DESCRITIONE DELLA PORTA
AL PRATO.
IREMO adunque con quella maggior diftintione,&bre- uità,che dall’ampieza della materia ne làra concerto, che inten tiene in tutti quelli ornamenti fu di rapprefentare con tante pitture,^ scolture quali, che uiue fuffero,tui> te quelle cirimonie,& affetti,& pompe,che per il riceui- men to,& per le nozze di Principeffa li gràde pareua, che conueneuolieflerdoueffero: poeticamente,& ingegno¬ samente formandone un cotpo in tal guifa proportionato, che co giudi rio , & granai difegnati effètti operaffe. Et però primieraméte alla Porta,che al Prato fi chiama,onde S. Altezza nella Città introdurli doueuacon Mole ve raméte heroica,& che ben dimoftraua l’antica Roma nell’ amata fua figliuo la Fiofenza rifurgere d’architettura Ionica fi fabbrico un grandiflìmo,& or natiflimòjSv molto maeftreuolmente comporto Antiporto, che eccedendo di buono spStfoTaltezadelle mura,cheiui eminentiflimefono; non purea gl’entranti nella Città,ma lontano ancora alquante miglia daua di fe meras uiglio/a,& luperbiflìma uifta: & era quello dedicato a Fiorenza, la quale in mezo a quali dua fue amate compagne la Fedeltà, &;l’Affètione ( quale ella Sempre uerfoi Tuoi Signorili édimoftra)fotto forma d’unagiouane,& bel- Iiflima,&ridente,& tuttafiorita Donna-riel principale,& piu degno luogo & piu alla porta uicino era fiata diceuolmétecollocata:quafi, che riceuere, & in trodurre,& accompagnare la nouella fua Signora uoleffethauendo per dimoftratione de figliuoli fuoi,che per arte militare fra l’altreilluftre rendu ta l’hanno.quafi miniftro,& compagno feco menatoJMarte lor duce,6c mae flroj& in un certo modo primo di lei Padre; poi,che lotto i Tuoi aufpicij, & da huomini martiali,&che da Marte eran difeefi fu fatta la fua prima fonda tionejla cui fiatila da man delira nella parte piu a lei lontanacon la spada in mano quali in feruitio di quella fua nouella Signora adoperar la uolefle tut to minacciofo fi lcorgeua:hauendo in una molto bella, & moltogran tela, che di chiaro, & feuro lotto a piedi dipinta gli ftaua,molto a bianchiffimo marmo,lì come tutte l’altre opere,che in quelli ornamenti furono fimiglià- te,ancor egli quali condotto (eco ad accompagnar la fua Fiorenza parte di quegl’huomini della inuittillìma Legion MartÌ2 tanto al primo, & al fecon do Cefare accetta primi di lei fondatori. & parte di quelli,che di lei poi nati hauenanolafuadilcipli na gloriolamenteleguitato . Et di quelli molti del fuoTempiofbencheoggi per la re ligion Chriftianaa san Giouanni dedica to fiajfi uedeuano.tutti lieti ufeire; hauendo nelle piu lontane parti colloca¬to quelli,che folper ualor di corpo pareua,che nome hauuto haueffero; nel la parte di mezo gl’altri poi che col con figlio,& con l’induftria,coine Com- meflarij ò Proueditori(alla Venetiana chiamandoglQeranoflatifamoli :&s nella parte dinanzi,& piu agl’occhi uicina comedi tutti piu degni ne'piu de gn i luoghi hauendo i Capitani degl’eferciti polli,&quegli,checol ualor del corpoj&dell’animoinfieme haueuano chiaro grido,Se fama immortale a equi datoli/acquillatofi: fra quali il primo,&il piu degno forfè fi fcorgeua come molt’al tri a cauallq il gloriofo Signor Giouanni de’Medici dal naturai ritratto’, pa= dre degniflìmo del gran Cofimo,che noi honcriamo per ottimo,& ualoroi fiflìmo Duca: maeftro fingolare dell’italiana militar difciplina: & con lui Fi lippo Spano terror della turchefca barbarie: & M. Farinata degl1 Vberti mà gnanimo conferuatore della fua patria Fiorenza: Eraui ancora M.Buonagui fa della Preflajquegli,checapo della fortiffimagiouentù Fiorentina merita do a Damiata la prima, & glonofa Corona murale s’acquiftò tanto nome ; &J’Ammiraglio Federigo Folchi Caualier di Rodi,che coduoi figliuoli, ed otto nipoti fuoi fece contro a faratini tante prodeze. Eraui M. Nanni Strcf zi,M. Manno Donati,& Meo Altouiti , & Bernardo Vbaldini detto della Carda padre di Federigo Duca d’Vrbino Capitano eccellcntifsimo.de’tem-: pi noftri. Erauiancorail gran ConteflabileM. NiccolaAcciaiuoli,quegli, che fi può dire che conferuafle alla Regina Giouàna,& al Re Luigi fuoi Si¬gnori il trauagliato Regno di Napoli;& che iui,& in Sicilia s’adoperò fem= precon tanta fedeltà,& ualore. Eraui un’altro Giouanni de’Medici,Se Gio uanni Bildominiilluftri molto nelle guerre co Vifconti; & lo sfortunato, mavalorofo FrancefcoFerruccc&depiu antichi v’era M. Forefe Adimari, M. Corfo Donati, M. Veri de’Cerchi, M. Bindaccio da Ricafoli, & M. Luca daPanzano. Frai Commeflarij poi non meno pur da naturai ritratti ui fi fcorgeua Gino Capponi,con Neri fuo figliuolo,&con Piero fuo pronepo- tejquegli che tanto animofamente (tracciando gl’inColenti Capitoli di Car¬lo ottauo Re di Francia fece con fuo immortale honorefcome ben dille ql- l’arguto Poeta,nobilmentefentire,la uoced’un Cappon fra tanti Galli ► Eraui Bernardetto deMedici.Luca di Mafo degI’Abizi,Tommafo di M.Gui do detti oggi del Palagio5 Piero Vcttorfnelleguerre con gl’Aragonefi no» tifsitnorSciì tanto,& meritamente Celebrato Antonio Giacomini,con M. Antonio Ridolfij&cómolt’altri di qfto,°l’altri ordini,che lungo lareb. be,&iquali tutti pareua,cheJietifsimifi mqftraflerod’hauerea tantaalteza lalor patria condottaiaugurandole per la uenuta della nouella Signora ac», crefcimento felicità,& grandezza: ilche ottimamente dichiarauano i quat-. trouerfijche nell’Architraue difopra fi uedeuano ferirti.
Jfatnc pepercrcfuoPdtri<tnrt^uìf(inguìhenobìs'.
5 >r(.A^icemagn<inimgs ller.od^nunc^ouantes ' MI’- > .
Et Leti incedant 3falicemterque qunterque <
Ccrtdtimqiuocentf.talifub Principe F LORAM .
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Ne minore allegreza fi fcorgeua nella (tatua bellifsima d’una delle nouc Mule,che dirimpetto, & per cóponiméto di quella di Marte poftaera:& no, minore nellefigure degl’huomini feientiati, che nella tela fotto i fuoi piedi dipinta della medefima grandeza,&per componimento fimilmentedell’op pollale de Martiali fi uedeua: p laquale fi volfe inoltrare, che fi come gl’huo mini militarijcofi i letterati di cui ell’hebbefempregran copia, & di non pu to minor grido (poi che per concisione di cialcuno le lettere iui a rifurgere' incominciarono) erono da Fiorenza fotto la Mufa lor guidatrice Itati ancora elfi condotti ad honorare,& riceuerc la nobile Spofada qual Mufa con do nefco,honefto,& gétil habito,& con un libro nella delira,& un Flauto net la finiftra mano pareua,checon un certo affetto amoreucleuoleffe inuitare i riguardanti ad applicar gl’animi alla nera uirtù: & fotto la cortei tela (pur femprc,eome tuttel’altre,di chiaro,& fcuro)fi uedeua dipinto un grande,et riccoTempiodi Mineruajlàcui ftatua coronatadi bianca Oliua, & conio fcudo(come ècoftume) del Gorgone,fuor d’erto porta era.-innanzi alqualey & dai lati,entro ad un ricintodi balauftri,fatto quafi perparteggiare,fi ue¬deua una grande fchiera di granitimi huomini,iquali(benche tutu lieti, & feftanti)riteneuano nondimeno nella fembianza un certo che di uenerabi- Je. Erano quelli ancor erti al naturai ritratti nella Teologia, & perfantità il chiariftìmo frate AntoninoArciuelcouodi Fioréza,acui un Angelettofer baualauefcouil Mi tria:& con lui li uedeua il prima frate, & poi Cardinale Giouanni Domeniciret con loro don Ambrogio generale di Camaldoli, et M. Ruberto de Bardi,Maellro Luigi Marfili,Maellro Lionardo Dati, et al¬tri molarli come da altra parte,et quelli erano i Filofofi fi uedeua il platoni co M. Marlilio Ficino,M. FrancefcoCattani da Diacceto,M. Francefco Ve¬nni il uecchio,et M.Donato A cciaiuoliset per le leggi ui era col grade Accur fio Franccfco luo figliuolo,M. Lorenzo Ridolfi/M.Dino Rortoni di Mugel lo,etM. Forefeda Rabatta. Haueuaui i Medici anch’erti ilor ritratti,fra qua li Macftro Taddeo,Dino,etTommafo del Garbo con Maellro Torrigian Va lori,etMaeftro Niccolò Falcuccihaueuano i luoghi primi. Non reftaronoi Matematici fi cheanch’cffi dipinti non uifurterojetdi quelli oltre all’antico Guido Bonatto ui fi uedeua Maellro Paolo del Pozo,etil moltoacuto,etin- gegnofo,etnobileLeonbatifta Albertijet con erti AntonioManetti,erLoré- zo della Golpaiajquello per man di cui habbiamo quel primo merauigliolo OriuoIodePianetijcheoggicon tantoftupordiqlla età li uede nella Guar daroba di quello Eccellentirtimo Duca. Eraui ancora nelle nauigationi il pe «tiflimo,et fortunatilfimo Amerigo Vefpucci,poi che fi gran parte del mon do per eflere Hata da lui ritrouata ritiene per lui il nome d’A meliga.
Di uariapoi,et molto gentil dottrina ui eraMerter Agnolo Politianos a cui' quanto la Latina,et la Tofcana fauella da lui cominciate a rifurgere debbi-* no,credo,che al mondo fia alTai bafteuolmentenoto. Eran-con lui Pietro Crinito,Giannozo Manetti,Francefco PUCCÌ Bartolommeo Fontio, Alelfan- dro de Pazi,et M. Marcello Vergiho Adriani padredell’igegnofirtimo,et dot tiflimo M. Gio.Batifta detto oggi il Marcellino,che uiue,ctche co tato hono¬re legge pubicamente ih qfto Fiorentino ftudio,et chenouellamente di có- mefsione di lor Eccell. Ululi, fcriue le Fiorentine Hiftorie:et ui era M. Crifto fano Landini.’M. Coluccio Salutati,er ser Brunetto Latini il Maellro di Dan¬te. Neui mancarono alcuni Poetiche latinamente haueuano ferino c-ome Claudiano,et fra piu moderni Carlo Marfuppini,et Zanobi Srt ada. Degl’Hi fiorici poi fi uedeua M. Francelco Guicciardini,Niccolo Machiauelli, M. Lio nardo Bruni,M. Poggio,Matteo Palmieri,etdi quei primi Giouàni,et Mat¬teo Villani,et l’an tichifsimo Ricordano Maìefpini.Haueuano tutti,o la màg gior parte di quelli a foddisfatione de riguardati quali,che a cafo porti ui fuf
nelle carie/) nelle coperte de libri,chein man teneuanocialcunoilluo n onte
nome,o dell’opere fue piu famole notatoteli quali tutti fi cornei militari p dimoftrare qlche iui a tare uenuti tufferò i quattroucrfi,che come a qlli nd l’architraue dipinti erano,chiaramente lo faceuano manifcllo,dicendo.
Artibui egregiji Idtit Grditcf; Minerue Elorcntcsfcmpcr quii non mirctur HctruJeofi Se d magi! hoc iUos £uo xlorucre ncceffc cjl Et COSMO genitore,?? COSMI prole fa ente.
A canto poi alla (tatua di Marte,et alquanto piu a quella di Fiorenza uici nafet qui è da notare come con arte fi ngolare,et giuditio fuffe ogni minima cofadi(lribuita)perciocho uolendo con Fiorenza accompagnare quali dire rao fei Deità,della potentia delle quali ella poteua molto bégloriarti, le due fino ad hora di Matte,et della Mula defcrittejperche altre Città poteuano p auuenturanon men di lei attribuirfcle,come manco fue propriele ha anche meno dell’altrc uicinc a lei collocate:effcndofi all’ampio ricetto, et quali an dito,che le quattro,che (eguirano alla porta faceuano, feruito di quelle due narrate come per ali,o per teliate,che al fuo principio polle l’ima uerfo il Ca dello era riuol ta,et l’altra uerlo rArno:maqll’altre due, che principio del ri cetto faceuano,pciochecó poche altre Cittadi gli Tarano comuni, andò an« che alquanto piuapprollìmàdogliele:ficomeleducultime,pchefonoal tue to a lei proprijfsime,et có nefluna altra l'accomuna,o p meglio dire,che nefi- (un’altra può con lei in elle agguagliarlìfet fia detto con pace di qualche al¬tra nation Tolcanajaqualequàdo hara un Date,un Petrarca, et un Boccac¬cio da proporre potrà per auuentura uenire in difputa, gliele mede profsi- milsime,et piu che tutte l’altre uicine. Hor ritornando dico) che a cito alla ftatua di Marte no men dell’altre bella,& ragguardeuole era Hata polla vna Cerere la Dea della Coltiuatione,et de campi: la qual cola quàto utile, et di quatohonor degna lìa puna ben ordinata Città ne fu da Ro ma anticamere infegnato,che haueua nelle Tribù rullicane deferitta tuttala fua nobiltàtco me tellimonia oltre a molt’altn Catone chiamadola il nerbo di qlla potétis- fima Rep. et come nó meno afferma PIinio;quàdo dice i campi effere dati la uorati per le mani degli Impadori;& poterli credere,che la terra fi rallegrai (e d’eflere arata col uomere laureato,& da triófante Bifolco.Era qllaf come c coftume)coronata di spighe di varie forti,hauédo nella delira mano vnafal ce,& nella fini lira vn mazodellespighemedeftme.Horquantoin qlla par- tegloriare Fioréza lì poffachiarifcafi chi in dubbio ne (Ielle mirado il fuo ornatilsimo,et coltiuatifiimo cótado:dal qualeflafciamo Ha re la innumera¬bile qualità de lupbiflìmi,&agiatiflìmi palazzi, che p elio fparfi lì ueggano 4 nódimanco egl’è tale,che Fioréza quantunque fra le piu belle Città di che fi habbia notitia ottéga per auuentura la palma,rella da lui di grà lunga uinta & fuperata:talche meritamente può attribuitele il titolo digiardino dell’Eu ropa j oltre alla fertilitàtlaquale benché per lo piu montuofo, Si non molto largo lìa nulla di meno la diligenza,che ui lì ufaè tale, che non pur largarne te pafee il fuo grandiffimo popolo,&: l’infinita moltitudine de forellieri,chc ui cócotronojma benelpcflo cortcfeméte ne louiene i uicin i,&i lo cani paefi
Sotto la tela ritornando,che nel medefimo modo, & della medefima gran- deza (otto la di cortei ftatua medefimamétè fi uèdeua$haueùa l’eccellete pi t’ torefigurato un beìhfsimo paefettoornatod’infiniti;dedinerfi alberi; nella' partepiu lontanadi cui fi uedeua un’antico, & molto adorno Tempietto a Cerere dedicato;in cui percioche aperto,& fu colonnati fofpéfo era ;fi uede uano molti,chereiigiofamentefagrificauanoi In altra banda poi Ninfe cac- ciatrici per alquanto piu foletaria parte fi uedeuanoftare intornoaduna chiarifsima, Óe,ombrofa fontana,mirando quaficon merauiglia,deofferen do alla nouella Spola di que piaceri,&diletti,che nel loro exercitio fi piglia- no,&de quali per àuuentura la Tofcana non è a uerùn’altra parte d’Italia in ferioreróe in altra con molti Contadini didiuerfi animali faluatichi,&dime fttchicarichi,fiuedeuanoanchemolte Villanellè'b'élle,&giouafti in mille gratiofe, benché rufticaneguife adorne uenireanch’effèfteflédó'fioriteghit' lande,ór diuerfi pomi portando) a uedere,& honorarTa ìor Signora,& i ver fi,che come nell’altre (opra quefta erano có gra gloria dèlia Tofcanada Ver gilio cauatidiceuano.
j, .ì: sì. Oi-; ;f . : ;
Hd«c olint luterei uìtdm colture Sabini :
Hdtic Remus, erfrdterjìcfortis H E T R V & IÀ cr'euit Scilicct, er rerumfdftd cft pMerrimmd Flòra J-1 ■' ''i < '
Vrbs diitiqud, pdtens drmis, at% ubere glebae.
Vedeuafi poi dirimpetto alla ftatua della deferitta Cerere quella dell’ In- dufttia:& non parlo di quell’indùftriafemplicemente,che circa la mercan¬ta fi uede da molti in molti luoghi ufareima d’una certa particolare eccellé- za,& ingegnofa uertù,che hannoi Fiorentini huomini alle cofeotte metter fi uogliono: per lo che molti,Acquei giuditiofo Poeta mafiìmamente ben pa re,che a ragione il titolo d’I NDVSTRI gl’attribuille. Diquantogioua’ mento fia (fata quefta cotale Induftria a Fiorenza,& quanto conto da lei ne fia fempre (fato fatto fi uede dall’hauerne formato il fuo corpo,& dall’hauer uoluto,che non potefteefter fatto di lei Cittadino chi fottoil titolo di qual che arte non fufte ridotto: conofcendo per lei a grandezza, & potenza non piccola eflerperuenuta. Hora quefta fu figurata una femmina d’habito tut to dilciolto,&fnello,tenente uno fcettro;nella cui cima era una mano con un occhio nel mezzo della palma,& con due alette oue con lo feettro fi con giugneua a fitniglianza in un certo modo del caduceo di Mercurio; de nella tela,che come l’altre (otto le ftaua fi uedeua un grandifiìmo, & ornatiflìmo portico ò Foro molto fimigliante al luogo oue i noftri mercatanti a trattare ilor negozi) fi riducono,chiamato il Mercato nuouorilchefaceua anche piu chiaro il putto,che in una delle facciate fi uedeua batter l’hore : in una ban¬da delquàle,e(Tendo maeftreuolmenre ftati accomodati i lor particolari Di) da una parte cioèla ftatua della Fortuna a (edere fur una Ruota,de dall’altra vn Mercurio col caduceo,& có una borfa inumano, fi uedeuano ridotti mol ti de piu nobili Artefici cioè quelli,che con maggiore eccellenza, che forfè in altro luogo in Fiorenza la lor A rte exercitano: & di quefti con le lor mer- veiin mano quali che all’entrante Principefla offerir le.uoleftero,altri fi uede .uano Càno'con Drappi d’Oro,altri'di feta,altri con finiflìmi panni,&altri con rica mibelliflim£& rhetauigliofi,tutti lieti moftrarfi: fi comein altra parte altri fi Uedeuano poi con diuerfi habiti palleggiando negotiare, & altri di minor, gradò con uarij,& belliftìmi intagli di legname,& di Tarfie: & altri con Pat Ioni,con Mafchere,&con Sonagli) & altre'cofe fanciuìlefche nella medefi- maguifamoftrareil medefimo giubilo,&contento. llche,&ilgiouamento delle quali,& l’utile,& la gloria,che a Fiorenza ne fia uenuto lo dichiaraua« no i quattro uerfi,che come a gl’altri difopra porti erano,dicendo.
drtes pdrìdt SOLERTI Ajutridtufus,Auredmon&rdtiìt, quondam FLORENTI A'cunftìs.
Panderc nani# acri ingcnìo^dtque enixd labore eft.
Pneftdnti,linde par et uitamfìbi quisq;beatdm..
Delle due ultime Dei tà,o Verni poi,che come habbian detto per la quan« tità,& eccellenza in ette de figliuoli luoi fon tanto a Fioréza proprie,che Ben può (opra Pai tre gloriofa reputar fi,da man deftra;&a canto alla ftatuadi Ce rère era porta quella d’Apóllo.-prefo per quello Apollo Tofcano,che infon - de neTofcani Poeti i Tòfcani uerfi. quefti (otto i (uoi piedi (fi come nell’al« tré'tei e) hau eia a dipinto in cima cì’iin ameniflìmo Monte conofciuto edere d’Hélicone dal Canal Pegafeo, un molto bello,Scfpatiofo prato:! mezo a cui forgeua il fagrato fonte d'Aganippe.conofciuto anch’egli per le noue Mule, che intorno gli ftauano follazandofi,con le quali, & all’ombra de nereg¬gianti Allori,di’che tutto’! monte era ripieno fi uedeuano uarij Poeti in va¬rie guifefederfi,o patteggiando ragionare,o cantare al fuon della Lira; men tre una quantiràdi piccoli Amorini fopra gl’Allori (cherzando altri di loro faèctauano,& ad altri pareua,chegettattero lauree Corone.-di quefti nel piu degno luogo fi uedeua l’acutittìmo Dante.il Petrarca leggiadro,de il facon¬do Boccaccio,che in atto tutto ridente pareua,che promettertero all’enrran teSignora,poi che a loro no era tocco fi nobil fubbietto di infondere ne Fio rentini ingegni tanto ualore,che di lei degnamente cantar potettero ; a che conTexemplodeloro feruti,purché fi troui chi imitargli (appia hanno ben .aperto larghifsima ftrada. Vedeuafi a lor uicini, <5c qu tfì, che con loro ra¬gionattero tutti fi comegl’altrida naturai ritratti M. Cino da Piftoia, il Mó temagno,Guido Caualcanti.Guittoned’Arezo , & Dante da Maiano, che furono alla medefima età,& fecondo quei tempi attai leggiadramente poeta rono. Era poi da un’altra parte Monfignor Giouanni della Cafa, Luigi Ala manni ,& Lodouico Martelli con Vincentio alquanto da lui lontano :& con loro Metter Giouanni Rucellai lo fcrittordelle] Tragedie,&Giro= lamo Beniuieni:fra quali fe in quel tempo fiato uiuo non futte fi farebbe da¬to meriteuol luogo al ritratto ancora di M.'Benedétto Varchi,che poco do* po fece a miglior uita pattaggio. Da un’altra parte poi fi uedeua Franco Sac chetti,che (criflele trecento nouelle;& quegli che benché oggi di poco gri do fieno,pur perche a lor tempi non piccolo augumento a i Romanzi diede ro,non indegni di quefto luogo giudicati furono,Luigi Pulci cioè con Ber- jiardo,& Luca fiioi fratelli,col Ceo,&con l’Altttsimo. Il Bernia anch’egli padre,ottimo padre,&inuentore della Tofcanaburleféa poefia parenaf, che col Burchiello,& con Antonio Alamanni,& con l’V nico accolti, che in difparte datua,mortrafle non degl’altri punto minoreallegreza.’métre, che l’Arno al modo folito appoggiato fui fuo Leone,&con due putti che d’Al¬loro il coronauano,& Mugnone noto per la Ninfa, che fopra gli daua con la Luna in fronte,Scoronata di delle,alludendo alle figliuole d’A dante pre fa per Fiefole,pareua,che anch’efli moftralTero la medefima lctitia,&conten to. ilche,& il fopraferitto concetto dichiararonoottimamétei quattro ver fi,che come gl’altri nell’A rchitrauefuron podi,che diceuano .
Mufarum kie regnat efori#, atefc Relicone tifante Pofthabite, uencre tibi Fiorenti* uates Pximij, quoniam celebrare ktee regia digno N onpotucre /IÌO,®* connubi* cannine /acro.
Età rincontro di quedo da man Anidra porto,non men forfè agl'ingegni. Fiorentini di quello proprio fi uedeua la datuadel Difegno, padre della pit tura,scultura,& archi tettura;ilquale fe non nato fi come ne paflati ferirti fi può uedere,podìan dire che in Fiorenza al tutto rinato, & come in proprio nido nutrito,& crefciuto fia. Era per quedo figurata una datua tutta nuda con tre tede eguali perle tre arti, che egli abbraccia, tenendo indifferente mente in mano di ciafcunaqualcheinftrumento:& nella tela, che fiotto gli ftaua fi uedeua dipinto un grandiflìmo Cortile: per ornamento di cui in di uerfeguife porte era una gran quantità di datile,& di quadri di pittura anti chi,&moderni}iqualidadiuerfimaeftrifiuedeuanoin diuerfi modi dife- gnare,&ritrarre.’in una partedel quale facendoli una Anotomia pareua • che molti rtedero mirando,& ritraendo fimilmentc molto intenti: altri poi la fabbrica, & le regole dell’Architettura confiderando pareua, che minu¬tamente uoleflero mifurarc certe cofe,mentre,che il diuino Michelagnolo Buonaruoti prlcipe,& monarca di tutti có i tre cerchietti I mano(fua antica imprefa) accennando ad Andrea del Sarto,a Lionardo da Vinci,al Puntor- mo,al Rodo,a Pierin del Vaga,& a Francefco Saluiati, & ad Antonio da si Gallo,&al Rurtico,che gl’eron con gran reuerenza intorno mortraua con fomraa Ieri ria la pópofia entrata della nobil Signora. Faceua quali il mede-
<» fimo effètto l’antico Cimabue uerfo cert’altri, & da un’ altra parte porto : di cui pareua, che Gioto fi ridefle, hauendogli come ben difle Dante tolto il campo della pittura,che tener fi credeua.& haueua feco oltre a Gaddi, Buf¬falmacco,& Benozzo con molt’altri di quella età. In altra parte poi,& in al traguifa podi fi uedeuano tutti giubilanti ragionarli quelli,che tanto augu mento all’Arte diedero,« a cui tanto debbono quedi nouelli maeftrijil gri Donatello cioè,et Filippo di ser Brunellefco,et Lorenzo Ghiberti, et fra Fi¬lippOjet l’eccellente Malàccio,et Defiderio el Verrocchio con moli’ altri da naturai ritratti,che pederfene ne partati libri trattato,fuggédo il tedio, che a lettori replicando uenir nepotrebbe andrò senza piu dirne trapadando li. quali, et quel che iui a fare uenuti fodero,come negl’altri,da quattro . fbpraferirti uerfi fu dichiarato.
Non /Non pìc^itrdfdtis, non pojjìint mdrmoYd,&tra Tufcacfc non arcui, teftari ingenti« fttftd, A tó; ca precipue, qu£ mox uentura trahuntur Q «zsnunc PRÀXITELES ctlet^uispingat A P E L L E S ?
Horanel bafameutodi tutte quelle feigrandifsime,etbellifsimetelefi ve deuadipintounagratiofa(chieradi fanciulletti,checiafcuno nellafua pro¬feritane allafoprapofta tela accomodata esercitandoli, pareua oltre all'or¬namento,che molto accuratamentemoftra(Iero,con quali principij alla per fedone de fopra dipinti huomini fi peruenifierfi come giuchtiofamente, et con (ingoiare arte furono le medefime tele (compartite ancora, et or nate da altifsime,et tonde colonne,et da pilaftri,et da diuerleTroferie tutte alle ma rerie a cui uicine erano accomodate, ma gratiofe,et uaghe apparuero niafsi maméte lediece Impfe,o p meglio dire idiece quali rouefei di medaglie par¬te uecchi della Città,et parte nuouamente ritrouati,che negli fpardmen ti Co praleColonnedipinti,andauanoledeferitte fiatile diuidendo, etl’inuen- tionedi elle molto argutamente accompagnando:il primo de quali era la de durioned’unaColoniajfignideata con un Toro,et con una Vacca infieme ad un giogo,et con l’Arator dietro col capo uelato ; quali fi ueggono gl’anti- chi Auguri,col ritorto lituo in mano,eccoli la (ua anima,che diceua.COL: 1VL: FLORENTIA. Jl fecondo,et quello è antichiflimo della Città, et con cui ella le cofe publiche (uggellar (uole,era l’Hercole con la Claua, et co la pelle del Leon Nemeo,(ènz’altro motto, ma il terzo era il Caual pegha feo,che co pie di dietro pcoteua l’V rna tenuta da Arno nel modo,che fi dice del fonte d’Elicone,onde vfeiuano abbódatiflime acque, cheformauano vn chiarils. fiume tutto di Cigni ripieno (enz’anima anch’e(To:fi comeancheil quarto,che era cópofto d’vn Mercurio col Caduceo in mano,et có la borfa , et col Gallo quale in molte Corniuole antiche fi uede.ma il quinto accomo dadofiaqll’affetione,che come nel principio fi dille fu pcópagna a Fiorenza data era vnagiouane dona metta in mezo,et laureata da due, che del militar paludaméto adorni,et di laurea ghirlàda anch’efsi incoronati sébrauano e( fereò Cófoli ò Impadovi.-có le lue paróle che dicemmo GLO R I A POP: FLOREN: Si come il fello accomodadofi in fimil guifa alla Fedeltà, di Fio- réza anch’ella copagna era fimilméred’vna féminaa feder polla figurato,che có vn’Altare vicino fopra ilquale pareua, che mettefle l’una delle mani, et có l’altra alzata,tenendo il fecódo diro eleuato alla gnifa,che comunemente giurarti uede,pareua,che col motto di FIDES POP: FLOR: dichiarale l’intention fua.’ilche faceua anche la pittura del (ettimofenza rpotto,che era noiduoi Coroidi Douitia pieni di fpighe intrecciate infieme. Etlo faceua l’ottauópur seza monocole tre Arri rittura,Scoltura,et Architettura,che a guifa delle treGratie prefe p mano denotàdo la depédétia, che l’una Arte ha dall’altra,eranofur vna bafein cuifivedeuafcolpito vn Capricorno nó me ncrdelPaltreleggiadraméte polle, faceualo ancora il nono piu verta l’Arno collocatOjcheerala (olita Fiorenza col fuo Leone a-canto, a cui erano da al¬cune pfonecircunftanti offertidiuerfi rami d’Alloro, grate quafidel bene- fiiio dimoflraadofispoi chriui flettere come fi-diite a rifurgere incornicia
' rono,etta/& Io faceua il decimo,& ultimo col luo motto che diceuaT RIB V S CA¬PTI A, che fu la propria d’Augufto fuo conditore, ferino (tir uno feudo tenuto da un Leone;nella quale anticamente Fiorenza foleua radegnarfi. Ma di grandidìmo ornamelo oltre a bellidìmi feudi ou’eran l’Armi dell’vna & l’altra eccell.& della Serenidìma Principeda, & l’Inlegna della Città óltre all’aurea,&grande,& Ducal Coronajche Fiorenza di porger moftra- uafu una principalifsimaimprefafopra tutti gli feudi polla, & a propofito della Città meda,che era compoftadi dua Alcionifaccenti in mare il lor ni¬do al principio del uernorilche fi dimoftraua con quella parte del Zodiaco , che dipintoli! era: in cui fi uedeua il fole entrare appunto nel legno del Ca pricorno,con la fua anima,che diceua HOC F1DVNT. uolendofigni ficare che fi come gl’Alcioni per priuilegio della natura nel tempo,che il So le entra nel pdertofegno di Capricorno, che réde tranquillifsimo il Mare poflono farui ficuraméte i lor nidi;onde fono quei giórni Alcioni) chiama ti,cofi anche Fiorenzafotto il Capricorno,afeendenre; & per ciò antica, Se honoratifsimaimprefa del fuoottimo Duca, può in qualunque ftagioneil mondo ne apporti felicisfimamente come ben fa ripofard,& fiorire. Et tut. to quello con tutti gl’altri fopradetti concetti erano in buona parte dichiara ti dall’infcritione, che all’altidìmaSpofafauellando,accomodatamenie,& in bellillìrao,& ornatifiìmo luogo era Hata meda dicendo.
lngredere urbcrn fcelicifsimo coniugio fd fiditi tudmAtiguftifsimd Virgo pidtjngcniis CT omniIdudc prtftdntem-,optdtdij- prcefentid tud,zr «ximid uirtutcfyerdtdcp fa cunditdte.,'optimorum Principum:)pdtcrndm,& duitdin cldritdtcmfidfiifsimoruin- ciuium}Utitidm,Florcniis urbis gloriami?' folicitdtcm duge. .
<D eli'entrata di JB orgo ogni Santi.
fcana di reiigiofe uefti adorna,& con il lacerdotal lituo in mano, che dimo-ftraua anch’ella l’eccelléza,cheal diuin culto la Tolcana natione fin dagl’an tichi tempi ha fempre hauuto: perilche ancor oggi fi uede,che i Pontefici,et la Santa Romana Chiefa in Tofcana hanno il lor leggio principale uoluto porre. Di quefte hauendocialcuna un gratiofo,et ignudo Angelettoacan tOjcheall’una pareua,chelerbafie l’imperiai Corona,et all’altra quella,che i Pontefici tifar foglionotmolroamoreuolmentepareua, che l’un a la mano al l’altra porgede;quafi,chel’Aultriacon le fuepm nobil Città; lequali nella tela
«la grandittlma che per ornamento,& per tettata all’entrare cfi quella ftrà- da,&uer(b il Prato riuoltafòttodiuerfeimmaginicranodefcrittc, lignificar uolefle d’«tterc parenteuolmente uenuta ad in tcruanirc all’allegreze, & h» noranze de sereniflimi Spofix& riconófceré,& abbracciare l’amataTua To- fcana,congiugnendo in un certo rnodoleduemaflimopótentie spirituale, Se temporale mfierae. llchc ottimamente dichiararono i lei ucrfi,chcin ac- comodato luogo pofti furono dicendo.
A«gK/Le en ddfumftonfe Comes Auftrà, mdgti " Céjarishcc ndtdcft Cófarisdtcfcforor-.
Cdroius cft pdtruus, gcns,w fecunid triumphis,
Imperiofulget, Regibus,zrprotuis:
L£titidm}crpdecìn ddferimus. dulcescfc Hymcneos,
Et pUciddm requiem, Tufcid cldrd tibi.
Si come dall’altra parte la Tofcana,hauendoa Fiorenza (uà Regina, & Si gnora il primo luogo alla prima portacancedutotutta lieta di riceuere tan¬ta donna pareua,che fi dimoftratìeihauendo in (ua compagna anch’ellain. una fimil tela a canto a (e dipinto,& Fiefole,& Pifa, & Siena, & Arézo con Tal tre (uè Città piu famo(c,&: córOmbrone,&con l’Àrbia, Se colSerchio, Se con la Chiana tutte in uarie forme fecondo il folito ritratte lignificando il contento fuo con i fei feguenti uerfiin fimigliante mòdo come gl’altri, Se in comodo luogo pofti.
Omnibusfutftis,& betorimdgìricrerum: . . ‘ H
Virgitiis dfyeftu Cte/drecq;fruor: ',. ■ '
H<enoftr£ inflgties urbes; h£coppidd,zr Agri tt£c tua flint: ilìis tu dare iure potcs.
Audisutr^onent,l(€tiscldmoribus £thèr:
Et pldufu, & ludis Auflrid cunftdfrcmdnt.
Del Donte alla Carrata.
T accioche con tutti i profperi au(pitij le fplendide nozc celebrate futtero,al Palazo de Ricafoli che al pneipio del Pon te alla Carraia come ognun fa è pofto, fi fece di com¬ponimento Dorico il terzo ornamento aHimeneolo DÌ» di quelle dedicato : Sc-quefto fu oltre a una (ingoiare, Se uaghifli.Teftatain cui gl’occhidi'chi per Borgo ogniian- ti ueniuacon merauigliofo diletto fi pafceua,di duaJaltis¬
8J>4 Tt/RXA PARTÌ
rione,&fècoHita,co vn motto cauato dall’Epitalamio diTeocrito,che di cena •KYnPiS ÀE' 0EA’ KYnprs IZON EPA-' •se A! AÀAAACÌN. . .. .
'Etlópraialtrppev.óndepafsòla.p^mpa,&cLe introduceua lungola ritta 'tl’Arnó’quelladi.Latona nucricejfchiuannotorfe la (lerihtà4 òl’iinportui^a , gèlófià di Giunon’e;con iffùo motto anch’ella Hi, . ; ■< --.-j
Àft'TH MEN AOI'H' AATH KOYPÒ NIPOOOS Y'MMIN E'YTEKTHN. •
Per finiméro de quali, co (ingoiare ani fi rio cèdo tri, (òpra u nagra Bafecó l’un deportoni appiccata,qu’afi dell’acque vfciio fi vedeua da una parte (otto forma d’un bellifs. &di gigli inghirlandaro Gigante l’Arno cóme (e di noze cxépfo dar uolefle co lafua Sieue di fròdi,di pomiinghirladata ancor ella abbracciato.i quali pomi alludédò alle palle deWIedici,che quindi hebbero origine rofleggiati,flati farebbero (e i colori in fui biàco marmo fuflero con iiehuti,ilquale tuttolieto'par’euacheallanouéllaSignorafauellafle nel ma do,che contengano ifeguenti uerfi. .
-> ’ uhi' r ' 1 ' i
ìnmdre^ttncduro flduentes.Arnusdrendi , '
Vohidm: dtque argento purierunddfluet.
Hctriffcosi^uncJnuì^iscq'mUdntibusdrmis . •-
..Cicfdrd^tóÙdmsyderadddltdcd^uL . • - ,
N«HC mibifdmdetidm Tybrim, fulgore^ rcrunt ,
Tdntorum longc uìncere fdtd ddbunt.
