VITA DI BERNARDINO PINTVRICCHIO PITTORE PBRVGINO.
I come fono molti aiutati dalla fortuna fenza edere di molta virtù dotati cofi per Io cótrario fono infiniti quei virtuofj, che da cetraria,e nimica fortuna fono perfeguitati. Onde fi cono fee apertamente,che ell’ha per figliuoli coloniche fenza l’aiu to d’alcuna virtù dependono da le:; poi chele piace, che dal ta. Furono difcepoli di Filippo,ma non lo pareggiarono a gran pezzo, Raf faellino del Garbo,che fece,come fi dirà al luogo fuo,molte cofede bene nó confermò l’openione,efperanza,chedi lui fi hebbe,uiendo Filippo,&efien do efioRafiàellino ancor giouanetto. E però non femprefono in frutti fimi li ai fiori,che fi ueggiono nella prima vera. Non riufci anco molto ualentc Niccolò Zoccolo,o come altri lo chiamarono,Niccolò Cartoni, ilquale fu fi milmentedifcepolodt Filippo,c fece in Arezzo lafacciata/cheèfopra l’alta¬re dis.Giouan,Decollato , &ins.Agnefa vna tauolinaafiai ben lauorataj e nella Badia di s.Fiora fopra un lauamani in una tauola vn Chrifto,che chie* de bere alla Samaritana,& molte altre opere ,'che per cfiere fiate ordinarie , non fi raccontano.
(uo fauore fieno alcuni inalza ti,che per via di meriti non farehbono mai eoa nofeiuti ; ilche fi uide nel Pinturicchio da Perugia,i!qualeancorché facedc molti Iauori‘, elude aiutato da diuerfi ; hehbe nondimeno molto maggior nome,che le’lue opere non meritarono. Tutta via egli fu pedona,che ne’ la- uori grandi hebbe moka pratica’, e che tenne di comincilo molti lauoranti nellefueopere. Hauédodunquecoduinellafuaprimagiouantzzalauora- to molte cofe con Pietro da Perugia fuo maeftro, tirando il terzo di tutto il guadagno’,’che fi focena ; fu da Francefco piccolomini Cardinale chiamato aSiena adipignere lalibreria data fatta da PapaPio i i. nelDuomodi quel la città. Ma è ben vero,che gli fchizzi,e i cartoni di tutte le done,che egli vi fece furono di mano di Raffaello da Vrbino allora giouinetro,ilquale era da to fuo compagno, & condifcepoloapprefiò al detto Pietro; la maniera del« quale haueua benifsimo apprefa il detto Raffaello ; e di quedi cartoni fe ne vede ancor hoggi uno in Siena,& alcuni fchizzi ne fono di man di Raffaello nel nodro libro. Le dorie dunque di quedo lauoro,nelqualefu aiutato Pin¬turicchio da molti garzoni,e lauoranti tutti della fcoladi Pietro.furono diui fe in dieci quadri. Nel prima è dipinto quando detto Papa Pio fecondo nac-» que,di Siluio Piccolomini, e di Vittoria, e fu chiamato Enea, l’anno 1405 in Valdorcia nelCadello di Corfignano,che hoggi fi chiama Pienzadal nome fuo,per effere data poi da lui edificata,e fatta città. Et in quedo quadro fo« nò ritratti di naturale il detto Siluio,& Vettoria. Nel me defimo è quando con Domenico Cardmaledi Capranica palla Talpe piena di ghiacci, e di tie¬ne, per andare al concilio in Bafilea. Nel feconcoèquando il Concilio ma daefloEnea in molte legazioni,cio è in Argentina tre unite,a Trcnto,a Go« danza,a Francfcordia, & in Sauoia .Nella terza è quando il medefimo Enea è mandato oratore da Felice Antipapaa Federigo terzo Imperatore, appref* fo alquale fu di tanto merito la