò bene che fono fuoicreati,& Accademici Andrea Talamech da Car rara,scultore molto pracico,che ha fotco elfo Amannato condotto molte fi« gure,& ilqualedopola morte di Martino fopradetto è fiato chiamato a Mes fina nel luogo,che la tenne già fra Giouan’Agnolo,nel qual luoho se morto. E BariIta di Benedetto,giouane che ha dato faggio di douere,comefara,riu fcire eccellente,hauendo già moltro in molte opere,che non èmeno del dee to A ndrea,ne di qual fi uogl’altro de’giouani scultori Accademici,di bell’in gegno, e giudizio.
Vincenzio de’Roflì da Fiefole,scultore anch’egli architetto, & Accade¬mico Fiorentino,edegno chein quello luogo filaccia di lui alcuna memo¬ria,oltre quello,che fe n’è detto nella uita di Baccio Badinelli, di cui fu difee polo . Poidunque,chefifu partito da lui,diede gran faggio di fe in Roma, an co rche fufle aliai giouane,nella ftatua che fece nella Ritonda d’un s.Giu- feppocon Chrillo fanciullo di dieci anni, ambidue figure fatte con buon» pr a tica,e bella maniera .
fece poi nella Chiefadi santa Maria della Pace due fcpolture,conifimula- cri di coloro,che ui fon dentro,fopra le calle, e di fuori nella facciata alcuni Profeti di marmo di mezzo rilicno,e grandi quanto il uiuo,che gl’acquifta- rono nome di eccell. scultore, ondegli fu poi allogata dal popolo Romano la ftatua che fece di Papa Paulo quarto,che fu porta in Campidogliodaqualc condurteottimamente. Ma hebbequell’opera poco uita,percioche, morto quel Papa,fu rou inata,e gettata per terra dalla plebaccia, che hoggi quegli ffeflìper(eguitafieramente,chehieri haueua porti in Cielo. Fece Vincen¬zio dopo la detta figura in uno fterto marmo,due ftatue, poco maggiori del uiuo,cioèvnTefeo Re d’A tene,che ha rapito Helena,efela tiene in braccio inattodiconofcerla,conuna troia lotto i piedi. Delle quali figure none poflìbile farne altre con piu diligenza, ftudio,fatica,e grazia. perche andan¬do il Duca Cofimo de’Medici a Roma,& andando a uedere non meno leco fe moderne, degne d’eflereuedu te, che l’antiche,uide,mortrandogliene Vin cenzio le dette ftatue,eie lodò fommamen te,come meritauano. onde Vin- cézio, che è gétile le donò cortefemente,& infieme gl’offerfe in quello potei fel’operafua . Masua Eccellenza hauendole cóndotteindi a non moltoa Firenze nel fuo palazzo de’Pitti,glie l’ha pagate buon pregio. Ethauendo feco menato elio Vincenzio,gli diede non molto dopo a fare di marmo in fi gure maggiori del uiuo,e tutte tonde,le fatiched’Hercole.nellequali va fpc dendo il tempo,e già n’ha condotte a fine,quado egli uccide Caccho,& qua do combatte con il Centauro, laquale tuttaopera,comeèdifuggettoalttis- fima,e.faticofa,cofi fi (pera debba effere per artificio,&eccellente opera; erte do Vincenzio di belliflìmo ingegno,di molto giudizio,& in tutte Iefue cole .d’importanza,molto confiderato. • -
Ne tacerò,che fotto la coftui difciplina attende con fua molta lode alla fedi tura.
IllarioneRufpoli,gicuane,eCittadin Fiorentino, ilquale non meno degli al tri fuoi pari Accademici, ha moftro di fapere,&hauerdifegno, e buona pra .fica in fare ftatue,quando infieme con gl’alrri n’ha hauuto occafione nell’éf feqùie di Michelagnolo,e nell’apparato delle nozze fopradette.