Et dall’altra patteper cóponiraen to di quello fur unafimilbafe, &in fi- mil modo có l’altro portone appiccata<pafi alil’una verfo l’altra riuolgédo fi,&quafid’una fimil formati Danubio,& Iattratta abbracciati fimiknétefi uedeuanojchefi comeqlli il Leone, Baueuano quelli l’Aquila pinfegna,óc loftenimétori quali incoronati anch’eflì di ro(e, & di mille uariati fioretti pareua,che a Frorenza fi come-quelli a (e (ledi dicéflero i feguenti uerfi
Qttdm uis Fiord tua cclcbcrrimd fitùbus errem .Sum feptangemimts Ddtwbii&fi ferox:
Xirginis Augtiftc comcs,cr uefiigid luftro Vtreor: er fi quodflumind numen hdbent
Coniugium fdfium^cr fccundum,gr Neftoris dtmes Tbufcorùm, & Idtcnuntio regnd tìbh
Nella fommità della tediata poi, & nel piu degno luogo molto a bianchìf lìmo marmo fomiglianre fi uedeua la (tatua del giouane Himeneo inghirlà dato di fiorita Per(a con ia face,& col velo,&.con l’inlcritioneapiedi di BONI CONIV’GATOR .AMORIS meflo in mezo dall’Amore che tutto abbandonato (otto l’un de fianchi gli ftaua, & dalla Lealtà marita Je,cheilbraccio (otto: l’altro appoggiato gli teneua: laquale tato bella, tato uaga,tanto uczofa,& tanto bene (compartita agl’occhi de riguardanti fi di* mo(lraua,cheueramentepiudire non fi potrehbe: hauendo per principal corona di quello ornamento(percioche acuiti una.cQtaljirincipal corona,
^.un.a /& una princìpaleimprcla porta era)in.mano al defcritto Himeneo formato HeduedellamedefimaPerladicheinghirlandatos’eraj-lequalicon fembii za teneua dt uolerle a felici Spofi prefen tare. ma'martìmamente belli, & ua- ghi,& ottimamente condotti fi moftrauano i tre capaci quadri, che in tanti a punto da doppie colonne diuifi, era fcompartita tutta quella larghiflìma facciata,& che con lomma leggiadria a pie dell’Himeneo porti erano, deferì uendo in erti tutti quei comodi,tutti i diletti,Sctutte le defidereuoli cole,che nellenozeritrouar fi fogliono:ledifpiaceuoli, Se lenoiofecon una certa ac corta grana da quelle difcacciando : & però nell’uno di quelli, & in quello del mezo cioè,fi uedeuano le tre Gratie nel modo, che fi coftuma dipi te tur teliete,&tuttefeftanti,chcpareua,che cantaflero con una certa foauearmo nia i fopra a loro fcritti uerfi,dicenti.
tdm prtcldrd iidfceturjlirpc pdrcntum Inclita progenies: dignd dtauisifrfui si
Hetrufcd attoUet fè qudntis glorid rebus ' >
Coniugio Aufiridaey M cdiccdtéj; Dornusi
Viuitefoliccs: non eflfccs irritd'tunque
DiuindCbdritcstdliduocccdnunt.
Hauendoda una parte,Se quali,che coro Ie facertèro couenientemetein fiemeaccoppiati laGionentù, el Diletto, & la Bdlezzachecol Cótentoab bracciata ftaua,Se dallaltrain fimil guilaJ’Allegreza col Gioco,Se la fecódi> tàcol.Kipofo tutti coatti dolciumi,Se a loro effetti fimigIianti,Se in raanie- ra^dal buon pittore cótrafegnati,che ageuolméte conolcere fi potevano .In quello poi che alla dertradi qrto era,fi uedeua oltre all’Amore, Se la fedeltà i medefimi Allegreza,SeCó tento, Se Diletta, & Kipofocó accefe facelle in' (nano,che del modo cacciauano, nel profódo Abiflo rimettendo la Gelofia kCótentione,l’Affanno,il Dolore.il Piato,gl’inganni,la Sterilirà, Se limili altre cofe noio_fe,Se dilpiaceuoli,che fi fperto folitefono pturbaregl’hanimi humani.-Se nell’altro dalla bàdafiniftra fi uedeuano le medefime Grafie in- cópagniadi Giunone,Se di Venere,Se delia Cócordia,Se dell’A more,Se del b Pecódità,Se del Sonò,Se di Pafitea, & di Talartio mettere in ordine il ge- nial lettocóqlleantichereligiolecirimoniedi facelle d’incenfi di ghirlàde & di.fiori,che coftumar fi loienano,Se de quali no piccola copia una quàtita d’A morim lopral letro fcherzàti,Se uolàti fpargédo andauano. Erano poi lo pra qfti co bel li flìm i fpartiméti accomodati due altri quadri, che in mezo la ftatua dell’Himeneo metteuano-,alquanto de i deferitti minori: nell’uno de quali imitando l’antico coftume.fi ben da Catullo defcritto, fi uedeuà la se* reniflima Principerta da naturai ritratta in mezo ad un leggiadro drappellet tp di belliftìmegiouani in verginal habito,tune di fiori-incoronate,«^ có fa celle accefe in n\ano,cheaccénar,do uerfo la Stella Estero,che apparire fi di moftrauasébrauaquafi daìoro eccitata có una certagratiofa maniera muo uerfi.e verfol’Himeneocaminare.-cóil motto O DIGNA CONIVNCTA VIRO.Si come nell’altro dall’altra parte fi uedeua l’Ecc.Principe in mezo a mohi fimilmétc inghirlàdati>& amorofi giouani,nó meno delle uergini dó RRrrr z nefollc
Solleóni in accender lenuttiali facellc,&non meno'accettnanti uerfo Pappi rira stella far lembiànza uerfo lei camminando deLmedefìmò;o maggior de fiderio.con il fuo mottoanch’egli,che diceua O «T/ÉDIS FOELICIBV& AVCTTE fopra i quali in molto gratiofo modo accomodata fi uedeua per principaleimprefajche comes’èdettò a tutti gP.Archi pofta era una dorata Catena tu tra di maritali anelli'con le lor pietre còmpoftà, che dal Cielo pen deodo pareua,che quefto terreno mondo foftenelìej alludendo in un certo modo aH’Homerièa'Catenadi Gioue:& lignificando mediante le noze vnc dofi.le celefti crigiqni con le materie terreneja Natura, & ilpredetto terre- B.QMondo conferuakfif&.quafi perpetuo réderfijcó il motto, che diceua’ NATV.RA SEQVITVR. OVPIDE . Vnaquantitàpoi,&tutti uezofi,et Torti'lieti,& tutti in accomodato luogo pofti di Putti ,&d’A morim fi uedeùa nofparfi,& per leBafi,& peri pilaftn,dè per i Fettoni,& pergl’altri ornarne ti,che infiniti u’erano,checon unaccrta letitiaparcua,che tutti ò Fpargefle- ro fiorii ghirlande,ò foauementecàntafiero laleguente Ode,Fra gli fpazij dell’accoppiate Colonne,che come s’è detto,! gran quadri, & la gran faccia diuideuano con gratiofa,& leggiadra'maniera accomodata.
T accioche nelTtina parte delibino,& dell’altro imperio in die tro non rimanefie.che non fnfle alle nozc felici interuennta, al Ponte a santa Trinità,& al Palazo degli Spmijche al fuo prx cipio fi tiede d’architettura comporta non meno magnificami te fu il quarto ornamento fatto d’unateftata di trefàcciel’vna
dellequali u'erfoil Pótealla Carraiaiuoigédoli ueniuacógiuntacon quele là del mezojche alquanto piegata era:& che anch’ella con quella, che ueifo. gli Spini,& santa Trinità in firmi gtiifafuolgeua era appiccatarondepareua, che per rieducaceli delPuna,come dell’altra rtrada principalmente fiata or¬dinata fii(Ie,in tal manieradall’una,& dall’altra tuitaagl’occhi de riguarda ti fi dimoftrauarcofa a chi ben confiderà,d’artifitio (ingoiare,& che renderla quella contrada,cheper (e èu irto fa, & magnifica quanto aicun’altra,che in Fiorenza fi rirroui,& uiftofifiimas& bellifiìma oltre a modo: hanendo nella faccia che nel mezo ueniua tormatoui fopra una gran Bafe duegrandiflìmi, & io ixifta moltoftiperbi Giganti, loftennti daduegran Moftri,& da altri ftrauagàti pelei,che'pii mare di notar sébrauano,& da z.marine Ninfe accó pagnati prefi l’uno per il grande Oceano,& l’altro per il Mar Tirreno, che in par te giacendo parerla con una certa aftettuo.la liberali tà,che a ferenilììmi Spofi prefentàr tiolefiero non pur molte,& bellirtimebranchedi coralli, & conche grandidime di Madriperle,& altre loro marine riccheze, che in ma teneuanojma nuoiie lfole,& ntioue Terre,& nuoni Imperij,che iui con l©r condotte fi uedèuano; dietro a quali,, & che leggiadro, & pompofo faceua tinto quello orrtameoto,fi uedeuada! polare,che in fu la bafe foceuano,a po co a poco ergerli due grandifiìmemeze colonne (opra le quali posadolafua cornice,& fregio &architraue lalciauano dietro a Mari deferirti quali in for. ma d’Arco trionfale un molto Ipatiolo quadro.-forgendo fopra l’archi traile, & fopra le due colonne due ben in tefipilaftri auuiticciatuda quali muouen doli due cornici formauano in fine un fuperbo,er molto ardito frontefpitio in cima dicui,et fopra i uiricci de duedelcritti pilaftri fi uedeuano polii tre gradi ili. uafi d’oro e tutti pieni,et colmi di mille,et mille uariate marine rie cheze:ma nel uano,che dall’architraue alla pùnta del frontelpitio rimanerla co (ingoiar dignità fi uedeua una maefteuol Ninfa giacere, figurata per Tc tide,o Anfitrite marina Diua,& Regina,che in atto molto graue per prin- cipai Corona di quello luogo porgerla una roftrata Corona lolita darli a viri cìtori delle narrali battaglierei fuo motto di VINCE MARI, quafi, che foggtugnefle quel che fegue IAM TERRA TVA EST; fi come nel quadro,& nella faccia dietro a Giganti inunagrandilfima nicchia,& che di naturale,-&derace Antro ÒGrottàfem'bianza haueua,fra molti altri marini molivi fi uedeua dipinto il Proteo dclla Georgica di Vergilio da Arifteo le¬gato,che col dito accennando uerfoi foprafcrittigli uerfi,parerla, che profe landò uolefleannuntiareaben.congiuntiSpofinelle.cofe marittime felici- nitcerie,& trionfij dicendo.. .
Gcrmdnd aduenict, felici cum alite uirgo FLORA tibi,dduenict foboles Augufto tìymenct Cui pulcher ìuuenis iungatur federe certo Regius italico calumai,bona qudntafequcntur Coniughimi Pdter Arne tibi,cr tibiFlorida Water Gloridfludntd adcritìProtheum nil poflerafettunta
Et perche come s’è detto qlla faccia dell’Antro era dalle due altre faccicy di cui Tona uerto Santa Tri n ira, & l’altra uerfo il Ponte alla Carraia fuol- geua meda in mezo; fi uedeuano ambe due, che della medefima grandeza &alteza erano, in fimil modo da due limili meze colonne mefiefimilmen« re in mezodequali in fimi! guifa reggeuano il loro are hitraue,fregio,& cor- riicedi quarto tondo: in fu la quale coli di qua come di la fi uedeuanotre Ha rhe di putti in fu tre piediltalli, che Iofteneuano certi ricchiflìmi felloni d’o rò;di chiocciole,& nicchie,et coralli,con fala,et con alga marina molto mae ftreuolméte cópoftijet da quali non men gentilméteera datoatutta quella machina fine. Ma ritornando allo spano della faccia tacche fisolgendo al pa lazo degli Spini s’appoggiaua: fi uedeua.di chiaro ofeuro dipinta in elio vna Ninfa tutta inculta,& poco meno,cheignuda,in me?o a molti nuout anima li: & era quella prefa perla nuoua Terra del Perù con l’altrennoue Indie Occidétali lotto gl’aufpitij della fortunatiflima cafa d’Auftna in buona par te ritrouate,& rette; che uolgendofi uerfo un lelu Chrillo nollro Signore» che tutto luminofo in una Croce nell’aria dipinto era(alludendo alle quac trochiariflimeStelIe)che di Croce fembianza fanno, nouellamenteappref fò a quelle genri ritrouate,pareuaaguiladi Sole,che con gli fplendidiflimi raggi alcune folte nugole trapalfafle: di che ella fembrana in un certo modo.
rendere a quella cafa moltegratiejpoicheperlei Ci uedeuaal diuin culto, Si alla ucraceChrilliana Religione ridotta con i Cotto ferita uerfi .
Di tibi prò meriti* tanti; Augufta propago *
Prxmia digita ferant: qu£ uinttam mille catcnis tìeu duri;fòluis:<JU£ dorimi cernere Solati Etcncbristantisi crckrìftumnofeeredonas.
Si come nella Bafe,che tutta quella faccia reggeua; & che benché al par di quella de Giganti uenifle non perciò come quella Iporgeua in fuori,fi ucj deua quali perallegoria dipintala fauola d’Andromeda dal crudo moftro, marino per Perfeo liberata. Ma in quella,che inuerlò l’Arno,& il Ponte ah la Carraia fuolgendofi riguardaua,fi uedeua in fimil modo dipinta la famo- fa benché piccola lfoIadell’Elbafotto formad’una armata guerriera federe, fopra un gran fallo col Tridente nella delira mano.'hauendo da l’un de Iati vn piccolo fanciulletto,che con un Delfino pareua,che uezofamentefcher; xallej & dall’altro un’altro a quel limile,che un’Ancora reggeuatcon molte Galee,che dintorno al fuo porto,che dipinto ui era, aggirar fi uedeuanota ie di cui,& nella di cu i Bafe I fimil modo corrifpódédo alla fopra dipinta fac
eia fi uedeua fìmilmente quella fauola,che da Straberne è meda, quando co ta,che tornando gl’Argonauti dall’acquifto del Vello d’oro; all’Elba con Medea arriuati, ui rizarono Altari, & ui fecero a Gioite fagrifizio;preue- dendo forfè ò augurando,che ad altro tempo quello gloriofo Duca per l’or•dine del Tolone quafi della loro squadra douefie fortificandola, & aflìcnra doi trauagliati nauigann rinouare l’antica di loro, &gloriofa memoria: il che i quattro uerfi in accomodato luogo pollini otumamejite dichiaraua- -£no dicendo.
’ ' lì«rwcrq ofiw Hcroes, <ji/£ littore in ifìo.
Magnanimiùotìspctiere. enlluapotcntis . 1
Aufticiis COSMlmultd muntici opera,acni
Pdcdtum peldgus scettri currit£ Haute.
Ma bellifsima, & bizatra, & capricciofa, & móltoornata uillafaceuaiw oltre alle uarie imprefe>& trofei, & oltread Arione, che fui notante Delfi¬no per mezo il mare follazandofi andaua, una innumerabile quantità di firauaganti pefei marini,& di Nereidi,& di Tritoni ; che per fregi, & pie- diHaili,& bafamenii,& ouunquelo spatio,& la belleza del luogo lo ricerca uà sparli erano.’fi come a pie del gran bafamentode Giganti gratiofauifta faceua ancora una bellifsima Sirena fopra il capo d’un molto gran pefee fe¬dente; dalla cui bocca fecondo il uoltar d’una chiaue, alcuna uolta non fen- .za defiderato rifo de circun danti, fi uedeua gettare impetuolamenteacqua a dolio a troppo auidi di bere il bianco, & uermiglio uino, che dalle poppe della Sirena abbondantemente in un molto capace; & molto adorno Pilo calcaua. Etperche lariuoltadellafacciaou’eradipintal’Elba,chea chidal pontealla Carraialungol’Arnouerlo gli Spini fi come fece la pompa an¬dati.!, batteuadi primagiunta negl’occhi:.parueal ritrouatore nafeonden- do la brtiteza,dell’armadure,& de legnami,che dietro necefiariamente po^ di erauo di tirare alla medelimaalteza un’altra limile alle tredeferittenuo- uafaccietta,cherendefie(fi come fece tutta quella uiftalietilsima,&ornatif- fima.Et in quella dentro ad un grande ouato parfe,cheben filile) tutto il cp
certo della machina abbracciàdofcollocare la principalifsimaimprelà)
.& però per quella ui fi.uedeua figurato un gran Nettunno fu l’u
fato Carro,&con l’ufato Tridente,quale è deferitto daVer
giliodilcacciare gl’importuni venti permetto ulan-
do le fue medefime parole MATVKATE
FVGAM. ,quàfi uolefie tranquillità, ejt
quiete,et felicità nel luo regno.a
Fortunati Spofi pro-
mettere.
Della Colonna.
A dirimpetto al uezofetto Palazo de Bartolini per piu /labile,
& ferino ornaméco era di poco no lenza (ingoiare artifizio fta ta ritta quella antica,& grandiflìma Colonna d’oriental grao nito,che dalle Romane Anroniane tratta era da Pio 4.'fiata a quello gloriole» Duca conceda^daluifbenchecon non pic¬
Del Canto àD ornaquincì.
V fatto il fedo Ornamento al Canto de Tornaquinci : & dirò cofa,che incredibile parrebbe a chi ueduta non l’hauefle ; per cioche quello fu tanto magnifico,tanto pompolo, & con tan¬ta arte,& grandeza fabricato,che benché congiun to col fuper biffimo Palazo degli Scrozi,atto a far parer nulla legrandifsi- me cofe,& benché in fito al tutto dilallrolo,p la ineguale rottura delle llra- de,cheui concorrono,&per certi altri ineonuenien ti; tanta nondimeno fu l’eccellentia dell’artefice,& con tanta ben incela maniera fu condotto rch’e pareua,che tante diftìcultà per piu ammirabile, & per di maggiore belleza renderlo a polla concorfe ui fuflero,accompagnando la riccheza degl’orna- men ti,l’alteza degl’archi,la grandeza,delle Colonne,tutte d’armi,& di tro¬fei contelle,& le grandi fiatile,che (opra la cima di tutta la machina torreg- giatiano quel bellifsimo palazoin gitila, che ciafcunogiudicato hatirebbe, chenequelPornamento ricercafl’ealtra accompagnatura, ched’un Palazo calerne che a tal Palazo altro ornamelo,chequello fi richiedcfie,ilche accio* che maggiormente s’intenda,&■ per piu chiaramente, & piu diftintamentc mollrare in che maniera quello fatto fufle,necefiaria còfa è, che da qlli, che fuor dell’arte fono,ci fia aiquato perdonatole a quelli,che di efia fi diletta¬no 3ndiéforfè piu minutame«*, che lor cóueneuolenó parrebbe deferiuen do la qualità, de fili, de la forma degl’Archi; & quello per-mollrare come i nobili ingegni fanno accomodaregl’ornamenti a luoghi,& l’inuentionea fili con grana,& cóuaghtza. Diremo adunque,cheperciochelallrada, che dalla Colonna a Tornaquinci uieneè (come ognun fa) larghiffima j & do- uendofi quindi in quella de Tornabuoni trapaflaredaquale per la fila ftret- ttza caulatia,che gl’occhi di chi ueniua in buona parte nella no molto ador¬na torre
fra torre deTornaquinci,che piu chela metà della ftrada occupa,percuote- uanojparue necelfario per maggior uagheza,& per fuggire quello ineonue mentedi formare nella largheza della predetta ftrada d’ordine comporto due archi,da unaornatiflìmacolonnadiuifid’uno de quali daualibero adi¬to alla pompa,che nella prefcrittauiadeTornabuoni trapaftaua,&l’altro la uiftadellaTorrenafcondédo ,pareuaper uirtu d’unaartifiriofa profpettiua che dipinta ui era,che in un’altra ftrada fimilea quella de detti Tornabuoni conduceftenn cui con piaceuoliftìmo inganno fi uedeuano non purelecafe & lefineftre di Tappeti adorne, & d’huomini, & di donne,che per mirare intente ftertero pienermacógratiola uifta,pareua chequindt muerfogl’en- tranti una molto uagagiouanefur’un bianco Palafreno da alcuni ftafheri ac compagnata uenirte;talche a’piu d’uno,& il giorno della pompa,& mentre, che poi ui flette,fece co*n gratiefa beffe nafcerdefidètio,ò di andare ad incoti trarla,ódiattendcrlafinoa tanto che trapalata furte. Erano quelli duear- chiohre alla preferitta colonna che gli diuideua mefliin mezo da altre colo ne della grandeza medefima,che'reggeuanogl’architraui fr^gi, & cornici, &fopraciafcuno con leggiadro ornamento n uedeua un belliflìmo quadro in cui pur di chiaroofcuro lì uedeuan dipinte l’hi ftorie delle quali poco di lòtto parleremo; chiudendo difopra ogni cofauri grandillìmo cornicione con' gl’ornamenti alla grandeza,&alla magnificentia, & uaghezadel refto corrifpondentiifopra ìlquale pofauano poi le ftatuejlequali quantunque ve nirtero aire dal pian della terra ben ucnticinque braccia con tanta nondime fio propor tione eran fatte,che ne l’alteza toglieua lor la gratia, ne la lonta¬nanza la uifta d’ogni particolareornamento,& bellcza. Stanano nella me- delima guifa quali ali di quelli due archi di tefta,dall’uno, et l’altro Iato due altri archi, l’uno de’quali congiunto col Palazo degli Strozi trapartandoalla predeftaTorre deTornaquinci daua aditola quelli,che uolgerlì uerfo il mer cato vecchio uoleuanojfi come l’altro dall’altro lato porto,faceua il medefi- mo effetto a quelli,che uerfo la ftrada chiamata la Vigna d’andar delìderaf- finozonde la uia di Santa Trinita di cui s'è detto che era tanto larga ueniual quelli quattro deferito archi terminando,a porger tanta uagheza,et lì bella & lì heroica uifta che maggiorefodisfationea gl’occhi de riguardanti pare¬rla che porgere non lì porcile, et quella era la parte dinanzi,comporta come fi è.detto di quattro Archi^diduedi tefta cioè, l’un fìnto, et l’altro che nella uia de Tornabuoni paftaua u ero,et dr due al tri da i lati a guifa d? A li che nel le due attrauerfanti ftrade fi riuolgeuano. ma perche entrando nella predet ta ftrada deTornabuoni dallato lìniftroacanto alla Vigna sbocca(come ciafcun sa)la ftrada di san Siilo,laquale anch’ella necefiariamente percuo¬te nel fianco della medefimaTorre de Tornaquincfinalcondendo la mede* fimabrutteza nella medefima maniera,et col medefimo inganno della rae- defima profpettiua;fi fece parere,che anch’ella in una limile ftrada trapàflaf fe,di uarij cafamenti in fimil modo pofti;etcon artifiziola uiftad’una mol- to’adornaFontana,traboccantedichiariftìmeacque:della*quale chi punto lontano flato fu He di certo affermato haurebbe,che una donna con un put- to,che di prenderne faceuafembianzauiua al tutto, et non punto fimulata era. Hora quelli quattro Archi tornando a quei dinanzi erano da cinque nel modo detto ornate Colonne, & fofpefi, & diuifi, formando quali una quadrata piazza;&era al diritto di cialcunad’efiecolóne Copra l’ultima cor nice,& fommitadell’edifitioun bellifsimo leggio; eflendonenel medefimo modo polli quattro altri loprail mezo di cialchedunoArco,i quali tutti face uano il numero di nouerin otto de quali fi’uedeua a federein ciafcuno una ftatuacon molto maefleuol lembianza, delle quali altra lì uedeua armata» altra in pacifico habito,&altra con l’imperatorio Paludamento, fecondo le qualità di coloro, che ritratti ui erano, & in ucce del nono leggio, & della nona ftatua lopra la Colonna del mezo lì uedeua collocato una grandifsi- ma Arme di calaó’Auftriadaduagran Vntoriecon l’imperiai Corona fo- ftenuta ; a cui tutta quella machina li dedicaua. ilche faceua manifefto un grandifsimo Epitaffio che con molto bella gr a ria Corto l’A tme pollo lì uede uadicéte . •
Virtutifìxlicìtdticfc lmrittifsim£ DGWUS AuftrÌ£,Haicfldtiq;tQt tantorumlmpe ratorum aoRegum/Jui in ipfa florucrunt.ei muK maxime florent^lorentia Augu fto coniugio particep s iliiusfcelicitatis grato,pio^ animo dicat.
Etera fiato intentionecomehauendocondottoaquefte splendidissime noze la Prouinciad’Auftna co le lue Cittadi,& fiumi,&col fuo Mare Ocea no;,sfattole dalla Tolcana,& dalle fua Cittadi, & dall’; Arno, & dal Tirre¬no (come s’è detto) riceuere:di condurre adeflo i Cuoigloricli,&grandmi¬mi Augufti tutti pompofi,& tutti adornijfi come ordinariamente, quando a noze s’interuiene,ufar fi fuoleti quali quali,che có loro la ferenifsima Spo fa condotto haueflero,fuflero innanzi uenuti per fare con la cala de Medici il primo parenteuole abboccamento,& moftraredi quale,&: quanto glorio la ftirpefilile la nobil vergine,che elsi lor prefentar uoleuano:& perciò del¬l’otto lopradet te ftatue, Copra glotto seggi polle, & perotto Imperadoridi quella augufiilsima cala fatte,fi uedeua alla man delira dell’Arme predetta» & Copra l’Arco donde la pompa trapaflaua qlla di Mafiimiliano fecondo,al prefente ottimo,& magnanimo Imperadore,della Spola fratello: Cotto a cui in un molto capace quadro li uedeua con bellifsima inuentione dipinta la fua mirabile afluntioné all’Imperio, ftando egli a federe in mezo a gli spiri— iuali,& a temporali Elettori: quegli conofciuti,oltre all’habito lungo, per una Fede,che a lor piedi lì uedeua ; & quell’ altri per una Speranza in fimil guifa polla. Vedeuanli nell’aria poi, Copra il fuo capo certi Angeletti, che fembrauano di cacciar fuori di cer te ofcure,& tenebrofe nugole molti mali« gni spiri tKUolendo.có efsi accennare,ò la stanza,che fi ha, che quando che iìa,in quella inuittifiitna,& coftantiflìma nationeli andranno diflìpando,et fpegnendole nugole di tante.turbationi,che intorno alle cole della Religio ne ui fono occorfe,&li ridurrà alla pnftina candideza,& lerenitàdi tran- quillifiìma concordia:o uero quafi,che in queft’atro tutte le diflenfioni fus- ier uiauolatefene,moftrarequantomicabilmentein tanta uariationedi'mé ti,& di Religioni co tal e afiuntioné contante confenfodella Germania, fe- guitafufle:ilchedenotauanole parole che Copra ni furono polle dicendo. ■
Alaximilidnus.ll.falutatur imp.magno confenfu Gemnontui dtéfc ingenti tetitid bo Acanto A canto poi alla datura di Maflìmiliano fopradetto in luogo conrifponden te alla colonna dell’angolo ui fi uedeuaquella del ucramente inuittiflìmo Carlo quinto:!! come fopra l’Arco di quella riuolta,R che fopraftaua alla ftrada della Vig'nà era quella del fecondo Alberto huomo di fpeditiflìmo va lore,benché piccol tempo imperafie. Ma foprala Colonna di teda fu melfa quella del gran Ridolfonlquale primo di quefto nome,primo anche ìntro- dufie 1 quella nobilifiìma cala l’imperiai dign i tà,R che primo l’arricchi del grande Arciducato d* A uftria:quando per mancamento di fuccefsione,e(Ten do all’Imperio ricadutole inuefti il primo Alberto fuo figliuolo, onde ha poi prefo la cala d’A uftria il cognomerilche per memoria di tanto importati te fatto,fi uedeua con bell il sim a maniera nel fregio fopra quell’ Arco dipi n - to;con l’infcritione a piedi,che diceua
RedulpbM primut ex bue familia ìmp.Albertum primum principato donai:
Ma ritornando poi alla parte finiftra,R cominciando dal ^medefimo luo go del mezojfi uedeua a canto all’Arme,R fopra il finto Arco che la Torre deTornaquinci copriuala ftatuadelreligioufsimo Ferdinando della fposa padre,fotto i cui piedi in un gran quadro fi uedeua dipinta la ualorofa refi- ftenza per fila opera fatta l’anno uentinoue nella difela di V ienna contro al terribile impeto Turchefco:denotata con il foprafentto motto dicente
Ferdinanda primut Imp. ingentibus copijs Turcarum cum Kege ipforum pidfis Vieti ttam nobilem Vrbcmfortifómc fjclìciJiìmccj; defendit.
Si come nell’angolo era la ftatua del primo,& chiarifsimo Mafsimiliafio,e fopra l’Arco che piegaua uerfoil palazo degli Strozi quella del pacifico Fe-i derigo appoggiata ad un troncon d’Oliuajdel medefimo Mafsimilia padre; ma fopra l’ultima colonna congiunta col fopradetto palazo degli Strozi fi ve deuaqlladel fopradetto primo Alberto^quello checfomefi difie)fu primo da Ridolfo fuo padredegli fiati d’Auftria inueftito;& che dette l’Arme, che ancor oggi fi uede,a quella nobilifsima cafa,laquale foleua prima eflere di ci que Allodolette in campo d’oro:doue quella,che,comeognuri uede,è tutta rolla con una’Iiftra bianca che la diuide,dicono,che tale da lui fi mefièi vlo; percioche come iui in un gran quadro dipinto fotto i fuoi piedi fi uedeua,u ledi trouòegliin quella fangùinofifsima battaglia da lui fatta con Adolfo fta to prima deporto dell’imperial fedeioue il predetto A Iberto fi uedeua di lua mano ammazare ualorofaméte Adolfo,et riportarne i’opime fpoglie.’et peio che fuor che il mezo della pfona,che p l’arme biaca era,in tutto il refto mac chiaro,R imbrodolato qlgiornodi sague fi ritrouaua,con la medefima ma¬niera di forma,& di colori p qlla memoria dipigner uolfe l’Arme che poi da fuccefiori di qlla cafa gloriofamente feguitata efier douefie. leggendoli lot-, co il quadro fi come agl’altri unafimileinfcritionechediceua.
AlbertutAAmper. Adolfum cui legibus impedii abrogato)» fuerat magno prdio uin cit3zr fyolia opima refert.
Et pche ciafcuno degl’otto deferirti Imp. oltre alluniuerfale arme di tutta la cafa viuédo n’usò ancora una fua particolare,et jppnarp piu manifefto réde- re a riguardati^ cui ciafcuna delle ftatue fatta fulle,fi nufe ancora lotto i lov piedi in bellifsimifcudiqll’Arme,che,comeèdetto,portata propriaméte ha ueua.ilche oltre ad alcune uaghe,Raccomodate hifioriette,che ne piedifial dipinte erano rondella heroica,& magnifica,& molto ornata uifta: fi come non meno faceuano nelle Colonne,& in tutti i luoghi oue accomodatamé- te metter fi poteuano oltre a Trofei,&1’Armi,le Croci di santo1 Andrea,&i fucili,& le Colonne d’Hrcole col motto del PLVS VLTRA, principale imprefa di quello Arco, & molte altre limili ufate dagl'huomini di quella Imperialifiìma famiglia . Et tale era la uifta principale,.che fi offeriuaachi per diritta uia con la pompa trapaftar uoleua: ma a quelli, che per il contra¬rio della uia deTornabuoni uerfo i Tornaquinci ueniuanofàceua forfè co non men vago ornamento per quanto la ftretteza della ftrada ne concede- ua il medefimofpetcacoloproportionatamenteaccomodato:perciocheiui, che la parte di dietro chiameremo, quafi un’ altro corpo limile al.delcritto formato eraseccetto,che per la ftretteza della ftrada doue quello di quattro quello di tre foli archi fi uedeua comporto, l’un de quali con fregiature, cornici congiungendofi,& per ciò doppio rendendo quello fopra cui fi dis fe,che fu la ftatua del.fecondo Maflimiliano oggi imperante polla l’altra con la defcritta profpettiua,che la torre nalcondeuaanch’egli appiccandoli faceua,cheil terzo falciando fimilmente dietro a fe una quadrata piazetta re flaua l’ultimo rii.chi con ia pompa ufciua:&fi dimoftraua il primo a chi p il con trariojper la.ftrada de Tornabuoni tornaua.-fopra ilqualef che fu nella medefima forma che i delcritti)erafi comeiui gl’Imperadori in quelli fi ue- deuano torreggiare ma in piedi ftando due Re Filippi padre l’uno,& l’altro figliuolo deigran Carlo quinto:quello,&il fecondo cioè, che ripieno di ta ta liberalità,&.giuftitia honoriamo oggi per grandiilìmo, & potentiffimo Re di tanti nobiliftimi regni.fra il quale,& la ftatua del predetto fuo Auo li uedeua nel rigirante fregio dipinto quello medefimoTecondo Filippo con maeftàfedere,& innanzi ftargli unagrande,& armata Donnatconolciuta p la Croce bianca,che in petto haueua effer Malta,da lui con la uirtu del Fili ila ftriflimo Signor don Garzia di Tolledo,che ritratto.ui era,dall'aftedio tur- thefcoliberata;&pareua,che come memoreuole del grandiilìmo benefitio uolefte porgergli l’olfidional corona di gramigna: il eh e era fatto manifefto dal fottofcrittogli Epitaffio,che diceua.
Udita crepta e faucibus immaniflitnoru boftiumjhtdiozr dUxilijs pijfiimi Regis Pfji . lippi conficruatoran fuum corona graminea donata
t perchéla parte òhe uerfo la ftrada della'Vigna rilguardaua haueffe an ch’ella qualcheornamento>cofaconuer.euole parie fra l’ultima cornice oue pofauan le llatue,& l’arcojche grande fpatio era,con un grande Epitaffio di .chiarare il concetto di tutta quella gcandiffìma mole dicendo.
Jmpcriolate flulgcntes afpice Reges .Auftriaca bos omna edidit alta Domus, Bis inuifta fuìt uirtus: bis cuncla fubatta .liti domita cjltdhs,ferititi? Occanus, Si come nella medelìmaguifa,&per la medefima cagione fi fece cliiaeifò .il Mercato vecchio anche in quefto.diccndo
Dnpcrijsgcnsndtd bonis>& ndtd Triumpbii QUdmgenia ècceloducere nemo neget:
Tufy nitcnsgenncn diuime ftirpis Etbrufcis Trdditumdgrisnitidis3utfoU cultd bees:
Simihi contingdt ueftro de/emine fruttimi Cdrpcrctcr in ndtis cernere detur Auos:
Ofortundtdm3uero tunc nomine florcns
Nrbs ferdrfln qujinifors congerdt omnc bonwtt.
rio,fi come in alcuno de leguen ti luoghi,che da quelli,che fuor dell’Arte fo no ne fia concedo il minutamente defcriuere il fito del luogo, Scia forma degTArchi,etdegTaltriornameti;pciocheintétionnraèdimoftrarenon me no l’eccellenza delle mani,&de pennelli di quelli artefici, che Topereefte- guirono,che la fertilità dell’ingegno,& l’acutezadi chi dell' Hiftorie, & di tutta Tinnendone fu il ritrouatore. Etmalfimamente,cheil fito di quello luogo fu il piu difaftrofo forfè,& il piu malageuole ad accomodare* che nef- funo degl’altri deferitti ò da delcriuerfi.-percioche uolgendo iui la ftrada ver fo santa Maria del Fiore,et alquanto nel largo pendendogliene a fami quel l’Angolo,che da quefii dell’arte è chiamato Ottufo: et quella era la parte de fica. ma al dirimpeno,et nella parte fini lira ellendoui una piccola piazetta nella quale due llraderifpondono-,Tona,che dalla piazagrandedi .Santa Ma ria Novellamene,et l’altradall’altra piaza Umilmente Vecchia chiamata; in quella cotalepiazetta,chein uero efproportionatiilìma fi formò incoiti ponimento di. teatro ottangulare tutta la,parte di lotto-, le cui porte erano quadre,& di ordine Tofcanotet fi uedeuafopraciafcunad’efleuna nicchia da due colóne i mezomefta,co lue cornici,architraui, & altri ornamenti rie chi,&pompofi di dorica architettura, ma crefcendo.in alto fi creaua Tordi« ne terzo oue fi uedeua {oprale nicchie in ciafcuno spatio un quadro co fuoi ornamenti di pittura bellilfimi. Hora conueneuofcofa è d’auuertire, che quantuque fi fia detto che quadre fuftero le porte dasballo,etTólcane, che le due nondimeno oue entraua,et ufciua la llrada principale,•& onde doues ua trapallar la pompa furono fatte a fembianza d’arco: allungandofi non pie colo spatio l’uno in uerfo l’entrata,et l’altro uerlo l’ufeita aguilà di Veftibu ^lo: et hauendo nella faccia del difuori reloTuno,& Taitvo ricchilfirao,et or-
natifsimo quanto proportionatamente fi doueua. Dclcritta fiora la forma generale di tutto l’edifitio,& alla particolare difeendendo, & dalla parte di* nanzi>& che prima a gl’occhi de camminanti fi offeriua,& che a guifa d’Ar¬co tnófale,come fi èdetto,&d’ordine Corintio,eraincominciandojfiuede uail predetto Arco ettcredall’una,&dall’altra parte metto in mezoda due armate,& molto bellicofeftatue>di cui ciafcunafur una gratiofa porticella pofandofi.fi uedeuano fimilmentefuori d’una nicchia metta da due propor donate colonne anch’ella in mezo ufeire. Et eranoquelle(quella cioè,che dalla parte delira fi dimoftratia)fatta per il DucaAlettandro genero del chia riflimo Carlo Quinto,Principe Ipiritofo , & ardito, & di molto gratiofe manierejtenentein una mano la spada,&nell’altra il batto Ducale,col moc to per la lua acerbamorrea piedi portogli,chediceua. SI FATA ASPE¬RA RVMPAS ALEXANDER ERIS.mainqlladallapartefiniftraG ve deua fi come tu ttigl’alrri da naturai ritratto il valorofifsimo Signor Giouan. ni col Calce d’una lancia rotta in mano,& col fuo titolo anch’egli fiotto i pie di ITALVM FORT1SS. DVCTOR. Etperchefiopral’architrauedi quelle quattro prima defcrittecolonneera proportionatamente porto un* larghifsimofregiojper quella largheza,che teneua la nicchia, fi uedeua fo- pra ciafcuna delle llatue un quadro metto in mezo dadue pilaftrijouein ql*
10 lopra’l Duca Alettandro fi uedeua di pittura la di lui ulata imprefia del Ri«« noccrotecol motto di NON BVELVO SIN VENCER. Etfopra qlla del S. Giouanni nella medefima guifa il fuo ardente Fulmine. Ma fopra l’Ar co del mezo,che adito capace per piu di fette braccia di largheza, & per piu diduequadrid’akezaalla trapattante pompa daua,&lopra alla cornice, & a fron telpitij, fi uedeua con bella maeftà a leder porta quella del ualorofo, & prudentissimo Duca Cofimo padreottimodel fortunatifsimo Spolo co
11 suo motto a piedi anch’egli,che diceua PIETATE INSIGNIS ET AR M1S. & con una Lupa ,& un Leone,che in mezo lo metteuano prefe p Fio renza,& per Siena,cheda lui rette,& accarezate,infieme amicheuolmente di ripofarfi fembrauano. Laquale llatua fi uedeua fituata a punto nel fregio & nella dirittura, & in mezo metta da quadri delle defeti tre imprefe,nafcen do per quanto teneua quella largheza Sopra l’ultima cornice in alto co fuoi pilaftri proportionati,& cornice,&: altri abbigliamenti un altro quadro di pittura,in cui alludendo alla creatione del predetto Duca Cofimo,molto priathen te fi uedeua figurata l’hiftoria del giouane Dauit,quando da Sa¬muel fu unto Reicol fuo motto.A DOMINO FACTVM EST ISTVD. ma lopraqueft’ultimacornice,ches’alzauamolto grande Ipatio da terrai! nedeuapoi l’Arme di quella ben auuenturofafamiglia,grande,& magnifi-. ca quanto fi conueniua,che da due Vittoriefintepurfempre di marmo era anch’ellacon laducal Coronalcllenura.-hauendofopralaprincipale entra ta dell’Arco in accomodatiflìmo luogo l’infcrittionc,che diceua.