destrezza dell’ingegno, l’eloquenza, e la gra¬zia d Enea,che da elfo Federigo fu coronato,come Poeta di Lauro , fatto Pro tonotario,riceuuro fragl’anuci fuogefatto primo Segretario . Nel quarto è quando fu mandato da elio Federigo ad Eugenio quarto , dalquale fu fatto Vcfcouodi Trieda,epoi Arciuefcouo di Siena dia patria. Nella quinta do¬ri a è quando il medefimo Imperatore, volendo venire in Italia a pigliare la corona dell’Imperio, manda Enea a Tela mone porto de’Sanefi a rincontra¬re Leon era fua moglie, che veniua di Portogallo. Nella feda Va £nea, man«« diro dal detto Imperatorea Calido quarto, per indurloafar guerra a 1 Tur« ehi. Et in queda parte fi vede,che il detto pontefice, elfendo trauagliata Sie* ca dal Conte m finish ano, e da altri per colpa del ne A fiordo di Napoli, lo ' manda/
manda a trattatela pace. Laquale ottenuta fi difegnalaguerra contragl’O- rientali •> & egli tornato a Roma,è dal detto Pontefice fatto Cardinale. Nella fettima,morto Califfo,lì vede Enea efler creato fommo r-ótefice, e chiamato Pio fecondo. Nell’ottaua va il Papa a Mantoa al Concilio per la fpediz’onc córra i rurchi.doue Lodouico Mavchefelo riceue có apparato fplendidifsi mo,e marmi licenza in credibile. Nella nona il medefimo mette nel Chatalo gode’Santi,e,come fi dice,Canonezza Chaterina Sanele Monaca,‘e s.Don¬na dell’ordine de frati Predicatori. Nella decima,& vltima,preparando ra¬pa Pio vn’armatagrofsifsima,con l’aiuto,e fauoredi tutti i PrincipiChriftia ni contraiTurchi, fi muore in Ancona; & vn Romito dell’Heremodi Ca- maldolijsan to huomo vede l’anima d’elio Tótefice in quel punto Hello, c he muore , come anco li legge, elfere d’Angeli portata in cielo. Dopo fi ve de nella medefìma ftoria il corpo del medefimo edere da Ancona portato' a Roma con hoireuole compagnia d’infiniti Signori,e prelati,che piangono la'morre di tanto huomo,e di fi raro eTanto Pontefice. Laquale opera è tutta p"ena di ritratti di naturale, che di tutti farebbe longa ftoria i nomi raccon* tare, ed è tutta colorita di fini,e viuacifsimi colori,e fatta con vari) orname¬li d’oro,e molto ben confidenti {paramenti nel’cielo. Et lotto ciufcuna fto-' ria è vno Epitaffio,latino che narra,quello che in ella fi contenga. In que« fta libreria fu condotto dal detto Francefco Piccolomim Cardinale, e fuo ni póte,e tnefiein mezo della ftanza, le tre grazie,che vi fonodi marmoàtiche, ebeihlfime', lequali furono in que’rempi le prime anticaglie, chefufiono tc nute in pregio.Non ellendo anco affatica finita queftalibreria,nellaquale fo nò tutti 1 libri,che lafciò il detto Pio II,fu creato Papa il detto Frane. Cardina le nipote del detto PonteficePio fecondo,che per memoria del Zio volle ef- fer chiamato Pio 11 i. Il medefimo Pinturicchio dipinfe in vna grandifsima ftoria (oprala porta della detta libreria, che rifpondein Duomo .grande di« co quanto tiene tutta la facciata, la coronazione di detto Papa Pio terzo,con molti ritratti di naturale,efotto vili leggono quefte parole.
Pius ùj Scncnfis Piifecundi Sepos M.D I I i.fcptcmbris x x i. aperte defius foffrA* gijs Oflaito ofìokns Ccronatus eft.