Francefco Camilliani,fruitore Fiorentino,&: Accademico, ilquale fu di¬scepolo di Baccio Bandinella dopo hauerdatoin molte cofe faggio di erterc : buono fruitore,ha confumato quindici anni negl’ornamenti delle fonti dò ue ne una ftupendiftìma,che ha fatto fare il Signor don Luigi di Tóìfedo al fuo giardino di Fiorenza, i quali ornamenti intorno a ciò fono diuèrfe (fà¬tue d’huomini,e d’animali in diuerfe maniere,{ma tutti ricchi, e ueramén te • reali,efattì fenza rifparmio di fpefa. ma infra l’altre ftatue,che ha fatto Frati cefco in quel luogo,due maggiori del uiuo,cherapprefentano Arno, e Mu ugnane fiumi,fono di fomma bellezza, e particolarmente il Mugnone, che può ftàre al paragone di qual fi uoglia (fatua di maeftro eccellete. in fomma ì tutta l’architettura,&ornamenti di quel giardino, fono opera di Francefco ilquale l’ha fatto per ricchezza di diuerfe uarie,fontane, fi fatto, che non ha . pari ih Fiorenza,ue forfè in Italia. E ia fonte principale,che fi ila tuttauia có- ducendo afine,fara la piu riccha,& fontuofa,che fi porta in alcun luogo ue« - dere. per tutti quelli ornamenti,che piu ricchi, e maggiori poflono imagt-
narfi,e.pergràcopiad’acqùe,chcui faranno abbondantiflìnied’ogni tépo»
E anco Accademico,e molto in grazia de’noftri Principi, per le (ne uiriu , Giouan Bologna da Douay,fruitore Fiamingo, giouane neramente rariffi- mo. Ilqualeha condotto con bellillìmiornamenti di metallo la fonte, che nuouamente fi è .fatta in fullapiazzadi fan Perronio di Bologna, dinanzi al palazzo dc’Signori. nella quale fono,oltre gl’altri ornamenti, quattro Sere* lieinfu canti belliffimeicon uarij putti attorno,e maichere bizarre, & ftra- ordinaric.Ma quello,che piu importala condotto fopra,e nel mezzo di dee ra fonte un Nettunno di braccia fesche è un belliifimo getto, e figura ftudia ta,e condotta perfettamente. Il medefimo,per non direhora quante opere ha fatto di terra cruda,e cotta, di cera , e d’altre mifture ; ha fatto di marmo vnabellifilma Venere,e quafi condotto a fine al Signor prencipeun Santo-ne,grandequantoil uiuo,ilqualecombattea piedi con due Filiftei. E di bró LO ha fatto la ftatua d’un Baccho,maggior del niuo,e tutta tonda-,& vn Mer curio in atto di uolare,moboingegnofo,reggendofi tutto fopra vna gamba & in punta di pie,che èftata mandata all’Imperatore Malfimiliano, come co fa,checertoè rariflìma. Mafein fin qui ha fatto molte opere,e belle; nefara .molto piu per l’auenire,ebelliflìme,hauendolo ultimamente fatto il Signor Prencipe accomodare di ftanze inpalazzo, edatoli a fare una ftatua di brac.j d’una Vittoria con vn prigione che ua nella sala grande dirimpetto a vn’al- rradi mano dimichelagnolo. faraper quei Principe operegrandi,ed’impor tanza,nelle quali haueralargo campo di moftrare la fua molta uirtu.