V ir tuti felicitati % iUu/lrifema Medicea femilfequa flos Italia: lumen Uatruria de cus patria femper fliit:nuncafcitaflbiCafariafobole,ciuibus fecuritatcm, cmnifeo imperio dignitatem auxit,grata patria dicat.
Ma entrando dentro aquelto Arco fi trouaua quali una loggia attai capa cc,& I unga con la fua uoita difopra bizarrittìmamente,& con belliflìmogar bo
bo,& di diuerfe ìmprefe tutta abbigliata,& dipinta,dopo la quale in due pi- laftri fopra cui giraua vn arco pii quale s’haueua 1 errata nel prima detto tea tro,fi vedeuano a rincórro l’vna dell’altra due molto gratiofe nicchie: frale qnahfchcquafi cògnite co qfto fecódoarco erano)<Sc il prima deferìtto,fi ve deuano ne vani delle fin te pareti,che la loggia reggeuano due capaci quadri di pittura le cui hifioriediceuolméteaccópagnauano ciafcuno la fua fiatua,, & eranoqfie,in qlla da man ritta cioè, l’una fatta pii gran Cofimo detto il vecchio,ilquale quatunq-, nella famiglia de Medici fu fièro prima fiati p armi óc pation ciudi moiri egregi),& nobili huomini,fu nódimenoil primo fóda tote della fua ftraordinaria gtadeza,et quali radice di qlla piata,cb’è poi tato felicemente a tantagrandeza peruenuta. nel cui quadro fi uedeua dipinto il fupremo honore dalia fua patria Fiorenza attribuitoglirquando dal publì co senato fu padredella patria appellatotilcheottimamente dichiaraua Pia fcrittione,che fotto fi uedeua dicendo.
COSM vs Mcdice$,ucterc honcjlifamownmum Scndtus confato retioiuto , Parcns , Patria dppeUdtur.
Efiédo nella parte difopradelmedefimopilaftroin cui lanicchia pofta era vn ^pportionato quadretto neiquale il Mag.PierofuofigliuoIo ritratto era, , padre del gloriofo Lorézo detto anch’egli il uecohio uerace, & unico Mece natedetépi fuoi,et ottimo cóferuatore dell’italica traquillità:la cui fiatua fi vedeua nell’altrapdetta nicchia córifpódéte a qlla del vecchioCofimorhaué do nel quadretto,cheifimil modofopra il capodipitogl’erail ritratto ach’e gli del Mag.Giuliano fuo fratello,et di PP.Cleméte padrere nel quadro mag giore córifpódéte all’hiftoria di Cofimo, I hiftoria del publico cócilio fatto da tutti i Pricipi ltaliankoue fi uedeua col cófiglio di Lorézo fermarli qlla ta to ftabile,ectato prudétecógiuntionesp cui l’Italia métre,ch’ei uifie,&ch'el la durò,fi vide códotta al colmo delle felicitai come poi morédo egli,et ve n-edo ella meno, fi uide peipitarein tati incèdi),& in tate calami tà, & rolli¬ne. fiche nó meno chiaramétemoftraual’infcrinone,che fotto haueadicédo
Ldurentiiu Mcdiccs,betli3&pdcisdrtib'.u exceUcnS-, dittino fuo confilio coniunttis animisiopibui Priucipumltdlorum}&’ingenti itdlÌ£trdnquittitdtepdrtd p.t-
• rcns -optimi feculi zppclldtur.
Mavenédopoi nella piazettain cui(come5’èdetto)l’ottagularTeatro,che cofi lo chiameremo porto eracomiciàdomi daqfia prima étrata,etda ma de fira girado diremo,che qfia prima,parte era da qfi’arco dell errata occupata fopra ilquale in vn fregio córifpódéte nelì’alteza al terzo, & ultimo ordine del teatro,fi vedeuano iquattro ouatii ritratti diGio.di Biccipadre del vec¬chio Cofimo,et qllo di Lorézo fuo figliuolo del medefimoCofimo fratello, da cui qfto fortunato ramo de Medici oggi regnanti hebbeorigine,etqllodi Pierfiàc. di qfto Lorézo figliuolo có qllo d’un altro Giouani fimilméteipa- dre del prima detto bellicofo S.Gio.Ma nella fecóda faccia pur dell’ ottago- lo,et có Vetrata cògnita,fi vedeua fra due ornatifs.colóne in vnagrà nicchia a federe,et di marmo come tutte l’ahre (fatue figurata có la regai bacchetta in -manoCaterina la valorofà Regina,di Ftàciacó tutti qgl’altriornameli,che al la leggiadra,et heroica archi tetji ricercano.Ma il terzo .ordine difopra oue fi Odetto,che ueniuano i quadri di pineta p la cofteihiftoriafigurata la mede «'* fimaReinz
Regina con gran raaefta a federe,che dinanzi haueua due bellifiìme donne’ armate: Tana delle quali prefa per la Francia,che inginocchiata ftaua, pare ùakche gli presétafleun beilillimo putto di regai Corona adorno:fi come Tal tra in piede,che la Spagna era,pareua,che in fimil guifa gli prefentafTe una leg'giadrifsimafanciulla: uolendo pel putto intendere del chriftianiisimo CatlanonojcheOggi per Redalla Franciaèreueritoret per 1 a fanciullal’elet tifsima Regina di Spagna;moglie del'l’ottimo Re Filippo. Vedeuafì poi in torno alla medefima Caterinacon molta reuerentiaalcum altri piu piccoli putti Ilare,pii pgl’altri fuoigratiofifs.figliuolctti:aquali pareua,che vna For tuna ferbarte Scettri,et Corone,et Regni. Et perche fra quella nicchia, et l’Arco dell’entrata g la fproportion del Cito auanzaua alquanto di luogo cau fato dal non fi efler uoluto far FA reo fgratia'tanwnteafgembo', ma propor» donato,et rettojper tal cagione fu ini ancora quali i una nicchia, un quadro di pittura meflodn cui con la Prudenza,et con la Liberalità,che infieme ab¬bracciate ftauano molto argutamente fi dimoftrauacon quali guide la cala de Medici fufie a tanta al teza peruenura:hauer.do (opra loro in un quadret- tofimileper largheza a gl’aitri del terzo ordine dipinto una humile,&deuo fa Pietà:conofciuta per la Cicogna,che l’era a canto:in torno alla quale fi uc deùarìo molti Angeletti, che gli moftrauano diuerfi difegni, & modelli, delle moire Chie/e>&: Moni fieri, Conuenti da quella magnifica, & reli- giofa famiglia fabbricati. ma feguitando nella terza faccia dell’ottangolo, p- che ini ueniua l’arco,onde fi ufetua del Teatro,lopra il frontefpiziodiquel-, lo,come quore distanti nobiliffimi membri fu polla la ftatua dell’ eccellenti! fimo,&affabihffimo Principe,&Spofo con il motto a piedi di SPES AL¬TERA FLORAs; efiendonellafregiaturadifoprafintendendofifempre, che arriuafiealiaitezadel terzoordine)acorrifpondézadell’altro Arcojoue (come fi è detto erano fiati polli quattro ritratti) in quello luogo ancora quattro altri ritratti limili de fuoilluftriffimi fratelli in fimil modoaccomo- dati.’quelli cioèdedne Reuerendiflimi Cardinali, GioUanni di ueneranda memoria,& del gratiofilfimo Ferdinado,& quelli del belliflimo Signor do Garzia,&deH’amabililsimo Signor don Pietro. Ma ritornando acquar¬la faccia dell’ottangolojconciolìa,che il canto delle cale,che lui fono non la- feiando sfondare in dentro non permettelle,che potelìe faruifi la folita nic¬chia,in quella uece con bello àr ti fi ti o ui fi uedeua accomodato,& conrifpo« dentea quelle un grandifsimo Epitaffio dicente
Hi, ^HOS filerà uides redimito; tempora mitra Pontifices triplicitRomamjotumq; piorum Concilium rexere Pij,fed qui propè fulgcnt ittuftri e gente itifìgnes fagidisucjtogisuc - Kcroesclaram Pdtriam,populumq} potentem ìmperijs auxere fui s,ccrtd(fc fialute Kam fcmcl italiani donaruntaureafieela Coniugio Aug/uflo decoravi nuiic,w magcfirmavi.
Efiendo fedendogli difopra in luogo d’hiftoria,& di quadro in due ouati dipinte he due imprele,del fortunato Duca cioè il Capricorno co le fette delle,Òc col FJDVCIA FATI, & laDonnolacomlmottodell’AMAT VICTORIA CVRAM dell’Eccellentiffimo Principe. Erano poi nelle tre nicchie, che nelle trefaccie feguenti ueniuano le ftatue,de trePontefici maffimi,che fono di qùella famiglia ufcitkuenuri anch’efsi tutti lieti ad interuenire ed hono¬rare cotanta feftarquafi,che ogni fauorehumano, & diurno, & ogni eccelle tiad’Arme, et di lettere, et di prudenza,et di Religione,etogni fotte d’ime periofufle a gara concorfo a fare augufte, & felici quelle fplendidifsime no ze.&erano quelli Pio quarto poco innanzi a miglior uita trapaflato.foprail cui capo nella (uà hidoria dipinto fi uedeua,come dopo,chea Trento furo¬no terminate leintricate difpute, & fornito il sacrofanto Concilio, 1 dua Cardinali Legati gli prefentauano gl’inuiolabili Decreti di quello:!! cornei quella di Leon decimo fi uedeua l’abboccamento da lui fatto con Francefco primo Re di Franciatper ilquale con prudentifsimo confìglio raffrenò Firn peto di quel bellicofo,& uittoriofo Principejfi che non mìfe fotto fópra co¬me harebbe per auuentura fatto,& certo poteua fare tutta l’Italia;& in qUel la di Clemétefettimo larcoronationedalui fatta in Bologna del gran Carlo quinto. Ma nell’ultima faccia poi percuotendo nell’acuto angolo delle cafe de Carnefecchi,dal quale ueniua non poco la dirittura della faccia dell’otta golo intercifa,con artifizio nondimeno gratiofo, & uago fi fece a fembian- za dell’altro,ma alquàto infuori rigirare un’altro maeftreuoleEpitaffio,ehe diceua
Pontificafummos Medicumdomus ultd LEONEM CLEMENTE M deince^edtditindeP1VM.
Quid tot nunc referdm infignes pictdte3ucl armis Mdgndnimoscj; Duccs3cgrcgiosty uirosl
GaUorum intcr quos late Regina refidget. .
U£c Regis coniuxjbjec cadcm genitrix.
Quali tale era di dentro il preferitto Teatro: ilqu-ale benché affai minuta mentedeferitto paiajnon per ciò refta,che una infinità d’altri ornamenti di pitture,d’imprefe,& di mille bellifsime,& bizarrifsime, fantafìe,cheper le cornici doriche,& per molli nani’, che fecondo l’occafione porte erano, & che faceuano di se ricchiflima,&gratiofifsiroa uifta come non eflentiali,per non tediare il per auuentura fianco lettore lafciate non fi fieno/; potendoli chi di fi fatre cofe fi diletta immaginare,che nefluna parte p'manefle che co fomma maeftria,& con fommo giuditio,& con infinita leggiadria condot¬ta non furte.-dando uaghifsimo,&piaceuolilsimofineall’alteza fualemolt* armi,che proportionatamente {compartite fi uedeuano:& quelle erano Me dici ed A uftria per l’Illuft.Principespofo con sua Alteza. Medici, & Tolle- do per lo Duca padre. Medici & A tifi ria un altra uoltajconofciuta per le tre penne effier dell’antecelforluo Alefladro.et Medici,& Bologna di Piccardia perLorenzo Duca d’Vrbino. Et Medici,& Sauoia per lo Duca Guiliano. Et Medici,et Orfini per il doppio parentado di Lorenzo il vecchio, et di Pie ro fuo figliuolo.Et Medici,etVipera p il già detto Giouàni marito di Chateri na Sforza. Et Medici,et Saluiati pii glonofo Sig. Giouanni fuo figliuolo, &
Francia,& Medici per la Serenittima Regina.Se Ferrara,& Medici per Io,pti ca con una delle forelledell’eccellentilfimo Spofo. & Orfini, & Medici per l’altra gentiliflìma forella maritata all’111uftriilìmo Signor Paulo Giordano Duca di Bracciano. Reftahora a delcriuerel’ufcita del Teatro, & l’ultima parte di quella,laquale corrifpondendo con la grandeza, con la proportio- ne,& con cialcuna altra lua parte alla prima detta entrata crederrò,che poca fatica ci reftera a dimoftrarla a difereto lettore, eccetto però che nell’ Arco , che per faccia di quella era,Se che uerfo Santa Maria del Fiore riguardaua co me luogo meno principale era ftato fenza ftatue,& con alquanto minor ma gnificcntiafabricatohauendoinlorAiecefqpra l’ArcomelIo un grandiflì- moEpitaffiodicente.
Vìrtutrdtd tibi&irps quonddm -
Cldrtun Tufcorum detulìt Imperium.
Quod co SM VS forti prefunfliis numeri Mdrtìs ■
ProtiilitiZ? iuftd cuin ditione regit.
Rune cddemmdiordiuind è gente IONNAM .
Alltcit in Rcgnum,concilidtcfc toro.
Quce fi crefcet item uenturd in prole nepotes .Aurei gens Tufcis exoricntur dgris.
Ma ne duoi pilaftri,che era nel principio dell’andito ò ueftibulo che óhia mato ce’lhabbiamojfoprài quali fi rigiraua l’Arco dell’ufcita,&fopra cui era la ftatua dell’inclito Spofo,lì uedeuano due nicchie,in una delle quali fi uedeua polla la ftatua dél gen tililfimo Duca di Nemors Giuliano il giouane fratello di Leone,& Gonfaloniere di Sata Chiefaiche anch’ egli nel quadret to,che lopra gli llaua hauea il ritratto del magnanimoCard.Hippolito fuo lì gliuolo,con l’hiftoria,che uerfo l’ufcita fi diftédeua,del Teatro Capitolino dal popol Romano l’anno M D X11,1, dedicatogli con l’infcrittione,che per nota tenerla diceua.
f lulidnut Medices eximit uirtutis&r probitdtis ergo summis d Pop.Romùonoribusfo > cordtur.renoudtd specie dntiqu# dignitdtisde latiti^
Et nell’altracorrifpondenteaquettavSc,fi come quella,ritta ed armata fi uedeua fimilmen te polla la ftatua del Duca d’Vrbino Lorenzo il giouane tc nente in mano la spada,che.sopras.se nel quadretto anch’egli haueuail ritrat to di Piero fuo padre,hauendonelPhiftoria figurato, quando da Fiorenza fua patria gli fu con tanto faufto dato il battone del generalato con la fua iu fcrittioneanch’egli per dichiararla, che diceua.
Ldurentius Me. iunior mdximdìnuifauirtutis indote Jimuminrc milititi Impfr ' . riumjnixtmo fuorum cimi nitore,??Jj>c idip ifàWb
1'
2W Canto allaT agita.
mera di fcriuere al lodare,& allaplificare indinatatma rendafi pur certo eia fcuno,cheóitreall’eflerfi di gran lunga lalciato con eflìadietro quante mai di fi fatte cofe in quella città,& forfè altroue fi fien fatte, cheelle furono ta¬li, & con tantagrandeza,& magnificenza,&; liberalità da magnanimi Signo ri ordinate,& dagl’artefici condotte,che elleauanzauano di molto ogni ere denza,& tolgono a quali fi uoglia ferittore ognr forza, & ogni poflanza di potere con la penna all’eccellenza del fatto arriuare.Hor ritornando dico, che in quello luogo,in quella parte cioè one la ilrada,che dall’ Arciuefcoua do camminando per entrare nel Borgo di san Lorenzo fa diuidendo la pri¬ma detta Ilrada della paglia una perfetta Croce,& un perfettoQuadriuio,fu fatto il predettoornamentoimoltoal Quadrifronteantico Tempiodi Iano fimigliante:& quello,percioche quindi la Cattedral Chiefa fi uedeua,fu da quefti religiofiflìmi Principi ordinato,che alla Sagrofanta Religionefidedi ealTe:incuiquantola Tolcana tutta, & Fiorenza particolarmente in tutti i tempi Hata eccellente fia,non credo che di meftier faccia,che molto in dimo ftrarlomi prenda fatica . Et in quefta,in tendone fu, chehauendo fatto da Fiorenza per fila miniftre,óccompagne(come nel principio fi difle)códurre (eco a riceuere nel primo abboccamento la nouella Spofa alcune delle fue doti ò proprietà,che polla in grandeza l’haueuano,&delle quali ben gloriar fi poteua di moftrare,che qui a non men neceftario ufitio lafciatohauelfe la Religione,cheafpettandolain un certo modo la introducelle nella grandis lima,&ornatiflìma Chiefa a lei uicina. Vedeuafi adunque qfto Arco, che in molto larga Ilrada erafeome fi è detto)formato di quattro ornatiflìme fac cieda prima delle quali fi rapprefentaua a gl’occhi di chi uerfo i Carnefec- chi ueniua d’altra il gambo della Croce feguendo, &: uerfo il Duomo di ’ san Giouanni,&di santa Mariadel Fiore riguardando lafciaua pertrauer fo della Croce due altre faccie;di cui l’una guardaua uerfo san Lorenzo, &c l’altra uerfo l’Arciuefcouado. Et per defcriuere ordinatamente,&con qua ta piu facilità fia pollìbile la belleza,&i 1 componimento del tutto,dico anco ra dalla parte dinanzi incominciandomijacui fenza punto mancare era nel¬la compofition degl’ornamen ti quella di dietro fimigliantiflima che nel me zo della larga Ilrada fi uedeua la molto larga entrata dell’Ateo ,che fi alzaua conuenientilfimo spano,nell’uno,& l’altro lato del quale fi uedeuano due gràdiflìme nicchie mefle in mezo da due limili colonne Corintie tu tee di MÌ trie di Turriboli di Calici di fagrati libri Ad’altri sacerdotal i inftrumenti in TTttt x uece di trofei,di fpoglie dipinte. Sopra le quali,& fopra l’ordinate corni ci,& fregi,che fportauano alquàto piu in fuori di quelli,che Copra l’Arco del mezo ueniuanojmadi alteza apunto gli pareggiauano,fi uedeua fral’unaco lonna,& l’altra girare un’altra cornice come di porta,o di fineftra di quarto tondo, che fembrando di formare una particolar nicchiafaceua una uifia leggiadra,& uaga quanto piu immaginar fi polla. Sorgeua Copraqueft’ulti ma cornice poi una fregiatura alta,&magnifica quanto conueniua alla prò portionedi tantoprincipioscó certi menfoloni in tagliati,e meli! ad oro, che fopraledefcrittecolonneperpendicularea punto ueniuano.-fopraiquali lì pofàua un’altra magnifica,&molto adorna cornice con quattro grandiflimi candelieri pur ad oro meflì,&come tutte le colonne,bali,capitelli,cornici, & architraui,& tutte l’al tre cofedi di uerfi in tagli, & colori tocchiti quali an ch’efli al diritto de menfoloni,&delle defcritte colonne ueniuano. ma nel mezo poi,&fopra i detti menfoloni alzandofi fi uedeua due cornici muouer fi,&a poco a poco fare angolo,&finalmente in un frontefpitio conuertirfi fopra ilqualein unamolto bella,&ricchabafe fipofaua a federe con vnacro ce in mano una grandiflìma flatua prefa per I a fan ti filma Chriftiana Religio nera piedi cui,& che in mezo la metteuano fi uedeua due altre ftatue limili, che fopra la cornice del frótefpitio già detto,di giacer fembrauano: l’una del le quali,cioè quella da man delira,che tre putti d’intorno haueua, era per la Carità figli rata,& l’altra per la Speraza. nel uano poi,ò per dir meglio nell’a golo del frontefpitio fi uedeua per principale imprefa di quello Ateo Fanti« co Labaro co la Croce,&col motto IN HOC VINCES aCoftantinma dato,fiotto a cui con belliffima grada fi uedeua polare una molto grand’Ar¬me de Medici con tre Regni Papali accomodandoli al cócetto della Religio ne peri tre Pontefici,che in efiadi quella cafa fiati fono. Et in fui primo cor nicion piano fi uedeua poi una fiatila corrifpondente alla nicchia già detta, che fra le due colonne ueniuafl’una delle quali cioè quella dalla parte delira era una bellifiimagiouane tutta armata con l’Afie,& conio Scudo, qualefò leuafigurarfianticamenteMinerua,eccettocheinuecedellateftadi Meda fa fi uedeua a quefta una gran Croce roda nel petto:ilchefaceua ageuolmen te conofcerla per lajnouella Religion di Santo Stefano da queftogloriofo,e.c magnanimo Duca religiofamente fondata. sicomela finiftra,chein ue.ce d’Armi ruttali uedeua di saccrdctah.&pacifiche uefii adornata, & in uece d’Afte con una gran Croce in mano; col belliflimo componimento dell’al- tre torreggiadofopra tutta la machina faceua vnaujfia pompofiflìma,&roe rauigliofa. Nella fregiatura poi,che ueniua fra quella, ultima cornice, & l’architraucjche pofaua fopra le colóne,oue p l’ordine dello/par amento ve niuan tre quadri,fi uedeuano dipintele tre fipetie di nera Religion e,che fo¬no fiate dalla creation del mondo in qua:nel primo de quali, & che da man delira era.uenendo fiotto l’armataflatua fi uedeua dipinta quella forte di Ré Iigione,che regnò nel tempo della legge naiuralein quei pochi,che l’hebbo no uera,& buona:fe ben non hebbero perfetta cogniticn di Dio : onde fi ue deità figurato Melchifedech offerire Pane,& Vino,& altri frutti della terra fi come in quello dalla parte finiftra, & che anch’egli in fimil maniera fiotto 4ia fiatila della pacifica Religion.ueniua,fi uedeua l’altra Religion da.Dio or .dmaxa dinata per le man di Mosè piu perfeta della primajma tutta d’ombre,& di fi gure talmente uelara,che interamente l’ultima, & perfetta chiareza del di- uin culto fcoprire non laficiauano.-per fignification della quale fi uedeua MO sè,& A ron fagrificare a Dio il pafquale Agnello.ma in quello del mezo,che ueniua appunto fiotto legrandi,& prima deficritte ftatuc di Religione, Cari rà,&Speranza,&fiopra l’Arco principale,Se cheera a proportion del mag- giorespazio degl’altri molto piu capace ui fi uedeua figurato un’Altare fò- praui un Calice con un Odia,che è il uero,et euangelico fagrifitio: intorno al quale fi uedeuano inginocchiati alcuni, & difiopra uno Spirito Santo in mezoamolti Angeletti,che teneuano un Cartiglio in mano ; in cui percio- chefcritróera IN SPIRITV, ET VERITATE, pareua,cheanch’effica tando lo replicartero intendendo per lo spiritoquello in quanto riguarda al fiacri lìtio naturale, & corporeoi&uerità pql!o, che appartiene al legale, che tutto fu per ombra,& figura, eftendo fiotto a tutta l’hiftoria un belliffi- mo Epitaffio,che da due altri Angeli retto fi pofiaua fu la cornice dell’ Arco del mezo dicendo.
Ver£ Rcligìoni:qu£ uirtutum omnium funddtnentum:publìcarum rerum firmamentuM priuatarum ornamcntumiGr humati£ totiue uit£ lumen continet : Hetruriafera* per Dux & magiflra iUius habitat cadevi nunc antiqua, G? fua propria laude , maxime florensjibentifiiinc confecrauit.
Ma uenendo alla parte piu bada,& tornando alla nicchia, che dalla parte delira fra le due colonne,S: fiotto l’armata Religione ueniuaj & che benché di pittura,per uirtu del chiaro,de (curo rileuata fiembrauaj dico cheiui la fta tua del pijffimo prelente Duca in habito di Caualiere dell’ordine di Santo Stefano fi uedeua,con la Croce in mano, Se con la feguente infcrittione fio- pra il capojSe fopra la nicchia,che intagliata ueramente pareua dicendo.
COSMVS MEDIC. floren.GT Setiar.Ditx.ll.Jàeram.D. Stcpbanimilitiam Cbri* flian£ pietatis,G? bcUic£ uirtutis domicìliumfundauit anno M D LXI.
Si come nella bafie deìlamedefima nicchia fra i duoi piediftaili delle colo ne,con laproportió Corintia comporti fi uedeua dipinto la prefa di Damia ta fieguita.per opera de fortiifimi Canalieri Fiorentinitaugurando quafi a q- fti fuoi nouelli una fimil gloria,Se ualore. Et nella lunetta,o mezo tondo, che fopra le due colonne ueniua,fi uedeua poi l’arme fua propria, Se panico lare delle palle,che per la Croce roda,che con bellillìmagratfiaccomodataci erafaceua chiaramenteconoficere quella edere del gr an.M adiro >Se capo di erta Religione. Horaperuniuerfiale,Sepublico contento,Se perrjnnouare la memoria di coloro i quali dì quella città ò di quella prouincia uficin per in tegrità di coftumi,Se per santità di uita chiari furono,Se di qualche.uenerata. Religicn fondatori,Se per accendere gl’animi de riguardanti all’imitazione della bonta,Sepf elionedi effi,p3rfieche diceuol cofa fu ffehauendo dalla par te deftra'fcotpe fi è detto) meflo la ftatU3 de 1 Duca della fiagra, militia di sarò Stefano fiódatore,dall’altra collocare qlla di S.Gio.Gualberto,che Caualier-e fiecódo l’vfio di q tépi fu anch’egli di corredo ; et fu primo fódatore, Se padre ideila Religió di,Valébr.oIa;il.quaIe có'jcr.euolméte(fi come il Duca fiotto, l’ar
..mata anch’egli fotto la facerdotale (tatua di Religione in habito ùmilmente di ualiere che al nimico perdonaua porto fi uedeua»hauendo nel frontelpizio fopra la nicchia una fi mil Arme de Medici con tre cappelli Cardinalefchi;& nella bafe l’hiftoria del miracolo occorlo alla Badia a Settimo del Frate,che per ordine del predetto san Giouangualberto a confufione degl’heretici,& (imoniaci,parto con lafua beneditione,& con'unacrocein mano per mezo d’un ardentirtìmo fuoco;&hauendo 1’infcrittionefimilmentein un quadrec to difopra,che tutto quello dichiararla dicendo..
loannes Gualberttis Eques nobili/?. Eloren. VaUis VmbrofiiC fanili# dii fior fuit ■ anno MLXI.
Col quale ueniua terminata quella belliflìma, & ornatiflìma principaP faccia. Ma entrando fotto l’Arco ui lì uedeua una aliai Ipatiofa loggia,o an dito,ò ueftibulo,che chiamar celo uogliamo,nella cui guifa fi uedeuano Ila¬re a pùnto le tre entratele quali congiugnendoli a punto infieme nella ero- - ce delle due ftrade lafciauano in mezo un quadrato (patio di circa otto brac¬cia per ciafcun uerfo:oue i quattro Archi alzandoli all’alteza di quei di fuori, & girando i peducci in uolta come le a nafeer (opra una Cupoletta u’haues- fe,quando eran peruenuti alla intorno rigirante cornice,&oue a comincia¬te hauùtohaurebbe a uolgerfi la uolta della Cupola j nafceua un Ballatoio di dora ti balauftri fopra ilqualelì uedeuano molto uezofamente in giro bai lare un coro di belliflimi Angelettt,&cantare con un concento foauillìmo ri mariendoui per piu gratia,& perche lurrie lòtto l’Arco per tutto fi uedefle i cambio di cupola il ciel libero,ed aperto. Negli Ipatij poi,ò (pigoli, che li chiamino de quattro àngoli» che nafeendo ftreru di necefsità quato piu s’al zauanouerfo la cornice fecondando il giro dell’Arco piu s’apnuano, erano' con non men gratiain quattro tondi i quattro animali dipinti; mifticàinene da Ezechiel, & daldiuino Giouanni medi peri quattro fcrittori del (agro Euangelio. Ma tornando alla prima di quelle quattro loggie,ò veftibuli che chiamati cegl’habbiamo,ui fi uedeuano le uolte con molti uaghi, & leggia¬dri (partimeli ti tutte adorne, & dipinte con uarie hiftorietteyed’Armi, ed imprefe di quelle Religioni di cui ell’eran fotto ò d’accanto,& alle quali el¬le principalmente feruiuanoifi come nella facciata di quella prima da man delira,&che con la nicchia del Duca congiunta era,fi uedeua in uno fpatio' fo quadro dipinto il medefimo Duca dar l’habito afuoi Caualieri con que- gl’ordini,& cirimonie,checóluetifonodi fare;Porgendoli nella parte piu lontana che Pifa rapprefentaua la nobile edificatione del palazo della Chie- (a,e dello spedale;& nell’imbalamento luoin uno Epitaffio per dichiarano
ne dell’hi ftoria fi leggeuano quelle parole.
COSMVS Med.F/or.cr Sonar. Vux.U.cquitibussuis dittinoconfllio crcatis magni feerie % infignia &fidati pr<cbct,largcq; rebus omnibus itfiruit. .
Si come nell’altra a rincontro di quella appiccata con la nicchia di sa Gio uan gualberto fi uedeua quando quello medefimo santo in mezo ad aspris¬simi
DEGL’ ACCADEMICI 92;
fimi bofchi foncUua il primo, & principal Moniftero con l’iftfcritrionc an¬ch’egli nella Bafe che diceria ♦
S. Io. Gu db ertiti in Vdtlcmbrojteno M onte,db intcrucntoribiu zr.ittcccbris omnibus remoto loco Domicilium ponitfdcris suisfoddlibus
Mafpeditala faccia dinanzi,&a quella di dietro trapalando per maco irrv pedire l’intelligentia,nel medefimo modo delcriuendola,diremo come an<à che se prima detto,che & nell’alteza,& nella gràdcza.& negli fpartimenti, & nelle colonne,&finalmentein tutti gl’altri ornamenti era del tutto alla ; defcrittacorrifpondente:eccetto,chedouequellanellapiu alta cima del me zo haueua le tre già dettegrandi ftatue Religione,Cari tà,& Speranza, qne fta in quella uecehaueuafolo una belliflìma Ara tutta fecondo l’ufo antico comporta ed adorna:fopralaquale(lì comedi Verta fi legge)fi uedeua arde re una uiuacifsima fiammajóc da man delira cioè di uerfo il san Giouanni er gerii una grande ftatua honeftamente ueftita tutta uerfo il Ciel filia; prefa p lauitacontemplatiuartaqualeper pendiculare dirittura ueniua a puntolo- , pralagran nicchiain mezoalle duecolonne:li come nell’altra faccia s’èdet to:& dall’altra parte un altra grande ftatua a,quella fimigliante; ma tutta sbracciata,&.tutta fnella,& con la tefta di fiori incoronata : prefa per la uita attiua con le quali.uemuano attamentecomprefe tutte le parti, che alla Cri fliana Religione appartengono. Nellafregiatura fra l’un cornicione,&i’al tro poi,che corrifpondeua a quello dell’altra parte, & che come quello era anch’eglilcompartito in tre quadri,lì uedeuanelmaggiore,&chenelmezo era,tre huomini in habito Romano prelentarexn/fanciullettiad alcuni ve . nerabiliuecchi Tofcani.-accioche da loro nella lor Religione ammaeftrati, dimortralferodiquantaeccellentiaapprefloiRomani,Struttel’altre natio- ni furte an ticamente laTofcana Religione hauuta:col motto per dichiarano ne di quella da quella pfetta legge di Cicerone canato,chediceua ETRVa RIA PRINCIPES DISCIPLINAM DOCETO. Sotto a cui era l’Epi¬taffio fimile,’&.conrifpondente a quello nellaltra,faccia delcritto, che dice¬ria anch’egli.
Frugibus inuentis' dotte cetebrdntur Attendi,
Romd ferox drmis,impcrioq; potens.
At nojird b<cc mitis prouincidEtbrurid rito ’Diurno, culto nobiliore Dei.
Viidm qudm perhibent drtes tenuijfc pidndi Nuntinis,cr rito* edocuijje fdcros.
Rune cddcmfedes ucrt ejl pietdtis,& itti Uos nunqudin titulos duferet ulld dies.
Ma nell’un de due quadri-minori,& in quello che da mali dertra ueniua, perche pare,che Fanti caRehgion gentile,che non lenza cagione dall’occafo era porta,in due parti diuila lìa,& inaugurio,& in fagrifitio,m alluna mente .conlìlla,lì uedeua dipinto fecondo quéìt’ufo.unantico Sacerdote, con cura .mirabile/mirabile filar tutto intento a mirare lintériora de fagr i fica ti animali, che iti' un gran nappo da minillri del lagrifiziol’eranomefle innanzi ::et nell’altro- un Augure a quello limile col ritorto lituo in mano difegnarein aria le re¬gion comode a pigliare gl’augurij con certi vccelli,chedifoprauolarui fcm- brauano. Hora difcendendo piu a badò, alle nicchie uenendo dico, che in quella,che da man delira era,lì uedeua S.Romualdo,ilquale in quello no ftro paefe terra appropriata,et quali naturale di Religione,et di satitàfugl’af prfsimi monti Apennini feminò il l'agro Eremo di Camaldoli.ond’hebbe ql la Religione nome,et principio;con l'infcrittione fopra la nicchia che dice- ua.
• Romualdut inbdcno&rttplend/dnftitdtis TerrdtQdmdldulcn[ium ordinemcoUocd^ uit.Anno Olì/
Etcon l’hiftorianeIlabafedeIl’addormentatoRomito,cheinfogno uè« deuala fca’afimileaquelladi Iacob,che fopra le nugole trapalando afcen- deua fino al Cielo;ma nella faccia,che con la nicchia era congiunta,et che fot to il veftibulo,come dell’altra li difie,trapallaua, fi uedeua dipinto {’edifica«- tione nel predetto afprifsimo luogo fatta con cura,et magnificentia mirabi¬le del predetto Hererno,con lìlcrittione,chedichiarando diceua.
Sdtiflus Romudldus in Cdntdldulcnfi jylucfìrì locò diuìnìtus/ibi cftenfo, & diuitìà conteinpldtioni dptifiimo: fuo gruuifiimo collegiofcdcs quictifiimds extruit.
Nella nicchia dalla parte finillra fi uedeua poi il beato Filippo Beniziiio1 • ftro Cittadino poco manco,chefondatore,et primo lenza dubbio ordinato redell’ordinedeSerui. ilqualebenché fulleda lette altri nobili Fiorentini accompagnato,non entrando tutti in una nicchia ui fu egli folofcome il piu degno)collocato:con l’infcrittionefopra,che diceua.
Eilippus Benitius ciuis nofter inflittiti,cr rebus omnibus ornduit Seruorum Bdinilidm. Anno MCCLXXXV.