Hiuendo il Pinturicchio lauorato in Roma al tempo di PapaSifto quan¬do ftaua con Pietro Perugino -, haueua fatto feruitù con Domenico della RO uere Cardinaledi s Clemente, onde hauendo il detto cardinale fattoio Bor go Vecchio vn molto bel palazzo,volle,che tutto lodipignefleedò Pinturic» chio,e che faceffe nella facciata l’arme di Papa Sifto, tenti ta da due pu tti. Fé« ce il medefimo nel palazzodi s.Apoftoloalcune cofe, per Sciarra Colonna. E n on molto dopo, ciò è l’anno i4S4,Innocencio ottano Genouefegli fece dipignere alcune fale,e loggie nel palazzo di Beluederr,douefral\d tre cofe} fi come volle efTopapa,dipìfe vna loggia tutta di paefi,e vi ritraile Roma,Mi lano,Genoua,Fiorenza, V inezia,c Napoli alla maniera de’Fiaminghi,che co me cofa infine allora non piu vfata,piacquero aliai. E nel medefimo luoio dipinfevn-a N.Donnaa frefeo all’entrata della porta principale. In s.Piero alla cappella,doueè la Lanciatile paisà il celiato a Giefu Chrifto dipinfe in ■vna nuola a tempera, peni detto Innocenzio ottauo la N.Donnamaggior, che il YÌUO . E nella chiedi di s.Maria del Popolo dipinfe due cappelle, vna p il detto Domenico dellaRouerecardinaledi s.Clementénellaqualefù poi fepolto j e l’altra a Innocenzio Cibo Cardinale; nellaqualeanch’eglt fu poi fottcrrato.Etin ciafcuna di dette cappelle ritratte i detti cardinali, chele fe* cero fare. E nel palazzo del Papa dipinfe alcune rtanze,che rifpondono los prail cortile di s.Pieto, allequali fono fiate pochi anni,fonoda Papa Pio quarto rinouati 1 palchi,e le pitture. Nel medefìmo palazzo gli fece dipigne re Aleflandro Serto tutte le rtanze douc habitaua , e tutta laTorre Borgia’, nellaqualefecc hirtorie.deli’Arti liberali in vna rtanza,e lauorò tutte le vol¬te di ftuechi,e d’oro, ma perche non haueuanoil modo di fate gli ftucchiiti quella maniera, che fi fanno hoggi ,jiono i detti ornamentijper lamaggior parte guarti. In detto palazzo ritraile Copra la porta d’uria camera la Signo« ra Giulia Farnefe nel voltod’unaN. Donna ; e nel medefìmo quadro la te¬tta di erto papa Aleflandro,che l’adora. Vsò molto Bernardino di fare alle fue pitture ornamen ti di rilieuo mefsi d’oro, per fodisfare alle perfone, che poco di quell’arte ìntendeuano,accio hauellono maggior luftro,e vedutaci che è cofagoffìlsima,nella pittura . Hauendo dunque fatto in dette ftanze vna ftoria di s.Chaterina,figurò gl’archi di Roma di rilieuo,e le figure dipin tesdHnodojcheertendo manzi le figure,e dietro,i cafamenti ; vengono piu inanzilecofe,che dtminuifcouo,chequelle,chelecondo l’occhio,crefcono; erefìagrandifsima nellanoftraarte. In cartello Sant’Angelo dipinfe infini¬te iìanze a grottefche ; ma nel Torrione da batto nel giardino, fece hiftoric di Papa Alettandro,e vi ritratte Ifabella Regina Catolica,Niccolò Orfino co ce di PitiglianOjGianiacomo Triulzi.con molti altri parenti,& amici di det¬to Papa,& in particolare celare Borgia,il fratello,e le forelle ; e molti virtuo fi di que’tempi. A Monte Olitieto di Napoli alla cappella di Paulo Tolofac di mano del Pinturicchio vna tauola d’una Affinità. Fece coftui infinite al¬tre opere per tutta Italia,che per non ettere molto eccellenti, ma di pratica, le porrò in filenzio. Vfaua dire il Pinturicchio, che il maggior rilieuo, che pottadarevn pittore alle figure, era l’hauere dafe,fenza faperne grado a Principi,o ad altri. Lauoròanco in Perugia ma poche cofe. In Araceli di piu fe la cappella di s. Bernardino ; & in s.Maria del Popolo, douc habbiam det co,che fece le due cappelle,fece nella volta della cappella maggiore i quattro Dottori della chiefa. Ettendo poi all’età di £9 anni peruenuto gli fu dato a fare in s.Francefco di Siena in vna tauola vna Natiuitàdi N.D.allaqual’hauc do metto mano,gli confegnarono i frati vna camera per fuo habitare, e glie le diedero,fi come uolle vacua,'efpedita del tutto j faluoched’uncaffònac- ciò grande,&antico,e perche pareua loro troppo fconcio a tramutarlo. Ma Pinturicchio,come ftrano,efantaftico huomo,cheegli era,ne fece tanto ru more,e tante uolte, che i fratifinalméte fi mifero per difperati a leuarlo via. Et. fu tanta la loro ventura, che nel cauarlo fuori fi ruppe vn’atte nella quale erano cinquecento ducati d’oro di camera. Dcllaqualcofa prefePinturic- chto tanto difpiacere, e tanto hebbe a male il bene di que* poueri frati, che piu non fi potrebbe pelare,e le n’accorò di maniera,nó mai pésàdo ad altro, che di qllo fi morì.Furono le fue.pitture circa l’anno 151$. Fu fuo compagno & amico, fe bene era piu vecchio di lui Benedetto Buonfiglio pittore Peru¬gino, ilqualc molte cole lauorò m Roma nei palazzo del Papa con altri ma- cftri.