Hanno di mano di coftui molte opere,e beUtAImi modelli di cole diuerfeM. Bernardo Vecchietti,gentiPhuomoJFiotentino,&maeftro Bernardo di mo na Matrea muratore Ducale che ha condotto tutte lefabriche difègnate dal Vafaricógraecc. Ma non meno di coftui,efuoi amici,ed’altri scultori Acca demici è giouane veramente raro,c di bello ingegno, V incenzio Danti Perù gino,ilquale fi ha eletto fiotto la protezzione del Duca Cofimo, Fiorenza per patria. Attefe coftui eflendo giouinetto,all’Orefice,e fece in quella profes- fion e cofe da non credere . E poi datoli a fare di getto, gli baftò l’animo, di uenti anni,gettare dibrózo la ftatua di Papa Giulio terzo alta quattro brac¬cia,che fedendo da la benedizione, laquale ftatua /che è ragioneuoliflìma è hoggi in falla piazza di Perugia. Venuto poi a Fiorenza al seruizio del Sig. Duca Cofimo,fece un modello di cera belliftìmo maggior del uiuo,d’vn Her cole,che faicoppiare A nteo,per farne vna figura di bronzo,da douere eflere pofta fopra la fòte principale del giardino di Cartello,uilla del detto Signor Duca, ma fatta la forma addoflo al detto modello,nel uolere gettarla di bró 20 non uenne fatta,ancora che duo uoltefi rimeteflì,o per mala fortuna, o p che il metallo fufle abruciato,o altra cagione .
Yoltoffi dunquepcrnon fottoporrc le faticheal uolere della fortuna,alauo rare di marmo,coodufle in poco tempo diunpezzofolo di marmo duefigu re,cioè l’Honore,che ha lotto l’Inganno,con tanta diligenza, che parue no hauefle mai fatto altro,chemancggiareiscarpelli,&il mazzuolo.
Onde alla teftadi quell’Honore,che è bella,feceicapegli ricettati to ben tra forati,chepaiononaturali,eproprij moftrando,oltre ciò,di benillìmo inté- deregl’ignudi. Jaqualeftatua.èhoggi nel cortile della cafa del Signore Sfòrza Almicri, nella uia dc’Serui. A Ficfolc,perlo medefimo Signore Sforza, fece molti ornamenti in un fuo giardino,òc intorno a certe fontane.
Dopo conditile al Signor Duca alcuni balli rilieui di marmo, e di bronzo , chefurono tenuti belliflimi,per edere egli in quella maniera di (culture,per auentura non inferioreaqualunche altro. Appiedo gettò, purdi bronzo# la grata della nuoua cappella fatta in palazzo nelle danze nuoue, dipinte da Giorgio Vafari,&con ella un quadro di molte figure di bado rilieuo,che fer ra un'armario,doue danno fentture d’importanza del Duca. Et un’altro quadro alto un braccio,e mezzo,e largo due,e mezzojdentroui Moife,che p guarire il popolo Hebreodal morfo delle serpi,ne pone vnafopraillegno. lequali tutte cofe fono appiedo detto Signor’,di ordine del quale fece la por ta della fagrediadella Pieuedi Prato,cfopraeda una cada di marmo có una Nodra Donnaalta trebraccia,e mezzo,col figliuolo ignudo appredo, educ puttini,che mettono in mezzo la teda di bado rilieuo di Mefler Carlo de’Mc dici,figliuolo naturale di’Cofimo vecchio,e già propodo di Prato. le cui os» fa,dopo etter date lungo tempo in un depofito di mattoni, ha fatto porre il Duca Cofimo in detta catta,& honoratolo di quel fepolcro. Ben è uero,chc la detta Madonna,& il badò rilieuo di detta teda,che è belliflìma,hauendo cattino lume,non modrano a gran pezzo quel che fono . llmedefimo Vin cenzio ha poi fatto per ornarne la labrica de’Magidrati allaZeccha nella te¬ttata fopra la loggia che è lui fiume d’Arno un’arme del Duca, meda in mez zo da due figure nude,maggiori del uiuo,l’ùna fatta per l’Equità, e l’altra p lo Rigore, & d’hora in hora afpetta il marmo,per fare la darua di edo Signo re Duca,maggiore aliai del uiuo,di cui ha tatto un modello, laquale ua po- tta a ledere lopra detta arme,per compimento di quell’opera, laquale fi do- uerra murare di corto infieme col redo della facciata che tuttauia ordina il