Conl’hilloriafimilmente nella bafe dell’ Annuntiata, che da molti An- gelettiera folìenuta,et con unofragl’altri,cheun bel uafo di fiori fembraua di uerfare fopra ungrandifsimo Popolo,che chiedendo gli llaua : prefoper Jeinnumerabili grafie,che per fiua mtercelsione tutto li giorno fi ueggano fareaquefedeli,checon denoto zelo fegli raccomandano,et con l’altra hillo ria nel gran quadro,che lotto l’andito paflaua del medefimo S. Filippo, che co’fettepredetti nobili Cittadini Inficiando l’habito ciuile Fiorentino,etpi- g bando quello della Religion de Serui fi moltrauano molto occupati in fa¬re edificare il bellifsimo Monillero,che oggi in Fiorenza di lor fi uede,et che allora fuori eraret la uenerabile,etornatifsima,etpergl’infiniti miracoli per tutto’l mondo celebratilsimaChiefadell’Annuntiata.'ftatapoi lempre capo di quell’ordine,ccn l’inlcrittione,che diceua.
Sptcm nobiles ciues no tiri in fdceUo noflra urbis,toto nunc orbe Religionìs,& Sditili tdtisfdmdchtrifinvfe totosReligionidediwt,effemina idciuntordinis Seriwrutn EMdrùeVirg. -
Re Ha«Reftano le duefaccie,che braccia quali,come fi è detto, al diritto gambo della Crocefaceuano minori aflài delle due già defcritte,caufato dalla ftret- ,teza delle due ftrade,che quindi fi par tono:onde per ciò màco fpatio alla ma gnificentia dell’opera uenendo a concedere,et per confcguente per nó vfcir della debita proportione di alteza molto minore eflendo,fi uedeua giuditio famente in uece delle due nicchie l’Arco,che iui adito daua da due fole colo ne in mezo meflo.’fopra ilquale nalceua una fregiatura proportionatajin me zó di cui con un quadro di pittura fi finiua l’ornamento di quella faccia non già fenza quegl’altri infiniti abbigliamenti,et imprefe,et pitture quali in tai luoghi pareua,chediceuoli fodero. ma ellendo tutta quella macchina alla gloria,et potenza della uera Religione,et alla memoria delle luegloriofe vit torie dedicatajpigliando le due piu nobi 1 ij& principali,ottenute cótro a due particulari,&potentiflimi auuerfarij, lafapienzahumana cioè,fotte cui fi comprendono i filofofi,f gl’Hereticij & la mondana potenza : dalla parte che uerfo l’Arciuefcouado riguardaua fi uedeua figurato quando San Piero & San Paulo,&gl’altri Appolloli pieni di diuino spirito difpurauano con unagran quantità di Filolofi, & di molti altri di humana fapientia ripieni. de quali alcuni piu confofi fi uedcuanogettare,ò ftracciare i libri,che in ma teneuano,& altri come Dionifio Areopagita,follino,Panteon,& limili tut¬ti hunii 1 i,& deuoti uenire a quelli in legno di conofcere,faccettare la ueri- ta Euangelica,col motto pdichiaration di quefto,che diceua, NON EST 5APIENTIA NON EST PRVDENTIA. Ma nell’altre uerfo l’Arq.uc feouado a rincon tro di quello fi uedeuano i medefimi San Piero, & Paulo, ■f glabri prefente Nerone, f molti armati fuoi Satelliti in trepidameli, te, f liberamente predicare la uetitàdell’Euangelio confi motto.NON EST FORTITVDO NON EST POTENTIA. Intendendofi quel che in Salamoneondeilmottoèprelo legue CONTRA D.OMINVM. Nelle quattro facciepoi,che lotto le due uolte di quelli dua archi ueniuano di uer fo l’Arciuefcouado in una fi uedeua il beato Giouanni Colombini honora« to Cittadin Sanele dar principio alla compagnia degl'Ingieluati fpogliando iì nel campo di Siena l’habito Cittadinelco,f uellendolì da uile, & pouero dare il medefimo habito a molti,che con gran zelo nelo ricercauano có l’in- icrittione,che diceua. '
Origo cottcgij pduperumquidb IESV cognomendcceperunticuiut ordititi Princcpl ■■ futi IOANNES Colombina domo Sencnfìs,dnno MCCCLI.
Et nell’altra a rincórro fi uedeuano altri gétil’huomini pur Sanefi dinazi al Vefeouo d’Arezo Guido Pietramalefco a cui dal pp.era flato cómelfo, che ri cercafle la uita loro,ftar molto mieti a moftrargli la volótà,f defiderio, che haueano di crear l’ordine di Mote V liueto: la quale fi vedeua da ql Vefeouo approuarejcófortàdogli a mettere in atto Tedificatione di ql sàtill. f gràdis fimo Moniftero,cha poi a Mót’vfoieto nel cótado di Siena fabbricarono, di cui moftrauano hauer portato quiui un modello có l’infcritione,che diceua
ìnjltiutiurfdeer Ordo Mondcorum,qui db Qliueto Monte nomindtur Auftoribus no* bihb us Qiuibus Sencnjìbus Anno M C C C XIX.
Ma dalla parte di uerfo S. Lorenzo fi uedeua l’edificatione del famofilT. Ora torio della Vernia a fpele in buona parte de religiofi Còti Guidi Signori al-Ihora di ql paefe,&popa del gloriofoS. Frane il quale modo dalla folitu- tudine del luogo ui fi ridufie,& vi fu vifitato,& fegn'aro dal noftro Sig. Iefii Chriftocrocififto delle ftitnate,Cólfitìfcfltioneycbe tuttoqiieftó dichiaràuà dicendo/ ; I'<- • • n<r- '•ohi.-. ’> ’ • • ' - «• '
Atycrrimum dgri noftriiìwntem Dittus Frdncifcus elcgit'.in quo fummo drdore, domi ni no fri fdhittirem neccm contcmpUretur: isquc noti! piagarmi in corpore ip/te uscxprcfiti,diuinitusconfccrdtur. • ' ' •' """
Si come al dirimpetto ui fi uedeua'la celcbratione fatta in Fiorenza del Concilio lotto Eugenio quarto^quando la Chiefa greca fiata tanti anni di--- (cordante con la Latina fi riuni,&reintegroifi fi può dire la uerafede' nella priftina chiarezza, & (inceri ràdiche faceua fimilmènte manifefto la fuàin-- Icrittione dicendo. . '•
Rumine Dei optimimdx.&ftnguldriciuiumnoftrorumReligionteftitdio, eligitur ? urbs noftra,in qua. Grccid dmplifiimum membrum 4 Chriftidnd pittate diftunftunt reliquo Ecclcfie corpori coniungcretur.
Di Santa <F7ldariadel Flores.!
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L L A Chiefa poi Cattedrale,& al principalifiìmo Duomo quantunque per feornaritììmo,& fiupendo fiat paruenó dimeno douédo (come fece)rincontrata da tutto’i Clero la nouella Signora fermaruiffidi abbellirla quanto piu po pofamente,& religiofamente fi poteua,& di lumi,& di fe fieni, & di scudi, & d’una innumerabile, & molto bene /compartita quantità di Drappelloni: facendo maflìma-
2YN TE Ayo.MamoltopiudalbreuirtîmoEpitaffiochefottofegli uedcut dicendo. . -
CONFIRMA HOC DBVS, QVOD OPERATVS ES IN NOBIÎ.
Del Cauallo.
uaun giouane Heróe tutto armato,& tutto alla fembianzadi ualor piencr: in atto d’hauerecon l’Afte(il<ui tronco a piedi (egli uedetia)ferito a morte un gran didimo Moftro,che lotto il cauallo tutto, languido dirtelo gl’era: & già Tur una lucida spada la mano meda quafi per uoler di nuouo ferirlo lem braua dimirare a che termine per il primo colpo il Moftro ridotto forte. Eraquefto figurato per quella uera Erculea uìrtu, che difcacciando come ben dideDatep ogni villa,& rimettendo nell’Inferno la dilììpatrice de Re- gnfi& delle Rep. la madredélledifcordie,delleingitirie,delle rapine,& del le ingiùftitie,& finalmente quella che comunementeii Vitio,o laFtaudefi chiama,fotto forma d‘honefta,& giouane Donna,ma con una gran coda di fcorpione ìidottsjlembtana d’hauere uccidendola merto la Città in quella- tranquillità,&quiete in cui mercè degl’ottimi luoi Signori ripofare, & fella cernente oggi fiorire lì uede: ilche non meno era maeftreuolmente dichiara to dall’imprefà, accomodatamente nella gran Bafe poftafin cui fi uedeua de tro,& in mezo ad un Tempio aperto,& fofpefo da molte colonne fopra un religiofoaltarel’Egitiano Ibi,che col becco,&con l’unghiemoftraua di la¬cerare alcune ferpi,che intorno ailegambeauuoltefegì’eranor&colmotto, che accomodatamente diceua. PREMIA DIGNA.
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Del Borzo de Greci.
I come ancora al canto del Borgo de Greci, perchegl’occhi in quella fuolta,che fi fece,andando uerfo la Dogana hauertero . oue,pafcerfi con diletto:uolfe d’architettura Dorica formare un piccolo,& chitifo Archetto dedicandolo alla ptiblica alle¬grezza :ilche fi dimoftraua per la ftatua d’una femmina inghir¬
no due uezofiffimi Satirini,che con dua Otri,che in spalla tetieuano uerfa uanofcome nell’altra lì fece)in unabelliffì. fontana uino bianco, & uermi-x glio: et come a qlla ilPéfce, a quali i. Cigni,che lotto i due putti, ftauano fa ceuanoachi troppo beeua la beffe co zampilli dell’acqua che fuor del vafo tal uolta con impeto fchizauano con un gratiofo motto chediceua AB1TE LYMPHdì VINI PERNICIES. Ma ddopra,e d’intorno alla maggiore ftatua fi uedeuanomolt’altri,& Satiri,&Baccanti,checon mille piaceuoli modifembrando,& di bere,& di ballare,& di cantare,&di tutti quei giuo- chi'fareche gl’Ebbri fogliono quafi di dir moftrauano il fòprafcrittogli mot to. Huncejlbibcndum,nuncpede libero Pulfanda TeHus
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Deltdrco détta Dogana.
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AREV A fra tante prerogative,&eccellentie,&: grafie con cui l’alma Fiorenza adornandoli,& in uarij luoghifeome se moflro) a riceuere,& accompagnare la fua serenifiima Principelfa diftribuite hauendole.-pareua dico, che la fòla fouranaySe principat VertuòPrudenzaciuile, regina, & maeftradi ben reggere,&gouernarelepopolafioni,&gU flati fi fuìfe fenza mention fame finoaqui trapafiata:la.
Kebuf Vrbariìs corijtitutis : fìnib. Imperi/ propagati! : Re militari ornatatpdceùbicfc ’ ^partaiduitatis^itipcrijc^ dignitate arila: memor-tantorum bcneficioruiu Patria Prudenti* Ducis optdeiicauit.
All’entrare adunquedèllapùblica,ctducàlPiaza,et'daH’'unaparte col pii blico,& ducal Palazo congiunto, et dall’ altra con quelle cale in cui il Sale a popoli diàribuiF fifiiolejbenc^et diceuolmentefu a quella cotai Vertu
prude
Prudenza ciùìle uno foura tutti gl’ale.ri merauigliofo,«Segrand’Arco dedica tò in tutte le partiate henchepiu alto, et piu magnifico al prima deferitto della Religione che al canto alla paglia fu meflo conforme, & fomigliante : in cui fopra quattro grandiflìme colonne corintie in inezoalle quali adito alla trapafiante pompa fi daua,& fopra il folito architrauc,et cornice, et fre giatura di rifai ti (come in quellaltro fi difle)in tre quadri diuifa:fi uedeua lo pra un fecondo cornicione,che tutta l’opera chiudeua con heroica,et grauil. fimamaeftà,inlembianza di Regina a feder porta con uno feettro nella de¬lira mano,pelando la finiftra fur una gran palla una grandillìma donna di reai corona adorna,che ben di edere quella cotale ciuile uirtu dimollraua; rimanendo dabaflo fraTuna colonna,& l’altra tanto di (patio,che una sfon data,& capace nicchia agiatamente riceueua: in ciafcuna delle quali accorta mente dimoftrando di quali altreuirtu quella cotale Vertuciuilecompolla fia;& alle militari meriteuolmente il primo luogo dando,con bellilfimo, et. heroico componimento fi uedeua nella nicchia da man deltra la (tatua della Forteza principiojdi tuttejl’attioni magnanime,& generofe:fi come dalla fi¬niftra in fimil guifa polla fi uedeua la COSTANZA ottima di loro con- . duttrice.etefleguitnce.-maperchefrailfrontelpitiodelledue nicchie, et la cornice che rigiraua alquanto di fpatio rimaneuaraccioche il tutto adorno fufle vifurono finti di color dibrózo duaiondi,in un de quali con una bella. armata di Galee,et di’Naui fi dimollraua la diligéza,&accurateza di quello accortiflìm© Duca circa le cofemarittimeret nell’altro fi come nell’antiche medaglielpeflc fi troua,1’ifteHb Duca caualcando,et circuendo fi uedeua ui fitare^etprouuederea bifogni de fortunatrftati fuoi. Sopra il cornicione foura-nò poi ouefi difle.che la maefteuolé (tatua della cimi Prudenza a feder polla era, feguitàdo di dimoftrare di quali partijcópofta fu Ile, et a dirittura a puro della defcritta Forteza,fi uedeua da alcuni magnif.vafi da lei feparata la Vigilanza tanto neceflaria in tutte l’humaneattioni.'fi come fopra la Cofta- za fi uedeua in fimil guifa la Patientia: & non parlo di qlla Patientiaacui. gl’antmi rimedi tollerando l’ingiuriehanno attribuito.nomedi uirtu: ma di. qlla,che tato honor diede all’antico Fabio Mallìmo,che.con maturità,&pru denza afpettado i tèpi oportuni d’ogni temerario furor prilla fa le fue cofe co ragione,& co uataggio.Ne tre quadri poi in cui come fi dille la fregiatura di uila era,&i quali erano da modiglioni,& da pilaftri,che al diritto delle colo ne nafcédo,&finoalcornicionecofommauaghezadi(tendendolileparati: in vno,& in quel delmezo cioè che loprail porton^dell’ Arco,&lotto la Re ginaPrudenza ueniuafi uedeuadipinto.il generofo Duca con prudente, & amoreuol cófiglio renutiare al meriteuol Principe tutto il gouerno degl’ara plifiimhftati fuoi.’ilche fi efprimeua p unofeettro fopra una Cicogna, che di porgerglifaceuafembianza,&dall’ubidiente Principe con gran reuerentia pigliarfircobmottochediceua REGET PATRIIS VIRTVUBVS..
Si come in quello da man delira fi uedeuail medefimo fotrifiimo Duca con animolà rifolucioneinuiare le genti fue, &da loro occupaxfi il primo forte di Sienaragiomforle non piccola della uixtoria di quella/guerra.Hauendo in fimil guifa in quello da raaa fini (Ira dipinto la lietiflima entrata fua dopo la uittoriaconfeguitainquclbuiobiliffima Città,
9>g TERZAPARTE
Ma dietro alla grande ftatua della Regina Prudenzaf& in quello folo uenf ua quella parte dinanzi,all’Arco della Religion diflìmile,fi uedeua rileuarfi; in alto un quadrato,&'uagamenteaccattocciatoimbafamento,quàhtunqp da bado non fenza infinìta^gratia fulìe alquanto piu largo, che nella ci i ma non era.fòprailqualel’antica ulanzarinouando fi uedeua una belliflì- tna,& trionfai Quadriga,da quattro merauigliofi corfieri auerun degli-a n tichi per auuert tura in belIeza,Scgrandeza ìhferiort tiratajin cui da due.ue- zofi Angeletti fi uedeua tenerdn aria fofpela la principal Corona di quello Arco di cinica Querce compofta{& a lerribianzadi quella del primo Augu¬rò a due code di Capricorno annodatajcol medefimo motto, che da lui con ellagiafù ulàtodicente OB CIVES SERVATOS, eflendo negli spazij; che fra i quadri,le flatue,& le colonne,Se le nicchierimaneuano ogni co fa Con riccheza,Scgrana,Se con magnificentiainfinitadi Vittorie,&Ancos re,Se di Telluggini con l’ali,&di Di amati, Sedi Capricorni,& di altre’fi fatte imprele di quelli magnanimi Signori ripiene. Hora alla parte didietro, & che uerfola Bìsza.riguardaua trapaflandodaqualeal tutto limile alla dinan zi deferìttàdireno eder/Ilatajécfc'etuato però,che! uece della llatua della Ke. gina prudenza ui fi uedeua in ungrandeouatocorrifpondenteal gran pie-.> di ftalló che reggeuaJa detta gran Quadriga, la quale con ingegnófo ar.ufi= zióin un momentoitrapalfata la pompa uerfo la piaza fi riuolfe,ui fi uedeua dico per principale ìmpreladeirÀrco un edefte Capricorno con lefuallel*- le,chenellezampefembraua di tenere un regale feettro con un occhio in ci ma:quaìe fi dice.che.gia di.portare ufaua l’antico , &giuftiflimo .Ofiri.con l’antico motto intorno dicentefiNV LbVM ; NVMEN. ABEST quafifog. giugneflèfcomeil primo Autor dille). SI S1T ’ PRVDENTIA. Ma alla parte dabaflò.incommciandcmi diremo ancorafperche quella per efprime re le ationi della pace non meno al genere humano neceflarieforfe,fu fatta) i che nella nicchia da man delira limile a quelle dell’altra defcritta faccia fi ue-. delia polla una ftatua di femmina,prefa p il Premio,ò Remuneratione chia-. niata GRATI A , cheifaui Principi conferir fogliono per le buon’opere a gl’huomini uirtuofi,& buonnfi come nella finiftrain fembianza mmacciofa con una spada in mano fi. uedeua lotto la figura di’Nemefi la PENA per i uitiolì,& reiicon che ueniuan comprelè le due principali colonne della Giu ftiiiajfenzaambo le quali come màcheucle,& zoppo nefiuno flato mai heb be (labilità,òfermeza. Ne due ouati poi corrifpondendo femprea quelli dell’altra faccia,& come quelli di bronzo pur fintijnell’uno fi uedeua lefor tificationi di molti luoghi dal prudentiflimo Duca co molta accorteza fatte: & nell’altro la cura,Se diligentia fua mirabilein proccutare la comune pace d’ltalia(fi comcin molte delle lue anioni s’èuifto)'mamaflìmamente all’ho rà,che per fua opera s’eftinfè il terribile, Sé tanto.pericolofò/incendio, non pero con rbolta prudenza da chi doueua più proccurarè il ben publico del
pòpol CKfiftianóeccic&to.’iIcheeraefprelìo con diuerfiFeciali,& Are, & co altri limili i rtftrumen ti dr pace,& con leparolefolitenelle Medàglie fopra ef fi elicenti’ PAX AVGVSTA. Ma fopra quelli,&(opra le due deferitte fta tue delie nicchie limili aìledette dall’altra parre, fi uedeua dalla banda delira la FACILITA, & da la fin-iftra la-TEMPERANE A,ò sopita,che la uoglia fy ’ mo/mo chiamarerfignificando per quella prima una exteriore cortefia, & affabi lità,neluolereafcoltare,& intendere,^: rifpondere benignamente a ciafcu¬no,ilche tiene merauigliofamentei popoli foddisfatti:& per l’altra quella tc perata,& benigna natura,thè nella conuerfationecon gl’intrinfìchi, Scdo- meftichi rende il Principe amabile,camoreuole>& con i fudditi facile,&gra tiofo. Nel fregio poi corrifponden te a quello della parte dinanzi : & come quelloin tre quadri diuilo fi u:deua fimilmente in quel del mezo, & come cofaimportantiflimalacopelufiónedel feliciffimo matrimonio córrano co tantaloddisfatione,&a beneficio defortun3ti popoli fuoi,& per ripofo,5c quiete di ciafcuno fra quello Illullriflìmo Principe,Óóquefta sereniffima Re gina Giouannad’Aultria con il mottodicente FAVSTO CVM SIDERE Si come nell’altro da man delira fi uedeua l’amoreuoliflìmo Duca prefo per mano con l’eccellétifi.DucheflaLeonora fua conforte,donna di uirile,«Scarti mirabile.uirtu,<Sc prudenza,& con cui mentreella uifiefudi talea'mor con¬giunto, che ben potette chiamarli chiarfifimo specchio di maritai fede. Ma nella finiftra fi uedeua il medefimogratiofo Duca (lare come ha fempre vfa to con cortefia mirabilead afcolcar molti,che di uoler parlargli faceuan fem biante;& quella era tu tra la parte che uerfolapiaza riguardarla. Ma lotto lo: fpatiofo A rcoj&dentro al capace andito,per onde la pompa trapaflauafi ve. deua dipinto in una delle pareti,che la uoltafofteneuano il gìoriofoDuca in- mezo a molti uenerabili vecchi,co quali.confìgliandofiipareua, che a molti fteflé porgendo uarie leggi,&: fiatati in diuerfe carte ferine: lignificandola* tante leggi prudentilììmamente emendate,d di nuouo fondate dalui, con il motto di LEG1BVS EMENDES. Si come nell’altra dimoltrando l’utilis fimopenfiero d’ordinare accrefcere la sua ualorofa militiafi uedeua il medefimo ualorofo Ducafqual ueggiamoin molte antiche medaglie) Ilare lur’un militare Suggello a.parlameifta.re.a unàgran.moltitudinedi soldati, ched’intornogli ftauano,con il motto difopra che diceua ARMIS TV- TER1S. Si come nella gran uoltachein fei quadri Rara partita era fi uede¬ua in ciafcuno di elfi in ueCe di que colòni,che eomuneméte metter fi foglio nounalmprefa,oper piu propriamente fauellare un rouefeiodi medaglia accomodato alle duedefcritte hillprie delle pareti:«Sc era ini un di quelli di- pintodiuerfefellecuruli con d merli falci eonfolari.’&nelFaltro una.Donna con le Bilancie prefa per l’Equità,lignificar con ambi uolendofié gialle leg¬gi douer fempre alta leuerità della Inprema potellà, congiugnere l’Equità del difereto Giudicej&gl’akri due alla militia riguardando .-«Scia uirtu de foldati,& la debita lor fededimollrando; per l’unadi quelle cole fi uedeua dipinto una femmina armata all’antica:^ per l’altra molti foldathche dille- dendo l’una mano lopra un Alrarefembrauano di porger l’altra al lor Capi
rano. Negl’altriduepoi,che rimaneuanojl giallo, & defiderato frutto di tuttequellefatichecioèlàVitcoriadefcriuendo ; fi uedeua uenir pienamen tè efprefto figurandone fecondo,il folito due femmine ftan ti l’una1,àcnell’vn de quadri fiopra una gran Quàdrigai&nell’altroraltrafopraungr^roftro di nàuefie quali ambe.in una delle mani fihedeuano tenére u;n ramodiglo- riofa Palma,&nell’altra unaiierdeggìahte:coróna:drtrionfale Aìloro-.segui landò nel figirante fregio,che intorno alla uoltai&(il'4ifiantijet il didietro abbrac-
(e,che al fuo luogo nel principio dell’A ringhiera fi metteffe quello per gra- deza,& per belieza,& per ciafcuna fua parte merauigliofo, & ftupendo Gi- gante di bianco,& finiffìmo marmo, che ui fi uede ancor ogguconofciuto dal Tridente,che ha in mano,& dalla corona di Pino, & da i Tritoni che co le Buccineapiedi tonandogli ftannoeflereNettunnolo Diodel Mare. Qiiefto fur’un gratiofo Carro di diuerfe marine cofe, & de dua attendenti Capricorno del Duca,& Arietedel Principe adorno, •& da quattro marini Caualli tirato pare con vna certa benigna protettone che prometter nelle co fe marittime ne uoglia quiete felicità,&uittoria. A piedi cui per piu ftabil- mentej&' piu riccamente fermarla con non men bella maniera fi fece per al lhora una uaghiffìma,&grandiflìma ottangular Fontana leggiadramente /ottenuta da alcuni Satiriche con ceftelle di diuerfi frutti faluatichi,Óc di rie ci di caftagne in mano,& da alcune hiftoriette di baffo rilieuo, & da alcuni fettoni diuifi,di marine nicchie,& di gamberi,& altre fi fatte cofe confperfi, pa reua,che lieti molto,et baldanzofi per la nouella Signora fi dimoftraflero fi come non meno,et con non minor grafia fi uedeuano giacendo ftarfi fu le fponde delle quattro principali facciedella fontana con certe gran conchi¬glie in mano anch’effe , et con certi putti in braccio dua femmine nude, et dua belliflìmigiouani: i quali con una certa gratiofaattitudine quafi che in fui li to del Mare fuffero pareua,che con alcuni Delfini che fimilméte di baf¬fo rilieuo ui erano,giocando uezofamenté,et fcherzando fi fteflero .
Della Porta del Palalo
A hauendo/comenel principio della defcritiones’èdetto)fat to da Fiorenza accompagnata da i feguaci di Marte,delleMufè, di Cerere,della Induftna,et della Tofcana Poefia,etdel Dife- gno la sereniflìma Principeffa riceuere,et dalla Tofcana poi la trionfale Auftria,et dall’Arno la Draua,et dal Tirreno l’Ocea no,et da Himene ©promettergli felici,et auuenturofe noze;eti fuoi gloriofi Augufti/Augufti fare co chiariflìmi Medici il parenteuole abboccamento:& tutti poi per l’Arco della fagrofanta Religione trapaflando alla cattedral Chiefa fcio glieregl’adempiutiuoti,&quindi ueggédol’heroica Vertu hauere il Vitio. eftinto: & con quanta pyblica allegreza l’entrata fua celebrata fufletdalla Vertu ciuile.dc da magiftrati della Città nuouamenteraccoltajpromettena dogli Nertunno il mar tràquilloparuegiuditiofamente di collocarla all’viti mo nel porto delia quietifsima Sicurezadaquale fopra la porta del ducal Pi lazo in luogo oltre a modo accomodato fi uedeua figurata fiotto la forma d’v. nagrandifsima,S:bellifsima,& molto gioiofafemminajd’Alloro,& d’Oli- ua incoronata,che moftraua tutta adagiata fiederfi fiopra una termifisima Ba- fiead una gran colonna appoggiatajper lei dimoftrando il fine defiderato di tutte l’humane cofie debitamen te a Fiorenza,&: per confluenza alla felicif- fima spola acqui fiato dalle fcientie,& ver tu,& arti di cui dilopra se fiati ella** to;,mamaflimamentedaprudentifsimi,& fortunatifs.fuoiSignorijchediac corla,& adagiarla iui preparato haueuanoscome in luogo ficurifsimo di go¬dere perpetuamente con gloria,&fiplendoregl’humani,& diuini beni nelle trapalate cofedimoftratiglirilche molto atramente fi dichiararla, «Sedala rEpitaffio,che con bellifisima grada lòpra la por ta uemua dicendo.
Ingrcdcrc optìmis Aufticijs■■fortunata £dcs tuas Augnila Virgo : cr prtfidiitifiimr jfoonfìamore,Clari/^DudsfapientiajCUìnbonis omnibus dclicijsfy filmina animi fc curitatc diufelix cr l£ta pcrfruerc:& diuin£ tii£ Virtutis}fuauitatis3 fecuniita* tis fruftibus publicainhilaritatemconfinila.
Et da una principalifsima imprefia,che nella piu altaparte lopra la deficri t ta fiatila della Sicureza in un grande ouato dipintali uedeua. & quella era, la militare Aquila delle Romane Legioni,che in fiur’una Afte laureata,lem- braua dalla mano dell’Alfiere,eflere fiata in terra fitta,& ftabilitatcon il mot rodi tanto felice augurio da Liuio onde l’imprefia è al tutto cauata dicente HIC MANEB1MVS OPTVME. L’ornamento poi della porta, cheeoi muroappiccato ueniua,in tal guifia accomodato fi bene in telo era ; che. leruire ottimamente potrebbe qualunque iiolta adornando la fiemplice,ma magnifica rozezza de uecchi fecoli,fi uolfieper piu ftabile,et perpetuo, con» ueneuolealla no lira piu colta età di marmi ò di altre piu fini pietre fabbrica re.Et però dalla patte piu bada incominciado,dico,chefopra duegràpiedi- ftalli,che fui piano della terra fi pofauanoj& che la uerace porta del Palazo in mezo mettano,fi uedeuano due grandissimi prigioni,maftio prefo per il FVRORE,et femmina con i crini di uipere,et di cerafte per la DIS COR¬DI A di lui compagna; i quali quali domati,et incatenati, et uinti fembra¬mano per l’Ionico Capitello,et per l’Architraue,et fregio, et cornice, che fo¬pra premendogli ftauano,chein un certo modo per il gran pefo rifpirare non potefleroitroppogratiofamente moftrando ne uolti,che per la lor brut teza bellifsimi eranol’lra,la Rabbia, il Velenosa Violentia,et la Fraudelor proprij,et naturali affetti, ma fopra la deferitta cornice fi uedeua formare vn frontefpitio in cui una molto riccha,et molto grand’Arme del Duca ricinta, dal folito Tofone con il Ducal mazocchio da due bellifsimi putti t etto collo, caia era-,&perche queftofolo ornamento, chea punto gli ftipiti della uera porrà copriua,pouero a tanto palazo non rimanefie,conuencuolecofa par¬ticeli farlo metterei mezo daquattro mezecolónepofteduedall’tina,&due dall’altra parte,chcalla medehmaalteza uenendo, & con la medefima cor¬nice,& architraue mettendoli formafieroun quarto.rondo, ilquale l’altro fironelpitio acuto,ma retto abbracciarle,con i fuoi rifai ti, & con tutte l’àu* uertenzea debiti luoghi mefie.-fopra iìqualeformandofi tin'belliflìmo baia¬mente,fi uedeualadefcritta (fatua della Sictireza come fi.è detto con bellifi» fimagratiapofta;maaìlequattromeze colonne da ballo ritornando dico , che per maggior emagnificcntia; & belleza, & proporr ione da ciafcun dei lati,fra colonnaCSc colonna,era tanto di (patio (lato lafciato,che ageuolmen te in uece di nicchia un bèllo,&capace quadro dipinto ui fi uedeua.in vn de qual^Scin quello,che piu uerfo la dinina (fatua del gentililfimo^Dauid po fio era,fi feorgeuano fiotto la forma di tre femmine, che tutte liete incontro all’afpettata Signora di farfi fembiauano la Natura con le fue torri ( come è colfume)m capo,Sccon le tante (ue poppejfignificatrici della felice moltitu dinedegl’habitatorfi&la Concordia col Caduceo in mano,fi come per la ter za fi uedeua figurata Minerua muentrice, & maeltra della r ti liberali, Sede virruofi,& ciudi coftumi. Ma nell’ altro che uer(o la fieritfìmaJfatua del« l’HcrcoIeriguardaua fi uedeua Amalteacol folito Comodi douitiadnbrac ciò fiorito,& pieno,& con lo rtaio cólmo,'Scornato di spighe a piedi: ligni¬ficante l’abbondanza,& fertilità della terra,''Scfiuedeua la Pace di tecódo, & . fiorito Oliuo;& con unnamo del medefimoin mano incoronata,& ultima mente fi uedeuain graui(simo,& ueneràbiléfembiantela Maeftàò Riputa tione:ingegno(amentecon tutte guelfe cofedimoftrando quanto neile be¬neordinate città,àbbódanti d’huomini,copiófe di riccheze, ornate di uirtu pienefii fei enze^Sc illóftri per maé(fa;& riputationéfelicemente;& con pa¬ce,Se quieterei conrerrteza fi urna. -A dirittura delie-quattcodelcrittemezc colonne poi (opra il cormcionej&fregio di ciafcunali uedeua con non me bella maniera fermo un zoccholo con un proportionato piedi (fallo, (opra cui pofatiano alcune ftatueret perche i duoi del mezo abbraccianano ancora Jalargheza de due delcritti terminijfopra cialcunodi queffi furono due fta-; tue tnfieme abbracciate porte,la Vertu cioè da una parte, che la Fortuna di- tenereamoreuolmente (fretta fembrauajcon il motto nella Baledicente ’ VIRTVTEM-’FORTVNA SEQVETVR quafi’-che.moftrar uolefl^che^ chefene’dichino molti cheoué fia uirtu,non maittfancar fortuna-fiuéde, et nellaltra la Fatica,oDiligéza che con làVittoria^nórtraua di uolere in firmi guifa anch’ella àbbràcciarfircon il motto a piedi dicente -AMAT V1CTÓ RIA- CVRAM. ma (opra lemezecolonnc/chenegreftremi erano , et fo- prà le quali i pièdiftalli piu-ftretti ueniuano j d’una loia (fatua per ciàficuno' adornandogli,imuno fi uedeua l’Eternità quale’dagl’antichi èfigurata, con* le teftedi Ianoin mano,et con il motto NEC > FINES NEC :TEMPO- RA. et nèìl’àltró la Famanel modo (olito figurata anch’ella con il motto’di cente TERMINAT ASTRlS. efiendo fra l’una, et l’altra di quefte con ornato,et belli fiimo componimento,et chea punto in mezo la già detta Ar ■ me del Duca metteuano porto dalla delira quella dell’eccellenci(lìmo Principe dpc,& Pri n cipolla-, ór dall’altra quella che fin dagl’anfichi tempi la Città ha. dhvlarc hauuto in coftume..
ad alcuni potrebbe per auuentura parere fouerchialungheza: necellaria nó dimeno a chi chiaraméte diltinguere le cofe fi propone.Ma poi che fuori del la prima fatica mi ritruouo; quantunque quello rellante della delcritionc degli spettacoli,che fi fecero,con piu breuità,,& con non minor diletto per auuentura dei lettorr trattare (peri,elfendqin elfi apparfa non meno, che la liberalità de magnanimi Sig.&nó meno che ladeftrezaj&uiuacitàdegl’inge gnofi inuétori ecc.& raral’indullria,& uertudemedefimi.artefici,dilconuc neuol cofano douerrà parere,ne al tuttodì cófiderationeindegnaje innàzi che piu oltre fi trapali! ragioneremo alquajtodell alpetto,métre.che lenoze fi pparausno,& poi chele fi.feccrodellaCittàjpciocheilei cóifinito uatteni méto de riguardati fi uedeano molte llrade détro,& fuori rallevarli,jlducal Pajazo(comefidirà)có (ingoiar pfteza abbellirli ;.la fabbrica del lungoCorri dore,chedaqftoaqi de Pitti códuce uolaceda Colon a,la Fon te, & tutti i do ferirti archi in un certo modo nalcere,& tutte lai t re felle; ma malììmamen- te la Commedia che prima in campo ufeir doueua,& le duegrandiflìme Ma* fcherate che di piu opera haueuan melliero in ordine metterli,& finalmen¬te tutte l’altre cofe fecondo i tempi,che a rapprefentar fi haueuono qual piu tarda,& qual piu preda prcpararfitellendofeleambo i Signori Duca, & Pri cipeafemhianzadegl’antichi Edili fra loro didribuite, & prefone ciafcuno con magnanima emulatione la Ina parte a condurre. Ma ne minor lollecitu dine, ne minore emulationefi Icorgeuafra gentirhuoraini, & fralegentil donne della Città,& foredicretdi cui un numero infinito di tutta l’Italia co corfc ui era:gareggiando,& nella pompa de ueftimenti, non meno in loro che nelle liuree de lor feruitori,& dame,&-nellc lede prillate, & pubiiché, & ne lautiiìimi conuiti,che horain queftoluogoJ& horain quello a uicen- da continuamente li fecerottalchein un medefimo indante fipoteuauede- rel’OtioJa Feda,il Diletto,il Difpédio,& la Pópa;& il Negotio, l’Indudria, la Patictiaja Fatica,&il gratiolo guadagno di che tutti i predetti artefici fi rie pierono fai'moko largamele gl’efletti fuoi.Maal Cortile del ducal Palazoin. cui per la deferiva porta s’entrauauenendo per non lalciar queda fenza al¬cuna cofa narrarne direno,che ancorché ofcurc, dcdiladrolo , &m tutte le parti quali in habile a riceuer nelluna forte d’ornamento fembralfe con nua ua merauiglia, & con incredibil uelocità nondimeno fi uide códotto aql- la belleza,& uagheza in cui oggi può da cialcuno riguardarluellendofi oltre alla leggiadra Fontana di durifhmo Porfido, che in mezo rtfiede, & oltre al vezofo putto, che con l’abbracciato Delfino l’acqua dentro ui getta in un momento accannellate, & fecondo l’ordine corintio con bellifiima manie¬ra ridottelenouecolonne,chein mezoa le lalciano il predetto quadrato Cortile; & che le rigiranti loggiefabricate prima fecondo l’ufo di que tem¬pi affai rozamente di pietra fortedall’una parte folìengano: mettendo i cam pid’eflequafi tutti adoro, & di grattofiffimi fogliami fopra gl’accannella- menti riempiendole * & le lor bali, & capitelli, lecondo il buono, & antico collume infieme formando. Ma dentro alle loggielecui uolte tutte erano di ftrauagantiffime,-$£ bizarriflìme grottefche piene ed adorne Ir uedeuano (fi come in molte Medaglie a fua cagion fatte) efprelfi parte de gloriofi ge- TFi del magnanimo Duca, i qualiffeallecolegrandiflìmele men grandi ag¬guagliar fi debbono ) meco medefimo ho piu uolte confiderato eflère tan^ to a quelli del primo Ottauiano Augufto fomiglianti,che cofa nefiuna altra piu conforme difficilmente trouarfi potrebbe: percioche lafciamo Ilare, che l’uno,& l’altro fotto un medefimo afeendente del Capricorno nato fia &lafciamoil trattareche nella medefimagiouenile età fuflero quali in as¬pettatamele al principato aflnntij&lafciamo delle piu importanti uitto- rie confeguire dall’uno, & dall’altro ne primi giorni d’Agollo, & di uederli poi le medefimecompleflìoni,'& nature nelle cofe familiari, & dimelhchè & della (ingoiare afletione uerfo le mogli* le non che ne figliuoli,& nell’as- fun tione al principato, & forfè in molt’alrre cofe crederrei che piu felice ' d’Augullopo tede quello fortunato Duca reputarli, ma non li uede egli nel l’uno, &nèll’eltro un ardentiffimo;& molto llraordinariodefideriodi fab bricare,- & abbellire, & di proccurare, che altri fabbrichi, & abbel 1 ifca ? tal che,le quegli dilféhauer trouatoRomadi mattoni,& lafciarla di faldiffi- me pietre fabbricata, & quelli non menueridicamente potràdire di hauer Fiorenza ben di pietre, & uaga, & bella riceuutajma di gran lunga lafciar la a fuccellori, & piu uaga, & piu bella, & di qual fi uoglialeggiadro, & ma gnifico,& comodo ornamento accrefciuta, & colmata. Per efpreflionedel ‘iequai cofe in Ciafcunalunetta delle fopralcritteloggie fi uedeua con ide- biti ornamenti,et con (ingoiar gratta.accomodato un’óuato; nell’un de quali fi feorgeua la tanto neceflariafortificatione di Porto Ferraio nell’El- rba con molte Galee, et Naut, che dentro ficure di llarui lembrauano , et la magnanima edificatione del medefimo luogo della Città dall’edificator fuó COSMOPOLI detta.-con un motto dentro all’ouato dicente 1LVA RE NASCENS. et l’altro nel rigirante Cartiglio,che diceua TVSCORVM ET LIGVRVM SECVR1TATI.