eftri. Et in Perugia (uà patria fece nella cappella della Signoria bidone del* » la vita di s.Hercolano Vefcouo, e protettore di quella città $ e nella medefi* ma alcuni miracoli fatti da s. Lodouico. In s. Domenico dipinfe in vna tauo la a temperala ftoria de’Magi i & in vn’altra moiri fanti. Nella chiefa di s. Bernardino dipinfe vn Chriftoin Aria con edo s.Bernardino,& vn popolo da baffo. In fomma fu coftui affai ftimato nella fua patria, inanzi che venifle in cognizione Pietro Perugino. Fu Umilmente amico di Pinturicchio,& la = uorò aliai cofe con elio lui Gerino P iftolefe, che fu tenuto diligente colori¬tore,& affai imitatore della maniera di Pietro Perugino, con ilquale Iauorò in fin predo alla morte. coftui fece in Piftoia fua patria poche cofe. Al bor¬go s.Sepolcro fece in vna tauolaaolio nella compagnia del buonGiefu vna circoncifione,che èragioneuole. Nella pieue del medefimo luogo dipinte vna cappella in frefco,&in fulTeuereper laftrada, che va ad Anghiari fece vn’altra cappella pur a frefco per la comunità. Et in quel medefimo luogo in s.Lorenzo Badia di monaci de Camaldoli fece vn’altra cappella. Mediante le quali opere fece cofi lunga danza al Borgo,che quafi fe l’elefle per patria.Fu coftui perfona mefchina nelle cofe dell’arte,duraua grandifsimafatica nel la uòrarc,e penaua tanto a condurre vn’opera,cheera uno dento.
Fune’medefimi tempi eccellente pittore nella città di Fuligno Niccolò Alunno, perche non fi coftumado molto di colorire ad olio inanzi a Pietro Perugino,molti furono tenuti valenti huomini,che poi non riufcirono. Niccolò dunque fodisfece affai nell’opere fue, perche fe bene non Iauorò fc non a tempera,perche faceua alle fue figure tede ritratte dal naturale, e che pareuano viue, piacqueaflai la fua maniera. In s.Agoft. di Fuligno èdi fua mano in vna tauola vnaNatiuità di Chrifto ; & vna predella di Figure pic¬cole. In Afcefi fece vn Gonfalone,che fi porta a procefsione -, nel Duomo la tauola dell’altar maggiore,& in s.Francefco vn’altra tauola. Ma la miglior .pittura,che mai lauoraffe Niccolò fu vna cappella nel Duomo, doùefra Val« tre cofe vi è vna Pietà,~e due Angeli, che tenendo due torcie piangono tanto viuamen te,che io giudico,che ogni altro pittore, quanto fi voglia ecc.hareb be potuto far poco meglio. A s.Maria degl’Angeli in detto luogo dipinfe la facciata,e molte altreopere, dellequali non accade far menzione, badando hauer tocche le migliori. E queftojia il fine della vita di Pinttiricchio,ilqua le fra fai tre cofe5fodisfece affai a molti Principi,e Signori ; perche dàua pre¬do l’opere finite, fi comedifiderano, fe bene per auuentura manco buone,, che chi le fa adagio,& confideratamente.