Vafati, cheè architetto di quellafabrica. Ha hanco fra mano, e condot¬ta a bonifiimo termine vna Madonnadi marmo maggiore del uiuo,ruta,et col figliuolo Gielu di tre mefi i braccio,che fara cofa belliflìma. Lequali ope re lauora infieme con altre,nel Monaderio degl’A ngeli di Firenze, doue fi da quietamente in compagnia di que’ Monaci fuoi amicifsimi nelle danze, chegia quiui tenne Metter Benedetto Varchi,di cui fa etto Vincenzio un ri tratto di balio rilieuo,che farabellittìmo. Ha Vincenzio un fuo fratello nel l’ordine de’frati Predicatori,chiamato frate Hignazio Dati, quale,e nelle co le di Cofmografia eccellentiflìmo,&: di raro ingegno,e rato che il Duca Co- fimo de’Medici gli fa condurre un’opera,che di quella profefiione non è da to mai per tempo neduno fatta, ne la maggiore,ne la piu perfetta, & quedo e che fuaEccelicnzia con l’ordine del Vafari fui fecondo piano delle dan¬ze delluo palazzo Ducale,ha di nuouo murato apoda,& aggiunto alla guar daroba una fala affai grande,&iniorno a quella ha accomodata di armari al ti braccia fette con ricchi intagli di legnami di noce, perriporuidétrolepiu importanti cofe,& di pregio,òc di bellezza che babbi sua Eccellenzia, que¬lli ha nelle porte di detti armari fpartito dentro agl’ornamenti di quegli 57.
quadri d’altezza di braccia duein circa,e larghi a proporzione,dentro a qua li fono con grandittima diligenzia fatte in fui legname a ufo di mimj dipin- teaolio le tauole di Tolomeo raifurate perfettamente tutte, & ricorrette fecondò gli autori nuoui,econ lécàrte"giu(le delle natìigazioni,con fornmà2 diligen tia fatte le fcale loro da mifuraré, &:igradi dóùé 'fono in quelle, & • nomi antichi,&moderni.& la fuàdiùifiorie dì quelli quadri ; Ila in quello modo: All’entrata principale di detta fida fono negli sgùanci,&groffezza de gli armarini in quattro quadri quattri) mezze pallèin pròfpettiua.'nelledue da baffo fon l’umuerfale della terra,&nelle dua difopra l’uniutrlaledel Cie lo,con le lue imagini,e figure celefli. poi come s’entra dentro a man ritta, è tutta l’Europain 14, tauole.e quadri,una dreto all’altra fino al mezzo della facciata che è a fommo dirimpetto alla pòrta pricipale,nel qual mezzo s’è po ftol’Oriolo con le ruote, & con le spere de pianeti che giornalmente fan#, no entrando i lor moti. Queft’è quel tanto famofo,& nominato Orio¬lo, fatto da Lorenzo della Volpaia Fiorentino.difopra a quelle rauole è l’Af¬frica in undici tauole,fino aderto Oriolo: feguita poi di la dal detto Oriolo l’Afia nell’ordineda baffo, Secamina'parimentein 14 tauolefino alla por, ta principale. Sopra quelle tauole dell’Afìa in altre 14. tauole, leguitano le Jndie Occidentali cominciando come le'altredall’Oriolo, & feguitandofi- no alla detta porta principale in tutto tauole 57. è poi ordinato nel bafamé to da baffo in altretanti quadri attorno a torno,che ui faranno a dirittura a piombo di dette tauole tutte l’erbe,& tutti gli animali ritratti di naturale fe condo la qualità che producano que paefi .fopra la cornice di detti armari, che la fine,ui uafopra alcuni rifalli,che diuidono detti quadri che ui fi porrà no alcune tefte antiche di marmo di quegli Imperatori,& principi che l’an¬no poffedute che fonò in eflere,& nelle faccie piane fino alla cornice del pai • co quale tutto di legname intagliato,& in dodici gran quadri dipinto p cia- fciino quattro inmagini Celelli,che lara 48. & grandi poco men del uiuo co le loro ftelle:fonofotto(comehodetto)in dette faccie trecento ritratti natu rali di perfonefegnalateda 500. anni in qua o piu dipinte in quadri a olio (come lene fata nota nella tauola de ritratti,per non far’hora fi lunga ftoria con i nomi loro)tutti duna grandezza,& con un