■ Si come nel lecódo fi uedeua l’utiltflima, et uag’niflìma fabbrica in cui la maggior parcede piu nobili wagillrati ridur fi debbano che da lui di cótro ài “iaZeccha fa fabbricarli^! che hora mai a buó termine fi uede ridotta ; (opra cui rigira ql fi Iugo,et fi comodo Corridore del quale difopra s’è detto p opè ra del medefimo D uca in qlli giorni co sòma uelocità fabbricato co il mot¬to che anch’egli diceua PV'BLICdE COMMODITATI, * ' -
Etfi come nel t^rzo fiuedeua Umilmente col lòlito Corno di douitia nella finifira mano,etcon una anticainfegna militare nella delirala Concordia; a cui piedi un Leone,et una Lupa notilsimi Vefsilli di Fioréza, et di Siena sé brauano di pacificamente,et quiete ftarfi con il motto alla materia accomo- datodicente HETRVRIA PACATA. -
Ma nel quarto lì uedeuail ritratto della deferirla orientai Colonna di granito con la Giuftizia in cima quale fiotto ilfuo fortunato ficettro può ben dirli, che inuiolabile,erdirittamentes’oflerui: con il motto dicente. IVSTITIA VICTRIX.
Si come nel quito lì uedeua un feroce Toro co ambe le corna rotteuolen do come dell’-Acheloogia lì dille denotare il commodiflìmo ditizamento da lui in molti luoghi fatto delfiumed’Arno con il motto IMM1N VTVS CREVIT.
Nel fello poi fi uedeua il fupbifs. palazo che già fu da M. Luca Pitti co me. fauiglia di tata magnanimità in priuato Cittadino,et có realifsimo animo, ctgradeza cominciato,et cheoggi fi fa dal magnanimifsimo Duca cóincó- parabil cura,et artifitio no pure a pfetion ridurreima gloriofamenre,etme- rauigliolamente accrefcere,et abbellire eó fabbrica non pure llupédaed he roica;ma con grandmimi,et delicatifsimi Giardini pieni dicopiofifsimefon fane^et con una innumerabile quantità di nobilifsime ftatueanticbe,etimo derne,che ui ha di tuttofi mondo fatte ridurrenlche dal motto era efpreflo dicendo PVLCHRIORA LATENT.
Ma nel fettimo fi uedeuadentro ad unagra porta molti libri in uarie gui fe polli con il motto nel Cartigliodicente P7BLICAL VTILITATI. uo- lendo denotare lagloriofa cura da molti della famiglia de Medici, ma mafsi mamente dal liberalifsimo Duca ufata in raccorre,etcon vtil diligenza con feruareunamerauigliofa quantitàdi rarifsimi libri di tutte le lingue,nouel- lamente nella uaghifsima Libreria di san Lorenzo da Clemente fettimoco minciatajet da sua Ecceìlentia fornita,ridotti. Si come nell’ottauo fiotto la figura di due maniache piu mollrauano di legarli,quato piu di feiorre un no do pareua,che fi sforzalfero,fi denotaua có l’amoreuol rentìtia da lui fatta al l’amabiìifs.Pricipe la difficoltà,op meglio dire impofsibilità,che ha di dilln garfi chi una uoìta agouernidegìi (lati mette le mani : fiche dichiaraua il motto dicendo ESPLICANDO IMPLICATVR.
Ma nel nono fi vedeua la deferitta Fontana di piaza có la rarifsima fiatila del Nettunno,et cóil motto OPTABILIOR QVO MELIOR . denotando non purel’ornamentodella predettagrandifsima ftatua,etFon tanajma l’utile,et il commodo,che con l’acque che continuamente ua con¬ducendo fara alla Città in poco tempo per partorire.
Nel decimo poi fi uedeuala magnanima creatione della nouella Religió di sito Stefano elpfla có lafiguradel medefimo nuca che armato fébra di porge re có l’vna mano a vn armato Caualiere (opra un’Altare vna spada, et có l’al ira una delle lor Croci cóil motto dicente VICTOR VINC1TVR.
Et come nell’undecimo fimilméte lotto la figura del medefimo Duca che parlamentaua fecondo l’antico coftumeamolti loldatis’efprimeualadafiui .ben. ordinata, 3 et ben.conleniata. militia-nellefue ualorolc Bande
■ - , coja
con il motto che quello denorauadicente RES MILITARIS CON-*
SriTVTA.
Ma nel dodicefimo poi con le fole parole di MVNITA TVSCIA fen zàaltro'cor'pofidimoftrauanle molte fonificationi ne piu bifognofi luo«- ghi dello (lato dal prudentissimo Ducafatteaggiugnendo con gran morali tà nel Cartiglio SINE IVSTITIA IMMVNITA.
Si come nel tredicefimo in fimil gvrifafenz’altro corpo fileggeua SIC- CATIS MARITÌMIS PALVD1BVS. licheni molti luoghiima neifer¬tile contado cì r Pi fa può maflìmamentecon fua infinita gloria uederfi.
Et'perche la meritatalode del tutto con filentio non fi trapaflafledell’ha uere alla patria fua Fiorenza glorioiamen te rico ridotte,& refe le per altri té pi pdute Artiglierie,ed inlegneinelquattordicefimo,ed ultimo fi uedeuano alcuni foldati di effe carichi tutti baldanzosi,& lieti nerfo lui ritornare coti il mono per dichiàfatione/hediceua SIGNIS RECEPTIS.
A foddisfationepoideforefiieri,& de molti Signori Alamanni maflìma mente,che ingrandifiìmo numero per honore di sua Alteza, & con l’eccel- lentifsimo Duca di Bauierail giouanefuo nipote uenuti ui erano fi uedeua (otto le preferire lunette con belldsimospartimento ritratte, che naturali paremmo moltedelleprincipali Città,d’Auftria,& di Boemia, & d’Vn- gheria,&del Tiruolo, &-degl altri ftati-fottopofti all- auguftiiììmo fuo fra¬tello .- uedej ma molto piu mirabile percioche per opera d’u n folo pittore è fiato in pochifiimo tempo condotto) & del Pai tre cole fioloa quello luogo apparte¬nenti trattando,dico,che neramente non credo,che in quelle nofire parti fi Rabbia notitia di ueruna altra fida maggiore,o piu sfogata di quefiatma len¬za dubbio,ne piu bella,ne piu riccha,ne piu adorna,ne con maggiore agiate za accomodata di quel che ella fi ucddequel giorno,che la Commedia fu re citata,credo,cheimpoffibilea ritrouareal tutto farebbe;percioche oltreal- Je grandifsime facciate,in cui con gratiofi Spanimeli ti (non fenza poetica in uenuone)fi uedeuano da naturai ritratte le principali piaze delle piu nobili Città di Tofcana;&oltre alla uaghtfsima,&:grandjfsima tela di diuerfi ani¬mali in diuerfi modi cacciati,»^ prefidipintascheda un grancornicionefò- fienu ta,nafeondendo dietro a fe la profpetriua in talguifii Erma delle celle formatta,che pareua,che la gran fiala la debita proportione hauelfe, tali fu¬rono, & fi bene accomodati i granché intorno la rigiravano, & tal uaghe- za refiero
za refero quel giorno l’ornatifsime donne, che in grandissimo numero, & delle piu belle,& delle piu nobili,& delle piu ricche conuitate ui furono, & taleiSignori,& Caualieri,&gl’altri gentil,’huomini,che fopra efsij& perii reftante della ftanza accomodati eranojche,fenza dubbio,accefe le capriccio fifsime lumiere al cattar della prettritta tela,ttuoprendofi la filminola Pro* fpettiua ben parue,cheil Paradifo contutti i Cori degl’Angeli fi fu (Te in quel loinftante apertola qual credenza fu merauigliolamenteaccrefciutada un foauifsimo,&molto maeftreuole,& molto pieno concento d’inftrumenti , & di uoci,& che daquella parte fi Tenti poco dopo prorompere : nella qual Profpettiua sfondando molto ingegnolamente con la parte piu lontana per la dirittura del ponte, et terminando nel fine della ftrada che uia Maggio fi chiama,nelle parti piu uicine fi ueniua a rapprefentare la bellilsimaContra dadi santa Trinità .'Nella quale,et in tante, al tre,et fi merauigliofe cole, poi che gl’occhi de riguardanti lutti a ti sfogare pcralquanto Ipati o fi furono, da do defiderato, etgratiofo principio al primo intermedio della Commedia . (cauatocome tutti gl’altri daquella affettuofa nouella di pfiche,etd’Amore5 tanto gentilmente da Apuleio nel filo A fin d’oro deferì na;et di ella prefole parti,eh e parfero piu principali,et con,quanto maggior deltrezafi fapeuaal .la Commedia accomodatole, onde fatto quali dell’ima» et dell’ altra fauola un artifitiofo componimento,apparitte,che quel che nella fauola degl’inter medijoperauano.gli Dijjoperallerofquafi che da fuperior potéza coftretti) nella fauola della Commedia gl’huomini..ancora rfi.uidenelconcauo Cie¬lo delladettrittàProfpertiuaXaprendofi quafi in un momento il primo) ap« patire un’altro molto artifìnolo Cielordi cui a poco a poco fi uedeua uttire una bianca,et molto propriamente contrafatta Nugola: nellaquale con {in¬goiar uaghezapareua,che un dorato,et ingemmato Carro fi pofalìetcono- ttiutoelìer di Venere perciocheda due candidifsimi'Cigo’i fi uedeua tirare^ et in cui come donna,et.guidatrice li fcorge.ua fimilmente quella belhfsima Dea tutta nuda, et inghirlandata di Rofe,et di Mortella, con molta maeftàfe dendo,guidare i freni. Haueua cortei in fua compagnia le tre Grafie, cono feiute anch’ffle dal moftrarfi tutte nude,et da c?peglibiondilsimi,che Iciol- ti lu per lefpallecalcauano,ma molto piu dallaguifa con che ftauano prefe per mano,et le quattro Hore, eh e Fa 1 i tuttea Sembianza di Farfalla dipinte haueuano,etche.fecondo le quattro, ftagionidell.’ annoinoti, lenza cagione erano fiate in alcune parti diftm te.'percioche l’una,che tutra adorna la tetta, et t Calzaretti d iu a ria ri fioretti ^et la uefte cangiante haueua:per la fiorita,et uariataPrimauera.era'ftata.uoluta figurareifi come per l’altra con laghirlan da,et co Calzaretti di pallenti fpighe cótefti,et con i drappi gialli di che ador na fi era di denotare.s’intendeua la calda ftarejer coirtela terza per l’Autun¬no fattagli tta di drappi rofsi ueftita,lignificanti la.maturi.tà de pomi,fi uede uademedefimi pomi,etdi papani & d’uue efler fiata^ch’ella tutta copta et ad ornajma la quat ta ed ultima,che il neuolo,et,càdido uerno rappsétauà , oltre alla turchina uefte.tutia tepeftata a fiocchi di.neue,haueua i capelli,et i calzaretti fimilméte pieni della medefima neue,et:di brinare,et di ghiacciret tutte comettguaci,ed Ancelle di Venerefu 1a-,medefima Nugola,cóftngola ire artificio,et cori bellissimo componimento dintorno, al carro accomodate -, lafciqn-lafciando dietro a (eGioue,& Giunone,&Saturno, & Marte,'Se Mercurio»* SCgl’altri Dei,da cui parcua,che la prefcrittafoauiflìma armonia ufcifle;fi ve deuano a poco a poco con belliflìma gratia uerfo la terra calare, & per la lor uenuta la leena,&c la fala tutta di mille pretiofiflìmi,Se foaui odori rietfipier fi. Mentre con non meno leggiadra uifta; ma per terra di camminar fem= brando,fi era da un’altra parte ueduto uenire il nudo,Se alato Amore;accom¬pagnato anch’egli daquellequattroprlcipalipallioni,chefifpeflo pare che l’inquieto fuo regno conturbar foglinojdalla Speranza cioè, tutta di uerde uè futa, con un fiorito ramicello in tefta;& dal Timore,conofciuto oltre alla pallida velie,da Conigli,che nella capei fiera,& ne calzaretti haueua:& dal- l’Allegrezadi bianco,Se di ranciato,Scdi millelieti colori coperta anch’ella, & con la pianta di fiorita Borrana fopra ca pegl i:Sc dal Dolore tutto nero,et tutto nel iembiante dogliofo,Sepiangente:da quali (comeminiftri ) altri gli- portaua P Arco,altri la Faretra,& le faette,altri le reti,et altri ,’accefa faeellaj- eflendo men tre,che uerfo il materno Carro già in terra arriuato andauano della Nugola a poco a poco le preferitte Hore,Se Gratie difeefe, & fatto re- • uerentementedi fe interno alla bella Venere un piaceuolifsimo Coro fem - brauanodi tutte intente ftarea tenergli tenore, men tre ella al figliuoli riuol. ta con gratia {ingoiare, ed infinita faccendogli la cagione del fuo disdegno manifefta,Sc tacendo quei del Cielo cantòlefeguenti dueprime ftanze del¬la Ballata dicendo.
A me, che fatta fon negletta, & fola Non piu gl1 Aitar, ne i Voti ;
J4 a di Pfiche denoti A leifola fi danno, ella grùmolo. :
Dunque, fe mai di me ti calfe, o cale Figlio ranni tue prendi,
Et quefia folle accendi Di uilijìimoamor d'huomo mortale.
La qualefornita,eteiafeuna delle preferitte fue Ancelle a primi luoghi ri tornate;continuamenrefopraicircuftantiafcoltatori diuerfe, et uaghe, et gentili,et fiorite ghirladegettando fi uide il Carrojet la Nugola quafi, che ilfuodefiderio la bella Guidatrice compiuto hauefle,a poco a poco muouer fi,Se uerfo il Cielo ritornare.-ouearriuata,Scegli in un momento chiufofijé. za rimaner pur ueftigiojondefofpicar fi potefie da che parte la Nugola, Se tante altre cofe ufeite,et entrate fi fuflero,parue,che ciafcuno per una certa nuoua,8cgratiofa merauiglia tutto attonito rimanefle.Ma Pubbidiéte Amo re mentre che quefto fi faceua accennando quafi alla madre,che il fuo coma damento adempiuto farebbejScattrauerfando la Scena feguitò con 1 compa gni fuoi chel’armi gl’amminiftrauano,Sc che anch’eflì cantando tenorgli fa cenano lafeguente,Se ultima ftanza dicendo,
Ecco madre: indiati noi: chi l'Arco dammi S Chi le Saette l ond'io Con l'alto ualormio
Tutti i coruincajcghbdpraitd infiammi,
Tirando
Tirando anch’egli pur Tempre mentre che quefto cantaua nell’afcol tanto popolo molte,8ediuerle saette; con le quali diede materia di credere, che gl’amanti, chearecitareincominciaronoda eflequafi moflìpartoriflero la fèguétecómcdia. .
INTERMEDIO SECONDO.
Finito il primo atto,&eflendo Amorementredi prédere la bella Pliche fi credea,da luoi medefimi lacci per l’infinita di lei bellezza rimafto colto; rapprefentar uolendo quell e i n u ifibili uoci,che come nella fauola fi legge , erano ftatedalui perferuirladeftinate,fi uidedauna deile quattro ftrade, che per ufo de recitanti s’erano nella scena lafciate ulcire prima vn piccolo Cuoidino,che in braccio lembraua di portare un uezofo Cigno: col quale <percioche vn ottimo Vìolone nafcondeua) mentre con una verga di palu- ftre Sala che per archetto gli leruiua,di follazarfi fembraua,ueniuadolciffi- mamentefonando.Madopolui perle quattro delcritte ftrade della scena fi vide Umilmente in unifteflo tempo petTunauenireramorofo Zefiro, tut to lieto,Seridente,& che l’ali,Scia uefte, Se i calzaretti haueuadi diuerfi fio ri contefti.'Se per l’altra la Mufica conoftiuta dalla mano mufichale, che in te ftaportaua,Se dalla ricca uefte piena di diuerfi Tuoi inftcumenti,Sedi ditier¬' Te Cartigliejoue erano tutte le Note,Se tutti i tempi di elfa legnati: ma mol¬to piu,pcioche con loauils. armonia fi uedeua fimilmétc fonare un bello, Se gràlironeifi come dall’altre due Torto forma di due piccoli Cupidetti fi uide ro il Gioco,cl Rifo in firmi guifaridédo,Sefcherzado apparire. Dopoi qua li mentre a deftinati luoghi auuiandofi andauano fi uidero per le medefimc ftrade,nella medefimaguifa,Senei médefimo tempo quattro altri Cupidi ufcire,Secon quattro ornatiftimi-leuti andareanch’elfigratiofamentefona- do:Sedopo loro altri quattro Cupidetti fimilijduede quali con i pomi in ma no fembrauano di infieme follazarfi,Se due,che con gl’archi, & con gli ftra li con una certa ftrana amoreuoleza pareua che 1 petti faettar fi uolellero. Quelli tutti ingratiofbgiro arrecatili parue,checantandocon molto armo niofo concento il lèguente madrigale,& co i leuti, Se con moli’ altri inftru« Riami dentro alla scena nalcofti le uoci accompagnando facellero tutto que fto concetto aliai manifefto dicendo.
Oh altero miracolo nouello, .
Vifto l'babbian: ma chifia, che ccl creda J Ch'Amor d’amor ribello
Di fc {beffo, & di pflebe boggi fla preda 5 Dunque a Pflebe conceda Di beltà pur la palma,di ualore Ogrì altra bella : ancor, che pel timore,
' Cb' ha del fuo prigionicr dogliofa flia:
Ma feguian noi l'incominciai a uia:
Andiam Gioco, andiatn Pifo,
Andiam dolce drmoniadi paratifo:
Etfacciam, che i tormenti .
Suoi dolci flen, co tuoi dolci concenti »
INTERMEDIO TERZO.
Non meno fcftofofu l’intermedio terzo: percioche come per la fauolaìi conta,occupato Amore nell’amore dellafua bella Pfiche:& non piu curado di accender ne cori de mortali l’ufate fiamme,& ufando egli cor. altri, & al- ♦tri con lui fraude, & inganno,forzaera,chefra i medefimi mortali, chefen- zaamoreviueuanomille fraudi,&milleinganni fimilmétefurgeflero: ciò a poco a poco fembrando,che il pauimento della (cena gonfiafle,& final mente,che in fette piccoli monticelli conuertito fi fu (Te, fi uidedi eflì come •cofamaluagia,&noceuoleufcir prima fette,&poi fett’altri Inganni: i quali -ageuolroéte-per tali fi fecer conoscere,percioche non pure il bullo tutto mac chiaro a fembianza di Pardo,de le colcie,‘& le gambe ferpentine hauenano^ ma le capelliere molto capricciolamente,'& con bellifiìme attitudini tutte dimalitiofe Volpi fi uedeuan compone ; tenendo in mano non lenza riio . de circunftanti altri Trappole,altri Ami,& altri inganneuoliOncini,o Ra¬pi; fotto i quali con (ingoiar deftreza erano Hate, per ufi) della Mufica, che afarehaueuanoafcoftealcuneStorteMuficali.Queftiesprimendo il pre« fcritto concetto; poi che hebberoprima dolciflìmamente cantato,et poi ca« tato,etfonato il feguente Madrigale andarono con belliflìmo ordine ( ma¬teria agl’inganni della Commedia porgendo) per le quattro preferire Era de della Scenafpargendofi.
S’Amor vinto,erprigion pofto. in oblio l?Arco,er ^ardente Face Della madre ingannar nuovo dc/ìo
r*Lo punge, & s’a lui Pflcb e inganno face ,
Etfe l’empia,cr fallace
Coppia dinuide Suore inganno,cr froda
Solpenfa: bordi nel mondo oggi piu fa,
Cbcl Regno a noi non diai D’inganni dunque goda
-Ognifaggio; crfe freme altra Tinuita, .
■ Ben la ftrada ba smarrita.
INTERMEDIO QVARTO.
"Ma deriùado dagl’inganni l’ofiefe, et dall’oftele le diflenfioni,et le riflètè •-mille altri fi fatti mali,poi che.Amo re p la ferita dallacrudel lucerna riceuu- ta non poteua all’ulato ufi tio di infiammar&icori de uiuéti attendere nell’in termedio quarto in uece de fette monticelli,che l’altra uolta nella Scena di- moftri s’erano,fi uidein quello apparire(p dar materia alle turbationi della Commedia)fettepiccole Voragini, onde prima un’ofcuro fumo, et poi a po co a poco fi uide ufeire con unainfegnain mano la Difcordia conolciura, ol tre all’armi dalla uariata,et sdrucita uefte,etcapellatura;etcon lei Tirarono nofeiuta oltr’all’armianch’elladacalzarettiaguilà di zampe, etdalla tefta .in uece di Celata d’OrIo,ondecontinuamenteuIeiuafumo,etfiamma:et la ^Crudeltà con la^gran falce inmano,not<Lp la.Celata a guifi di. tefta di Tigre
&petìcalzarcttia (emEianzadi piedi di Coccodrillo :&la Rapina con ia' Roncola in mano anch’ella, & con il rapace Vccello fu la Celata,& con i pie di a fembianza d’Aquila,& la Vendetta con vna fanguinofa Storta in mano, co Calzaretti,& con la Celata tutta di Vipere conteda. Et due Antropofa- giòLcdrigoni,checiuoghan chiamargli, chefonando lotto forma di due Trombe ordinarie due mulìcali Tromboni,pareua che uoledero oltre al fuo no con una certa lor bellicofa mouen tia eccitare i circuftanti afcoltatori a co battere. Era ciafeun di quelli con horribìle (paramento meflo in mezo da dueFurorhdi Tamburini ferrigneSferze,&didiuerfe Armi forniti, lotto le quali có la medefima dedreza erano datidiuerfi muficali inllrumenti na- feodi. Fecerfii preferita furori conofcere dalle ferite,onde haueua tutta la p fona piena dicuipareua,chefiàraedi fuoco vfcillcro,& dalle Serpi ond’eran tutti annodati,& cinti,& dalle rotte Catene,che dallegambe, & dalle brac¬cia lor pendeuano,& dal fumo,et dal fuoco,che per le Capelliere gl’ulciua : i quali tutti infieme con una certa gagliarda,& bellicofa armonia cantatoli Tegnente madrigale fecero in foggiadi combattenti una nuoua,& fiera, & molto llrauagante Morefcatallafinedella quale confufamente in qua, en la perlascenafcorrendofiuidcroconlpauentofo terrore torre in vldmo da gl’occhi de riguardanti
In bando itene tali' ■ ;
Ingannici mondo faloàrd>e?furor?
- ScnPhoggb, duddei uoifairti gentili Venite a dimoftrar uofìro udlore ;
Che fa perla lucernd3hor languc Amore,
No/fro conuien,non che lor fa l'impero:
Su dunque ogni piu fero
Cor $urga:il noflro beUicófo carme ■
Guerra,guerra sol gridate? falò arm'drmo.
INTERMEDIO QVINTO.
La mifera,& lemplicetta Pliche hauendofeome nell’altro intermedio s’c accennato)per troppa curiofità con la lucerna impruden temente offelo l’a¬mato Marito , da luiabbandonata, edendo finalmente venuta in mano dell’adirata Venerejaccompagnando la mellitia de! quarto atto della Com ' mediadiedeal quinto mellillimo intermedio conueneuolifiìma materiatfr» gendod’efler mandata dalla prelcritta Venere all’infernalProlerpina:aecio« chemaipiufrauiuenti ritornar non potelle;& perciò di dilperation uedita fi uide molto meda per l’un a delle dradeuenirejaccompagnatadallanoiofa. Gelofia,che tutta pallida,&afflitta fi comel’altrefeguentvfi dimollrauaico- nofeiuta dalle quattro tede,&dalla vede turchina tutta d’ocehi, d’orec¬chi con teda. Et dalla Inuidia nota anch’ella p le serpi, ch’ella diuoraua-, Et dal Penlìero,oCura,o Sollecitudine che ci voglia chiamarla conofciuta pel Corbo,che haueua in teda,&pl’auoltoio,che gli laceraua l’interiora.Et dal lo Scorno ò Difprezagione p darle il nome di fémina,che fi faceua cognofce re oltre al Ghufojchc in capo haueua, dalla mal cópoda,&mal uedita, & sdrucita vede, .
Quede quattro poi,che percuotendola, & dimoiandola fi furon condotte mane al mezo della scenajaprendofi in'quattro luoghi con fumo, & có fuór co in vn momento la terra: prefero qua fi,che difender Tene uoleflero quat¬tro horribihfsimi serpenti,che di efla fi uidero inafpettatamente ufeire, & quegli percotendo in milleguife con lespinofe verghe,fotto cui erano quat rro A rchetti nafcoftijparuein ultimo che da loro con molto terrore de ciré ^cundantifparati fu(Iero;onde nel fanguinofo ventre, &fra gl’interiori di nuouo percotendo fi (enti in un momentofeantando pfiche ilfeguentema' drigalejvn mede, ma luaui(simo,&dolessimo concento vfeire :percioche ne 1 Serpenti erano con (ingoiare artifizio congegnati quattro ottimi Violo ni,che accompagnando con quattro Tromboni che dentro alla scena fona- •euano la fola,&flebile &gradofafua voce, partorirono fi fitta meflitia>& ’dolceza in(ìeme,che fi uide trarre a piud’uno non finte lagrime dagl’occhi. llqual fornito,&con-.unacertagratiacia(cunailfuoSerpente in ifpalla le* uatofi,fi uide con non minor terrore de riguardanti un’altra nuoua.& mol to grande apertura nel pauimento apparire,di cui fumo,& fiamma cótinua • & grande pareua,che ufci(Iej& fifenticon fpauentolo latrato, & fi uide có ' le tre tede di eda ulcire l’infernal Cerbero;a cui ubbidendo alla fauola fi ui- de Pfichè gettare una delle due diacciate che in mano haueua;&poco dopo condiuerfi Modri,fi uide Umilmente apparirei uecchio Caronte conlafo- litaBarca;in cui la dilperata Pfiche entrata gli fu dalle quattro predette fue Simulatrici tenuta noiofa,&difpiaceuol compagnia »
fuggi frette mid, figgi,
Et figgi per non far piti mdi ritorno ’
Soldtu,chcdiftruggi
Ogni mia pdca a far uienne foggiorno '
lnuidid,Gclofid3Pcnfero,Scorno ■ "
Meco nel cicco inferno
Otte P iifr r omdr tir mio uiud e terno. ■
INTERMEDIO VLTIMO.
Fu il fedo,& ultimo intermedio tutto lietojpercioche finita la Commedia fi uide del pauimento della scena in un tratto ufcireun verdeggiante mori- ticello tutto d’A llori,&di diuerfi fiori adorno,ilqualehauendo in cima Pài to Canai Peghafeo,fu todo conofciuto éfier’il Monted’Helicona;di cui apo co a poco fi uide feendere quella piaceuolifsima schiera de deferitti Cupidi, ’&con loro Zefiro,& la Mufica,'& Amorej,& Pficheprefi per mano tutta lio ra,&rutta feda nte,poi che (alua era dall’Inferno ritornata,&poi che per iti tercefsion di Gioue a preghi del marito Amore (e l’era dopo tant’iradi Ve¬nere impetrato grada,& perdonorera con queftì pan,& noue altri Satiri có diuerfi padorali indrumentiin mano, fotto cui altri unificali indrumenti fi nafcondeuano,che tutti (candendo dal predetto Monte di condurre mo¬drauano con loro Htmeneo lo Dio delle noze,di cui fonando, & cantando lelodi come nelle feguenti Canzonette; facendo nella feconda un nuouo» • & allegriamo, & molto, uezofo ballo 5 diedero alla feda gratiofo .compi¬mento.
belMott teHelicona
' EccoHimcneo, che scende»
Et già la face accende, ex sincorona :
Di Perfas'incorona, .
Odorata, crfoaue
Onde il mondo ogni grane cura [caccia,
Dunque, cr tu pfiche [caccia Va/fra tua fera doglia,
Et fol gioias’accoglia entro al tuo fieno.
Amor dentro al fuo feno
Pur lieto albergo datti, .
Et con mille dolci atti ti confola
Ne men Giouc confola ..il tuo pajfato pianto !
,M4 con rifo,&con canto al Citi ti chiede,
Himenco dunque ognun chiede Himeneo uago ed adorno Deh che lieto, ep chiaro giorno Himeneo teco hoggi riede ♦
Himeneo per Palma, & diua .. SM4 G i o V A N N A ogrìhor ft fente
Dal gran Renciafcunariua Rifonarfoauemente:
■ Et non men l'Arno lucente .s
Pelgratiefo inclito, & pio Suo FRANCESCO hauerdeft®
D’Himeneo lodar fu e de,
Himeneo &c.
flora lieta, Arno beato
Arno humil, Plora cortcfez
. Deh qual piu felice fiato
Maifiuidc, o mai finte fé ; fortunato almo paefe Terra in Ciel gradita, & cara A cui coppia cofirara Himen eo benigno diede ♦
Himeneo &■ c.
lauri hor dunque Oline, & Palme,
Et Corone, zr Scettri, & Regni Per le due fi felici alme flora in te fol fidifegniì Tutti i uih atti ed indegni Lungi fhen: fol Paceueraa Et Diletto, & Primauera ..Rabbia in te perpetua fede ,
cipali fette fi rapprefentatte: & per tal cagione, & per maggiore agiateza de riguardanti haueuan fatto a guifa di Teatro uettire le faccie delle bellis¬sime Piaze di s. Croce,&di s. Maria Nouella con. ficuriflìmi, & capaciflimi palchi.'den tro a qualùpercioche ui furono rapprefentati giuochi, in cui piu- i nobili giouani exercitandofi,chei noftri artefici in addobbargli hebbero parterfemplicemente toccando di etti,dirò,che altra uolta ui fu da liberalis- fimi Signori con fei squadre di leggiadrittìmi Caualieri, dotto per squadra fatto uedereil tanto dagli Spagnwli cdebrato’giuoco di Canne, & di Caro felli: hauendo ciafcuna d’c(Ie,che tutte di tele d’oro,& d’argento rifplende- uano diftinta, altra fecondo l’antico habito de Cattigliani, altrade Por- toghefi, altra de Mori, altra degl’ Vngheri, altra de Greci >& altra de Tar- tari;& in- ultimo con pericolofo abbattimento morto parte con le zagaglie, & co Caualli al coftume pure Spagtwolo,& parte con gl’huomini a piede,et co cani alcuni ferocittìmi Tori. Altra uolta rinouando l’anticapompa delle Romane caccieui fi vide con belliflìmo ordine fuor d’vn finto bofchettocac ciare,& uccidere da alcuni leggiadri Cacciatori, & da una buona quantità di diuerfi Cani vna moltitudine innumerabile(chea uicenda l’unafpetie do po l’altra ueniua)primadi Conigli,& di Leprh& di Gapriuoh,& di Volpi, &d’Hiftrici,&di Tattij&poi di Cerui,&di Pórci,&d’Orfi,& fino ad alcuni sfrenati,et tutti d’amor caldi cauallk&ultimamentecomecacciadi tuttel’al tre piu nobile,& piufupba,efledofìdaunagràdifs. Teftùginci &davna|gra Mafchcra di bruttifs. Moftro che ripiene d'huomini erano co diuerferuo- . te fatte qua,& la caulinare, piu volte eccitato.vn molto fiero Leone, pche a battaglia co un brauifs.Toro uenitte ; poi che cofeguire no fi potette fi vide finalméte l’vno, &l’altro dalla moltitudinedecani,&decacciatori,nósé za faguinofa,et luga vedetta abbattere,et vccidere.
Efercitauafi oltre a qfto co leggiadrifs. deftreza, et valore ( fecódo il coftu¬me) ciafcuna fera la nobile giouérudellacittàalgiuocodel Calcio jpprio,& peculiare di qfta natione.’ilquale vltima méte co liuree ricchifs.di tele d’oro i color rotto,et verde,«/tutti i fuoi ordinifche molti,et belli fono)fu vna del le domeniche pdette vn de piu graditi,et de piurleggiadri spettacoli che ue- der fi potette.Ma pche la uariatione il piu delle volte pare,che piacere accre fca alla maggior parte delle coffijcó diuerfa moftra uolfé altra volta Pi neli to Principe
Trlcipc Cotetatel’afpettate popolo del fuo tato defiderato Triófo de So c N J • L’inuétionedel qualesquàtunq; andado egli in Alamagna a vedere l’altifs. Spola,etafarreuerézaall’impialifs.MadimilianoCefare,ctagl’aluiaugudif fimicognati,fudedaaltri cógra dottrina,« diligéza ordinata, et dilpolla, fi può dire nódimeno che da pricipiofude parto del luo nobilifsdngegnojca- pace di qual fi uoglia Cottile ed arguta cofa:có la quale chi eflegui poi/et che della cazone fu il cópohtore dimoftrar volfe <qlla morale opinione elpda da Date;quadodice nafeere fra i viuéti ifiniti errorhpcioche molti a molte cofc opare medi fono,a che no pare,che p natura atti nati fieno; detnadofi-p il co trariodaqlle,acùil’inclinatione della naturafeguitado, attillimi elfer pò» irebbero diche di dimoftrare anch’egli fi sforzò có ciq; fquadre di malchere che daclq; degl’humanida lui reputati pricipali defiderij era guidate. Dal¬l’Amore cioè dietro a cui gl’amäti ìeguiuano;et dalla Belleza cópfa lotto Nar tifo : feguitato da qlli, che di troppo apparir belli fi sforzano: et dalla Fama, chehaueua pfeguaci i troppo appetitofi di gloriai« da Plutone denotate la Riccheza;dietro a cui fi vedeuano i troppo auidi,et igordi di ella,et da Bello na.ch e dagl’h uomini guerreggiatori feguitataera;faccédo,che la feda squa dra,che!ecTq; pfcrittecópndeua,et a cui-turte voleua,cheli refenderò,fufte dalla Pazia guidata có buona qualità defuoi feguaci anch’ella dietroifignifi- car volédo,chechi troppo,et córro all’iclinatione.della natura ne.pfcrirti de fiderijsmmerge(theSogni veraméte,etlar-uelono)vienead eftereivltimo dalla Pazia pfo,etlegato:et pò all’amorofo,comecolàdi Fella, et carnefciale fca qfta opinio riducédo riuolta allegiouani dóne mollra,che il grä padre SONNO fia có tutti i fuoi-miniftn,etcópagni uenutoper mollrar loro co i mattutini luoi Sogni,che veraci so reputati,«che nelle clq; prime squadre (comefi è dettocelaeóprefi,chetuttelepfcrittecofe,cheda noi cÓtroa natu ras’adopano,sósogni;comefièdetto,&laruedaefler reputate,« pò a fegui tare qllo a che la natura l’inclina cófortadole.par che in vltimo quafi cóclu- der voglia,che fe elle ad edere amate p natura inclinate fi fentono,che no vo glino da quello naturai defiderio aflenerfiranzi sprezato ogn’ altra opinio- ne,comecofa vana,et paza;a qlla fauia,& naturale,& vera Seguitare fi difpó ghino.Intorno al Carro del Sono poi,et alle Mafchere, cheqfto cócetto ad efprimere haueuano,accomodado,et>p ornaméto mettendo qlle cofe,che lo no al Sóno,&a Sogni cóueneuoli giudicate. Vedeuafi dunq;dopodue bellif fimeSirene,che!vecedidueTróbetti,eóduegràTróbe,innàziatutti gl’al tri fonado,pcedeuano:et dopo due llrauagati Mafchere guidatrici di tutte l’al tre,có cui /opra l’argetata tela il biäco,il gialloni rofto,el nero mefcolädo i quattro humori di che i corpi eópoftì fono fi dimoftraua: & dopo il porta» tored’ungrade,&rodo Vetììllocli dinerfiPapaueri adorno, in cuiun grap Grifone dipinto era,con Ftreuerfi,che rigirandolo diceuano,
,Non filo Aquilaèqu(&o}zr non Leone:
Md l'uno,?? l-aìtro'.cofil Sonno ancora Et humana?,?? Urina ha conditone.
Siuedeua dico,come difopra s’è detto,uemreilÀgiocódifs/Amore figurato FecódOiChe fi coftuma,&medo in mezodauna parte dalla uerde Speranza, che vnCamaleom?in teda haueua,& dall’altra dal pallido Timore con la
.teda
cefi ranch’egli adorna da un pauentofo Ceruo: vedeuafi quefti .dagl’amànì ci fuoi ferui,& prigioni feguitarefin buona par te di drappi dorè,per la fiam- tua in che fempreaccefi stanno, con leggiadria, &ricchezainfìnita nettiti, et da gentilifsimc,&dorate Catene tutti legati,&cinti. Dopo i quali (Ìafcian dolefouerchieminutie)'fiuedeuaperla Belleza uenire inleggiadro habito turchino tutto de fuoi medefimi fiori con tetto il bellifsimo Narcifo: accom- •pagnato anch’egli fi come dell’Amore fi ditte,dall’ima parte dalla fiorita, & inghirlandata Giouentu tutta di bianco veftita,& dall’altra dalla proporti©' ne,di turchini drappi adorna,& cheda un equilatero Triangolo, chein te¬tta haueua fi faceua da riguardanti conofcere. Vedeuanfi dopo quefti colo ro,che.pgiati ettère per uia della Bellezacercono,& cheli guidator loro Nar etto pareua,che feguitattero:di giouenilc,& leggiadroalpecco anch’efsi, 8c- che anch’efsifopraletele d’argento,chegli ueìtiuano, haueuano i medefi- nai Fiornareifi molto maeftreuolmente ricamati,con le arricciare,& bionde chiome,tutte de medefimi fiori nanamente inghirlandate. Mala Fama có' vna palla,che il mondo rapprefentauain tetta,&che una gran Trombaceli«’ tre bocche haueua)di fonar (embraua-,con ali grandittìmedi penne di Pano ne fi uedeua dopo coftor uenire: hauendo in fina compagnia la Gloria > a cui faceua acconciatura di tetta un Pauon limile,& il Premio,che una coronata Aquila in fimil guifain capo portaua: ifuoi feguaci poi, chein tre parti eran diuifi cioè Imperadori,Re,& Duchi,benché tutti d’oro, et con ricchittìme' perle,et ricami ueftiti futtero,et ben che tutti (ingoiar grandeza,& mae- ftànel fembianremoftratterojnientedi meno erano l’un dall’altro chiarifsi inamente conofciuti per la forma dette diuerfe corone ciafcuna al fuo grada'' conueniente,che in capo portauano. Ma il cieco Plutone poi,lo Diofcome s’è detto)della Riccheza,che con certe verghe d’oro, & d’argento in mano dopo coftorofeguitaua fi uedeua fi comegl’altri metto imezodall’Auaritia di giallo ueftita,& có una-Lupa in tefta;& dalla Rapacità di rofsi drappi cop ta,&che un Falcone p nota renderla anch’ella in tetta haueua.'difficil cola fa rebbe a uoler narrar poi la quantità dell’oro,&dette perle, & dell’altre pre- tiofe gemme,& le uarie guifè con che i feguaci di etta coperti, & adorni s’e- rano. Ma Bellona la Dea della guerra ricchiflìmamentedi tela d’argento' in uece d’armi in molte parti coperta,& di uerde, & laurea ghirlanda inco¬ronata,& tutto il rettantedell’habitocon mille gratiofì; Scricchi modi có- pofto fi uedeua anch’ella con vn grande,& bellicofo Corno in mano dopo- coftoro uenire,& edere come glabri accompagnata dallo Spauento perii- Cuculio nell’acconciatura di tetta noto,&dall’Ardire conofciuto anch’egli per il capo del Leone chein uece di cappello in capo haueua, Se con lei i mili , tari huomini,chelafeguitauano,fiuedeuanoin fimil guttacon spade,Secò- ferrate maze in mano,&con tele d’oro,et d’argento molto capricciofamen-. te a fembianza d’armadure,et di celate fatte,feguitarla. Haueuano quefti, et tutti glabri dell’ahre squadre, per dimottracione, cheper Sogni figurati futtero,cfafcuno(quafi che mantelletto le facefle) un grande,et alato,et mol ro ben condotto Pipiftretto di tela d’argento in bigio fu lefpalleaccomoda- tonlche oltre atta necettaria fignificatione,rendeua tutte le squadre,che ua-' liatefcomes’èmoftro)eranocóvnadefiderabile unionebellifllme,etgrano-
fitti me
srfè d v AC c A n E MI CÌ
Urne oltre à modo, lalciandonegl’animi de riguardanti una férma crcdcn- 5&,che in Fiorenza,& forfè fuòri mai piu'ucduto non fi fufie spettacolo i ne $ri£cho,nèfi gmiofo,ne fi bellorèflendò oltre alPoro,&leìplé,& Pai tre pre? tfofifiìmé gemme di che i ricami(che Sniffimi furono)fatti erano,/condotto tintele colè con tanta diligentia,&difegnóV&gratia:che non habiti per ma fcherejmacome feperpetui;&:-dureuoli}& come fe folo agrandilfimi Prin¬cipi feruirdoueflerojpareua,che formati fu fiero. Segui taua IaPazias la qua lè;percioche non- fogno,ma verace a moftrar s’haueua in coloro, che le tra-pallate cofeeótro alPincIinatione feguitar uoleuanoyfi fece,che folo gl’huo rnini’deHà fila squadra fenzailPipidrelloinfn le (palle fi uedefiero:&era co (lei di diuerfi colori(benche sproportionatamcn te compodi)& quafi fenza- uerun garbo ueftitadopra’le cui arruffate treccie,per dimodratione del dia' difconueneuolepenfiero fi uedeuano utrpaiodrdorati sproni con le delle in fu uolte:efiendo in mezo medada un Satiro,& da una Baccante. I fuoi fc guàci poi in fembianza di furiofi,& ebbri fi uedeuano con la telad’oro rica mata c6 uariati rami d’hellera,&di ùariati papani,có lor grappolettidimani re vuc,molto drauagàteméte vediti:hauédo,&: qdi,&tutti gl’altri delle tra¬palate squadre oltre ad una buona quantità di daftieri ricchifsimaméte an« ^h’clfij&igegnofameteffecondolesquadreacui leruiuano vediti) ciafcuna «quadra aflortitoi colori de Caualli,fi che al traLeardi,altra:SaurhaltraMoc «Ili,altra Vbcri,altri Bai,& altradi uariatomatello(fecódo,cheallainuentio rie fi cóueniua)gl’hauefleEt pchè le pfcritte mafchere,oue quafi folo i prin eipali Signori interuennero,non fu fièro la notte a portare le lolite torciecd1 ftrcttc.-precedendo il giorno con belliifimo ordine innanzi a tutte le fei de«' ferine squadre quaratotto uariate Streghe,guidatéda Mercurio,ScdaDiana die tre teftefambo le tre lor pótentiè fig-ni.ficando)per ciàfcuno haueuano, if-eflendo anch’efie in fei »quadre didinte,.&ciafcuna particolare squadra «(Tendo da due difctnte, & (calze sacerdote.fle; gouernata j mefiero la notte poiciafcuna lafuasquadradesogni acni;attribuita era ordinatamente in mezo;& la refero con faccele torcie,che elle,& gli ftaffieri portauano balle fiólmenteìuminofa,& chiara ; Erano quelle oltre alle uariatclàccie(ma vec chie tutte,& deformi)& oltre a'u'ariati colori de. ricchiffimi drappi, di che ueflitefi erano,conofciutemaffimaméte,& Punadall’altra squadra didime dagli animalijche in tèda haueuanojin cui fi dice, che di trasformarli a'flai Ipefiocoi loro incanti fi credono; percioche altre haueuono fopra largenta la tela,'che fcingatoio alla teda le faceua un nero vcccllo con Paii,& con gl’aè tigli aperti,& con due Ampollette intorno al capo fignificante le lor rnalefi che didillationi, altre Gatte, altre bianchi, & neri Cani, & altre con capelli biòndi podicci fcopriuano con i naturali,& canuti,che lòtto a quelli quafi eontroa lor uoglia fi uedeuano, il loruanodefideriodi parer giovani,&bél le a loro amadori. Ma il grandiflimo carro tirato da fei hirfu ti.& grand’Or fi di papatieri incoronati,che in ultimo,&dopo tu tta la leggiadriflìmà schie fa ueniua,fu lenza dubbio il piu riccho,il piu pompofo,'& il piu maedrèbol mente condotto,che dà gran/tempo in qua vedutoli lìa:& era quedo guida to dal silentio di bigi drappi adorilo,& con le folite (carpe di feltro a piedi r» «he di tacere mettendoli il dito alla bocca pareva, che far uolefie a riguarda.
-• 'Z’Lzzz
ti cennojcol quale tre donne per là.Quiete’p tçfe diuifi>gra(îe,Arpicrfo, Sc ' di ampio,Scriccho abitO:azziu'r.ó,ueftite,con,unà.'Tellugginoper çiafcunaT tcllaparcua.che ai'utàre.guidarei preferirti Oj.fi âl preferirti -silen tio :nqièf lcro . Erailcarropojfin fur.un gràtiôfô piàriodi lei àngoji.pqïà.ndofi)ftgura to informa d’ima grandiiiîma tella d’E lefan.ee; ci entio a çu.ifi ueçleuæ figura ro fimilmente per la cafa del sonno uha.capficciofa fpelonca,& il grl padre sonno predetto in parte nudo,di papaueri inghirlandato,rubicondo,&graf fo fu l’un de bracci con le guancieappoggiato fi.vedeuafimilmente con gra de agio giaceruifr,hauendo intorno a fe Morfeo, &: Jcelo1& Fantafogl’at tri figliuoli.fuoi,in ftrauagantb&.diüèrlL^bizarreformefiguçatf. Ma nel la fommità della fpelonca predetta fi uedeua la bianca,•& bella,,& lucida Al ba con la biondiffima chioma tutta rugiadofa.i &'tnolle c edendo a.pie.-dejla fpelonca medefimacon uriTafib,eheguanci4llefaceuàil’pfcura Nottejlaqua le percioche de ueraci sogni madre è tenuta parerla,chefede.non.pjccola al¬le parole de preferirti sogni accrefcer doueffe. Perornametodel Carro poi fi uedeuano all’inuentioneaccomodandoli alcuneuàghilììmefiifloriette;, con tanta leggiadria^ gratia;& diligeritiafcompartite/chepiunon pare.ua> chefipotefiedefiderare. Per la prima delle quali fi uedeua Bacco del «qn-, no padre fur un pampinofo carro da due macchiati Tigri tirato con il uerfo per noto renderlo chediccuà;’. LÌ ’ >' :•», 1
.^Bdcco del sónnofei tu nero padre. . '
.Si come nell’altro fi uedeua la madre del medefimo sonno Cerere ì delle lolite spigheincoronata,con iluerfoper la medefima cagion pollo, che dice uaanch’egli; • r o .fio.. -d .
Ccrcir del dolce sónno è dolce madre. :
Et fi come.fi uedeua nell’altra la mogliedel medefimó s5no.Pafidiea,cb$ diuolarefoprala terrafembrandojpareua chenegl’animali;cheper gl’albe xi,& (opra la terra fparfi erano,indotto un placidilfimo fonno»:haùefie;con il fuo motto anch’ellajche nota là renderla dicendo.
SpofadclsonnoqucftdèPa/ìthed.
Ma dall’altra parte fi uedeua Mercurio prefidcntedel sonno addormen» lare l’occhiuto Argo con iLfuo motto anch’egli dicentc.
Creare il sonno può.Mercurio ancora. ■ ~
Etfi uedeua efprimendo la nobiltà ,diuinità del sonno medefimó utv adorno Tempietto d’.Efculapio,in cuhmoltthuomini macilenti, et infermi dormendo,pareuache laperdutaTanitàrccuperaflerojcon il uerfo quello li gnificante,&che diceua anch’egli. ’ •• r
.Rende gVbuomint foni il dolce fonno. -
Si come fi uedeua altroue Mercurio accennando uerlo alcuni fogni, che dimoiar per l’aria fembrauano,parlar nell’orecchie al Relatino che in un An iroaddormentato llaua;dicendó.il.fuo uerlo.
; Spejfo in fogno parlar lece con Dio. •
Orelle poi dalle furie.ftimolato fi.uedeiià lòlpmedianteisogni,chcdicae dare con certi maxi di papauéri le predette Futiefembrauanq,pigliare a tati 50 trauaglio/qualche quiete,con il uerfo,che diceua. ' "
Juggon pelfonno ipiiicrudipcnjìcù '
* : . ' ' ’ ' J~tlì.vc-
Etfiuedeuaalla mifera Hecuba Umilmente fognando parere, che una uagaCerualefufledaunfiero Lupo di grembo tolta,&ftrangolata: Tonifi¬car volendo per erta,il pietoso cafo;che poi alla sfortunata figliuola auucn- eetcon il motto dicente.
! ' QUetcJfefferdelieiifognofcuopre}erdicèj f. s. '■ / - ’
Si come altrouecol uerlo che diceua.
Fanno gfi Deifaptrlor voglie infogno. .
Si vedeva Neftoré apparire al dormente Agamennone, & efjxtrgli la u» lontàdel fòmmoGioire. Ercomenelfettimo,ed ultimo fi dimoftraualan« ticaulanzadii far fàCrifitiocome deità uenerada al sonno in compagnia del¬le Mufe,efprimendolocón-un Tacrificato animalefopra un’altare,5c col ver -fodicentè.:--q‘^: ncpb f«v - : —' ri ^L.': rt d... ■ e • "
;*• L Panfagrifitio di sonno,er dttcMufL \-ii<f'
Eran tutfequefte hiftorictte fcumpartite poi,&tenuteda diuerfi Satiri, & Baccan ti,& putti,& Streghe-,&còn diuerfi notturni animali, & fettoni, papaueri refe uagamen te liete; et adorne: nonTenzavn bel tondoinaece di 'fcùdO’nelì’vltimàpanedel Carro porto,in cui l’hiftòriàd’Endimione,etdcl la Lunafi uedeuadfpintàieireHdotuttelecòfo'jComes’èdetto, con tantaleg giàdfia;&'gratia,&'patientia',&rdifognòcóhdotte,chedi tróppaopeta ci fa rebbemeftiero a uólere ogni minima tua par te con lamentata lode Taccone tàre,'Ma<juelli drctìi fi'difie,the’pcrfigliuolidel5onhoin fi ftrauagantiabi -ti infoi deformo Carro porti erano:càntando'a principali canti dellacirtà la foguenteGànzonepareuacon la foàiìiffima, & mirabileJoro armonia,che ^uéràtti^nteungr’atiofiflìrào'i&dòlcesbrinanegValcóltantidiindurrefisfor - tallero-dicendorJl nifi enti < .Urc
” ■1 *1 HÓr c5 e l'd rugiddofd , < * > :. li • c v.-> : * i ? '•. ■■ : J . - •>
r . b ;? r^r" Alfa,la Rcììdinclld a pianger chiami: '
Notte-figlio,pictofd Ftfdcrifchierdnoi d - i■' ; » • Di SOGNI, oselle donne,moftrd À voi,
r Pcrchedfollcpcnftero-id-. .u .1 r.l'
' Numan /ifcorgd,chefegucndo fifo- ÀL; la iliÀmor,Fama,Narcif(>, z i >. -hù; cc.i ; ; carni Et Bellona,cr Kicchezdin uinfentìero-
L4 notte,el giorno intero S'dggird,alfine infieme .
Per frutto hd ld Pizia,del suo belfetne.
• o: 1 Accorte hor dunque iluoftro -
Tempo miglior/fendete in ciò che chiede Natura,e? non mai fede ,
iidggidte d F Arte,che quaft offro rnoftro Cinto di perle, cr d’Oftro Dolce tfMuitd,cr pure Sonlcprcmejfc SOGNI, eritritefeure.
iw orh t m'Hsqobnnn’yft ojnarnnmFl ndm/I r^ìirn cl-c ruxb.u Fb3
- 3!n?h Hi ù no f.b3'!,b's-njOc-,f;
’»»Ufi ÉO'.’S{,?rt UOCi.kJ , . > Jbr„t?.'• ,dì’, Z .’O oh j do? ìiO
, .omzo:! . 'i ;
A riandò poi altra uolta spettacolo;&-.h,auendo.fu la gran¬didima piazadi santa Maria Nouella fatto con fingplar maeftria fabbricare un bejljflìmó Cartello con tutte le de hitecircuftàntie di Baluardi;, di Capalierj/di Galejmajte, diiCòrtine,dimoili,&cantrafoflb&-po!rte fegrpte, & pale ' fi;& finalmente con tutte quelle auuertenze,che alleb.up
. - . ?ney&gagliardeforiifica’tÌQni;fi£Ìeér.canq;.&mefloui deh
tro una buoua quantità di ualorofi foldati con un de principali, & piu fto.bi li Signori della corte per Capitano,oftinatoanqn.uolef perniuna guila el- Jer prefo;diuidendoin duegiovnateil magnifico spettacolojfiuideuella pri ma con.belliilìmo ordine comparire da una parte una buona;&orn.atiflìrQa banda di caualli tutti armati,& in ardine;come fc con ueraci inimici afitoa tàr fi douefleroj&dàll’altra in-fembianza di póderpfo>& ben inftrutr.ó.eler cito alcuni fquadrorii di fanteria coloro arnefi,& carridhmunipone,&: A;r _.tiglieria,&co loroguaftatorb&.viuandièri tutti iofiemeriftrerti,cominel¬le proprie,6c bempericolofe guerre coftumar ILfuolerhauendo anche quelli ?un peritifsimoj&.ualorofiflìmo signore fimile-petGapitano> che qua, Scia trauagliandofi fi uidefar molto nobilmente l’u&tiofuo. ;-Et:dIeridp quelli •da quei disdetterò flati in uarieguife,& con ualore,& arte piu uoltc ricotto •,.fctutt&fon.gcàndeftrepitod?atchibufi,&: d’artiglierie ellen.dpfi appiccato lior con caualli, & hor con fanti diuerfe fcaramuccie, & prefo,& dato.cari- che, & ordinato con aftutia, & ingegno alcuneimbofcatèi& altri coli fatti bellici inganni,fi uidefinalmente.dà<q.ucdi dentro, quali che opprerti dalla troppa forza,andare a poco a poco ritirandofi:& in ultimo fembrare d’elfe- real tutto a rinchiuderffdèntroàl Callèllo flati coftretti. Mail.fecódo giot: no(quafi,che le piatta forme,& la Gabbionata,& piàtato l’artiglieria la no: te haueflèro>fì uidde cominciare una molto horribile batteria,che di getta¬re a poco a poco una parta della muraglia à tcrrà‘lembraua,dopo la quale, & dopo lo icoppio d’una Minajche da un’altra parte per tener.diserti ti gl’a nimi pareua che affai capace adito nelUmuragliafattó h'aueflc,riconofciuti i luoghi,& ftandocon belliifimo ordine la caualleriain battagliali uide qui do uno squadrone,& quado un’altro,& qualè con fcale,3c.qual fenza muo uerfi,& dare a incenda molti,& terribili,& ualorofi aliai ti, & quegli rimefì fi piu uolte,& daquegl’altri Tempre con arte,& con ardire,& con oftinatio- nefoftenuti pareua infinexomela'lfima non uiritichequeidi dantrofuori fi fuflero con quei di fuori honoratamentc accordati a conceder.loroil luo- gojufcendofene con mirabdefoddisfatiónèderiguardantiin ordinanza^ leloro inlegnc spiegate,^ tamburi,& con tutte lelor loUrcJhagaglie.
t, »:ƒ > «.'V. ' '
DellrfCj' eneólogìa-degh Dei.
fu non poco difficile,&faticofa;ufando dire non minor ordine, ne minor prudenza ricercarfi,&quafi non meno di buon capitano edere ufitio il fape re nella pace ben preparare un cóuito j che nellaguerra il faper bene in efèr cito per un fatto d’arme rapprefentarerper lo chejfe dal gloriofo Ducasnato afare tutte lecofe con grandeza,& ualore quello médcfimo ordine,& que¬lla medelìma prudenza fu in quelli spettacoli dimo{lrata;& in quello malli inamente,che a deferì uere m’apparecchiojcrederrò, che a sdegno non fia p eflerglijfe tacere non hatouoluto,che egli ne fulTe alcuno inuen tote,Se or¬dinatore,& in un certo modo diligente eflecutore: trattando tutte le cofe, &: rapprelèntandolepoi con tanto ordine,& tranquillità, & prudenza, Se tanto magnificamente,cheben può frale molte fuegloriofe anioni, ancor quella con fomma lua lode annouerarfi .r Hor lafciando achipiimadime, con infinita dottrinagli quei.tempj nefcrifle;& rìmettédoa quell’opera co loro,checuriofamente ueder cercafiero, come ogni minima cofadi quella Mafcheratajche della GENEOLOGIA DEGLI DEI hebbeil titolo-* fu con l’autorità de buoni fcrittori figurata, & quel che 10 giudicherò in que Ho luògo louerchio trapallàdo dirò che fi come fi legge eflere.aìle npzedi P.e leo,& di Teti flati conuocati parte degl’antichi Dei a renderle faufte, & feti ii:cofi a quelle di quelli nouelli eccellentilfimi Spofi,augurandoli ibuonilà medelìma felicità, Se con tento,&aificurandoliinoccuoli, che noiofinon gli farebbero,parfe che non partede medeftmi,pej;ma tutti, & non chiamati, macheintrodur fidoutfiero,chepiefleflìallamedefima cagioneuenutiuì fuflero. Il q.ual concetto da quattro madrigali,che fiandauano diuerfamé te ne principali lueghi.(fi comein quel de Sogni fi è detto) & da quattro pie .pillimi Cori cantandola que.lla guifapareuasche.leggiadramente esprelfi> .fi lufle, dicendo.
. , Vòlt A,eh e fino <d del fiunA rimbombi
.DeflA.lcggiddrASpcfA*
, che’n queJÌA riuA berbofit
D'Arno, candida,& pur A,alma Colora Moggi lieta fen uold,& dolce pofa - DA lAcclefie fedehdnoiqui trAtti >
Perche piulcggiddr'dtti Et bellezA piu uaga,cr piu felice VedcrgiAmai non lice*
TERZA PARTE
He pur latita feftofa
Vifta, o FLORA, cr le belle dime tue dine,
Traggiorni e aUe tue riue,
Ma il lume, cl Sol detta noueUa SPOSA Cbe piu,chc mai giciofa Difuo bel feggio, cr freno,
Al gran Tofco dittiti corcafi infeno .■
Da bei lidi, cbe mai caldo, ne gielo ■
Difcolord, uegndtn: ne ui crediate, Ch'dltretante beate '
Schiere, cr fante non habbia il Mondo, el Cielot Ma uofiro terren uelo,
Etlorfoucrchiolumc
Qucfto, ex queliti contende antico nume.
Ha quanti il Ciclo, ha quanti ’
lddij la terra,ex l'onda al parer uoftrò, "■
Ma Dio fole è quell'un, chefrommochicftro'
Alberga innìezo amiUe Angelifanti, •'
Acuifolgiuntcauanti '■ ƒ Pofan le pellegrine, - ' • -
Et /lanche anime alfine, alfin del giorno.
Tuttofile grattilo il Cicl del suo ritorno.
-• • « f rr’ "■ r t r.o )r » ,. . . . • !
Credo di potere deliramente affermare,che quella malcherata (machina' da poterfilolo'cond'urrè per mano di ptudeii te pratico; & ualorofo,
gran Principè;& in ciiiqiVafr tutti i'fignori,‘& gentil’huomini della città, ioreftieri jnreruenncroJfulTefènzradubbiolapiu numerofajapiu magnifi¬ca,fida piu splendida,chedamolti fecoli in qua ci fia memoria, che in uetu luogo fiata rapprefentarafiareflendò fatti non pure la maggior parte de ue- ftimentidi tele d’oro,ócd’argeto,&d’altriricchifiìmi drappi, Sedi pelli ouc il luogo lo ricercaua,finiflìine;mauincerido l’arte Va materia comporti Copra tutto con leggiadria,fic indufiria,fi<: inùentione (ingoiare, fir mcrauigliofa. Et perche gl’occhi de riguardanti potefferocon'piiffodisfatìone mirando , riconofcerequalidi manoinmanò fuflerogìì Dei,chefigurar fiuoleuano $ cònueneuol cola parue d’andargli tutti diftinguendo in uentuna squadra ; preponendone a ciafcheduna uno,che piu principale pareua,che reputar fi douefie.fic quelli per maggior magmficenza,ficgrandcza,5c perche cofi lo» fiodagl’antichi Poeti figurati,facedo Copra appropriati carri,da lor propri?» & particolari animali tirare. Hor’a in quelli Carri,che belli,6c capriccio!!, & bizarrioltrea modo,&d’oro,fic d’argento splendidilfimi fi dimofiraua- no:& nel figurare i preferita animalbchegli; tiràuano proprii', fic naturali; fu fenzadubbio tanta la pioteza,ficeccellentia degl’ingegnofi artefici, che non pure Curon uinte tutte le cofe fino alPhora Catte fuori, & dentro alla cit¬tà, repu fatane in tutti i tempi maeftra fingolarifl!nia,ma con infinita meraui glia
DEGL’ ACCADEMICI jp
glia,fi tolfc del tutto la speranza a ciàfcuno,che mai piu cola ne fi heroica,nc fi propria ueder fi potefle. Da quegli Deij adunque poi che tali furono,che prime cagioni,Aprimi padri degl’altri fon reputati incominciandoci,andre mo ciafcun de Carri,& delle squadre,che gli precedeuano deferiuendo: & poichelaGeneologiadegli Deifirapprefentaua:a DEMOGO R.GON.E primo padre di tutti,Seal fuo. carrofàccendo principio diremo^chedopo vn vago,& leggiadro,& d’Alloro inghirlandato Paftore,l’antico Poeta Hefio- do'rapprefentante,cheprimo nellafuaTheogognia degli Dei cantandola lor Geneologiafcriflej&che in mano come Guidatore un quadro, & gran* de,Dantico Velfilloportaua:in cui con dmerfi colori il Cielo, & i quattro elementi fi dimoftrauano.-eflendoui.in mezo dipinto un grande; & greco o attrauerfato da un fcrpéte,che il capo di Spandere haueua:& dopo otto Tróberti,che co mille gra ttofi giuochi atteggiauano, figurati p quei Tibici ni che prillati di poter cibarli nel tempio, per sdegno a Tibure fuggendoli, furono a Roma addormentati, &hebbriinganneuolmente, & con molti priuilegi ricondotti: da Demogorgonedico incominciandoci fi uedeuafot to forma d’unaolcura,& doppia Spelonca il.pdetto fuo Carro da due fpaué teuoli Dragoni tirarfi:Scp Demogorgone un pallido,& arruffato vecchio fi gufando,tutto dinébbie,& di-caligini coperto,fi uedeua nell’anrerior par? té della Spelonca tutto pigro,&.nighittofo giacerli, efiendo dall’una parte meflo in mezo dalla giouanc.Eternità,di uerdi drappi ( p.erche ella mai non inuecchia)adorn?,& dall altra dal Chaos,chequaft d’una mafia lenza tieni na forma haueua fembianza. sorgeua poi fra la preferitra Spelóca, che le tre preferire figure contenerla un gratiofo CoIletto,tuttod’Alberi,& di diuer fe herbe pieno,ed adornojprefo per laMadrcTerrarin cui dalla parte di die - trófi uedeua un’altra spelonca,benché piu ofeura della defentta, & piu ca« wa,nella qualeTHerébo(nella guifa,che di Demogorgonefuo padre fièdet to)di giacere fimilmente fembraua.& che fimilmente dalla NottedellaTer rafighuola con dueputti l’uno chiaro,& l’altro ofeuro in braccio,era dall’v na partemefio in mezo,& dall’altra dall’Ethere,della predetta Nottc;& dal predetto Herebo nato,che fono forma d’unrifplendétegionanecó una tur china Palla in mano panie che figurar fi douefle. Ma a pie .del Carro poi fi uedeua caualcare la Difcordia feparatrice delle confufe cole, & perciò con- feruatricedelmondo da Filofofi reputataj& che di Demogorgone prima fi gliuola è tenuta:& con lei le tre Parche, che di filare,& di troncar poi diuer fifilifembrauano. Ma fotto laformad’ungiouanetutto di drappi.turchi¬ni ueftito fi uedeua il Polo,che una terreftre Palla in mano haueua:in cui,ac cennando allafauola,che di lui fi conta,parcua che un vaio d’accefi Carbo¬niche fotto gli ftaua,molte fauilleafperfe hau.efie:& fi uedeua Pithofìe di, Demogorgone anch’egli figliuolo,che.tutto giallo,& con.una affocata mas«, fain mano, fembrauad’efierfi col fratello Polo accompagnato . Veniuapoi dopo lorofinuidia dell’Herebo,& dellaNottefigliuola,& con lei fotto for mad’un pallido,& tremante.uecchio,che di pelledi fugace Ceruo l’accon¬ciatura di tefta,& tutti gl’altriueftime;nti haueua,il Timore fuo fratello.
Madopoqueftì fi uedeua tutta neras.conalcune branche d’Hellera,che di abbarbicata hauctlafembrauanola-Pertinacia,che.con loro del medefimo
Temefcme è nata,& che col gran dado di'piombo,che in tefta haueo j,’dalia fégn e$- déll’ignoranzacon cui la Pertinacia efler congiunta fi dice. Haueua cortei in fua compagnia la Pouertà fua'forella,chè pallida,&furiofa, & di nero ne ^lettamente piu prcftocoperta,che ueftitaji dimoftraua.Eteracon loro la ’ Fame del medefimo padre nata anch’ella,& chepareua,che di radici, &di. falu.atiche herbe ahdafle pafcendofi la Querela poi.oil Rammarico di que¬lle forella,di drappo tàrtc'Coperta,& conia querula Paflera soletaria,che nei ‘ 1 accociarura di tefta (embrauàd’hauergli fatto il nido fi uedeua dopo cofto¬ro moltomaninconicamentecamminare>& hauerein fuacompagnial’altraf commune lorclla Infernità detta,cheper la magreza, & palidezalua, & per la ghirlanda,& perii ramicello di Anemone,che in man teneua troppo ben faceua da riguardanti per quelche l’era c’onofcerfi . Hauendo l’altra lorellà Vecchieza dall’altro lato,tutta canuta,tutta di {empiici panni neri ueftita,* che anch’ella non fcnza cagione haueua un ramo di Scnccioin mano. l’Hidra,&laSphingediTartarofìgliuole,nellagui{a,checotnunemente fi¬gurar fi foglionòfi ucdeuan dietro a coftoro col mcdcfimo bell’ordine ueni re; Se dopo loro tornando all’altre figliuole dell’Herebo,Se della Notte, fi ui- de tutta nuda,Se fcapigliatacon vnaghirlanda di pampani in tefta, tenendo fcnza uernn freno la bocca aperta la Licenzarcó cui la Bugia fua forella,tut¬ta di diucrfi panni,& di diuerfi colori coperta,ed inuolra,Se con una Gaza a niaggiore dichiarationein tefta,& con il pefce Seppia in mano accompagna tas’cra. Haueuano quelle,checon loro di paricamminauail Pcnfiero.’fin- g'èndo per luiun vecchio tutto di nero ueftito anch’egli, Se con una ftraua- gàn te acconciatura di noccioli di Péfcain tefta:moftrandolì lotto i ueftimeu ti;chetal’horafiicntolandos’apriuano il petto j Se tuttala perfona eflereda xriilleacutiftìmespine punta,Se trafitta. Momo poik) Dio del biafimo,‘Se della maledicentia fi uedeua lotto forma d’un curilo,Se molto loquace vec¬chio dopo coftoro uenire:& con loroilfànciullo Tagete tutto rifplendente. (benché della terra figliuolo )ma in tal modofiguratoj percioche primo fu dell’arte degl’Arufpici ritrouatore;lolpendendogli perdimoftration di quel làjuno sparato Agnello al collo,che buona parte degl’interiori dimoftraua * Vedeuafi fimilmente finto formad’un grandillìmo Gigante l’africano An-, teo,di cortili fr‘atello,chedi barbariche uefti copertocon un dardo nella de. ftra mano,pareua,che dèlia decantata fi ereza uolefte dar quel giorno mani* felli fegnali. Ma dopo coftui fi uedeua figuitare il Giorno dell’Herebo fi-, milmente,Se della Nottefigliuolorfingendoanche quello un rifplendente,: & lieto giouane,tuttodi bianchi drappi adorno,& di Ornitoghalo incoro, nato.'in compagniadi cui fi uedeua la Fatica fua forella, chedi pelle d‘A fino, uefti ramifera della tefta del medefimo animale con gl’eleuati orecchi, non se zarifode riguardanti,fatto cappello. Aggiugnendoui per piegatura due ali di GtiìrSe per l’opinione,che fi ha,chegi’huomini indefefli alla fatica reti da,hauendogli anchelegambedella medefima Gru in mano mefte.- Il Giu «mento poi da medefirai generato,fiotto forma d’un uecchto Sacerdote,tut¬to fpauentato per un Gioue uendicatore,chein man teneua; chiudendo tue ta la squadra ahgran padre Dcmogorgone attribuita,Se teneua a coftoro, CQ pagnia.- .. _■
. * Etgiudi dalla maggiore,& minor Orfamote quella per le fette,& quella per le uen- tuna stelle,di che tutte afperfeeraoo:fi uedeuan per adorno, & pompofo ré devio con bellillìma maniera,&cori gratiofolpartimentodipintelette delle fauoledel medefiitiò Cielòifigorando nellaprimà;perdimoArare non fen« za cagione quell altraòpinione^che'-ferie tiene; il fuori alci mento, chedalla Terra ederfeguito fi dicedi come nella feconda fi uedeuala cóiun rione fua co la medefima madre Terrajdiche nafceuano oltre a molt’altri Cotto) Bria reo,& Gige,che cento anni,&'CinquÉn'ca capi perciafcuno hauerc hauuto fi crederle ne nafceuano i Ciclopi,coli detti dal lolo occhio,chein fronte ha eueùanòi .Vedeuafi nella terza,qtìandòè’rihchiudeua nelle cauernedella
— : **'T'-'raicommuhi figliuóliperthéùéder-’riof ,— -~
arta'pér'ìtbèfaègli-daràhtà'ópptèdìone f ronfórtàrglt a prén d'ere- dèièrùdiò'pàdre
per lóche nella quié-fa-'gj*èràtt-d§ Saturft’tffagliàtiimèfhbri geniali -, del cui sàngue parèua,che da una banda ìe furie,&{"Giganti hàfcederojfi come del laspuma dèll’altra.che in mare d’eder caduta fembraua,fi uedeuacon diuer fo parto produrli la bellillìma Venere : ma nella fella fi uedeua elprefiaql- l’ira.che co Titani hebbe:per eflergli da l'oro flati lafciati,come fi è detto,i ge niali tagliare) & ficóme flella lertima,ed ultima fi feorgeua fimilmente qu'c fio medefimo Diodagl’Àtlantidiadorarfi,&eflergli rèligiofamenteedifica- rPTetppij'&'Àltari. Ma a piedel Carro poiffi come nellaltro fi didelfi ue- déuacaualcareil néro,&uecchio,sbendato Atlante,chedi hauercon lero * btiìle fp'àlle follenuto il Cieio hauuto ha nome.’per lo cheùna grande,&tur ’ thmà,& {Iellata palla in mano fiata meda gl’eratma dopo lui con leggiadro abito di cacciatore,!! uedeuacamminareil bello,&giouane Hyadefuo figli uolo,a cuifaccuan compagnialelettelòrelle,Hyadeanch’ededette;cinquc delle quali tutte d’oro rifplendénti,fi uédéuano una teda di Toro per ciafcu
- nàin capo hàuere.’perciocheanèh’ede fi dice,che ornamento fono della te¬tta dèi celèlle Toro,&Pai tre due,come manco in Ciel chiare, paru e, che di argentato drappo bigio uellir fi dóuèfiero, Ma dopo collorojper fette alttc limili llellefiguratc,feguiuàno ledette Pleiadi del medefimo Atlante fig'iuo le.'l’unà delle quali,perciochc anch’ella poco lucida in Ciel li dimoflra,del medefimo,& folo drappo bigio parue,che diceuolmete adornar fi douefi\
11comel’altrelei percioche rifplcndenu, & chiate. fono, fi uetfetia&o nelle Parti dinanzi .tutre.per l’infinito oro lampeggiare,&.rilucere: ettédo in quel *e di dietro di foló puro,& bianco ueftimento coperte:denotare per ciò uo- lédo,che fi come al primo apparir loro pare,che la chiara,& lucida fiate hab bia principiojcofi partendofi fi uede,chel’ofcuro,&neuofo Verno ci lafcia- no.-ilche era anche elpreflo dal l’acconciatura diretta,che la parte dinanzi di uariate fpighe con tétta haueua,fi come quella di dietro pareua, che tutta di neui,&<lighiaccio,ócdibrinate compoftafufie. Seguiua dopo coftoro , il uecchio.& deforme Titano., che con lui.haueua l’audace, & fiero Iapetb iuo figliuolo: ma Prometheo,chedi Iap.eto.nacqueifi uedeua tuttograue,6c venerando,dopocoftorocon unaftatuettadirerranell’iUna delle mani, con unaface aCcefanall’altrauenirejdenotandoilfuQCOjche fino di Cielo a Gioue hauer furato fi dice: ma dopo lui. per ultimi,che la fchiera del fecon¬do Carro chiudeflero,fi uedeuano con habito moretto, & con una tetta di religiofò Elefante per cappello uenirefimilmentedue degli. Atlantidi,che primi,come fi ditte,il Cielo adorarono: aggiugnendo per dimoftratione del le cofe,che da loro ne primi fagrifitij ufatc furono atfambo in mano un graa , mazo,di SimpulloidiMappa>di7Dolobraj6cdiAcerra» .