medefimo ornamento in¬tagliato di legno di noce cola rariflìma. nelli dua quadri di me?zo del palco larghi braccia quattro l’uno ,doue fono le immagini Celefti,e quali con faci liiafiapronofenzauederdouefinafcondanoin un luogo a ufo di Cielo fa¬ranno ripolle duegran palle alte ciafcuna braccia tre,e mezzo nell’una delle quali andera tuttala terra dillintamenté,&quella fi calerà con un arganet¬to chenon fi uedrafino a baffo,epofera in un piedebilicatopheferma fi ue dra ribattere tu tre le tauole che fono a torno ne quadri degli armari, & hara no un contralegno nella pallada poterle ritrouar facilmente. Nell’altra pai la faranno le48.immagini Celefli accomodatein modochecon ella faran¬no tutteleoperationi dello Allrolabioperfettifiìmaméte,quello capriccio, & inuenzioneènata dal Duca Cofimo per mettere ìnfieme una uolta que fte cofe del Cielo,& della terra giuftiffime,& fenza errori,Se da poterle mi¬furare,& uedere,&apart'e,& tutte infieme come piacerla chili diletta, Se ftudia quella bellilfima profelhone,del che me parfo debito mio come cofa degnadieffér nominata farneìn queffoluogo per la uirtudi frate Hignatio memoria,& per la grandezza di quello Principe che ci fa degni di godere fi honoratefatiche,efifappiaper tutto il mondo.
Et tornando agl’huomini della noftra Accademia dico ancora che nella ui- ta delTribolo fi lì a parlato d’Antonio di Gino Lorenzi da Settignano scul¬tore,dico qui con piu ordine,come in fuo luogo,che egli conduffe fono es- Io Tribolo fuo maeftroja detta ftatua d Efculapio, che è a Cartello, e quat- rro putti chefono nellafontemaggioredi detto luogo, e poi ha fatto alcu¬ne tefte,& ornamenti,che fono dintorno al nuouo uiuaio di Cartello,che è lafsùalro in mezzo a diuerfe forti d’arbori di perpetua uerzura. Et ultima-; mente ha fatto nel belliffìmo giardino delle ftalleuicino a san Marco, bellis. fimi ornamenti a una fontana ifolata,có molti animali acquatici fatti di mar mo,edi mifchi belliftìmi. Et in Pifa condufiegiacon ordine del Tribolo fo pradettolafepoltur3 del Corte Filofofo,e Medico eccellétiifimo con lafua ftatua,e due putti di marmo belliflìmi. Et oltre a quelle, ua tuttauia nuoue opere facendo perii Duca di animali di mifchi,&uccelli per fonti,lanori difi cilifsimi,che lo fanno degnifsimo di edere nel numero di quefti altri Acca¬demici . parimente un fratello di coftui,detto Stoldo di Gino Lorenzi,gio- uanedi trentaanni, fi è portato di maniera infino a horain molte opere di fculture,che fi può có uerita hoggi annouerare fra i primi giouani della fua profefsione,c porre fra loro ne’luoghi piu honorati. Ha fatto in Pifa di mar. mo una Madonna annunziata dall’Angelo,che l’ha fatto conofcere pergio: uane di bello ingegno,e giudizio. Et un’altra bellifsima ftatua gli fece fare Luca Martini in Pifa,che poi dalla Signora Ducheftà Leonora fu donata al Signor don Grazia di Tolledo fuo fratello, che l’ha porta in Napoli al fuo giardino di Chaia. Ha fatto il medefimo con ordinedi Giorgio Vafari nel mezzo della facciata del palazzo de’Caualieri di santo Stefano in pifa, & fo- pra la porta principale,un’arme del Signor Duca gran Maftro,di marmo, grandifsima,mefìa in mezzo da due ftatue tutte tonde,la Religione^ la GÌU ftizia,che fono veraméte bellifsime,e lodatifsime da tutti coloro, chefen’in tendono. Gli ha poi fatto fare il medefimo Signor, per Io fuo giardino dc’Pitti una fontana, limile al bellifsimo Trionfo di Nettunno, che fi uide nella fuperbifsimamafcherata,che fece fua Eccell. nelle dette nozze del Si¬gnor Principe Illuftrifsimo. e quefto baffi quanto a Stoldo Lorenzo ilqua¬le ègiouane,e ua continuamente lauorando,& acquiftandofi maggiormen te,frafuoicompagni Accademici,fama,&honore.