KCàrìro"ter^o3i',Satinò.. \ \
AT V R N O di Cielo figliuolo tutto uecchio, & bianco^
& che alcuni putti fluidamente di diuorar fembrauaiheb béil terzo non men dell’altro adòr,natoCarrojdaduegta di,& neri Buoi timoqier.accréfcimerito della belléza del quale, fi come in quello fettecofi in quefto cinquedelle fue fauole parue,che dipignere fi douettero:& per ciò per la prima fi uedeuaquefto Dio eflere dalla moglie Opis fo
le rimadato loro in dietro da lui ,fi uedeua rimanerne con infinita trittez- za,& amaritudine . Si come nella quarta era la medefima fauola dipinta <di che nel pattato Carro di Cielo fi ditte )cioè; quando egli taglìaua igeni Cali al predetto Cielo,da cui i Giganti,& le furie; & Venere hebbero origi¬ne. EtficomenéirultimàfìuCcléua Umilmente,quando daTitani facto pri gionéeradàl.pietofo figliuolo Gioùe liberato. Per dimoftrar poi lacreden fa,che fi ha, che l’hi fio rie a rempi di Saturno primieramente cominciaflc- ro a fcriuerlucon l’autorità d’approuatofcrittore fi uedeuafigurato vn Tri« tqnèi.fòn'uria marina Conca fonate, & con ladoppiàcodaquafiin terra fic facKiùderel’ultima parte del Cafro : a pie di cui (fi còme degl’ahri s-’cdet- to)fiuedeuàdinèrdipanni adorna, & conruh candido Hermellino in brac cidi chétln àùrato Collàredi Topati) al lòtto hàuéùà, una honeftiftìma ve? ginè, per la Pùdicitià prefa: la qualecolcàpo,' Se co'tì là facci'à d’un giallo, ve lo coperta haueua in fua’compagnia la Verità, figurata anch’ella (otto for¬ma d’una beIliflìma,Se delicata,& honefta giouanercoperra folo da certi po chi, & trafparen ti,Se candidi veli: quefte con molto gratiofa maniera cam- fninàndo,hàueuano metto in mezo lafeliceEtàdèll’orò:figuratapér una va ga; Se pura Vergine anch’ella, tutta ignuda,Se tu tra di qu e pii mi frutti dal¬la terra per fc fletta prodotti, coronata, ed adorna» Seguiua dopo coftoro di neri drappi ueftita la Quiete,che una giouanc donna, ma graue molto,Se venerandafembraua,Se che per acconciatura di tetta bauèua molto m’aettre «olmen te comporto un nido; in cui una uecchia,3e tutta pelata Cicogna pa reuà, che fi giacefle: eflendo da due neri Sacerdoti in mezo metta, che coro¬nati di Fico, Se con un ramo pércialcuno del medefimo fico nell’una mano, SecOn uu nàppo entroui Una fliacciata di farina,8é di mele nell’altra, pare¬rà’, che dimórtràf con ettauoletteroquellaopinione, cheli tiene per alcuni, cheSaturnò dette biade fuflé imprimo ritrouàtore : per lo che i Cirénèi, che tali erantìi due neriSacerdoti', fi'dice;ché delle predette cole fòleuàn fargli isagrifitij . Erano quelli da due altri Romani Sacerdoti feguitati,che di' Colere anch’eflìsagrificargli quali fecondo l’ufo moderno alcuni Ceri pare¬rla,che dimoftrattero: poi che dall’empio coftume da Pelasgi di fagrificare a Saturno gl’huomini in Italia introdotto; fi uedeuano mediante l’efemplo d’Hereòlè(che fimìli Ceri ufaùa)liberati. Quelli,fi come quegli la Quiete’ metteuano anch’erti in mezo la ueneranda Verta di Saturno figliuola, che llrcttiflimà nelle spalle, & nefianchi aguifa di ritonda palla molto piena,Se larga,di-bianco ueftita,pórtaua un accefa lucerna in mano ; ma dopo còfto- ro chiudendo perùltimo la terza squadra,fi uedeùà uenireil CentauroChi ronediSaturno,comefièdetto,figliuolo;delIaSpada,& Arco, &Turchas- lò armato: & con lui un’altro defigliuoli del medefimo Saturno con il ritor to lituofpcrciochc Augure fu)in mano, tutto didrappiuerdi coperto, & co l’uccèllo Picchio in tettai poi che in taleanimale,fecondo,che lefauolenar« ranofi tiene,che da Chirone trasformato fatte, Carro qarto del, Soku.
A allo splendidiflìmoSolcfu il quarto rutto lucido, &:jutto clorato,& ingemmato Carro detonato, che da quattro uelo- ciflìinu&alati deilrieri fecondo il collume tiratogli uedeuacó una acconciatura d’un Delfino,&d’una Vela in tefta laccio- cita per Auriga hauere:in cui,ma con diuerfi sp^v,umetti jratiofi.e uaghi quanto piu inimagiparfi,ppfia,eranofettedéÌltJCuefailole (fi come degi’àl1 tri s e.det,ro)dipipte;per la prima delinquali fi yedeua il Cafo del troppo audace Phetóte^cfie.mal feppequeftò^pedefHqpGarrognidarei fi come perla feconda fi uedena la morte dèi-serpep^é Phirone/, & perla terq za il gaftigo dato al temerario Marfia: ma nellaquartafi uedeua quando pa fcendo d’Admeto gl’armenti uolfe un tempo humile, &.paftoral una men^ re: fi come per la quinta fi uedeua poi,quando fuggendo il furor di Tipheo fu in Corbo a conuerjirficóftretto; & come nellaTéftafuron l’al.trefue con^ uerfioni primain Lepne>& poiin$paruierefimilmentefigurat,e:yeggqndo fi per l’ultima il mal luo gradirò amore dal la fugacePaphne,che Allóro(cc> me è notiffimo) per pietà degli. ;Dij finalmente diuenrie ? Vedeuafi à p/edel Carrocaualcar poi tutteala-re,&jdidiuerfe*etadi,&i colori lHorè'defSqlqan, celle,& mini lire,delle quali ciàfcunaaimiration degl’Egitijun'Hyppppùtaj moirtmano portaua,&era di fioriti lupiniincoronata:dietroallequàli(il co fiume Egitto pur feguitàdo)fi uedeua fotroiormad’un.giouane tuno;di bi£ co ueftito;& con duecornetri uerfola terra riuo.ltiiu tefta,&^’orientàjpàl^ ma inghirlandatdil Melecamminarei& portate-in mano un Vitèllo,chjeyA fol Carro non fenza cagione haueua: ma dopò cóftùi fiuedéUà camminar fi milmente l’anno col capo tutto di ghiacciò di nèui coperto,& con le brac¬cia fiorite,& inghirlandate,& col petto,& col uèntre tutto di spighe ador-< no:fi come Iecolcie,&Icgambepareuanoanch’efte tutte edere di.modo ba; gnate,& tinte,portando ùmilmente nell’una mano per dimoftratiòne del luo rigirante corfo un rigirante Serpente,che con la bocca pareùa, che la co dadiuorar fi uolefte,& nell’altra un Chiòdo con che gl’antichi Romani; fi legge chetener ne Tcmpij loleuanó degl’anni memoria: veniua la rofieggia. te Aurora poi tutta uaga,& leggiadra,& fnella con vn giallQ.mantelletto,ec con una antica lucerna in mano;fedetue.coo.belliflìma«gratia fui Peghafeo Cauallo:in cui cópagnia fi ùede'ua iti abito sacerdotale, & con un nodofo haftone,& un rubicondo serpènte in mano,Se con un cane a piedi il medico Efculapio,& cori-loro il giouapePheton te,del Sole(ficomeÈfcuIapio) figli. uolo anch’egli,che tuttoardéptéirin.ouandolamemoria.del luo infeliceca-i (ó, parerla,, che nefCigno,che jn manò’hauéua,trasformatfi uòleflc. Orfeo poi di quelli frate!lo,giouane,S< adorno:nia diprelenti3grjauc,& uenerabi« le,con laTiarain tefta,lembrandodilonareun ornatilfimaLira, fi uedeua dietro a loro camminare; & fi uedeua cori luiTincantarricéCircedel Solefi gliuola,arich’ella,conla ièlla bendata,che tale era la reale infegna,&con ma «ronalcabitoda quale in uece di scettro pareua che teneflein mano un rami
cello di Larice,&vnrii Cedrojcocuifumi fi.dice,chegrà parte deg‘incanti« menti fuoi fabbricar foleua; ma lenoueMu fé ;con gratiofo ordine cammi« riandò,tori bèllifiìmofinimento chiudeuan l’ultima parte del deferitto leg¬giadro Drappellone quali lotto formadi leggia’driflìme Ninfe, di-piume di Gaza p ricórdazadelleuinteSirene;&di\ahre forti di penne incoro nate, co diuerfi mufichali inftrumenti in mano,fi uedeuan figurate1: hauerido in me zoaH’nltime,cheil piu degno luogo teneuano,meflo,di ncri,& ricchi drap pi adorna la Memoria delle Mufe madrejte.nente un tìero.cagnuolo in ma- rio,per la memoria, che in qrrefto animale fi dice éfler mirabile:& .cori Pacco ciatura di tetta ftrauagan temente di'uariatiffimècofè comporta, denotando le tante,&.fi uariatecofe,chela memoria è habilea ritenere. '
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C arro quinto ai G loftcs..
L gran padre poi degr.huomini,&; degli Dij Gl O V E, di Sa-
turno figliuolo. hebbeilqui.nro.ropra.tuttigl-ahrÌQrna.tifli-
moi&pompofiilìmqGàtro:.;perciocheohreall4cinqu^fauo
le,checomenegPaltri.diprnteuifi.uedeuanoritcoòltre1a>.nio
J do,&merauigliofo;era célo.daire,:ftatuc, che pompòèfU^^ii
fpartimeto alle preferìt'te fauole fàceuano;. dall’iing delle quali fi nèdénè.raf»-, l’Auò del faggio V lifie A rcefiochiamato : Ma perla prìróidelle fifuole prjq- ; détte,fi uedeua Gioùeconueft.itdirt Toro.fralpòrtare là femplicetta Europa., irt Greta:fi come per la feconda fi uedeua con perigliofa: ràpinaifpnpjfornja d!A q ù 11 a u o 1 a r fe n e col tr o i a n o G à n i m ede i n Gi el o: & come peri a ter r a IJO^JJ leridoconlabellaEginadi Afopofigliuolagiàcerfifi uedeua l’altra fila tra? forìriatióne fatra in fuoco; Veggendofi per la quarta il medefimo Gióue cpjn uerlo in pioggia d’oro difeendere nel grembo:dell’amata Danae:. & nella quintajedultimàueggendofi liberare il padre Saturno che da'Ti tani prjgio neera(comedifoprafi difle)indegnamcnte tenuto. Jn tale,&cofifattoC,at rò poi,& fopra uria belliflrma fededi diuerfi animali,& di molte aurate Vit¬torie comporta,con un mantelletto di diuerfi animali,edherbecontefto ,„fi uedeua il predetto gran padre Gioue,con infinita maertàfedèré, inghirlan¬dato di fiondi fimili a quelle della comune Oliuaj& con nnaiVet torta nella deftra mano,da una falcia di bianca lana incoronata;^con un reale, scettro nella finiftrajin cima a cui l’imperiale Aquila;pareua,chcp.ófatà fifufle>?Ma-/ né piedi della fedefper pmmaefteuole,i& pompofa rènderla ) fi;uédeùa. 4a-ì lina parte Niobe con i figliuoli,morrrep.er Jclàeried’A;pollo;:& diDiana dall’altra fett’huomini combattenti,che in mezoAferi’nwec&njhfajuariOjyp? putio con la teftadi bianca lana fafciata,fi comedall’altro fi uedeua Hercole & Thefeo>che.con le famofe Amazoni di combattere moftrauano . Ma a pie del Carro tirata da due molto gradi,&mohopropriamente figurate Aquile ì fi uedeua. poi,fi come degl’altn se detto, camminare Bellorofontc di, reale rabitos hàbito,& eli reai Diadema-adorno: peraccennamento della cui fauola (opra la prefcritta Diadema fi uedeialàcùlui ucafa.Ghimérà; hauendo in fua co, pagnià il gióuàhé Pét feodi Gioue di Danae difcefóicon la folitatefta di;
Medusa ih tnafitf;&coti fWólitocóhèHo.alfianco j’&*coji:loto-il preferir to^ Epafojcheunateftàd’africanò Elefante per,cappelló:ha'uéua:5ma Mercoledì. Gioue,& di Alcmena nato; co Pula tà pelledel Leone,&coriTu(àta Glaua fi, uedeùa dopo coftoro uenire;& in fua compagnia hauere Scita il fratello(bé che di altra madre nato)ritrouatorprimodell’arco,&dellesaette:per lo che dì ette ffuèdéua,che le mani,&c ri fiancoradoraato s’erarma dopo.quefti fi ve; deuahòi iluegranofi Gemei li.Gàftore,&Polluce non meno uagamentefo pra due lattati,&’àriirFiófrCo'rfieri in militare habito caualcare: hauendo eia Icuno (opra la Celata,che l’una d’otto,& l’altra di diece delle era confperfà , vna fplendida fiammella per cimiere,accennando allafaluteuolluce,che og gì di santo Hermo è detta,che a marinari per fegno della ceflat3 tempefta ap parir fuole,& per le stelle lignificar udendo come in Cielo da Gioue per il fegno di Geminioollocatifurono.'LaGiuftitia poi bèlla,&giouane,che vna deforme, & brutta femmina con un battone battendo finalmente ttrangola uà, fi uedeurà'dOpo'coftoro uenire,alla quale quattro degli Dei Penati due mafchi,& due fémmine Faceuanocompagnia,dimoftrando quefti, benché in abito barbarefco,& ftrauagantc ,& benché con un frontefpitio in tetta , che con là bàfeàU’infu udita le tefted’un gioua’ne;& d’un uecchio fofteneua per raurata'Gateriajcheal collo con un quorc attaccato haueuano , &per le Jdnghé,& ampie,& pompofe veftid’èftèr perfone molto graui, & di molto, & alto coofiglioiilchc con gran ragióne fufatto, polche di.Gioueconfiglic? rrfofònódagl’antichifcrittDri reputati: mai due Palici di Gioue,&diTalia nàti di’ ìeónatì'drappi adotni,Óc.didiuerfefpighe inghitlandati-còn un alta ré in rhatì'typer ciafcuno fiùedenanodópo coftoro camminare, co quali Iar ba Redi Getdra del medefimó Groue figliuolo di bianca benda cinto,& cp uh tetta di'Leone fopraui un Cocodrillóper cappello ; cornetto nell’altre parti dì foglietti canna,&di papiro,& di diuerfi moftri;& con lofcettro^Sc una fiamma daccelo fuoco in mano accompagnato s’era.Ma Xantoil tro¬iano fiume,dì Gioue pur figliuolo anch’egli,forro^humanaformatma tutto giallo,& tutto ignudo;&tutto tofo con il uerfante vafo in manò,&.Sarpedo ne Redi Liciafuofratello con maeftreuolehabitoj&conun monticelloin? mano di Leonii& di Serpenti pieno fi uedeuaho.dopolorouenirejchiuden do in vltimo l’altima parte dellagrade squadra quattro armati Cureti, che le spade aftaifouentel’una con l’altra percuoteuànoi rinòuàndo per ciò la memoria del Monte Ida,oue Giouefu per loro òpera dal uorace Saturno fai uatoinafcondendocólo ftrepitodeli’armiiluagitodel tenero fanciullorffa qualiin ultimo,de con l’ultimaroppia per maggior-dignità fi uidecon l’ali,- & fenza piedi quafi regina degl’ahri,con molto fatto,Segrandcza la fu p erba fortuna alticramentcucnirc.
cippe, fi uedeuada lui uccidere ilmifero figliuolo-di Nettunno Halirtho- tio , & per la feconda in fembiante tutto amorofo fi uedeua giacere con Re.a- siluia ,&generarne!'due gran conditoridi Roma Romulo, & Remojfi come per la terza , & .vltima fi uedeua rimanerefquale afuoi feguaci affai fouente^uuiene) miferatncnte prigionedegl’empi Otho> & Ephialte. Mainnazi al Carro perle prime figure? che precedendo caualcauano fi ue¬deuano poi due deftioi Sacerdoti Sali), de Coliti feudi Ancili, & delle foli* te armi, & uefti coperti, & adorni j mettendoloro in'tefta in uece di Cela¬ta due Cappelli a fembianza di Conij : & fi uedeuano efler feguitati da i pre« detti RomUlo,&Remoagnifadi pallori,con pellidi Lupirufticamenteco- pcrti:mectendo perdi ftingUerefn nò dall’altro.a Remo fei,5ca Romulo per memoria dell’Augurio piu.felice dodici Auuoltoinell’acconciaturadi tetta. Veniua dopo.coftoroEnomano Re della greca Fifa, di Martéfigljuolo an- ch’.egh,^chenell’unamano,comeRe,un reale fcettroteaeua,& nell’altra tvnà rotta carretta per memoria del tradimento ufatogli dall’Auriga Mirmi! lo combattendo perla figliuola Hyppodamja contro a Eelope di lei aman¬te.«- .'Ma dòpo loro fiuedeuanouenire Afcalapho, Sc lalmeno di Marte an¬eli-etti figliuolijdi militare, & ricetto abito adorni, rammemorando per lo naui,di cuiciafcunouna in mano haueua, il poderofofoccorfodaloro con cinquantanauiportòagl’atfediari Troiani. Erano quefti feguitatidallabel laNinfaErittqnà,di Marte fimilmentefigliuola, con unareteper ricorda za del fuo miferocafo in braccioide dall? nonmen bella Hermione,che delmedefimo MA R.T E, & dèlia uaghiffima Venere nacque, Se che mq- glie’fu del Tebano .Cadmo: a cui fi tiene, che Vulcano già un belliflìmp Collare donatte; per lochefiuedeua cortei,col.preferiti© Collare al collo, nelle parti fuperiori haueredi femmina fembian za, & nelle inferiori (de¬notando., che col maritoin Serpente fu conuerjitajfi.uedeua-efteredi fer* pentinq scoglio, coperta. Haueuano.quefte.dietroafe con un fànguiuofo coltellojn mano,&con uno sparato Capretto aà.arxnacollo>il..molto i,n uifta.fie.ro Hyperuio.del medefimo padre.nato j da cui fi dice, che prima impararono gl’huomini ad.ucciderei. bruti animali;^cò lui iLnonmen.fie ro Etholo, da Marteanch’egli,prodotto ? fra,quali dirotto abitoadorna njt . io di neri ricami consperfo equi la spumante bocca, & con.uji Rinocerote in -.ietta,& co un Cinocefalo in groppatt.usdeuala cieche Ira.camminar e.
issala
mala Fraude con la faccia d’huom giuftq,& con Paltrepartimualt da Dante' nell’Inferno deferiate fi leggono: óc laMinacciarpèr una spada,& un batto¬ne,che in mano haueua,minacciosi ueraméte in uifta$i bigio,& rotto drap do coperta,&con l’aperta bocca dopo coftorodi camminar feguirando,fi uedeuano dietro a felafciare il gran miniftro di Marte Furore, & la pallida &'non meno a M arte conuenèuolemorte: ettendo quegli di ofeuro roflore flato tutto ueftito,&tinto,& con le mani dietro legate, fembrando furun gran falcio di diuerfe armi molto minacciofo federfi; &quefta tutta pallida (comèttèdetto)& di neri drappi coperta,con gl’occhichiufì,non meno fpa uentetiole,&non meno horribiledimottrandofi. Le spoglie poi fotto figli ra d’unà femmina dHeónina pelle adorna,con un antico Trofeo in mano,fi nedeua dopocoftoro uenire:laqualcpareua,che di due prigioni feriti,&le- gatijche in mezo la metteuano,quafi gloriar fi uoleflè:hauèndo dietro a fe p ultima fila di fi terribile schiera una in fembianza molto gagliarda femmina con duecornadi Toro in tetta,& con unoElefante in manofigurata per la Forzarcon cui pareua,che la Crudeltà tutta rotta,& tutta fimilmentespaué- teuole un piccol fanciullo vccidcndo,bene,&dièeuoÌmen te accompagnata-•'Afuflé; ! ‘ :i mi.::£ arro Je lìmo ai\Jenerc_j. . io • J..
Dea fuggendo il furore del Gigante Tipheo;conuertirfi in pefcc,& per la fe conda tutta pietofa.fi uedeua fimilmence pregareil padre Gioue,che uolefle imporre hor mai fine alle tate fatiche del travagliato fuo figliuoló'Eriea; veg gendofi nella terza la medefima ettete da Vuìcàrio il maritò con la rete' pre¬fa giacendoli conTamator fuo Martersi come nella'quarta,ed ultima fi vede uà,non meno sollecita per il preferitto figliuolo Eneayuenirecon la tanto in exorabile Junone a concordia di congiugnerlo in amorofo làccio con la ca¬tta Regina di Cartagine . "Mail bellilìimo Adóne comepiu caro amante fi uedeua primo innari al Carro con leggiadro abito di Cacciatore cammina re; col quale due piccoli,& uezofi Amorini con dipinte ali, & con l’ateo, & con le saette pareua, che accompagnati fi fu fiero: ettendo dal maritale Hime neo,gioitane,& bèllo feguitaci,còn là fólira ghirlandarli Perfa,& con Facce fa face in inano:& da Talafsiocol Pilo, & co lò feudo, & col.Corbelló di'la na pieno; ma Pitheo la Dea delia perfuafione,di matronale abito adorna jc6 vnagran lingua,fecohdoilcoftumeEgitian.'o,entroui unsaguinofo occhio in tetta i con un’altra lingua fimiléin màho,ma che con un’al tra finta ma »0 era congiuri ta,fi uedeua dopo cóftoro.uenire; & con lei il troiano. Pari*. de de, eh e in babitodi paftorè Icnabva.ua per memoria della fua fauola di porrà rettmalperluiàuuenturofoPome;fi come la Concordia fiotto forma di bel la,&grane,&inghirlandatadonna,con una tazanell’unamano, & con un fiorito fcettronell’altra,paréua,che quelli feguitatte: con cuifimilmentepà reua,che accompagnato.fi futte,con la lolita falce,&colgrébo tutto di frut¬ti pienojo Dio degl’horti Priapo: Se con loto con un dado in mano, Se uno in tetta Manturna,lolita dalle Spofe la prima lera,che co mariti fi congiugne uano,molto deuoramente inuocarfi;credendo,chefermeza, Se {labilità in¬durre nelle uaghe menti per lei'fi potette. Strauagantemente fu poi l’Àmi - citia,che dopo loro ueniua figurata,perciochequefta béche in forma di gio uané donna, fi uedeuahauere diffondi di Melagrano, Se di Morteilaja nu¬da tetta inghirlandata,con una roza vette in dotto,in cui fi leggeua MO RS ET VITAjSecoI petto aperto,fiche feorgeruifi entro il quorefi poteua.-in cui fi uedeuafimilmenteferino LONGE ET PROPE.'portando un fec co Olmo in mano da una frefca,&feconda vite abbracciato:erafi con cortei accompagnato l’honefto^l’inhonefto Piacere,ftrauagantemente figurato anch’egli {otto forma diduegiouanì,checon leftienel’tinàcon l’altra d’ette re appiccate fembrauano J’una bianca, & comedifle Dan te guercia, 8c co i piediftorti,&raltra(beneh'enera.)d’honeftaj&gratiofafo'rma;cintacon bel laauuertenzadeH’ingemmato,Se dorato Certo, Seconun freno, & con un icommune braccioda mifurare in manorla'quale era feguitata dalla Dea Vir ginenlelolitaanticamenteinuocarfi nellenozeanch’ella,perche ell'aiutas- fe iciorreallo spofo la uerginal Zónajper lò chedi lini, & bianchi panni tut ta ueftita,& di Smeraldi,Se da un Gallo la tetta inghirlandata,fi uedeua con la preferì età Zona, Se con un ramicellodi Agno catto in mano camminare; eflendofi con lei accompagnata la tanto,Se da tanti defiderata Belleza,in for ma di uaga,Se fiorita,Se tutta di gigli incoronata Vergine: Se con loro Hebe la Dea della Giouétù.'vergine anch’ella,Se àch’clla ricchiflìmaméte,Se con in finitaleggiadria'Uettità,& d’aurata,Se uagaghirladaicofonatàjéd adorna,et con un.vezofo ramicellodi fiorito Mandorlo in mano .-chiudendo ultima¬mente il leggiadrittìmo Drappello rAllegreza,uergine,Se uaga,Seinghirlan data fimilmente.'Se.cheunThyrlb tuttodighirlande,Sedi,'uariatefrondi,et bori contefto in mano anch’ella,Se in fimil guifaportaua,
-irne..-, | in. . .Carro ottano di zdM’ercurio.
V dato a Mercurio poi,che il Caduceo, Se il cappello,Sei Tala ri haueua, lottano Carro da due naturaliflimeCicogne tirato, Se riccho fatto anch’egli,ed adorno dacinquedellefuefauole: per la prima delle quali fi uedeua come Matteggierò di Gio-
V -T": ue apparire fu le nuoue mura di Cartagine all’innamorato comandargli,che quindi partendofi dotiette alla uolta d’Italia ueni re.Ti^ome per la feconda fi uedeua lamifera Aglauro etter da lui conuertita in.fatto:Se comeperh terzadi comandamento di Giouefi uedeua fimilmen tè lega re a gli Scogli del Monte.Caùcafo il troppo audace Prometheoima nella/jùafufiùedbuàvn’alira uolta,qonuertircilfmaUccortàBattoinquel la piètrajcHè Paragone lì chiama: & nella 'quinta,-ed ultimaTuccittonetlaga- .eemented.a'lui fatta (dèi l’occhiuto’Argoiilqualepermàggiore'dimoftràtio- nein.habito di'paftoretutto d’occhi pieno’fi vedeua primo innanzi al Carro jcamminare.’.’con.cuiinhabito ricchiflimo>dhgiouane donna, comma-vii te in tettacon uno scettro in mano Maia la madre di Mercurio predet¬to, ór di Fauno figliuola fembràua d’eflerfi accompagnata, hauendò alcuni imuiftadimeftichLserpenti che la fegujtauano. Ma dopo quelli fi uedeuavo liirskPaleftra di Mercurio figli'uola,in fembianza di vergine tutta ignuda;- ma forte, & fiera a merauiglia; & di diuerfe frodi d’oliuo-p tutta la pfona in ghirlandata,còmi capelli accòrt’ati;Sctofi,‘accioche combattendo,come è lno toftùmè di fempre fare,prefaall’inimico non porgelTero . Et con leil’Elo-> quen tia pur di Mercùrio figliuolaarich’ella,di matronale,ed bonetto,& gra uè habito adorna,cori un Pappagallo inietta,'& con una delle mani aperta : vedeuanlì poi le tre Grane nel modo folìto prele’per mano, & d’un lottilittì mo velo copertet.dopo le quali di pelle di cane ueftiti, li uedéuano i duoi La ri.uenirercó qtialr'l’Arte commatronalìhabito anch’ellai& cbnvnagran Le- ua,&unà gran fiammati:fuoco in mano,pareua,òhe accompagnata fi fuflei Erano quelli da1 Aùólolicoladrolòttihflìrao,di Mercurio,•Sc drChioneiNiti fa figliuolo,con le fcarpe di feltro,&con unachiufa berretta’,’che il uilo gli nafcorideua feguitati;hauendod’una lanterna, cheda’ìadfi fi chiama , & di diuerfi grimaldelli,&d’una (caladi corda,l’un l’altra man piena;veggé doli ultima'métedall’HermafroditoJdiMercùrio.àch’egli,&di Veneredifco fonelmodo.lolito figurato?chiuderfil’ultimapartedelJapicciolaJfquadr4o gendoil furor di T-ifèo fi uedeua quella gentififlìma Dea àttere in Gatta a co uertirfi cottretta: fi come nella feconda fi uedeua caramente abbracciare,&C baciareìl bello, ^dormente Endimiorie j&come nella terza fi uedeua da .un gentil Vello uintadi Candida lanàjcondurfi in una ottura selua, pergia- certtconTinnamoratóPane Dio de paftofi; ma nella quatiàdì uedeua ede¬re almèdettmo fopràlcritto Endimfionèj per la gràtia di lèi acquiftatali, da¬to apafcere.il fuabiancogfegge. Et pérmaggióreespr^ffionedi coftut,che tanto fu alla Lunagratói lluedèuapoi primo di Dittamoinghirlandato in nanzqal Càcro camminare; con cui un biondiflìmo fanciullo con un serpe5 te in mano;óc.di Platano incoronato anch’egli,prelò per il Genio buono,Se un;grande,&nerohuomo spauénteuolein Uifta,con la barba, & co capelli • iJ' ù <1 ' .arruffa
arruffati,&con vn Ghufp in mano,prefo per il Gènio cattino, accompagna cos’era: effendo dallq:Dio!Vacicanó,cheal uagito de piccoli fanciulli eflerc atto a (occorrer fi crede,di honefto,& leonato Rabico adorno, & co un d’es firn braccio,feguitato: con cui fi uedeua uenirfimilmenrecon splendida,& uariara u ette,con una chiauein mano, la Dea Egeria jinuocata anch’ella in foccorfo dalle pregnanti-donne: & con loro l’altra Dea Nundina protettri¬ce fimiìmente de nomi de piccoli bambini,con habito uenerabile, & con un ramo d’Alloro,& un vaio dafagtifitioin mano: Vitumno poijilquale al na- (cimento de putti era tenuto,che loro inspirafle l’anima, fecondo l’egitiano coftume figurandolo,!!uedeua dopo coftoro camminare : & con lui Senti¬rlo,chedare a nafeenti la poteftà de senfi era anch’egli dagl’antichi repu- tato:per lo che,eflendo tutto candido fegli uedèua neH’acconciatura di tetta cinque capi di quegl’animali,che hauere i cinque fentimentipiu acuti, cho neflun degl’al tri fi crede: quello d’una Bertuccia cioè,quello d’un Auuolto io, & quello d’un Cignale, & quello d’un lupo cerniere, & quello anzi pur tutto’l corpo d’un piccol ragnatelo : Edufa,&Potina poi, prepofte al nutri¬mento de medefimi putti in habito Ninfale,ma con lunghiifime, &pieniflì me pQppe:tenenre l’una un nappo entrPuj ut|,candido pan e, &,l’altra Un bel liflìmo vafò,che pieno d’acqua eflerfjèmbrauajfi uedeuano nellapmedèfima guifa,che|gl’altri caualcarejchiudendo con loro rqltima-parte della Tórma Fabulino,ppofto al primo fauell^re de medefimi putti di variaci.coloriador po,&, tutta di Gu trettole^di calanti fringuelli il capo inghirlandato^
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AMI N E RV A con d’Afte, tarmata > & conio feudo del Gorgone.comevfigurar Gfùùle hebbe il.decimo Car- ro di triangolar forma, & di colordi bronzo compofto ; da due gfandiflime, & bizaiT.iflimé Giuette tirato : delle quali da tacer non mi pare > che quantunque di tutti gl’a ninfali, che .qdetti Carri uraro.no fi ; potefl e, cpn tare me? ;iT • : ;■ rauiglie Angolari incredibi.H,* quefte nondimènafra
gl’altri furono fi propriamente, & fi naturalmentefigyratej faccenda loro muouere, & pi edi, & ali, & colli, & chiudere^ &.aprircfino a gracchi'tan to bene, cori fimiglianza fi al uero uicina, ch’io non sòdome poflìbil fia potere,a chi nonle uide perfuaderlogia mai.-jSc però jl di lp.r ragionarela- feiandodirò J chenelletre facciedi che il triangolar Carro; era'compofto , fi uedeua nell’una dipinto il mirabil nafcimentodi quefta Dea .d&lcapp.di Gl o VEtsicomenellafecondafiuedeuadaleiadornarfi con quelle tan¬te cofe Pandora come nella terza fimilmente fi uedeua conuertire in ferpentii capelli della mifera:Medufa;dipignendo da una parte della Bafc poi la contefa che con Nettunno hebbe fopra il nome,che ad Athene(innan zi,che tale l’hauefle)por fi doueua: oue producendo egli il feroce cauallo>& ella il fruttifero Oliuo fi uedeua ottenerne memorabile,&gloriofa vittoria: & nell’altra fi uedeua trasformata in una vecch'ierella sforzarli di perfuade« rcalla temeraria Aracne prima,cheintaleani'malécoriuertitàl’hauéfle,che uoJefte,fenza metterli in proua; concedergli la palma dellafcieriria delrica- marétfi come con diùerfo fembiante fi uedeua nella térza;& ultima ualoró-^ famenteuccidereiUnperbòTyphoher Ma innanzi al Carro poi cori due grad’ali;&con honefto,&puro,& difciolto habito.fiono fórma di giouane & uiril donna fi uedeua la Vertù camminarerdiceuolmente in fua compa- gniajhauendojdi palma inghirlandato,& di pórpora, & d’oro rilplendenté il venerabile Honore;con lo feudo,& con uriaftein manoj&'chedueTem- pij di fofterierfembraùa/nell’uno de quali , & in quello cioè, al medéfimó’ Honoredèdicato:pareua,chenori fipotefle fé riori p uià dell altro della Vèr tri trapadarej &accioche nobile, &diceuol compagnia a fi fatte-Mafcheré data fu (le,parie,che alla medèfimafilala Vittoria di lauro inghirlandata,& con un ramo anch’ella di Palma in mano,aggiugnere fi douefte. Séguiua- no quefte la buona Fama figurata in forma di giouane donna,con due bian che ali,fonante una grandiilìma Tromba: & feguiuacon un biaco Cagnuo
10 in collo la Fede tutta candida anch’ella,&con un lucido uelo, chelema« ni,& il ca po,&il udito di coprirgli fembrauarió'.& con loro la Salute, teneri tc nella dèftra una taza-che pòrgerla ad un serpènte pareua, che uóléfle, nell’altra una lottile,& diritta vergaNémefi poi figliuola della Notte ré- muneratrice de buoni,& gaftigarrìce de rei in virginal fembianza di piccoli Cerui,&di piccole Vittorie inghirlandata con un Aftedi Fràffino, & con vna taza limile in mano fi vedeua dopo coftoro uenirejcon la quale la Pace uergine anch’ella,ma di benigno afpetto,con un ramod’Oliua; & co un eie co putto in collojprefo perdo Dio della riccheza,pareua che accompagnato
11 fufTe; óc con loro portando un uafo da bere in forma di giglio in mano, fi-milmente fi uedeua,& in fimilguifauenirelafempreuerde Speranza; fegui tata dalla Clemenza,fur ungranLeoneacaualpofta,con un Afte nell’u* na,&con un Fulmine nell’altra manorilquale non di impetuofamente auue tare,ma quafidi uoleruia gettarlo faceuafembiante. Mal’Occalìone,che poco dopo a fe la Penitenza haueua,& che da lei edere continuamente per- colla fembràua: & la Felicitàfopra una fede adagiata,&con un Caduceo nel l’una mano,& con vri Corno di douitia nell’altra,fi uedcuan fimilmente ve nirc. Etlìuedeuan fegui tare dalla Dea Pelloniafchc a tener lontani i nimi cièprepofta)tutta armata con'dùe granCorna in tefta, óc con rinauigilan- teGrùin mano,che fu l’un de piedi fospela lì uedeua (comeèlor coftume) tenere nell’altra un faftojchiudendo con lei l’ultima parte della gloriolaTor ma la Scienza,figurata fottoforma d’uhgiouane, che in mano unlibroi[& in tefta un doratoTnpóde, per denotar la fermeza>& {labilità lua di portar
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Carro undìcefimo di "Vulcano.