Della medefima famiglia de’Lorenzi da Settignano è Batifta, detto del Caualiere,per erter flato difcepolodel Caualiere Baccio Bandinelli: ilquale ha condotto di marmo tre ftatue gl andi quanto il uiuo, lequali gli ha fatto fare Baftiano del PaceCittadin Fiorentino, per i Guadagni, che ftanno in Francia,e quali l’hano porte in un loro giardino,e fono vna primauera ignu da,una fiate,& un verno,chedeono edere accompagnate da un’ Autunno, lequali ftatue da molti, che l’hanno uedute,fono fiate tenutebelle,e ben fat te oltre modo. Onde ha meritato Batifta di eflere flato eletto dal Sig. Duca afare la calla con gl’ornamenti,& una delle tre ftatue che uanno alla fepol- turadi Michelagnolo Buonarruoti, laquale fanno con difegno di Giorgio Vafari sua Eccell. & Lionardo Buonarruoti,laquale opera fi uede, cheBati fta ua códucédo ottimamente a fine,con alcuni punitela figura di elio Buo- narruotodalmezzoinlu .
La feconda delle dette tre figure,che uanno addetto fepolcro,che hanno a et fere la pittura,fcultura,&: architettura,fi è data a fare a Giouanni di Benedet to da Caftello,difcepolo di Baccio Bandinelli,& Accademico, ilquale lauo- ra per l’opera di santa Maria'del Fiore l’opere di bado rilieuo,che uàno din¬torno al Choro,che hoggimai è uicino alla fua pfezzione.nelle quali ua mol to imitando il fuo maeftro,e fi porta in modo,che di lui fi fpera ottima riufci ta. Ne auuerra altrimenti,pcioche è molto aiì'iduo a lauorare $ & agli ftudij della fua profefiìone. E la terza fi è allogata a Valerio Cioli da Settignano, scultore,& Accademico, perciochel’altre opere che ha fatto in fin qui fono fiate tali,che fi penfa habbia a riufcire la detta figura fi fatta, che nó fia fe no degna di edere al fepolcro di tant’huomo collocata. Valerio,ilquale è gio- uanedi ió.anni ha in Roma al giardino del Cardinale di Ferrara a Mote Ca uallo reftaurate molteantiche ftatuedi marmo,rifacédo a chi braccia, a chi piedi,& ad altra,altre parti,che mancauano. Et il filmile ha fatto poi nel pa¬lazzo de’Pitti a molte fiatue,che u’ha condotto,p ornamento d’una già (ala il Duca, ilquale ha fatte fare al medefimo di marmo la ftatua di Morgantc nano ignuda, laquale è tanto bella,ecoli lìmileal uero riufci ta,che forfè nó è mài fiato ueduto aln o moftrocofi ben fatto,ne condotto con tanta dilige- za fimile al naturale,e proprio,&c parimen te gl’ha fatto condurre la ftatua di Pietro detto Baibino nano ingcgnolo, letterato, & molto gentile fauorito dal Duca noftro. per le quali dico,tutte cagioni ha meritato Valerio,che gli fia fiata allogata da sua Eccell. la detta ftatua,che ua alla fcpoltura del Buo- narruoto,unico maeftro di tutti quefti Accademici valent’huomini. Quan to a Francefco Mofchino scultore Fiorentino,effendofi di lui in altro luogo fauellato a baftanzajbafta dir qui,che anch’egli è Accademico, e che fiotto la protezzione del Duca Cofimo ua contin uando di lauorare nel duomo di pi¬la,e che nell’apparato delle nozze fi portò ottimamen te negl’ornamen ti del la porta principaledel palazzo Ducale. Di Domenico Poggini fimilmen te,effendofi detto difopra,che è (cultore valent’huomo,e che ha fatto vnaiu finità di medaglie,molto filmili al uero,&alcun’opere di marmo, e di getto : non diro qui altro di lui fenonchemeritaméteèdenoftri Accademici, che in dette nozze fece alcune ftatue molto belle,lequali furono pofte fopra Par co della Religione al can to alia Pagliaje che ultimamente ha fatto una nuo- ua medaglia del Duca fimiliiììma al naturale,e molto bella, e continuamen te uà lauorando. Giouanni Fancegli,o uero come altri il chiamano, Giouà ni di Stoccho, Accademico ha fatto molte cofe di marmo,e di pietra, che fo¬no riufcite buone fculture.-e fra l’altre è molto lodata un’ arme di palle con due putri,& altri ornamenti ,pofia in alto fopra le due fineftre inginocchia¬te della facciata di ser Giouanni Conti in Firenze. Etil medefimo dico di Zanobi Lafticati,ilquale come buono,e ualente fcultorc ha condotto,e tute tauia lauora molte opere di marmo,e di gettOj che l’hanno fatto digniflìmo d’efiere nell’Accademia,in cópagnia de’fopradetti. e fra l’altre fue cofe è mol to lodato un Mercurio di bronzo,che ènei cortile del palazzo di M. Loren¬zo Ridolfi,per effer figura fiata condotta con tutte quell’auuertcnze, che fi richieggiono. Finalmente fono fiati accettati nell’Accademia alcuni gioua ni scultori,che nell’apparato detto delle nozze di fua Altezza ^-hanno fatto
opere/opere honorate,elodeuoli. E quelli fono flati fra Giouan’Vincenzio de’Ser ui difcepolodi fra Giouan’Agnolo; Ottauianodel Collettaio creato di Za» nobi Laflicati,e Pompilio Lancia,figliuolo di Baldaflarreda Vrbino archi¬tetto,e creato di Girolamo Genga. ilquale Pompilio nella mafcherata detta della Geneologia degli Dei,ordinata per lo piu, e quanto alle machine, dai detto Baldaflarre fuo padre,fi portò in alcune cofeottimamentc.
. Eflì ne trapalati ferirti aliai largamente dimolìro di quali,& quanti huo mini,& quanto uirtuofi fi fia per coli lodeuole Accademia fatto raccolta,& sonfiin parte tocche le molte, & honorateoccafioni hauute da liberalifsia mi Signori di dimoftrare lalor lufììtienzia,& ualoretma nondimeno accio- che quello meglio s’intenda quantunque que primi dotti fcritton nelle lo¬ro deferitioni degl’archi,& de diuerfi spettacoli nelle fplendidifsime nozze rapprefentati quello5 troppo bene noto facelleroieflendomi nondimeno data nelle mani la feguente operetta ferina per uia d’efercita rione da perfo-
na oriolai, & che della nollra profefsione non poco lì diletta ad amico
ftretto,& caro,che quelle felle ueder non potette, come piu bre
ue,&che tutte le cofeinun comprendeva, mi è parfo per
fodisfatione degl’ artefici miei douere in quello uo-
lume poche parole aggiungendovi inferirla
accioche coli congiunta piu facilméte che
feparata fi Cerbi delle lor uirtuofe
fatiche honorata me-
moria.