V L C A N O Io Dio del fuoco poi,ùecchio,& brutto, & zoppo,& con un turchino Cappello in tefta, hebbe l’un* dicefimo Carro,da due gran Canitirato.'figùrando in ef fo l’ifola di Lemno; in cui fidice;Vulcanodi Cielo getta¬to, elfere flato da Thetidelnutrito^&iuihauer comincia¬to a fabbricarea Gioue le primefaette;innanzi a cui ( co* me miniftri,&' feruenti fiioi) fi uedeuanocamminare tre
Ciclopi Brènte,& Sterpone,&,Pvrachmone;dellacui opera fi dice,efler fo* litoualèrfi intorno alle saette prefcritte:ma dopo loro in paftoralhàbito,co vna gran Zampogna al collo,& un baftonein mano,fi uedeuauenire l’ama te della bella Galatea,& il primo di tutti i Ciclopi Polifemoj& con fui -il de¬forme ma ingegnofo , & di fette ftelle inghirlandato Erichtonio, di Vulca- no udente uiolar Minerua,con tjerpentini piedi nato : per nafcondimento della bruteza dequali,fi tiene,che primo ritrouatorfuflè dell’ufo dellé car¬rette: onde coti una d efle-inmàno camminando, fi uedeua efler fèguirato dal feròcilfimo Cacco/di.Vdeano anch’egli figliuolojgettanteperla bocca, & perdonalo perpetue fauillej&da Ceculio figliuolo di Vulcano fimilmen tej&firnilmentedi paftoral habito; macon ìareal Diademaadorno.'in ma nò à cui per memoria dell’edificata Prenefte, li uedeua nell’una, una Città poftàfopraiin monte,& nell’altra un accefa,&rofleggiante fiamma: Ma do po loro fi uedeua uenireSeruio Tulio Redi Romaiche di.Vulcano anch’e¬gli efler riato fi crede,in capo a cui,fi corne a Ceculio in mano, peraccenna- mento del felice augurio,fi uedeua da una fimil fiamma efler mirabilmente fatta splendida,&auuenturofaghirlanda. Vedeuafi poi la gelofa Procri del preferitto Eridhonio figliuola, & mogliedi Cephaloj a cuiper memo¬ria deH’antichafauoIa,fembrauaeflere da un Dardo il petto trapaflato:5c con lei fi uedeua Orithiafuafbrella, in uerginale, & leggiadro habito, che Pandione Re d’A tene di reali,&greci ueftiméti adorno,con loro del me defimo padre nato,in mezzo metteuanormaProgne, & Filomenadi coftui figliuole,ueftitel’unadipelledi Cerilo,con un Aftein mano, Se con una garrula Rondinella in tefta ,& l’altra un Rofignuolonel medefimo luo¬go portandoj&in mano fimilmente(denotando il fuomifero cafo)un don- ri efeo Buratrellolauórato hauendoj pareua,benché di riccho habito ador¬na, che tutta mefta l’amato padrefeguitafle : hauendocon loro, perche l’ul¬tima parte della squadra chiùdefte Cacca diCaccoforclIa,per Dea dagl’antì chi adorata;percioche depóftoil fraterno amore,fi dice hauere ad Bercele xnanifeftato l’ingannodellefuratc Vacche.
Carro, duodecimo di Iunone—>,
gradite Ninfe; ma perla prima’delleprefcrittehiftoriefi uedeuàda lei con-' ucrtirfilamifèraGaliftoin Orfa, quantunque fuflepoidal pietofo Gioue fra le principaliflìme stelle in Ciel collocata: & nella feconda fi uedeua quan do trasformatali nella fembianza di Beroe,perfuadcua alla mal accorta Se- mele,chechiedeflein grana aGioue, che con lei fi uolefle giacere in quella guifa; che con la moglie Iunoneera ufato:per lo che,come impotente a foftc nere la forza de celeftisplendori,ardédo la mifera,fi uedeua efiergli da Già ue del venne Bacco cauato,& nel filo medefimo riponédolojerbarloal ma turo tempo del parto.ói come nella-terza fi uedeua pregar Eolo a mandare gl’impetuo fi fuoi uen ti a difpergerel -armata del Troiano Enea :& come nel la quartali uedeua tuttagelofà. fimilmente chièdere a Gioue- lastortunata Io in Vaccha conuerti ta,& darlajperche da Gioue furatanon le fu He, al s£- p vigial te A rgoicuftodia.il quale (come altroue fi difle) da Mercurio fu dormentatOjóc uccilb. Si uedeua nella quinta hiftoria .Iunone mandare al Pinfeliciflima Io lo spietato Aflììlo.-accioche trafittaj &rftimolata<qntinua-‘ mente la tenelle: vedendoli uenirea pie del Carro poi, buona parte«diqlle impreflìoni,che nell’aria .fi fannotfra le quali pja prima fi uedeua Iride , te¬nuta dàgl’antichi per meflaggiera degli Dei,&.di Thaumate, & di Heleótra figliuola,tutta fnella,&difciolta,&.con rofle,ócgialle,& azurre,& uerdi ve fti(il baleno Arco fignificando)ueftita,& con due ali di sparuiere, che ia fuse uelocità'dimoftrauanojin tefta:ueniua con lei accompagnata poi,di rodo ha bito,& di rofleggiante,& Iparfa chioma la Cometa,che fotto figura di gio¬itane donna,u.na grande,& lucida ftella in fronte haueua: & con loro la Se« renitàjaquàlein uirginalfembianzapareua,cheturchinoil uolto,& turchi na tutta la larga,& spatiofa ùefte haueflejnon fenza una bianca Colomba, p che Paria fignificafle,anch’ella in tefta: ma la neue;& la nebbia pareu^, che dopo coftóro accoppiate infieme fi _fufiero;ucftita quella di leqnati drappi, fopra cui molti tronchi d’alberi tutti di neue afperfi di pofarfi fembrauano : & quefta quafi,che nefluna forma hauefle, fi uedeua come in figura d’una grande,& bianca mafia camminare; hauendo con loro le uerde Rugiada di tal colore figurata, per le uerdi hérbein cuiuederecqmunemente fi fu elei che una ritonda Luna in tefta haueua;fignificante, che nel tempo della sua pieneza,e maflìmamente la Rugiada folita dal Cielo fopra le uerdi herbe ca fcare.'feguitaua la Pioggia poi di bianco habito,benché alquanto torbidic- cio,ueftitajfopra il cui capo per le fette Pleiadi,fette parte fplendide,& parte abbacinate ftelle ghirlandafaceuano,fi come le diciaflette, che nel petto gli fiam
duemarinicauallitiratodapracui-Nettunno nel modofolito, et col Colico tridente ftando fi uedeuain forma di bianchiffima, et tutta fpumofa Ninfa la moglie Salacia a piedijet come p compagna hauere. Ma innanzi al Carro fi'uédeUa càminar poi il uecchio,et barbuto Glauco, tutto bagnato,et tutto di marinaAlga,et di mufehio pieno^la cui pfona pareua dal mezo in giu,che forma di notate pefce-haueflejaggiradofogh intorno molti degl’Alciòni-V c cblli,er colui fi uedeuaìl vario,et inganeuole Protheo,uecchio,et pie d’Alga et tutto bagnato aCh’egli.Et có loro il fiero Phorci di reale, et turchina béda il capo cito,et có barba,et capelli oltrea modo lughi,et diftefijportando p fe griodeH’Impio,che hauuto haueua lefamofecolóned’Hercole in mano:se guiuanopoi có Idoli te code,et có fonati’Buccine due Trìtoni, co quali pare ua,che iluecch ioEolo,tenéteach’egli imano una vela,et vn reale scettro; et hauédo vn^accefafiamadi foco! tetta aecópagnato fi fufle;eflédada quattro deprlcipalifuoi.Véti foguitarojdalgiouaneZefiro cioè,cóla chioma,et cóle uariateali didiuerfi fioretti adorne.etdal nero,et caldo Euro,cheun lucido Sole I tefta hauea; et-dal freddo,et neuofq,Borea;et vltimaméte dal molle,et nubilofo, et fiero Auftro,lutti focódo.chedipignev fi Cogliono cóle gófiàti guade,et có le lolite veloci,et grad’ali figurati: ma i duegigik(Otho,et Ephi alte di Nettuno figliuoli,fi vedeuano cóuenrétcmétcdòpo coftor venire,tur tip memoria deH’efTer'ftati da A pollo,et da Diana vccifi,xh diueriefrecciefe nt^éjttrapafiatfiet coloro co me cóuenìéza fi’uédeua' uenire- fimilméte due Arpie* có l’uCata Caccia di dózella,et cól’ufàte rapaci brache,e cól’ufato brut tiflìmo vetre;Vedeuafi fimilmeréd’egitiano Dio Canopo,p memoria dell’an nca,aftutia,ufàtadal Sacerdote córro a Caldei,futtò corrò,èt ritódo, ergròs fo figuraro:et fi uedeqa gl alati,et giouani.et uàghi Zète,ètCalai fighùohdi Borea,có la cui uirtu fi cóta,che già forò delmódo cacciate le brutte,elgórde Arpie pfcritte.veggédofi có loro p vltimo có u aurato vàfola bella Nlta A-m minionedaNer
Se bianca,Se splendid'a;Se vecchia matrona tenente un gran pefce in mano rapprefentando,fi uefdeuano ambo due fur un ftrauagantiffimo Carro in se biaza di molto ftrano,Sémolto capricciofo Scoglio eflerc da due gradiffi.Ba lene tirati : a pie di cui fiuedeua caminare il uecchio,Se uenerando, Se spu- mofo Nereo lor figliuolo,Se con lui quell’altra Tethyde di quefto Nereo,Se' di Doride figliuola,& del grande Achille madre ; che di caualcare un Delfi¬no faceua fembianzatta quale fi uedeua da tre belliflìme Sirene nel modo fo. lito figurate,feguitare:Se le quali dietro ale haueuano due ( benché con ca«s nuti capelli)belliffime,Se marine Ninfe,Gree dettejdi Phorci Dio marino fi milmente,Se dì Ceto Ninfa-figliuole,di diuerfi,Se grariofi drappi moltova- gamente ueftite. Dietro a cui fi uedeuan-uenire porle treGorgonìside me-, defimi padre, Se madre nate con le fer penti ne chiome, Se ched’un occhio col quale tutta tre ueder pòteuanofolo,Se fenza piu predandolo l’ima all’al¬tra, fi feruiuano:vedeuafi fimilmente con faccia, Sé petto di donzella, Se col Tettante della perfona in figura di pefce uenirela cruda Scilla , Se con lei la uecchia,Se brutta,Se uorace Caribdi da una faetta per memoria del meritato' gaftigo trapaflata:dietro alle quali,per lafciarel’ultima parte della squadra con piu lieta uifta,fi uide ultimamente tutta ignuda uenire la beHa^t uaga,< et bianca Galatea,di Nereo,et di Doride amata,et grattala figliuola.
Carro quindicefimo di Tan.
Idefi nel quindicefimo Carro poi,che d’una ombrofa seluaco molto artifitto fatta, haueua naturale, Se uera fembianza, da. duegrandijSe bianchi Becchi tirato uenire, fiotto forma d’un. cornuto,eruecchio Satiro il rubicondo PAN lo Dio dellefel ue,etdepaftorijdifrondadiPino incoronato, conunamac-.
chiata pelle di Leonza ad armacollo,et con una gran zampogna di fette can. ne,etcon un paftoral baftonein mano:apiedicui fiuedeuano alcuni altri. Satiri,et alcuni uecchi Siluani di Ferule,etdi Gigli inghirlandati cammina¬re,con alcuni rami di ci pretto,per memoria dell’amato Cipai atto in mano:
vedeuàn-
Vedeuafi firmimele dueFauni cotonati d’Alloro,&.con un gatto per ciafcu noi fu là deftra spalla,dopo coftor uenire:8c dopo loro la bella , & feluaggia Siringha,chc dà Pan amata,!! conta,che fuggendolo fu in fonante,& tremu la Canna dalle forelleNatadeconuertita. Heueuacoftei l’altra Ninfa Pyti da Pan amata' fimilmente, in.fua compagnia : ma perche Borea il vento an« ch’egli,& in fimil guifa innamorato n’era,fi crede che per gelofia in una as- priffima Rupe la fofpignefle, oue tutta rompendoli,fi dice,che per pietà fu in un belliflìmo pino dàlia madre Terra conuertitajdella cui fronde l’aman¬te Pan vfaua(comedifopras’èmoftro)farfigratiofa,Scamata ghirlanda. Pales poi la reuetenda cuftode,Sc protettrice delle greggi,in paftorale,Se gc til’liabito,con vn gran vafb di latte in mano,Se di Medica herba inghirlan¬data,fi uedeuadopo coftor uenirejSe con lei l’altra protettrice degl’armenri Bubonadetta,infimilpaftoralhabito anch’ella,Secon una ornata tefta di bue,che cappello al capo le faceua. Ma Myagro lo Dio delle Mofche,di bia coucftitOj&c con una infinita moltitudine di quegli importuni animaletti p la perfona,Se per la teftaasperfbdi Spondilo inghirlandato,Se con l’Hercu- leaClauain mano: Se Euandro,che primo in Italia infegnò farea Pan i fagri fi ti j ,di reai porpora adorno,Se.con la reai benda,Se col reale scettro in ma¬no,chiudeuano con gratiofa moftrà l’ultima parte della quantunque parto ralejUaga nondimeno’,&molto uiftofa squadra. t :
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Carrofedicefimo di Platonedi Projerpina.
Eguiua l’infernal PLVTONE con la regina PROSER»
PINA, tutto ignudo,& spauenteuole,Se ofcuro ,jSe che di funeral Cipreflo incoronato eta,tenenteper fegno del la reai potenza un piccolo scettro nell’una delle mani, Se hauendo il grande,& horribile,Se trifauce Cerbero a pie di;maProferpina,checon lui da due Ninfe accompagna taf! uedeua,tenente l’una una ritonda palla in mano, Se
da,Sc torbida acqua uerfaua: hauendo con loro l’hortibi 1 e,’& tanto da tutti gli Dij temuta palude Stìge,dell’Oceano figliuola in ninfale, ma ofcuro,& fozo habito portante un fimil vafe anch’ella, & che dall’altro infernal fiume Flcgenote,di ofcuro,& tremendo rofiore egli,& il vafo,&la bollente acqua tinto,pareua,chemefiain mezofùfie: seguitauapoicol Remo,&con gl’oc- chi(comedifie Dantejdi brace,il vecchioCaronte;accompagnato,accioche nefluno degli infernali fiumi non rimane!!e,dal pallido,& magro,&diftrut to,&obliuiofo Lete,in mano a cui un firmi vafofi uedeua,che da tutte le par ti Umilmente torbida,& liuida acqua uerfaua: & feguitauano i tre grandi in fernali Giudici Minos,Eaco,& Radamantotfigurando il primo fiotto habi¬to,&: forma reale$& il fecondo,& il terzo di ofcuri,& gvaui,& venerabili ha biti adornando: Ma dopo loro fi uedeuauenirePhlegias il sacrilego Re de Lapithi,rinouando per vna freccia che per lo petto lo trapafiaua, la memo¬ria dell’arfo Tempio di Phebo,&ilda'lui riceuutogaftigo: & portando per maggior dimoftratione il preferitto ardente Tempio in una delle mani. V e- deuafipoi l’affannofoSififofottoilgrande,& pefante fallo; & con lui l’affa¬mato,& miferoTantalojche gl’in uano defiati frutti afidi uicini alla bocca sé brauad’hauere: ma con piu grata viftafi uedeuauenirpoi quafi da lieti cam pi Elifi partendoli,con la chiomata ftélla in fronte,Se con l’habito imperato rio il diuo Iulio,& il felice Ottauiano Augufto fuo fuccefiore j'chividendofi molto nobilmente l’horribile,&spauentofaTormaultimamentedall’ama- zone Patafilea,dell’Arte,& della lunata Pelta,& della reai béda il capo ador na;& dalla uedotia Regina Tomiri,che anch’ella con Parco,& con lebarhs riche freccieil fianco,&le mani adornate s’haueua»
. Carro dìciafìettefìmo di Cybelcj. .
A la gran madre deìglt Dei CYBELE di torri intornata, cioche della terra Dea ètenutacon una verte di uariate pian¬te contefta,& con uno scettro in mano, fedente fur un qua¬drato Carro,pienooltre alla fua,da molte altreuacuesedi, & da duegra Leoni tirato,fi uedeua dopo cortor uenirethauen-
& gratiofo,&uago,&adorno, per la prima delle quali fi uedeua quando motta a pietà della fuggente Aretufa.che dall’innamorato Alfeo feguitar li uedeua,era da lei in fon te conuertita: fi come per la feconda fi uedeua pre¬gare Efculapio,che uolette ritornargli in uita il morto, ed innocente Hyp- polito;ilcheconlèguito,fi uedeua nella terza poi deftinarlo cuftode in Ari¬da del Tempio,& del fuo fagrato Bofcorma per la quarta fi uedeua (caccia¬re dalle pure acquejoue ella con l’altre vergini Ninfe fi bagnaua la da Gioue violata Cinthia:& perla quinta fi uedeua l’inganno da lei ulato al fopraferit to Alfeojquando temerariamente cercando di confeguirla per moglie, con dottolo a certo luo ballo; & iui in cópagnia dell’altre N«nfe imbrattatali di fango il uolto,loconftrinfe,non potendoin quellaguilariconofcerla tutto fcornato,&derifo a partirli: Vedeuafi per la fetta poi,in compagnia del fra¬tello Apollo,gaftigando la luperba Niobe,uccider lei co tutti i figliuoli fuoi & fi uedeua per la fettima mandare il grandiflìmo, & feluaggio porco nella felua Calidonia,chetuttal’Etoliaguaftaua,da giufto, & legittimo sdegno contro a que popoli motta p gl’intermettì fuoi (agri fi ti j : fi come per l’ottaua, non meno sdegnolaméte fi uedeua conuertire il mifero Atheone in Ceruo : & come nella nona,ed ultima per il contrario da pietà tratta fi uedeua con- uertire la piangente Egeria,per la morte del marito Numa pompilio in fon te. Ma a pie del Carro in leggiadro,& uago, & difciolto, & snello habito di pelli di diuerfi animali quafi daloro veci lì comporto,si uedeuan poi co gl’ar chi,& con le faretre otto delle fue cacciatrici Ninfe uenire:& con loro fenza piu,& che la piccolittìma,magratiofa squadra chiudeua il giouane Virbio di punteggiata mortella inghirlandato,tenen te in una delle mani una rotta Carretta,& nell’altra una cioccha di uerginali,& biondi capelli.
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Dio delle Riccheze,da lei, & da Iafio heroeffecondo che t alcuni Poeti fi leg ge)generato: fi come per la feconda fi uedeua con granxura lauàrfi; &rda lei col proprio latte nutrirfi il piccolo Triptolemo di Ele'ufio,&di Hiona figli¬uolo; veggendofi perla terza il medefimo Triptolemo per tuo auuifo fuggi re fu l’un de due Draghi,che da lei col Carro gl’erano fiati donati,perche ani dalle pel mondo pietofamcnteinfegnandolacura, &cohiua'tion decampi: eflendogh fiato l’altro Drago uccifo dall’empio Re de Geti,che di v.cciderfr milmen te Triptolemo con ogni ftudio cercaua :ma per la quarta fi 'uedeua quando ella nafcondeua,in Sicilia,prefaga in un certo modo di quel che poi gl’auuenne,l’amata figliuola Proferpina; fi come nella quinta fi uedeua fi» milmentedopo quefto(& come altro ues’èdetto)andarein Frigia a uifitarc la madre Cibele; de come nella fefta fi uedeua in quel luogo dimorando ap¬parirgli in fogno la medefima Proferpina,de dimoftrargh in quale fiato per il rapimento di lei fatto da Plutone fi ritiouafle;per lo che tutta commofiafì uedeua per la fettima con gran fretta tornarfenein Sicilia j.&per l’otraua fi- uedeua Umilmente come non uela trouando con grandeanfietàaccefeduo gran Faci fi era moflà con animo di uolerla per tutto’lmondo cercare:uég- gendofi nella nona ed uìrima arriuare alla palude Ciane,•& iui nel Cignime to della rapita figliuola a cafo abbattendoli certificatadi quelche auuenuto gl’eraperlamoJraira non hauendoaltrouein che sfogarli fi uedeua uolgc- re a spezare i Raftri,& le Marre,& gl’A ratri,& gl’altri rusticani inftrumen- ti,che iui a cafo pe campi da contadini fiati lafciati erano. Ma a pie del Car ro fi uedeuan camminar poi,denotando i uarij fuoifagrifitij prima per que¬gli, che Eleufini so chiamati,dueVerginelIe di biacheuefti adorne, con una grariofaCanefirettaperciafcuna in mano.T’una delle quali tutta di uariati fiori,&l’altra di uariatespighe fi uedeua efler piena:dopo lequali,pq sagri fi tij,che alla terreftre Cerere fi faceuano, fi uedeua uenireduefanciugli,due donne,& due huomini tutti di bianco ueftiti anch’eflì , & tutti di Hyacinti incoronati,& cheduegran Buoiquàfi per fagrificargli menauano jmaper quegl’altri poi,che fi faceuano alla legislatrice Cerere,Thefmofora da Gre¬ci detta,fi uedeuan uenire due fole,in uifta molto pudiche matrone,di bian» co fimilmenteueftite,&di spighe,& di Agno caffo anch’efle Umilmente in ghirlandate; ma dopo coftoro.per deferiuerepienaméte tutto l’ordine de fa grifi tij fuoi,fi uedeuan uenire di bianchi drappi pur fempre adorni tre Gre¬ci sacerdoti,due de quali due accefe- Favelle,& l’altro una fimilmenre accefa.
proprio mare fi fuole,con fingolariifimo piacerede riguardanti qua,Se la on deggiarc.-in fu la quale oltre al lieto,Se tutto ridente Bacco,nel modo /olito adorno,Se nel piu eminente luogo porto, fi uedeua cohRe di Tracia Maro ne,alcune Baccan ti,Se alcuni Satiri tutti gioiofi,Se lieti,che fonando dtuerfi cèmbali,Scaltri loro fi fatti inftrumentijorgendo quali in una parte della fe lice naue un abbondeuole fon tana di chiaro,&/puntante vinojfi uedeuano con uarie taze non purespefie uolte andarne tutti giubilanti beendo: ma co’ quella liberta,che il uino induce,fembranano di inuitare i circuftanti a far loro beédo,Sfatando cópagnia.Haueua la nauicella poi in ucce d’albero un1 gràde, & papidofo Tirfo, che una gratiofa,Se gófiata vela fofteneuadn /u la<. quale,perche lieta,Seadorna fufle fi uedeuan dipinte molte di quelle Baccan' ti,cheful monteTmoIopadredi pretiofifiimi vini,fi dice,che bere,&feorre re,Se con molta licentia ballare,Se cantarefolitefono . Ma a pie del Carro- fi uedeua camminar poi la bella Syca,da Bacco amata,che una ghirlanda,& un ramo di fico in capo,Se in mano haueua:con la quale fi uedeua fimilmen1 te l’altra amata del medefìmo Bacco Staphyle detta;laquale oltre ad un gran- tralcio con molte vile, chein man portaua fi uedeua fimilmente eflerfi con1 pampani,Se con grappoli delle medefime vile non meno uagamente fatto intorno alla tefta gratio/a,Se uerdeghirlanda: veniuadopocoftoro il unga1 Segiouanetto Cifio da Bacco amato anch’eglijSechei Hcllera,difgratiatan^é; tecafcando,fiidallamadreTerraconuertiroq?erlo che fi uedeua hauerel’a bito 1 tutteleparti tutto djHellera pieno-,dopo ilqualeil vecchio Sileno tur tonudo,Sefur un A fino con diuer/eghirlanded’hellera legato,quafi, chejr l’ubbriacheza foftenere per {e fteflo non fi potelle,fi uedeua uenire: portan¬do una grande,Se tutta confumata taza di legno alla cintura attaccata:vené- do con lui fimilmentelo Dio de conuiti Como dagl’antichi dettoifigurando lo fono forma d’un rubicondo,Se sbarbato,Se belliflimo giouane j tutto di Kofe inghirlandatotma tanto in uifia abbandonato,Se /onnolente,che pare uà quafi,eh e uno spiede da cacciatore,Seunaaccefafacellachein man.por- itaua,a ognfiora per cafcargliftc/fero^egmtaua con unaPan.t;ra in groppa la uec»
che,& line uefti adorna,óccon l’una delle mani aperta,& nell’altra unaanti cha Ara con una accela fiamma portando,uenire la sagra Religione:eflendo dàlie preghiere in meato meda rapprefentate (qual da Homero fi defcriua no)fotto forma di duegrinze,& zoppe,&guercie,& maninconicheuecchie di drappi turchini velli te; dopo le quali fi uedeuauenire Anteuortaj&Poft uorta cópagne della Diuinità; credendoli,che qlla prima potefiePapere fele preghiere doueuono eflere ò non edere dagli Dij exaudite;& la fecóda j che folo del trapadató ragione rendeua,credendoli, che dire potel’e fe exaudite ftate,ò non date le preghiere fuderoifigurando quella prima con lembiaza, & habito matronale,& honeftói& una lucerna,& un vaglio in mano mette dogli;có vna accóciatura L tedia piena di formiche;&qda fecóda,di biaco nel le parti dinàzi veiledola,& la faccia di dona vecchia rapprefentàdole fi uede ua in qlle di dietro eder di grani,& neri drappi adorna,& hauere p il cótra- rio i crini biódi,& increlpati,&uaghi quali allegiouani,& amorofedóne or diariamente ueder fi iogliono; seguitarla qlFauore poi,cheagh Dei fi chic depcheinoltri defiderij fortifichino felice,&auuéturolofinenlqualebeche di giouenile afipetto,& co l’ali,& cieco, & di altiera, & lupba uifta fi dimo- llrade,timido nódimeno,et tremate alcuna uolta pareuachefulfiep unauo« lubileruota l'opra la qùaledi polari! sembraua.’dubitàdo quafifcomefpede uolte auuenir fi uedejche p ogni minimo riuolgiméto,calcare có molta age uoleza ne potede; & có lui fi uedeua il buono euento,od il felice fine delfini pie,che noi ci uoglia dire,figurato p un lieto,& uagogiouane, tenete in vna delle mani una taza,& nell’altra una spiga,et un papauero; seguitaua poiin forma di vergine d’oriental palma inghirlandata,et cóuna flella in fronte, et có un ramo della medefima palma in mano Anna Perénasp Dea dagl’anti chi ucnera a;credédo,chefar felice l’anno potede;ct còlei fi uedeuan uenire
dueFeciaIi,cola'RomanaTogha di verminacea ghirlanda adorni,et co vna Troia,et un saflo in mano denotante la Ipetie del giuramen to,che fare eran foliti,quando per il popul Romano alcuna cofa prometteuano.’dietro a qua li lì uedeuan uenir poi(Iereligiofe|CÌrimonie dellaguerraìeguitando) con la gabinia,et purpurea Toga un Confolo Romano con l’Afte in mano, et co lui due Romani Senatori toghati anch’eflìjet due foldati con tutte l’armi,et con il Romano Pilo:seguitando ultimamente perche quella, et tutte 1 altre squadre chiudeflero di gialli,et bianchi,et di leonati drappi adorna,e con di uerfi in (frumenti da batter le monete in mano la pecuniali cui ufo per qua to fi crede,fu da Iano primteramentefcome cofa al generehumano necefia- ria)ritrouato,et introdotto.
Tali furono i Carri,et le squadre della merauigliofa,et non mai piu tal ve duta Ma(cherata,ne che forfè mai piu a giorni noftri farà per uederfi,intor¬no alla quale lalciando (lare come troppo gran pelo per le mie spalle le im- menle,et incomparabili lodi checonueneuoh lefarebberojmoltogiudnio- fam'enta erano fiate ordinate fei ricchiflìme Mafchere,che molto bene con tutta Pinuentioneconfacendofi,fi uideroqua,et laaguiladt sergenti , anzi pure di Capitanifecondo,che meltiero faceua tralcorrere, et tenere la lun- ghiflìma fila,che circa un mezo miglio di cammino occupaua,con decoro,et con grada infiemeordinata,et ri Uretra.
"Ma auutcinàdofi hora mai la fine dello splendido,et lietifiìmo carnouale, cheuiepiu lieto,et con uiepiufplendore fiato celebrato farebbe, fel’impor tuna morte di Pio quarto,poco innanzi legnila non hauefiedifiurbatouna buona quatità di Reuerendilfimi Cardinali,et altri signori principaliffìmi, chedi rutta Italia,alle realilfimenoze inuitati,fi erano p uenire apparecchia tiretlafciado Ilare le Ieggiadre.et ricche,et infinite inuentioni nelle spiccio¬late Malchere(mercèdcgPinnamorati giouani)uedutefi non pureagl’infi- niti CÓLI i ti, e t ad altri fi latti ritrouaméci,ma hora in qfto luogo,et hora in ql lojoue fi rópelììn lanci e,o fi correlfealPAnello,od,ouefi lacefie in mill’altri giuochi filmili paragone della deftreza,et del ualorejet dell’ultima fella, che l’ultimo giorno di elfo fi uide foìo trattàdo,diròjchequàtunque tate,et fi ra re,et fi ricche,et ingegnofe cole,di quate difopra men non s’è fatto uedute si fulfero,cheqfta nondimeno,per la piaceuoleza del giuocho,« p la riccheza et per Pemulatione,ercompetenza, cheui fi fcorge ne noftri Artefici,di cui pareuaadalcuni(comeauuiene7d’eflere fiati nelle cole fatte lafciati in die¬tro,et p una certa ftrauagaza,et.:varietà dell’inuen tioni,di che altrebelle, et ingegnofe, et altre anche ridicole, etgoffe fi dimoftrarono.-apparfedico di molto uaga,et ftraordinariabelleza,anch’elia,etanch’elladettein tatafatie tà al riguardate popolo diletto,et piacere ^ auuéturalafpettato, et meraui- gliofotetqftafuuna Bufolata,cópofta,diftnain diece squadre diftribuiteol tre a qìle,che i fourani Principi p le tolfero,parte neSig. della Corte,et foro ftieri,et parte ncgétil’huomini della città, et nelle due nationi de mercanti Spagnuola,et Genouefe. Videfi adunque primieramétejet fu la prima Bu- fola,che alla deftinata piaza cópatfe uenire con grand’arte,et giuditio ador nata la Sceleratcza,che da lerCaualieri ingegnofifiìmaméreàch’eflì p il Fla¬vello, ò p i Flagelli figurati,pareua.che cacciata,et ftimolata,et pcoffa fufle.
dopo/Dopo la quale in fu la Bufola feconda,che fembianzà di pigro A lineilo Ea^ ueua,fi uide uenireil vecchio,&: hebbro Sileno,da lei Baccanti foftenuto » mentre,che di (limolare,&pugnere l’Afino nel mcdefimo tempo pareua,che fi sforzaiìero; si come in su la terza,che forma di vitello haueua, fi uide veni re fimilméte l’antico Ofiri accompagnato da fei di quefuoi compagni ,ofòl dati,co quali in molte parti del mondo trafcorrendo fi crede, che infegnaff« allejancor nuoue,&roze genti la coltiuatione'de campi. Ma in (u la quarta lenza altrimenti trasfigurarla era fiato l’humana vita a caual poftajcacciata» & (limolata anch’ella da fei Caualieri,che gl’Anni rapprefentauano. Si co¬me in (u la quinta fenz’eflere fimilmente trasfigurata fi bidè uenire con le ta te bocche,& con le fo'ite defiofe,& grand’ali,la Fama, da fei Caualieri, che la vertu ò le vertu raflembrauano cacciata anch’ellade quali vertufaquanto fi dille)cacciandolaalpirauano a cófeguirc il debito,& meritato premio del l’honore: videfi in (u la feda uenire poi un molto riccho Mercurio, che da fei altri finn li Mercuri) pareua,che non meno degl’al tri (limolato, & affret¬tato fuffe.’veggendofi in fulafettimala Notricedi Romolo Acca Laurentia> a cui fei de fuoi Sacerdoti Aruali non pure con gli ftimoli affrettauano il pi grò animale al corfojma pareua quafi,che fiati itrodotti fullero per fargli di- ceuole,& moltopópofacompagnia:videfi in fu l’ottaua uenir poi con molta grana, & riccheza una grande,& naturali(fimaCiuetta,a cui i fei Caualieri in forma di naturalilfimi,& troppo a ueri fi migliami Pi pi ftrelli hor da que¬lla patte,& hor da quella co definitimi Caualli la Bufola (limolando fembra uano di dare mille feftolì,& giocondiflìmi a (Ta l ti. Ma per la nona conTingo larearufitio,$: con ingegnolo inganno fi uide una Nugola a poco a poco co parire;Iaquale,poi cheperalquanto spatiogl’occhi deriguardanti tenutilo fpefi hebbefi uidein un momentoquafifeoppiare, & di lei ufeire il marino Mifeno fu la Bufola a feder pollo,ilquale da lei ricchillimi, & molto maeftre uolmenteornati Tritoni fi uidein un mométo edere perleguitato, depuro; ▼eggédofi p la decima,& ultima quafi co il medefimoartifitiosmaben codi uerfa,& molto maggior forma,& colore un’altra fimil Nugola uenire; & ql la in fimil modo al debito luogo con fumo, & con fiamma, & con ftrepito horrendo feoppiando,fi uide dentro afehauerel’infcrnal Plutone foprail (olito Carro tiratojdal quale con molto grariofo modo fi uide spiccare in ve ce di Bufola il grande,& spauentcuole Cerbero, & quello efler cacciato da fei di quegl’antichij&gloriofi Heroi,chenecapi Elifi fi crede,che faccino ri polatadimora.Quefte squadre tutte,poi chehebberodi manoi mano che fu la piaza cóparlèro,fatto di (e debita,& gratiofa moftrajdopo un lungo ró per di lande,& dopo un grande atteggiar di Caualli, & di mille altri fi fatti giuochi,conchele uaghedonne,& il riguardante popolo fu per buono spaa tio intrattenuto:condotti finalméreal luogo oue le Bufole a metterli in cor fo haueuano,fonata la Tromba , & sforzatoli cialcuna squadra, chela fua Bufola innanzi all’altre alla deftinata metàarriuaffeiperualendohor quella &: hor quella,giunte per alquanto spatio al luogo uicine fi uidein un mo¬mento tutta l’aria d’in torno empierli di terrore,& di spauento; per i grandi & ftrepiiofi fuochi che hor da qlla parte,&jhor da qllai mille,& ftranegui (e le feriuanojtalche bene spello fi uide auuenire,che chi piu uicino era da pnnei- princìpio flato àd acquiftare il defiato premio:impauredofi qllo fpauétofo, & poco ubbidiente animale p lo ftrepiro,& pefumi, & pe fuochi pdetti,chc quato piu innazi fi andaua maggiori sépre,& co uie piu impeto le pcuoteua no;&pcio in diuerfa parte,& bene fpeflo al tutto in fuga riuolgédofr, fi ui- de dico,che molte uolte i primi eran fra gl’ul timi coftretti a ritornare parto- redo il uiluppodegl’huominij&r delle Bufole,òrde Caualli, & i làpi, &gli ftrepiti,& i fracaffi ftrano,& nuouo,& incóparabile diletto,òr piacere : con che,& co il quale fpettacolo fu finalméte porto al lietiftìmo.&fefteuohlììmo Carnoualesplendido benché per auuentura a molti noiofo fine.
Ne primi,& sari giorni poi della feguéte Quarefima péfando di foddisfa- realla religiofiflìmaSpofa:ma cofoddisfatione certogràdifs. di tutto’l popo lo,che eflédoneftato p molt’anni prillo,& eflédofi parte di qi fottilifs. inftru méti fmarriti,temeua,che mai piu riaflumere nó fi doueflero, fu fatta 1? tato famofa,& tato ne uecchi tépi celebrata fefta di s. Felice-,cofi detta dalla chic laoue primaordinar fi foleua:ma qfta uolta oltre a qlla,che i proprij Eccelle tiflimi Signori hauer ne vollero co cura,& fpefadi quattro prîcipali,& moi to ingegnofigétirhuominidellacitrà,in qlla di lato Spirito,come luogo piu capace,& piu bello rapprefentata: có ordine,& apparato grandifs. & co tur ti i vecchi inftruméti,& co nó pochi di nuouo aggiunti in cui, oltre a molti profeti,& Sibille,che co ql sépl i ce; & an tico modo catado,pi ediceuano l’au- ucnimétodi N.S.Iefu Chrifto;notabileanzi pure p edere in qi rozi fecolior dinato merauigliofo,& ftupédo,& incóparabilefu il Paradifo,che in vn mo mento aprédofi, pieno di tutte Gerarchie degl’An geli, òr de san ti,& delle sa te:&co’uarij mori le diuerfe fue sfere accennando fi uidequafi,in terra man dare il diuinoGabbriello pieno d’infinitisplédori in mezoadotto altri An gelerei ad annûtiare la Vergi ne gloriola,che tutta humile,&deuota sébraua nella fua Camera dimorarli,calandoli,tutti,&rifalédo poicó (ingoiar mera uigha di ciafcunodalla piu al ta parte della cupola di qlla Chiefa » oue il pre- fcritto Paradifo era figurato,fino al palco della camera della Vergine.’che nó pò molto fpatio lopra il terreno fi alzaua,có tâta ficurta,&có fi belli,& fi faci li,& fi ingegnofi modi,che a pena parie,che humano ingegno poterte tat’ol tre trapaflare:con la quale le ielle tutte dagl’Eccellétifl. Sig. p le realifs.noze apparecchiate hebbero nó pure lplédido,& famofo,ma come bene,òr a ueri &chriftiani Principi ficonueniua religioso,&dcuoto componimento.
Sarebbóci da dire ancora moltecofed’un nobilifs. spettacolo rapprefen- tatodal liberaliflimoS.PauloGiordano Orlino Duca di Bracciano in vngrà de,& molto heroico Teatro,tutto nell’aria lofpefo,da lui con r eal animo,& co fpefa incredibile in qfti giorni di legnami fabbricato, oue có ricchifs. ina tìctióui de Caualiéri mâtenitori,de quali egli fu uno, & degl’Auuenturieri, ficóbattecó di uerfe armi una Sbarra,& fi fece có fingolar diletto de riguar ditisco ammaeftrarirtimi Caualli quelgratiofo ballo chiamato la Battaglia : ma pche qllo,impedito dalleimportunepioggte,fu p molti giorni proluga- toj& pche ricercherebbe udendo a pieno trattarne quali un’opera intera, clfendo oggitnai ftanco,fenza piu dirne,credo che pdonato mi fia,fe anch’io fero hor mai,a quella mia,non sofe noiofa fatica fine.